ROMA (ITALPRESS) – “Giovanni dalle Bande Nere”, soprannominato anche il “Gran Diavolo” e figura centrale del Rinascimento, è il protagonista dell’ultimo libro di Carlo Maria Lomartire che intrecciando fiction e ricostruzione storica ne mette in risalto soprattutto l’aspetto umano, le sue passioni e la vivace concretezza dei suoi sentimenti. L’autore, considerando Giovanni figlio di Caterina più uno Sforza che un Medici, fa seguire non a caso questo libro alla sua trilogia dedicata alla grande dinastia milanese: Gli Sforza, Il Moro, Gli Ultimi Duchi di Milano. Nato a Forlì il 6 aprile 1498 da Giovanni de’ Medici e dalla magnifica e terribile Caterina Sforza, detta “la Tygre”, Giovanni rimase presto orfano, visse per alcuni anni in convento e poi fu allevato a Firenze dalla Famiglia del banchiere Jacopo Salviati, marito di Lucrezia de’ Medici, figlia di Lorenzo il Magnifico. Impulsivo, indisciplinato, violento, coraggioso fino alla temerarietà e sempre irrequieto, sposò Maria Salviati, figlia di Jacopo e Lucrezia. Moglie devota, paziente e tenace, Maria gli diede un figlio, Cosimo, che sarà il primo granduca di Toscana. Ma più di tutto Giovanni desiderava diventare un capitano di ventura per andare in battaglia con una sua milizia. Cominciò al servizio di Leone X de’ Medici, al quale restò legatissimo, tanto da assumere alla sua morte il colore nero per le sue bande in segno di lutto perenne. Combatté quindi su vari fronti e sotto diverse bandiere, divenendo protagonista e testimone di un’epoca fra le più convulse della storia europea. Mentre a Roma governavano Leone decimo e poi Clemente VII, Medi anche quest’ultimo, l’imperatore Carlo V d’Asburgo ereditò i domini della corona spagnola e contese a Francesco I di Francia il ricco e strategico Ducato di Milano.
Condottiero abile e spavaldo, apprezzato anche da Macchiavelli e Guicciardini, fu un grande innovatore dell’arte della guerra adottando la cavalleria leggera e una fanteria ben organizzata in piccoli reparti, agile e veloce, dotata di archibugi, ma anche una gerarchia articolata, uniformi e spirito di corpo per la sua milizia. Ma quando sull’Italia calarono i Lanzichenecchi con la potenza di fuoco dei loro cannoni, per Giovanni fu la fine. Fu una cannonata a ferirlo e portarlo alla morte a soli 29 anni.
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Libri, Carlo Maria Lomartire racconta “Giovanni dalle Bande Nere”
Premio under 40 “Marco Suraci” a Gerardo Ausiello
NAPOLI (ITALPRESS) – Gerardo Ausiello, giovane capocronista del quotidiano il Mattino, è il vincitore del Premio “Marco Suraci” assegnato dalla Regione Campania di concerto con la Fondazione Premio Ischia ai giornalisti under 40.
Il premio è dedicato al giovane cronista dell’Ansa, Marco Suraci prematuramente scomparso nel 2002 all’età di 37 anni.
Gerardo Ausiello, vanta diverse pubblicazioni come “Frammenti di Vita” (Controcorrente edizioni, 2005) con cui ha vinto i premi “Sciacca”(Città del Vaticano) e “Masaniello” (Napoli). E’ autore del libro “Napoli-New York, 40 minuti” (Guida editori, 2010) con cui ha vinto il premio “Amerigo” (Firenze), e, con Leandro Del Gaudio, del libro-inchiesta “Dentro la Terra dei fuochi”. Nel 2019 a Washington Dc ha ricevuto il premio “Giovan Giacomo Giordano” per l’impegno sui temi dell’ambiente e della salute. E’ tra i fondatori del Sindacato giornalisti della Campania, di cui è stato presidente, ed è Consigliere nazionale della Federazione della stampa italiana dal 2015.
La cerimonia di consegna della 42esima edizione del Premio Ischia si terrà il 3 e 4 settembre prossimi ad Ischia, isola certificata covid free. L’evento, organizzato dalla Fondazione Giuseppe Valentino, ha il sostegno della Regione Campania, dell’Istituto per il Credito Sportivo, dell’Aci (Automobile Club d’Italia), del Gruppo Unipol, di Menarini Group s.p.a., di Terna s.p.a., ACEA s.p.a., Free To X Spa e la collaborazione di Data Stampa e iCorporate.
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Palma d’Oro di Cannes a “Titane”, annunciato in anticipo da Spike Lee
Va a “Titane” di Julia Ducournau, la Palma d’Oro del Festival di Cannes. L’annuncio è arrivato in apertura della cerimonia di premiazione e non alla fine, per un errore del presidente della giuria, il regista americano Spike Lee. Palma d’Onore al regista Marco Bellocchio, consegnata dal premio Oscar Paolo Sorrentino. Palma d’Onore anche all’attrice e regista statunitense Jodie Foster.
La Giuria del 74° Festival di Cannes presieduta da Spike Lee e composta da Mati Diop, Mylène Farmer, Maggie Gyllenhaal, Jessica Hausner, Mèlanie Laurent, Kleber mendonça Filho, Tahar Rahim, Song Kang-Ho ha assegnato i seguenti premi: Premio del migliore interpretazione maschile a Caleb Landry Jones per “Nitram” di Justin Kurzel; Prix du jury ex aequo a “Memoria” di Apichatpong Weerasethakul e “Le genoux de Ahed” di Nadav Lapid; Premio migliore interpretazione femminile a Renate Reinsve per “Julie (en 12 Chapitres) di Joachim Trier; Premio per la migliore sceneggiatura a Hamaguchi Ryusike per “Drive My Car”; Premio per la migliore regia a Leos Carax per “Annette”; Grand Prix ex aequo a Asghar Fahradi per “Un Héro” e a Juho Kuosmanen per “Compartiment no. 6”.
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E’ morto a 44 anni l’attore Libero De Rienzo
ROMA (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 44 anni l’attore napoletano Libero De Rienzo.
Nato a Napoli, si appassiona alla recitazione seguendo il padre Fiore De Rienzo, aiuto regista di Citto Maselli. Recita nei due film di Marco Ponti: Santa Maradona (2001), grazie al quale riscuote fama e apprezzamenti e vince il David di Donatello 2002 come miglior attore non protagonista, e A/R Andata + Ritorno (2004), in cui è protagonista insieme a Vanessa Incontrada. E’ anche sceneggiatore, nonchè regista e attore, nella pellicola Sangue – La morte non esiste con cui ottiene anche dei riconoscimenti.
Lavora anche in alcune produzioni televisive, tra cui il film tv Più leggero non basta (1998), regia di Elisabetta Lodoli, e le miniserie tv Nassiriya – Per non dimenticare (2007), regia di Michele Soavi, e Aldo Moro – Il presidente (2008), regia di Gianluca Maria Tavarelli. Nel 2009 ritorna sul grande schermo con il film Fortapàsc, regia di Marco Risi, film su Giancarlo Siani, giornalista de Il Mattino, ucciso nel 1985 dalla camorra. Nel 2011 recita in La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo. Nel 2014 è tra i protagonisti di Smetto quando voglio, commedia diretta da Sydney Sibilia sulla vicenda di una banda di giovani laureati che si improvvisano spacciatori.
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Cannes, Audiard racconta il quartiere parigino “Les Olympiades”
CANNES (ITALPRESS) – Le architetture delle relazioni sono da sempre lo spazio in cui si muove Jacques Audiard, non stupisce dunque che abbia scelto di intitolare il suo nuovo film al quartiere “Les Olympiades” del 13mo Arrondissement parigino, ambientandovi l’intreccio di amori amicizie e sentimenti mobili che ha tratto dalle graphic novel del disegnatore americano Adrian Tomine. Il film è in Concorso a Cannes 74 e ne sono protagonisti quattro personaggi, tre donne e un uomo: Camille è un ricercatore universitario nero e quando bussa alla porta dell’appartamento dell’asiatica Sandra per prendere in affitto una stanza, la sintonia e immediata, l’amicizia pure, il sesso anche ma l’amore non necessariamente consegue… Dall’altra parte c’è Nora, che ha deciso di riprendere gli studi universitari ma a causa di una somiglianza con Amber Sweet, la star di una porno chat, viene bullizzata sui social e molla tutto. Alcuni mesi dopo ritroviamo Camille e Nora impegnati in un’agenzia immobiliare, ben presto innamorati ma anche incastrati nei problemi col sesso della ragazza, che nel frattempo ha conosciuto la sua quasi sosia Amber e ha sterttoceon lei un’amicizia sempre più intima. Sandra intanto sta ai margini, sempre innamorata di Camille, che però cerca solo la sua amicizia…
Jacques Audiard costruisce questo intreccio di sentimenti instabili e relazioni profonde basandosi su una messa in scena fluida e dinamica: il bianco e nero organizza visivamente il gioco delle parti e lo dispone con razionalità sullo sfondo del quartiere in cui è ambientato. Certo siamo distanti dalle formule narrative ruvide, dall’irruenza e dalla pregnanza drammatica dei suoi film migliori, ma “Les Olympiades” ha di sicuro il merito di offrire personaggi autentici nel loro spiazzamento esistenziale. Tutti bravi gli interpreti, dai quali Auduard da quel grande regista di attori che è sa sempre tirare fuori il meglio.
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Siae, nasce premio per under 35 in partnership con comune di Camaiore
ROMA (ITALPRESS) – Grandi cambiamenti per l’edizione “Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini 2021”. La Giunta comunale ha infatti approvato una partnership con la Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), nell’ottica della valorizzazione e dell’ingrandimento di un premio che quest’anno taglierà il traguardo dei 40 anni.
Data l’importanza della rassegna letteraria camaiorese (istituto per la prima volta nel 1981) la SIAE ha deciso di dare un contributo per accrescere ulteriormente il prestigio e l’autorevolezza del “Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini”. Grazie a questo interessamento prenderà vita quella che è la grande novità di quest’anno: la creazione di un premio speciale SIAE che sarà assegnato ad un giovane under 35 da una giuria tecnica di alto livello formata dalla Società italiana degli Autori ed Editori. Un modo che dare maggiore risonanza e attenzione ai giovani esponenti della letteratura.
Oltre alla nascita di un riconoscimento per un giovane autore – dopo un attento confronto con la Presidente del Premio, l’Amministrazione Comunale e il Direttore Generale della SIAE Gaetano Blandini – è stato deciso di destinare la restante somma per inserire un intermezzo musicale durante la serata finale e per accrescere l’ammontare degli attuali premi previsti dal bando del “Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini”, passando da 500 a 700 euro. I fondi che rimarranno a disposizione saranno utilizzati per la promozione dell’evento e per le maggiori spese di ospitalità.
“Ringraziamo infinitamente la SIAE – dichiara l’Assessore al turismo e alla cultura Gabriele Baldaccini – per aver creduto nell’importanza del Premio Letterario. Un contributo fondamentale che dimostra il bisogno di sostenere la poesia – un’arte viva e sempre più pulsante – cercando di rilanciarla con forza anche tra i più giovani”. “Un privilegio e una gratificazione davvero speciale – commenta la Presidente del premio Rosanna Lupi – quella di aver come sponsor ufficiale la SIAE al “XXXIII Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini”, così come ritengo un grande onore presiedere una giuria formata dagli illustri Giulio Rapetti Mogol e Gino Paoli per assegnare il Premio Speciale SIAE a un giovane poeta under 35. Ringrazio sentitamente SIAE per la fiducia e la stima espressa al ‘nostro’ Premio Letterario e al suo Presidente”. “La vocazione della Società Italiana degli Autori ed Editori è tutelare i creatori di sogni e di emozioni, soprattutto quando si tratta di giovani talenti – aggiunge il Presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol – Per questo la SIAE è particolarmente lieta di poter sostenere con il proprio contributo, nell’ambito del prestigioso Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini 2021, un riconoscimento specifico destinato a valorizzare gli autori che rappresentano il domani del nostro patrimonio culturale”.
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Diodato, al via i live estivi
ROMA (ITALPRESS) – Dopo il successo dei live estivi dello scorso 2020, Diodato è pronto a incontrare nuovamente il suo pubblico in occasione di una serie di concerti che partiranno domani (15 luglio) dal Pistoia Blues Festival e si concluderanno il 19 settembre, dove per la prima volta l’artista suonerà live all’Arena Di Verona, tempio della musica nel mondo.
Dopo la prima data al Pistoia Blues i live proseguiranno il 17 luglio – Cavea Auditorium Parco della Musica, Roma – 20 luglio, Orvieto Sound Festival – 31 luglio – Notte Rosa, Rimini (Piazzale Fellini) 2 agosto – Teatro Sferisterio, Macerata, 3 agosto – Scalinata di San Bernardino, L’Aquila, 6 agosto – Teatro Antico di Taormina, 8 agosto – Locus Festival di Fasano (BR), 14 agosto – Parco dei Suoni a Riola Sardo (OR). Il tour si concluderà il 19 settembre all’Arena di Verona.
Al fianco di Diodato ci saranno il Maestro Rodrigo D’Erasmo al violino, Greta Zuccoli alla voce, Andrea Bianchi alle chitarre, Alessandro Commisso alla batteria, Gabriele Lazzarotti al basso, Lorenzo Di Blasi alle tastiere, Beppe Scardino al sax baritono e flauto e Stefano “Piri” Colosimo alla tromba e flicorno.
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A Cannes “Un Héros”, Farhadi racconta un eroe dei nostri tempi
CANNES (ITALPRESS) – È un eroe dei nostri tempi il protagonista di “Un Héros” il nuovo film del maestro iraniano Asghar Farhadi presentato in Concorso a Cannes 74. Tempi da social, tempi da lupi si potrebbe dire… Perché la parabola messa in scena con la consueta precisione drammaturgica, psicologica e morale dal regista punta a stigmatizzare l’impossibilità di mantenere un profilo umano e sociale pulito quando ci si muove dinnanzi al giudizio di un mondo tarato sull’esposizione pubblica dei gesti e dei sentimenti. Tornato in Iran dopo le escursioni europee dei suoi ultimi film, Asghar Farhadi racconta la storia di Rahim, uomo mite che sta scontando in prigione una condanna per non aver potuto ripagare un debito: un matrimonio finito alle spalle, un figlio con problemi di parola, una relazione con una donna che lo ama sinceramente. Durante due giorni di permesso, Rahim trova una borsa con del denaro che gli permetterebbe di ripagare il suo debito e uscire di prigione, ma lui preferisce mettere un annuncio e restituirla alla donna che l’ha smarrita. Un atto semplice e disinteressato che però si trasforma in un incubo quando il direttore della prigione decide di esaltare il suo gesto chiamando la televisione, facendolo intervistare e trasformandolo in un eroe. Il problema è che l’uomo cui deve dei soldi non crede nella sua buona fede e il sospetto che abbia inventato tutto per farsi pubblicità e uscire prima di prigione si sparge sui social media, sempre pronti a seminare veleno. Le cose si complicano perché la donna che ha beneficiato della sua onestà non ha lasciato tracce e lui per provare ciò che ha fatto è costretto a mentire, innescando un circolo vizioso in cui la realtà diventa relativa e a fare le spese di tutto rischiano di essere i suoi sentimenti e le persone a lui più care. Farhadi segue la linea drammatica degli eventi con un rigore umano limpido e sincero, il suo film scandaglia la logica perversa del rapporto tra verità e menzogna dinnanzi al giudizio di una comunità che non si basa sull’onestà dei sentimenti ma sulla minaccia della diffamazione. “Un Héros” è un film forte e determinato, che elabora un tema da sempre caro al regista iraniano, quello della posizione dell’individuo dinnanzi al giudizio delle persone più care, creando un piano inclinato in cui la forza della verità diventa ambigua e rischia di far prevalere le inevitabili zone d’ombra degli eventi sull’evidenza dei fatti conclamati.
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