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Nasce il Milano Film Fest

MILANO (ITALPRESS) – Nasce il Milano Film Fest, il festival che intende celebrare i diversi volti del mondo dell’audiovisivo, dal cinema e le serie tv alla fotografia, fino ai contenuti speciali in ogni angolo di Milano. La prima edizione della rassegna si terrà dal 3 all’8 giugno 2025 con la direzione artistica dell’attore Claudio Santamaria: ideata dalla Fondazione Milano Film Fest, che unisce quattro realtà cittadine – Il Cinemino, Esterni, Fondazione Dude e Perimetro – avrà luogo nei cinema, teatri, piazze e vie della città, con un programma di proiezioni, concorsi internazionali, eventi speciali con anteprime, focus su serie tv e fotografia, per uno sguardo completo sul cinema di oggi e di domani. II Milano Film Fest si propone di creare un’esperienza cinematografica e immersiva che promuova la diversità e l’innovazione nel settore, coinvolgendo attivamente la città di Milano e le sue comunità, spaziando dal mainstream alla sperimentazione.
L’impegno della Fondazione MFF, insieme al Comune di Milano – Cultura, sarà infatti quello di raggiungere e coinvolgere anche le numerose realtà del territorio. Il programma della prima edizione sarà strutturato con un concorso internazionale per lungometraggi e uno dedicato ai cortometraggi; una sezione rivolta alle anteprime internazionali e due focus: uno sulle serie tv con il ritorno dei Serial Awards e uno sulla fotografia. La galassia Milano Film Fest si completerà con retrospettive, eventi di piazza e un occhio particolare all’industry alla quale sarà dedicata una sezione speciale. Sarà un festival diffuso: proiezioni, red carpet, mostre ed eventi speciali avranno luogo in tutta la città e faranno vivere piazze, giardini, spazi ibridi, musei, luoghi non convenzionali. La manifestazione sarà uno spazio aperto ad associazioni, imprese, istituzioni, liberi professionisti, gruppi spontanei, singoli cittadini che abbiano idee e progetti in linea con le tematiche e i valori del festival: all’inizio del 2025 sarà lanciata una call indirizzata a tutte le realtà cittadine che potranno iscrivere il loro evento all’interno del palinsesto del Milano Film Fest. Per la direzione artistica è stato scelto Claudio Santamaria, attore (e doppiatore) italiano dalla caratura internazionale, milanese di adozione, che ha da subito colto i valori del progetto e sposato l’iniziativa con grande entusiasmo. Milano Film Fest raccoglie l’esperienza ventennale del Milano Film Festival, adattandola ai cambiamenti e alle trasformazioni che hanno investito la città e il pubblico in questi ultimi anni. La Settima arte lavora oggi, infatti, con maggiore ibridazione, tale da inondare tutto il mondo del video, in dialogo costante tra diversi generi, come i film e le serie tv, le immagini, le animazioni e la fotografia. Non a caso, nell’entourage della rassegna sono presenti anime diverse che la città di Milano ha saputo esprimere in questi anni, raccogliendo in un unico contenitore esperienze che vanno dalla community fotografica Perimetro, al Cinemino passando al FeST – Il Festival delle Serie Tv organizzato da DUDE con la direzione artistica di Marina Pierri, fino all’ideazione di spazi culturali per la città (come Cascina Cuccagna e BASE) con Esterni.
Le quattro realtà cittadine, con importante esperienza nell’ambito culturale e dell’audiovisivo nello specifico, si contraddistinguono per essere una risposta al bisogno di luoghi di vita quotidiana, accessibili da un punto di vista economico, territoriale e ambientale. Responsabile della programmazione sarà Agata De Laurentiis, socia e fondatrice del Cinemino. “Siamo orgogliosi di accogliere la prima edizione del Milano Film Fest, un evento che riflette l’anima creativa della nostra città, il suo essere un laboratorio sempre aperto di idee e visioni, in costante dialogo con il mondo – afferma l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – Questo progetto, con la sua formula diffusa e la sua capacità di portare il meglio del cinema, delle serie tv e della fotografia in tutti i quartieri della città, incarna il nostro impegno nel rendere spettacolo e cultura accessibili a tutti. La direzione artistica di Claudio Santamaria e la collaborazione di realtà cittadine d’eccellenza, in particolare ci permetteranno di celebrare l’innovazione e la diversità del mondo dell’audiovisivo, coinvolgendo l’intera comunità milanese in un’esperienza diffusa e coinvolgente”. “E’ doveroso iniziare questa avventura con un grande ringraziamento, a chi è presente e a chi na permesso che nascesse questa Fondazione, che vuole essere aperta, una fondazione di partecipazione che vuole abilitare la rete e tutte le realtà del settore in città, insieme ai quattro fondatori che sono Il Cinemino, Perimetro, Esterni e Fondazione Dude”. Così Laura Boy della Fondazione Dude e presidente della neonata fondazione in occasione della presentazione. “Il festival nasce in collaborazione con il Comune di Milano e progettato a quattro mani con l’assessorato alla Cultura – prosegue Boy – L’obiettivo è indagare tutti i volti, le sfaccettature dell’audiovisivo, dal cinema alle serie tv alla fotografia fino ai suoi contenuti speciali, il dietro le quinte del grande cinema fino a momenti di formazione e talk, non tralasciando concerti e feste. Si svolgerà dal 3 all’8 giugno 2025: sarà diffuso in tutta la città, dal centro alle periferie, in spazi pubblici e privati, al chiuso e all’aperto. All’interno del palinsesto ci saranno concorsi e anteprime assolute. Grazie al Comune e ai Municipi e alle molte realtà che aderiranno alla call, aperta alla città per il palinsesto”. “Ho ricevuto la proposta di essere direttore artistico – ha dichiarato Santamaria – e visto che amo profondamente il cinema e amo la città di Milano, non potevo che accettare questa sfida e immergermi anche nei territori dell’organizzazione di un festival. Milano è una città in cui c’è un gran consumo culturale, tra mostre, teatri e librerie, e ho accettato subito con grande entusiasmo un incarico sul mondo cinema. Sarà un festival trasversale, inserito nella città, dall’ambizione internazionale. Milano è una città con eventi che attirano persone da tutto il mondo: pensiamo che anche il cinema debba essere celebrato in tutte le sue forme. Avrà la forza di un festival per tutti, eventi cinematografici in centro e anche nei quartieri e nelle periferie come “scintille” sparse per la città. Anche un festival glamour così come lo è Milano, che ha una bellezza discreta, nascosta, che sa di essere dirompente. Stiamo lavorando affinchè ci siano questi elementi, e la mia presenza è anche un modo per richiamare l’attenzione di colleghi, amici, attori e registi. Sarà un festival capace di interrogarsi sui nuovi linguaggi, sui temi caldi del vivere contemporaneo, ma anche sui nuovi gusti del pubblico. Sarà un festival al passo con il presente, che rispecchia e anticipa la modernità unica di Milano, le sue tendenze, le sue contraddizioni e le sue potenzialità”.
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Si insedia il cda Rai, nominato Rossi nuovo ad e Agnes presidente

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ROMA (ITALPRESS) – L’Assemblea degli azionisti, riunita in forma totalitaria alla presenza dell’intero azionariato (MEF e Siae), ha nominato il Cda composto da Simona Agnes,Alessandro di Majo, Davide Di Pietro, Federica Frangi, Antonio Marano, Roberto Natale ed è stato indicato il consigliere Giampaolo Rossi per la posizione di Amministratore delegato.
Successivamente il Consiglio di Amministrazione della Rai riunitosi in Viale Mazzini e presieduto da Antonio Marano in qualità di consigliere anziano ha nominato a maggioranza per la carica di Presidente Simona Agnes nomina che diventerà efficace solo dopo il parere favorevole da parte dei due terzi dei componenti della Commissione Parlamentare di Vigilanza. Il nuovo Amministratore delegato è Giampaolo Rossi eletto a maggioranza.
Nella stessa seduta espletate le formalità di rito, il nuovo Amministratore Delegato ha comunicato di voler affidare a Roberto Sergio il ruolo di Direttore Generale Corporate.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Prix Italia, Rai Documentari presenta “Il mio nome è Battaglia”

TORINO (ITALPRESS) – “L’organo della vista non è l’occhio ma la mente, il cuore. E lei aveva un cuore e una mente diversi da tutti gli altri”: così l’ex magistrato (oggi senatore della Repubblica) Roberto Scarpinato ricorda Letizia Battaglia nel documentario “Il mio nome è Battaglia” presentato questa mattina al Prix Italia, in svolgimento a Torino, e in onda su Rai3 venerdì 4 ottobre. Frutto di una coproduzione tra Rai e France Tèlèvision, prodotto da Zenit Arti Audiovisive e scritto e diretto da Cècile Allegra, il documentario ripercorre la vita della grande fotografa fin da quando, sposata a sedici anni, si trova rinchiusa nel ruolo di donna e madre nella Sicilia patriarcale degli anni ’60. Affrontata una grave depressione grazie alla psicoanalisi, Letizia divorzia e parte per Milano dove diventa fotogiornalista e documenta la rivolta dei movimenti studenteschi e la vita degli emarginati. Nel 1974 viene richiamata in Sicilia dal giornale L’Ora: sono anni di sangue per Palermo dove il clan dei Corleonesi – Totò Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella – combattono per la conquista del potere. Letizia documenta tutto questo: fotografa i morti ma anche la quotidianità della malavita e i suoi effetti collaterali, le donne in lutto, i bambini.
In seguito, negli anni ’80, prima segue il lavoro del pool antimafia di Falcone e Borsellino, fotografando gli arresti e i processi ai mafiosi e, poi, si impegna in politica al fianco del sindaco di Palermo Leoluca Orlando per combattere la corruzione. Cerca di ridare vita ai quartieri storici della città e si avvicina agli abitanti più disagiati. Lavora anche come volontaria nell’ospedale psichiatrico. L’inizio degli anni ’90 coincide con l’inizio del suo inferno personale: prima la strage di Capaci poi quella di via D’Amelio che lei si rifiuta di fotografare, decidendo di non recarsi mai più sulle scene del crimine; la chiusura del giornale L’Ora e la morte di sua madre. Letizia parte per un viaggio in Groenlandia e, quando torna, si dedica a fotografare solo i bambini e le donne che, in prima linea nella lotta contro la mafia, rappresentano una speranza di pace e di giustizia.
“‘Il mio nome è Letizia Battaglià è il ritratto di una donna appassionata, piena di speranza e di entusiasmo, che non ha mai smesso di combattere per le sue idee – dice il direttore di Rai Documentari Fabrizio Zappi – Il racconto della sua storia da un lato si inscrive nella nostra linea editoriale perchè è il ritratto di un personaggio di eccellenza che ha contribuito al progresso civile del progresso civile del ns Paese e, dall’altro, contribuisce a rinsaldare il legame di Rai con France Tèlèvision con cui negli ultimi tre anni abbiamo sviluppato un rapporto molto proficuo di coproduzioni che è sfociato nella costituzione di un progetto di collaborazione duraturo”. Da questo progetto (e dal relativo concorso pubblico per società di produzione italiane e francesi) che riguarda “progetti dedicati alla geopolitica, alle storie di grandi personaggi della storia europea e vicende sportive che riguardano i nostri Paesi” sono già scaturiti due titoli in lavorazione dedicati, anticipa Zappi, al Teatro La Scala di Milano (con la sua storia e il racconto della preparazione della prima della prossima stagione) e alla storia dei rapporti tra le Nazionali di calcio di Italia e Francia, “con le vittorie, le sconfitte, le provocazioni e altro, con il racconto di esperti e degli stessi protagonisti”.

foto: Agenzia Fotogramma

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Milly Carlucci compie 70 anni e torna con “Ballando”

ROMA (ITALPRESS) – La puntata numero 200 di “Ballando con le stelle” che andrà in onda il 23 novembre non è l’unico motivo di festeggiamento per Milly Carlucci. Prima, oggi (1° ottobre), c’è una ricorrenza ben più importante: la conduttrice, che è nata a Sulmone nel 1945, compirà infatti 70 anni. Quasi 50 li ha passati in tv: nonostante i genitori non fossero particolarmente entusiasti delle sue aspirazioni artistiche, Camilla Patrizia (questo il suo vero nome) ha esordito in tv giovanissima, prima nell’emittente privata GBR poi in Rai dove, dal 1976 al 1978, è inviata del programma di Renzo Arbore “L’altra domenica”. Mentre i giornali di gossip la ritraggono insieme all’allora fidanzato, il campione di nuoto Marcello Guarducci, Milly viene chiamata a condurre “Giochi senza frontiere” al posto di Rosanna Vaudetti prima con Ettore Andenna poi con Michele Gammino. Questa esperienza le regala la prima popolarità che, qualche anno dopo, la porta a lavorare all’allora Fininvest (oggi Mediaset) dove è stata a lungo anche la sorella Gabriella. Qualche titolo: “Risatissima”, “Azzurro”, “Vota la voce”, dopodichè torna in Rai e diventa uno dei volti simbolo di viale Mazzini. I programmi che conduce quasi non si contano, da “Scommettiamo che…?” con Fabrizio Frizzi a “Luna Park”, da “Pavarotti & Friends”, da “Lo Zecchino d’Oro” a “Telethon”.
Nel frattempo debutta anche al cinema ne “Il bisbetico domato” con Adriano Celentano, cui seguono “Il pap’occhio”, “Pappa e ciccia”, “Domani mi sposo”. Per la televisione recita nella fiction “Voglia di vincere” di Vittorio Sindoni accanto a Gianni Morandi.
Il suo mestiere, però, è quello della conduttrice a 360°, come raccontano tutti quelli che lavorano con lei nei suoi programmi, in primis “Ballando con le stelle” che, in onda dal 2005, è uno dei programmi più longevi di Rai1: Milly ne è anche autrice e capo-progetto. L’impegno con “Ballando” negli anni non le impedisce nemmeno di cimentarsi anche con altri programmi ed eventi come “Notti sul ghiaccio”, “Miss Italia”, la “Prima” della Scala di Milano, “Il cantante mascherato” e “L’acchiappatalenti”.
Di recente i giornali le hanno dedicato copertine ritraendola insieme alla figlia Angelica nel giorno delle nozze di quest’ultima con Fabio Borghese. Oltre a lei la Carlucci e suo marito Angelo Donati hanno anche un figlio maschio, Patrick.
-foto Agenzia Fotogramma –
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Al via su Rai2 “L’altra Italia”

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ROMA (ITALPRESS) – Il direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini assicura che con “L’altra Italia” (da giovedì 3 ottobre in prima serata su Rai2) “puntiamo a uno sguardo plurale con un linguaggio innovativo” e il conduttore Antonino Monteleone è d’accordo con lui: “Sento la responsabilità di costruire uno strumento che ci consenta di guardare la realtà insieme ai giovani con uno sguardo fresco. C’è una parte dell’Italia che non si accontenta delle opinioni degli altri. E, leggendo i quotidiani, hai la sensazione di avere perso una parte del racconto. La politica è pensata e raccontata con un linguaggio rivolto a un pubblico qualificato che esclude chi vorrebbe capirne di più. Questo respinge giovani e giovanissimi”. Lui, del resto, le opinioni le ha ben chiare, a partire dal fatto che nel suo programma sarà sì “un arbitro ma con la mia personalità. È un elemento di trasparenza sapere che ho idee molto nette. Non c’è riserva su alcun argomento, la trasmissione è di tutti ma bisogna assumersi la responsabilità di mettere alcuni punti fermi”. Sul ponte sullo Stretto, ad esempio, che caldeggia al punto di averne voluto “un pezzo” nella scenografia: “Il ponte sullo Stretto è stato per molti anni un’opera sulla cui fattibilità tecnica si sono accumulate affermazioni antiscientifiche. Io penso che nel 2024 abbiamo capito i rischi di far passare questo genere di affermazioni in un dibattito tecnico. Il problema del ponte è politico, così come lo è decidere se si può fare o no”. Idem il nucleare su cui si è riaperto il dibattito perché inserito nei piani energetici del governo: nella scenografia ci sarà il mix delle energie “perché siamo un Paese con un livello di CO2 che ci tiene lontani dagli obiettivi che, invece, i Paesi nordeuropei raggiungeranno. Il dibattito serve a evidenziare cosa è politico e cosa no”. E, ancora l’Ucraina (“L’idea che non si debba difendere non è più rara, una parte dell’opinione pubblica coltiva un sentimento anti-occidentale che fa paura”) e la guerra in Medio Oriente di cui parlerà nella prima puntata: “Siamo alla vigilia del 7 ottobre, quello del più grande massacro di ebrei avvenuto nel mondo dopo la Seconda guerra mondiale. Dedicheremo del tempo a capire cosa è successo senza scadere nell’inversione causa-effetto. Le decine di migliaia di morti innocenti vengono strumentalizzate ma è giusto ricordare com’era il mondo un anno fa e cosa ha significato quel massacro”.
C’è spazio tra l’altro, nella prima puntata anche per un reportage da San Luca, nella “sua” Calabria: “Siamo andati in provincia di Reggio Calabria, tra Careri e San Luca (il cui Comune è stato sciolto nel 2013 per infiltrazioni della ‘Ndrangheta e dove, dal giugno 2024, c’è un commissario prefettizio per la mancata presentazioni di liste elettorali, ndr), per raccontare i giovani che vivono in quelle zone. Ci chiediamo: ma Ursula von der Leyen lo sa che esiste San Luca? E chi vive lì sa che fa parte di un progetto che si chiama Unione Europea?”. Monteleone ammette che “non è stato facile andare a San Luca, è un territorio che ha avversione per l’occhio della stampa (e non solo visto che nel 2019 non è stato permesso alle troupe della Rai di girare una fiction sulla strage di Duisburg, ndr) e io stesso faccio parte di quelli che sono stati mal tollerati. È vero che c’è una presenza forte dell’antistato ma penso ci sia anche qualcosa di più profondo che la lente di osservazione di un giornalismo che si prende il tempo e la pazienza può scavare in profondità”.
Con “L’altra Italia” l’approfondimento giornalistico torna su Rai2 e, naturalmente, c’è attesa per i risultati di ascolto.
Monteleone, tuttavia, si dice certo che “impegnandoci al 100% la qualità sarà molto alta e il pubblico imparerà a riconoscerci e affezionarsi”. Corsini concorda: “Come tutti i programmi avrà bisogno di tempo per crescere e trovare il suo pubblico come è sempre accaduto in passato”.

Foto: ufficio stampa Rai

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Jovanotti, annunciati 5 nuovi appuntamenti per il PalaJova!

ROMA (ITALPRESS) – A pochi mesi dall’annuncio del ritorno live di Lorenzo nei palazzetti che ha fin da subito scatenato l’entusiasmo del pubblico, arrivano i primi 12 sold-out in calendario: Milano (11-12-14-15 marzo, Unipol Forum), Firenze (22-23 marzo, Mandela Forum), Bologna (5 aprile, Unipol Arena), Torino (12 aprile, Inalpi Arena) e Roma (22-23-25-26 aprile, Palasport). Sono già disponibili in prevendita, sui circuiti Ticketone e Ticketmaster, i biglietti dei cinque nuovi appuntamenti con il PalaJova! 2025: il 13 aprile 2025 all’Inalpi Arena di Torino, il 28 e 29 aprile 2025 al Palasport di Roma e il 5 e 6 maggio all’Unipol Forum di Milano. Ogni show avrà un opening act che vedrà protagonista Axell, artista senegalese – dal 2021 nel roster dell’etichetta discografica Sto Records – tra i nomi di spicco del panorama urban di nuova generazione. Classe 2000, dopo aver esordito sulle piattaforme digitali rilasciando nel corso degli anni una serie di singoli, ha pubblicato a luglio 2024 il suo primo EP Energy Kill Dem.

foto: ufficio stampa Goigest

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Monica Bellucci compie 60 anni

ROMA (ITALPRESS) – Recentemente l’abbiamo vista sfilare sul red carpet alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia mano nella mano con il suo compagno Tim Burton: bella, elegante e radiosa. Non è un caso, del resto che, a 60 anni (li compie oggi 30 settembre) sia ancora un simbolo di femminilità e di bellezza mediterranea, una “diva”, per quello che il termine può significare ai giorni nostri. La sua carriera è iniziata come modella: arrivata a Milano dalla natia Città di Castello viene subito notata per la sua bellezza e chiamata a sfilare per tutte le griffe più importanti, da Dolce&Gabbana a Fendi. Posa anche per i calendari Pirelli, Max e GQ. Non contenta della fama raggiunta sulle passerelle francesi e statunitensi, la Bellucci si cimenta anche con la recitazione. Il primo ruolo glielo affida Dino Risi nella miniserie tv “Vita con i figli”: sul set conosce Nicola Farron e inizia con lui una relazione durata sei anni. Dalla televisione al cinema, nel 1991 è la protagonista de “La riffa” di Francesco Laudadio, accanto a Massimo Ghini e Giulio Scarpati e nel 1992 interpreta una delle tre concubine che seducono il giovane Jonathan Archer (Keanu Reeves) in “Dracula di Bram Stoker” diretto da Francis Ford Coppola. Dopo gli Stati Uniti, la Francia: “L’appartamento”, “Dobermann” e “Irreversible” sono alcuni dei film che interpreta oltralpe dove conosce Vincent Cassel che diventerà suo marito e padre delle sue due figlie Deva e Lèonie.
L’affermazione definitiva nel cinema arriva nel 2000 prima affiancando Fene Hackman e Morgan Freeman in “Under Suspicion” di Stephen Hopkins e, poi, come protagonista di “Malena” di Giuseppe Tornatore. Seguono tanti altri film come “Matrix”, “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “I fratelli Grimm e l’incantevole strega” di Terry Gilliam, “Ricordati di me” di Gabriele Muccino (che le regala il Nastro d’argento), “N (Io e Napoleone)” di Paolo Virzì, “Manuale d’amore 2” di Giovanni Veronesi e “Siccità” di Paolo Virzì. Nel 2015 è una Bond girl in “Spectre” di Sam Mendes al fianco di Daniel Craig e nel 2022 e nel 2023 è la duchessa Altea di Vallenberg in “Diabolik – Ginko all’attacco!” e “Diabolik – Chi sei?” dei Manetti Bros. Nel 2024 è nel cast di “Beetlejuice Beetlejuice” di Tim Burton che l’ha diretta per la prima volta.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Morto Glauco Mauri, protagonista del teatro italiano

ROMA (ITALPRESS) – E’ morto nella notte l’attore e regista teatrale Glauco Mauri, personaggio di spicco degli ultimi cinquant’anni del teatro italiano. Avrebbe compiuto 94 anni il 1° ottobre. Sarebbe dovuto andare in scena al Vascello di Roma con lo spettacolo De Profundis, ma la rappresentazione era stata annullata per un malore accusato dell’attore.
Nato a Pesaro il 1 ottobre del 1930, inizi i suoi studi come attore nel 1949 all’Accademia nazionale d’arte drammatica diretta da Silvio D’Amico. Tra le sue interpretazioni più significative, spiccano quella di Smerdjakov ne “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij, per la regia di Andrè Barsacq, che già nel 1954 gli dà fama nazionale. Nel 1961 fonda con Valeria Moriconi, Franco Enriquez, Emanuele Luzzati (in seguito entrerà a farne parte anche Mario Scaccia) la “Compagnia dei Quattro” che sarà una formazione fondamentale per il teatro italiano. Nel 1972 Luca Ronconi lo dirige nello storico allestimento dell’Orestea di Eschilo nel quale Mauri è protagonista. Nel 1981, con Roberto Sturno, fonda la Compagnia Mauri-Sturno con la quale propone un vasto repertorio di autori classici. Il signor Puntila e il suo servo Matti di Bertolt Brecht, da loro interpretato, con la regia di Egisto Marcucci, è il primo spettacolo prodotto. In 40 anni di attività la compagnia porta sulle scene alcuni degli spettacoli di maggior successo del teatro italiano, premiati numerose volte con il “Biglietto d’oro Agis”, e molteplici sono stati i premi assegnati a Glauco Mauri e Roberto Sturno per i loro meriti artistici. Come regista d’opera allestisce per due volte Macbeth di Giuseppe Verdi. Saltuariamente è stato impegnato anche nel cinema, come in “La Cina è vicina” di Marco Bellocchio, in “Profondo rosso” di Dario Argento, e nel ruolo del padre di Nanni Moretti in “Ecce bombo”. Il 22 settembre del 2023 era morto, all’età di 77 anni, Roberto Sturno legato da un lungo sodalizio artistico durato oltre 40 anni con Mauri.
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-Foto: Agenzia Fotogramma-