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Festival Comunicazione, momento clou con Aldo Grasso e Pierluigi Pardo

GENOVA (ITALPRESS) – Momento clou al Festival della Comunicazione di Camogli questa mattina con Aldo Grasso e Pierluigi Pardo protagonisti davanti a un pubblico davvero interessato, tra cui un divertito Rosario Fiorello seduto in prima fila. Un’ora di discussione sulla tv di ieri e di oggi. 
Stimolato da Pardo il critico televisivo ha sottolineato il ruolo dei programmi di maggior successo nella costruzione di una profonda identità nazionale. “Lascia o Raddoppia” su tutti, era capace di fermare l’intero Paese al giovedì sera, così come hanno fatto nel tempo i grandi eventi del mondo dello Sport.
Pardo (che quest’anno sarà il telecronista dei match clou della Champions su Canale 5 e del Campionato su Dazn) ha raccontato la sua passione per le telecronache e la vertigine straniante del calcio senza spettatori negli stadi. Un fenomeno in qualche modo simile all’assenza del pubblico negli studi televisivi dei talk show che secondo Grasso “ha portato gli ospiti a ragionare di più e cercare meno gli slogan a effetto con un conseguente miglioramento della qualità dei dibattiti”. “Nel lockdown – ha aggiunto Grasso – l’ascolto della tv è aumentato sensibilmente, invertendo la tendenza degli ultimi tempi”. Il critico televisivo si è poi soffermato sull’assenza delle seconde serate nella tv contemporanea che nel passato sono state invece un prezioso strumento di sperimentazione: “Negli ultimi anni a causa di esigenze economiche e di ascolti sono diventate rarissime ed è un vero peccato”, ha sottolineato.
(ITALPRESS).

A Venezia “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante

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È Emma Dante, con “Le Sorelle Macaluso”, a chiudere la partecipazione dei film italiani nel concorso della 77ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. La regista e attrice teatrale, dopo l’esordio alla regia cinematografica con “Via castellana bandiera”, presentato proprio alla Mostra nel 2013, torna a trasporre cinematograficamente un’altra delle sue opere. Prodotto dalla neonata Rosamont dell’attore Giuseppe Battiston e Marika Stocchi insieme a RaiCinema, il film si divide in tre capitoli, tre età nella vita delle cinque sorelle, infanzia, età adulta, vecchiaia. Tra le protagoniste dell’età adulta, Donatella Finocchiaro nei panni di Pinuccia. “Sono felicissima di essere qui anche per il momento storico che stiamo vivendo – esordisce Emma Dante – sembra quasi un miracolo che ricominciamo a sognare perché il cinema, il teatro servono a questo, a recuperare i sogni che ci dimentichiamo”. Sul perchè trasporre proprio questa pièce teatrale, la regista risponde: “Nello spettacolo queste sorelle vengono partorite nell’oscurità e ritornano nel buio con un palcoscenico sempre vuoto. Visto che queste sorelle le sento un po’ di famiglia avendole frequentate per molto tempo, ho pensato che mi avrebbe fatto piacere dar loro una casa e il cinema mi avrebbe aiutato a farlo. Poter raccontare il corpo dentro il quale noi viviamo, la casa è un altro corpo della vita, custodisce i nostri averi e i nostri ricordi, le nostre frustrazioni”. Dodici attrici per 5 sorelle nel corso del tempo, tra queste un’entusiasta e coinvolta Donatella Finocchiaro che descrive la sua esperienza: “Abbiano fatto un lungo lavoro di preparazione e siamo state 2 settimane in momenti diversi chiuse dentro la casa, la location dove ci sarebbe girato il film ma abbiamo provato tutte insieme. Il motivo per cui Emma ci ha riunito lì dentro – spiega Finocchiaro – è perchè dovevamo somigliarci emotivamente con il personaggio. Il mio personaggio, Pinuccia ha la rabbia come sentimento portante. Non è una donna realizzata, fa la badante a Lia, questa sorella un po’ inceppata e questo ruolo gliel’hanno cucito addosso le sorelle”. A proposito di somiglianza emotiva, chiarisce Emma Dante: “Non volevo usare il trucco per invecchiare le persone, mi sembrava un peccato mortale invecchiare Donatella. Ho cercato di lavorare di rendere protagonista il tempo come grande chirurgo plastico che deforma e decide come manipolare i corpi”. Giuseppe Battiston, che per “Le Sorelle Macaluso” dismette i panni di attore per entrare in quelli di produttore, dichiara: “Nel lavoro di Emma la cosa che mi ha sempre colpito e conquistato è un’urgenza poetica e comunicativa che si esprime attraverso sentimenti fortissimi, talvolta violenti, ma che trasmettono una necessità di comunicare che è fuori dal comune.Lavorare con una regista donna è stato un privilegio particolare che aggiunge qualcosa in più a questo film”. (ITALPRESS).

Bersani torna con “Cinema Samuele”

ROMA (ITALPRESS) – Samuele Bersani torna sulla scena discografica il 2 ottobre con “Cinema Samuele” (Sony Music) a distanza di 7 anni dall’ultimo album di inediti “Nuvola Numero Nove”.
“Settembre – dice Bersani – porta con sè l’aria fresca di un inizio. O di un ritorno, di chi in realtà non se n’è andato troppo lontano. E oggi voglio che sia vostra la copertina del mio nuovo disco, in uscita tra poco meno di un mese. Perchè mi siete mancati, mai nell’affetto. Così vi porto dentro il cinema della mia testa, con la luce della luna e l’ombra del Nettuno, a raccontare la vita come fosse una canzone. Vi abbraccio, Samuele”.
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Venezia, Almodovar “Superato il lockdown continuare a fare cinema”

VENEZIA (ITALPRESS) – Un sogno lungo una carriera, quello di Pedro Almodòvar di girare “La voce umana”, il celeberrimo monologo teatrale scritto alla fine degli anni ’20 da Jean Cocteau, sul quale si basa “The Human Voice”, presentato oggi Fuori Concorso alla 77ma Mostra del Cinema di Venezia. Almodòvar lo insegue da sempre, come ha confessato nella conferenza stampa veneziana di questa mattina: “Lo avevo già citato in uno dei miei primi film, La legge del desiderio, in una scena con Carmen Maura, e poi era stato il vero motivo ispiratore del mio film successivo, Donne sull’orlo di una crisi di nervi, che era stato presentato proprio qui a Venezia, dove sempre Carmen Maura era chiusa in casa e scopriva di essere stata abbandonata dal suo uomo tramite un messaggio sulla segreteria telefonica. La situazione di una donna abbandonata, sola, sull’orlo della rottura è una situazione drammatica che sempre mi ha stimolato”.
Questa volta, però Pedro Almodòvar ha voluto restare fedele al testo di Cocteau, limitandosi a fare un mediometraggio della durata di 50′ e chiamando a interpretarlo Tilda Swinton, dunque affrontando per la prima volta la sfida di girare un film in inglese: “Era un esperimento che volevo fare, mi sono sentito libero”. La solitudine e la reclusione sono due elementi che fanno pensare al lockdown: “Ci ha fatto capire tante cose, per esempio che la gente dipende dalla finzione, dalle narrazioni: uno dei modi di riempire il tempo è stato guardare film, serie, ovvero nutrirci di qualcosa che ha a che fare con la cultura, qualcosa che è stato scritto, creato da artisti. Questo è un aspetto positivo, ma come regista penso anche che sia molto importante andare oltre e non credere che la strada del futuro sia quella di stare a casa per lavorare o anche per divertirci. Non possiamo fare tutto in modo sedentario: se non si è obbligati a stare in casa, bisogna uscire, ritrovare il piacere di alzarsi, vestirsi e andare fuori di casa, stare in mezzo alle altre persone sia lavorare che per rilassarsi”.
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Claudio Baglioni, a dicembre nuovo album di inediti

MILANO (ITALPRESS) – “Un album ideato e composto come una volta. Vero, sincero, fatto a mano e interamente suonato”. Sono le parole che Claudio Baglioni sceglie per parlare, per la prima volta, del suo nuovo album di inediti, il primo, dopo sette anni di riflessione e scrittura, che uscirà il 4 dicembre 2020.
Baglioni non rivela ancora il titolo del suo nuovo lavoro discografico (sedicesimo album in studio della sua cinquantennale straordinaria carriera). “Solo alla fine – spiega – ascoltandolo parlare e guardandolo negli occhi, saprò che nome dargli”.
“E’ un progetto – racconta – al quale ho dedicato tutto me stesso, a partire dalla scrittura, strutturata come non accadeva da tempo, su linee melodiche e processi armonici che la musica popolare, sembra offrire sempre meno. Le sonorità sono tutte vere – nel senso di “acustiche” – basso, batteria, pianoforte, chitarre, archi, fiati, voce e cori – e il ricorso all’elettronica è stato dedicato, esclusivamente, alla cura degli effetti suono e delle atmosfere”. “Ne sono venuti fuori – aggiunge – dodici pezzi suonati dalla prima all’ultima nota, da un gruppo di musicisti straordinari, che fanno quello che ci si aspetta da loro: suonare con tutta la creatività, l’invenzione, l’energia e la passione – in una parola: la musicalità – che hanno dentro”. Per quanto riguarda i testi, spiega: “ho affidato a semplicità e immediatezza il compito di raccontare l’avventura dell’esistenza e delle relazioni umane, e alla leggerezza e alla freschezza di certe immagini quello di provare a sgombrare l’orizzonte dalle nubi che a volte sorvolano la vita”.
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Libri, esce “Comunicare è la chiave del tuo successo”

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“Comunicare è la chiave del tuo successo – Metodi e strategie per riuscirci al meglio” è il nuovo saggio di Ugo Piazza. Edito da Novantacento, nel testo l’autore analizza “le dinamiche di comunicazione che ognuno di noi ormai automatizza, perdendo efficacia rispetto al raggiungimento degli obiettivi”.

Il vademecum svela “metodi e strategie per interpretare la comunicazione altrui così da poter modulare nel modo più corretto la propria, svelando quali siano i comportamenti, le posture, la necessità di una piena consapevolezza di se stessi per comunicare al meglio e raggiungere in modo strategico i propri obiettivi nella vita così come instaurare le giuste relazioni nell’ambito sociale, di coppia, lavorativo e amicale”.

Ugo Piazza, 48 anni, giornalista, è specializzato in strategie di marketing della comunicazione e nell’interpretazione socio-politica della dialettica del linguaggio. (ITALPRESS).

E’ morto lo storico dell’arte Philippe Daverio

ROMA (ITALPRESS) – E’ morto lo storico dell’arte Philippe Daverio. Lo ha reso noto su Facebook la regista teatrale e direttrice del teatro Franco Parenti di Milano, Andree Ruth Shammah. Daverio avrebbe compiuto 71 anni il prossimo 17 ottobre, e tra l’altro era stato anche assessore alla Cultura del Comune di Milano dal 1993 al 1997.
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Venezia 77, parte la Mostra blindata per il Covid

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Apre oggi la 77ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, evento atteso quest’anno non solo per i film e le star, ma soprattutto per le misure di sicurezza necessarie in era Covid. Il Lido di Venezia, solitamente frenetico già dai giorni precedenti all’inaugurazione, gode quest’anno di una calma irreale e necessaria. Problemi per il momento si sono riscontrati solo in sede virtuale, con i disguidi relativi al sistema di prenotazione per le proiezioni. Sui social c’è stato l’usuale tam tam di lamentele, soprattutto tra gli accreditati stampa. Ma dopo qualche ora, effettivamente faticosa, l’emergenza è rientrata.
Il protocollo sarà certamente complesso nei giorni caldi dell’evento. L’accesso all’area della Mostra sarà possibile esclusivamente attraverso nove varchi, siti attorno al perimetro principale e nelle altre aree deputate dislocate altrove. All’entrata dei varchi gel igienizzante e pistola per la misurazione della temperatura. Da 37,5 gradi in su l’accesso è vietato, se dovesse accadere si scoprirà anche la successiva procedura, sperando di non doverne mai venire a conoscenza.
Mascherine obbligatorie in tutte le aree comuni del festival, anche all’esterno, ovviamente in sala, con buona pace di chi ama le opere di autori particolarmente prolissi. Per l’ingresso in sala viene richiesto di mettersi in fila con un congruo anticipo, così da permettere a tutti di entrare agevolmente, nonostante il numero degli accreditati sia estremamente ridotto quest’anno. Molta stampa italiana, poca europea, pochissima internazionale, ma in ogni caso le maggiori testate mondiali di settore sono adeguatamente rappresentate.
Per quanto riguarda gli eventi ufficiali, il red carpet sarà riservato ai soli fotografi, con tanto di muro innalzato per evitare assembramenti dei fan in cerca di un contatto con i loro beniamini. Perché nonostante tutte le difficoltà, non mancheranno i talent sul tappeto rosso. Molti italiani, da Pierfrancesco Favino a Stefano Accorsi, ma anche Valeria Golino, Alba Rohrwacher, Alessandro Gassman, Anna Foglietta, madrina del festival, e molti altri. Ma anche internazionali, come Oliver Stone, Matt Dillon, tanto per ricordarne un paio, una lista che ovviamente si potrebbe arricchire, o meno, a seconda della situazione Covid internazionale.
Per chi frequenta abitualmente il festival di Venezia, la cosa interessante sarà la reazione dei residenti del Lido, soprattutto dei commercianti che nei dodici giorni della manifestazione godono di un indotto non indifferente. Quest’anno complici anche in questo caso le restrizioni necessarie per il Covid, anche il tempo libero festivaliero è stato ridotto all’osso, e forse è un eufemismo. La tradizionale cena di gala d’apertura è stata cancellata, non ci saranno feste a illuminare le notti veneziane. Poco glamour, insomma, ma quest’anno ci sono cose più importanti a cui pensare. Come, per esempio, la proiezione in molte sale cinematografiche italiane della cerimonia d’apertura. Un segnale forte per far ripartire un settore che ha sofferto moltissimo e senza il quale le nostre quarantene sarebbero state forse insostenibili.
(ITALPRESS).