ROMA (ITALPRESS) – Diretto da Dan Scanlon e prodotto da Kori Rae, il nuovo lungometraggio d’animazione targato Disney e Pixar Onward – Oltre la Magia arriverà nelle sale italiane il 19 agosto. Ambientato in un immaginario mondo fantastico, il film racconta la storia di due fratelli elfi adolescenti che si imbarcano in una straordinaria avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un pò di magia.
Nella versione italiana del film, il cast di voci comprende Sabrina Ferilli nei panni di Laurel Lightfoot, una mamma determinata e devota che lavora duramente e si impegna con tutto il cuore in tutto ciò che fa; e Fabio Volo in quelli di Wilden Lightfoot, intelligente e sicuro di sè, ha scoperto un modo creativo e al tempo stesso fantastico per rivedere i suoi figli molti anni dopo la sua morte. Tra le voci italiane anche Favij, Raul Cremona e David Parenzo che interpretano rispettivamente uno spiritello, un apprendista stregone e un cameriere.
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Ferilli e Volo voci per il nuovo cartoon Disney-Pixar “Onward”
Franceschini “20 mln per le mostre annullate e rinviate per Covid”
ROMA (ITALPRESS) – “20milioni di euro per le mostre d’arte cancellate, annullate o rinviate a causa dell’emergenza sanitaria”. E’ questo il valore del decreto che il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha firmato oggi utilizzando le risorse del “Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali” istituito dal Decreto Rilancio.
“Ai 150 milioni di euro già autorizzati per sostenere i musei statali e i musei privati – ha detto il Ministro Franceschini – si aggiungono adesso ulteriori 20 milioni di euro per il ristoro delle perdite subite dagli organizzatori di mostre. Con questo decreto prosegue l’impegno a sostegno dei settori del mondo dell’arte che stanno ancora attraversando un momento difficile anche in questa fase di ripartenza”.
I 20 milioni di euro sono destinati agli operatori che hanno subito un calo di fatturato per la cancellazione, l’annullamento o il rinvio, a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, di almeno una mostra d’arte in Italia o all’estero in calendario nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 30 settembre 2020.
Possono presentare domanda i soggetti la cui attività prevalente sia l’organizzazione di mostre d’arte e i soggetti erogatori di servizi di logistica e trasporto e di allestimento che abbiano una quota superiore al 50% del fatturato derivante da attività riguardanti mostre d’arte. Per richiedere i finanziamenti i soggetti devono avere i seguenti requisiti: sede legale in Italia; essere in regola con gli obblighi in materia previdenziale, fiscale, assicurativa; assenza di procedure fallimentari; assenza di condizioni ostative alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni.
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Franca Valeri, 100 anni di arte per la “signorina snob”
“Pronto mamma’, nun e’ che te sei dimenticata quarcosa su a tomba de nonno. Apposta che non mi da’ piu’ i nummeri”. Vestaglia di flanella, un’improbabile “impalcatura” per i capelli, cornetta all’orecchio e lo sguardo fisso un po’ nel vuoto e un po’ sulle unghie curate, la sora Cecioni entrava nelle case degli italiani dagli schermi in bianco e nero della Rai dei varieta’, degli Studio Uno, delle trasmissioni firmate da quel gran genio di Antonello Falqui. L’Italia che si accomodava sul divano davanti ad una scatola che trasmetteva un solo canale, rideva per quelle inverosimili storie che quel personaggio femminile dall’accento ciociaro raccontava a “mamma’”. Lei milanese, da tempo aveva inventato una maschera laziale, bissando quel successo che gia’ aveva ottenuto con un’altra figura divenuta mitica: la signorina snob. Franca Valeri, icona della tv del dopoguerra, 100 anni oggi, aveva sdoganato la comicita’ femminile imponendola in un’Italia ancora maschilista, dove il gentil sesso nella tv di Stato era relegata (tranne per rari casi) al corpo di ballo, al massimo esiliata al rango di soubrette. Donna colta, intelligentissima, fine attrice di teatro, padrona del palcoscenico, aveva dimostrato fin da subito il suo genio creativo, sorretto da una cultura sconfinata maturata nei sui continui e prolifici contatti con il mondo intellettuale meneghino e le sue letture impegnate.
Donna di spettacolo, aveva affinato la sua tecnica dapprima nei teatri milanesi e poi nei piccoli club parigini. La sua storia personale era pero’ stata travagliata. Figlia di una madre cattolica e di un padre ebreo, fu risparmiata dalle leggi razziali grazie a un documento falso. Al secolo Franca Maria Norsa, fu convinta dal padre (per nulla persuaso della carriera di attrice e contrario nel vedere il suo cognome sulle locandine) a trovarsi un nome d’arte; scelse Valeri in omaggio del poeta Paul Valery. Un passo decisivo per la sua carriera fu l’incontro dopo la fine della guerra con Alberto Bonucci, Luciano Salce e Vittorio Caprioli (poi divenuto suo marito) con i quali diede vita alla compagnia del Teatro dei Gobbi. Negli anni ’50 l’incontro con la settima arte: il suo primo film fu anche il primo per Federico Fellini, “Luci del varieta’”, co-diretto da Alberto Lattuada. Poi arriveranno le pellicole con Toto’, Sordi, Eduardo De Filippo. Ha lavorato per i piu’ grandi registi italiani: Steno, Emmer, Risi, Comencini, Zampa, Mattoli, Bolognini, Corbucci, l’amico di sempre Salce e il marito Caprioli. Dagli anni ’70 in poi divennero frequenti le sue partecipazioni negli sceneggiati Rai. Ma saranno i varieta’ a darle quella notorieta’ che faranno entrare nell’immaginario popolare le sue maschere, i suoi personaggi: la signorina snob, Cesira la manicure, la sora Cecioni.
Ben presto divenne l’iconica e spassosa star degli show di Mamma Rai firmati da Antonello Falqui come Studio Uno e Sabato sera. Un successo cosi’ dirompente tanto che la Emi le propose di registrare gli sketch su una serie di vinili che andarono a ruba.
Qualche decennio dopo fu scelta da un altro genio, Enzo Trapani, per un’altra trasmissione cult: Due di tutto. Alla tv ha alternato le sue due piu’ grandi passioni: la prosa e la lirica. L’opera ha forse rappresentato il lato meno noto di Franca Valeri, nonostante abbia firmato piu’ di dieci produzioni: da “La traviata” a “La Boheme”, dal “Rigoletto” al “Barbiere di Siviglia”. Negli ultimi 20 anni ha diradato le sue apparizioni, ritagliandosi piccoli ruoli in fiction sia Rai che Mediaset. Ha centellinato le sue partecipazioni a programmi tv dove, da ospite, ha incassato il meritato tributo per una carriera lunghissima e prolifica. E per una vita foriera di emozioni, vissuta nell’arte, e segnata fin dall’infanzia dal dolore e dalla paura. Recentemente, in un’intervista al Corriere, ha riaperto quella ferita con il passato che non sembra essersi ancora rimarginata.
“Papa’ era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse. Fu il momento piu’ brutto della mia vita”. Nell’intervista non ha fatto mistero di avere voluto vedere i corpi del Duce e della Petacci appesi a testa in giu’ a piazzale Loreto. “Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pieta’? No. Nessuna pieta’. Ora e’ comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo”. Franca Valeri alla soglia dei 100 anni vive in una casa della campagna romana. Lucida e spiritosa, colta e ironica, non ha perso il suo milanesissimo accento e il suo sguardo sardonico sul mondo. Una vera signora dello spettacolo, tra le piu’ divertenti e intelligenti della sua storia, che come spesso ha affermato, usa l’umorismo per osservare il mondo che la circonda.
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Morto Gianrico Tedeschi, una carriera tra Strehler e Carosello
ROMA (ITALPRESS) – Si è spento nella serata di ieri nella sua casa di Crabbia a Pettenasco, in provincia di Novara, Gianrico Tedeschi. L’attore aveva festeggiato lo scorso 20 aprile i 100 anni, ricevendo gli auguri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lascia la moglie Marianella Laszlo e le figlie Enrica e Sveva. Ne dà notizia il sito Buongiorno Novara.
Nato a Milano il 20 aprile 1920, studente alla facoltà di Magistero della Cattolica di Milano, durante la seconda guerra mondiale fu chiamato alle armi come ufficiale e partecipò alla campagna di Grecia. Fatto prigioniero dopo l’armistizio, venne internato tra gli IMI nei campi di Beniaminovo, Sandbostel e Wietzendorf. Nella prigionia conobbe un altro internato destinato a diventare celebre, Giovannino Guareschi. A Sandbostel recitò per la prima volta nella parte di Enrico IV nell’omonima opera di Pirandello. Nel 1947, mentre si diplomava all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, ebbe anche il suo debutto teatrale sotto la guida di Giorgio Strehler. Negli anni successivi recitò in varie compagnie e in diversi teatri, tra i quali lo Stabile di Roma, cimentandosi anche nella rivista e nella commedia musicale.
Attore di grande versatilità e di peculiare umorismo, fu uno dei protagonisti della prosa televisiva, ma offrì prove brillanti anche nello spettacolo leggero. Prese parte anche ai grandi sceneggiati della Rai. Protagonista assiduo della trasmissione pubblicitaria Carosello, al quale prestò più volte il suo volto buffo e arguto, Tedeschi è ricordato soprattutto come testimonial delle caramelle Sperlari, in scenette trasmesse dal 1974.
Nella stagione 1972-73 partecipò anche alla trasmissione radiofonica Gran varietà, condotta da Raffaella Carrà. Nel 2000 rinnovò il suo successo teatrale interpretando la malinconica pièce Le ultime lune di Furio Bordon, che portò in scena per dieci stagioni (fino al 2010). Nel 2011 fu l’industriale Oldfield ne La compagnia degli uomini di Edward Bond, una produzione del Piccolo Teatro di Milano, con la regia di Luca Ronconi. Per questa interpretazione vince il Premio Ubu come migliore attore.
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Venezia 77, Cate Blanchett presidente della Giuria
Sarà Cate Blanchett la presidente della Giuria del Concorso della 77esima Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 2 al 12 settembre 2020, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale.
Gli altri componenti della Giuria sono Veronika Franz, Joanna Hogg, lo scrittore italiano Nicola Lagioia, Christian Petzold, Cristi Puiu, Ludivine Sagnier. La Giuria Venezia 77 assegnerà ai lungometraggi in Concorso i premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Premio per la migliore sceneggiatura, Premio Speciale della Giuria, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente.
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“Le luci della strada”, il nuovo libro di Vetere
A Roma in Piazza Navona, sotto la cupola di Sant’Agnese in Agone – meravigliosa opera architettonica ad opera di Borromini -, si è tenuta la presentazione del libro “Le luci della strada”, ultima opera pubblicata da Francesco Saverio Vetere, segretario generale dell’Uspi (Unione Stampa Periodica Italiana).
Il libro è stato pubblicato poche settimane fa da Edizioni Efesto che ha curato, in collaborazione con l’Associazione Brutium, l’organizzazione della presentazione sulla. Racconta di sette amici sulla sessantina che si incontrano la notte di capodanno nella casa dell’unico non sposato e parlano per tutta la notte, a modo loro, di fatti lontani nel tempo.
Durante la presentazione sono intervenuti tra gli altri Giuseppe Quintavalle, direttore generale dell’Asl Roma 4 e commissario straordinario dell’Asl Roma 3, Maria Panetta, docente di Mediazione culturale e cultura letteraria presso l’Università di Roma “Sapienza” e Pino Strabioli, conduttore televisivo Rai.
Nei giorni scorsi, su Diacritica, bimestrale indipendente fondato da Maria Panetta e Matteo Maria Quintiliani, è stata pubblicata la recensione del testo.
“La scelta della notte di Capodanno implica la sottolineatura di un momento liminare di passaggio, di una soglia temporale che distingue un ‘prima’ da un ‘poi’ – si legge nella recensione -: infatti, i sette (numero, peraltro, denso d’implicazioni filosofiche) usciranno dalla conversazione cambiati, perché più consapevoli sia di una storia che riguarda un loro caro amico nonché maestro, sia di se stessi. Leggendo le pagine delle Luci della strada, ci si ritrova immersi in un’atmosfera che, anche se non direttamente, richiama alla memoria alcune opere capitali della letteratura italiana e mondiale, fra le quali, ad esempio, il Decameron: e forse non è un caso che la fase di scrittura del romanzo abbia coinciso con un momento di reclusione in spazi angusti, che ci ha fatto sentire tutti idealmente vicini alla condizione psicologica dei dieci giovani della brigata dei novellatori, in fuga da Firenze per salvarsi dalla pestilenza, sebbene essi si fossero intelligentemente rifugiati in campagna, e dunque non al chiuso”.
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Rai, Salini “Persi 160 milioni durante la pandemia”
“Tra mancati introiti pubblicitari e del canone la Rai con il Covid ha perso 160 milioni di euro”. Lo afferma l’amministratore delegato di Viale Mazzini Fabrizio Salini, durante un’audizione in Commissione di Vigilanza.
“E’ in corso un ragionamento per recuperare i soldi extra-gettito per un valore di 105 milioni di euro l’anno e il prelievo del 5% che porterebbe altri 85 milioni di euro l’anno: solo così potremo affrontare il 2021 che ora fa paura”, ha aggiunto.
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Washington e Roberts insieme sul set dopo 27 anni
Denzel Washington e Julia Roberts insieme per la prima volta dopo 27 anni. I due attori, che avevano recitato insieme per l’ultima volta nel 1993 in “Il rapporto Pelikan” di Alan J. Pakula, saranno i protagonisti di un nuovo film. La pellicola, prodotta da Netflix, è intitolata “Leave The World Behind” ed è basata sull’omonimo romanzo di Rumaan Alam che sarà pubblicato il prossimo 6 ottobre. Il film si basa sulla storia di due famiglie obbligate a trascorrere assieme un lungo weekend – come riporta “Deadline” – in cui discutono temi etnici e di classe. Alla regia è stato chiamato lo statunitense Sam Esmail. Per assicurarsi i diritti di “Leave The World Behind” Netflix ha vinto una “guerra” di offerte contro Apple ed altri studi. La data di arrivo nelle sale non è ancora stata annunciata.
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