Home Spettacoli Pagina 133

Spettacoli

Robert De Niro, il divo hollywoodiano compie 80 anni

0

NEW YORK (ITALPRESS) – Non è un’esagerazione dire che Robert De Niro è uno dei migliori attori della storia del cinema. Se oggi, alla vigilia del suo 80° compleanno (il 17 agosto) ripercorriamo la sua carriera, vi troviamo film che non ci stancheremmo mai di guardare. In particolare quelli tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, periodo al quale, non a caso, risalgono i due Oscar che ha vinto: nel 1975, come miglior attore non protagonista per il ruolo del giovane Vito Corleone ne “Il padrino – Parte II”, e nel 1981, come miglior attore protagonista nei panni del pugile Jack LaMotta in “Toro scatenato”.
All’epoca della prima statuetta, la sua carriera è iniziata già da diversi anni. Italo- americano per origini (da parte di padre, i cui genitori erano di Ferrazzano, in provincia di Campobasso) e per ambiente di vita (è cresciuto a Little Italy, il quartiere di New York, la città in cui è nato nel 1943), De Niro studia all’Actors Studio di Lee Strasberg e debutta a vent’anni nella commedia “Oggi sposi” di Brian De Palma. Seguono, tra gli altri, “Tre camere a Manhattan” e “I giovani lupi” di Marcel Carné e “Ciao America! e “Hi, Mom!”, sempre di De Palma.
Il primo ruolo significativo arriva, però, nel 1973 quando l’attore deve interpretare un giocatore di baseball affetto da linfoma di Hodgkin nel film di John D. Hancock “Batte il tamburo lentamente”. De Niro, che diventerà noto per come si documenta e come prepara i suoi personaggi, si trasferisce ad Atlanta per studiare le tecniche di quello sport. Nello stesso anno De Palma lo presenta a Martin Scorsese che gli fa interpretare un gangster in “Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno”, segnando l’inizio di un importante sodalizio. Nel 1974 è, finalmente, il giovane Vito Corleone da Oscar. Entra, così, nel novero dei nuovi talenti di Hollywood (con lui Jack Nicholson, Dustin Hoffman, Al Pacino e Gene Hackman) e, l’anno dopo, viene chiamato per recitare in due capolavori: Bernardo Bertolucci lo vuole nel suo “Novecento” e Martin Scorsese per “Taxi Driver”. Il tassista notturno Travis Bickle è considerato una delle sue migliori interpretazioni (la battuta, improvvisata, davanti allo specchio: “Dici a me?” è una delle più celebri della storia del cinema) e De Niro vi si è preparato facendo davvero il tassista. Grazie a questo ruolo, viene candidato all’Oscar come migliore attore protagonista e vince la Palma d’Oro a Cannes. Sempre nel 1975 recita ne “Gli ultimi fuochi” di Elia Kazan.
Dopo il non entusiasmante musical “New York, New York” con Liza Minnelli (per il quale, interpretando un sassofonista, impara davvero a suonare il sax), De Niro trionfa con “Il cacciatore” di Michael Cimino al fianco di Christopher Walken e Meryl Streep e ottiene una nuova candidatura all’Oscar che vince, però, tre anni dopo con “Toro scatenato”. Per interpretare il pugile La Motta ingrassa di trenta chili.
Nel 1984 un nuovo capolavoro: Sergio Leone lo sceglie per interpretare il gangster ebreo David “Noodles” Aaronson nel kolossal “C’era una volta in America”. Poco dopo ritrova la Streep in “Innamorarsi”di Ulu Grosbard e, nel 1986, recita con Jeremy Irons e Liam Neeson in “Mission” che vince la Palma d’oro a Cannes. Un anno dopo torna a lavorare con De Palma, interpretando Al Capone in “The Untouchables – Gli intoccabili”, cui segue il ruolo di Lucifero in “Angel Heart – Ascensore per l’inferno”.
Nel 1990 De Niro ritrova Scorsese per “Quei bravi ragazzi” (è il gangster Jimmy Conway) e interpreta anche “Lettere d’amore” con Jane Fonda e “Risvegli” con Robin Williams. Quest’ultimo film gli frutta una candidatura all’Oscar come, anche, “Cape Fear – Il promontorio della paura” in cui interpreta un ex detenuto psicopatico e vendicativo accanto a Nick Nolte e Jessica Lange.
Nel 1993 esordisce dietro alla macchina da presa: il film “A Bronx Tale”, di cui è anche interprete, si rivela un successo. Seguono “Voglia di ricominciare” di Michale Caton-Jones con un giovanissimo Leonardo Di Caprio; “Frankenstein di Mary Shelley” di e con Kenneth Branagh. Nello stesso anno, il 1994, riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia insieme a Claudia Cardinale Steven Spielberg e Roman Polanski. Seguono altri titoli di successo come “Casinò” di Martin Scorsese, “Heat – La sfida” di Michael Mann (in cui divide per la prima volta lo schermo con Al Pacino, sul set de “Il padrino” non avevano avuto scene in comune), “Sleepers” di Barry Levinson, “La stanza di Marvin” di Jerry Zaks, “Sesso & potere” di Levinson, “Ronin” di John Frankeinheimer e “Terapia e pallottole” di Harold Ramis.
Anche gli anni 2000 sono all’insegna del successo, dalla trilogia “Ti presento i miei”, “MI presenti i tuoi?” e “Vi presento i nostri” a “15 minuti – Follia omicida a New York” e “The Score” di Frank Oz in cui recita per la prima e ultima volta con Marlon Brando. Nel 2004 è in “Il ponte di San Luis Rey”, il primo di una serie di film deludenti come, anche, “Godsend – Il male è rinato” e “Sfida senza regole” (di nuovo con Al Pacino). Nel 2006 torna dietro alla macchina da presa per “The Good Shepherd – L’ombra del potere”, in cui si ritaglia anche un piccolo ruolo accanto ad Angelina Jolie e Matt Damon.
Nel 2010 recita in italiano in “Manuale d’amore 3” di Giovanni Veronesi e con “Il lato positivo – Silver Linings Playbook” di David O. Russell riceve nuovamente una candidatura all’Oscar (come miglior attore non protagonista) dopo ben 21 anni. Nel 2019 interpreta Murray Franklin in “Joker”.
Da ricordare che nel 2002 De Niro, insieme a Jane Rosenthal e Craig Hatkoff, hanno dato vita a New York al Tribeca Film Festival come risposta agli attentati dell’11 settembre e la conseguente perdita di vitalità dell’area di Tribeca a Manhattan.
De Niro, che nel 2006 è stato naturalizzato italiano pur conservando la cittadinanza statunitense, ha sette figli, l’ultima dei quali, Gia Virginia, è nata lo scorso maggio dalla relazione con Tiffany Chen.
-Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Alessandro Baricco “Ho sostenuto un secondo trapianto del midollo”

ROMA (ITALPRESS) – “Lo soooo. Non si usano i social così, ma bisogna avere pazienza con me, ultimamente ho avuto tempi complicati. Ho di nuovo una notizia da dare. Due giorni fa sono stato dimesso dall’Ospedale San Raffaele di Milano dove nel reparto del Prof. Ciceri ho sostenuto un secondo trapianto del midollo (la malattia si era rifatta viva, ho dovuto farlo). Dicono i medici (l’equipe del Dott. Peccatori, tutti serenamente bravissimi) che è andata bene e che le mie condizioni sono buone. Quel che so io è che sono stati 41 giorni duri, ma ora è tutto fantastico”. Lo scrive lo scrittore Alessandro Baricco sui social. “Ce l’ho fatta anche perchè la mia compagna Gloria – aggiunge – è una donna incredibile, la mia famiglia è fatta di gente tostissima e i miei amici non mi hanno mai lasciato solo. Oh, come vi ringrazio tutti quanti. Adesso mi rimetto in piedi guardando alberi secolari, che, come mi hanno insegnato Coccia e Mancuso, sanno vivere meglio di noi. La mia agenda dice che tornerò in pubblico il 29 ottobre 2023 al Teatro alla Scala dove farò la voce recitante in un concerto delle mitiche sorelle Labèque (che gioia, amiche mie). Nel frattempo, tutto mi meraviglierà. Un grande abbraccio”.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

L’ultimo saluto a Michela Murgia tra lacrime, sorrisi e Bella Ciao

ROMA (ITALPRESS) – Lo spazio antistante la Chiesa degli artisti si riempie ben prima dell’arrivo e del feretro e comincia a svuotarsi quando oramai la macchina con la bara di Michela Murgia non si vede più. L’ultimo saluto alla scrittura e intellettuale è commosso e pieno di gente, tanta. Al punto che molti sono costretti a seguire le esequie da fuori, anche grazie alla diretta Facebook. Applausi, cori – “Michela ci mancherai”, “Michela sei grande” -, i pugni chiusi, Bella Ciao intonata più volte tra le bandiere dell’Anpi e quelle transgender, i ventagli arcobaleno e i palloncini a forma di unicorno. E’ un saluto commosso ma non senza qualche sorriso – come durante il discorso di commiato di Lella Costa e Chiara Valerio – quello che la folla tributa, sfidando il caldo (che ha provocato anche un paio di malori, prontamente soccorsi dal personale sanitario) alla scrittrice scomparsa il 10 agosto scorso. La chiesa è priva di fiori, secondo le volontà della stessa Murgia. Trova spazio sopra la bara solo la composizione realizzata con peperoncini, carciofi e il mirto della sua Sardegna. Restano fuori sia il cuscino inviato dal Comune di Roma sia quello delle altre autorità. Tra i banchi Francesca Pascale, con la moglie e cantante Paola Turci, la segretaria dem, Elly Schlein, Nicola Fratoianni, il regista Paolo Virzì, la scrittrice Chiara Valerio, l’attrice Lella Costa, la famiglia queer, tanti personaggi dello spettacolo e non e Roberto Saviano che nel suo intervento durante la funzione ne ha ricordato il “talento che le permetteva di ribaltare le cose. Questo la rendeva pericolosa ai potenti. La vita di Michela è la prova finale che si sceglie di essere differenti, e Michela per anni è stata bersaglio e ha nascosto questo dolore dentro di sè. Chi ha fatto davvero del male a Michela sono i pavidi per interesse, quelli che spacciano opportunismo per moderazione con la loro mancanza di orizzonte. Loro hanno reso la vita di Michi difficilissima”. Questo funerale – ha aggiunto Saviano – è “un atto politico come avrebbe voluto Michela. Una celebrazione tra persone per dire ‘non siamo solì, ‘non siete solì”.
L’attrice Lellla Costa, visibilmente emozionata, ha sottolineato come “c’è una cosa terribile che capita spesso di fare quando muore una persona di grande spessore ed è parlare di sè. Non voglio farlo anche se non ho preparato un discorso e non sapevo ci fosse la possibilità di intervenire. Anzi, fino a questa mattina non sapevo nemmeno se sarei riuscita a venire a salutarla. Ho anche tanta rabbia. Con tanta brutta gente che c’è in giro, doveva andarsene proprio lei? Forse non è proprio la cosa più giusta da dire in chiesa, lo so. Ma è la verità”. Durante l’omelia don Walter Insero, rettore della Basilica Santa Maria in Montesanto, ha ricordato come “ha fatto tante battaglie, lo sappiamo. Vi invito ad accogliere la testimonianza di fede che ha rappresentato nel momento della prova, nella malattia, nella sofferenza dura che ha vissuto. Michela – ha aggiunto – ha portato avanti la buona battaglia, ha conservato la fede, direbbe San Paolo. Ci ha lasciato questa testimonianza: è possibile amare nel dolore, è possibile salutare tutti e riconciliarsi con tutti. Chi ha avuto il regalo dalla Provvidenza di poter condividere gli ultimi momenti ha visto una donna affidarsi a Dio, una donna che non ha mai avuto timore di manifestare la sua fede”.
(ITALPRESS).
– Foto Italpress/xc5 –

Re Carlo invitato in Umbria per i 70 anni di Cucinelli

0

PERUGIA (ITALPRESS) – Borgo di Solomeo blindato il 3 settembre. Come riporta il “Corriere dell’Umbria”, Re Carlo d’Inghilterra sarebbe tra gli invitati per la festa dei 70 anni dello stilista Brunello Cucinelli assieme ad altri ospiti illustri provenienti da ogni parte del mondo, persino premi Nobel. Solomeo – frazione del comune di Corciano, in provincia di Perugia – si prepara ad accogliere un party che, scrive il quotidiano, è destinato a essere “l’evento più glamour dell’anno in Umbria”, cui seguirà “lo Young sparks symposium, una quattro giorni, da lunedì 4 a giovedì 7 settembre, in cui 200 studentesse e studenti, accompagnati dai loro docenti e provenienti da diverse sedi universitarie di tutti i continenti, parleranno di scienza, umanesimo e tecnologia, guardando al futuro”.
Grande attesa in particolare per l’arrivo di Re Carlo, i cui rapporti con Cucinelli “nell’ultimo anno si sono intensificati”. I primi contatti, spiega ancora il “Corriere dell’Umbria”, risalgono al 2017, “poi l’incontro al G20 di Roma nel 2021”, dove entrambi “furono invitati dall’allora premier Mario Draghi”, quindi una conoscenza sempre più fitta, seguita da un pranzo a Buckingham Palace fino “all’invito per il compleanno” di Cucinelli “per una festa che si preannuncia davvero indimenticabile”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Addio a Michela Murgia, scrittrice e attivista femminista

ROMA (ITALPRESS) – La riflessione, l’impegno, l’esempio. Una carriera letteraria fatta di romanzi, saggi, articoli e racconti, la battaglia quotidiana per l’affermazione dei diritti e la parità di genere, l’orgoglio per la famiglia “queer”. È morta all’età di 51 anni Michela Murgia, scrittrice, opinionista, drammaturga e critica italiana.
Una “voce libera”, impegnata su temi sociali e umani. “Il modo in cui chiami le cose – ha detto – è il modo in cui finisci per viverle. Hai diritto di dare i nomi alle cose che devi vivere, non farli dare dagli altri. È molto meglio scegliere tu che nome dare alla tua realtà perchè poi la abiti meglio”.
Negli ultimi tempi, però, Murgia ha dovuto combattere con la malattia. Nel maggio scorso, infatti, aveva reso noto di essere affetta da un carcinoma ai reni al quarto stadio.
Nata nel 1972 a Cabras, in provincia di Oristano, ha avuto una formazione cattolica. Prima di dedicarsi alla scrittura Murgia ha svolto diverse attività. Dalla sua esperienza come venditrice telefonica è nato Il mondo deve sapere (2006), romanzo tragicomico sul mondo dei call center, che ha ispirato l’opera teatrale omonima e il film Tutta la vita davanti (2008). È stata insegnante di religione affermandosi poi come autrice.
Nel corso della sua carriera, ha affrontato temi di rilevanza sociale e umana, diventando un punto di riferimento nel femminismo contemporaneo.
Tra le opere anche “Ave Mary” (2011), il saggio breve sul femminicidio L’ho uccisa perché l’amavo (Falso!)”, “Futuro interiore”, “L’inferno è una buona memoria”, “Istruzioni per diventare fascisti”, “Tre ciotole – Rituali per un anno di crisi”, uscito quest’anno.
Sempre circondata dall’affetto dei lettori, a fine luglio ha pubblicato sui social una foto dal letto d’ospedale, sorridente e con le cuffie: “Ecco – ha scritto su Instagram – la risposta che vorrei dare a chi mi chiede continuamente come sto, che era quella che dava Cesare de Michelis: posso stare meglio, ma non posso più stare ‘bene’. ‘Meglio’ è comunque preferibile a male, quindi godetene con me”. E infine, dopo i ringraziamenti, un pizzico di ironia: “Smettete di mandare cibo al Cambio, però: non posso mangiare tutti i dolci del sud, i formaggi della val padana e i vini del Veneto. Tanto non cresco più”. Chissà, invece, quanti cresceranno con i suoi scritti e il suo esempio.

foto Agenzia Fotogramma
(ITALPRESS).

Sangiuliano “Telefonata con Musk, dialogo in corso per evento benefico”

ROMA (ITALPRESS) – “Ho avuto una lunga e amichevole conversazione con Elon Musk, abbiamo parlato della comune passione per la storia dell’antica Roma. Stiamo ragionando su come organizzare un grande evento benefico e di evocazione storica, nel rispetto e nella piena tutela dei luoghi. Non si terrà a Roma. Ma soprattutto è previsto che un’ingente somma, molti milioni di euro, sia devoluta a due importanti ospedali pediatrici italiani per il potenziamento delle strutture e la ricerca scientifica per combattere le malattie che colpiscono i bambini”. Lo ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Sarà anche l’occasione per promuovere su scala planetaria la nostra storia e il nostro patrimonio archeologico, artistico e culturale”, ha aggiunto.

Foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

Il Premio Siae Andrea Purgatori alla carriera a Luca Guadagnino

ROMA (ITALPRESS) – Si rinnova la collaborazione tra le Giornate degli Autori e Siae, che conferma il tradizionale sostegno per il ventesimo anno della sezione indipendente della Mostra dedicata al cinema d’autore, promuovendo grandi maestri contemporanei del cinema italiano. Ad Andrea Purgatori – autore, giornalista e presidente delle Giornate recentemente scomparso – è intitolato da quest’anno il Premio Siae. Il Premio Siae Andrea Purgatori alla carriera va a Luca Guadagnino, tra gli autori italiani più apprezzati in tutto il mondo, amato dai festival, dalla critica e dal pubblico più trasversale. Dopo “Bones and all”, vincitore del Leone d’Argento alla Mostra di Venezia nel 2022, torna al Lido per ricevere il premio che lo scorso anno era stato consegnato a Gianni Amelio. Salvatore Nastasi, presidente della Società Italiana degli Autori ed Editori, annuncia il riconoscimento con la seguente motivazione: “Un autore il cui sguardo è stato capace di unire l’arte del racconto all’italiana con la maestria produttiva dei più grandi registi internazionali dando, attraverso una sensibilità ed un’autenticità rare, un’impronta personale al nostro cinema. Dagli anni Novanta ad oggi, Luca Guadagnino è il regista e sceneggiatore che ha raccontato le passioni e gli eccessi, ha svestito la borghesia ed esplorato le possibilità del cinema di genere”.
“Un autore che si è misurato con il cinema in tutti i suoi formati e declinazioni: dai videoclip musicali ai cortometraggi, dal documentario al lungometraggio fino alla serialità. Film come Melissa P., Io sono l’amore e Call me by your namesono espressione del cinema italiano contemporaneo già diventati classici di riferimento, firmati da un vero e proprio orgoglio per il made in Italy” conclude Nastasi. “Sono orgogliosamente membro della SIAE da oltre vent’anni e ho sempre sentito di far parte di una grande famiglia in una grande casa. E’ quindi un onore davvero grande ricevere questo premio così prestigioso che segna un traguardo per me” ha dichiarato Luca Guadagnino. Il Premio Siae Andrea Purgatori alla carriera verrà consegnato al regista il prossimo 2 settembre alle ore 16:45, in Sala Perla, nell’ambito delle Giornate degli Autori.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

Taylor Swift, in uscita il 27 ottobre “1989 (Taylor’s Version)”

ROMA (ITALPRESS) – Taylor Swift ha annunciato a sorpresa dal palco della data del “Eras Tour” a Los Angeles la pubblicazione di “1989 (Taylor’s Version)”, in uscita venerdì 27 ottobre. Da oggi è già disponibile il preorder dei formati cd, cassetta, vinile e cd deluxe nelle varianti crystal skies blue, rose garden pink, aquamarine green e sunrise boulevard yellow.
“Sorpresa!!! 1989 (Taylor’s Version) sta per arrivare! Questo album ha cambiato la mia vita in innumerevoli modi e mi riempie di gioia annunciare che la mia versione di “1989” uscirà il 27 ottobre – ha detto la popstar -. Ad essere del tutto onesti, questa è la mia ri-registrazione preferita che abbia mai fatto perchè le 5 tracce di From The Vault sono pazzesche. Non riesco a credere che siano state lasciate indietro. Ma non per molto!”
L’album, pubblicato originariamente nel 2014, certificato disco di platino in Italia con all’interno singoli come “Shake it off”, “Blank Space”, entrambi dischi di platino, e “We Are Never Ever Getting Back Together”, disco d’oro, ha già visto estratti “This Love (Taylor’s Version)” nel maggio 2022 come colonna sonora di “The Summer I Turned Pretty” e “Wildest Dream (Taylors’ Version)”, dopo che il brano era diventato virale su TikTok.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).