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Dargen D’Amico, “Dove si balla” quattro volte disco platino

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MILANO (ITALPRESS) – Dargen D’Amico conquista la certificazione di Quarto Disco di Platino con il brano “Dove si balla”, presentato alla 72° edizione del Festival di Sanremo. Il singolo ad oggi conta oltre 300 mln di stream totali sulle piattaforme digitali.
Il brano dell’artista, attualmente impegnato al tavolo della giuria della nuova edizione di “X Factor”, è incluso nella tracklist del suo ultimo progetto discografico“Nei sogni nessuno è monogamo”.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Dargen D’Amico –

Eros Ramazzotti, arriva il nuovo album “Battito infinito”

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MILANO (ITALPRESS) – “Buona la prima”. Questa è la lapidaria ammissione di Eros Ramazzotti alla fine del primo concerto (a Siviglia) delle dieci anteprime speciali sui palcoscenici più prestigiosi del Battito infinito world tour première, che continua il 17 e 18 settembre al Teatro della Valle dei Templi di Agrigento, 20, 21, 23 e 24 Verona all’Arena, 27 Atene, 6 e 8 ottobre Caesarea in Israele.
Un ritorno in grande stile e un lancio mondiale per Eros Ramazzotti che, a distanza di quattro anni dall’ultimo album in studio, pubblica il 16 settembre 2022 su tutte le piattaforme digitali e in tutti gli store il nuovo progetto discografico “Battito infinito”, con dodici brani inediti, l’ultimo dei quali è “Ogni volta che respiro” con testo di Mariella Nava e musica di Ennio Morricone.
“Mariella mi aveva proposto questa canzone, una delle poche canzoni pop del maestro – ha sottolineato il cantautore – L’idea di scrivere il testo è stata di Mariella ma fu proprio il grande maestro a sceglierlo e ho voluto che chiudese questo grande progetto. É una lettera d’amore, la promessa di un sentimento eterno, d’altri tempi, e la certezza di esserci sempre l’uno per l’altra”.
“Battito infinito” è stato anticipato dai singoli “Ama” (nel video Michelle Hunzicher e la loro figlia Aurora) e “Sono” (con Alejandro Sanz), tasselli di questo album che è il manifesto della rinnovata identità artistica del cantautore dei record che in oltre 35 anni di carriera conta settanta milioni di dischi venduti e più di due miliardi di ascolti in tutto il mondo.
(ITALPRESS)
-foto ufficio stampa Ramazzotti –

Pausini “Non ho cantato ‘Bella Ciao’ per evitare strumentalizzazioni. Aborro il fascismo”

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MILANO (ITALPRESS) – Dopo le polemiche dei giorni scorsi, in merito al rifiuto di cantare Bella Ciao in un programma televisivo spagnolo, Laura Pausini ha pubblicato un post su Twitter per spiegare le sue ragioni. “Volevo esporre il mio punto di vista – scrive – dopo le polemiche di questo giorno. In una situazione televisiva estemporanea, leggera e di puro intrattenimento, ho scelto di non cantare un brano inno di libertà ma più volte strumentalizzato nel corso degli anni in contesti politici diversi tra loro. Come donna, prima che come artista, sono sempre stata per la libertà e i valori ad essa legati. Aborro il fascismo e ogni forma di dittatura. La mia musica e la mia carriera hanno dimostrato i valori in cui credo da sempre. Volevo – scrive Pausini – evitare di essere trascinata e strumentalizzata in un momento di campagna elettorale così acceso e sgradevole, purtroppo non è stato così. Rispetto il mio pubblico e continuerò a farlo, con la libertà di scegliere come esprimermi”.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Libri, esce “Café Ida. Una saga dalla Ciociaria alla Scozia” di Alberta Riccardi

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ROMA (ITALPRESS) – “Café Ida. Una saga dalla Ciociaria alla Scozia” (Piemme) è il titolo del primo romanzo di Alberta Riccardi, nata a Roma, dove vive e lavora. Due figlie, un marito e un cane, ha da sempre la passione per la scrittura, cui si è aggiunta nel tempo quella per la sceneggiatura. Un romanzo intenso e potente, una storia di fughe e di ritorni dove la ricerca della libertà si scontra e si intreccia con la necessità di chiamare un luogo casa.
Il suono potente della parola “libertà” riecheggia nella mente di Giovanni che non riesce ad afferrarne completamente il significato. Che bisogno possono avere loro, i Datti di Lanza, padroni in quella terra di Ciociaria in cui tutti si spaccano la schiena nei campi appartenenti ad altri, di essere liberi? È più comprensibile che sia il suo amico Nevio, penultimo dei sei figli di una famiglia contadina, a voler fuggire dal giogo di un destino già deciso, alla fatica e alla vita identica a quella dei suoi cari. E infatti Nevio parte per la Scozia per scrollarsi di dosso la povertà e costruirsi un futuro. Per questo Giovanni non ha paura quando scopre di doversi trasferire con i genitori proprio in Scozia. La dolorosa separazione dal nonno tanto amato è attenuata dalla certezza di rivedere l’amico. La Scozia che gli appare davanti agli occhi dopo il lungo viaggio, però, nulla ha a che fare con il paradiso di cui parlavano in paese. È una terra fredda, dura, inospitale, per un ragazzino che si ritrova improvvisamente capofamiglia, senza soldi e con un alto lignaggio che è diventato carta straccia.
(ITALPRESS).
– foto copertina libro “Café Ida” –

La Siae entra in Fapav, Blandini “Impegno per la legalità”

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Siae entra ufficialmente a far parte della Fapav – Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali, formalizzando così una importante collaborazione attiva da molti anni nella lotta alla pirateria, sia sotto il profilo dell’enforcement sia sul versante dell’educational e della sensibilizzazione verso il grande pubblico. “Siamo lieti di dare il benvenuto in Fapav a Siae e ringrazio il direttore generale Gaetano Blandini per il sostegno e la disponibilità dimostrata. L’ingresso di Siae in Fapav rappresenta il compimento di un importante percorso portato avanti in tutti questi anni nonché la valorizzazione di questa collaborazione. Gli obiettivi condivisi nel contrasto alla pirateria audiovisiva e la sinergia trasversale su vari progetti ci consentirà di massimizzare gli sforzi e aumentare i risultati, in uno scenario che continua a richiedere la massima attenzione”, ha dichiarato il presidente Fapav Federico Bagnoli Rossi.
“Felici di aver aderito a Fapav, il soggetto più rappresentativo in Italia che si occupa di lotta alla pirateria audiovisiva, per unire maggiormente gli sforzi nei confronti di un intento comune che ci vede totalmente partecipi e impegnati per promuovere la legalità nell’industria culturale italiana”, ha dichiarato il direttore generale Siae, Gaetano Blandini. “La pirateria costituisce un danno enorme per gli autori, gli interpreti e tutti coloro che lavorano nella creazione e realizzazione di un’opera. È indispensabile oggi più che mai fare squadra e tessere strategie comuni finalizzate a contenere in modo efficace l’illecito che depaupera l’industria della creatività nazionale”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

E’ morto Jean-Luc Godard

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PARIGI (ITALPRESS) – E’ morto, all’età di 91 anni, il regista francese Jean Luc Godard. Nato a Parigi, tra il 1953 e il 1955, dopo aver abbandonato l’attività di critico cinematografico, Godard compie numerosi viaggi nelle Americhe e in seguito assume un impiego nella costruzione della diga della Grande Dixence in Svizzera. Da questa esperienza nascerà l’idea per un primo cortometraggio, Opération béton, che verrà realizzato nel 1955 con il finanziamento della ditta appaltatrice.
Ritornato a Parigi inizia a cimentarsi nei cortometraggi a soggetto. Nel suo terzo cortometraggio, Charlotte et son Jules (1958), doppia la voce di Jean-Paul Belmondo e nel quarto, Une histoire d’eau (sempre del 1958), collabora con il regista François Truffaut che l’anno seguente gli fornirà il soggetto per il suo primo lungometraggio.
Il primo lungometraggio risale al 1959 con un film che diverrà il vessillo della nouvelle vague francese: Fino all’ultimo respiro. Il film, che viene girato in sole quattro settimane con un budget limitato e il ricorso all’utilizzo della cinepresa a mano, ottiene il premio Jean Vigo e dà inizio al primo periodo della filmografia godardiana. All’interno di questa sua prima opera sono già presenti quelle “trasgressioni” ai modelli narrativi tradizionali che la nouvelle vague utilizzerà per distanziarsi dal cosiddetto “cinema de papà”: montaggio sconnesso, attori che si rivolgono direttamente al pubblico, sguardi in macchina. Evidente risulta anche la cinefilia di Godard, che cita ossessivamente i film statunitensi di genere degli anni cinquanta.
Il periodo” che va dal 1960 al 1967 viene caratterizzato da una grande creatività che porta Godard a realizzare ventidue film, tra cortometraggi e lungometraggi.
Nel corso di questi anni, Godard rivolge la propria attenzione ai contenuti erotici dell’immagine contemporanea: manifesti di attori, pubblicità, fumetti, riviste patinate. In quest’ottica nascono film come Agente Lemmy Caution: missione Alphaville, Il bandito delle 11, Due o tre cose che so di lei. Di questo periodo (1964) è anche un altro dei più famosi film godardiani: Bande à part: ambientato in una Parigi fredda e autunnale, racconta la storia di due amici, interpretati da Sami Frey e Claude Brasseur, che incontrano casualmente una giovane ragazza, bella e ingenua, interpretata da Anna Karina, che influenzerà nel breve e lungo termine le loro esistenze. La splendida sequenza girata nel Louvre, dove corrono come forsennati lungo gli immensi spazi del museo verrà ripresa molti anni dopo da Bernardo Bertolucci nel suo film The Dreamers – I sognatori, dove i protagonisti Eva Green, Louis Garrel e Michael Pitt ripetono la corsa proprio nel Louvre identificandosi in Franz, Arthur e Odile, appunto i tre giovani spensierati che girano per Parigi con una vecchia SIMCA decappottabile e passano le giornate tra un corso d’inglese e un bistrot dove bere qualcosa e fantasticare sul loro futuro.
A partire dal 1966 Godard sposa le teorie marxiste: il cinema diviene il luogo in cui mettere in atto una severa critica della civiltà dei consumi e della mercificazione dei rapporti umani, ma anche in cui si possa riflettere sullo stesso statuto dell’immagine come portatrice “naturale” di un’ideologia. Il problema della prassi diviene una costante della fase “politica” di Godard, nei film La cinese e Week End – Una donna e un uomo da sabato a domenica.
Dopo aver esaminato la possibilità di mettere in pratica un cinema rivoluzionario (La gaia scienza, 1968), Godard fonda nel 1969 con altri cineasti il Gruppo Dziga Vertov, sperimentando un cinema collettivo e rifiutando il ruolo di autore nella convinzione che esso sottintenda un’ideologia autoritaria e gerarchica. Nello stesso anno dirige Lotte in Italia, un film per la televisione italiana che si interroga sui rapporti tra film, rappresentazione e ideologia attraverso il racconto di una ragazza borghese che milita in un gruppo extraparlamentare pur rimanendo legata all’ideologia della sua classe d’origine.
Altro film di questo periodo è Vent d’est, unico film con il quale ha lavorato con l’attore italiano, Gian Maria Volonté.
L’attività di Godard, che fino a quel momento era stata frenetica, è costretta a interrompersi sia per un incidente stradale che lo costringe in ospedale per alcuni mesi, sia per il nascere delle prime discordanze all’interno del gruppo e soprattutto per l’intuizione che il momento dell’eversione fosse ormai alla fine.
Nel tentativo di recuperare la propria identità artistica e politica Godard rimane per diversi mesi chiuso in se stesso senza lasciarsi intervistare dalla stampa e solo nel 1972 realizza, insieme a Jean-Pierre Gorin, Crepa padrone, tutto va bene, un’indagine sullo stato degli intellettuali nella stagione del riflusso post-sessantottesco.
La fine del movimento segna per Godard una pausa di ripensamento. Dopo alcune conferenze tenute presso l’Università di Montréal e all’opera “Introduction à une véritable histoire du cinéma”, che verrà pubblicata nel 1980, si ritira a Grenoble, dove lavora per alcuni anni ai laboratori di Sonimage sperimentando tecniche cinematografiche a basso costo (Super 8, videoregistratori, ecc).
Dopo l’approdo alle tecnologie elettroniche e al video inizia il terzo periodo, quello dell’ultimo Godard, improntato ad una nuova e intensa sperimentazione in cui il video, che convive strettamente con il cinema, viene usato per una critica nuova fatta per immagini alle stesse immagini, anche le proprie.
Nel 1975 con Numéro deux Godard riparte utilizzando la nuova strumentazione video e mettendo in scena non un irrequieto rapporto di coppia, ma un irrequieto rapporto familiare, mescolando la documentazione reale con la fiction, la vita con la sua rappresentazione.
Nasce un’attenzione più viva per le tematiche del privato, soprattutto quella familiare, che vengono ripresi con toni maggiormente intimistici come in Si salvi chi può (la vita). In questo periodo Godard riesce a valorizzare la pura immagine a scapito del racconto utilizzando serie di sequenze autonome simili a quadri staccati dalla trama e godibili per la loro sola bellezza come in Passion (1982) che può essere preso ad esempio della sua nuova concezione estetica dell’immagine.
Così, nei successivi Prénom Carmen (1983) che vinse il Leone d’oro a Venezia, e Je vous salue, Marie (1985) si vede come il testo sia solo un pretesto per un libero assemblaggio fatto di giochi di parole, citazioni disparate, brani di musica, ripresa di scenari naturali, come le onde del Lago Lemano in Prénom Carmen che diventano uno dei principali leitmotiv visivi del regista.
Nelle opere di questo terzo periodo si affianca alla compostezza dell’immagine il motivo ricorrente della musica classica, soprattutto di Mozart e Beethoven che già erano presenti nei film del primo periodo.
Nel 1988 per Canal Plus, viene ideato il progetto Histoire(s) du cinéma che durerà fino al 1997 e dalla cui esperienza nasceranno quattro volumi con tutti i materiali interpretativi e iconografici che verranno pubblicati nel 1998. Con il film Nouvelle Vague del 1990 e con Hélas pour moi del 1993, Godard riesce a scrivere l’intera sceneggiatura senza usare una sua parola ma facendo dire ai personaggi frasi di altri per poter lasciare libero spazio alle immagini che, con la loro musica interna, creano una perfetta geometria.
Nel film Germania nove zero, che si modella su Germania anno zero di Rossellini, Godard si diverte a giocare con le lingue (il francese e il tedesco), come già aveva fatto nei film del primo periodo (Fino all’ultimo respiro, dove aveva utilizzato l’inglese e il francese, e ne Il disprezzo l’inglese, l’italiano e il francese).
Éloge de l’amour del 2001 è un insieme di motti di spirito, gag paradossali, detti celebri, inversioni di struttura come il colore della seconda parte del film in contrasto con il bianco e nero della prima parte i cui avvenimenti accadono due anni dopo.
Nell’aprile 2021 firma, insieme ad altre personalità dello spettacolo e della cultura, un appello di Valeria Bruni Tedeschi a Emmanuel Macron pubblicato su Libération dopo l’arresto e l’immediata scarcerazione in libertà vigilata di una decina di ex terroristi italiani ed ex militanti di gruppi eversivi di sinistra, accusati e condannati in Italia per omicidio, sequestro, tentato omicidio. L’appello è finalizzato a “mantenere l’impegno della Francia nei confronti degli esiliati italiani per cui è stata richiesta l’estradizione”.
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-foto agenziafotogramma.it-

Al Gp di Monza selfie dei Ferragnez con Mattarella

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MONZA (ITALPRESS) – Selfie con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per Chiara Ferragni e Fedez. Scenario dello scatto l’autodromo di Monza, dove si è svolto il Gran premio d’Italia. La coppia ha pubblicato sui propri profili Instagram lo scatto, con il commento “Un vero onore” scritto da Fedez. La foto è diventata virale nel giro di pochi minuti.

– foto dai profili Instagram di Chiara Ferragni e Fedez –

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Leone d’Argento a Guadagnino per la regia di “Bones and All”

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VENEZIA (ITALPRESS) – Luca Guadagnino ha vinto il Leone d’Argento 2022 per la regia di “Bones and All”, coprodotto da Tenderstories e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Alla cerimonia di premiazione Moreno Zani, fondatore di Tenderstories e Malcom Pagani, amministratore delegato della società, attiva nella creazione di contenuti originali e nella produzione audiovisiva. “Siamo onorati di questo prestigioso riconoscimento. Aver partecipato al Festival del Cinema di Venezia ci riempie di orgoglio, è un film con un cast d’eccezione in cui abbiamo creduto. È una riflessione profonda sull’amore, sulla giovinezza e sull’essere diversi, che ha ricevuto un importante riscontro dal pubblico e dalla critica”, hanno spiegato Moreno Zani e Malcom Pagani. Il Premio Marcello Mastroianni è andato alla giovane attrice emergente Taylor Russell, protagonista di “Bones and All”. “Bones and All” con Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper, Jake Horowitz e Mark Rylance, racconta una storia d’amore terribile e poetica ma al tempo stesso romantica e disperata. Maren e Lee, i due protagonisti, sono ai margini della società e proprio per questo divengono l’uno il sostegno dell’altra, in un road movie che si snoda nell’America profonda delle grandi praterie.
(ITALPRESS).

-credit photo Matteo Carassale/ItalCommunications –