ISCHIA (ITALPRESS) – Francesco Oggiano, Editor at large Will Media, giornalista, content writer e videomaker, ha vinto la prima edizione del Premio Speciale “Opening New Ways of Journalism”, patrocinato da Gruppo Unipol in collaborazione con Osservatorio TuttiMedia, Osservatorio Giovani e Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Il riconoscimento sarà consegnato all’interno del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo che si terrà a Ischia dall’1 al 2 luglio 2022.
La giuria presieduta da Derrick de Kerckhove, CEO & Scientific Director MediaDuemila/Osservatorio TuttiMedia ha premiato la capacità di aver saputo sfruttare al meglio i diversi strumenti di comunicazione digitale (podcast, social media, video) in modo originale e professionale per sviluppare nuove forme di giornalismo.
Francesco Oggiano, 37 anni, pugliese, ha cominciato la carriera nella carta stampata ed è stato al desk di Vanity Fair per 9 anni. Dal 2019 è diventato freelance ed è Editor at large di Will Media progetto di informazione nativa sui social che segue fin dalla nascita. Ha collaborato per diversi giornali (Vanity Fair, Il Fatto Quotidiano, Rolling Stone, Rivista Studio, Wired, The Vision e Gq), gestisce la newsletter Digital Journalism. Sul suo profilo TikTok cerca di spiegare le basi del giornalismo”. A marzo 2022 ha pubblicato SociAbility. Come i social stanno cambiando il nostro modo di informarci e fare attivismo (Piemme). La giuria ha premiato la capacità di aver saputo sfruttare al meglio i diversi strumenti di comunicazione digitale (podcast, social media, video) in modo originale e professionale per sviluppare nuove forme di giornalismo.
Con il Premio Speciale “Opening New Ways of Journalism” Unipol, che sarà consegnato da Vittorio Verdone, Direttore Corporate Communication e Media Relations, il gruppo Unipol conferma l’impegno nella ricerca di forme nuove e originali di comunicazione e la sua vocazione a essere una media company. Il Gruppo dal 2016 ha avviato Changes, il blog magazine nato all’interno dell’area Media Relations, diretto da Fernando Vacarini, Responsabile Media Relations, Corporate Reputation e Digital Pr.
La manifestazione si svolge con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Casamicciola Terme e della SIAE, media partner Skytg24.
-foto ufficio stampa Premio Ischia –
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Premio Ischia, a Francesco Oggiano il riconoscimento speciale “Opening New Ways of Journalism”
Amadeus torna all’Arena di Verona e sogna Mina a Sanremo
ROMA (ITALPRESS) – Squadra che vince non si cambia ma… si allarga. Almeno nel caso di “Arena ’60 ’70 ’80” che, forte del successo dello scorso anno, torna all’Arena di Verona con una serata in più e un decennio in più. Quello che il pubblico (dal vivo il 12, 13 e 14 settembre e su Raiuno il 17 e 24 settembre e il 1° ottobre) vedrà si intitolerà, infatti, “Arena ’60 ’70 ’80 e… ’90” e prevede le esibizioni di una cinquantina di artisti italiani e internazionali spalmate, appunto, su tre serate. Alla guida c’è ancora Amadeus che, dell’evento (prodotto da Arcobaleno Tre), è anche ideatore: «Avremo un cast importante che realizzerà una compilation di brani che quelli della mia età hanno apprezzato ma che anche i giovani conoscono grazie ai social – racconta il conduttore – Abbiamo aggiunto gli anni ’90 perchè sono anch’essi iconici. Ciascuno di questi decenni ha canzoni che fanno parte della storia della musica italiana e gli artisti interpreteranno almeno due brani. Si canterà e si ballerà molto».
E lo si farà all’Arena di Verona con capienza piena (sono già stati venduti 17 mila biglietti fanno sapere dall’organizzazione) e lo si farà, è la speranza di Amadeus & co, anche a casa: «Sono quarant’anni di musica che ci appartengono e raggruppano un target che va dai ragazzi ai nonni, è una serata per famiglie. Tre serate di grande festa, un grande show indimenticabile» assicura. E snocciola qualche nome: tra le star internazionali sono già confermati Frankie Goes To Hollywood (“Relax”), Gloria Gaynor (“I will survive”), Bonnie Tyler (“Total Eclipse of The Heart”), Paul Young (“Love of the Common People”), Richard Sanderson (“Reality”), gli Aqua (“Barbie Girl”) e Snap! (“The Power”); tra gli italiani troviamo Ornella Vanoni (“L’appuntamento”), Rita Pavone (“Il ballo del mattone”) e Gianluca Grignani (“Destinazione Paradiso”). Altri nomi, naturalmente, si aggiungeranno nei prossimi giorni: «Una canzone ha successo quando si incolla a noi. Quelle di “Arena” sono tutte così, a volte basta semplicemente rispolverarle. Non abbiamo la pretesa di far tornare in classifica i pezzi ma far capire che sono tutti grandi artisti e che rimangono tali, nonostante il passare degli anni».
L’esperimento “Arena” sarà riproposto anche nella serata dedicata alle cover del Festival di Sanremo 2023: «Avremo la serata anche quest’anno ma con un decennio in più. Gli artisti potranno scegliere il brano tra i decenni ’60 ’70 ’80 e ’90. Avranno anche la possibilità di essere accompagnati da un artista e sarebbe bello che qualcuno volesse l’artista che ha cantato la canzone originariamente». Rimanendo in tema Sanremo, inevitabile parlando di musica con Amadeus, qualcuno cita le voci che vorrebbero il conduttore al lavoro nella mission impossibile di riportare sul palco dell’Ariston niente meno che Mina: «Chiunque ha questo sogno impossibile. Personalmente farei di tutto, anche filmarla con il cellulare da lontano. Ma non c’è un progetto vero e proprio, c’è solo un desiderio».
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Jurassic World in testa al box office con 3 milioni di incasso
ROMA (ITALPRESS) – Jurassic World – Il dominio si piazza in testa al box office italiano con un incasso di 3 milioni 181 mila euro. Secondo posto per Top Gun: Maverick, che fa registrare 1 milione 897 mila spettatori, complessivamente quasi 7 milioni. Terzo posto per Nostalgia di Mario Martone con 303 mila euro, complessivamente 916 mila euro.
– foto ufficio stampa Jurassic World-
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Morta a 89 anni Liliana De Curtis, la figlia di Totò
NAPOLI (ITALPRESS) – E’ morta questa mattina a Roma Liliana De Curtis, figlia dell’indimenticato Totò. La donna, anche lei attrice oltre che scrittrice, aveva compiuto lo scorso 10 maggio 89 anni. Il suo nome fu scelto da Totò in ricordo di Liliana Castagnola, donna a cui l’attore napoletano era stato legato e che, pare, si sia suicidata per lui. Liliana De Curtis è nata invece dalla relazione con Diana Rogliani e fin dai primissimi anni di vita sembrava voler seguire le orme del padre con alcune apparizioni nei film San Giovanni decollato (1940) e Orient Express (1954). Successivamente però, tutte le sue partecipazioni televisive e teatrali sono avvenute quasi esclusivamente in occasione di rievocazioni della figura del padre a cui Liliana ha dedicato anche alcuni libri biografici, fra cui Malafemmena, pubblicato nel 2009 per Arnoldo Mondadori Editore. Liliana De Curtis sposò nel 1951 il produttore cinematografico Gianni Buffardi da cui ebbe i figli Antonello e Diana (quest’ultima deceduta nel 2011 in seguito a una lunga malattia). In seconde nozze il matrimonio con Sergio Anticoli, dal quale nel 1969 è nata la figlia Elena, fondatrice del brand commerciale “CaffèTotò”.
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Leone d’oro alla carriera a Catherine Deneuve
VENEZIA (ITALPRESS) – E’ stato attribuito a Catherine Deneuve il Leone d’oro alla carriera della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2022). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.
“E’ una gioia ricevere questo premio prestigioso alla Mostra di Venezia, che amo e conosco da molto tempo, da quando Bella di giorno di Luis Buñuel ha ricevuto a suo tempo il Leone d’oro – ha dichiarato Catherine Deneuve – E’ un onore inoltre essere stata scelta per questo omaggio dalla Mostra, perchè mi ha accompagnato molto spesso per tanti film. Grazie. Con amicizia”.
A proposito di questo riconoscimento, il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Un numero impressionante di film, la maggior parte dei quali grandi successi internazionali. Una quantità altrettanto ragguardevole di premi ottenuti nei maggiori festival del mondo, cui si deve aggiungere una candidatura all’Oscar come miglior attrice protagonista, privilegio raro per un’artista non americana. Un susseguirsi di sodalizi artistici con alcuni tra i più importanti registi e attori europei: Roger Vadim, Jacques Demy, Luis Buñuel, François Truffaut, Roman Polanski, Marco Ferreri, Marcello Mastroianni e Gèrard Depardieu. Un indiscutibile talento al servizio di doti d’interprete cui una bellezza raffinata e fuori del comune hanno contribuito a farne il volto stesso del cinema d’Oltralpe, una diva senza tempo, una vera e propria icona del grande schermo. Da figura tra le più rappresentative della Nouvelle Vague e testimone privilegiata di un’idea di stile che s’identifica con la moda d’oltralpe, Catherine Deneuve è passata a incarnare l’essenza della diva universalmente riconosciuta, affermandosi tra le più grandi interpreti della storia del cinema.
Per questi motivi assume particolare rilievo il Leone d’oro alla carriera che la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia le attribuisce in occasione del 90. anniversario dalla prima edizione del festival veneziano, dopo il Leone d’oro vinto con Bella di giorno di Luis Buñuel nel 1967 e la Coppa Volpi come miglior attrice per Place Vendòme di Nicole Garcia nel 1998″.
-foto ufficio stampa Biennale Venezia –
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Elisa ospite di Luciano Ligabue a Campovolo
Dopo Gazzelle ed Eugenio Finardi, anche Elisa sarà tra gli ospiti che condivideranno il palco con Luciano Ligabue all’evento “30 anni in un (nuovo) giorno”.
L’evento in data unica, sold out con 103.000 biglietti venduti, si terrà sabato 4 giugno e inaugurerà la RCF ARENA di Reggio Emilia (Campovolo).
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Morto a 108 anni lo scrittore Boris Pahor
ROMA (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 108 anni lo scrittore e intellettuale di lingua slovena di Trieste, Boris Pahor. Ne dà notizia il quotidiano sloveno di Trieste Primorsky Dnevnik.
Nato il 26 agosto del 1913 a Trieste, a sette anni assistè all’incendio del Narodni dom (Casa del Popolo), sede centrale delle organizzazioni della comunità slovena di Trieste. L’esperienza, che lo segnò per tutta la vita, affiora spesso nei suoi romanzi e racconti. Pahor visse drammaticamente il trauma della negazione forzata dell’identità slovena, attuata dal regime fascista. Nell’ottobre 1952 sposò la scrittrice e traduttrice Francika Radoslava Premrl (1921-2009), da cui ebbe due figli. Nel 1953 iniziò a insegnare regolarmente letteratura slovena alle scuole medie inferiori; in seguito insegnò anche letteratura italiana, successivamente, e fino al 1975, insegnò nelle scuole superiori con lingua d’insegnamento slovena a Trieste. Dal 1996 fino al 1991 fu direttore ed editore della rivista triestina Zaliv (Golfo) che si occupava, oltre che di temi strettamente letterari, anche di questioni di attualità, ospitando oppositori del regime di Tito e diventando un punto di riferimento per la dissidenza slovena. Nel 1975, assieme all’amico triestino Alojz Rebula, Pahor pubblicò il libro “Edvard Kocbek: testimone della nostra epoca”. Nel libro-intervista il poeta sloveno denunciava il massacro di 12.000 prigionieri di guerra, appartenenti alla milizia collaborazionista slovena (domobranci), perpetrato dal regime comunista jugoslavo nel maggio del 1945, con la connivenza delle truppe britanniche. Il libro provocò durissime reazioni da parte del regime jugoslavo. Durante un viaggio a Parigi, nel 1986, Pahor conobbe il filosofo Evgen Bavcar (1946), grazie al quale l’opera più importante di Pahor, Necropoli, romanzo autobiografico sulla sua prigionia nel campo di concentramento di Natzweiler-Struthof, trovò il suo primo editore francese. La traduzione francese di Necropoli rese Pahor famoso nel mondo, facendolo assurgere al rango di grande classico della letteratura del Novecento.
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La Palma d’Oro di Cannes a “Triangle of Sadness” di Ruben O’stlund
CANNES (FRANCIA) (ITALPRESS) – La Palma d’oro della 75esima edzione del Festival del Cinema di cannes è andata a “Triangle of Sadness” di Ruben Ostlund. A comunicarlo al Grand Theatre Lumiere del Palazzo del Festival, la giuria da Vincent Lindon e composta da Noomi Rapace, Jeff Nichols, Ladj Ly, Rebecca Hall, Deepika Padukone, Jasmine Trinca, Joachim Trier e Asghar Farhadi. Questi gli altri premi assegnati. Il Premio della Giuria ex aequo è andato a “Stars at Noon” di Claire Denis. Il vincitore del Grand Prix è Lukas Dhont per “Close”. Park Chan-Wook ha ricevuto il Premio per la regia per il film “Decision to leave”. “Tori e Lokita” dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne ha ricevuto il Premio speciale della 75esima edizione. Il Premio della giuria è andato ex aequo al film italiano “Le otto montagne” con Luca Marinelli e Alessandro Borghi, tratto dal romanzo omonimo di Paolo Cognetti, girato in Valle d’Aosta, prodotto da Wildside e distribuito da Vision; e a “Eo” di Jerzy Skolimowski.
Il premio per il migliore è andato a Song Kang-Ho per “Broker” di Kore-Eda Hirokazu. Il Premio per la migliore attrice è stato vinto da Zar Amir Ebrahimi in Holy Spider di Ali Abbasi. Il premio per la migliore sceneggiatura se lo è aggiudicato “To boy from heaven” di Tarik Saleh.
La Camera d’or, il premio per la migliore opera prima è andato a da War Pony di Gina Gammel e Riley Keough, presentato nella selezione ufficiale di “A Certain regard”. A “Plan 75” di Hayakawa Chie è andata la menzione speciale.
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