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LUCRECIA MARTEL PRESIEDE LA GIURIA A VENEZIA

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Sarà la regista argentina Lucrecia Martel (Zama, La mujer sin cabeza) a presiedere la Giuria internazionale del Concorso della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (28 agosto – 7 settembre 2019), che assegnerà il Leone d’oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali.
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.
Lucrecia Martel nell’accettare la proposta ha dichiarato: “E’ un onore, una responsabilità e un piacere far parte di questa celebrazione del cinema, dell’immenso desiderio dell’umanità di capire se stessa”.
Alberto Barbera ha dichiarato: “Quattro lungometraggi e una manciata di corti, in poco meno di vent’anni, sono bastati a fare di Lucrecia Martel la più importante regista latino americana, e una delle maggiori al mondo. Nei suoi film, l’originalità della ricerca stilistica e il rigore della messa in scena sono al servizio di una visione del mondo esente da compromessi, dedita all’esplorazione dei misteri della sessualità femminile, delle dinamiche di gruppo e di classe. Le siamo grati per aver accettato con entusiasmo di mettere il suo sguardo esigente ma tutt’altro che privo di umanità al servizio dell’impegno che le viene richiesto”.

JOVANOTTI GUIDA LA CLASSIFICA AIRPLAY

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“Nuova era” di Jovanotti guida anche questa settimana la classifica airplay. Il singolo, in radio da due settimane, precede “I Don’t Care” di Ed Sheeran & Justin Bieber (+4) e “Girls Go Wild” di LP (+1). Tra le prime dieci posizioni troviamo “Calipso” di Charlie Charles (quarto, -1), “Ostia Lido” di J-AX (quinto, +3), “Buona (cattiva) sorte” di Tiziano Ferro (sesto, -4), “Jambo” di Takagi & Ketra, Omi & Giusy Ferreri (settimo, +5), “Maradona y Pelé” dei Thegiornalisti (ottavo, -1), “Mambo salentino” dei Boomdabash feat. Alessandra Amoroso (nono, +14) e “Pensare male” dei The Kolors & Elodie (decimo, -5). Le tre più alte nuove entrate della settimana sono: “Margarita” di Elodie & Marracash (posizione 35), “La Rockstar” di Joey (posizione 53) e “Sorriso” di Calcutta (posizione 57). Anche la classifica airplay italiana è guidata da “Nuova era” di Jovanotti. Guadagna una posizione e sale al secondo posto “Calipso” di Charlie Charles, seguito da “Ostia Lido” di J-AX (terzo, +3). Guadagna tre posizioni ed entra tra i primi cinque posti “Jambo” di Takagi & Ketra, Omi e Giusy Ferreri. 

“SOS” di Avicii si conferma al primo posto della classifica airplay dance. Secondo e terzo posto per “Stay” di David Guetta (+2) e “Piece of your heart” di Meduza (-1). La classifica airplay tv è guidata da “Nuova era” di Jovanotti (+1). Scivola in seconda posizione (-1) “Polvere di stelle” di Ligabue. Terzo posto (+1) per “Maradona y Pelé” dei Thegiornalisti. LP con “Girls go wild” si conferma al primo posto della classifica airplay indipendenti. Guadagna una posizione e sale al secondo posto “Domenica” di Coez. Terzo posto (-1) per “Acqua su Marte” di Tormento. La classifica airplay tv indipendenti è guidata anche questa settimana da LP con “Girls go wild”. “Ipocondria” di Ultimo guadagna 1 posizione e sale al secondo posto. Perde una posizione e scivola al terzo posto “Domenica” di Coez.

ANCHE BRUNO MARS ED EMINEM IN ALBUM ED SHEERAN

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Ci sono anche Bruno Mars ed Eminem tra i collaboratori del nuovo album di Ed Sheeran. Il cantautore
britannico ha infatti annunciato l’intera lista di artisti che hanno lavorato con lui sul suo imminente nuovo album “No.6 Collaborations Project”. Al disco, in uscita il prossimo 12 luglio, hanno partecipato Justin Bieber per “I don’t care” (brano gia’ pubblicato), Eminem e 50 Cent per “Remember the name”, Camila Cabelo e Cardi B per “South of the border” e Bruno Mars per “Blow”. Tra gli altri cantanti nella
lista delle canzoni, il rapper britannico Stormzy che sara’ uno dei tre headliners al grande festival di Glastonbury alla fine di questo mese. 

L’ULTIMO SALUTO A ZEFFIRELLI

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Un applauso lungo e commosso all’arrivo; un altro quasi interminabile all’uscita dalla chiesa quando il carro funebre si è fatto largo tra ali di folla. Firenze ha voluto tributare il suo personale omaggio al maestro Franco Zeffirelli nel giorno dei suoi funerali. Una città intera si è stretta attorno al feretro del regista già nel corteo funebre che dalla camera ardente allestita a Palazzo Vecchio ha raggiunto la basilica di Santa Maria del Fiore. Occhi lucidi e commossi soprattutto quando il corteo si è fermato per una breve sosta dinanzi la sede della Fondazione Zeffirelli in piazza San Firenze. Poi l’ingresso nel Duomo. La bara è stata poggiata a terra ai piedi dell’altare, ad un passo dai gradini di marmo; sulla cassa di legno chiaro una rosa bianca. Nella sua omelia il cardinale di Firenze Giuseppe Betori ha voluto tracciare gli elementi che hanno caratterizzato la vita del regista: “La vita che Franco Zeffirelli porta con sé davanti al Signore è quella di un uomo di cultura, di un artista. Nell’espressione culturale e artistica la Chiesa riconosce una modalità alta della vocazione dell’uomo alla trascendenza e quindi un’esperienza che si intreccia con il cammino della fede.  Di qui la grandezza dell’arte e della missione che le è affidata, di cui Franco Zeffirelli è stato un protagonista universale”. 

 

Monsignor Betori ha poi sottolineato il rapporto saldissimo che lo legava a Firenze. “Al Signore Gesù Franco Zeffirelli consegna anche la sua radicata fiorentinità. Solo chi è o diventa davvero fiorentino può comprendere la grazia e il tormento di essere impregnato della storia grande e del carattere complesso di questa città. Tutto questo il maestro ha espresso in una vita che ha portato lui e le sue opere in tutti gli angoli del mondo, ma in cui egli si è sempre sentito figlio di questa città, ne è stato testimone del suo volto più bello e glorioso, quello rinascimentale”. “Per questo la città  – ha sottolineato monsignor Betori- anche accogliendolo per l’ultimo suo saluto nella sua cattedrale, oggi gli manifesta gratitudine, è orgogliosa di lui”. 

 

Il ricordo del maestro, prima della conclusione della celebrazione, è stato affidato al suo amico Gianni Letta. “Zeffirelli diceva quello che pensava, era un uomo che con la sua voce ha unito l’Italia al mondo. Voglio ringraziare Firenze perché oggi non è tardivo il riconoscimento che la sua città gli ha tributato; Firenze l’ha fatto in tempo, quando nel 2017 abbiamo inaugurato quel centro, la fondazione Zeffirelli, che non è un museo. Che raccoglie non solo la testimonianza di una carriera, ma è soprattutto un centro di formazione per trasmettere i mestieri e i segreti dell’arte dello spettacolo. Lì dovremmpo formare tutti i mesteri che costruiscono l’arte dello spettacolo. Non è stato semplice arrivare a quella fondazione, lo abbiamo inaugurato nel 2017 quando il maestro avvertiva i segni della stanchezza. L’anno scorso è stata una grande gioia vedere la commozione di lui mentre si aggirava in quella stanza in cui ripercorreva un itinerario artistico; faceva fatica a parlare ma con gli occhi diceva tutto. Un centro che è stato aperto nonostante gli ostacoli; il sindaco ha superato qualche ostacolo e pregiudizio per aprirlo. Oggi Firenze ha saputo dare quell’abbraccio”. Tra le autorità presenti il il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli e il sindaco fiorentino Dario Nardella.

CAMILLERI È ANCORA GRAVE

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Le condizioni di Andrea Camilleri sono stazionarie. La prognosi resta riservata. A dirlo i medici dell’Ospedale Santo Spirito di Roma, dove lo scrittore siciliano è ricoverato da lunedì dopo un arresto cardio-circolatorio.

“La forte fibra del paziente sta consentendo di proseguire come programmato l’iter diagnostico-terapeutico, con l’intento di supportare e stabilizzare la funzione degli organi vitali. Le condizioni cliniche dello scrittore Andrea Camilleri sono stazionarie ma sempre critiche. La prognosi rimane riservata”, si legge nell’ultimo bollettino dell’ospedale. 

“IL MORO”, IN LIBRERIA 2^ VOLUME SAGA SUGLI SFORZA

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È in libreria “Il Moro”, secondo volume della trilogia che Carlo Maria Lomartire ha dedicato agli Sforza, la grande dinastia milanese. Il primo volume, “Gli Sforza”, era dedicato alle origini (romagnole) della dinastia fino alla morte del grande Francesco. Ludovico Maria detto il Moro era il più ambizioso, spregiudicato e intelligente dei figli di Francesco.

Il più “politico” e “strategico”. Ma anche il più sfortunato. Ebbe soprattutto un grande merito: accolse e ospitò a Milano per vent’anni Leonardo che gli era offerto. “Una scelta che basta per perdonargli tutti i suoi errori (pochi) e le sue colpe (non poche)”, commenta l’autore.

 

È MORTO FRANCO ZEFFIRELLI

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E’ morto nella sua casa di Roma all’età di 96 anni Franco Zeffirelli.

La scomparsa di Zeffirelli, che riposerà nel cimitero delle Porte Sante di Firenze, è avvenuta alla fine di una lunga malattia, fa sapere la Fondazione che porta il suo nome. 

Regista e sceneggiatore, Gian Franco Corsi Zeffirelli è stato anche senatore della Repubblica, eletto nelle file di Forza Italia. Zeffirelli vinse numerosi David di Donatello per film quali “Fratello Sole e Sorella Luna” e “Amleto”, con “Romeo e Giulietta” vinse anche un Nastro d’Argento. Su iniziativa del presidente della Repubblica nel 1977 fu nominato Grand Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. A suo nome a Firenze è intitolato un museo-fondazione curato dal figlio, Pippo Zeffirelli, che si trova in piazza San Firenze, e che contiene al suo interno oltre 250 fra oggetti e cimeli legati alla sua carriera artistica. 

 

“Non avrei mai voluto che arrivasse questo giorno – ha scritto sul proprio profilo Twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella – Franco Zeffirelli se ne è andato questa mattina. Uno dei più grandi uomini della cultura mondiale. Ci uniamo al dolore dei suoi cari. Addio caro Maestro, Firenze non ti dimenticherà mai”. Zeffirelli era anche un grande tifoso della Fiorentina.

Una vita dedicata alla cultura e allo spettacolo
Franco Zeffirelli (Gian Franco Corsi Zeffirelli all’anagrafe) è stato uno degli uomini di spettacolo italiani più noti nel mondo. Ha ottenuto moltissimi riconoscimenti tra cui cinque Premi Donatello, due Nastri d’argento e due candidature personali all’Oscar. 

Nato il 12 febbraio 1923 a Firenze, Zeffirelli ha sempre nutrito amore per Shakespeare e per l’Opera, ma di fondamentale importanza nella sua carriera è stato l’incontro con Luchino Visconti, uno dei più grandi registi del cinema, del teatro e dell’opera di questo secolo. Divenuto suo assistente, ha lavorato al suo fianco per più di dieci anni. Grazie anche a questa esperienza formativa, decide di debuttare anche nella regia nel 1951 e, in virtù del suo innato talento, costruisce una carriera che lo porta ad essere uno degli uomini di spettacolo più noti al mondo. 

A seguire alcune delle sue produzioni teatrali: “Romeo e Giulietta” con John Stride, Judi Dench e Alec Mc Cowen nel 1960, “Sabato, Domenica, Lunedi” con Joan Plowright e Laurence Olivier, John Gielgud e Peggy Ashcroft in un “Otello” a Stratford-upon-Avon, Susan Strasberg in “La Signora delle camelie” a Broadway, “Lorenzaccio” alla Comédie Francaise e il moderno “Assolutamente sì, forse” a Londra.

Nel cinema il suo nome è legato a grandi successi internazionali come “La Bisbetica Domata” con Elizabeth Taylor e Richard Burton (1966), “Romeo e Giulietta” (1969) con Leonard Whiting e Olivia Hussey e per il quale ottenne la nomination all’Oscar 1968 quale miglior regista, “Fratello Sole Sorella Luna” (1971) con Alec Guinness e Graham Faulkner, “Il Campione” (1980) con John Voight e Faye Dunaway, “Amore senza fine” (1981) con Brooke Shields e Martin Hewitt, “Il Giovane Toscanini” e, Helena Bonham Carter e Alan Bates in “Sparrow” (1993), “Jane Eyre” (1994) con Charlotte Gainsburg, William Hurt, Joan Plowright, Geraldine Chaplin e Maria Schneider, “Tè con Mussolini” (1995) con Judy Dench e Joan Plowright e il suo ultimo film, “Callas Forever” (2002) con Funny Ardant e Jeremy Irons.

Per la televisione è autore di “Gesù di Nazareth” (1976/1977) che è stato visto da oltre un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo. Ha anche realizzato diversi documentari tra cui “Per Firenze” con Richard Burton realizzato all’indomani della tragica alluvione di Firenze del 1966, “Mundial ’90” sulla storia del Calcio Fiorentino nel 1990, “Toscana” nel 1991 e “Omaggio a Roma” nel 2009.

Innumerevoli sono le sue produzioni operistiche nei maggiori teatri del mondo con la partecipazione di eccelsi artisti come Maria Callas, Placido Domingo, Luciano Pavarotti, Herbert Von Karajan, Leonard Bernstein, Carlos Kleiber solo per citarne alcuni.

Nel 2008 Franco Zeffirelli manifestò la volontà di lasciare alla città di Firenze l’intero suo archivio “raccolto per i miei spettacoli di lirica, di teatro e di cinema nell’arco di sessant’anni”. A distanza di quasi dieci anni da quella dichiarazione, il 1° ottobre 2017 ha aperto a Firenze il Centro per arti dello spettacolo – Fondazione Franco Zeffirelli onlus, ospitato nel complesso monumentale di San Firenze.

 

A PEDRO ALMODOVAR IL LEONE D’ORO ALLA CARRIERA

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E’ stato attribuito a Pedro Almodóvar il Leone d’oro alla carriera per un regista della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (28 agosto – 7 settembre 2019).
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera. “Sono molto emozionato e onorato per il regalo di questo Leone d’oro – ha commentato il regista – Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato. Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. E’ stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con Donne sull’orlo di una crisi di nervi nel 1988. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio”.
A proposito di questo riconoscimento, Alberto Barbera ha dichiarato: “Almodóvar non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Bunuel, ma l’autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio. I temi della trasgressione, del desiderio e dell’identità sono il terreno d’elezione dei suoi lavori, intrisi di corrosivo umorismo e ammantati di uno splendore visivo che conferisce inediti bagliori all’estetica camp e della pop-art a cui si rifà esplicitamente. Il mal d’amore, lo struggimento dell’abbandono, l’incoerenza del desiderio e le lacerazioni della depressione, confluiscono in film a cavallo fra il melodramma e la sua parodia, attingendo a vertici di autenticità emotiva che ne riscattano gli eventuali eccessi formali. Senza dimenticare che Almodóvar eccelle soprattutto nel dipingere ritratti femminili incredibilmente originali, in virtù della rara empatia che gli consente di rappresentarne la forza, la ricchezza emotiva e le inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante”.