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Spettacoli

TIRABASSI OPERATO MA FUORI PERICOLO “STO BENE”

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È stato operato d’urgenza ma non è in pericolo di vita l’attore Giorgio Tirabassi, colto da un malore durante la presentazione del suo primo film da regista, ‘Il grande salto’, a Civitella Alfedena, in provincia di L’Aquila. Attualmente è ricoverato presso l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell’ospedale di Avezzano. Secondo fonti mediche, le condizioni di Tirabassi sono stazionarie ed e’ stato lui stesso a tranquillizzare tutti.
“Amici e conoscenti voglio tranquillizzare tutti. Sto bene e in buone mani” ha scritto sul profilo Facebook.
(ITALPRESS).

MARCO CARTA ASSOLTO DA FURTO MAGLIETTE

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Marco Carta, accusato del furto di sei magliette del valore totale di 1200 euro alla Rinascente di Milano, è stato assolto per non avere commesso il fatto. Lo ha deciso il giudice della VI sezione penale di Milano.
“Non ho mai smesso di credere – commenta il cantante su Instagram – E’ come se oggi mi svegliassi da un brutto sogno. Perché è questo che rimane solo un brutto ricordo in via d’estinzione. Ringrazio tutte le persone che non hanno mai creduto neanche per un secondo alle cattiverie dette gratuitamente. Grazie alla mia famiglia, ai miei amici, quelli veri. Grazie Sirio, amore mio. Adesso posso riprendere ancora più forte la mia musica e le mie giornate, ora posso tornare a sorridere. Grazie al mio World Paper. Grazie dal profondo del mio cuore ai miei avvocati”.
(ITALPRESS).

ALBERTO URSO TORNA CON “IL SOLE AD EST”

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Domani, giovedì 31 ottobre, esce su etichetta Polydor (UMI), “Il Sole ad Est”, secondo progetto discografico del tenore e polistrumentista Alberto Urso.
Da sempre innamorato del bel canto e dell’Opera, la scoperta della sua grande passione per il canto è stata molto precoce: “quando ero molto piccolo mio papà mi portò a sentir cantare un amico tenore, a casa dopo poco quasi per gioco ho provato ad imitarlo… -Il gioco diventa subito realta’- “mia mamma intuisce il mio potenziale… e a soli 8 anni mi mostro’ il video di Andrea Bocelli quando nel 1995 canto’ al Festival di Sanremo “Con te partirò”. Rimasi estasiato dal fatto che un tenore infiammasse il pubblico del festival di musica leggera più importante del mondo. Pensai …che sarebbe stato bello poter provare un giorno una cosi’ grande emozione”.
(ITALPRESS).

“I RAGAZZI DELLO ZECCHINO D’ORO” DIVENTA UN FILM

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Arriva su Raiuno (domenica 3 novembre in prima serata) “I ragazzi dello Zecchino d’Oro”, il film tv di Ambrogio Lo Giudice che ripercorre l’inizio di quella grande avventura, televisiva e non solo, che è lo Zecchino. A prestare il volto ai due artefici della gara canora, Cino Tortorella (l’indimenticato Mago Zurlì) e Mariele Ventre, sono Simone Gandolfo e Matilda De Angelis. Lui racconta: “Non ho visto da bambino il Mago Zurlì perché sono nato nel momento di passaggio tra lui e Tortorella. Però ho visto tanti filmati e mi sono fatto un’idea precisa di lui. Era un uomo intelligente e di vedute progressiste che ha inventato un nuovo modo di fare televisione. Lo Zecchino d’Oro ha una portata educativa straordinaria». Anche la De Angelis non ha vissuto gli anni dello Zecchino con Mariele Ventre («Sono nata nel 1995, l’anno in cui lei è scomparsa») ma, come Gandolfo, ha visto e rivisto filmati per interpretarla: «Ho lavorato soprattutto sulla fisicità: gli occhi espressivi, le mani nervose. Maria era una vera guida per i suoi bambini». I tre bambini sono i protagonisti del film: Mimmo, un ragazzino difficile che la madre decide di portare allo Zecchino perché troppo turbolento; Gaetano, figlio di un carabiniere e di una madre ambiziosissima; e Caterina, figlia di importanti imprenditori. Superando le differenze sociali ed economiche, i tre bambini diventano presto inseparabili e, grazie alla guida della giovane Mariele Ventre, impareranno a conoscere la musica e a cantare insieme. Per il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta il film è anche «una bellissima favola e anche un ritratto in controluce dei sogni e delle contraddizioni del Paese negli anni Sessanta: le differenze profonde di classe, le barriere sociali, la migrazione interna dal Sud al Nord, rispetto a cui lo Zecchino funziona da luogo di ricomposizione e di scambio».
(ITALPRESS).

FIORELLO RIPARTE DA RAIPLAY

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Era un fiume in piena Fiorello questa mattina alla presentazione di Viva RaiPlay!, lo show che andrà in onda dal 4 all’8 novembre alle 20.30 su Raiuno con un’anteprima e, poi, in esclusiva su RaiPlay il mercoledì, il giovedì e il venerdì alle 20.30, con un “meglio di”, proposto il sabato e la domenica mattina alle 11.00 su Rai Radio2. “Hanno sbagliato a chiamarlo RaiPlay, fa pensare al replay, alla replica di qualcosa già trasmesso. Se lo avessero chiamato Raiflix sarebbe stato meglio” ha scherzato Fiorello riferendosi naturalmente a Netflix. Poi ha detto che dovrà imparare a non dire più “buongiorno” o “buonasera” nel suo programma perché, andando su RaiPlay lo si può vedere quando e dove si vuole: smart tv, pc, tablet, smartphone. E ha raccontato di avere già cominciato il suo lavoro di “insegnante digitale. Ogni mattina vado da mia madre che ha 84 anni: le ho comprato la smart tv e le faccio lezione, spiegando come muoversi. Ha appena scoperto che può rivedere La Piovra!”.
Quel che è certo è che si tratta di un esperimento: “Durerà fino al 20 dicembre, dopo di me verranno altri a fare show ma anche fiction o film in esclusiva per RaiPlay”. In “Viva RaiPlay” Fiorello avrà con sé non solo l’immancabile maestro Enrico Cremonesi ma anche altri personaggi reclutati dal web “che bazzico da undici anni”. Scherzando sul “nuovo che avanza in Rai, io che ho quasi sessant’anni”, Fiorello ha anche spiegato che i cinque appuntamenti su Raiuno “saranno cinque promo giganti per il pubblico della rete che è adulto; il programma principale è quello su RaiPlay”. La conclusione è inevitabilmente su Sanremo: “Certo che ci andrò. È tutto compreso nel pacchetto” afferma con l’ennesima battuta, rivelando di avere proposto alla Rai di fare il Dopofestival esclusivamente su RaiPlay. Ma per questo c’è tempo.
(ITALPRESS).

LINA WERTMULLER RICEVE L’OSCAR ALLA CARRIERA

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Lina Wertmuller ha ricevuto l’Oscar alla carriera nel corso della cerimonia dei Governors Award a Los Angeles.
La regista 91enne nel suo discorso ha scherzato sul nome della statuetta: “Bisogna cambiarle il nome. Perché Oscar? Diamole un nome di donna, chiamiamola Anna…”.

”Una grande regista, una grande donna. L’Oscar alla carriera a Lina Wertmuller è un orgoglio per l’Italia. Un prestigioso riconoscimento per un’artista originale e elegante che con maestria ha saputo interpretare e raccontare la società italiana al mondo intero”, commenta il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

(ITALPRESS)

BAGLIONI TORNA SUL PALCO CON “DODICI NOTE”

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Claudio Baglioni torna sul palco con “Dodici Note”. Si tratta di 12 serate, in programma dal 6 al 12 giugno giugno, alle Terme di Caracalla.
«Accogliamo con gioia alle Terme di Caracalla il progetto musicale in dodici serate di Claudio Baglioni, accompagnato da orchestra e coro – dichiara Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma – Negli ultimi anni, con una rigorosa attenzione alla qualità delle proposte, il palcoscenico ha accolto progetti unici dedicati a grandi artisti della musica di oggi: i concerti di Claudio Baglioni entrano di diritto tra questi».
(ITALPRESS).

A MILANO LA MOSTRA CANOVA E THORVALDSEN

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Le Gallerie d’Italia – Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, presentano dal 25 ottobre 2019 al 15 marzo 2020 la mostra Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna, a cura di Stefano Grandesso e Fernando Mazzocca.
Realizzata in collaborazione con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e con il Museo Thorvaldsen di Copenaghen, l’esposizione è resa possibile grazie all’apporto di prestiti fondamentali concessi da musei e collezioni private italiani e stranieri, solo per citarne alcuni: la Biblioteca Apostolica Vaticana, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Museo Nacional del Prado di Madrid, la Pinacoteca di Brera e la Pinacoteca della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, il Metropolitan Museum di New York, le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Un consistente nucleo di opere proviene inoltre dal Museo e Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, promotore delle celebrazioni canoviane, che sono iniziate a luglio 2019 – a 200 anni dalla posa della prima pietra del Tempio di Possagno – e si concluderanno il 13 ottobre 2022, data che segna i due secoli dalla morte dell’artista.
Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, afferma: «Questa mostra rappresenta un traguardo di grande significato nel percorso di valorizzazione dell’arte e della cultura italiana intrapreso dalle nostre Gallerie d’Italia. È un percorso che assume sempre maggiore rilevanza internazionale. Per la prima volta sono presentate al pubblico in un confronto diretto le opere dei due grandi scultori, l’italiano Canova e il danese Thorvaldsen. La realizzazione di questo ambizioso progetto è stata resa possibile dalla collaborazione prestata alle nostre Gallerie d’Italia da due musei di prestigio mondiale, l’Ermitage di San Pietroburgo e il Museo Thorvaldsen di Copenaghen. Grazie ad essi sarà possibile ammirare, in un accostamento e dialogo del tutto inedito, alcuni tra i maggiori capolavori dell’arte di tutti i tempi. La nostra banca conferma anche con questa mostra l’orgoglio di trasfondere in un impegno quotidiano la propria fiducia nei valori universali della cultura e della bellezza”.

La mostra propone il confronto, mai tentato prima, tra i due grandi protagonisti della scultura moderna in età neoclassica e romantica: l’italiano Antonio Canova (1757-1822) e il danese Bertel Thorvaldsen (1770-1844), i due “classici moderni” in grado di trasformare l’idea stessa della scultura e la sua tecnica, creando opere immortali, diventate popolari e riprodotte in tutto il mondo.
Il terreno su cui si affrontarono originariamente i due illustri maestri è stato il suolo romano, dove svolsero entrambi una buona parte della loro carriera: Canova giunse a Roma nel 1781 e vi morì nel 1822, mentre Thorvaldsen vi si insediò a partire dal 1797 per i successivi quarant’anni.
Qui, i due artisti ingaggiarono una delle più note e produttive sfide su identici temi e soggetti che regaleranno all’arte alcuni capolavori: le figure della mitologia classica, come Amore e Psiche, Venere, Paride, Ebe, le Grazie, rappresentavano nell’immaginario comune l’incarnazione dei grandi temi universali della vita, come il breve percorso della giovinezza, l’incanto della bellezza, le lusinghe e le delusioni dell’amore.
Il plauso con cui vennero entrambi accolti dalla critica coeva è emblema di una civiltà che guardava all’antico, ma che aspirava nello stesso tempo alla modernità, dualità che seppero magistralmente interpretare e guidare: Canova era stato l’artista rivoluzionario, capace di garantire alla scultura un primato sulle altre arti, nel segno del confronto e del superamento dell’antico; Thorvaldsen, guardando all’opera e alla strategia del rivale, si era ispirato a un’idea della classicità più severa e austera, avviando una nuova stagione dell’arte nordica, ispirata alle civiltà mediterranee.
Entrambi avevano saputo emanciparsi dal vincolo che la committenza poneva tradizionalmente alla scultura a causa dei costi elevati del marmo o del bronzo, fondando grandi studi che avevano le dimensioni di complesse officine, con numerosi collaboratori e allievi: con le innovazioni tecniche introdotte da Canova e utilizzate su larga scala da Thorvaldsen – creazione di un modello in gesso prima della statua in marmo – lo scultore acquisiva infatti per la prima volta la libertà di esprimere nella statua, ideata senza commissione, la propria poetica.

Attraverso oltre 160 opere divise in diciassette sezioni la mostra intende documentare la straordinaria complessità delle creazioni di Canova e Thorvaldsen, destinate ad un collezionismo di alto profilo sia italiano sia internazionale, e l’enorme seguito che la loro scultura ebbe, proponendo continui confronti con gli altri artisti di ogni nazionalità.
(ITALPRESS).