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Il 22 settembre esce “La notte”, il nuovo l’album di Ariete

ROMA (ITALPRESS) – E’ “La notte” (Bomba Dischi) il nuovo album di inediti di Ariete, fuori venerdì 22 settembre, anticipato dal brano “Rumore” disponibile da questa notte su tutte le piattaforme digitali. Arianna del Giaccio, per tutti Ariete, è pronta a tornare dopo quasi due anni da Specchio con le sue canzoni cantate e scritte interamente da lei, che molto presto potrà condividere con il suo pubblico nel prossimo tour in partenza da Bari il 17 ottobre. Cantautrice iconica del nuovo panorama musicale italiano, Ariete si è fatta conoscere per la sua impronta malinconica e per il suo stile unico e personale, diventando di fatto tra le artiste di riferimento per la generazione Z.
“La notte” è un disco di confidenze, un diario segreto per la cantautrice su cui scrivere poesie d’amore e allo stesso tempo, un posto intimo in cui sfogare i pensieri e rimetterli in ordine. Ariete crea con le parole dimensioni profonde in cui riflettersi e cercare conforto: La notte è il momento della giornata in cui prendersi del tempo, staccando dalla frenesia quotidiana, quando il caos trova pace nel silenzio della notte e rimette in ordine i pensieri. La cantautrice è capace di toccare le corde più nascoste dell’anima, raccontando senza filtri attimi di vita in cui potersi riconoscere. Il rapporto con l’amore, infatti, è il filo conduttore del disco: “La notte” è il racconto di Ariete che si innamora e, attraverso la scoperta delle proprie emozioni, matura la consapevolezza di dover tornare alle origini per potersi ritrovare. Frequenti sono le immagini simboliche che caratterizzano il suo stile, dal desiderio di fare un tuffo nel passato per fermare il tempo, alla fragilità emotiva scoperta grazie al tempo.
Insomma, Ariete è cresciuta e l’amore non è più lo stesso che ha cantato nel suo primo album, “Specchio” (disco d’oro), ma si è evoluto: guardarsi dentro e cercare quello che può aiutare a proseguire il percorso è un atto di coraggio, così come lo è imparare ad amare di nuovo genuinamente, nonostante lo scontro con le delusioni e le difficoltà. “La notte” sarà disponibile nei seguenti formati: CD (anche autografato), LP (anche autografato con copertina alternativa laminata) e LP glitterato con certificato d’acquisto di una stella (solo 11 pezzi esclusivi). Il disco sarà disponibile anche su tutte le piattaforme digitali.
Stanotte esce “Rumore”, brano che anticipa l’album e rappresentativo del concept del nuovo disco: con la notte che fa da sfondo, la giovane cantautrice racconta un amore in silenzio che ha terminato le parole e ha lasciato un vuoto che sembra essere incolmabile. La paura di andare nel profondo, di spogliarsi e mostrare le proprie fragilità ha alimentato il desiderio di scappare, consapevole che allontanarsi significa perdersi. Ma “in silenzio facciamo più rumore di una strada di centro città”, a dimostrazione che l’amore supera qualsiasi difficoltà e fa sentire la propria voce nonostante la distanza.

foto: ufficio stampa Wordsforyou

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Venezia, Leone d’Oro a “Poor things” di Lanthimos, argento a Garrone

VENEZIA (ITALPRESS) – Come ampiamente previsto, il Leone d’Oro dell’80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è andato a “Poor Things” (Povere creature!) di Yorgos Lanthimos, una commedia gotica adattata dal romanzo di Alasdair Gray che si propone come una metafora grottesca sul valore dell’umanità e sul rapporto tra l’individuo e le sue emozioni. Interpretato da Emma Stone nel ruolo di una donna rigenerata in laboratorio da un medico folle, il film ha subito incontrato al Lido il favore di pubblico e critica e conferma il talento eccentrico del regista greco e la sua straordinaria capacità di creare storie spiazzanti e ricche di senso. Di valori umani e dei temi della solidarietà si è del resto parlato molto nel corso della premiazione di Venezia 80: il convitato di pietra di tutta questa Mostra è stata l’Intelligenza Artificiale contro la quale gli attori e gli autori cinematografici americani stanno portando avanti lo sciopero che ha impedito a molti di loro di essere a Venezia, e il tema del valore dell’individuo e della sua forza è un elemento centrale il molti dei film premiati. A iniziare da “Io capitano” di Matteo Garrone, portabandiera per l’Italia in questa serata conclusiva della Mostra con il Leone d’Argento per la regia, ma anche con il Premio Marcello Mastroianni per l’attore emergente assegnato al ventunenne senegalese Seydou Sarr. La questione dei migranti e il dramma che affrontano per trovare una vita dignitosa nella nostra Europa, sollevato con ponderata decisione da Matteo Garrone sul palco della Mostra, ha attraversato del resto l’intera cerimonia. Il Premio Speciale della Giuria assegnato a “Green Border” (Confine verde) di Agnieszka Holland racconta infatti la tragedia tuttora in atto dei profughi bloccati tra Bielorussia e Polonia, in un vergognoso braccio di ferro tra i due governi in atto sotto gli occhi dell’Europa, contro il quale la regista polacca si è espressa in termini molto netti sul palco del palazzo del Cinema. Anche il Gran Premio della Giuria assegnato al “Il male non esiste” del nuovo maestro del cinema giapponese Ryusuke Amaguchi, segnala del resto un’opera in cui il tema del rapporto tra uomo e ambiente è centrale, dal momento che racconta il dramma di una piccola comunità rurale che deve far fronte a un progetto turistico che rischia di alterare l’equilibrio tra uomo e natura. Il valore dell’individuo e la ricchezza che le emozioni e i vissuti assicurano alla creatività artistica è stata portato invece sul palco della cerimonia di chiusura dall’attore americano Peter Sarsgaard, premiato con la Coppa Volpi per l’interpretazione maschile che in “Memory” di Michel Franco è un uomo affetto da demenza precoce. Facendosi carico di avanzare le istanze dello sciopero in atto a Hollywood, Sarsgaard ha ribadito l’unicità dell’esperienza umana a fronte dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale come valore da difendere non solo per motivi contrattuali, ma come questione che riguarda la centralità dell’uomo in ogni campo della vita presente e futura. La Coppa Volpi per l’interpretazione femminile è poi stata assegnata alla attrice americana Cailee Spaeny per Priscilla di Sofia Coppola, scelta che lascia un po’ perplessi, non tanto per demerito della giovane attrice, che nel film offre alla storia di Priscilla Presley una immediatezza convincente, quanto perché la giuria aveva a disposizione un paio di opzioni più coraggiose e interessanti. Segue infine la vena gotica che ha attraversato Venezia 80 il Premio per la Sceneggiatura assegnato a Pablo Larrain e Guillermo Caldero´n per “El conde”, in cui il regista cileno immagina una versione vampiresca del dittatore Pinochet. Il cinema italiano, presente in forze a Venezia non solo in competizione, ha trovato molta soddisfazione nel palmarès del concorso parallelo Orizzonti: se infatti la Giuria presieduta da Jonas Carpignano ha premiato come Miglior Film l’ungherese “Magyarázat mindenre (Una spiegazione per tutto)” di Gábor Reisz e per la regia la svedese Mika Gustafson per “Paradiset Brinner” (Il paradiso brucia), ben due film italiani hanno trovato posto sul podio: “Una sterminata domenica”, opera prima di Alain Parroni scritta addosso alla vita quotidiana di tre adolescenti di periferia, ha vinto infatti il Premio Speciale della Giuria, mentre al film “El Paraíso”, in cui Enrico Maria Artale racconta il rapporto tra una madre e un maturo figlio, sono andati sia il Premio per la Sceneggiatura che quello per l’interpretazione femminile di Margarita Rosa De Francisco. Il Premio Orizzonti per la migliore interpretazione maschile è invece stato assegnato a Tergel Bold-Erdene per il film mongolo “Sèr Sèr Salhi” (Città del vento) di Lkhagvadulam Purev-Ochir. Il premio per il Miglior Cortometraggio è invece andato all’albanese “A Short Trip” di Erenik Beqiri, storia del viaggio di lavoro di una giovane coppia albanese a Marsiglia. Infine il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro, che è stato attribuito al film taiwanese “Love Is A Gun (Ai shi yi ba qi)” di Lee Hong-Chi, storia del riscatto impossibile di un giovane di provincia uscito di prigione, presentata a Venezia 80 dalla Settimana Internazionale della Critica, la sezione diretta da Beatrice Fiorentino per il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.

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Foto: Agenzia Fotogramma

Michielin annulla le ultime date del tour per problemi di salute

ROMA (ITALPRESS) – “Nell’ultimo anno ho capito che non sempre possiamo avere il controllo su tutto, anzi: ho capito, o meglio, ho accettato che spesso la vita ci chiede di lasciare andare, anche quando le domande sono più delle risposte, ma ancora di più, ho compreso che dobbiamo dare dignità e abbracciare i nostri corpi anche e soprattutto nei momenti di “imperfezione”, di profonda insicurezza e vulnerabilità, anche e soprattutto quando non ci possono sostenere come vorremmo. Vi scrivo questo perchè proprio un anno fa ho scoperto di avere un problema fisico. Ho cercato di conviverci, continuando a fare la mia vita, nonostante la presenza costante del dolore, ma l’ho fatto perchè amo il mio lavoro e amo condividerlo con voi, e mi sono così scoperta molto più forte di quanto pensassi, proprio nel coabitare con la mia fragilità”. Lo scrive sui social la cantante Francesca Michielin rivogeldosi al suo pubblico. “Sia chiaro – prosegue – ci sono problemi ben più gravi del mio, ero e sono una persona molto fortunata e ho affrontato questo disagio con lo spirito più propositivo possibile, e il tour, in modo particolare, con la vostra presenza, mi ha dato un’energia incredibile. Purtroppo in questi dodici mesi, nonostante diversi tentativi, il problema non è rientrato, anzi: ho dovuto fare un intervento abbastanza invasivo – un mese fa – perchè non avevo alternative. Ma, anche se a malincuore, l’ho accettato, proprio perchè a quanto pare era questo l’unico percorso percorribile per tornare a stare meglio”.
“Come vi avevo scritto ho dovuto interrompere il tour per un mese in modo da tornare in forma. L’intervento è fortunatamente riuscito benissimo grazie a un personale medico eccellente a cui non smetterò mai di essere grata e, anche se diverso dal solito, è stato un agosto ricco di affetto, creatività, lentezza, natura, e le vostre good vibes che sono arrivate tutte con la vostra costante premura e attenzione. Negli ultimi dieci giorni, come da “protocollo”, sono tornata, lentamente, a fare musica. Provando a fare il consueto training vocale, ho avvertito dei dolori addominali sempre più importanti, che si sono intensificati e sono diventati insostenibili. Pensavo sarebbero rientrati, che era tutto normale, ma ogni giorno stavo sempre peggio. Veniamo a oggi, venerdì: i medici, dopo diverse visite, mi hanno detto che mi devo fermare più del tempo inizialmente suggerito. E non immaginate la tristezza e la frustrazione che mi ha provocato questa notizia. Non è secondo loro il momento opportuno di tornare sul palco e ho bisogno di prendermi ancora qualche settimana per tornare a fare il mio lavoro, che mi permette di connettermi con voi e di stare (davvero) bene. Quindi sono qui per scusarmi con voi, con tutta me stessa, perchè mi trovo costretta ad annullare anche le ultime date del tour estivo e i prossimi impegni. Volevo raccontarvi con grande trasparenza quello che mi è successo, e spero possiate comprendere quanto sia affranta nel non poter tornare sul palco. E spero, soprattutto, che rimarrete al mio fianco, perchè forse, oggi, ne ho bisogno più che mai. Vi prometto che presto torneremo a cantare e a vivere ‘senza gradi di separazionè. Come sempre, negli ultimi dieci anni”, conclude.

– Foto: Agenzia Fotogramma –
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Esce “Operazione Satellite” di Finucci su conflitto in Ucraina

ROMA (ITALPRESS) – Non solo soldati, navi e droni. Il conflitto in Ucraina è stato combattuto, sin dall’occupazione russa della Crimea, anche nello spazio con reciproci attacchi ai satelliti civili e militari da parte di Mosca e Washington. In “Operazione Satellite” Frediano Finucci per la prima volta ricostruisce, con documenti inediti e fonti esclusive, le pressochè sconosciute schermaglie tra superpotenze (Stati Uniti, Russia e Cina) a centinaia di chilometri di distanza dalla terra. Un’inchiesta rigorosa che svela e spiega le ultimissime tecnologie satellitari, un tempo riservate solo a militari e governi, oggi disponibili anche a utenti non specialisti, con risvolti economici, sociali e geopolitici finora impensabili.
La presentazione del libro si terrà martedì 19 settembre alle ore 18, presso la Sala Conferenze di Spazio Europa, gestito dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea a Roma. Insieme all’autore interverranno la giornalista Rai Eva Giovannini e il direttore della rappresentanza in Italia dell’UE Antonio Parenti.
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– Foto: ufficio stampa –

Venezia, in concorso “Lubo” di Giorgio Diritti

VENEZIA (ITALPRESS) – Un padre alla ricerca dei suoi figli e un uomo che lotta per ritrovare il suo posto nella società: sullo sfondo dell’Europa travolta dal nazismo, Giorgio Diritti racconta in “Lubo” quello che accadde in Svizzera a scapito della popolazione nomade, discriminata da una legge che ne progettava il disfacimento disgregando i nuclei famigliari: figli tolti con la forza ai genitori e sparpagliati in orfanotrofi o famiglie adottive per essere rieducati e trasformati in cittadini modello. Lubo, il protagonista del film presentato oggi in concorso a Venezia 80, è un nomade che attraversa la Svizzera del ’39 con la famiglia a bordo di carri, come artista di strada. Il pericolo della guerra fa sì che venga arruolato per difendere le frontiere dal rischio di invasione tedesca e in sua assenza la polizia porta via i suoi tre figli, lasciando a terra, morta per un incidente, la moglie.
Il dramma travolge l’uomo che diserta per mettersi sulle tracce dei suoi bambini e l’incontro casuale sulla linea di frontiera con un commerciante austriaco gli offre l’occasione di mimetizzarsi nella società elvetica. Ucciso il commerciante, Lubo infatti ne assume l’identità e si impossessa dei gioielli e del denaro che l’uomo nasconde nella sua auto, ma, per quanto nella nuova posizione abbia modo di fare le ricerche più agevolmente, non è facile scoprire dove i bambini sono stati collocati. Intanto la sua vita prende una strada imprevista, perchè la ricchezza che ostenta gli consente di frequentare l’alta società ma allo stesso tempo gli dà modo di rifarsi una vita sentimentale assieme a una semplice cameriera abbandonata dal marito assieme al figlio. La felicità ritrovata però non è un punto di arrivo del dramma di questo sfortunato padre, perchè il passato preme sulla sua coscienza e nemmeno il figlio che la sua nuova compagna sta per dargli gli può restituire i figli sottratti con la forza dallo stato.
Ispirandosi liberamente al romanzo “Il seminatore” di Mario Cavatore, Giorgio Diritti trova in “Lubo” l’ispirazione per un’altra delle sue storie costruite sul limite della coscienza e dell’identità dei suoi protagonisti. Qui, puntando sull’interpretazione del sempre lucido e sensibile Franz Rogowski, si spinge nel dramma di un uomo che si muove nell’ombra illecita del delitto per riparare il torto subito per mano della legge: Lubo è un assassino che per giunta ha colpito un ebreo in fuga dalla persecuzione nazista, ma è lui stesso vittima della persecuzione contro i nomadi perpetrata con assurda precisione dalla legge elvetica. Il doppiofondo della sua coscienza lo rende un uomo fragile e forte allo stesso tempo, sul quale Diritti lavora per costruire la linea drammatica del suo film. Ombroso e sensibile allo stesso tempo, “Lubo” è un’opera che ricostruisce molto bene il tono e lo spirito dell’epoca in cui si svolge, grazie anche alla capacità di tenere le interpretazioni del suo cast. Le tre ore di durata non aiutano purtroppo lo scorrimento della narrazione, che qua e là perde di ritmo, ma “Lubo” resta un film solido e scritto con cura.

foto: Ufficio stampa 01 Distribuzione

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Da marzo 2024 torna Arturo Brachetti con lo spettacolo “Solo”

ROMA (ITALPRESS) – Da marzo a maggio 2024 Arturo Brachetti torna a grande richiesta per 35 specialissime repliche con SOLO the Legend of quick change, il one man show del più grande trasformista al mondo che raggiunge la settima edizione, dopo più di 720.000 spettatori, 600 repliche, 140 teatri visitati in Italia ed Europa, circa 12.000 foto con il pubblico dopo lo spettacolo e innumerevoli sold out e standing ovation. Il tour di Solo riprenderà dopo una breve pausa (da ottobre 2023 a febbraio 2024) durante la quale Brachetti sarà impegnato nel ruolo di Emcee nel nuovo musical Cabaret, con Diana del Bufano e la regia di Luciano Cannito e Arturo Brachetti. In Solo protagonista è il trasformismo, quell’arte che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che qui la fa da padrone con oltre 65 personaggi, molti ideati appositamente per questo show, che appariranno davanti agli spettatori in un ritmo incalzante e coinvolgente. Ma Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser. Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping, permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori.
Brachetti in Solo apre le porte della sua casa, fatta di ricordi e di fantasie; una casa senza luogo e senza tempo, in cui il sopra diventa il sotto e le scale si scendono per salire. Dentro ciascuno di noi esiste una casa come questa, dove ognuna delle stanze racconta un aspetto diverso del nostro essere e gli oggetti della vita quotidiana prendono vita, conducendoci in mondi straordinari dove il solo limite è la fantasia. E’ una casa segreta, senza presente, passato e futuro, in cui conserviamo i sogni e i desideri… Brachetti schiuderà la porta di ogni camera, per scoprire la storia che è contenuta e che prenderà vita sul palcoscenico. Reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà: tutto è possibile insieme ad Arturo Brachetti, il grande maestro internazionale di quick change che ha creato un varietà surrealista e funambolico, in cui immergersi lasciando a casa la razionalità. Dai personaggi dei telefilm celebri a Magritte e alle grandi icone della musica pop, passando per le favole e la lotta con i raggi laser in stile Matrix, Brachetti batte il ritmo sul palco: 90 minuti di vero spettacolo pensato per tutti, a partire dalle famiglie. Lo spettacolo è un vero e proprio as-Solo per uno degli artisti italiani più amati nel mondo, che torna in scena con entusiasmo per regalare al pubblico il suo lavoro più completo.

foto: ufficio stampa Arturo Brachetti

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Il 13 ottobre esce “Souvenir” il nuovo album di Emma

ROMA (ITALPRESS) – Il 13 ottobre esce Souvenir, il nuovo viaggio musicale di Emma, anticipato dai brani iniziamo dalla fine, attualmente in radio, e MEzzo mondo. L’album, in uscita per Capitol/Universal Music, è disponibile da oggi in pre-order. Souvenir raccoglie le immagini, i colori e le emozioni sentite e vissute da Emma in più di due anni. E’ l’istantanea, ferma nello spazio e nel tempo, di un nuovo capitolo della sua vita. Scritto nei luoghi più disparati, Souvenir è un disco ricco di produzioni diverse in cui emergono tutte le sfumature della voce di Emma, che ancora una volta non si mette in gioco solo come interprete, ma anche come autrice. Il souvenir è ciò che resta di questo incredibile viaggio che attraversa la vita reale. La realtà e le cose concrete sono, infatti, il centro di tutto il progetto. E non si ritrovano solo nelle canzoni ma anche in tutto il mondo estetico del disco, in quei paesaggi autentici in cui si respira verità e si alimenta il rapporto con la terra.
E’ proprio per questa voglia di riportare al centro l’autenticità delle emozioni e dei legami che Emma ha deciso di presentare al suo pubblico il nuovo disco con alcuni speciali appuntamenti nei club d’Italia: un incontro a tu per tu, in un luogo intimo e rock and roll, un ritorno alle origini in cui poter vivere e condividere in modo intenso tutti i colori e le emozioni di Souvenir. Così nasce Souvenir in da club, una vera e propria esperienza per ascoltare dal vivo il nuovo album e ritornare a casa con un ricordo unico. 18 appuntamenti in 8 città d’Italia, a partire dal 10 novembre. I biglietti sono disponibili in prevendita su TicketOne e Clappit.

foto: ufficio stampa di Emma
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Sylvester Stallone cittadino onorario di Gioia del Colle

BARI (ITALPRESS) – La star di Hollywood Sylvester Stallone e suo fratello Frank, noto musicista, attore e cantautore, sono cittadini onorari di Gioia del Colle. L’onorificenza è stata consegnata in serata dal sindaco Giovanni Mastrangelo durante una cerimonia pubblica in piazza Plebiscito ai due artisti, in visita nei luoghi dove ha vissuto la loro famiglia paterna prima di trasferirsi negli Stati Uniti d’America.
Presenti alla cerimonia il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e, in rappresentanza dell’Apulia Film Commission, la presidente Anna Maria Tosto e il direttore generale Antonio Parente. Il presidente Emiliano per l’occasione ha portato al celebre attore il saluto di tutti i pugliesi: “La presenza di Sylvester Stallone a Gioia del Colle, il suo paese di origine, emoziona tutti i gioiesi e tutti i pugliesi. La ricerca del tempo perduto è sempre una delle cose più commoventi e interessanti della vita di ciascuno di noi. Gioia del Colle è la città di origine di mia madre, quindi io come Sylvester Stallone devo i natali a questa meravigliosa città. Siamo onorati della presenza di una persona così importante, capace di fare del cinema un momento di rivoluzione, di passione per noi tutti. I suoi film non si vedono solo una volta, si vedono continuamente e si rivedono anche quando li si conosce a memoria ed è il segno di un successo e di una umiltà, di una determinazione una capacità di lavorare che è tipicamente pugliese”.
“E’ una giornata storica per tutti noi – dichiara il sindaco di Gioia del Colle Giovanni Mastrangelo – La cosa bella è che, nonostante abbia raggiunto l’apice del successo, Sylvester e suo fratello non hanno mai rinnegato le origini gioiesi. Questo forte legame è motivo di orgoglio per tutta la Puglia e per tutti gli emigrati che negli anni Trenta hanno lasciato il nostro Paese in cerca di fortuna e quindi loro rappresentano un modello positivo di chi partendo da zero ha saputo raggiungere la fama e la celebrità”.

– foto: ufficio stampa Regione Puglia –

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