Home Spettacoli Pagina 3

Spettacoli

Nuovo traguardo per Lazza, “Locura” doppio disco di platino

ROMA (ITALPRESS) – Lazza piazza oggi una nuova bandierina nel percorso di Locura: dopo aver ottenuto il Disco di Platino nella prima settimana di rilevazione FIMI (primo album del 2024 a raggiungere questo traguardo in così poco tempo), l’album -pubblicato il 20 settembre per Island Records- conquista oggi il doppio disco di platino, portando il palmarès di Lazza a quota 106 Platini e 47 Ori, e oltre 4.2 miliardi di stream totali in carriera. L’ennesima dimostrazione della potenza di fuoco di un album che, dopo essersi piazzato alla seconda posizione della Spotify Top Albums Debut Global (dietro solo a Future) e attestato ufficialmente come l’album più venduto di sempre in Italia nella prima settimana da quando esiste lo streaming (e al quinto posto in assoluto considerando anche l’era pre-streaming), nel giro di un mese ha già collezionato oltre 450MLN di stream complessivi e superato quota 20 milioni di views su YouTube.
In attesa di nuovi traguardi, non resta che attendere gennaio per vivere nei palasport pure serate di “locura” con la nuova avventura live di Lazza, il Locura Tour 2025 prodotto da Vivo Concerti, che a tre mesi dalla partenza ha già registrato l’en plein di sold out nelle sue 11 date.

foto: ufficio stampa Goigest

(ITALPRESS).

Francesco De Gregori, da domani 20 concerti al Teatro Out Off di Milano

MILANO (ITALPRESS) – Da domani, martedì 29 ottobre, al 23 novembre Francesco De Gregori terrà 20 concerti al Teatro Out Off di Milano con lo spettacolo “Nevergreen (Perfette sconosciute)”, un viaggio attraverso le “gemme” meno conosciute del vasto repertorio del cantautore. Questa serie di live rappresenta un’occasione unica per il pubblico di vivere un’esperienza musicale in un ambiente raccolto, con una capienza limitata a 200 spettatori per serata. L’intimità del Teatro Out Off, un luogo storico fondato nel 1976, il primo spazio underground milanese, permette una connessione profonda tra l’artista e il pubblico, creando un’atmosfera ogni sera irripetibile.
Francesco De Gregori sarà accompagnato dalla sua band composta da Guido Guglielminetti (basso e contrabasso), Carlo Gaudiello (piano e tastiere), Primiano Di Biase (hammond e fisarmonica), Paolo Giovenchi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino) e Simone Talone (batteria e percussioni). Corista: Francesca La Colla.
La scaletta sarà diversa ogni sera e non mancheranno degli ospiti a sorpresa, colleghi e amici che condivideranno con De Gregori una selezione di sue canzoni affascinanti, raramente proposte dal vivo, permettendo al pubblico di scoprire o riscoprire alcuni capolavori nascosti del repertorio. De Gregori si esibirà tutte le sere, con una pausa ogni tre giorni. Dallo spettacolo “Nevergreen (Perfette sconosciute)” nascerà un documentario prodotto da Our Films e Friends TV con la produzione esecutiva di Darallouche Film e con la regia di Stefano Pistolini. Questa residenza a Milano segue il successo dei live del 2019 al Teatro Garbatella di Roma dal titolo “Off The Record”.

foto: ufficio stampa Parole e d’intorni

(ITALPRESS).

Festa del Cinema di Roma, vincono Elio Germano e Bound in Heaven di Huo Xin

ROMA (ITALPRESS) – Alla Festa del Cinema di Roma 2024, vincono Elio Germano e Bound in Heaven di Huo Xin. L’autrice e conduttrice Geppi Cucciari, madrina della cerimonia di chiusura della diciannovesima edizione, ha presentato per il terzo anno consecutivo la serata finale del festival.
La Festa del Cinema di Roma è ufficialmente riconosciuta come Festival Competitivo dalla FIAPF (Fèdèration Internationale des Associations de Producteurs de Films).
Ecco tutti i riconoscimenti assegnati nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Una giuria presieduta dal regista, sceneggiatore e produttore Pablo Trapero, affiancato dalla montatrice Francesca Calvelli, l’attrice francese Laetitia Casta, la produttrice Gail Egan e lo scrittore e sceneggiatore Dennis Lehane ha assegnato i seguenti riconoscimenti ai film del Concorso Progressive Cinema:
– Miglior film: BOUND IN HEAVEN di Huo Xin
– Gran Premio della Giuria: LA NUIT SE TRAI’NE di Michiel Blanchart
– Miglior regia: MORRISA MALTZ per Jazzy
– Miglior sceneggiatura: CHRISTOPHER ANDREWS per Bring Them Down
– Miglior attrice – Premio “Monica Vitti”: A’NGELA MOLINA per Polvo seràn
– Miglior attore – Premio “Vittorio Gassman”: ELIO GERMANO per Berlinguer. La grande ambizione
– Premio speciale della Giuria: al cast femminile di READING LOLITA IN TEHRAN (LEGGERE LOLITA A TEHERAN)
Una giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Francesca Comencini affiancata dalla produttrice, compositrice e scrittrice Kaili Peng e dall’attore Antoine Reinartz ha assegnato – fra i titoli delle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public – il Premio Miglior Opera Prima ai film:
– BOUND IN HEAVEN di Huo Xin (sezione Progressive Cinema) – ex aequo
– CIAO BAMBINO di Edgardo Pistone (sezione Freestyle) – ex aequo

E’ stata inoltre assegnata una Menzione speciale all’attore Liu Hsiu-Fu per Pierce di Nelicia Low.

Fra i titoli del Concorso Progressive Cinema, gli spettatori hanno assegnato il Premio del Pubblico FS, Official Sponsor della Festa, al film:
– READING LOLITA IN TEHRAN (LEGGERE LOLITA A TEHERAN) di Eran Riklis

– foto ufficio stampa Fondazione Cinema per Roma, frame film Berlinguer. La grande ambizione –
(ITALPRESS).

“Modì – Three Days on the Wing of Madness”

ROMA (ITALPRESS) – “Johnny Depp non c’è ma Riccardo risponderà a tutte le domande, anche per lui!” con questa battuta e non senza qualche imbarazzo è iniziata la conferenza stampa di presentazione di “Modi – Three Days on the Wing of Madness”, seconda opera da regista dell’attore americano, dopo l’esordio avvenuto nel 1997 con “Il coraggioso”. Il nuovo film porta sul grande schermo settantadue ore nella vita di Amedeo Modigliani, Modì per i francesi. A Parigi, nel 1916, il pittore è in fuga dalla polizia: vorrebbe abbandonare la città dove ha vissuto a lungo, mentre gli amici Utrillo e Soutine e la musa Beatrice Hastings cercano di convincerlo a restare e a continuare a dipingere. Attraverso una notte di allucinazioni e di incontri, con l’amico mercante d’arte e con un collezionista americano, la sua storia cambia. Il progetto, basato sulla commedia “Modigliani” di Dennis McIntyre, nasce decenni fa, proposto ad Al Pacino, rimandato, sospeso, dimenticato, e oggi ritornato con Johnny Depp alla regia, Al Pacino tra i produttori e nei panni del collezionista, Mary e Jerzy Kromolowski alla sceneggiatura e Riccardo Scamarcio protagonista.
“Il primo giorno di riprese una assistente si avvicina e mi dice che Johnny ha riscritto tutta la scena a un’ora dall’inizio delle riprese: è così che abbiamo fatto tutto il film di base, in uno scambio continuo, aspettando che la scena stessa ci suggerisse la strada da prendere – ha raccontato Scamarcio -. Io sono un fan di Johnny, lo ritengo incredibile, il fatto di incontrare una persona come lui è stata la conferma che ho intrapreso la strada giusta in questi anni come attitudine al lavoro. Si è fidato di me come regista e mi ha fatto sentire amato. In fondo questo Modigliani somiglia molto a lui ma anche un pò a me, forse è il personaggio più lontano da me ma anche il più vicino a me: è il suo alter ego con dinamiche anarchiche ma anche purezza sempre pronta ad esplodere in qualcosa di pericoloso”. Nel finale c’è una scena che mette di fronte Scamarcio ad un mito del cinema mondiale: Al Pacino. “Quando mi hanno detto che avrei fatto il protagonista in un film di Johnny Depp ed una scena con Al Pacino stavo per sentirmi male – ha proseguito ridendo -. Lui è uno dei motivi per cui faccio l’attore”.
Nel film Al Pacino interpreta un importantissimo collezionista d’arte a cui Modigliani mostra le sue opere. “Quella scena è il rapporto fra chi ha i soldi e finanzia l’arte e l’artista. E’ un rapporto duro, difficile come nel fare film: chi produce pensa spesso solo a fare soldi mentre per gli artisti è qualcosa di più intimo e necessario. L’arte è un oggetto che risuona con un soggetto, tutto può essere arte è questione di vibrazioni, è una cosa misteriosa ed intima. Se parliamo di cinema ovviamente “8 1/2″ di Fellini è il film più bello che abbia mai visto”.

foto: xi9/Italpress

(ITALPRESS).

Alla Festa del Cinema “Hey Joe”, James Franco “Questo film è neo-realismo”

ROMA (ITALPRESS) – “Questo film per me è neo-realismo italiano. Ogni ripresa era ripetuta 10 volte per ogni angolatura, l’effetto finale è quello di vivere nel film” parola di James Franco. L’attore di Hollywood è protagonista di “Hey Joe” diretto da Claudio Giovannesi, anche sceneggiatore insieme a Maurizio Braucci con cui aveva già collaborato per “La paranza dei bambini”. Nel film, che sarà visibile alla Festa del Cinema di Roma, alle ore 18.30 presso la Sala Sinopoli, un veterano americano di nome Dean Barry – che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la Seconda guerra mondiale – ritorna a Napoli, all’inizio degli anni Settanta, per conoscere suo figlio. Il protagonista lascia tutto ciò che ha in America per andare in Italia: “Credo che quello che accade a Dean è che il telegramma lo risveglia – prosegue James Franco -. Gli fa pensare di aver sprecato la sua vita e crede di poter fare qualcosa di positivo per il figlio. Per me all’inizio era il successo ad dare significato alla vita ma crescendo ho cambiato paradigma: ho capito che la crescita spirituale e la maturità avrebbe dato significato alla mia vita. C’è sempre una opportunità di cambiare la propria vita, magari aiutando qualcuno, non è mai troppo tardi”.
“Mi sono innamorato dei dualismi: della relazione padre-figlio, del rapporto America-italia, un mondo e un altro mondo, della storia ambientata in due epoche diverse – ha raccontato il regista -. Per me è stata una nuova sfida, una novità, perchè ho sempre girato in ambientazioni contemporanee. Tutti i personaggi sono conseguenze della guerra”. Per ricostruire quanto accaduto e vissuto “Abbiamo attinto ai ricordi, alle storie raccontate dagli amici e in famiglia – ha spiegato Maurizio Braucci -. Un tema sotterraneo nel film secondo me è la responsabilità: non solo dei padri verso i figli ma anche degli uomini verso le donne e dei vincitori nei confronti dei vinti. Comunque era una storia già un pò nostra perchè appartiene a tutti i napoletani”.

– Foto xi9/Italpress –

(ITALPRESS).

Alla Festa del Cinema L’amica geniale, Bispuri “Una grandissima sfida”

ROMA (ITALPRESS) – La Festa del Cinema di Roma ospiterà oggi in anteprima i primi due episodi de “L’amica geniale – Storia della bambina perduta” di Laura Bispuri, quarta stagione della serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante. La proiezione si terrà presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone a partire dalle ore 21.15. Le due protagoniste, Lila (Irene Maiorino) ed Elena (Alba Rohrwacher), sono ormai giunte all’età adulta, cariche del peso di esistenze tumultuose sospese tra cadute rovinose e improvvise rinascite. “E’ stata una avventura enorme, una sfida grandissima e Saverio (Costanzo, sceneggiatore) mi ha emozionato per la fiducia che ha avuto in me” con queste parole la regista Laura Bispuri ha raccontato in conferenza stampa l’inizio di questo lavoro preso in corsa, in quanto già preceduto dalle serie precedenti. “Avevo grande rispetto verso le stagioni passate, i personaggi, mi sentivo di entrare in punta di piedi ma allo stresso tempo volevo metterci del mio anche con il cambio del cast, portare novità, il mio stile, la mia sensibilità, tutto a servizio della serie – ha proseguito -. L’autrice porta i personaggi e le relazioni con verità ed è quello che provo anche io a fare, con il mio modo di guardare il mondo. E’ stato un lavoro capillare, giorno per giorno. La sfida grande per questa stagione era ripartire da zero con i nuovi attori; abbiamo cercato l’anima di questi personaggi nelle sfumature più piccole”.
Saverio Costanzo ho pensato a lei come regista “perchè ha sempre dimostrato grande eleganza nei suoi lavori ed ha sempre lavorato con personaggi femminili molto pericolosi e qui ce ne sono – è la risposta del regista/sceneggiatore romano -. Ho pensato a lei per la sua anima, non perchè è una donna ecco, nell’arte non credo alla questione di genere. Poi diciamoci la verità: 10 episodi girati dallo stesso regista è una impresa epica, come scalare l’Everest e lei ci è riuscita, non era scontato”. Come non è stato nè scontato nè facile per il nuovo cast vestire i panni di personaggi ormai così popolari e importanti già interpretati da altri attrici ed attori. Alba Rohrwacher per esempio ha avuto un rapporto molto stretto con Margherita Mazzucco che ha interpretato Elena nelle serie precedenti: “Ho cercato di seguire la sua recitazione, di poggiare la mia voce sulla sua. Ci siamo passate il testimone di un personaggio tanto importante, fino a che siamo riuscite a staccarci perchè il momento lo permetteva essendo Elena ormai in un’altra età. Cosa mi ha catturato? Tutto parte da una scrittura geniale, in cui tutto il mondo ha potuto riconoscersi – ha proseguito la Rohrwacher -. Lei è stata per noi uno spirito guida: nel momento del dubbio rileggere le pagine della Ferrante ci rimetteva sul binario. Ha messo in scena l’archetipo dell’amicizia attraverso Lila ed Elena”. Opposto invece l’atteggiamento di Irene Maiorino: “per me è stato un percorso di assoluta solitudine. Il mio personaggio, la mia Lila si stacca piano piano dalla precedente. Non ho mai chiesto di vedere e parlare con l’interprete precedente. Il tema principale è l’amicizia e la Ferrante non fa sconti, indagandone i lati più oscuri, le zone d’ombra, la potenza della diversità, la lotta di genere e di classe e come vengono affrontate in modo diverso dalle due protagoniste”.
Chi invece ha tentennato sull’accettare il ruolo è stato Fabrizio Gifuni: “ero a digiuno riguardo questi libri della Ferrante quindi quando ho fatto il provino sapevo pochissimo del mio personaggio, non ne conoscevo soprattutto l’epica, diciamo che mi hanno teso un trappolone! – ha esclamato sorridendo -. Mi sono chiesto se avevo voglia di passare un anno in compagnia di questo individuo, ho avuto un tentennamento. Lui è una specie di catalizzatore di negatività. Io normalmente cerco gli angoli bui nei personaggi che devo interpretare ma qui era l’opposto: cercavo brandelli di luce. Nino Salvatore del quarto volume è un caso a parte, è la caduta, la trasformazione in un uomo ridicolo. Bisognava raccontare questo. Mi dovevo caricare sulle spalle il tonfo, la caduta, ma la passione per il mio lavoro mi ha fatto proseguire. Ho trovato momenti di luce nella dimensione tragica, lui ha la maledizione della stirpe: replica quanto fatto dal padre, se possibile peggiorandolo. Anche io ho dovuto affrontare la difficoltà di prendere il testimone e passare dal ragazzetto al mostro finale”.

– Foto xi9/Italpress –

(ITALPRESS).

Ludovico Einaudi presenta il suo nuovo singolo “Pathos”

ROMA (ITALPRESS) – Il pianista e compositore Ludovico Einaudi presenta il suo nuovo singolo ‘Pathos’, in uscita oggi, secondo estratto dal suo imminente album, ‘The Summer Portraits’ che verrà pubblicato da Decca il 31 gennaio 2025. “Immagina se tu potessi essere sole”, Einaudi ha spesso parlato dell’idea di annullarsi nella sua stessa musica. ‘Pathos’ è costruito su un crescendo maestoso che inizia da una semplice melodia di piano. Il brano prende quota gradualmente, fino all’entrata degli archi che imprimono all’inconfondibile sound di Einaudi lo scintillio dell’acqua. Nel video girato dallo stesso Ludovico sembra quasi di sentire l’energia dell’acqua nelle frasi strumentali che ritraggono la forza e la bellezza del mare. Il toccante brano segue la pubblicazione del primo singolo “Rose Bay”, a sua volta accompagnato da un video con immagini inedite che raccontano le estati dell’infanzia del compositore.
L’anno scorso Einaudi ha trascorso le vacanze estive in una casa su un’isola del Mediterraneo. La casa era decorata con tanti piccoli quadri a olio dipinti su legno da una signora che passava le sue estati in quella casa con la famiglia a metà del secolo scorso, ogni estate ne aggiungeva qualcuno. “Ho cominciato a ripensare alle mie estati, a quell’arco di tempo in cui la mia vita era strettamente legata ai sensi e alle emozioni, quando i giorni erano lunghi come mesi e i mesi come anni, e ogni giorno era un’esperienza in cui la natura era la parte fondamentale, noi stessi eravamo natura”. Alcuni brani sono stati registrati negli studi di Abbey Road, con la partecipazione del violino barocco di Thèotime Langlois de Swarte e gli archi della Royal Philharmonic Orchestra diretta da Robert Ames. Altri sono stati registrati nello studio di Dogliani, sulle colline delle Langhe, in un’atmosfera più intima e personale con i musicisti che collaborano con Einaudi da molti anni – Federico Mecozzi, al violino e alla viola, Redi Hasa al violoncello e il poli strumentista Francesco Arcuri.

– Foto ufficio stampa Decca Records –

(ITALPRESS).

“La casa degli sguardi” esordio alla regia per Luca Zingaretti

ROMA (ITALPRESS) – Questa sera alle ore 18, la diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma presenterà in anteprima, nella sezione Grand Public “La casa degli sguardi” esordio alla regia di Luca Zingaretti. Il film, che si svolgerà presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, si ispira all’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, trovando l’immediatezza e la sincerità per raccontare diverse generazioni e mostrando la Roma di oggi dalla prospettiva di chi crede nel lavoro e nella scrittura, e decide di non mollare, malgrado tutto. “Negli anni frequentando molti set ho iniziato a vedere le cose in modo diverso e quando ho incontrato questa storia mi si è accesa la luce perchè ci sono dei temi che mi stanno a cuore e mi sono detto che avrei saputo raccontarla” queste le prime parole di Luca Zingaretti nella conferenza stampa di presentazione del suo film.
“E’ la storia di chi sa rimettersi in piedi, della vita che sa sorprenderci, del dolore che oggi in questa società non è più concesso: tutto è basato sulle performance. Seguiamo un pezzo di vita di questo ragazzo, il suo malessere può essere di qualunque giovane ma non in qualsiasi periodo. Nell’adolescenza si costruisce l’individuo che a quella età deve ribellarsi e l’inquietudine ci deve essere. Negli ultimi tempi l’evoluzione tecnologica è stata talmente veloce da non saperla ne legiferare ne gestire; il cambiamento climatico causerà una migrazione mia vista prima, tutto questo stanno vivendo i giovani di oggi e l’inquietudine è il minimo nei ragazzi di oggi. Il protagonista del film ha 21 anni, ha anche vissuto il trauma della perdita della mamma, sente tutto in modo esponenziale e deve anestetizzarsi. Ma il dolore non si deve evitare, si deve accogliere: abbiamo perso la capacità di stare nelle cose e non fuggire. Lui si rimetterà in piedi quando capirà questo”.
Dolore, sensibilità, genitorialità, amicizia, amore: sono tanti i temi trattati in questo film. “Sì ma il mio film parla anche del lavoro – ha proseguito Zingaretti -, non solo per guadagnare soldi. Il lavoro ti radica, ti identifica: ti definisci attraverso ciò che fai nella vita, che poi è il dramma di chi è disoccupato. Senza non sai che cosa sei, sei trasparente. Il lavoro ha un potere salvifico”. Il protagonista è interpretato da Gianmarco Franchini: “L’ho scelto subito perchè ha un’anima che rielabora le cose, ecco perchè è bravo. – ha concluso il regista -. Con lui ho lavorato tanto sul set. Lui non si nasconde, non ha paura di farsi vedere fragile”. Emozionato per queste parole e per quanto realizzato, Gianmarco ha raccontato come sono andate le cose dal suo punto di vista: “ho letto il libro e la passione per il personaggio è esplosa. Quando mi hanno detto che lo avrei fatto mi è salita la tensione e l’ansia, perchè questo ragazzo ha talmente tanto dentro, un modo ed un mondo tutto suo, una pelle così sottile da poterla bucare sfiorandola con un fiore, che doverlo sentire e interpretare mi ha quasi impaurito. L’ho immaginato come una anima pura, da proteggere. Con Luca ho avuto una particolare empatia perchè essendo attore ha affrontato le mie stesse paure e tensioni e si è rapportato a me in modo naturale e semplice, diretto, senza fronzoli. Abbiamo avuto un continuo confronto di idee, perchè nonostante la mia giovane età è sempre stato disposto ad ascoltarmi”.

foto: xi9/Italpress

(ITALPRESS).