Il conto alla rovescia per la seconda parte di Grey’s Anatomy è cominciato. Dopo lo hiatus, il medical drama più longevo della tv, infatti, tornerà ogni lunedì dal 25 febbraio alle 21:00 su FoxLife (114, Sky). Dopo l’annuncio dell’arrivo di Jennifer Grey (Baby in Dirty Dancing), la quindicesima stagione presenta un’altra novità arricchendosi di tre episodi rispetto alle altre portando così a 25 il totale delle puntate Grey’s Anatomy per quest’anno. La quindicesima, quindi, sarà la seconda stagione più lunga, dopo la seconda composta da 27 episodi, insieme alla terza e all’undicesima.
SANREMO, BAGLIONI-BISIO-RAFFAELE PER 69^ EDIZIONE
“Il Festival di Sanremo sarà caratterizzato anche quest’anno dalla centralità della musica e della parola”. Il direttore o meglio “dirottatore artistico” Claudio Baglioni, conferma la formula vincente dello scorso anno, e nel corso della conferenza stampa di presentazione della kermesse canora annuncia i primi ospiti: Andrea Bocelli (con il figlio Matteo), Giorgia ed Elisa. “Avremo almeno due ospiti cantanti a serata”, conferma.
“La squadra si è ricompattata, la stella polare è la canzone in quanto espressione diretta. L’anno passato ho riportato il Festival nella sua centralità, cercando di costruire un sistema spettacolare che fosse narrativo. C’è la conferma della non eliminazione. Per me quello dell’eliminazione era un rito feroce. Il Festival deve avere un carattere di eccezionalità, di sorpresa. Il numero 69 ha richiamato la simmetria; se l’anno scorso era portare l’immaginazione al Festival, quest’anno è l’armonia”, sottolinea Baglioni.
Claudio Bisio e Virginia Raffaele, invece, sono le novità per la conduzione accanto al direttore artistico. Il comico inizia subito con una battuta: “Quando Baglioni mi ha chiamato mi ha detto: ‘è l’edizione 69, ho pensato a te Virginia…”.
“La bellezza nella diversità – sottolinea Baglioni – parlare bene della musica pop che racchiude gran parte delle musiche correnti. Quest’anno la scelta è caduta su 22 proposte musicali per fotografare e anche prevedere quello che può accadere tra poco”.
Il “dirottatore artistico” parte da un sogno: “Continuare la strada dell’anno passato, per far sì che non sembri solo una botta di fortuna, lo stellone che ci ha garantito buoni risultati e contenuti. Ho pensato di chiamare ‘fratello Sole e sorella Luna’”. Per Biso il “desiderio è fare gruppo, con Virginia c’è una voglia mia e sua di fare cose insieme. Già questo è inedito, se possibile anche con Claudio, a tre”. Virginia Raffaele ribatte: “Io e Bisio siamo due artisti che si sperimentano in tutto. Cercheremo di entrare a tempo nel concorso canoro, di colorarlo il più possibile. Averci scelto è autoironia”. Su Baglio, poi dice: “lo stimo da sempre. Io ero piccola quando lui lavorava. E’ un mostro anche artisticamente parlando… Lo ringrazio perchè mi ha voluto anche quest’anno, nonostante fossi stata ‘scostumata’: l’ho fatto passare per anziano”.
E’ il primo Festival di Sanremo per il nuovo direttore di Rai1 Teresa De Santis: “Negli ultimi anni l’ho seguito da vicedirettore. Mi sono occupata di musica per tanti anni. Sanremo è l’occasione più importante, dà la stabilizzazione di quella che è stata definita la cassaforte della Rai, Rai1. Claudio ha fatto l’ascolto più alto degli ultimi 13 anni, è un primatista”.
“Ci auguriamo di poter continuare sempre al meglio. Dovremo immaginare grandi momenti già per la prossima edizione, la numero 70, ci lavoreremo già all’indomani dell’ultima serata. Sono molto contenta di avere Claudio Bisio e Virginia Raffaele, è un’operazione artistica di altissimo profilo”. De Santis dà anche un’anticipazione della sua linea editoriale a Rai1: “Il Paese è in una fase di transizione. E’ una rete che si accenderà anche sull’informazione in certi momenti, come già avvenuto con la tragedia di Corinaldo e l’attentato di Strasburgo. Ogni volta che siamo intervenuti siamo stati premiati dagli ascolti. Rai1 come forza tranquilla che vuole rappresentare con completezza questo Paese”. Claudio Fasulo, vicedirettore di Rai1, annuncia gli eventi collaterali: “Primafestival, striscia quotidiana subito dopo il telegiornale prima di collegarsi con l’Ariston, inizierà il 25 gennaio con campo base al Biribissi. Il Dopofestival sarà un mondo un po’ speciale, dai 50 anni dalla scoperta della Luna, un’atmosfera lunare. Rocco Papaleo accoglierà i protagonisti del Festival, ci saranno accanto due figure femminili. Radio2 tutta la giornata trasmetterà da Santa Tecla”.
Baglioni conferma che “al momento non ci sono ospiti internazionali. Già l’anno scorso la regola d’ingaggio è che l’ospite arriva e porta qualcosa, non prende solamente. Il Festival si mantiene su questa idea autarchica, Sanremo è già internazionale e non ha bisogno di figurine che non siano integrabili”. Poi, annuncia una delle novità di quest’anno: “Avremo un palcoscenico straordinariamente grande, con la scenografia di Francesca Montinaro. Ci saranno molti tributi e stiamo pensando ad alcune forme di spettacolo integrabili. Per la prima volta si utilizza l’orchestra in una buca armoniosa, ondulata, ondosa. Baudo e Rovazzi – conferma – saranno tra gli ospiti di questo Festival. Con Pippo non so cosa faremo”.
Infine, De Santis si sofferma sui costi del Festival: “C’è stata un’enorme compressione della spesa negli ultimi anni e negli ultimi tre è rimasta costante. I costi vivi sono intorno ai 12 milioni, compensati da ricavi, che ritengo e spero possano raggiungere il doppio. Negli anni si è fatto un grandissimo lavoro di riduzione”.
GERRY SCOTTI TORNA CON “CHI VUOL ESSERE MILIONARIO?”
Dopo il grande successo ottenuto dai quattro appuntamenti speciali di dicembre, “Chi vuol essere Milionario?”, il quiz dei quiz condotto da Gerry Scotti, raddoppia.
Da venerdì 11 gennaio, il format che nel 2018 ha celebrato i suoi primi vent’anni ed è presente in oltre 120 paesi nel mondo, torna in prima serata su Canale 5 con altre quattro puntate nuovissime e ad alto tasso di adrenalina.
Arrivato su Canale 5 nel 2000, “Chi vuol essere milionario?” è sempre stato indissolubilmente legato al nome di Gerry Scotti. Il presentatore ha guidato ben 1.593 puntate, entrando nel Guinness dei Primati per maggior numero di puntate condotte nel mondo ed ora il suo palmarès è ulteriormente cresciuto.
La formula del programma resta immutata: una scalata di 15 domande, su ogni argomento possibile, al fine di raggiungere l’ultima e aggiudicarsi il milione di euro. Dall’edizione partita a dicembre gli aiuti sono saliti a 4 (invece di 3): oltre ai classici “50 e 50” e “Chiedilo al pubblico”, anche “Chiedilo a Gerry” e “Chiedilo al tuo esperto in studio”.
IO SONO MIA, SERENA ROSSI “SFIDA PER OMAGGIO A MIA MARTINI”
«Questo film è un piccolo modo per chiedere scusa a Mia Martini», dice Riccardo Donna, regista di “Io sono Mia”, biopic sulla vita di Domenica Rita Adriana Bertè, in arte Mia Martini, prodotto da Eliseo Fictione in collaborazione con Rai Fiction che sarà in quasi 300 sale dal 14 al 16 gennaio per poi andare in onda a febbraio su Raiuno. Nei panni della cantante scomparsa nel 1995 un’intensa Serena Rossi. «A lei ho dato ogni fibra del mio essere, non mi sono mai risparmiata: ho cantato con la vena gonfia e le unghie infilate nella carne perché era una che cantava con l’anima», ha detto la Rossi. La fiction prende le mosse dal ritorno sulle scene di Mia Martini al Festival di Sanremo 1989 dopo sei anni di silenzio a causa del pregiudizio per la maldicenza che l’additava come una che portava sfortuna. «Ho provato una vagonata di emozioni contrastanti e penso che questo film sia una rivincita che lei si è presa sul mondo contro le cattiverie. Una donna che non si è mai piegata a compromessi dando un grande esempio di dignità e integrità», ha continuato l’attrice la cui interpretazione è stata lodata da Loredana Bertè, sorella di Mia Martini.
«Questo sì che è un omaggio a Mimì. Una Serena Rossi così non me l’aspettavo, Mimì ne sarebbe stata orgogliosa, ne sono convinta», ha detto la Berté ricordando le difficoltà della sorella esclusa per le maldicenze che giravano su di lei. «Molti di quelli che non la volevano sono ancora vivi e lavorano. Per questo io continuo a rifiutare le loro trasmissioni», rivela ricordando che per farla tornare al Festival di Sanremo ci fu un amico «che accettò di sedersi in prima fila perché c’era chi temeva crollasse il teatro». “Io sono Mia” però non è un documentario. «Questo film non vuole essere una biografia, ma il racconto di un’artista e di una donna. Un tributo a una voce unica, emozionante e il racconto della sua grande umanità», ha aggiunto la direttrice di Rai Fiction, Eleonora “Tinny” Andreatta. «È anche il racconto di come il pregiudizio possa essere terribile, dell’esclusione e della violenza su una donna cui questo film restituisce memoria e onore». Una restituzione che si deve a Luca Barbareschi che ha portato il progetto a Rai Fiction insieme alla sua interprete Serena Rossi. «Il valore aggiunto di un’attrice che canta veramente dal vivo è stato fondamentale. E io sapevo che se avrei fatto questo film sarebbe stato con Serena», ha detto Barbareschi.
«Sullo schermo ho rivisto Mimì, il suo modo di muoversi, il suo dolore, la malinconia e anche la sua pazzia perché, tra me e lei, la pazza scatenata era lei. Ma è stata anche la donna che per sottrarsi alla cattiveria è tornata in Calabria a cucire le reti dei pescatori e andare in mare con le lampare». «Una donna – ha aggiunto la Rossi – che ha sempre deciso di testa sua e, quando è stato necessario, ha deciso che era meglio essere reclusa che umiliata. Poi, però, gli arrivò il provino di “Almeno tu nell’universo” e la musica ha preso il sopravvento e l’ha fatta vincere». Tutto questo c’è nella sceneggiatura di Monica Rametta. «Sono fortunata ad avere avuto quest’opportunità che ha richiesto una lunga gestazione necessaria per parlare con tanta gente, tra cui la sua amica Alba Calia. Poi ho messo da parte le parole ascoltate per tirare fuori l’anima del personaggio», ha spiegato la sceneggiatrice. Nel film sono assenti le figure di Ivano Fossati, che è stato l’amore tormentato della vita della Martini, e dell’amico Renato Zero, che non hanno voluto essere citati. «Anche se il nostro personaggio non si chiama Ivano e non è un compositore – conclude Rametta – abbiamo inserito una grande storia d’amore tra due artisti perché ci interessava raccontare la dinamica di questo rapporto».
D’ANGELO E D’ALESSIO INSIEME SUL PALCO A NAPOLI
Una grande festa della musica il 21, 22 e 23 giugno prossimi a Napoli sul palco dell’Arena Flegrea: per la prima volta insieme due icone della musica partenopea come Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio. Due artisti legati da una lunga amicizia quasi trentennale, ma da sempre considerati ‘nemici’ sul palco per via del loro pubblico, delle vere e proprie tifoserie che spesso si sono considerate antagoniste.
“Abbiamo scelto queste date perché oltre ad essere la festa della musica, il 21 giugno è anche il compleanno di Nino e l’onomastico di Gigi. Avendo tanti parenti con una grande famiglia, abbiamo pensato di annunciare direttamente tre date”, dichiarano i due artisti scherzando.
Sul palco ci sarà ad accompagnarli una band formata dai musicisti di entrambi, con: Alfredo Golino alla batteria, Giorgio Savarese e Lorenzo Maffia alle tastiere, Roberto D’Aquino al basso, Maurizio Fiordiliso e Pippo Seno alle chitarre, Agostino Mennella alla batteria, Massimo Gargiulo alle tastiere e pianoforte, Guido Russo al basso, Mimmo Langella e Franco Ponzo alle chitarre, e la vocalist Milly Ascolese.
DANIELE SILVESTRI, A SORPRESA ESCE “COMPLIMENTI IGNORANTI”
Daniele Silvestri è tornato con la sua intelligente ironia. Arriva oggi, 11 gennaio, su tutte le piattaforme digitali, “Complimenti ignoranti”, una sorpresa per i fan e un assaggio del nuovo album in uscita in primavera per Sony.
L’artista, in attesa del prossimo Festival di Sanremo, la sera di capodanno, sul palco di Reggio Emilia, aveva fatto ascoltare in anteprima al pubblico il brano poco dopo la mezzanotte.
Con una buona dose di acuta provocazione e molta autoironia, Silvestri, autocitandosi, gioca con le parole e con i luoghi comuni dei social network nell’era dei fan che demonizzano o osannano gli artisti sul web.
FLAIANO, MELAMPO AL TEATRO VITTORIA DI ROMA
Debutto assoluto per la nuova produzione Attori e Tecnici, dello spettacolo Melampo tratto dalla sceneggiatura originale (con la supervisione di Rosetta Flaiano) a cui Ennio Flaiano lavorò dal 1966 al 1967 e che ne riflette esattamente la storia, le situazioni e i dialoghi. In occasione del centenario della nascita di Ennio Flaiano nel 2010 Massimo De Rossi presentò un’edizione ridotta del MELAMPO al Teatro India per lo Stabile di Roma.
Sul palcoscenico del Teatro Vittoria dal 24 gennaio al 10 febbraio 2019, l’edizione completa e mai rappresentata. Con questo spettacolo De Rossi continua il suo personale percorso teatrale sul tema Letteratura-Cinema-Teatro iniziato anni fa con Landolfi, Gadda, Savinio fino ad oggi con Weigel, Flaiano e in futuro con Moravia e una sceneggiatura inedita (comica) di Pirandello.
MELAMPO è una trasparente favola moderna, venata di autentica comicità ed ironia graffiante. Una commedia autobiografica che Flaiano iniziò a scrivere durante il suo soggiorno in America pensando di farne un film con la Warner Bros. Una commedia americana (non commedia all’italiana) scritta da un italiano “particolare” come Flaiano. Siamo a New York per assistere a una favola moderna, a un’insolita meravigliosa storia d’amore ad opera di un cane inconsapevole, Melampo. I principali protagonisti della commedia sono: Giorgio, uno scrittore italiano momentaneamente in America per motivi di lavoro e Liza creatura tutta “bellezza e confusione” ex modella, ex dilettante di pittura, ex snob preoccupata di apparire sempre a suo agio, la quale, nel tentativo di rendere i rapporti umani più semplici e spontanei, si “trasforma” lentamente in cane. Si libera nella vitalità di un giovane animale, e così “annullandosi” finisce per diventare una presenza insostituibile nella vita dell’uomo.
Se Giorgio rappresenta la ragione, il dubbio, la nevrosi dell’intellettuale che non riesce più a dare un senso alla realtà, Liza tenta un nuovo linguaggio, quello della gioiosa adesione all’istinto, alla pura fisicità.?
La psicologia della coppia, i rapporti con l’ambiente, la solitudine, la ricerca di nuovi equilibri: l’apologo di Flaiano non fornisce risposte ma le moltiplica in un gioco di specchi sempre dominato da un’intelligenza ironica e inquieta. Questa versione per il teatro vuole anche essere un affettuoso omaggio a Ennio Flaiano: lo facciamo con tutto il rispetto e la discrezione necessaria a non forzare troppo quella che fu la sua innata caratteriale riservatezza, la sua accesa sensibilità.
ACHILLE LAURO “SANREMO? COME ESAME UNIVERSITARIO”
«Non sarà una canzone d’amore, né trap, ma un pezzo frizzante, un nuovo rock&roll, qualcosa che i fan non hanno mai ascoltato. Io credo che possa piacere sia ai pischelli sia ai più grandi. Molti si aspettano l’autotune e invece avranno una bella sorpresa». Così Achille Lauro, cantante della scena trap italiana che riferendosi a se stesso non usa mai la prima persona, ma il plurale maiestatis («Mi sento parte di una squadra, quindi la canzone (e anche tutto il resto) non è solo mia»), ha parlato di “Rolls Royce”, pezzo con il quale sarà in gara al Festival di Sanremo. L’artista romano classe 90, al secolo Lauro De Marinis, lo ha fatto in occasione della presentazione del suo libro “Sono io Amleto” e del docufilm “Achille Lauro No face 1”, il primo di una trilogia sul passato, il presente e il futuro («Immaginato in forma di romanzo») del cantante che in primavera pubblicherà per Sony Music il suo nuovo disco di inediti e dal 10 maggio sarà in tour in Italia. «Per noi Sanremo è un traguardo, fare le prove con un orchestra di 60 persone è stato magia», ammette senza nascondere la sua preoccupazione. «Sanremo è patrimonio culturale italiano, per me era come Natale, la famiglia si ritrovava. Per tutti è fantastico, per me – confessa – è come un esame universitario». «A scrivere Rolls Royce sono stato io, la maxi produzione artistica è di Boss Doms e poi ci sono Frenetik e Orang3, che sono produttori multiplatino della scena non solo hip hop», continua Achille Lauro che non ha svelato con chi si presenterà sul palco nella serata dei duetti in programma venerdì 8.
«Tolti i grandi nomi come Renato Zero e Vasco Rossi che di sicuro non verranno, per spostarmi dallo standard sto pensando a un attore», ha detto il trapper. L’effetto stupore, che non risparmierà il nuovo album, sembra il fine ultimo del trapper. «Il nostro nuovo disco senza etichetta di genere. Abbiamo attinto dal passato, dagli anni 70 e 80, sto ascoltando Elvis e Beatles. Certo lasceremo una zona comfort per i fan con qualche pezzo trap che per i giovani è il nuovo pop», aggiunge confessando di voler «entrare nell’Olimpo della musica italiana». A dirigere l’orchestra di Sanremo sarà il Maestro Enrico Melozzi («Che è sempre stato la nostra unica scelta») e non Carolina Bubbico che, a suo dire, è stata sostituita per aver spoilerato la sua presenza. «A lei era stata affidata la partitura degli archi, ma probabilmente ha frainteso», taglia corto il management dell’artista.
E Achille Lauro in prima persona, invece, a rispondere in merito a una sua intervista diffusa dopo i fatti i di Corinaldo in cui, sull’utilizzo dello spray al peperoncino tra la folla, diceva “In fondo è solo una moda”. «Decontestualizzare una mia intervista non è stato bello. Mi sono molto arrabbiato di vedere la mia faccia e sentire quelle parole, ho pure cercato di farla rimuovere», spiega. «La cosa che dicevo, prima di quella tragedia e che riempire la location di un concerto non è scontato ed essere disturbati dallo spray al peperoncino, qualcosa che è normale da qualche anno».









