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“Un altro ferragosto”, al via le riprese del nuovo film di Paolo Virzì

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ROMA (ITALPRESS) – Inizieranno domani, martedì 25 aprile, sull’isola di Ventotene le riprese di Un altro ferragosto, il nuovo film di Paolo Virzì prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema.
Seguito dell’acclamato Ferie d’Agosto del 1996, film cult che valse a Paolo Virzì il David di Donatello come Miglior Film, Un altro ferragosto vede il ritorno a Ventotene delle due famiglie di villeggianti, i Molino e i Mazzalupi.
Nel film Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel.
E Gigio Alberti, Agnese Claisse, Paola Tiziana Cruciani, Claudia Della Seta, Emanuela Fanelli, Lorenzo Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Lele Vannoli, Silvio Vannucci e con l’amichevole partecipazione di Rocco Papaleo.
Da una storia di Paolo Virzì e Carlo Virzì, la sceneggiatura è firmata da Francesco Bruni, Carlo Virzì e Paolo Virzì.
– foto ufficio stampa “Un altro ferragosto” –
(ITALPRESS).

Jovanotti torna in tv con il “docutrip” Aracataca

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ROMA (ITALPRESS) – Dall’Ecuador alla Colombia, dalle Ande all’Amazzonia e dall’Oceano alla mitica Macondo, la città immaginata da Gabriel Garcìa Marquez nel suo “Cent’anni di solitudine”. È il viaggio di 3.500 chilometri “pedalato e filmato” (con una piccola action camera e con un cellulare) da Lorenzo Jovanotti il cui racconto, intitolato “Aracataca”, arriva su RaiPlay il 24 aprile. Ventidue puntate da circa 17 minuti l’una che arrivano a distanza di tre anni dal primo “docu-trip” di Jovanotti, intitolato “#novogliocambiarepianeta” che si rivelò un successo da un milione di visualizzazioni il primo giorno e cinque in quelli immediatamente successivi. «È un racconto, non c’è nessuno che vince o che perde e nessuno viene eliminato. Un racconto on the road sul solco della tradizione iniziata con l’Odissea» spiega Jovanotti. E racconta: «Chiusi in casa con il Covid, eravamo stati travolti dal successo della prima edizione così, appena si sono riaperte le possibilità di partire ho pensato subito a un nuovo viaggio. Viaggiare è ancora una delle esperienze più belle che uno possa fare. In un’epoca di passioni tristi, viaggiare è una forma di militanza per stimolare le emozioni gioiose dell’incontro con gli altri, della fatica, di un sorriso che dura un attimo ma ti lascia una luce dentro. Viviamo in un bombardamento di notizie e abbiamo la sensazione che il mondo ci raggiunga senza spostarci, invece il mondo devi raggiungerlo. Per me è il senso della vita. Il mio spirito è ancora quello avventuroso di quando guardavo la tv dei ragazzi. Quando mi dicono “tu pensa a cantare”, penso che invece sarebbe un peccato per me limitarmi solo a cantare». Spiegando che il titolo, “Aracataca”, è il nome della città natale di Gabriel Garcìa Marquez («”Cent’anni di solitudine” per me è un testo sacro»), Jovanotti racconta di avere raccolto circa 70 ore di materiale con «immagini un po’ rudimentali perché ho voluto limitare l’uso di mezzi tecnici. Ormai usano i droni anche nelle fiction! Abbiamo montato il materiale a istinto, cercando di capire cosa funzionava di più».
Il viaggio è stato faticoso, soprattutto in Colombia («Lì non hanno fatto le discese. Arrivi in cima è c’è un’altra salita!»), e il luogo che più gli è rimasto nel cuore è l’Amazzonia: «Quando dormi nella foresta hai la sensazione di essere in una pancia. C’ero già stato e, rispetto all’altra volta, ho trovato che sono aumentate le tecniche di estrazione del petrolio meno impattanti. Anche lì è iniziato un processo, c’è una maggiore consapevolezza del patrimonio che hanno. Si rendono conto di abitare in un luogo sacro del pianeta, quello che ci rifornisce di ossigeno. Tante cose stanno cambiando anche lì in America Latina: c’è più sensibilità, ci sono messaggi di difesa dell’ambiente e quelli che invitano a evitare la caccia agli animali selvatici. È un processo lento, è vero, ma io mantengo aperti la speranza e l’ottimismo». Jovanotti è consapevole, grazie al suo viaggio in bicicletta, di essere un testimonial seppure involontario delle due ruote: «Più che testimonial sono un testimone perché io lo faccio davvero. Adoro la bici ma senza agonismo. Lo considero uno sport solitario, quasi una forma di meditazione che consiglio a tutti e a tutte le età». Il cicloturismo, tuttavia, riesce a praticarlo solo all’estero «perché in Italia ho l’ingombro della mia faccia. Ogni volta diventa una performance». E poi, va detto, l’Italia non è propriamente un Paese per ciclisti: «Da noi le ciclabili non sono ancora una soluzione compiuta quanto, piuttosto, un contentino al traffico e spesso anche segnalate solo con una striscia di vernice su cui, magari, parcheggiano le macchine. Non sono piste ciclabili ma suggerimenti».
Anche pericolosi, come dimostra l’ennesima tragedia, con la donna trentanovenne travolta a Milano mentre era in bicicletta: «Non è la prima e non sarà l’ultima. Mi rendo conto che realizzare vere piste ciclabili in città come Roma o Milano, costruite per una mobilità a motore non è facile, ci vorrebbero modifiche strutturali. Però io quando vado a Milano preferisco andare per la strada perché sulla ciclabile ti senti al sicuro e stai meno attento e non è proprio il caso». Tornando ad “Aracataca”, Jovanotti afferma che il progetto è nato dalla necessità di «aggiornare il mio sistema operativo e riformattarlo. La pandemia ha coinvolto tutti, è stato un trauma collettivo ma per e ha coinciso anche con un’esperienza personale difficile che, per fortuna, si è risolta. Dovevo aggiornare il sistema alla luce di questa esperienza che mi ha aiutato a capire che ogni giorno in cui c’è la salute mia e delle persone che mi sono care è benedetto dal Cielo, è un dono al quale non voglio abituarmi». E, dunque: «Voglio sentire la vita perché spesso siamo vivi ma non ce ne accorgiamo, non sentiamo la vita scorrerci dentro. Per questo è importante viaggiare perché farlo cambia la prospettiva. Oggi sono tante le informazioni che ci inducono a rinunciare perché sembra che tutto sia già dentro lo schermo di un telefonino ma non è così. Per questo dico ai ragazzi: uscite, siate scomodi, rischiate di cambiare idea e prospettiva, leggete tutto quello che potete dai giornali alle riviste ai libri e alle insegne che vedete per strada. Non vi fate fregare perché la natura di ogni potere è quella di volervi tristi. Non è una critica, è la sua natura e non lo dico io, lo diceva Spinoza. Perché, se siete tristi, siete manipolabili e invece per dialogare con il potere bisogna cercare di non chiudersi nella tristezza». Jovanotti, continuando a rivolgersi ai giovani, torna sul tema della pandemia: «Questi tre anni per voi sono stati più difficili che per tutti gli altri. Oggi negli adolescenti avverto i sintomi di uno stress post traumatico. Per affrontarlo uno dei metodi è viaggiare, andare in una città che non conoscete, visitare un museo, imparare una lingua. Se “Aracataca” contribuisse a mettere in circolo questa idea, sarebbe già un successo».
A chi gli chiede se, pur amando viaggiare da solo, chi sceglierebbe tra i suoi colleghi come compagno di viaggio, Jovanotti risponde senza esitazione Biagio Antonacci: «È uno sportivo e tiene al fisico. Invece non potrei viaggiare con Eros (Ramazzotti, ndr) perché è pigro e vuole l’albergo figo. Una volta eravamo a New York in un ristorante giapponese e lui voleva mangiare la pizza!».
Jovanotti conclude affermando che i pezzi scritti per la colonna sonora di “Aracataca” non diventeranno un disco: «L’unico modo per sentirli sarà guardare la serie, anche se c’è qualcosa che potrebbe diventare un disco».
Comprensibilmente soddisfatto dell’arrivo di “Aracata” il direttore di Rai Distribuzione Marcello Ciannamea che lo definisce «una grande occasione per la Rai e, in primis, per RaiPlay. È un racconto che si concentra su valori fondamentali che vogliamo trasmettere al pubblico come le relazioni con le persone e il rapporto con il territorio. E anche la bici, visto che tra poco inizia il Giro d’Italia». Con lui Elena Capparelli, direttrice di RaiPlay e Digital: «Penso che una piattaforma Rai debba ospitare questo tipo di offerte. In questo viaggio c’è tutto: Lorenzo con la sua bicicletta il rapporto con il paesaggio e con le persone, il cibo, la fatica, l’impegno e l’autoironia. E tutto è estremamente colorato, con una grande quantità di sorrisi».
-foto ufficio stampa Jovanotti –
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Musica sui social, Meta “Pronti a proroga”. Siae “Ok accordo ma su basi Antitrust”

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ROMA (ITALPRESS) – “A dimostrazione del nostro impegno a portare avanti il tavolo delle trattative e a raggiungere una soluzione condivisa, invieremo a Siae un’ulteriore richiesta per prorogare il nostro accordo di licenza. Se Siae accetterà, potremo ripristinare la musica sulle nostre piattaforme nel corso delle trattative, garantendo così ad artisti e musicisti la piena tutela del diritto d’autore”. Lo dice un portavoce di Meta. “Crediamo sia importante collaborare con l’industria musicale e nel valore della musica italiana, ci auguriamo di poter trattare con Siae come già facciamo con altri titolari di diritti in Italia, come Soundreef”. Replica il presidente della Siae Salvatore Nastasi: “Siamo pronti ad un accordo per rimettere i contenuti italiani sulle piattaforme di Meta e a negoziare in modo costruttivo, ma nel rispetto delle indicazioni dell’antitrust, sulla base delle informazioni necessarie alla adeguata valorizzazione dei contenuti, nell’interesse degli autori italiani”.
-foto agenziafotogramma.it-
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Moretti “In Italia manca la cura industriale e artistica dei film”

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ROMA (ITALPRESS) – “I film belli italiani ci sono, i registi e registe italiani bravi ci sono, i guizzi ci sono sempre. Però quello che manca è la cura intorno a questi film, l’attenzione di un ambiente attorno al cinema come fatto industriale e come fatto artistico”. Così Nanni Moretti a Tv2000 in un’intervista nel corso del programma Effetto notte, il rotocalco di informazione cinematografica condotto da Fabio Falzone, venerdì 21 aprile alle ore 23.10.
“La Francia – aggiunge Moretti – questa cura la dà ai film, ai registi al cinema come arte e al cinema come industria”.
“Penso che sia per quanto riguarda il personaggio che interpreto sia per quanto riguarda me, – spiega il regista – questo film (Il sol dell’avvenire ndr) riafferma la forza del cinema”.
“Certo il pubblico quantitativamente non è quello degli anni ‘60 e ‘70, e nemmeno quello di dieci anni fa. Però il cinema conserva intatta la sua forza”, conclude Moretti a Tv2000. Nanni Moretti a Tv2000: “In Italia manca la cura industriale e artistica ai film”.
-foto agenziafotogramma.it-
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E’ morto il cantautore Federico Salvatore

ROMA (ITALPRESS) – E’ morto, all’età di 63 anni, il cantautore e cabarettista Federico Salvatore. Nato a Napoli, inizia a suonare la chitarra da autodidatta all’età di 8 anni.
Fa le sue prime apparizioni in teatro, dove si esibisce riadattando testi divertenti su musica di canzoni famose. La notorietà arriva nel 1994 quando vince il concorso BravoGrazie, che gli permette di partecipare alla trasmissione televisiva Maurizio Costanzo Show. Federico Salvatore partecipa al Festivalbar come ospite fisso, e nel 1996 prende parte al Festival di Sanremo dove si classifica tredicesimo con il pezzo Sulla porta.
La canzone sanremese è inserita nell’album Il mago di Azz, mentre nel 1997 è il turno di Coiote interrotto, dove si trova anche un brano dedicato ad uno dei suoi idoli, Totò.
Nel 2002 l’uscita dell’album L’osceno del villaggio segna un’ulteriore svolta nella sua carriera, e il cantante cabarettista lascia definitivamente il posto al cantautore di denuncia. Del 2004 è l’album Dov’è l’individuo?, con il quale continua nel solco tracciato dal lavoro precedente.I testi di Federico Salvatore sono a sfondo comico-satirico. La sua satira è ambientata soprattutto nel mondo napoletano, di cui il cantante dipinge i risvolti quotidiani.
-foto agenziafotogramma.it-
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Lutto per Roberto Vecchioni, è morto il figlio Arrigo

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morto, all’età di 36 anni, Arrigo Vecchioni, figlio del cantautore Roberto Vecchioni. Ad annunciarlo è stato lo stesso artista in post sui social: “Dopo tanto, tanto dolore, il nostro meraviglioso Arrigo è finalmente in pace. La famiglia chiede silenzio”.
-foto agenziafotogramma.it-
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Rosa Chemical, opere artistiche a sostegno IRCCS Policlinico San Donato e Ospedale Santobono Pausilipon di Napoli

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MILANO (ITALPRESS) – Ieri sera, nel corso della prima serata del suo tour di cinque date “Rosa Chemical Live”, il cantautore italiano Rosa Chemical, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, noto anche per essere stato uno dei protagonisti del Festival di Sanremo 2023 con il brano “Made in Italy”, ha realizzato, a sorpresa, la prima delle tre opere di street art che saranno messe all’asta sul portale online dedicato alle iniziative benefiche, Charity Star.
Il ricavato andrà a sostegno del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Santobono Pausilipon di Napoli e della GSD Foundation ETS, la fondazione non profit del Gruppo San Donato, che devolverà i fondi al reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato.
“Sono davvero fiero ed emozionato di aver dato vita a questo progetto che ha visto unite due forme d’arte a cui sono particolarmente legato e che mi rappresentano a pieno: la musica, suonata insieme al pubblico, e il disegno, passione che ha caratterizzato i miei esordi”, ha dichiarato Rosa Chemical sul palco. “Sono felice di aver condiviso questa esperienza unica e indimenticabile che va a sostenere chi si impegna quotidianamente per donare ai pazienti ricoverati le migliore cure possibili” ha concluso il cantante.
– ufficio stampa Image Building –
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Eurovision Song Contest, Mahmood ospite della serata finale

ROMA (ITALPRESS) – L’edizione 2023 di Eurovision Song Contest parla italiano. Con l’invito a Mahmood, chiamato da BBC a esibirsi come ospite nella serata finale sul palco della Liverpool Arena, sono ben 4, quasi il 10 per cento del totale, gli artisti italiani che prenderanno parte all’edizione di quest’anno.
Mahmood è alla sua terza presenza a Eurovision: ha rappresentato l’Italia a Tel Aviv 2019 dopo la vittoria a Sanremo con il brano “Soldi”, e ha fatto il bis lo scorso anno a Torino insieme a Blanco, dopo l’affermazione a Sanremo 2022 con “Brividi”. E’ la prima volta che un cantante italiano viene invitato a esibirsi fuori concorso in un’edizione di Eurovision che si svolge all’estero.
“Sono molto felice di tornare a Eurovision. Ringrazio gli organizzatori che mi hanno invitato come ospite – commenta Mahmood – ed è un grande onore per me. Non vedo l’ora di salire su quel prestigioso palco davanti a una platea unica al mondo”.
Portabandiera dell’Italia sarà come già annunciato Marco Mengoni con una versione unica e riarrangiata di “Due Vite”, il brano vincitore della passata edizione del Festival di Sanremo. Gli altri italiani in gara a Liverpool saranno la savonese Alessandra in gara per la Norvegia e i pistoiesi Piqued Jacks, rappresentanti di San Marino.
Gli ospiti fuori gara delle tre edizioni italiane sono stati Mario Del Monaco (Napoli 1965), Arturo Brachetti (Roma 1991) e Diodato, Dardust, Il Volo, i Maneskin – da campioni in carica – e Gigliola Cinquetti (Torino 2022).
Condotte da Gabriele Corsi e Mara Maionchi, le due semifinali dell’Eurovision Song Contest 2023 saranno trasmesse martedì 9 e giovedì 11 maggio alle 21 su Rai 2 (precedute da due anteprime alle 20.15) mentre la finale di sabato 13 maggio andrà in onda alle 20.40 su Rai 1.
Su Rai Radio 2 e sul Canale 202 del Digitale terrestre il commento in simulcast delle tre serate sarà invece affidato a LaMario, Diletta Parlangeli e Saverio Raimondo.
Rai Pubblica Utilità per favorire una maggiore inclusione, e come da tradizione del Servizio Pubblico, provvederà a sottotitolare e audiodescrivere le tre serate in diretta su Rai 2 e Rai 1 e a rendere interamente accessibile, anche attraverso la Lingua dei Segni, La serata finale del 13 maggio su un canale dedicato di RaiPlay. Il servizio di audiodescrizione sarà attivo in streaming per tutte e 3 le serate anche su RaiPlay.
-foto ufficio stampa Mahmood –
(ITALPRESS).