Mettere a disposizione delle Asl spazi già sanificati e ampi come le biblioteche, i cinema, i musei, i teatri, per promuovere, in accordo con le autorità locali, una massiccia campagna di vaccinazione anti covid, creando nuovi presidi sanitari territoriali. È il progetto “La Cultura Cura”, messo a punto da Cultura Italiae nell’ambito del Programma “RespirO2”. Si tratta di una delle proposte ricevute come risposta all’appello “Vissi d’Arte”. “Riapriamo i luoghi della cultura per vaccinare tutti contro il virus del Covid-19 e contro il virus dell’ignoranza e della solitudine”, sottolinea Cultura Italiae. Per aderire, sostenere e partecipare al programma “La Cultura Cura” si può scrivere a [email protected]. Il presidente di Cultura Italiae Angelo Argento ha rivolto un ringraziamento in particolare a Carolyn Christov Bakargiev, direttrice del Museo di Arte Contemporanea di Rivoli, “per avere voluto definire con Cultura Italiae il primo progetto-pilota di apertura di un presidio sanitario per le vaccinazioni, d’accordo con le autorità sanitarie regionali e locali preposte che ringraziamo per la loro collaborazione, presso il prestigioso e importante museo torinese”.
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Cultura Italiae, progetto per vaccinazione in musei e teatri
“Lei mi parla ancora”, arriva in tv il nuovo film di Pupi Avati
MILANO (ITALPRESS) – Un nuovo film italiano targato Sky Original è pronto al debutto su Sky: lunedì 8 febbraio arriva in prima assoluta su Sky Cinema e in streaming su Now Tv “Lei mi parla ancora”, scritto e diretto da Pupi Avati, una co-produzione Bartlebyfilm e Vision Distribution in collaborazione con la storica Duea Film dei fratelli Avati, prodotto da Antonio Avati, Luigi Napoleone e Massimo Di Rocco per Vision Distribution e Bartleby film in collaborazione con Duea Film.
Il film, liberamente tratto dall’omonimo libro di Giuseppe Sgarbi, racconta la storia d’amore tra Nino e Caterina, sposati da 65 anni, si amano profondamente dal primo momento che si sono visti. Alla morte di Caterina, la figlia, nella speranza di aiutare il padre a superare la perdita della donna che ha amato per tutta la vita, gli affianca Amicangelo, un editor con velleità da romanziere, per scrivere attraverso i ricordi del padre un libro sulla loro storia d’amore. Amicangelo accetta il lavoro solo per ragioni economiche e si scontra subito con la personalità di un uomo che sembra opposta a lui. Ma il rapporto tra i due diventerà ogni giorno più profondo fino a trasformarsi in un’amicizia sincera.
Nel cast Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli interpretano Nino e Caterina, insieme a Isabella Ragonese (Caterina da giovane), Lino Musella (Nino da giovane) e Fabrizio Gifuni nei panni dello scrittore Amicangelo. Insieme a loro anche Chiara Caselli, Alessandro Haber, Serena Grandi, Gioele Dix, Nicola Nocella. La sceneggiatura e il soggetto sono di Pupi e Tommaso Avati.
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Cuccarini positiva al Covid, asintomatica attende verifica
Lorella Cuccarini è positiva al Covid-19. O, forse, lo ha avuto perché, sebbene la notizia della positività sia trapelata solo oggi, in realtà il contagio dovrebbe risalire al periodo delle festività natalizie tanto che la showgirl sta bene, è asintomatica ed è in attesa di sottoporsi a un nuovo tampone per verificare l’eventuale avvenuta guarigione. Domani sera, comunque, la vedremo come sempre ad “Amici”, dove è professoressa di ballo, ma in collegamento da casa.
The Weekend, online il video ufficiale di “Save your tears”
MILANO (ITALPRESS) – E’ online il video ufficiale di “Save Your Tears”, il nuovo singolo di The Weekend. Diretto da Cliqua, il video ha gia’ raggiunto in meno di 24 ore oltre 4 milioni di views. Il brano, gia’ Top 5 in radio, e’ il terzo singolo estratto da “After Hours”, album certificato disco d’oro tra i piu’ apprezzati da pubblico e critica del 2020 che nel corso dell’anno ha battuto ogni record. Il disco ha conquistato il titolo di album R&B piu’ riprodotto in streaming al suo debutto, e ha ottenuto il primato di album R&B piu’ ascoltato in streaming di tutto il 2020. Con la pubblicazione di “After Hours”, The Weeknd e’ diventato il primo artista a guidare contemporaneamente la Billboard 200, la Billboard Hot 100, la Billboard Artist 100, la Hot 100 Songwriters e la Hot 100 Producers.
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Tiromancino, 8 gennaio esce nuovo singolo inedito “Cerotti”
Si intitola “Cerotti” il nuovo singolo inedito dei Tiromancino che sarà disponibile in radio e negli store digitali da venerdì 8 gennaio. “cerotti” è un brano scritto a quattro mani da Federico Zampaglione e Gazzelle, collaborazione inedita che testimonia il rapporto ormai più che consolidato tra il cantautore romano e la nuova generazione di cantautori italiani, quell’indie di cui Zampaglione è considerato a ragion veduta uno dei padri fondatori. “Cerotti – racconta Zampaglione – è una canzone stropicciata e senza filtri… sa di notti insonni e cuori graffiati. Proprio come ” Morrison”, il mio prossimo film”.
“Cerotti”, prodotto da Zampaglione e Jason Rooney, farà parte della colonna sonora di Morrison, il film scritto e diretto da Federico Zampaglione che sarà distribuito da Vision Distribution.
Il film è tratto dal libro scritto insieme a Giacomo Gensini nel 2017 “Dove tutto è a metà” (edito da Mondadori) che Zampaglione ha annunciato con queste parole: “È una storia di vita, amicizia, sentimenti e sogni che ha come sfondo il mondo della musica.
Racconterò il confronto tra due musicisti… Lodo giovane e pieno di grandi sogni da dividere con la sua band e Libero, una ex popstar in cerca del grande rilancio. È stata una bellissima avventura con un team di produzione eccezionale”. “Cerotti” arriva dopo il successo dell’ultimo singolo “Finché ti va”, brano che pubblico, critica e addetti ai lavori hanno accolto con favore fin dall’inizio, confermando come la vena artistica di Federico Zampaglione sia rimasta solida e florida in tutti questi anni.
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100 anni di Sciascia, l’intellettuale che raccontò la società del ‘900
Ottobre 1954. Italo Calvino invia un messaggio ad Alberto Carocci. “Ti accludo uno scritto d’un maestro elementare di Racalmuto (Agrigento) che mi sembra molto impressionante”. Uno dei più grandi intellettuali del ‘900 consigliava in questo modo al direttore della gloriosa rivista “Nuovi argomenti” di pubblicare le Cronache scolastiche di quel maestro elementare di provincia che finirà per impressionare l’Italia. Calvino si accorgeva della grandezza di Leonardo Sciascia, nato l’8 gennaio del 1921 a Racalmuto, periferia di quella Sicilia che dello Stivale è essa stessa periferia. L’élite culturale del Paese lo riconosceva, ammettendolo, elevandolo al proprio rango. Sciascia era un intellettuale lucidissimo, al tempo in cui l’intellettuale, a dirla con Albert Camus “è uno la cui mente si osserva”.
Anche se forse lo scrittore siciliano è stato più in linea con la posizione di Romain Rolland che indicava il compito degli intellettuali nel ricercare la verità in mezzo all’errore. E lui, ligio a questo precetto, pagò con la polemica certe sue prese di posizione. Come quando il 10 gennaio del 1987 sulle colonne del Corriere pubblicò l’articolo “I professionisti dell’antimafia”, nel quale muoveva critiche nei confronti dei magistrati palermitani del “pool”, accusandoli di un certo carrierismo, definendoli “eroi della sesta”. Non risparmiò critiche nei confronti persino di Paolo Borsellino. Parole che gli costarono molte noie: i rapporti con la Procura palermitana si incrinarono (anche se poi Sciascia chiarì con Borsellino), ma ancora peggio finirono per attirare i giudizi avversi di gran parte del mondo della cultura e della politica italiana. Tranne radicali e socialisti, la politica nella sua quasi interezza tentò di isolare lo scrittore siciliano. La verità è però un’altra: Sciascia era un anti-mafioso militante ma allo stesso tempo era un garantista, sostenitore dello stato di diritto, critico pure nell’uso massiccio del cosiddetto pentitismo. Qualche anno prima, negli anni bui del terrorismo, manifestò contrarietà alla legislazione d’emergenza, ai poteri speciali, ai metodi duri, alle torture inflitte ai brigatisti.
Sciascia era un uomo colto ed illuminato che non esauriva la sua missione nell’arte della retorica, ma anzi da militante appassionato aveva preferito spendere le sue idee e le sue energie nella politica. Formatosi agli ideali di sinistra, nel 1975 fu eletto consigliere comunale a Palermo nelle fila del Pci. Partito dal quale fuoriuscirà un paio d’anni dopo in disaccordo con il compromesso storico. Nel giugno del 1979 accetta la proposta dei Radicali di candidarsi sia al Parlamento Europeo che alla Camera. Eletto in entrambe opterà per la seconda, componendo la Commissione d’inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro Moro e sul terrorismo. Fu una parentesi aperta nella sua prolifica e febbrile attività di scrittore. Cominciata negli anni ’50 con la pubblicazione di racconti, poesie, saggi, e sublimata poi dai romanzi, divenuti pilastri della letteratura del ‘900: opere come “Il giorno della civetta”, “A ciascuno il suo”, “Todo modo”. Libri di carta divenuti racconti in celluloide, affreschi di una società affidati ai più grandi registi del tempo. Elio Petri diresse la trasposizione cinematografica di “A ciascuno il suo” e “Todo modo”, Damiano Damiani “Il giorno della civetta”, Francesco Rosi trasse dal suo romanzo “Il contesto” la storia per concepire uno dei suoi film meglio riusciti, “Cadaveri eccellenti”.
Il cinema individuava nei suoi scritti il coraggio nel raccontare l’attualità senza fare sconti, lucidamente, scevro da ammiccamenti di sorta. Temi ancora attualissimi che danno la cifra della grandezza di Sciascia scrittore. Un impegno civile e letterario che proseguì fino alla fine diviso tra Palermo e la sua “Regalpetra”, investendo il suo tempo nello studio di Pirandello, nel mantenere vivi i contatti con il mondo letterario italiano e francese e con le sue battaglie politiche a salvaguardia dello stato di diritto, come nella difesa di Enzo Tortora vittima di un gravissimo errore giudiziario. Ma la sua più grande battaglia fu combattuta contro la malattia, il mieloma multiplo che gli fu diagnosticata quando oramai era in pensione da tempo. Battaglia che lo piegò definitivamente, sopraffacendolo il 20 novembre del 1988 mentre si trovava a Palermo. La salma tornò nella sua amata Racalmuto dove furono celebrati i funerali religiosi e dove oggi è sepolto. Sulla lapide bianca un epitaffio, una frase che lui prese in prestito da Villiers de l’Isle-Adam perché ritenuta meno personale, più universale e amena: “Ce ne ricorderemo, di questo pianeta”.
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De Sica, i 70 anni di un artista a tutto tondo
Il 5 gennaio del 2021 Christian De Sica compie settant’anni. Un traguardo importante, con bilanci di una vita e di una carriera probabilmente gia’ fatti, ma anche con il desiderio di avere qualcosa ancora da dire. C’e’ un grande sogno nel cassetto di Christian, figlio di Vittorio, ed e’ quello di raccontare una delle tante storie attorno a suo padre, regista da quattro premi Oscar. Un film sulla lavorazione de La porta del cielo, uno dei film meno ricordati della coppia De Sica – Zavattini, in realta’ il piu’ complesso e per molti versi moderno, la cui lavorazione fu difficilissima. Christian sono anni che cerca di portare sullo schermo questa storia, non ci e’ ancora riuscito.
Una delle tante sorprese che riserva questo figlio d’arte, con un padre complesso e ingombrante, una madre attrice, Maria Mercader, una vita passata nel cinema, dalle vacanze da ragazzo con la famiglia Rossellini, in compagnia di Isabella, con cui fu anche fidanzato, al matrimonio con Silvia Verdone, sorella di Carlo e figlia di Mario, uno dei piu’ grandi critici e storici del cinema italiano. La vocazione artistica comincia presto, al cinema affianca la passione per la musica, e probabilmente il giovane De Sica e’ stato uno dei pochi attori italiani ad avere un’anima americana, con il costante desiderio di voler portare un po’ di Broadway sul Tevere.
Quasi cinquant’anni di carriera, di cui pero’ il grande pubblico ricorda solo i quasi quaranta tra i cinepanettoni, nella maggior parte in coppia con Massimo Boldi, sodalizio che si e’ rinnovato quest’anno con In vacanza su Marte. Ma per quanto importante nell’economia dell’industria cinematografica italiana, questo e’ solo un pezzo della carriera di Christian De Sica, a cui finalmente a settant’anni dovrebbero essere riconosciuti molti meriti.
Attore che ha lavorato sin da giovanissimo con registi di talento, da Pupi Avati in Bordella a Salvatore Samperi, con gira due film Liquirizia e Un amore in prima classe, e in entrambi ha due ruoli da giovane caratterista che restano impressi nella memoria, come d’altronde nel dimenticato, ma profetico, Grog di Francesco Laudadio, satira sul potere e sui mass media. Sapeva scegliere bene i suoi ruoli, anche nelle commedie piu’ popolari. Il ricco pretendente di Laura Antonelli in Mi faccio la barca di Sergio Corbucci ha dei momenti irresistibili, cosi’ come l’annoiato aspirante attore campano di Borotalco. Carlo Vanzina gli cuce addosso una serie di ruoli magnifici da Sapore di mare a Vacanze di Natale a Yuppies, prototipi cialtroneschi di diversi momenti della storia italiana, dal boom alla Milano da bere. Cosi’ come il Don Buro di Vacanze in America e’ una macchietta indimenticabile, con il suo accento ciociaro e i modi spicci.
Uno dei momenti piu’ belli della sua carriera glielo regala Carlo Verdone, in Compagni di scuola, il suo Tony Brando e’ un personaggio tragico che lui vira in grottesco, lasciandogli addosso una dignita’ straordinaria con una sensibilita’ da attore di razza. Ecco, e’ questo che troppo spesso si e’ dimenticato di Christian De Sica, che e’ un attore di altissimo livello. Lo ha dimostrato, in tempi recenti, in ruoli da comprimario.
Anche come regista, Christian De Sica ha raccolto meno, sia in termini di pubblico che di critica, di quanto avrebbe meritato. Il suo esordio, Faccione, del 1991, dopo trent’anni meriterebbe una revisione, Uomini Uomini Uomini e Tre sono entrambi film da rivalutare.
Ha fatto ridere di gusto gli italiani per quarant’anni Christian De Sica, e anche solo per questo bisogna essergli grati. Per il suo compleanno e’ bello ricordare che e’ stato ed e’ un pezzo importante del cinema e del costume italiano. Come sarebbe probabilmente piaciuto anche a papa’.
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Vanoni, arriva il nuovo singolo “Un sorriso dentro al pianto”
ROMA (ITALPRESS) – Esce venerdì 8 gennaio “Un Sorriso dentro al pianto”, il primo singolo che anticipa il nuovo album di Ornella Vanoni, intitolato Unica e atteso il 29 gennaio 2021.
A proposito del brano la cantante racconta: “E’ una canzone che assomiglia al tempo che viviamo, io mi ritrovo in ogni canzone che canto perchè la faccio mia usando sempre il sentimento. Mi piace molto lavorare in team con altri autori e musicisti, soprattutto in studio, si crea una fusione meravigliosa dalla quale nascono sorprese”.
Un sorriso dentro al pianto, il cui testo è firmato da Francesco Gabbani insieme a Ornella Vanoni e a Pacifico e le musiche da Francesco Gabbani, è il primo inedito dell’artista da 8 anni e anche la sua prima uscita con la nuova BMG.
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