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Annalisa, il suo album “Nuda” è certificato platino

MILANO (ITALPRESS) – Un anno di successi per Annalisa. Il suo ultimo album “Nuda” raggiunge la certificazione platino confermando il ruolo di protagonista nel panorama musicale italiano. All’interno dell’album anche le due hit “Dieci” e “Movimento lento” entrambe certificate doppio platino.
Con questo traguardo sono 15 i dischi di platino e 13 i dischi d’oro che si contano nella carriera di una delle cantautrici più importati che vanta 7 album, 500 milioni di visualizzazioni dei video, trasmissioni televisive e tante collaborazioni, sia italiane che internazionali. Tra queste l’ultima con il dj numero 1 al mondo David Guetta che, per il suo nuovo progetto “Family” ha coinvolto due star internazionali quali TY Dolla Sign e A Boogie wit da Hoodie, e per ogni territorio è stato affiancato da una delle voci più rappresentative di ogni Paese, per l’Italia proprio Annalisa.
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L’ultimo saluto a Lina Wertmuller “Addio, regista del popolo”

ROMA (ITALPRESS) – Un paio dei suoi iconici e immancabili occhiali bianchi poggiati sulla bara. Sul feretro assieme ai fiori una foto con il suo viso sorridente. Immagine simbolica di un’artista – per dirla con le parole dell’omelia di monsignor Walter Insero – regista del buonumore. Roma, il mondo del cinema, la gente comune ha voluto salutare per l’ultima volta Lina Wertmuller, straordinaria donna d’arte che ha regalato al mondo una serie di capolavori indimenticabili. “La sua gioia di vivere era il suo più grande talento. Era una grande artista, che trasmetteva buonumore con i suoi film e che ricorderemo per i suoi occhiali bianchi, emblema che la contraddistingueva e che scelse perchè le ricordassero le vacanze, il sole, lei che amava citare Louis Armstrong quando ribadiva la sua naturale tendenza a camminare nel lato assolato della strada”. Il rettore della Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo, ha voluto tratteggiare la sua natura creativa, il suo genio, la sua bontà d’animo e quella curiosità per il mondo che l’accompagnava: “Era interessata alla vita degli altri, la vita della gente comune, raccontare l’ordinarietà delle persone normali; era una regista del popolo, voleva raccontare la vita degli oppressi, di chi non ha voce. Artista libera, con quella sua sana leggerezza. Mai volgare, donna forte e con il cuore grande, colta, acuta, intelligente, con un tratto di profonda umanità e ironia. Una donna che amava ripetere quella frase finale di 8 1/2 di Fellini, film in cui fu l’aiuto regista: la vita è una festa, viviamola insieme”.
Prima di lasciare la chiesa il saluto degli amici, dei colleghi, di quanti hanno condiviso con lei un pezzo della propria esistenza. Dal sociologo Domenico De Masi ad Antonio Petruzzi, il primo attore che la regista diresse nel suo primissimo film, “I basilischi”. A Massimo Wertmuller è stato affidato il ricordo dell’artista e del parente: “Da una parte piango mia zia, lei si porta via i ricordi più belli della mia famiglia, della mia infanza, poi piango il genio. Una grande intellettuale che porta con sè un modo di vivere”.
Poi altre due testimonianze, quella di Rita Pavone che ne ha sottolineato il “carattere frizzante, spumeggiante” e di Giancarlo Giannini, che ha espresso tutta la sua riconoscenza per un’amicizia ed un sodalizio artistico lungo quasi 60 anni: “E’ stata la mia maestra, mi ha forgiato, sono stato il suo pongo, sarei rimasto un perito elettronico se non avessi conosciuto Lina”.
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Nannini e De Gregori, in radio il duetto per “Diamante”

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ROMA (ITALPRESS) – Gianna Nannini e Francesco De Gregori si uniscono per la prima volta in duetto reinterpretando “Diamante”, la storica canzone con testo di Francesco De Gregori e musica di Zucchero, Mino Vergnaghi e Matteo Saggese.
Da oggi il brano “Diamante” di Gianna Nannini feat. Francesco De Gregori è in radio e disponibile in digitale.
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E’ morta Lina Wertmuller

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E’ morta, all’età di 93 anni, la regista Lina Wertmuller.
Nata a Roma, esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in …e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8 1/2(1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all’italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).
Per Pasqualino Settebellezze, che ha successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. Lina Wertmüller è la prima donna a essere candidata alla vittoria dell’Oscar come miglior regista; dopo di lei ci saranno solo Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Emerald Fennell e Chloé Zhao, rispettivamente nel 1994, 2004, 2010 e 2021.
Il 1983 è l’anno di Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, film che affronta con leggerezza e coraggio il tema del terrorismo. Del 1986 è la prima delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa in diretta su Rai 1. Nel 1997 dirige una Bohème all’Opera di Atene. È autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali, da Due più due non fa più quattro (1968) e Fratello sole, sorella luna (1972) (entrambi per la regia di Franco Zeffirelli) a L’esibizionista (1994), da Gino, Ginetta e gli altri (1995) a Lasciami andare madre (dal libro di Helga Schneider, con Roberto Herlitzka nella parte della vecchia madre). Nel 1987, su proposta di Bettino Craxi, venne inclusa tra i membri dell’Assemblea nazionale del PSI[11]. Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 torna alla satira politica con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti come nuovi Giannini-Melato. Due anni dopo, per la prima volta si cimenta nel doppiaggio: è la voce di Nonna Fa in Mulan.
Dopo la ricostruzione storica Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmüller torna dietro la macchina da presa con la serie televisiva Francesca e Nunziata del 2001 con Sophia Loren e Claudia Gerini, e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia del 2004 sempre con la Loren protagonista, che però, nonostante le proteste della regista, viene distribuito in poche sale cinematografiche e solo un paio d’anni dopo la produzione. Il successivo Mannaggia alla miseria del 2008 con Gabriella Pession e Sergio Assisi è trasmesso direttamente in prima serata su Rai 1 il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le è conferito il David di Donatello alla carriera. Nel 2013 recita un cameo nel film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente!, nel ruolo di membro dei poteri forti, insieme con il collega Pupi Avati, il critico Steve Della Casa e il giornalista Fabrizio Rondolino.
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Alla Scala successo per Macbeth, ovazione per Mattarella

Con una standing ovation di 5 minuti all’indirizzo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è alzato questa sera il sipario sulla prima alla Scala. L’evento culturale che apre la stagione lirica dell’iconico teatro milanese, tra i più attesi in Italia e non solo, si è svolto quest’anno con la partecipazione del pubblico. Una presenza non scontata, considerando che molti teatri europei sono ancora chiusi a causa del Covid. L’opera inaugurale è stata il “Macbeth” di Giuseppe Verdi, eseguito in versione moderna, sulla trama del noto dramma scritto da William Shakespeare. Sul podio il direttore musicale della Scala, Riccardo Chailly, con la regia di Davide Livermore, e un grande cast con interpreti principali Luca Salsi, Anna Netrebko, Francesco Meli e Ildar Abdrazakov. Ad assistere dal palco reale il capo dello Stato affiancato dalla figlia Laura, che ha assistito all’ultima performance scaligera di Sant’Ambrogio del suo settennato presidenziale e, anche per questo, accolto oltre che dagli applausi da un coro di “bis, bis”, una sorta di “appello” per chiedergli di non lasciare il suo posto istituzionale. Nei posti d’onore sedevano anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, accompagnato dalla moglie, e autorità locali, tra cui il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con la compagna Chiara Bazoli, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi. Lo spettacolo è andato in scena in una sala gremita e addobbata con migliaia di fiori, regalati dallo stilista Giorgio Armani (dalla scorsa primavera socio sostenitore della Fondazione scaligera), anch’egli presente, insieme alla nipote Roberta. Il Macbeth andato in scena è un uomo dei nostri tempi, in giacca e doppio petto, ma con la stessa mente assetata di potere del giovane soldato scozzese ideato da Shakespeare, che pur di diventare re di Scozia, compie l’omicidio del sovrano Duncan, spinto dalla moglie. Quest’ultima, lady Macbeth, è una donna dei salotti buoni, presentata in scena vestita di rosso, oro e una stuoia di pelliccia nera, mentre sorseggia whiskey e fuma una sigaretta. Re Duncan assomiglia invece a un amministratore delegato o al presidente di una grande azienda, in completo scuro, giacca e cravatta, e scintillante corona d’oro, applaudito e osannato dai sudditi-lavoratori. Tre le personalità di spicco presenti alla prima, alcune accolte dal sovrintendente della Scala Dominique Meyer, la senatrice a vita Liliana Segre, il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, l’ex premier Mario Monti con la moglie Elsa, l’ex ministro Pier Carlo Padoan, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e Massimiliano di Silvestre, presidente di Bmw Italia. Tra le star del mondo dello spettacolo il tenore Placido Domingo, il ballerino Roberto Bolle, Cesare Cremonini, Manuel Agnelli, Diodato, Luca Argentero e Alessandro Cattelan. A rendere la performance ancora più unica le scenografie maestose disegnate da Giò Forma, fatte di cieli enormi, con nubi grigie, nere o rosso fuoco, palazzi, grattacieli, salotti, statue, simboli di potere e un ascensore più simile a una gabbia, che rinchiude gli assassini, Macbeth e la sua lady. Nell’allestimento è forte la presenza di Milano, non solo nell’architettura ma anche nella moda: il costumista Gianluca Falaschi ripercorre gusti e tendenze della creatività milanese degli ultimi decenni, presentando sul palco creazioni eleganti e lussuose per la corte in netto contrasto con la monocromia della folla, vestita di abiti diversi per foggia e tonalità su una stessa tinta di base. Al termine della rappresentazione tanti gli applausi, oltre 10 minuti, da parte del pubblico per cast e regista. Un grande spettacolo quello di questa sera alla Scala, che certamente aumenta la fiducia nella ripartenza del Paese, contribuendo a rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo, come simbolo di inesauribile arte e cultura.
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Maurizio Costanzo “Il mio show tornerà al teatro Parioli”

ROMA (ITALPRESS) – “Approfitto della presenza di Michele Santoro per annunciare: noi con questa puntata finiamo l’anno televisivo, ricominceremo a primavera e l’annuncio è che ricominceremo dal Parioli, teatro dove è nato lo show”. Lo ha annunciato Maurizio Costanzo durante la registrazione del talk show di Canale 5. “Torno ai Parioli – aggiunge – purtroppo manca il regista Paolo Pietrangeli e l’autore che è stato con me 25 anni che era Alberto Silvestri. Noi superstiti ripartiamo”.
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Premio “Salva la tua lingua locale”, spaccati di vita per opere vincitrici

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ROMA (ITALPRESS) – L’enigma dell’esistenza, tradizioni popolari e leggende delle comunità d’origine: sono alcuni degli argomenti delle opere vincitrici della nona edizione del premio letterario nazionale, dedicato ai dialetti, “Salva la tua lingua locale”; fra le pubblicazioni premiate anche dizionari, tesi di laurea e saggi sull’origine e l’evoluzione di termini dialettali.
I riconoscimenti sono stati consegnati oggi nel corso della cerimonia ospitata, durante la mattinata, nella sala delle Protomoteca del Campidoglio.
Complessivamente sono oltre trecento le opere pervenute per le sette categorie nelle quali si articola il premio: “Premio Tullio De Mauro”, “Poesia edita”, “Prosa edita”, “Poesia inedita”, “Prosa Inedita”, “Fumetto Edito”, “Musica” e “Teatro Inedito”.
“Salva la tua lingua locale” è indetto dall’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) e ALI Lazio (Autonomie Locali Italiane) con il Centro Internazionale “Eugenio Montale” e E.I.P. “Scuola Strumento di Pace”.
“Negli ultimi due anni le restrizioni imposte dall’emergenza pandemica hanno fatto emergere ancor di più il senso di identità e comunità che il dialetto porta con sé. Spesso basta un termine, una semplice esclamazione in dialetto per innescare un ricordo o far rivivere una tradizione. Nei dialoghi a distanza, inoltre, il dialetto ha la forza di scaldare i cuori rappresentando il cordone ombelicale che ci lega ai luoghi d’origine. E’ un patrimonio che l’Unpli e le Pro Loco tutelano quotidianamente con attività di divulgazione e promozione, di cui oggi raccogliamo i frutti, con un’edizione caratterizzata dall’alta qualità delle opere e dalla crescita esponenziale della partecipazione al premio dedicato al compianto ”Tullio De Mauro” afferma il presidente dell’Unpli, Antonino La Spina.
“L’identificazione nelle proprie tradizioni locali e nei valori che esse veicolano è indubbiamente un valore aggiunto nel processo di rinascita nel post pandemia, in cui le comunità, a partire da quelle più piccole, devono essere centrali. Riscoprire e valorizzare le lingue locali e i dialetti in questo periodo storico assume sempre più rilevanza per la nostra società. E ne è una dimostrazione la crescente partecipazione al Premio. Senza la ricchezza dei dialetti perderemmo inevitabilmente dei preziosi veicoli che rinsaldano proprio la solidarietà e le visioni d’insieme nelle realtà locali”, sottolinea Patrizia Nicolini, vice presidente di ALI Lazio.
“Il premio è ormai una realtà consolidata, la cui capacità di coinvolgere, grazie ad Unpli e Ali, è crescente” ha sottolineato Bruno Manzi, Capo di Gabinetto del Sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale e presidente uscente di Ali Lazio che nel corso del suo intervento ha portato anche i saluti del Sindaco di Roma, Roerto Gualtieri.
“Sono arrivati ben 27 lavori in cui si dà una rappresentazione di spaccati di storia di vita individuale e collettiva. Le opere sono state analizzate da una commissione istituita ad hoc” ha evidenziato Silvana Ferreri, docente universitaria e membro onorario del comitato dei garanti del premio; la sezione è riservata ai lavori scientifici editi o inediti: saggi, tesi di laurea, studi su dialetti e/o lingue locali e dizionari. Il premio “Salva la tua lingua locale” è stato istituito sotto l’egida di De Mauro che, fino alla sua scomparsa, ne ha ricoperto il ruolo di presidente onorario.
La cerimonia di premiazione è stata presentata dalla conduttrice e giornalista Rai, Veronica Gatto.
Di seguito i vincitori delle singole sezioni.
Poesia edita. 1° ex aequoLilia Slomp Ferrari, Pass Dopo Pass, Biblioteca dei Leoni, 2019 (dialetto della città di Trento). 1° ex aequo Nadia Mogini, Gettlini de linòrio, puntoacapo Editrice, 2021 (dialetto di Perugia). Prosa edita. 1° Giacomo Giannini, Giallo a Montenovo, Ostra Vetere, 2021 (dialetto di Ostra Vetere, entroterra Anconetano, AN). Poesia inedita: 1° Giuseppe Biscione(dialetto cancellarese). Prosa inedita: 1° Maria Serrentino (dialetto siciliano). Teatro inedito: 1° Gabriella Birardi Mazzone, Antonio Pastore, Re pupe de la Quarandàne (dialetto di Casamassima – BA). Musica: 1°) Maurizio Della Michelina(dialetto pesarese). Premio “Tullio De Mauro”: 1° Valerio Ferrari, Etimologie dialettali cremasche, Edizioni Fantigrafica, Cremona 2020.
Sono stati attribuiti, inoltre, menzioni alle Pro Loco Unpli ed ad altri associazioni per la diffusione del premio che si elencano di seguito.
Le giurie.
La Giuria del Premio per l’edizione 2021 è così composta: Franco Brevini, Patrizia Del Puente, Luigi Manzi, Plinio Perilli, Giancarlo Schirru, Giovanni Tesio, Tonino Tosto, Salvatore Trovato (Presidente). Il Presidente onorario del Premio è Giovanni Solimine.
Il Comitato dei Garanti del Premio è composto da: Bruno Manzi, Antonino La Spina, Luca Abbruzzetti, Luigi Manzi, Fernando Tomasello, Valter Pezzarini e Silvana Ferreri (membro onorario).
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“L’odore del mare”, duetto Tiromancino e Consoli in radio da venerdì

MILANO (ITALPRESS) – Sarà in radio da venerdì 10 dicembre “L’odore del mare”, il duetto tra Tiromancino e Carmen Consoli.
Si tratta di una delle 12 tracce inedite che fanno parte del nuovo album di Tiromancino “Ho cambiato tante case”. Parlando della collaborazione con l’artista catanese, Federico Zampaglione racconta: “Insieme a me a cantare in questo pezzo c’è Carmen, la “cantantessa”, una delle voci e delle personalità più potenti della musica italiana. La cosa bella di questa collaborazione è che entrambi siamo riusciti, essendo appassionati di musica soul e blues, a dare alla canzone un’eco lontana che richiama questi stili.
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