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Spettacoli

È MORTO IL VIGNETTISTA VINCINO

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“Oggi se n’è andato un pezzo della famiglia del Foglio. Vincenzo Gallo, per tutti Vincino, era malato da tempo ed è morto a Roma. Aveva 72 anni. Vincino era al Foglio da quando il quotidiano è nato, ventidue anni fa. Ha disegnato per noi fino all’ultimo giorno e la vignetta che illustra questo articolo è il suo ultimo disegno, pubblicato nel Foglio di oggi”. Con questa breve nota, pubblicato sul sito, il giornale diretto da Claudio Cerasa annuncia la scomparsa del famoso vignettista. Giuliano Ferrara, poco più di un mese fa, aveva scritto un ritratto di Vincino per presentare il suo ultimo libro, un’autobiografia che è “uno sghembo manuale di satira, un flusso d’incoscienza, un’autobiografia oscena e candida”. Oggi l’annuncio della sua morte. Tra i primissimi a commentare la scomparsa un collega di Vincino, Vauro Senesi, che ha voluto tributare all’amico una vignetta commemorativa.

Nato a Palermo il 30 maggio del 1946, nel 1968 si avvicina ai movimenti studenteschi e operai militando in Lotta Continua a Palermo. Nel 1969 comincia a collaborare con il quotidiano L’Ora di Palermo: tra i suoi primi lavori quello di raccontare, con i suoi disegni, il processo sulla strage di viale Lazio. Il suo legame con Lotta Continua gli valgono il ruolo di vignettista nel giornale ufficiale del movimento. Nel ’78 fonda e dirige L’avventurista (inserto satirico del giornale Lotta Continua) e partecipa alla nascita della rivista Il male, di cui sarà direttore per quattro anni (dei cinque in cui venne pubblicata), fino alla chiusura, nel 1982.

Alla metà degli anni ’80 ha diretto Ottovolante, quotidiano di satira uscito per dieci giorni, cui hanno collaborato diversi importanti vignettisti italiani ed europei. Le sue vignette sono state pubblicate su Il Clandestino, supplemento de l’Espresso, su Tango, supplemento de l’Unità, e su Linus. La satira sul direttore Scalfari su una vicenda personale gli costerà il posto a L’Espresso. Nel 1987 incomincia la sua lunga e collaborazione con il Corriere della Sera. Nel 1988 diventa una delle colonne portanti di Cuore. Prima di approdare a Il Foglio, (1995), ha collaborato con il Sabato. Tra i legami professionali più profondi quelli con Vauro con cui fa “risorgere” nel 1987 Il Clandestino per poi lavorare assieme a Boxer, supplemento de Il manifesto, di cui (anche se per un solo numero) ne diventa il direttore. Sempre con Vauro nell’ottobre del 2011 rifonda la storica rivista di satira Il Male. Tra le ultime collaborazioni quella con il settimanale Vanity Fair e con Radio Radicale. Vincino lascia le due figlie Costanza e Caterina, nate dal matrimonio con Giovanna Caronia.

 

STEVEN TYLER: “TRUMP NON USI CANZONI AEROSMITH”

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Stop all’uso delle canzoni degli Aerosmith ai comizi e ai raduni di Donald Trump. A chiederlo, direttamente al presidente degli Stati Uniti d’America, il cantante della band Steven Tyler. Come riporta Variety, Tyler ha chiesto a Trump di “smetterla di usare le canzoni della band ai raduni”, come quella tenutasi al Charleston Civic Center in West Virginia ieri. Il successo del 1993 “Livin ‘on the Edge” è stato infatti eseguito in apertura di una convention politica. Tyler, attraverso il proprio legale Dina LaPolt, ha inviato una lettera indirizzata alla Casa Bianca, in cui  intima al presidente statunitense di “cessare e desistere” sull’utilizzo delle canzoni della band in appuntamenti pubblici. In questo modo il gruppo intende prendere le distanze dalla politica di Trump. L’avvocato di Tyler sostiene infatti che “suonare una canzone degli Aerosmith in un’arena pubblica dà la falsa impressione che Tyler stia appoggiando la presidenza di Trump”. Non è la prima canzone che il presidente utilizza. In precedenza un altro successo degli Aerosmith, “Dream On”, è stato usato durante la sua campagna elettorale. A quell’epoca i legali di Tyler avevano censurato lo staff dell’attuale presidente. 

 

“THE BIG BANG THEORY” CHIUDE CON LA 12^ STAGIONE

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La serie The Big Bang Theory si concluderà nel maggio 2019, al termine della dodicesima stagione. Lo hanno annunciato, in un comunicato congiunto, il network CBS, Warner Bros Television e l’ideatore Chuck Lorre: “Saremo per sempre grati ai nostri fan per il loro supporto a The Big Bang Theory nell’arco delle dodici stagioni. Noi, insieme al cast, agli sceneggiatori e a tutto lo staff, siamo molto riconoscenti per il successo dello show e non vediamo l’ora di realizzare un’ultima stagione e un finale di serie davvero epici, che daranno a The Big Bang Theory una degna conclusione».
Le nuove puntate che vedono protagonista Sheldon andranno in onda a partire dal 24 settembre sugli schermi americani.

GUE’ PEQUENO, NUOVO ALBUM “SINATRA”

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Sinatra è il titolo del nuovo album di Gué Pequeno in uscita per Island/ Def Jam il 14 settembre.
L’artista torna con un nuovo disco, il primo che vede la collaborazione con il suo nuovo team BHMG.
Punto di riferimento assoluto nel suo genere e artista italiano più ascoltato su Spotify nel 2017 grazie all’album Gentleman, doppia certificazione platino e diverse settimane in vetta alla classifica, è il rapper più influente e produttivo in Italia con una pubblicazione all’anno dal 2009.

NOTTE TARANTA, NOTTE PIÙ LUNGA ESTATE SALENTINA

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L’atmosfera a Melpignano è bollente. Dalle prime ore del pomeriggio il popolo dei ‘tarantati’ ha raggiunto il cuore del centro storico della città che dal 1998 accoglie il Concertone de La Notte della Taranta. La festa nel piazzale antistante l’ex convento degli Agostiniani inizia sempre ore prima. Il battito dei tamburelli scandisce il ballo delle ronde che giovani e meno giovani creano per le vie della città. Processioni di gente venuta da ogni dove raggiungono il cuore dell’evento, senza fretta. Perché questa sarà la notte più lunga dell’estate Salentina.

Per un giorno intero Melpignano non ha orari e la gente del posto spalanca le porte di casa come segno di accoglienza. Anche gli anziani dimostrano grande pazienza, comprendono che ormai la taranta è di tutti e come tale va condivisa e capita.

Il Concertone inizia alle 22.30, con un minuto di silenzio dedicato alle vittime del crollo del ponte di Genova e ad Amatrice, segnata due anni fa, dal terremoto. Ma è già il preconcertone a scaldare gli animi. Dalle 18.30 sul palco si alternano diversi artisti: Piccola Ronda, Gran Bal Dub di Sergio Berardo e Maraski, Danilo Di Paolo – Nicola e i Solisti dell’Orchestra popolare del Saltarello,  Daniele Sepe in Capitan Capito e i fratelli della Costa, Ragnarock. Il popolo cresce di ora in ora fino a raggiungere numeri importanti: oltre 150 mila spettatori sono attesi qui a Melpignano.

Il palco è imponente, giusto per accogliere tutta l’Orchestra popolare che conta venti componenti, le voci e i musicisti con i loro strumenti (tamburelli, corde, mantici, batteria, basso, percussioni, fiati e violino). E poi ci sono gli artisti ospiti che si esibiranno e i venti ballerini del corpo di ballo.

Al centro del palco campeggia, in tutto il suo splendore, la gigantesca luminaria realizzata dai maestri artigiani Mariano Light. Una struttura che richiama il sole del Salento, ma anche i rosoni delle chiese, i tamburelli, insomma il “paesaggio” di questa terra, tema scelto per l’edizione 2018.

L’ex convento degli Agostiniani fa da sfondo a tutto l’evento, è il luogo simbolo della festa. Durante il tramonto la pietra assorbe il colore rosso del sole e si illumina. Il prato che lo circonda accoglie uomini, donne e bambini che, in attesa, ballano, cantano, giocano. È questa la magia che si rinnova ogni anno e che rafforza un legame profondo con questa terra.

“La Notte della Taranta è la migliore espressione della vocazione turistica del Salento, un esempio illuminante del connubio fra la valorizzazione di un’importante tradizione culturale e il conseguente sviluppo turistico ed economico del territorio – spiega Francesco Guido, direttore regionale per il Sud di Intesa Sanpaolo e direttore generale del Banco di Napoli -. Il sostegno che Intesa Sanpaolo, unitamente al Banco di Napoli che ne è parte integrante, ha accordato a questa iniziativa è strategico sia con il suo ruolo di motore di crescita del territorio, sia con la volontà di rappresentare un riferimento stabile anche in termini socio-culturali”.

“È su questi presupposti – sottolinea Guido – che il Gruppo ha altresì voluto realizzare iniziative ad hoc presso le proprie filiali, per estendere ancor più capillarmente sul territorio il richiamo del Festival, nonché attivare una raccolta fondi a sostegno di un importante progetto con il quale la Onlus ‘Per un sorriso in più’ intende far sì che l’ospedale ‘Fazzi’ di Lecce possa essere sempre più all’avanguardia nel campo dell’Oncoematologia Pediatrica: una iniziativa solidale affinché la nostra collaborazione con la Fondazione La Notte della Taranta costituisca un segno tangibile anche per chi è in situazioni di difficoltà”.

Il convento degli Agostiniani di Melpignano, luogo simbolo del Concertone finale, è stato inserito tra i siti del censimento nazionale “I Luoghi del Cuore” promosso dal Fai. Con la possibilità che lo stesso – se risulterà tra i più votati – potrà usufruire di appositi fondi per le necessarie ristrutturazione. “I Luoghi del Cuore” è un progetto sostenuto da Intesa Sanpaolo a testimonianza dell’attenzione che il Gruppo rivolge al territorio, sottolineano dall’Istituto di credito.

Pian piano a Melpignano arriva la sera e l’atmosfera si scalda sempre più. A guidare il Concertone è di nuovo una donna, Andrea Mirò, artista eclettica come pochissimi in Italia. La curiosità è tanta. Soprattutto c’è grande entusiasmo per la presenza tra gli ospiti di Lp, la cantautrice italoamericana che ha conquistato il mondo con Lost on You. Brano che verrà riproposto a ritmo di pizzica. Insieme a lei si alterneranno Clementino, Enzo Gragnaniello, James Senese, Yilian Canizares,  Dhoad Gypsies,  Apres La Classe e amino De Santis.

NOTTE TARANTA, 200MILA “PIZZICATI” IN FESTA

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Genova e Amatrice. L’abbraccio del Salento a due città profondamente segnate, parte da Melpignano, dal popolo della Notte della Taranta. Un minuto di silenzio per le vittime del crollo del ponte Morandi a Genova ha aperto il concertone finale, insieme all’annuncio che grazie alle donazioni del 2016, si potrà ultimare il progetto della Casa della Musica ad Amatrice.

Magica come sempre. La Notte della Taranta 2018 conferma il suo fascino e la sua grande capacità di far incontrare a Melpignano oltre 200mila persone, provenienti da tutto il mondo, per assistere ad uno spettacolo che smuove le coscienze e agita le emozioni. Sul palco dell’ex Convento degli Agostiniani la musica ha “parlato” grazie al suo linguaggio universale, contaminandosi e arricchendosi di stili diversi e valorizzando una tradizione popolare che rivela ancora oggi con forza l’identità di un popolo. Un popolo che ama la sua terra e intende proteggere una bellezza straordinaria che merita rispetto. Quel sole che per una notte intera è sorto e tramontato sul palco, grazie alla maestosa luminaria dei maestri artigiani, è il simbolo di un paesaggio (tema dell’edizione 2018) che non conosce confini.

Ed era un fiume in piena il pubblico della notte più lunga dell’estate salentina. Un crescendo dalle prime ore del pomeriggio fino a tardi, quando il piazzale saltava senza tregua a ritmo di pizzica. Ragazzi, giovani e meno giovani, venuti anche da lontano proprio per partecipare ad un evento che ti entra nel cuore.

La Notte della Taranta 2018 torna alle radici, alla bellezza della semplicità, apre le porte al mondo e abbraccia popoli lontani. Oriente e occidente si sono incontrati a Melpignano per rendere omaggio alla tradizione che unisce le genti. 

Una donna alla guida del concertone. La seconda dopo Carmen Consoli nel 2016. Andrea Mirò racchiude stile, eleganza e forza. Aveva promesso un concertone esplosivo, e così è stato. Abbracciando la sua chitarra rock, interpretando Fimmene fimmene, accennando passi di pizzica, Mirò ha voluto assorbire di questa esperienza ogni singola particella tarantata per poterla trasmettere nel migliore dei modi. Lo ha fatto guidando l’Orchestra popolare, colonna portante del concertone, insieme ai direttori artistici Luigi Chiriatti e Daniele Durante. Musicisti e cantanti che rappresentano nel mondo il volto e la voce del Salento, quella voce che ammalia e quel ritmo che incalza. E’ stato facile e allettante per Andrea Mirò stare sullo stesso palco con Lp, la super ospite internazionale, la cantante italoamericana era attesissima dal popolo tarantato. L’incontro è stato superlativo. Lp, ovvero Laura Pergolizzi, ha interpretato in italiano due brani della tradizione musicale popolare, una energica “Pizzicarella” e un dolcissimo canto d’amore “Vorrei Volare”, mettendoci dentro il suo stile e la sua personalità.Originale e con un ritmo nuovo il brano che ha fatto il giro del mondo, con più di 100 milioni di visualizzazioni sul web. Lost on You è stato riarrangiato da Mirò con i tamburelli salentini.Semplice ma allo stesso tempo onirica, Lp ha cantato sentendosi a suo agio con il popolo del sud, ritrovando le sue origini napoletane e siciliane. Con il violino e la voce di YlianCanizares si è poi viaggiato nel mondo tra grico (lingua minoritaria della Grecìa salentina) e yoruba (lingua degli antenati dell’Africa occidentale), tra ritmi latini e jazz. Poi la ricca cultura e tradizione del Rajastan con il gruppo Dhoad Gypsies, poeti, cantanti, acrobati e ballerine del paese dei Maharajà.

Naturale, istintivo e passionale l’incontro con la rappresentanza napoletana James Senese, Enzo Gragnaniello e il rap di Clementino, straordinariamente a suo agio con il groove della pizzica. E poi Davide “Brilla” Brambilla, già collaboratore di Mirò e Frank Nemola, il leccese che ha accompagnato per anni Vasco Rossi. Salentini doc anche gli Apres La Classe che, come sempre, hanno fatto ballare la piazza e il poetico cantautore Mino De Santis. E nel backstage, a sorpresa, i ragazzi de “Il Volo” invitati dal Sottosegretario Bongonzoli: Piero, Ignazio e Gianluca, famosissimi e amati in tutto il mondo e soprattutto in America.

Importante e fondamentale il corpo di ballo guidato quest’anno dal coreografo Massimiliano Volpini. Venti ballerini hanno saputo rendere protagonista la danza legata ad antichi riti, dal corteggiamento alla danza delle spade. Movenze e passi legatialla tradizione ma magistralmente resi moderni e originali. Energia e ritmo sono gli elementi che hanno caratterizzato coreografie affascinanti. 

Insomma il concertone della Notte della Taranta, capace di attirare ogni anno circa 200 mila persone, si conferma come uno dei Festival di musica popolare più amati al mondo, apprezzato dagli artisti internazionali e un evento su cui puntare, come ha fatto Intesa Sanpaolo che lo ha inserito tra i tanti progetti da valorizzare e sostenere per la sua capacità di promuovere valori e obiettivi importanti, come appunto la difesa della bellezza del territorio.

“La soddisfazione è quella di aver compiuto un percorso, un percorso di vicinanza al territorio attraverso le cinque tappe delle nostre filiali e attraverso la presenza in tutte le tappe del festival – afferma Mauro Farina Valaori, direttore commerciale Retail Banco di Napoli Puglia e Basilicata -. Un percorso che è stato un racconto che abbiamo potuto offrire ai nostri clienti attraverso una mostra bellissima che racconta vent’anni di festival. Un percorso che abbiamo fatto con tutti i colleghi. Abbiamo indossato simbolicamente una maglia col logo della Notte della Taranta insieme ai nostri loghi, per rafforzare questa contaminazione che è avvenuta in corso d’opera e che ci ha fatto fare cose straordinarie. Abbiamo visto ballare nelle nostre filiali bimbi di tre anni insieme a donne e uomini di oltre 80 anni. Abbiamo visto la magia di questa musica che cura e che genera emozioni. Era quello che volevamo trasmettere, ‘la banca delle emozioni’, cioè portare le emozioni al centro del dialogo con i nostri clienti, superare la logica del rapporto tradizionale e diventare un riferimento socio-culturale. Noi vogliamo essere banca di territorio e il Festival de La Notte della Taranta è proprio il connubio della valorizzazione e di una tradizione antica con la capacità di dare un ritorno importante a questa terra”.

A proposito di tutela e sicurezza, straordinario il lavoro della macchina organizzativa durante tutta la durata del concertone. Prefettura, Questura, Guardia di Finanza, Carabinieri, Vigili del Fuoco, 118 e Croce Rossa in prima linea nelle zone coinvolte, dalla piazza alle aree di sosta e parcheggio, dalla stazione per l’arrivo dei treni speciali e dei bus all’ospedale di campo, fino alle aree riservate ai disabili. 

Dopo ore e ore di danza, canti e balli, anche quest’anno il rito è stato celebrato a ritmo di tamburello e con Kalinìfta cantata da tutti gli artisti insieme sul palco, si spengono le luci e si pensa già alla prossima edizione, come si è sempre fatto dal 1998 ad oggi.

 

E’ MORTO NEIL SIMON

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E’ morto, all’età di 91 anni, il drammaturgo e sceneggiatore americano Neil Simon. Inizia la sua carriera come autore televisivo e ha al suo attivo oltre 40 commedie, da quelle umoristiche degli anni Sessanta (A piedi nudi nel parco, La strana coppia, Appartamento al Plaza) ai lavori più introspettivi e autobiografici degli anni Settanta e Ottanta (Il prigioniero della Seconda Strada, Capitolo secondo, Biloxi Blues, Risate al 23º piano).

VENEZIA, APRE “FIRST MAN” CON RYAN GOSLING

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Piccoli e grandi passi per la kermesse del Lido di Venezia, giusto per parafrasare la celebre frase di Neil Armstrong, “First Man” a mettere piede sulla Luna, già pronto ad inaugurare mercoledì 29 la 75ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Di passi, piccoli e grandi, il festival di Alberto Barbera negli ultimi anni ne ha fatti tanti e c’è da registrare un certo giustificato orgoglio nel vedere come la Biennale Cinema sia di nuovo attesa come un evento cinematografico di dimensioni globali. Il film di Damien Chazelle che apre (in concorso) i giochi di Venezia 75 non è che uno degli hit di una edizione della Mostra che ancora una volta si muove sicura in ambito anglofono, forte della considerazione che gli riserva il sistema hollywoodiano, tra major e indipendenti pronti a farsi battezzare sul Lido per giungere benedetti alla corsa degli Oscar. 
La giuria presieduta da Guillermo Del Toro, Leone d’Oro e trionfatore agli Academy Award dello scorso anno, è il viatico migliore per garantire un concorso di grandi nomi, con maestro dell’ouverture il Damien Chazelle trionfatore due anni fa con l’omniacclamato “La La Land”. Il suo primo uomo sulla luna, raccontato in tutti i più drammatici retroscena della lunare impresa, ha lo charme di Rian Gosling, che di primi passi (di danza…) ha già fatto abbondante sfoggio qui al Lido e che di certo non sarà l’unica star ad animare le giornate della Mostra: tra Bradley Cooper e Lady Gaga, Emma Stone e Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e James Franco, Dakota Johnson e Jude Law, Tilda Swinton e Juliette Binoche, Berenice Bejo e Mel Gibson, quasi tutte le star in cartellone nei film in programma sembra siano confermate al Lido, per la gioia dei fan urlanti, degli autografari e dei paparazzi.

Ma se la Mostra è la Mostra perché le vere star sono i film e i loro autori, va detto che anche sotto questo aspetto il programma sfoderato da Alberto Barbera è di gran rango, tanto da far sfigurare, per il secondo anno consecutivo, quello dello storico festival contendente della Croisette. Il Concorso è fortemente anglofono: ci sono gli inglesi Mike Leigh, che in “Peterloo” rievoca il tragico massacro di dimostranti avvenuto a Manchester nel 1891, e Paul Greengrass, che in “22 July” ricostruisce invece l’eccidio di giovani attivisti norvegesi sull’isola di Uttoya avvenuto nel 2011. Al duro mondo della Frontiera americana si affidano invece i fratelli Joel e Ethan Coen nel loro western a episodi “The Ballad of Buster Scruggs”. L’italiano d’America Roberto Minervini insiste a sondare le ombre degli States e in in “What You Gonna Do When The World’s On Fire?” racconta, sempre con fare documentaristico, il dissidio razziale della declinante era obamiana. La giovane star del cinema indie Brady Corbet torna invece a Vanezia con “Vox Lux”, in cui Nathalie Portman è una cantante che si ritrova imprevedibilmente ad essere una star. A proposito di indipendenti, spicca Rick Alverson, che porta al Lido il suo cinema interpretato a braccio proponendo “The Mountain”, in cui si ricostruisce la vicenda di un celebre neurologo lobotomista in voga nell’America New Age dei ’50, alle prese con le intemperanze della sorella dei Kennedy. L’artista e regista Julian Schnabel in “At Eternity’s Gate” si occupa di Vincent Van Gogh, affidandosi all’interpretazione di Willem Dafoe. C’è poi l’australiana Jennifer Kent, acclamata in passato per il terrificante horror “Babadook”, che ora in “The Nightingale” si spinge nella Tasmania del 1825 per raccontare la vendetta di una donna contro l’uomo che aveva ucciso suo marito e il figlioletto.

Spostandosi in area latinoamericana spiccano invece le presenze di due messicani: Alfonso Cuaron, che dopo “Gravity” torna alla Mostra con “Roma”, in cui ricostruisce in bianco e nero un anno di vita della sua famiglia nell’omonimo quartiere di Città del Messico nel pieno degli anni ’70. Carlos Reygadas in “Niestro Tiempo” sembra invece tenere fede al suo cinema altamente poetico e estraniato, raccontando il triangolo tra un poeta allevatore di tori da combattimento, sua moglie e un addestratore di cavalli. Dall’argentina proviene poi il dramma da tribunale “Acusada” firmato da Gonzalo Tobal. In area europea spiccano due francesi: Olivier Assayas, che in “Doubles vies” racconta (ovviamente a modo suo) amori e turbamenti di due coppie di intellettuali all’epoca dell’avvento del digitale, e Jacques Audiard, che in “The Sisters Brothers” racconta di due fratelli cacciatori di taglie (sono Joanquin Phoenix e John C. Reilly) nel cuore del vecchio West. Di fratelli, ma nel cuore della periferia parigina, racconta anche “Frères Ennemis” dell’altro francese in competizione, David Oelhoffen, mentre il greco Jorgos Lanthimos, sempre in trasferta anglofona, si porta in “The Favourite” nell’Inghilterra del XVIII Secolo, alla corte della Regina Anna in guerra con la Francia, avendo come star Rachel Weisz e Emma Stone. Dalla Germania arriva il nuovo film di Florian Henckel von Donnersmarck (noto per il successo internazionale di “Le vite degli altri”) che in “Opera senza autore” racconta l’amore contrastato tra uno studente d’arte e una sua giovane compagna di corso. Dall’Ungheria arriva il nuovo film di Laszlo Nemes (autore del folgorante esordio “Il figlio di Saul”) intitolato “Sunset”, storia di una giovane modista nella Budapest alle soglie della prima guerra mondiale. Sguarnita, ma ben qualificata, l’area asiatica, in cui figura solo il giapponese Shinya Tsukamoto con “Zan (Killing)”, film in costume dedicato alla vita grama di un samurai senza padrone, ben lontano dal fulgore dei suoi esordi ai tempi di “Tetsuo”. 

L’Italia gioca in casa con sicurezza, piazzando in competizione oltre al citato Roberto Minervini, un nome di carisma internazionale come Luca Guadagnino con il suo attesissimo remake di “Suspiria”, e un maestro di elevata portata artistica come Mario Martone, con “Capri-Revolution”, che ci porta nelle atmosfere di libertà e passione della comune creata dal pittore Karl Diefenbach a Capri all’inizio del Novecento. 
Ma la Mostra numero 75 sarà poi un intreccio di tantissimi vettori nelle sezione parallele, dal Fuori Concorso al concorso Orizzonti, dagli “Sconfinamenti” della sezione Giardino alla Settimana della Critica e alle Giornate degli Autori. Gli eventi più attesi ovviamente figurano nel Fuori Concorso, a partire da “A Star Is Born”, esordio nella regia di Bradley Cooper, che interpreta accanto a Lady Gaga l’ennesima rilettura (in chiave musicale) del classico hollywoodiano già tante volte portato sullo schermo. L’Italia porta Fuori Concorso Roberto Andò con “Una storia senza nome”, in cui Micaela Ramazzotti e Alessandro Gassman ricostruiscono tra realtà e fantasia gli eventi legati ai furti d’arte della Camorra, e Saverio Costanzo, che in “L’amica geniale” racconta la storia di un’amicizia tra due bambine durata una vita. Valeria Bruni Tedeschi in “Les Estivants” raduna per una vacanza in una casa sulla Costa Azzurra un cast composto, oltre che da se stessa, anche da Riccardo Scamarcio, Pierre Arditi e Valeria Golino, mentre il maestro cinese Zhang yimou in “Ying (Shadow)” reinterpreta un classico della letteratura epica cinese come il Romanzo dei tre regni. 
Tutti pronti dunque per l’apertura ufficiale del 29 sera, con gli occhi puntati su maestro di cerimonie poco cerimonioso e molto militante come il “Giovane Montalbano” Michele Riondino.