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Pantani Days, tre giorni al cinema per ricordare “Il Pirata”

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Dal 18 al 20 ottobre sarà celebrata nelle sale italiane la tre giorni dedicata al Pirata, i “Pantani Days”, in occasione dell’uscita su grande schermo de “Il migliore. Marco Pantani”. Diretto da Paolo Santolini, prodotto da Okta Film con Rai Cinema, in collaborazione con Fondazione Marco Pantani e distribuito al cinema da Nexo Digital, Il film racconta dall’interno, con tenerezza, empatia e amorosità, l’avventura umana e sportiva del mitico ciclista che ha fatto sognare l’Italia, scalando le montagne con “il cuore nelle gambe e la forza di un leone”. Non si tratta di un tributo incondizionato a una figura di culto perseguitata dal destino e neppure dell’ennesima inchiesta mirata a far luce sulla vicenda finita in tragedia di Marco Pantani che, ostacolato nella pratica ciclistica, muore nel 2004, a trentaquattro anni, in circostanze ancora non chiarite.

Fin dalla prima sequenza, il regista Paolo Santolini – nato e cresciuto in Romagna come Pantani – mette in chiaro che, qui, si parlera` d’altro e in altro modo. E questo ‘altro’ e` l’universo umano, sociale e culturale in cui il campione si e` formato: una comunita` affettiva e affettuosa di familiari, amici, sostenitori, che, a distanza di quasi vent’anni dalla sua morte, non vogliono e non possono parlare di lui al passato. Sono i loro volti e le loro voci a dare una vertiginosa ‘presenza’ al campione romagnolo, a riportarlo tra noi invincibile e ferito, forte e vulnerabile, per sempre giovane, in attesa di riscatto. Attraverso materiali d’archivio pubblici e privati e conversazioni intime e toccanti con i familiari, l’allenatore dei suoi esordi, gli amici piu` cari, il film ripercorre la vita di un grande ciclista sullo sfondo della sua Cesenatico, un piccolo centro affacciato sul Mar Adriatico, un paese dell’anima che non ha mai smesso di credere che “uno cosi` non cede”.
(ITALPRESS).

Franceschini “Sulla capienza di cinema e teatri serve un passo avanti”

ROMA (ITALPRESS) – “Il settore della cultura ha attraversato un deserto e la ripartenza vera è necessaria. Il settore ha accettato in questi mesi le regole rigide che l’emergenza ha imposto, ora è il momento di fare un passo avanti. A giorni il Cts dovrà esprimersi e domani avrò una audizione con il Cts e cercherò di spiegare le ragioni che consentono di fare questo passo avanti. Naturalmente la decisione sarà collegiale anche in base ai dati epidemiologici”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, nel corso del Question Time alla Camera. “La mia posizione è nota e credo che alla luce delle regole che hanno tolto molte misure in altri settori in presenza di mascherine, green pass e controlli – ha sottolineato – ci sia una condizione per superare i limiti di capienza sia all’aperto che al chiuso. Credo che questa direzione sia da perseguire ma le modalità saranno oggetto di una decisione collegiale del governo”.
(ITALPRESS).

“Una voce per San Marino”, vincitore a Eurovision Song Contest

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Da un’idea della Segreteria di Stato per il Turismo nasce “Una voce per San Marino”, un festival canoro internazionale che garantirà al vincitore la partecipazione all’edizione 2021 di Eurovision Song Contest. All’evento, organizzato da Media Evolution srl e realizzato grazie alla partnership con San Marino RTV, emittente televisiva affiliata EBU e detentrice dei diritti di partecipazione ad Eurovision Song Contest, è possibile iscriversi a partire da oggi compilando la documentazione presente sul sito internet del Festival fino al prossimo 10 gennaio 2022. A “Una voce per San Marino” potranno partecipare artisti “emergenti” e “big” della musica senza alcun limite di cittadinanza o di lingua con la quale viene interpretato il brano scelto. Dal 13 al 19 dicembre e dal 5 all’11 gennaio 2022 verrà avviata a San Marino, presso il Teatro Titano, un’accademia per gli artisti “emergenti” iscritti al concorso che fungerà anche da casting preliminare mentre nel mese di febbraio 2022 il concorso per artisti “emergenti” di concluderà con le semifinali e la finale che decreterà il nome degli 8 artisti che, insieme ai big selezionati (senza alcun limite di nazionalità e lingua), si esibiranno il 19 febbraio 2022 nella finalissima quando una giuria qualificata incoronerà il vincitore. L’iniziativa ideata dalla Segreteria di Stato per il Turismo con la preziosa collaborazione della San Marino RTV vuole incontrare i suggerimenti di EBU che promuove la scelta dei partecipanti ad Eurovision Song Contest attraverso concorsi nazionali e internazionali e, contemporaneamente, assume un prezioso valore turistico e di immagine con un indotto per il comparto garantito dalla presenza di artisti emergenti, big, staff e addetti ai lavori in Repubblica per un periodo piuttosto lungo. Questa mattina, presso gli studi di San Marino RTV, il Segretario di Stato per il Turismo di San Marino Federico Pedini Amati, Vittorio Costa di Media Evolution e il responsabile del progetto per la San Marino RTV Alessandro Capicchioni sono intervenuti per presentare il progetto. “Credo moltissimo nelle opportunità che questo evento può garantire al nostro Paese. Parliamo di immagine, messaggi positivi e anche di un importante indotto”, ha detto Federico Pedini Amati, segretario di Stato per il Turismo.  “Ormai tutti i Paesi che partecipano ad Eurovision Song Contest qualificano i suoi artisti sulla base di un Festival e noi abbiamo voluto fare lo stesso – ha spiegato Pedini Amati – aprendo però lo stesso a tutti gli artisti del mondo senza alcuna limitazione, né di cittadinanza e né di lingua, con un occhio di riguardo per i sammarinesi ai quali garantiremo wild card per le fasi avanzate. Ringrazio la San Marino RTV, detentrice della partecipazione, per averci concesso l’opportunità di organizzare questo evento in collaborazione e Media Evolution che si occuperà dell’organizzazione vera e propria, dal ricevimento delle iscrizioni all’organizzazione delle finali. Sono certo che sarà un grande evento e oggi, anche solamente parlarne e poterlo annunciare, mi emoziona”. (ITALPRESS).

“Solo”, il 22 ottobre esce il nuovo album di Ultimo

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ROMA (ITALPRESS) – Il nuovo progetto discografico di Ultimo, “Solo”, è in arrivo venerdì 22 ottobre su tutte le piattaforme digitali e in formato fisico. “Solo” segna il ritorno di Ultimo a due anni e mezzo dall’album precedente, durante i quali il cantautore ha collezionato 45 dischi di platino, 17 dischi d’oro ed il primato di artista italiano più giovane di sempre ad esibirsi in uno stadio (“La favola”, Stadio Olimpico, 4 luglio 2019). Si tratta di un album introspettivo, che mette al centro l’essere umano. La penna inconfondibile dell’autore torna prepotente nei testi, nei quali si mette a nudo, descrivendo le emozioni provate in questi due anni di silenzio e lontananza dal proprio pubblico. “Solo” è il primo album dell’artista autoprodotto dalla sua etichetta Ultimo Records. Da oggi è disponibile il preorder di CD e doppio LP bianco (anche in edizione limitata autografata in esclusiva su Amazon), oltre alle speciali versioni box doppio LP Deluxe e box CD Deluxe, contenenti anche 17 tavole illustrate.
L’ascesa professionale di Ultimo è costellata da diversi record: nel 2019 “Colpa delle favole” è l’album più venduto dell’anno e Ultimo l’artista più ascoltato in Italia su Spotify e Apple Music. Sempre nel 2019, tutti e tre i suoi album sono presenti contemporaneamente nella Top10 della Top of the Music Fimi/Gfk, risultato mai raggiunto prima in Italia da alcun artista. Ad oggi, Ultimo ha già venduto oltre 2.000.000 di dischi, raggiungendo oltre un miliardo di stream su Spotify e, con il tour previsto per il 2022, sarà l’artista più giovane di sempre a intraprendere una tournée negli stadi. Dal 2019 è Goodwill Ambassador Unicef e supporta i progetti di lotta alla malnutrizione e a sostegno di vaccinazioni, impianti idrici e servizi igienico sanitari in Mali, dove nel 2020 è stato per la sua prima missione sul campo.
(ITALPRESS).

Rai, a “Cartoons on the Bay” nasce il premio Sergio Bonelli

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ROMA (ITALPRESS) – Rai: nasce il Premio Sergio Bonelli a Cartoons on the Bay. Realizzato da Cartoons on the Bay in collaborazione con la Sergio Bonelli Editore, il Premio sarà assegnato nel corso del festival dell’animazione e delle arti visive crossmediali di Rai Com a partire dall’edizione che si svolgerà a Pescara dall’1 al 5 giugno 2022. Una giuria composta da cinque membri tra cui il direttore di Cartoons on the Bay, Roberto Genovesi, e Davide Bonelli, figlio di Sergio Bonelli e direttore generale della Sergio Bonelli Editore, assegnerà ogni anno un riconoscimento pensato per molteplici categorie tra cui personaggio dell’anno, miglior prodotto creativo tratto da fumetto o ispirato a un fumetto, miglior fumetto. Le scelte della giuria guarderanno al completo panorama delle proposte artistiche, audiovisive e crossmediali tra le quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, film, videogiochi, serie TV, fumetti, cartoni animati, clip musicali, clip pubblicitarie, spettacoli teatrali e di strada che mostrino nel proprio dna l’ispirazione dalla nona arte. Il Premio Sergio Bonelli è un’esclusiva Rai, Rai Com, Cartoons on the Bay, Sergio Bonelli Editore.
“Sono felice di questa iniziativa che rafforza l’attenzione di Cartoons on the Bay nei confronti del medium fumetto e di tutte le sue potenzialità nel dialogo con gli altri media – ha detto il direttore artistico di Cotb, Roberto Genovesi – e sono orgoglioso che ciò avvenga attraverso la nascita di un premio intitolato a colui che ha fatto la storia del fumetto in Italia”. Per il direttore generale della Sergio Bonelli Editore, Davide Bonelli “La proposta da parte degli amici di Rai di un Premio intitolato a mio padre ci ha trovato tutti molto emozionati. Un’iniziativa, a dieci anni dalla sua scomparsa, che reca il giusto tributo a una figura così importante per il mondo del fumetto e dell’intrattenimento legato all’immagine. In questo 2021, così carico di tanti ricordi ed emozioni per la Casa editrice, si aggiunge così anche la prima edizione del Premio Sergio Bonelli; un appuntamento che ci auguriamo possa coinvolgere splendide creatività e voci autoriali”,
(ITALPRESS).

Terence Hill termina riprese di Don Matteo e lascia la serie

ROMA (ITALPRESS) – Dopo oltre 250 episodi, dopo oltre 20 anni dalla messa in onda della prima puntata, Terence Hill ha girato la sua ultima scena di una delle più fortunate e longeve serie di Rai1, “Don Matteo”, prodotta da Luca e Matilde Bernabei in collaborazione con Rai Fiction. E’ in questa occasione che Lux Vide e Rai Fiction hanno voluto dire grazie all’attore per la dedizione e la fedeltà con cui ha prestato il suo “mito” ad un personaggio che è entrato per 20 anni con gentilezza nelle case di tutti gli italiani. “Terence ci lascia”: questa è la frase che sabato serpeggiava tra i membri della troupe, nella chiesa di Santa Eufemia a Spoleto, set della sua ultima scena. “E’ vero, Terence ci lascia – afferma Luca Bernabei produttore della serie – ma vogliamo interpretare questa frase non in senso negativo ma anche e soprattutto in senso positivo. Vogliamo pensare all’eredità che Terence ci lascia in termini appunto di dedizione, fedeltà e soprattutto di amore per Don Matteo e per tutti i telespettatori che in questi 20 anni ci hanno seguito. Oggi dobbiamo essere all’altezza del mito che non ci lascia ma come un padre ci guarda da lontano e ci osserva crescere. Consapevoli dell’eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più e di portarla avanti con la massima dedizione e responsabilità. Lo dobbiamo ai milioni di italiani che guardano la serie e a Terence. A lui vogliamo dire ancora una volta…Grazie Terence Hill”.
(ITALPRESS).

Su Rai1 il medical drama “Fino all’ultimo battito”

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Cosa saremmo disposti a fare per amore di un figlio? Fino a dove saremmo disposti a spingerci? E il bene e il male sono davvero così nettamente separati? Sono le domande che non potrà non porsi chi guarderà “Fino all’ultimo battito”, da giovedì 23 settembre in prima serata su Rai1, la nuova serie prodotto dalla Eliseo Multimedia di Luca Barbareschi e da Rai Fiction. Protagonista delle sei puntate è Diego Mancini (Marco Bocci), irreprensibile cardiochirurgo di successo all’ospedale di Bari e basterebbe notare che la serie in un primo momento era stata intitolata “Il medico della mala” per intuire di cosa si parla. Sì perché Mancini – bella carriera, bella casa e bella famiglia (la compagna Elena è interpretata da Violante Placido, la suocera ha il volto di Loretta Goggi) – improvvisamente si trova a fare i conti con il peggioramento della salute del figlio di sette anni e con la necessità di sottoporlo a un trapianto di cuore. Ma di cuori disponibili, si sa, ce ne sono pochi e certe scelte, come quella che fa Mancini, rischiano di essere pagate a caro prezzo. Ritrovandosi, ad esempio, ricattato e minacciato dalla malavita. Insomma, sulla carta, gli ingredienti per piacere al pubblico ci sono tutti: c’è il medical, che tanto funziona persino in tempi di pandemia, c’è il melò e ci sono il crime e quel pizzico di commedia che non guasta mai. “Ho subito immediatamente il fascino di questo personaggio e, per questo, sono tornato a fare una serie lunga come non facevo da tempo perché, avendo due bambini, avevo fatto scelte più familiari – dice Bocci – Forse, nei panni di Mancini, avrei fatto la sua stessa scelta anche perché i miei figli hanno l’età del suo. Anche se poi sono tanti i momenti in cui decisioni come queste vengono messe in discussione Certo, è un personaggio che mi ha messo più in contatto con me stesso, ho vissuto quel dubbio e quella paura che viveva lui”. Nei panni dell’illustre primario, l’attore ha anche finito per appassionarsi alla medicina: “Abbiamo avuto sul set uno staff completo di sala operatoria che mi ha spiegato come si fanno gli interventi, come vedere se ci sono emorragie e come fare un trapianto”. La responsabilità di interpretare un medico, personaggio quasi eroico ai tempi del Covid-19, invece non l’ha sentita: “Quella che ho sentito, e forte, è stata la responsabilità di arrivare alla fine delle riprese. Siamo stati sul set 22 settimane in piena pandemia, 21 della quali in zona rossa, con il terrore, i protocolli, tutti chiusi in albergo. A volte ci guardavamo pensando di non farcela”. La clausura forzata ha, invece, avuto un effetto positivo su Violante Placido: “Ho dei ricordi forti di quelle settimane. Tutti nello stesso posto, mangiare insieme, stare insieme sul set e fuori ci ha fatto sentire meno soli mentre la gente era chiusa in casa senza poter vedere nessuno. Ci sentivamo fortunati ad essere lì e poter lavorare”. Per Placido, il personaggio di Elena “è quello che mi ha impegnato di più emotivamente. È una donna generosa, che sogna l’armonia e crede nella famiglia ed è dura quando la vita la prende a schiaffi ma sarà l’occasione per mostrare una nuova forza e dimostrare a chi le sta vicino quanto sia forte. Il suo è un percorso doloroso in cui le richiesto un coraggio che non pensa di avere. Solo alla fine capirà che non ha tanto bisogno di essere protetta ma è uno degli elementi che può contribuire a tenere unita la sua famiglia”. Una famiglia in cui ha un ruolo importante anche Margherita (Loretta Goggi), la madre di Elena: “Lei è la classica mamma che dice sempre ‘Te l’avevo detto’. Insomma non proprio il massimo per una figlia che ha commesso un errore da giovanissima ma che ora le dà tante soddisfazioni perché sta con un cardiochirurgo di fama. Su di lei, però, possono contare tutti, figlia, genero e nipoti”, dice Goggi che rivela sorridendo: “Ho imparato il pugliese talmente bene che mi sono dovuta doppiare perché non si capiva quello che avevo detto”. E, poi, c’è Rosa che ha un suocero boss da tirar fuori dal carcere a qualunque costo e il volto di Bianca Guaccero: “Faccio parte della tempesta che va a sconvolgere la vita di Diego ed Elena – dice l’attrice – Rosa è un personaggio molto ambiguo, a cavallo tra il bene e il male, che lotta per il bene di suo figlio e non esita a usare anche la bellezza e il suo corpo”. Il boss in questione, Cosimo Patruno, è interpretato da Fortunato Cerlino, non nuovo a questo genere di ruoli: “Per un attore viaggiare in queste stanze infernali è un’opportunità enorme. Qui raccontiamo senza veli le conseguenze di quando ci si avvicina a un mondo di questo tipo”. Diversamente dal solito, parlando di criminalità organizzata, non ci si riferisce a mafia, camorra e ‘ndrangheta. A spiegarne il motivo è lo sceneggiatore Andrea Valagussa: “Abbiamo scelto la Puglia perché volevamo uscire dalle mafie più conosciute e raccontarne una un po’ diversa. La Sacra Corona Unita è l’unica ad avere una data di fondazione e, forse, anche una di morte perché ci sono stati due maxiprocessi. Ci siamo ispirati a quelle storie e abbiamo studiato molto perché il punto di partenza è sempre la verità delle storie e dei personaggi”. La regia di “Fino all’ultimo battito” è di Cinzia TH Torrini: “Mi è sembrata subito una storia nuova e sfidante. Il protagonista è un eroe che cade in un vortice infernale dopo avere fatto una cosa contraria all’etica del suo lavoro. Bisognava portare lo spettatore a chiedersi cosa avrebbe fatto se fosse stato nei suoi panni”. La serie, come dicevamo, è girata in Puglia e ambientata a Bari: “Ma l’ospedale, in realtà, è quello di Lecce perché aveva un reparto nuovo di zecca” puntualizza Barbareschi che, con l’occasione, invita il Governo “a dare più fondi a Rai Fiction perché la narrazione italiana può passare solo attraverso la Rai”. Le prime due puntate di “Fino all’ultimo battito” sono già disponibili in anteprima su RaiPlay.
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Sophia Loren, la diva italiana più amata al mondo compie 87 anni

ROMA (ITALPRESS) – Spegne 87 candeline Sophia Loren. L’attrice italiana, due volte premio Oscar, che nel 2020 è tornata alle scene da protagonista nel film diretto dal figlio Edoardo Ponti “La vita davanti a sè” è nata a Roma il 20 settembre del 1934, registrata all’anagrafe come Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone. La Loren è stata inserita al ventunesimo posto tra le migliori attrici femminili di tutti i tempi dall’American Film Institute, e la “stella” con il suo nome è sulla celebre Hollywood Walk of Fame, la strade delle stelle. I suoi esordi cinematografici avvengono in giovane età ed è già una stella negli anni Cinquanta, come protagonista della commedia all’italiana come “Pane, amore e…” e in pellicole di genere hollywoodiano, come “Un marito per Cinzia” o “La baia di Napoli”. La sua consacrazione arriva nel 1960 quando interpreta “La Ciociara” nell’omonimo film di Vittorio De Sica che gli vale il primo Premio Oscar. Un riconoscimento storico perchè è il primo assegnato ad una attrice di casa nostra per un film italiano. La seconda statuetta dell’Accademy arriva nel 1991, alla carriera.
(ITALPRESS).