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ELISA: “DA BAMBINA SONO STATA VITTIMA BULLISMO”

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Elisa è stata ospite di Rai Radio2  ed ha concesso una lunga intervista al programma “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino. 

La cantautrice triestina ha parlato del suo rapporto con la popolarità: “Nel mio paese mia mamma è più famosa di me. Era una parrucchiera, ora è in pensione. Ha fatto la parrucchiera per tanti anni, è amica di tutti. C’è più gente che mi ferma per chiedermi di salutare mia madre che per parlare con me. Per il resto, bisogna trovare degli escamotage. Se vado al centro commerciale, magari con i bambini, non vado il sabato pomeriggio, ma di mattina, in mezzo alla settimana”.

Elisa ha ricordato quando, a 15 anni, partecipò al Karaoke, condotto da Fiorello: “Fu un caso. Io facevo la parrucchiera. Una nostra cliente che cantava doveva andare a fare questo karaoke, che aveva messo tutti in fermento. Questa cliente era bravissima a cantare, doveva partecipare. Poi all’ultimo momento si è ammalata, le è venuto un febbrone con molto mal di gola. Per puro caso andai io, insieme a mia madre e a un mio amico. Fu una baraonda, ogni volta che rivedo quel video sorrido”.

Elisa ha dato un consiglio ai giovani che sognano di sfondare nel mondo della musica: “Il talento è la base. La fortuna è un ingrediente che non guasta mai. Poi ci sono le cose che dipendono da noi. Bisogna avere un atteggiamento positivo, essere entusiasti, gentili, umili, possibilisti. Bisogna buttarsi nelle cose, cercare di prendere le occasioni, di non aspettare. Quando passa il treno bisogna farsi trovare. Ed è importante rimanere se stessi. Non farsi cambiare, plasmare, condizionare dagli altri”. 

Ha poi raccontato di alcuni episodi di bullismo di cui è stata vittima quando andava a scuola: “Alle elementari prendevo un sacco di botte da due gemellini, cattivissimi. Erano terribili. Mi davano calci negli stinchi. Ero la più bassa di tutta la scuola, tutti crescevano e io no. Questi due gemellini mi aspettavano nella vietta dove non c’era nessuno e mi davano un sacco di botte sugli stinchi, praticamente tutti i giorni. Arrivavo a casa in lacrime”.

Le preoccupazioni di Elisa per il futuro dei propri figli: “Sento tante critiche verso i giovani di oggi, ma non sono per nulla d’accordo. Sono quelli che hanno più di 50 anni che devono cambiare idea su cosa siano i giovani e soprattutto devono dargli spazio. Il primo pensiero che mi preoccupa è l’ambiente e il surriscaldamento globale. Scrissi una canzone su questo tema già nel 1997. Mi auguro che si riesca ad agire su questo fronte. I governi devono far applicare delle leggi di massa. Nei centri commerciali d’estate fa freddo, d’inverno fa caldo, certe cose non devono più esistere. Bisogna salvaguardare l’ambiente in modo più rigido, più attento”.

Sulla musica italiana ed i gusti delle nuove generazioni: “La trap? Mi piace tantissimo. Adoro Ghali e Sfera mi piace da sempre. Da quando ha fatto ‘Figli di papà’. Mi sono commossa ascoltandola. Ha citato uno spaccato di realtà, di verità”.

 

X FACTOR, ANASTASIO “IL PUBBLICO HA CAPITO IL MIO MESSAGGIO”

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“Cantare sul palco del Forum di Assago di fronte a 8 mila persone può provocare due reazioni: terrore o carica. Per me è la seconda”. A parlare è Anastasio, fresco vincitore di X Factor Italia. “A quanto pare la mia comunicazione è stata efficace e io sono molto contento” dice il cantante di fronte ai giornalisti. A guidarlo in questa avventura durata due mesi, la coach Mara Maionchi, con cui è stato legato da un bellissimo rapporto: “Mi ha capito e questo mi ha permesso di esprimermi appieno. Mi ha dato praticamente carta bianca e questo per me è stato molto importante. Ci vogliamo bene, il nostro è stato un rapporto sano”. Alle sue spalle si è classificata Naomi, seguita invece da Fedez: “Quel palco è in grado di regalare sensazioni inedite. Ricordo l’emozione di ieri sera prima di salire sul palco per la prima volta: ci siamo guardati tutti negli occhi, ci veniva quasi da piangere”.

Il suo è stato un percorso atipico, esattamente come il rapporto con il suo coach Fedez: “È un personaggio criptico. Con lui non ho avuto tempo di lavorare molto dal punto di vista tecnico, ma mi ha dato tanti consigli. Ha fatto delle scelte molto azzardate con me, io mi sono fidata e ho fatto bene, perché ho scoperto dei lati di me stessa che non conoscevo. Poi anche lui ha iniziato ad aprirsi nei miei confronti e ho conosciuto una bellissima persona, estremamente sensibile. Durante le gare era quasi più impaurito lui di me”. Sul gradino più basso del podio, invece, la giovanissima Luna, di appena 16 anni: “La mia forza? L’essere sempre me stessa. Non mi sono costruita un personaggio, quando sono su un palco e canto sono me stessa. Ora bisogna “battere il ferro finché è caldo”, ho capito che questo è il mondo in cui voglio vivere il mio futuro”. Infine, quarti classificati, gli iraniani (ma fiorentini d’adozione) Bowland, scelti da Asia Argento ma arrivati in finale con Lodo Guenzi: “Asia ci ha capito subito e noi ci siamo immediatamente trovati molto bene con lei. Avevamo gusti musicali molto simili. Poi però è arrivato Lodo e lo stesso è stato con lui: dopo cinque minuti ci sembrava di essere con un vecchio amico”. E poi una chicca: “Non possiamo dire se noi partecipanti a questa edizione di X Factor fossimo il gruppo più coeso della storia del talent. Certo è che mai prima d’ora due artisti avevano collaborato e noi lo abbiamo fatto con Anastasio, incidendo un pezzo insieme: Autunno”.

LA COMPAGNIA DEL CIGNO, BONI “IO MAESTRO CON DEDIZIONE”

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È una storia di formazione ambientata al Conservatorio “Verdi” di Milano “La compagnia del Cigno”, la nuova serie tv in sei serate in onda su Raiuno da lunedì 7 gennaio. Scritta e diretta da Ivan Cotroneo, che firma soggetto e sceneggiatura con Monica Rametta, e prodotta da Indigo Film, ha per protagonisti sette ragazzi che studiano al “Verdi”, il loro Maestro, detto il “bastardo” per la sua durezza, e la città di Milano i cui scorci sono fotografati per l’occasione da Luca Bigazzi. «Grazie per l’atto di fiducia per Milano», ha detto il sindaco Giuseppe Sala intervenendo per primo alla conferenza stampa di presentazione che, ha ricordato, si svolge «nel giorno in cui, secondo la classifica del Sole 24Ore Milano è la provincia più vivibile d’Italia. Un merito che sono in maniera infinitesimale è mio e della mia Giunta, perché sono i milanesi che hanno accettato la sfida della contemporaneità». Questo focus su Milano, ha continuato la direttrice di Rai Fiction, Eleonora “Tinny” Andreatta, è un altro passo «del viaggio attraverso l’Italia che la fiction sta compiendo. Milano è una capitale internazionale, un luogo prezioso in cui molti giovani trovano il loro luogo d’elezione».

In questo luogo i sette giovani protagonisti, «musicisti veri», come tiene a sottolineare Andreatta, «sono supereroi moderni, fragili e forti allo stesso momento che il loro Maestro, figura importante in un mondo carente di figure di riferimento, mette di fronte a tante prove e alla disciplina». Il Maestro in questione ha le fattezze di Alessio Boni. «Mia nonna mi diceva che un tempo si sceglieva il maestro più rigido per educare i ragazzi, per insegnare ai ragazzi già nel microcosmo della scuola quello che è il macrocosmo della vita che è spietato – ha detto l’attore lombardo -. Lo stesso messaggio che dà questo Maestro, che ho interpretato con grande entusiasmo perché di musica, dedizione e talento non si parla quasi mai. Oggi si parla sempre di giovani un po’ slabbrati, senza dedizione. Ma non sono così: i ragazzi hanno energia e ti contagiano, hanno solo bisogno di binari». Sui giovani attori che hanno lavorato con lui, Boni ha avuto parole d’elogio. «Mi hanno emozionato, sapevano tutte le battute a memoria, comprese le mie. Loro sono il quadro di questo progetto, mentre io, Anna (Valle, che interpreta sua moglie con cui ha un rapporto difficile, ndr) e tutti gli altri colleghi siamo la cornice». A firmare il progetto è Ivan Cotroneo. «Avevo il desiderio di raccontare i ragazzi per le loro passioni, non perché finiscono nelle pagine di cronaca nera e di come un Maestro vero, non paternalistico, può cambiare la vita delle persone», spiega il regista che ha messo insieme un cast d’eccezione che, oltre a Boni e Valle, comprende, tra gli altri, Alessandro Roia, Carlotta Natoli, Francesca Cavallin, Stefano Dionisi, Giorgio Pasotti, Marco Bocci e Giovanna Mezzogiorno. Anche molti musicisti hanno prestato il volto a “La compagnia del Cigno”, da Michele Bravi a Saturnino fino a Rocco Tanica.

«Ho frequentato il Conservatorio, ne sono uscito nel 1981 detestandolo – ha raccontato Tanica -. Un rancore che mi sono portato dentro per lungo tempo, forse perché non avevo scelto di fare esattamente quella cosa. Lavorare in questa piccola parte della serie mi ha aiutato a riconciliarmi con il luogo, le persone e le idee. Mi sono ritrovato grazie al racconto che si sviluppa a essere conscio di una verità che avevo scordato: “La regola rende liberi”». La musica della serie, che spazia tra la classica, con brani di Brahms, Bach, Chopin, Beethoven, e il pop con cover di pezzi di Cindy Lauper, Radiohead, Barry Manilow, Miley Cyrus e altri interpretati dai ragazzi protagonisti, è integrata da altre originali del Maestro Gabriele Roberto e da una chicca firmata Mika che ha composto con The 23rd (Henry e George Flint) “Sound of an orchestra”. Alla serie sarà collegata una collana di sette libri dall’omonimo titolo, in libreria dal 15 gennaio, che racconteranno ognuno vita e aneddoti dei sette ragazzi.

OSCAR, SI FERMA LA CORSA DI “DOGMAN”

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Si ferma la corsa di “Dogman” di Matteo Garrone all’Oscar per il miglior film straniero. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha diffuso nove shortlist fra le categorie degli Oscar 2019 e il lungometraggio italiano non è tra i nove lungometraggi ancora in gara come “foreign film”.

Questi i titoli che potranno ottenere una nomination: “Birds of Passage” – Colombia, “The Guilty” – Danimarca, “Never Look Away” – Germania, “Shoplifters” – Giappone, “Ayka” – Kazakistan, “Capernaum” – Libano, “Roma” – Messico, “Cold War” – Polonia, “Burning” – Sud Corea.

 

QUEEN, BRIAN MAY PUBBLICA NUOVO SINGOLO DOPO 20 ANNI

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Brian May pubblica un singolo dopo vent’anni. Il 1° gennaio uscira’ “New Horizons”, secondo quanto riferisce NME. Il chitarrista dei Queen, grande appassionato di astronomia e laureato in astrofisica, lancerà il singolo dal centro di controllo della NASA in omaggio alla missione intitolata esattamente come la sua nuova canzone. “Mettere assieme astronomia e musica – ha riferito May – è stata una sfida elettrizzante. E’ stato Alan Stern, il Project Instigator di questa incredibile missione della NASA, a gettare il guanto di sfida nello scorso maggio”. “New Horizons” sarà disponibile dalle 0.02 del 1° gennaio 2019.

E’ MORTO ANDREA PINKETTS

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E’ morto, all’età di 57 anni, lo scrittore e giornalista milanese Andrea G. Pinketts, pseudonimo di Andrea Giovanni Pinchetti.
Vincitore di premi letterari, tra i quali spiccano due edizioni del Mystfest e il premio Scerbanenco, ha alternato la carriera di scrittore a quella di giornalista, conducendo inchieste per riviste. È stato autore di molti romanzi in bilico tra noir e grottesco, molti dei quali incentrati sulla figura di Lazzaro Santandrea, suo alter ego e protagonista di bizzarre avventure nella Milano contemporanea.

Ha firmato alcune inchieste grazie alle quali aveva contribuito alla soluzione di celebri casi di cronaca, come quello della setta dei Bambini di Satana e del cosiddetto “mostro di Foligno”.

FABRIZIO MORO, 4 DATE NEL 2019

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Fabrizio Moro, attualmente al lavoro sul nuovo album di inediti in uscita in primavera, tornerà a esibirsi live nel 2019 con 4  appuntamenti nei palasport da Sud a Nord Italia, con un doppio show proprio nella sua città, Roma. Queste le date di “Palasport 2019”: 12 ottobre – Pal’Art Hotel di ACIREALE (CT), 18 e 19 ottobre – Palazzo Dello Sport di ROMA,  26 ottobre – Mediolanum Forum di Milano.

SANREMO, BAGLIONI DIROTTATORE DEL FESTIVAL

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Claudio Baglioni, per la seconda volta alla guida del Festival di Sanremo, non è più “dittatore artistico” ma “dirottatore artistico”. Le innovative scelte dei big del prossimo Festival, in programma dal 5 al 9 febbraio, hanno portato a coniare il suo “nuovo ruolo”. 
“In questo caso – spiega in conferenza stampa – il direttore è diventato un ricettore, sono stato molto più in ascolto. Mi stanno insegnando a immergermi nel grande mare della canzone italiana”. Baglioni spiega le scelte effettuate: “Tema comune nei testi è l’essere figli, essere padri, nonni, c’è la necessità di rivolgersi al proprio passato e al proprio futuro, forse perché c’è una vaghezza del presente. Artisti come Nek e Renga, Achille Lauro, non c’è una generazione certa di quello che è. C’è il gioco del tempo che non arriva mai. Ci sono alcune proposte sofisticate. Grande vitalità di Ex Otago, Negrita, una nuova Arisa molto curiosa ed eccentrica, una tradizione con intenzioni portate avanti da Anna Tatangelo, argomenti che spaziano di alcune canzoni d’amore che si scrivono da sempre ma con un linguaggio attuale. Sento prepotente una comunanza del suono, nei diversi stili di fare canzone nella forma più consueta”.

Sarà davvero un Festival speciale. “Il numero 69 come edizione dà un’idea di ribaltamento. Rivoluzione è quella parola che fa tutto il giro del cerchio. Sono qua perché sono il ‘dirottatore artistico’, stiamo prendendo questa barca portandola un po’ da un’altra parte”. Il secondo Festival di Baglioni sta assumendo contorni particolari. “Questa storia è diventata veramente una piccola missione. Avevo detto che il Festival dovrebbe durare almeno due settimane. Questa settimana aggiuntiva è un esperimento. Anch’io mi unisco all’applauso a Baudo e Rovazzi, che è una sorta di figura ormai mitologica”. Baglioni elogia la musica pop: “E’ l’unica in evoluzione, tutte le altre creano un mantenimento di loro stesse, sono museali. Non è stato facile per la commissione esaminatrice, nell’insieme sono state ascoltate 1.549 proposte. I 24 finalisti mi sembrano abbiano portato un notevole standard qualitativo”. Poi, spiega l’intera struttura: “Il fatto di avere spacchettato i due Festival ci ha permesso di guardare a Sanremo quando è nato. Quando mi è stato chiesto di rifare il Festival, ho pensato alla parola bis. Era rifare il Festival, un Festival locomotiva, un’operazione di avanguardia. Era giusto non ritirarmi dopo il successo dell’anno scorso, poteva sembrava una botta di culo”.

Il Festival di Sanremo 2019 ha un altro aspetto: “Faremo concorso, celebrazione della musica italiana, presentazione progetti musicali e una festa generale. Io non ho grande timore per il fatto che ci sia un cast meno televisivo. Credo che potremo fare bene dal punto di vista della popolarità”. Gianni Morandi, Claudio Bisio, Vanessa Incontrada e Virginia Raffaele presenteranno il Festival di Sanremo?  “Non smentisco – afferma – perché con tutti e quattro ho intrattenuto rapporti e sono interessati a una possibile presenza. Non sono neanche sicuro di me stesso, tra le mie facoltà c’è poter decidere di ingombrare il palco dell’Ariston. Ci sono cose in divenire, tutti quattro i nomi sono fantastici, magari ci potrebbero essere anche tutti”. Durante il Festival ci saranno sicuramente Pippo Baudo e Favio Rovazzi, dopo l’exploit della strana coppia a Sanremo giovani.

Baglioni conferma di puntare tutto sulla musica di casa nostra: “E’ il Festival della canzone italiana. In passato c’è stata la possibilità di avere superospiti, poi gli ospiti stranieri. Già l’anno scorso avevo detto di preferire un Festival popolare-nazionale. Se gli stranieri devono farci visita devono rispettare il luogo che li ascolta. Non escludo che ci siano ospiti stranieri, ma vorrei marcare il territorio. Mi piace l’idea che a Sanremo si canti o canticchi italiano”.