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MARIA FALCONE “NON PROVO ODIO”

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“Non provo odio nei confronti degli assassini di mio fratello Giovanni. Li perdonerei se questo perdono mi venisse chiesto nell’ambito di un loro percorso di ravvedimento e redenzione interiore. Se mi chiedessero di incontrarli in carcere, io accetterei volentieri l’incontro”. Lo ha detto Maria Falcone durante il seminario “La Carta di Milano, la speranza oltre le sbarre”, che si è tenuto a Palermo, nella sede dell’Ordine dei giornalisti.

“Uno degli insegnamenti che ho ricevuto da mio fratello – ha aggiunto – l’ho estrapolato da una sua intervista, quando Giovanni ha detto: ‘non bisogna mai dimenticare che in ognuno degli assassini c’è un barlume di umanità'”.

Maria Falcone ha poi narrato, con commozione, alcuni ricordi familiari del fratello: “In un cassetto della sua stanza ho ritrovato i nastri di stoffa che, da bambino, ha portato quando ha fatto la comunione e la cresima. Da bambino, Giovanni faceva il chierichetto alla Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa e giocava a ping pong con dei coetanei che da grandi sarebbero poi diventati killer della mafia. Penso che forse Dio abbia consentito di fare morire in quel modo mio fratello per redimere la sua anima”, ha sottolineato, aggiungendo: “Una volta ho chiesto a Giovanni: perchè sei andato a lavorare con il giudice Chinnici, sapendo che rischiavi la vita? Mio fratello mi rispose in modo quasi serafico: ‘si vive una volta sola’”.

“La mafia dei colletti bianchi – ha evidenziato – è un inquinamento difficile da stroncare, perchè è l’inquinamento di gente colta. Sono menti raffinatissime, diceva Giovanni. Ma chi sono? Non è facile trovarli, perchè mancano le prove. Ecco perchè sono importanti i collaboratori di giustizia”.

“Andreotti non è stato assolto – ha poi ricordato Maria Falcone -. C’erano prove che lui avesse avuto rapporti con i mafiosi, soltanto che questo suo reato è caduto in prescrizione. Secondo me, Andreotti ha visto la mafia come portatrice di voti. Forse aveva fatto un’operazione simile a quella degli americani, che per entrare in Italia, hanno messo alcuni mafiosi come sindaci in vari paesi”.

CELEBRATO AD AGRIGENTO VENTENNALE MULTAQA

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Il congresso ‘Mediterraneo di civiltà e di pace’ ha celebrato ad Agrigento il ventennale della Multaqa, inaugurata nel 1998 proprio ad Agrigento, dove Emmanuele F. M. Emanuele – Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che ha promosso e realizzato l’evento, ha voluto riportarla. 

Ad aprire i lavori della giornata conclusiva Maurice Aymard, docente di storia moderna e contemporanea dei Paesi mediterranei a Parigi presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, che ha introdotto la sessione – presieduta da Eduardo Mira, dottore di Geografia e Storia attualmente a contratto presso il Consiglio d’Europa di Bruges – con un intervento sulle connessioni ineludibili esistenti tra l’uomo, l’ambiente e il mare nella cultura e nel sistema di vita dei popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.

A seguire una Tavola Rotonda tra i rappresentanti delle tre maggiori religioni monoteiste dell’area (il Cristianesimo, l’Ebraismo e l’Islamismo), introdotto dagli interventi del segretario generale dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain di Roma, Gennaro Giuseppe Curcio, e del giornalista Haji Khaled Gianluigi Biagioni Gazzoli, attualmente segretario generale dell’Unione Islamica in Occidente. 

A confrontarsi sulla delicata tematica di un dialogo non soltanto possibile ma soprattutto necessario, fra le religioni il cardinale Giovanni Battista Re, esperto in Diritto Canonico e attuale Vice Decano del Collegio Cardinalizio; il Rabbino Capo di Napoli Ariel Finzi; l’Imam della Moschea di Ethem Bej in Albania, Elton Karaj.

‘Quel Dio che ci ha creato non può essere motivo di contrasti fra le religioni – ha detto il Cardinale Re -: esse devono cooperare per il benessere, il progresso, la pace e la cooperazione fra i popoli. Ogni credo ha le sue caratteristiche e, ovviamente, dobbiamo tutti essere fedeli alla nostra religione, ma allo stesso tempo è indispensabile avere fiducia e rispetto verso gli altri e salvaguardare la libertà altrui: questa è l’unica maniera per poter vivere insieme in armonia e serenità’.

Gli ha fatto eco il Rabbino Finzi, che ha tratto spunto da alcuni esempi illuminanti della lingua ebraica – in particolare la comune radice di alcune parole – per riaffermare l’importanza del dialogo interreligioso e della convergenza verso un comune orizzonte di pace. Ad esempio, il sostantivo ‘pace’ (shalom) ha la stessa origine della parola shalem, che significa completo. Si tratta di un’interessante analogia che ci conferma che il mondo non può essere completo finché non regni la pace.

 Senza entrare  nel merito delle scottanti questioni dell’attualità e della cronaca, il Rabbino li ha citati per riaffermare i principi di democrazia e rispetto dei diritti umani che caratterizzano lo Stato d’Israele, tra cui l’accoglienza degli omosessuali e le pari opportunità per le donne. 

L’Imam di Tirana, infine, ha ricordato come dal 1912 convivano pacificamente in Albania i tre credo prevalenti: islamismo, cattolicesimo e ortodossia. Ha inoltre sottolineato come, nella sua terra, molto si faccia dal punto di vista accademico per incentivare un proficuo dialogo tra le religioni, grazie anche al costante e assiduo impegno delle rispettive facoltà di teologia. Ha poi concluso il proprio intervento – dopo aver chiesto il permesso ai rappresentanti delle altre religioni – con la lettura di una preghiera da lui stesso redatta, che ha emozionato la platea.

Dopo un messaggio video di Federico Mayor, Presidente della Fundacion Cultura de Paz e già Direttore Generale dell’UNESCO, è stato Emmanuele F. M. Emanuele, nella sua duplice veste di Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale  e di Presidente del Comitato Scientifico della Multaqa, a tirare le fila delle tre giornate di lavori e a ringraziare tutti i convenuti, primo fra tutti Guglielmo de’ Giovanni-Centelles Direttore del Comitato Scientifico.

‘A venti anni dalla Multaqa che si è tenuta ad Agrigento dal 17 al 20 settembre 1998 – ha detto – ho ritenuto, essendo stato Presidente Delegato per l’Italia del Consiglio Mediterraneo della Cultura dell’Unesco, ed avendo ricevuto nel 2014 il prestigioso Premio Unesco-Valldigna, di suggerire all’amico Girones di celebrare quest’anno la Multaqa nuovamente nella città di Agrigento. L’accoglienza di questa mia proposta è testimoniata dalla qualità dei relatori che hanno manifestato, con la loro adesione, la condivisione di questo mio progetto, e sono veramente contento che l’evento si sia concretato con una così grande partecipazione ed un così alto livello degli interventi. Nell’atarassia politica internazionale che ha connotato e connota l’attuale momento storico, infatti, la sola voce forte che ha riaffermato la presenza del Mediterraneo nello scacchiere mondiale siamo stati umilmente noi: noi promotori della Multaqa, sempre attivi in questi lunghi anni solitari. Il convincimento da me perseguito del primato civilizzatore e unificatore del Mediterraneo è oggi un risultato scientifico indiscusso, e conferma come l’osmosi tra le civiltà nate nel bacino del Mediterraneo abbia generato quelle sensibilità comuni che hanno edificato l’Occidente per influsso delle culture provenienti dall’Oriente.

 La poesia, la letteratura, l’arte ma soprattutto il  concetto di democrazia, la primazia delle leggi, e la religione – come hanno dimostrato gli autorevoli relatori che mi hanno oggi preceduto nell’esposizione – fanno parte di quel patrimonio assolutamente consacrato nei secoli che è diventato oramai parte integrante della civiltà mondiale. In questo scenario, da anni ormai propongo il ruolo della Sicilia come ‘la Bruxelles’ degli Stati mediterranei. So che attuare un tale disegno è molto difficile, so che si tratta di un sogno, ma io – che non a caso sono anche un poeta – mi nutro di sogni e continuo pertanto a sognare, continuando in parallelo a lavorare indefessamente affinché ciò accada’.

‘L’ho fatto con la Fondazione Terzo Pilastro – Italia e  Mediterraneo e continuo ora con la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale – ha aggiunto Emmanuele F. M. Emanuele -: abbiamo contribuito al restauro della Cattedrale di Sant’Agostino di Ippona ad Annaba in Algeria, partecipato al prestigioso Festival di El Jem in Tunisia, creato ad Aqaba-Eilat nelle scuole superiori un corso in cui bambini palestinesi ed arabi studiano assieme, sostenuto un imponente progetto di irrigazione nelle aree pre-desertiche di Nabeul (sempre in Tunisia); abbiamo contribuito a creare a Jaramana, in Siria, un campo di calcio per la comunità locale e per i profughi iracheni ospitati nella stessa località, partecipato al restauro dell’Istituto dei Monumenti di Cultura (IMK) a Tirana in Albania, realizzato una Fondazione per la Ricerca sul Cancro a Malta, siamo intervenuti in Siria con il progetto ‘Ospedali aperti’ a Damasco, siamo presenti costantemente in Spagna e in prospettiva anche in Grecia. Tutto ciò perché ritengo che una componente spirituale, così come essa si è manifestata e continua a manifestarsi nella nostra epoca, proveniente da quel Mediterraneo fecondo di idee e principi cui ho fatto cenno, sia l’esatta terapia per curare il fenomeno distorsivo della globalizzazione capitalista che tanti guasti sta arrecando.

 Credo che questa  urgenza di una coscienza mediterranea multipla – ha continuato Emmanuele F. M. Emanuele -, che la scuola francese de Les Annales poneva alla base della storia del Mare Nostrum e che io da tempo patrocino, sia la prospettiva salvifica in un mondo dilaniato da guerre che stanno diventando sempre più di portata internazionale e, ahimè, con il profilarsi della crescita delle armi atomiche, mondiale. Ecco perché queste tre giornate, che hanno preso il nome di Mediterraneo di Civiltà e di Pace, si sono incentrate sul concetto di pace e dialogo tra le culture e le religioni del Mediterraneo, e credo che nessuna palestra, più di quella del Mediterraneo, possa mantenere viva la speranza della buona volontà tra gli uomini del concetto di pace. Oggi la pace è ancora lontana, ma lo sforzo che l’umanità e noi in primis dobbiamo fare è quello di perpetuare diritti e valori che sono alla base del concetto di civiltà per far sì che, pur nella consapevolezza del divenire crescente di un nuovo mondo, la globalizzazione, internet e i sistemi di comunicazione che si impongono, debbono tuttavia non essere defraudati di quella concezione universale dei diritti dell’uomo e della pace tra gli stessi. Qui parlo anche nella mia qualità di membro del Comitato d’Onore dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain, e prospetto questo mio desiderio da sempre manifestato che ha trovato concreta attuazione nella Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, ovvero l’essenza dei mantenimenti di quei principi e valori che devono permeare il mondo intero’.

‘Il Meridione rappresenta la naturale cerniera tra mondi che si affacciano sul nostro mare, al quale bisogna guardare con l’intento di riconoscersi come comunità capace di trasmettere valori improntati sulla pace e sul rispetto reciproco – ha sottolineato Emmanuele F. M. Emanuele -. È necessario che gli abitanti di questo mare si aprano alla cultura dell’altro costruendo ponti, e non erigendo barricate o muri, nella consapevolezza che esiste una comunità umana indissociabile; sviluppare una azione di pace significa considerare il Mediterraneo  quale motore per questo miracolo che pacifichi l’Africa, l’Oriente ed, in prospettiva, anche l’Occidente, e che permetta di edificare una civiltà con una economia solidale, aperta e sostenibile in cui le risposte ai bisogni della gente arrivino cariche di quella umanità che la spiritualità del mondo mediterraneo da sempre rende manifesta e presente. Questo presuppone che ognuno di noi riconosca le differenze dell’altro accettando di mettersi in gioco senza ripudiarle, come volontà di reciproca comprensione, così come è stato magnificamente detto dal Cardinale Re, dal Rabbino Ariel Finzi e dall’Imam Ethem Bej. Questo è l’intendimento che ha ispirato queste tre giornate di lavoro, a seguito delle quali mi sento di poter affermare che stiamo contribuendo a creare un mondo migliore’.

‘Ma ai sogni – ha concluso Emmanuele F. M. Emanuele – devono seguire le azioni, ed è per  questo che voglio oggi, qui, formulare una proposta concreta: ovvero che, non tenendo conto dei vincoli e degli obblighi che ci impongono i nostri capi politici ed i loro burocrati, noi Stati mediterranei iniziamo finalmente a porre le basi di un percorso federativo che passi attraverso quel mondo cui appartengo, quel privato no-profit che si occupa di aiutare i meno fortunati, creando punti di riferimento nei Paesi (l’Albania, Israele) che potrebbero a buon diritto entrare a far parte del nuovo vecchio mondo che io sogno. La mia speranza è che questo luogo in cui la civiltà è nata possa tornare ad essere, in questa fase di grave crisi che accomuna Oriente ed Occidente, motore della rinascita di un mondo in cui i valori fondanti della reciproca comprensione e della sensibilità alle tematiche più squisitamente sociali possano trovare opportunità di esplicarsi e di germogliare’.

Durante lo svolgimento delle tre giornate di convegno, Emmanuele F. M. Emanuele è stato insignito della medaglia d’oro dell’Università Fernando Pessoa di Oporto (Portogallo) dal Rettore Prof. Salvato Trigo, membro del Comitato Scientifico della Multaqa. 

 

AIOP SICILIA, MARCO FERLAZZO NUOVO PRESIDENTE

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E’ l’imprenditore messinese Marco Ferlazzo il nuovo presidente di Aiop Sicilia. Titolare dell’Istituto Clinico Polispecialistico COT. Nel corso dell’assemblea regionale c’è stato il passaggio di testimone con Barbara Cittadini, eletta sabato scorso presidente nazionale dell’Associazione italiana ospedalità privata.  Il dottore Ferlazzo è stato eletto insieme al vicepresidente, Francesco Crimaldi, titolare della Sogesa Santa Barbara di Gela, al consigliere nazionale Domenico Musumeci,rappresentante dello Iom di Catania e al consigliere regionale Aldo Panci, della Maria Eleonora Hospital di Palermo.
Marco Ferlazzo, presidente e amministratore delegato dell’Istituto Clinico Polispecialistico COT di Messina, è componente del Cda dell’Università Campus Biomedico di Roma. Chirurgo ortopedico, sposato e padre di quattro figli, ha sempre ricoperto cariche dirigenziali all’interno dell’Aiop.

“La sanità privata siciliana in questi anni è stata impegnata in un percorso di qualità per andare incontro con efficienza e tempestività alla domanda di Salute dei cittadini – afferma Marco Ferlazzo – e l’Aiop, in particolare, sotto la presidenza di Barbara Cittadini, ha portato avanti un progetto di efficientamento dell’intero sistema che ha consentito  alla rete degli ospedali privati di dimostrare nel territorio la qualità assistenziale che esprime. Con questo spirito e sul solco tracciato da Barbara Cittadini, raccolgo l’incarico di presidente regionale dell’Aiop, nella consapevolezza delle nuove sfide che ci attendono. Per le scelte di politica sanitaria, nella prospettiva di un miglioramento complessivo del sistema e dell’offerta sanitaria, puntiamo a essere interlocutori credibili e autorevoli, capaci di proporre soluzioni concrete nell’interesse dei pazienti dell’Isola”.

Tra i principali temi da affrontare, l’implementazione della rete ospedaliera già tracciata, la riduzione del saldo negativo della mobilità sanitaria e delle liste d’attesa,  l’adeguata copertura finanziaria dei farmaci oncologici nell’interesse dei pazienti.

“Sono molto soddisfatta dell’elezione del presidente Ferlazzo e della sua squadra – afferma Barbara Cittadini -Sono eccellenti imprenditori e dirigenti associativi, che hanno maturato grande competenza e che sapranno tutelare gli interessi legittimi e diffusi di tutti gli associati. Sono certa che daranno un importante contributo per l’ulteriore efficientamento di un Ssr, che possa garantire risposte di qualità alla domanda di salute dei siciliani. Guidare il comparto richiede impegno, abnegazione e spirito di servizio. Loro sono certamente le persone giuste per affrontare i grandi temi con i quali ci dovremo confrontare nel prossimo futuro. E lo faremo con piena e totale sinergia tra l’Aiop nazionale e quella regionale. A tutti auguro buon lavoro”.

 

NO SMOG MOBILITY A PALERMO IL 17 E 18 OTTOBRE

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“Il futuro è verde” e con questa premessa tornerà a Palermo “No Smog Mobility”, l’unica manifestazione dedicata alla mobilità sostenibile del meridione d’Italia, in programma mercoledì 17 e giovedì 18 ottobre 2018.

Per l’ottava edizione, gli organizzatori Gaspare Borsellino e Dario Pennica, rispettivamente direttore dell’Agenzia di Stampa Italpress e direttore del mensile Sicilia Motori, hanno previsto due giorni di forum e tavole rotonde, con i massimi esperti del settore, per approfondire i diversi temi legati al rispetto dell’ambiente e alle esigenze sempre più attuali di mobilità individuale e collettiva, pubblica e privata, e per il trasporto di merci e persone.

Mercoledì 17 ottobre la giornata sarà dedicata alla consegna dei Green Prix 2018, i premi per le migliori idee e soluzioni eco sostenibili nel mondo delle auto. Alle case automobilistiche, la giuria consegnerà degli alberi che andranno ad infoltire i 90 già piantati, nelle precedenti edizioni, nel “Bosco di No Smog Mobility” della cittadella universitaria. Un contributo concreto della manifestazione alla città di Palermo, ancora fanalino di coda nella classifica delle città più verdi d’Italia.

Idee a confronto invece, giovedì 18 ottobre per il consueto appuntamento al Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi, in viale delle Scienze. Durante la giornata, consulenti, professori, istituzioni e rappresentati del mondo dell’auto si confronteranno sullo stato di salute della mobilità alternativa, sulle ultime innovazioni tecnologiche, sulla sicurezza, e sarà possibile visionare e provare alcuni dei più moderni ed ecologici veicoli fra quelli in commercio, oltre a qualche anteprima nazionale.

CITTADINI E LICITRA CAVALIERI DEL LAVORO

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Ci sono anche due siciliani tra i 25 Cavalieri del lavoro nominati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su proposta del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Si tratta di “Barbara Cittadini, Sanita’ privata / Case di cura; e Giovanni Licitra, Industria / Semi di carruba”, si legge nella nota del Quirinale.

Barbara Cittadini, presidente e legale rappresentante della Casa di Cura Candela spa di Palermo, è stata eletta nei giorni scorsi presidente di Aiop Nazionale, l’associazione che riunisce le case di cura private. In passato ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Aiop Sicilia e tra gli altri incarichi è componente del Gruppo tematico Sanità-Scienze della Vita di Confindustria Nazionale e vicepresidente di Confindustria Palermo con delega alla sanità.

Barbara Cittadini, sottolinea la Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro, “e’ presidente dal 1994 della Casa di Cura “Candela Spa”, azienda di famiglia attiva da 110 anni che si è accreditata come centro di eccellenza per la fecondazione assistita. Sotto la sua gestione è stata dedicata un’attenzione particolare alla ricerca sanitaria e fin dal 1992 la casa di cura è divenuta sede di ricerca clinico-applicata di farmaci contraccettivi e di sperimentazione clinica di farmaci di terza fase. Presso la clinica è attiva dal 2015 la biobanca di gameti e tessuti riproduttivi inserita in una piattaforma informatica che ha permesso, per la prima volta in Italia, di mettere in rete i dati relativi al materiale raccolto e di interfacciarsi con le altre banche di tessuti presenti in Europa. Nella struttura, in cui ogni anno nascono 1.300 bambini, sono operative anche due sedi formative della Scuola di specializzazione in Cardiologia e in Pediatria dell’Università di Palermo. L’azienda occupa 98 dipendenti”.

Giovanni Licitra ha fondato nella zona industriale di Ragusa la sua azienda, la Lbg Sicilia Ingredients. L’imprenditore è secondo produttore mondiale di farina di carrube, che oggi viene usata come stabilizzante e si trova in quasi tutti i prodotti alimentari: dalle salse ai condimenti, ai gelati.

Giovanni Licitra, sottolinea sempre la Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro, “è amministratore unico della LBG Sicilia Srl, azienda che fonda nel 1996 per la commercializzazione di farina di carrube. All’inizio del 2000 intuisce le potenzialità della farina di carrube come stabilizzante per l’industria alimentare e realizza uno stabilimento completamente automatizzato la cui produzione si concentra per il 90% nelle province di Ragusa e Siracusa. Nell’arco di pochi anni d’attività la LBG Sicilia Srl diventa fornitore di tutte le più grandi multinazionali alimentari e secondo produttore al mondo di farina di carrube che viene commercializzata in sessanta paesi tra i quali gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone. Esporta il 95% del fatturato, occupa 31 dipendenti, ha una capacità produttiva annua di 3 mila tonnellate e un’area ricerca & sviluppo di oltre 1.000 metri quadrati”.
(ITALPRESS).

A PALERMO 180 AVVOCATI DAI 5 CONTINENTI

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Avvocati provenienti da prestigiosi studi di tutto il mondo riuniti a Palermo, al Grand Hotel delle Palme, dove è in corso la tradizionale Convention dell’AEA. Si sono registrati oltre 180 legali provenienti dai cinque continenti rappresentanti tutti i Paesi riconosciuti dalle Nazioni Unite, dagli Usa, all’Australia, Angola, Mauritius, Giappone.

L’AEA è un’associazione che raggruppa studi di 193 Paesi dell’Onu, oltre Taiwan, Kosovo e Palestina. Il capoluogo siciliano e’ stato scelto lo scorso anno – dopo Cipro, Lisbona e Praga – su proposta dello studio legale guidato dall’avvocato Alessandro Palmigiano, anche lui membro dell’associazione, tra l’altro unico rappresentante della Sicilia.

Durante la convention di Praga, erano arrivate le candidature di citta’ del calibro di Hong Kong, l’Avana, Buenos Aires, Milano, Barcellona e Nuova Delhi ma la platea di avvocati non ha avuto dubbi nel decretare la vittoria di Palermo.

Alla convention sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco Leoluca Orlando, che ha salutato gli ospiti e presentato la città, il presidente della AEA Pedro Beltran, il segretario dell’associazione Elliot Hahn.
“Sono lieto della partecipazione – dichiara Alessandro Palmigiano, titolare dell’omonimo studio -. In un anno così importante per Palermo arriva un altro successo”.

“RESTO AL SUD” FA TAPPA A CATANIA

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Più di seimila domande (6.202) in compilazione, 2886 quelle presentate e 10.597 posti di lavoro previsti: sono i numeri dell’iniziativa ‘Resto al Sud’ rivolta a sostenere la nascita di nuove realtà imprenditoriali avviate dai giovani nelle regioni del Mezzogiorno. I dati, aggiornati al 30 maggio 2018, sono stati illustrati a Catania nel corso della presentazione ai ‘potenziali giovani imprenditori’, gli studenti dell’istituto Alberghiero ‘Karol Wojtyla’. Il programma di finanziamenti per l’imprenditoria giovanile ‘Resto al Sud’ è promosso da Invitalia e sostenuto da Intesa San Paolo, tra le prime banche a firmare la convenzione con l’Agenzia Nazionale per l’attrazione di investimenti e lo sviluppo d’impresa e Abi, l’associazione bancaria italiana.

Il progetto prevede contributi agevolati e a fondo perduto per i giovani tra i 18 e i 35 anni, residenti in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Abruzzo, Puglia, Sardegna o Sicilia, che desiderano avviare una nuova attività imprenditoriale nelle regioni del Sud e una dotazione finanziaria complessiva di 1,25 miliardi di euro, messa a disposizione dal ‘Fondo per lo Sviluppo e la Coesione’.

Potranno essere finanziate le iniziative imprenditoriali nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo. Sono invece escluse le attività agricole, libero professionali e il commercio.

“Vogliamo essere al fianco dei giovani che desiderano inseguire i loro sogni nella propria terra d’origine – dice Andrea Lecce, Responsabile Direzione Marketing di Intesa Sanpaolo -. Con l’adesione a questa iniziativa Intesa Sanpaolo vuole sostenere concretamente la nascita di nuove realtà produttive delle regioni del Mezzogiorno, favorendo lo sviluppo sociale e la crescita economica del Sud”.

Al 31 dicembre 2017 erano presenti in Italia 518.636 imprese giovanili delle quali 210.834, cioè il 40%, si concentra nelle regioni meridionali. Quasi tutte le regioni del Mezzogiorno presentano una quota percentuale di imprese giovanili, sul totale di quelle attive nel territorio, maggiore rispetto alle altre regioni italiane. Quasi tutte, a eccezione dell’Abruzzo, presentano una percentuale di imprese giovanili superiore al dato medio nazionale che è il 10,07%: Abruzzo 9,65%; Basilicata 11,42%; Calabria 14,21%; Campania 13,70%; Molise 11,01%; Puglia 11,59%; Sardegna 10,46%; Sicilia 12,77%. 

“I giovani con idee e progetti di valore devono trovare un supporto reale ed efficace per dare concretezza alle proprie iniziative imprenditoriali – sottolinea il direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Pierluigi Monceri -. Vediamo come nelle regioni del Mezzogiorno è sempre più vivace l’imprenditoria giovanile, a testimonianza di un cambiamento che è economico ma anche di costume e di atteggiamento culturale. I nostri giovani vogliono sempre più essere attori e protagonisti del loro futuro e la nostra banca da sempre attenta ai giovani non poteva che essere in prima linea anche in questa importante e strategica iniziativa”. 

 

INVESTITORI STRANIERI INTERESSATI A SICILIA

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Sicilia al centro dell’attenzione di grandi investitori stranieri che vedono nell’Isola un potenziale di sviluppo enorme. I vertici di Essel Group Middle East sono stati a Palermo, invitati nell’ambito delle iniziative di promozione del territorio avviate dalla sede siciliana di Lexia Avvocati (studio legale presente, oltre che a Palermo, a Roma, Milano, Londra e Skopje), guidata dall’avvocato Alessandro Dagnino, per incontri d’affari. Lo rende noto Confcommercio Palermo.

Essel Group Middle East è la divisione mediorientale, con sede a Dubai, di Essel Group, conglomerato multinazionale indiano basato a Nuova Delhi, del valore di 20 miliardi di dollari, attivo, con 145.000 dipendenti, in numerosi settori tra cui petrolio, energia, educazione, media, finanza. Della delegazione hanno fatto parte Punkaj Gupta e Gagan Goel, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale di Essel Group Middle East, e Ajay Arora, amministratore delegato di Morgan Gatsby, banca d’investimento di proprietà del gruppo Essel Middle East.

Un primo incontro gli imprenditori indiani lo hanno avuto nella sede di Confcommercio Palermo, dove sono stati accolti dalla presidente Patrizia Di Dio, che ha presentato alcune imprese associate, interessate a espandere la loro attività nel mercato internazionale.

“I vertici di Essel Group Middle East – spiega l’avvocato Alessandro Dagnino – hanno accettato il nostro invito a visitare il capoluogo allo scopo di valutare le numerose opportunità di investimento attualmente presenti in Sicilia. Stiamo registrando negli ultimi tempi un grande interesse per la Sicilia – sottolinea Dagnino – da parte di grandi investitori esteri, anche grazie al nuovo regime fiscale agevolato che consente agli stranieri che trasferiscono la residenza in Italia di pagare un’imposta sostituiva dell’IRPEF di 100.000 euro l’anno per quindici anni. Crediamo, inoltre, che il nuovo fermento artistico e culturale che ha negli ultimi mesi ha posto la Sicilia sotto i riflettori, possa consentire all’Isola di conquistare una nuova centralità economica”.

Diversi operatori siciliani attivi nei settori agroalimentare, energetico, delle startup innovative, della moda, del turismo hanno inoltre partecipato ad un incontro con amministratore delegato e direttore generale di Essel Group Middle East. Gli imprenditori indiani  sono stati, inoltre, ricevuti dai vertici di alcune delle principali autorità cittadine e regionali e del consorzio Arca, incubatore di startup dell’Università di Palermo. Al termine dei numerosi incontri bilaterali sono state poste le basi per l’avvio di alcune importanti iniziative imprenditoriali, che al momento però restano “top secret”.