Home Spettacoli Pagina 269

Spettacoli

L’ultimo saluto a Stefano D’Orazio, i fan intonano “Pensiero”

ROMA (ITALPRESS) – Un funerale in forma privata e segnato anche dalle direttive anti-Covid. Che però non ha tenuto lontani i fan che per decenni hanno ascoltato e cantato le note dei Pooh. Così è stato accolto il feretro di Stefano D’Orazio, lo storico batterista e paroliere dei Pooh scomparso venerdì sera a 72 anni a causa delle complicanze legate al coronavirus. La salma prima è stata portata in Campidoglio per un omaggio da parte della città, per poi raggiungere la Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma, dove solo pochi giorni fa la Capitale ha salutato Gigi Proietti. Tanti i volti noti presenti. A partire dal collega Roby Facchinetti, che durante le esequie ha letto la preghiera degli artisti. E con lui c’erano tutti gli altri storici membri della band come Dodi Battaglia, Riccardo Fogli e Red Canzian. E anche tanti altri amici e amiche dello spettacolo, come Lorella Cuccarini e Fausto Brizzi.
La commozione e la vicinanza non è mancata neanche da parte della Polizia locale, che sui social ha sottolineato che è “stato un onore scortare il grande musicista Stefano D’Orazio: ci stringiamo con affetto intorno ai suoi cari”. Durante le celebrazioni i presenti accorsi fuori dalla Chiesa hanno intonato le canzoni dei Pooh, sopratutto “Pensiero”, alternandole a lunghi applausi rivolti alla memoria dello storico musicista.
(ITALPRESS).

Scomparso il batterista dei Pooh Stefano D’Orazio

0

È scomparso Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh. Il primo a darne notizia l’amico di vecchia data, Bobo Craxi. “Stefano amico mio. Suona e scrivi anche
lassu’. Ciao!”. Poi la conferma dagli amici Roby Facchinetti, Red Canzian, Dodi Battaglia e Riccardo Fogli: “Stefano ci ha lasciato! Due ore fa…era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato…oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia” rivelano su Facebook. “Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Red, Dodi, Riccardo”. Stefano D’Orazio era nato a Roma il 12 settembre del 1948 e ha fatto parte dei Pooh come batterista dal 1971 al 2009. Il suo ingresso l’8 settembre 1971, in seguito all’uscita di Valerio Negrini. Poi nel 2015 e 2016, in occasione della réunion per il cinquantennale, è stato autore di una parte dei testi delle canzoni del gruppo, del quale in seguito è divenuto anche responsabile amministrativo.
(ITALPRESS).

Carlo Conti ricoverato a Firenze, si sta ristabilendo

ROMA (ITALPRESS) – Carlo Conti è da qualche giorno in cura all’ospedale Careggi di Firenze per essere seguito al meglio avendo i sintomi da contagio da Covid-19. Lo rende noto la Rai. “Seguito da medici, si sta ristabilendo velocemente in attesa di tornare in tv”, spiega Viale Mazzini.
(ITALPRESS).

Proietti, l’ultimo saluto a Roma tra applausi e commozione

ROMA (ITALPRESS) – Da Walter Veltroni a Paola Cortellesi, da Marisa Laurito a Pino Quartullo, fino a Enrico Brignano e Flavio Insinna, sono stati molti gli attori e amici che hanno voluto omaggiare Gigi Proietti al Globe Theatre, teatro shakespeariano fondato proprio dall’artista, del quale è stato anche lo storico direttore artistico e che d’ora in avanti sarà chiamato teatro Proietti. Dopo essere stato accolto dalle maestranze e dall’applauso di tanti romani che nonostante il Covid hanno voluto tributare al loro illustre concittadino il giusto riconoscimento, il feretro dell’artista, scomparso proprio nel giorno del suo ottantesimo compleanno, è stato portato a spalla fino al centro del palco, per l’ultima, applauditissima entrata in scena dell’attore. Un battimani infinito, lungo più di 5 minuti, ha infatti preceduto il discorso del sindaco di Roma Virginia Raggi. “Roma rende omaggio a Gigi Proietti, amatissimo dalla sua città. Tante persone ordinate hanno applaudito e guardato un pezzo importante della sua città in questa cerimonia. Roma ha perso una parte della sua anima – ha detto in video collegamento la sindaca, assente perchè positiva al Coronavirus -. Proietti è stato un grande attore, un grande artista, un grande intellettuale, ma soprattutto una grande persona capace di comunicare con tutti. Gigi ha dato tanto ai romani e oggi Roma inizia a restituire. C’è bisogno di sentirlo ancora insieme a noi, non lo vogliamo dimenticare”. Commosso l’ultimo saluto dei tanti allievi al maestro, che dal palcoscenico con le lacrime agli occhi hanno testimoniato l’umiltà, l’umanità e la professionalità di Proietti. A concludere la cerimonia, l’ex sindaco di Roma e amico dell’attore Walter Veltroni, il quale ha spiegato che “se oggi fosse stato un giorno qualsiasi per Gigi sarebbe venuta qui tutta Roma. Gigi ha lavorato ogni giorno per tutti, adorava far ridere gli altri, ovunque e sempre. Si beava degli occhi e del sorriso di chi aveva davanti. Ma era anche un uomo colto, che ha cercato di coniugare per tutta la sua vita cose alte e pubblico. Sei e sarai per sempre per tutti i romani il sor maestro”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, salta la prima di “Lucia di Lammermoor” alla Scala

MILANO (ITALPRESS) – Il 7 dicembre prossimo non ci sarà l’inaugurazione della stagione lirica della Scala. Il Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala, si legge in una nota, “ha preso atto che nell’attuale quadro epidemiologico e normativo non sussistono le condizioni per provare e realizzare una produzione aperta al pubblico e del livello e con le caratteristiche richieste per un’inaugurazione di Stagione. Le rappresentazioni di Lucia di Lammermoor previste per il 7 dicembre e per i giorni seguenti sono quindi rinviate.
Inoltre è stato richiesto al Sovrintendente e Direttore Artistico Dominique Meyer di approfondire la sua proposta per una soluzione alternativa di alta qualità per la serata del 7 dicembre. Non ritenendo di poter avere pubblico in Teatro si cercherà una formula per raggiungere una platea la più ampia possibile”.
(ITALPRESS).

Alessandro Cattelan “Sono positivo al Covid”

ROMA (ITALPRESS) – “Oggi facendo i controlli periodici tipici di questi giorni ho scoperto di essere positivo al Covid. In attesa di effettuare un test molecolare sono a casa sotto controllo e isolato”. Lo scrive Alessandro Cattelan su Instagram. “Ludovica Sauer(la sua compagna, ndr) mi fa trovare fuori dalla camera – scrive il presentatore di X Factor – il piatto per mangiare e per fortuna ogni tanto Nina e Olli mi fanno scivolare un messaggino sotto la porta quindi sono in ottime mani!”.
(ITALPRESS).

E’ morto Gigi Proietti, mattatore di teatro, cinema e tv

0

E’ morto Gigi Proietti. Oggi l’attore avrebbe compiuto 80 anni. Era ricoverato in una clinica a Roma per problemi cardiaci.
Attore, cabarettista, comico, doppiatore, regista, insegnante di recitazione, conduttore televisivo, talent scout, portento sul palcoscenico, capace di riuscire a portare a un suo spettacolo, come con “A me gli occhi”, in tour nei teatri di mezza Italia, centinaia di migliaia di spettatori. L’anno della svolta arriva nel 1970, quando viene chiamato a sostituire niente di meno che Domenico Modugno, ritiratosi dalla produzione del musical “Alleluja brava gente” di Garinei e Giovannini. Una “botta di fortuna” come avrà modo di dire in seguito, che rappresenterà il suo trampolino di lancio. E’ anche quello l’anno in cui Monicelli lo chiama per “Brancaleone alle crociate” a interpretare Pattume, reietto colpevole di un peccato tanto ripugnante che non può essere rivelato ad orecchie umane. Della sua spiccata romanità ne trarrà beneficio al momento in cui interpreterà un ruolo che sembra disegnato su sua misura: “Meo Patacca” di Ciorciolini. Ma la vera consacrazione arriva qualche anno più tardi, quando Steno gli affida il ruolo di Mandrake in “Febbre da cavallo”. All’inizio il film non sembrò sfondare, poi con il tempo, sostenuto da generosi passaggi televisivi, è diventato un cult movie. Saranno anni quelli in cui non si limiterà a ruoli esclusivamente comici, ma azzarderà incursioni in campi differenti: dalla commedia al dramma con qualche capatina nel dramma erotico. Passaggi disinvolti di un uomo d’arte dalla solida cultura e dalla tecnica perfetta. Dalla metà degli anni ’70 ad oggi saranno molte le pellicole che ne accresceranno la fama, con deliziosi ruoli come in “Casotto” di Citti, “Mi faccia causa” dove ritroverà Steno, o il remake di “Febbre da cavallo”, stavolta diretto da Carlo Vanzina. Sempre di Vanzina è da ricordare un’altra commedia, “Un’estate al mare”, dove l’episodio finale in cui Proietti è un attore mezzo sordo impegnato a mettere in scena La signora delle camelie, si rivelerà così spassoso da riscattare l’intera pellicola nel complesso un po’ deboluccia. Intanto Proietti, nella sua lunga e fruttuosa carriera non ha mai disdegnato le continue “scorrerie” in teatro o nel doppiaggio. Da doppiatore ha prestato la voce a Robert De Niro, Dustin Hoffman, Charlton Heaston, Kirk Douglas, Paul Newman, Marlon Brando, Gregory Peck.
(ITALPRESS)

Morto a 90 anni Sean Connery, leggenda del cinema

0

Dalle origini umili, figlio di un operaio cattolico e di una domestica protestante, Sean Connery è nato a Edimburgo, in Scozia, il 25 agosto 1930. A 13 anni lascia la scuola sbarcando il lunario con piccoli e precari lavori: consegnando latte, lucidando bare, scaricando mattoni in un cantiere edile, prima di entrare nella Royal Navy. Tre anni dopo però viene riformato dal servizio per ulcere gastriche. Al ritorno a Edimburgo ricomincia a barcamenarsi tra piccoli lavori: autista di camion, bagnino e posando come modello all’Edinburgh College of Art e coltivando la sua passione per il bodybuilding, che lo aiuterà a modellare un corpo che diventerà statuario accrescendo fascino e bellezza. Intanto in lui emerge un’altra passione, quella per la recitazione. Giunto a Londra, per partecipare al concorso di Mister Universo, si fa scritturare in un musical. Da lì le prime parti a teatro e poi le comparsate in tv. Nel 1957 ottiene il suo primo ruolo da protagonista in Blood Money, una rielaborazione della BBC di Requiem for a Heavyweight, in cui interpreta un pugile in declino.
Ma la vera svolta arriva nel 1962 quando viene scelto da Albert Broccoli e Harry Saltzman per interpretare James Bond, nome in codice 007, l’agente segreto di Sua Maestà protagonista dei romanzi di Ian Fleming. Un ruolo che ricoprirà ben sette volte facendo di Bond non solo un eroe del cinema, ma trasformandolo in icona sexy planetaria. Dapprima osteggiato dalla critica ma amatissimo dal pubblico, negli anni ha conquistato anche i suoi più feroci detrattori. Ogni sua uscita nelle sale è stato uno straordinario successo al botteghino, facendo della saga una serie cult internazionale, tanto che si racconta che pure il presidente Kennedy ad ogni nuovo seguito chiedesse una proiezione privata alla Casa Bianca. Ma Connery non può essere ridotto solo al ruolo dell’agente segreto prestante e coraggioso. Nella sua carriera sono tante altre le intepretazioni che lo hanno consacrato. Nel 1964 ha lavorato per Hitchcock in Marnie. Poi arriveranno le pellicole dirette dai più grandi registi come Sidney Lumet, John Huston, Richard Attemborough, Terry Gilliam. Rimane nella storia nel 1986 l’interpretazione di Guglielmo da Baskerville, il frate francescano protagonista de “Il nome della rosa”, film tratto dal libro di Umberto Eco e che valsero all’attore il premio Bafta per la migliore interpretazione. Superlativa, l’anno successivo, la sua interpretazione ne “Gli intoccabili” di Brian De Palma che gli varrà il premio Oscar come miglior attore non protagonista. Indimenticabile il suo ruolo del padre di Indiana Jones nel terzo episodio della tetralogia di Spielberg. Nel 2003 con “La leggenda degli uomini straordinari” Sean Connery si è ritirato dal cinema, investendo la sua notorietà e dedicando il suo impegno verso l’ambiente. Orgoglioso delle sue origini, non ha mai nascosto il profondo amore verso la Scozia, sostenendo la campagna per l’indipendenza in occasione del referendum del 2014 e finanziando il partito nazionalista.

Un amore che ha dimostrato in svariati modi, anche indossando innumerevoli volte, al favore dei fotografi e delle telecamere, il tipico kilt scozzese. Il mondo perde quindi non solo un grande attore, ma soprattutto un personaggio iconico dal fascino indiscutibile. Una leggenda del cinema mondiale strappata alla vita in questo anno funesto.
(ITALPRESS)