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Carmen Consoli, arriva l’inedito “Una domenica al mare”

ROMA (ITALPRESS) – Torna Carmen Consoli. Da oggi, 3 settembre, arriva in radio e su tutte le piattaforme digitali “Una domenica al mare”, primo singolo estratto dal nuovo album di inediti “Volevo fare la rockstar”, in uscita il prossimo 24 settembre per Narciso/Polydor – Universal Music.
Con “Una domenica al mare” la cantantessa riprende alcuni dei temi a lei più cari e dei tratti stilistici e compositivi distintivi, e li proietta verso prospettive più ampie.
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“E’ stata la mano di Dio”, a Venezia l’amarcord di Sorrentino

VENEZIA (ITALPRESS) – “Non è detto che tutto quello che vediamo nel film è realmente successo, ma è del tutto autentico nel riflettere quello che ho veramente provato in quel periodo del passato”: è con queste parole che Paolo Sorrentino risolve il nodo dell’autobiografismo e della finzione che lega e tiene unito “E’ stata la mano di Dio”, il suo nuovo film in concorso a Venezia 78, produzione Netflix (in streaming da metà dicembre, dopo un passaggio in sala dal 24 novembre) che è stata accolta al Lido con applausi e consensi pressochè unanimi. Per quanto le note stampa annunciassero un film autobiografico, non era facile aspettarsi da un regista così virtuosistico come Sorrentino un film tanto limpido, immediato, sincero: l’amarcord che nutre non è quello invischiato in una memorialistica felliniana trasognata e astratta, ma tende a un contatto autentico con le sue esperienze adolescenziali, nutrite dal mito di Maradona e dettate dal dramma reale che ha segnato la sua vita, quando i suoi genitori morirono per un incidente e lo lasciarono solo con la fine della sua infanzia. L’arrivo di Maradona al Napoli è il sogno proibito che Fabietto coltiva nella sua solitudine da adolescente un pò separato e sognante, senza amici ma immerso in una famiglia ampia e colorata, il cui ritratto offre al film la sua tessitura umanistica e da commedia: il padre bancario (Toni Servillo), la madre casalinga (una sempre bravissima Teresa Saponangelo), un fratello con sogni d’attore e una sorella sempre chiusa nel bagno offrono al ragazzino uno spettacolo quotidiano di affettuosità, allegria, problemi, litigi che si riflette nel coro multicolore offerto dagli zii, dalle zie, dai vicini. Paolo Sorrentino descrive questo mondo con una libertà e sincerità del tutto inedita al suo cinema, in genere teso verso simbolismi ed elaborazioni stilistiche più barocche: “E’ stata la mano di Dio” è invece un film che respira con i suoi personaggi e offre un sentimento autentico della vita, inscritto nel percorso doloroso che porta un adolescente a farsi carico di se stesso e intraprendere la strada del cinema. Il tema della finzione e della verità è del resto molto importante nel film, proprio perchè segna il discrimine tra ciò che accade e ciò che si desidera accada, un pò come il famoso gesto sportivo di Maradona che aveva scavalcato la norma del regolamento nel segno di un bisogno di affermazione più forte della realtà stessa. E’ in questa tensione che Sorrentino trova la chiave stilistica e narrativa: “La principale differenza tra questo film e gli altri che ho fatto” dice giustamente il regista, “sta nel rapporto tra verità e bugie: se gli altri miei film si alimentano di falsità nella speranza di individuare un barlume di verità, questo parte da sentimenti reali che sono poi stati adattati alla forma cinematografica”. E allora il susseguirsi di episodi familiari, l’attrazione per la bellezza delle forme femminili, l’incipit affidato alla fantasia alterata della zia che incontra San Gennaro a una fermata del bus, gli scherzi della madre, la figura della contessa del piano di sopra, tutto questo contribuisce a definire il portato umano di un film che sa essere sincero e autentico nella misura in cui riscrive la fantasia con la quale è stato incamerato nella propria coscienza dal regista. E poi c’è l’omaggio ampio e consapevole a un altro grande autore partenopeo, quell’Antonio Capuano grazie al quale effettivamente Sorrentino è entrato nel mondo del cinema, scrivendo assieme a lui “Polvere di Napoli. Oltre a Toni Servillo e Teresa Saponangelo, il cast punta tutto sulla presenza immediata e ragionata del giovane Filippo Scotti nel ruolo di Fabietto. A lui si affiancano Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Enzo Decaro, Luisa Ranieri.
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Leone d’oro carriera a Benigni “Mattarella rimanga qualche anno in più”

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VENEZIA (ITALPRESS) – “Presidente Mattarella, rimanga ancora con noi, deve rimanere qualche anno in più. Almeno fino alla prossima mostra o ai mondiali in Qatar, che lei porta bene”. Lo ha detto Roberto Benigni, ritirando il Leone d’oro alla Carriera a Venezia. “Un pensiero alla mia attrice prediletta, Nicoletta Braschi – ha aggiunto – alla quale non posso nemmeno dedicare questo premio perchè è suo: è tuo, ti appartiene. Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni”.
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Sting, a novembre nuovo disco inediti “The Bridge”

MILANO (ITALPRESS) – Uscirà il 19 novembre il nuovo album di inediti di Sting, “The Bridge”. Ad anticipare la pubblicazione il primo singolo inedito “If It’s Love”. “Non sono sicuramente il primo cantautore che paragona l’innamoramento o la fine dell’amore con una malattia incurabile e non sarò certo l’ultimo” ha detto Sting. “If It’s Love è il mio contributo a quel modello in cui la metafora dei sintomi, diagnosi e la propria incapacità rendono tutti noi simili tanto da ritrovarci a sorridere mestamente”.
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Gli 80 anni di Beruschi, il ragioniere che conquistò Drive in

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ROMA (ITALPRESS) – “Urca” quante candeline da spegnere. Ottanta per la precisione, per il ragioniere che faceva così tanto ridere i colleghi che dapprima preferì i corsi serali di teatro a quelli di economia, e poi il cabaret piuttosto che il ruolo di vice direttore commerciale della Galbusera. Ottanta candeline (5 settembre) per Enrico Beruschi; attore dalla faccia simpatica, dalla barba folta e dalla stempiatura imperante. Basso, con l’inconfondibile accento lombardo e quelle varie tonalità della voce che lo facevano somigliare ad un cartone. Comico ultranoto tra la fine degli anni ’70 e tutto il periodo degli anni ’80; maestro dei tormentoni, fu tra i protagonisti di due programmi cult, pietre miliari della comicità catodica italiana: “No stop” di mamma Rai, e “Drive In” del Biscione. Tutto ha però inizio al Derby, patria della comicità meneghina. E’ il 1977, e quel comico a dir la verità un po’ bruttino ma dai tempi perfetti finisce in Rai. Prima apparizione in “Qua la zampa”. Enzo Trapani, geniale scopritore di talenti lo vuole con sé a “No Stop”, la trasmissione che detta la legge della comicità sul piccolo schermo e che lancia gli artisti più talentuosi di allora. In Rai prosegue con trasmissioni indimenticabili come “La sberla” o “Luna Park”. Ma è l’83 l’anno della svolta, l’approdo alla tv di Berlusconi nella corte di quel genio che di nome fa Antonio e di cognome Ricci. L’autore lo vuole in “Drive In”; nelle edizioni successive non sarà più solo, con Margherita Fumero metterà su alcuni degli sketch più divertenti della trasmissione. “Margheritaaa…”. Strepita il povero marito bistrattato e vittima delle bizzarrie della moglie facendone un nuovo tormentone. Poi, archiviato “Drive in”, passerà al teatro e al cinema. D’altronde delle invasioni sul grande schermo c’erano già state negli anni ’70, anche nel cinema impegnato. Basti pensare a “Oh Serafina” di Lattuada o “Un borghese piccolo piccolo” di Monicelli. Non dirà no alle commedie scollacciate, partecipando alla saga di soldatesse alla visita militare o ai b-movie di improbabili e sgangherati eserciti.
In tv ci tornerà, dividendosi ancora una volta tra Mediaset e Rai: da “Emilio” a “Bellezze al bagno”, da “Camera Cafè” a “Quelli che il calcio”. Senza contare le sue parentesi musicali, con un’incursione sanremese nel 1979 quando si classificherà tra i primi cinque con il brano “Sarà un fiore”. Beruschi è stato un comico mai volgare, che ha basato parte del successo e del suo repertorio sulla sua fisicità. Non un battutista dal tormentone facile, ripetitivo e stancante, ma un attore capace. Un vero e proprio artista, che ha sempre calcato i prosceni dei teatri con disinvoltura, che ha sempre saputo fare ridere senza mai eccedere. E “urca” quanto ha fatto ridere.
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“Ma stasera” di Marco Mengoni è il tormentone dell’estate 2021

ROMA (ITALPRESS) – “RTL 102.5 Power hits estate”, l’unico grande evento di musica live, prodotto da RTL 102.5, ha incoronato ‘Ma stasera’ di Marco Mengoni come tormentone dell’estate 2021, dopo aver dominato la classifica di “RTL 102.5 Power hits estate” per nove settimane consecutive. “Questo riconoscimento unisce due elementi importantissimi per la musica: la radio con i suoi ascoltatori e il pubblico, i miei fan, senza cui il mio, il nostro lavoro, non avrebbe senso. Ed è bellissimo riceverlo qui all’Arena di Verona, che è un luogo simbolo della musica, e davanti a questo pubblico che è il cuore di questo riconoscimento, e dopo aver cantato con la mia band in questa serata unica – ha dichiarato Marco Mengoni – Grazie alla famiglia di RTL 102.5 che da subito ha accolto con entusiasmo la canzone e a tutti voi che avete scelto Ma stasera come colonna sonora di questa estate e ancora la portate con voi”. Cantautore amatissimo con 58 dischi di platino, tour da tutto esaurito, 650 milioni di visualizzazioni per i suoi video e riconoscimenti internazionali, Marco Mengoni è tornato con il successo di Ma stasera (certificato disco di Platino), brano dalle sonorità disco funk che ha segnato la nostra estate e con cui ha annunciato i suoi primi live negli stadi nell’estate 2022 (19 giugno 2022 – Stadio San Siro di Milano e 22 giugno 2022 – Stadio Olimpico di Roma). Questi tutti i vincitori della serata nelle diverse categorie: “RTL 102.5 Power hits estate” Marco mengoni – “Ma stasera”; Premio Siae Colapesce e dimartino – “Musica leggerissima”. Premio Fimi Fedez, Achille Lauro ft. Orietta Berti – “Mille”. Premio Pmi Bob Sinclar ft. Molly Hammar – “We could be dancing”. Premio Power history; Duran Duran; Carmen Consol; Ornella Vanoni. Premio Pwer hits top album Sfera ebbasta – “Famoso”. Premio Power hits platino Ligabue. La serata è stata presentata nella prima parte da Angelo Baiguini, Federica Gentile e straordinariamente da Massimo Giletti e, nella seconda parte dedicata alla gara, da Fabrizio Ferrari, Matteo Campese e Paola Di Benedetto.
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Giorgia debutta come attrice per Papaleo

ROMA (ITALPRESS) – Al via le riprese di “Scordato”, la nuova commedia diretta e interpretata da Rocco Papaleo, che torna dietro la macchina da presa per la sua quarta regia, dopo “Basilicata Coast to Coast”, “Una piccola impresa meridionale” e “Onda su Onda”, e dirige nel ruolo della protagonista la cantautrice Giorgia, al suo debutto nel cinema.
Sceneggiato dallo stesso Papaleo, che ne è anche il protagonista, con Valter Lupo, il film è prodotto da Indiana Production e Less Is More Produzioni in collaborazione con Vision Distribution che lo distribuirà in Italia e nel mondo. Ne sono interpreti anche Simone Corbisiero, Angela Curri, Giuseppe Ragone, Anna Ferraioli, Manola Rotunno e Antonio Petrocelli.
Rocco Papaleo inoltre torna a girare nella sua terra, le riprese si svolgeranno per sei settimane in Basilicata a Lauria e a Maratea, dopo una breve sosta a Salerno.
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Tim Roth al Museo nazionale del Cinema di Torino

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TORINO (ITALPRESS) – Già protagonista al Festival di Cannes – che lo ha visto al fianco di Vicky Krieps in Bergman Island di Mia Hansen-Løve – e in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Sundown di Michel Franco, il candidato all’Oscar Tim Roth è ospite del Museo Nazionale del Cinema di Torino, dove alle 18:30 ha incontrato il pubblico in occasione di una Masterclass nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana. Nato a Londra nel 1961, Tim Roth nella sua carriera si è diviso tra cinema e serie tv, interpretando personaggi molto diversi tra loro, fortemente caratterizzati. Attore feticcio di Quentin Tarantino – magistrali le sue interpretazioni in Le iene e Pulp Fiction – Roth nel corso della sua carriera ha lavorato con registi di fama mondiale quali Francis Ford Coppola, Michael Leigh, Tim Burton, Giuseppe Tornatore, Peter Greenaway, Werner Herzog, Stephen Frears, e Robert Altman, giusto per citarne alcuni.
La consacrazione con il grande pubblico televisivo arriva nel 2009 con la serie tv Lie to me, dove interpreta uno non convenzionale psicologo di comunicazione non verbale, esperto in microespressioni, prossemica, linguaggio del corpo, mimica facciale e reazioni involontarie. Debutta alla regia – alla quale, per sua stessa ammissione, vorrebbe dedicare più tempo – nel 1999 con il super acclamato The War Zone, presentato con grande successo di critica al Sundance Film Festival. Nel corso della masterclass Tim Roth è accompagnato da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, e da Grazia Paganelli.
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