Reduce dal trionfo di una tournée sold-out in America e Messico con due date straordinarie al Metropolitan Opera House, Andrea Bocelli pubblica il nuovo video di “Amo soltanto te”, brano che vede l’eccezionale duetto con Ed Sheeran. Le due star più amate a livello internazionale tornano a cantare insieme dopo il successo mondiale di “Perfect Symphony” (180 milioni di visualizzazioni).
Estratto da “Sì” (Sugar), album del tenore che lo ha fatto entrare nella storia della musica, con il debutto al n.1 sia della classifica americana che inglese, “Amo soltanto te” (https://bit.ly/2GCoyNn), ha riunito un cast d’eccezione che accanto a Bocelli ed Ed Sheeran conta anche della firma di un altro nome sorprendente, quello di Tiziano Ferro, che ha scritto il toccante testo italiano del pezzo (in inglese composto appositamente per il tenore dallo stesso Ed Sheeran con il fratello Matthew).
BOCELLI, NUOVO VIDEO “AMO SOLTANTO TE” FEAT. ED SHEERAN
MORTO STANLEY DONEN, RE DEI MUSICAL DI HOLLYWOOD
All’eta’ di 94 anni e’ morto Stanley Donen, regista specializzato in musical famoso per avere diretto
Singin ‘in the Rain nella versione italiana Cantando sotto la pioggia.
Oltre al film, che rese celebre Gene Kelly, Donen firmo’ altri classici di Hollywood. Musical come Un giorno a New York (1949, con Kelly e Frank Sinatra), Sette spose per sette fratelli (1954) e Cenerentola a Parigi (1957) con Fred Astaire e Audrey Hepburn. Ha diretto Cary Grant in quattro film: Kiss Them For Me (1957), Indiscreto (1958), L’erba del vicino e’ sempre piu’
verde(1960) e Sciarada, con Hepburn (1963).
Il suo ultimo film uscito in sala e’ Quel giorno a Rio, pellicola del 1984 con Michael Caine. “La mia carriera a Hollywood e’ stata cosi’ lunga – ha raccontanto a Vanity Fair nel 2013 – che quando cominciai il sonoro era ancora una cosa abbastanza nuova. E il motivo per cui si e’ cominciato a fare i musical era proprio grazie all’arrivo del sonoro. E’ cosi’ che tutto e’ cominciato”.
Quale riconoscimento alla carriera, nel 1998 ha ricevuto il premio Oscar mentre nel 2004 il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia. La sua vita privata e’ stata costellata di amori importati: e’
stato fidanzato con le attrici Judy Holliday e Elizabeth Taylor e si e’ sposato ben cinque volte: dal 1948 al 1951 con la ballerina Jeanne Coyne, dal 1952 al 1959 con l’attrice Marion Marshall. Poi
dal 1960 al 1971 con Adelle O’Connor Beatty, dal 1972 al 1985 con l’attrice Yvette Mimieux e infine dal 1990 al 1994 con Pamela Braden.
OSCAR A “GREEN BOOK”, CUARON, MALEK E COLMAN
Fra attese rispettate e verdetti un pò a sorpresa, la notte degli Oscar si è contraddistinta per un’edizione diversa da tutte quelle degli ultimi anni. La cerimonia è stata più snella, con le star premianti che si davano il cambio a consegnare le statuette, senza un vero conduttore a dirigere i ‘lavori’, ma con Maya Rudolph, Tina Fey e Amy Poehler che hanno affrontato la scena: “Non siamo le presentatrici, ma rimarremo qui fino alla fine facendo finta di esserlo”. Passando ai premi più ambiti, miglior film dell’edizione 2019 è stato “Green Book” di Peter Farrelly che, a sorpresa, ha superato il favorito della vigilia, “Roma” di Alfonso Cuarón che però si è aggiudicato tre statuette.
Tra gli attori, invece, Oscar a Rami Malek tra gli uomini per la sua interpretazone in Bohemian Rhapsody, mentre per il premio alla miglior attrice Olivia Colman l’ha spuntata sulla favorita Glenn Close che si conferma essere l’attrice con più nomination, ben 7, senza nessun Oscar. Malek, nel ruolo di Freddie Mercury, ha dedicato il premio alla mamma e alla mia famiglia, celebrando così l’anno straordinario per Bohemian Rhapsody che aveva già vinto quattro Academy Award. Olivia Colman, invece, protagonista di “La favorita” di Yorgos Lanthimos, ha salutato Glenn Close, più che delusa dopo l’ennesima nomination andata a vuoto, “sei stata il mio idolo per tanto tempo”. Alfonso Cuarón e il suo “Roma” conquista tre premi tra fotografia, miglior film straniero e miglior regia.
Tra gli altri premiati, miglior attore non protagonista è stato Mahersala Ali, che si è portato a casa il secondo Oscar a due anni da Moonlight, migliore attrice non protagonista Regina King, per il film di Barry Jenkins “Se la strada potesse parlare”, tratto dal romanzo di James Baldwin. Spike Lee ha vinto il suo primo Oscar competitivo, per la sceneggiatura di “BlacKkKlansman”, a tre anni da quello onorario. Emozionante il duetto tra Lady Gaga e Bradley Cooper sulle note di ‘Shallow’, brano portante del film “A star is born”, che le è valso l’Oscar per la migliore canzone. Il film “Black Panther” porta a casa l’Oscar per i migliori costumi, andato a Ruth E. Carter, quello per la scenografia a Hannah Beachler e al decoratore di set Jay Hart, e per la miglior colonna sonora ritirato da Ludwig Goransson.
C’è anche un pò di Italia nell’Oscar per il miglior film di animazione, “Spiderman”, grazie a Sara Pichelli che ha creato Miles, il giovane “super” che prende il testimone di Peter Parker. Da segnalare anche il miglior cortometraggio, “Skin” di Guy Nattiv e Jaime Ray Newman, e il premio per il miglior documentario che è andato a “Free Solo” di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin.
TAKAGI & KETRA, DA VENERDI’ IN RADIO “LA LUNA E LA GATTA”
Venerdì 1 marzo arriva in radio il nuovo brano di Takagi & Ketra, dal titolo “La Luna e la gatta”.
Takagi & Ketra hanno iniziato a collaborare nel 2012. Il primo progetto è con Rocco Hunt, nella produzione di “Nu Juorno buono”, brano vincitore della categoria giovani a Sanremo nel 2013. Le collaborazioni si susseguono con le migliori penne del pop e dell’indie italiano, con artisti come J-Ax, Fedez, Laura Pausini, Calcutta, Lorenzo Jovanotti, Tommaso Paradiso, Elisa, Mika, Fabri Fibra, Marracash, Baby K, Jake la Furia, Briga, Giusy Ferreri, Lorenzo Fragola e Arisa collezionando così numerosi singoli platino e raggiungendo anche il mercato estero con il grande successo del brano “Roma-Bangkok” (9 dischi di platino).
MADE IN SUD TORNA SU RAI2 CON DE MARTINO E TROTTA
“Torna su Rai Due Made in Sud, un programma completamente rinnovato. Sono molto contento. Sarà una bella sfida. Ringrazio il centro Rai di Napoli a cui devo molto della mia carriera: qui ho fatto il Pippo Kennedy Show e Furore”. Così Carlo Freccero, direttore di Rai Due, nel corso della Conferenza stampa a Napoli per la presentazione della IX edizione di Made in Sud, in onda dal 4 marzo prossimo, alle 21,20, con la conduzione di Fatima Trotta e Stefano De Martino, e la partecipazione di Elisabetta Gregoraci e Francesco Paolantoni. Il programma andrà in diretta per sette puntate dell’auditorium del centro di produzione tv di Napoli, con la regia di Sergio Colabona. Sul palco, i big della comicità, personaggi del cast storico, ma anche tante new entry. Fra gli altri, Mino Abbacuccio, Arteteca, Mariano Bruno, Paolo Caiazzo, i Ditelo voi, Enzo e Sal, Gino Fastidio, Ciro Giustiniani, Simone Schettino, Antonio D’Aulisio, Peppe Laurato e Rosaria Miele, Francesco Albanese, Peppe Iodice, Max Cavallari.
Il cast sarà arricchito da un corpo di ballo di otto elementi, diretto dal coreografo Fabrizio Mainini, contrappunti musicali curati da Frank Carpentieri. Made in Sud è prodotto in collaborazione con la Tunnel produzioni, un programma di Nando Mormone e Paolo Mariconda. “È un ritorno a casa – spiega Francesco Pinto, direttore del centro di produzione tv Napoli – In questo studio, con Freccero, sono state fatte cose che voi umani non potete immaginare. Anche quest’anno venderemo i biglietti e il ricavato andrà in beneficenza alla Curia per i bimbi di Napoli. Un’iniziativa che se fosse replicata per tutti i grandi programmi a Napoli sarebbe importante. Una risata salverà un bambino. Voglio ricordare Massimo Borrelli che su questo palco è rinato fino all’ultimo istante”. “Bisogna far sempre la tv con coraggio – aggiunge Freccero – non come impiegati. Quest’anno La programmazione di Raiuno è altissima, ma io sono convinto che riusciremo a sopravvivere con la nostra creatività. Certo ho un po’ di paura, ma mi consola avere vicino Fatima che ha fatto tutte le edizioni. Da Made in Sud potrebbe nascere una situation comedy”. Poi Freccero conclude con una battuta: “Sapete che ricevo solo critiche, mi rivolgo al cast: mi raccomando, parlate italiano. Qualcuno del settimo piano mi ha già detto, ma ci saranno i sottotitoli? No far ridere non ne ha bisogno”.
“La scenografia – aggiunge Fabio Di Iorio, vicedirettore Rai Due – fatta con le maestranze di Napoli è una delle novità. Biagio Izzo è il nuovo ingresso prestigioso”. “Abbiamo una voglia matta di cominciare – rivela Nando Mormone – In questi 2 anni di stop, non siamo stati fermi. Abbiamo fatto una grande sperimentazione anche sul web che ci ha permesso di arrivare con la strada in discesa. Dopo è stato tutto facile. Grazie al pubblico che ci ha sostenuto anche nei momenti difficili si merita un grande spettacolo. Made in Sud è un marchio importante per la Rai. Con Stefano De Martino ci siamo incontrati al festival di Venezia. Perché abbiamo scelto lui? È giovane, molto popolare tra i giovani, tra i primi personaggi in Italia sui social, un’immagine bella del talento campano. Fatima ha caratteristiche simili, sono quasi fratello e sorella campani. In italia ci sono pochi trentenni con quella esperienza. Stefano ha 10 anni di tv alle spalle”. “Voglio ringraziare il direttore Mormone – esordisce Fatima Trotta – per aver creato questa nuova coppia di conduzione. Made in sud nasce nel 2008 da un sogno di Mormone e Mariconda, mettendo su una bella squadra. Qual è il segreto della sua longevità? Tanto ritmo e tanti giovani che si divertono. È il primo programma dedicato alla comicità terrona, innovativa, che accoglie anche chi viene da nord. Quest’anno spaccheremo di brutto. De Martino? All’inizio mi sono detta: ma non è un ballerino? Invece vi dico: non solo balla benissimo, ma sarà una rivelazione. Sono contenta e onorata di essere vicina al suo debutto da conduttore”.
“Quando ho parlato a Maria De Filippi di Made in Sud – racconta Stefano De Martino – mi ha detto: ‘Vai ad occhi chiusi’. Non ha avuto dubbi a farmi un in bocca al lupo e consigliarmi di fare questo programma sia per la sua storia che per Freccero. Certo sono preoccupatissimo. Ma la cosa più difficile sono le telefonate con Mormone. Sai quando iniziano, ma non quando finiscono. Voglio ringraziare Fatima, donna agguerrita, è lei il vero valore aggiunto di questa mia nuova esperienza. È il mio salvagente”. “Qui mi sento a casa – aggiunge Elisabetta Gregoraci – Made in sud per me significa famiglia. Abbiamo iniziato questo incontro 7 anni fa. Abbiamo fatto 151 puntate, veramente tante. Quando ho iniziato avevo un contratto per 2-4 puntate, quindi direi: scommessa vinta. Vi tenevo a partecipare anche stavolta. Ringrazio Freccero, per me è ‘il direttore’, lo stimo tanto, un grande professionista”. “Sono felice di aver accettato la sfida di Freccero – conclude Biagio Izzo – Made in sud è un successo straordinario con grandi numeri, speriamo di vincere. Vedo entusiasmo come se fosse la prima edizione. Ho ritrovato un sacco di amici, rappresentiamo Napoli in tutto il mondo, accettiamo con la voglia dei principianti”.
DE GREGORI “QUOTA ITALIANA IN RADIO? UNA STRONZATA”
“Il trenta per cento mi sembra una stronzata… Non so cosa sarebbe la mia vita da musicista se non avessi sentito tutta la musica straniera che ho sentito”. Lo afferma Francesco De Gregori commentando la proposta avanzata dalla Lega di riservare alla musica italiana una quota minima di trasmissione in radio.
Da oggi Francesco De Gregori sarà in scena con “Off the record” al Teatro Garbatella di Roma. Una serie di concerti tenuti fino al 27 marzo, venti in totale e con posti già tutti esauriti, per un pubblico di duecentotrenta spettatori per volta.
La scaletta delle canzoni eseguite assieme alla band – Giudo Guglielmetti al basso, Carlo Gaudiello al piano, Paolo Giovenchi alle chitarre e Alessandro Valle al mandolino – sarà mobile e quasi improvvisata, selezionate di volta in volta da una base di sessantaquattro titoli. “Uno spettatore che viene venti volte – dice il cantautore – vede venti concerti diversi”.
Durante le prove generali, il cantautore ha spiegato che “il repertorio che ho scelto stasera è fatto di canzoni scomode. Se fossi andato a Sanremo con queste, non solo non sarei arrivato primo, ma sarei stato ansioso di un giudizio che non le avrebbe premiate. Perché vanno sentite in duecentotrenta persone per volta”.
Infatti “tutte le sere si darà all’entrata una scaletta dei pezzi eseguiti, come nei concerti di musica classica”, ha detto il cantante. “La mia voglia è di saltare meccanismi consolidati e tornare a una dimensione ridotta, a un altro tipo di dialogo, dove il pubblico mi può vedere da vicino senza maxischermi e dove c’è uno scambio fisico”.
“IL NOME DELLA ROSA”, TURTURRO “CONOSCENZA PROTEGGE DAL POTERE”
Che si tratti di un prodotto di punta per la Rai lo dimostra la presenza alla conferenza stampa di questa mattina del presidente Marcello Foa e dell’ad Fabrizio Salini. Parliamo de ‘Il nome della rosa’, la serie tv tratta dall’omonimo best seller di Umberto Eco che, a più di trent’anni di distanza dal celeberrimo film con Sean Connery, arriva su Raiuno (da lunedì 4 marzo) in quattro puntate. A produrla sono state 11 Marzo Film e Palomar, con collaborazione con Rai Fiction e Tele Munchen Group. Ne sono protagonisti, per la regia di Giacomo Battiato, John Turturro (nei panni di Guglielmo da Baskerville), Damian Hardung (Adso), Rupert Everett (Bernardo Gui), Fabrizio Bentivoglio (Remigio da Varagine), Greta Scarano (Margherita e Anna, moglie e figlia di Dolcino, due personaggi che nel romanzo non ci sono), Stefano Fresi (Salvatore) e Roberto Herlitzka (Alinardo), con la partecipazione straordinaria di Alessio Boni (Dolcino). Per Marcello Foa ‘Il nome della rosa’ “onora la Rai ed è un grande momento per il cinema e per la cultura italiana”, mentre per Fabrizio Salini, che ha letto il libro di Eco quando era al liceo, “si tratta di un prodotto di respiro internazionale”.
Comprensibilmente entusiasta del progetto il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta: “Questa serie è una grande sfida che nasce dal libro per eccellenza, uno dei più grandi del secolo passato,venduto in più di 55 milioni di copie, amato dalla critica e dai lettori di tutto il mondo. Il formato della serie è adatto a raccogliere la ricchezza del romanzo di Eco che non è un giallo ma un’enciclopedia di cultura, arte e tematiche oggi assai rilevanti come la tolleranza, e l’importanza della cultura e della razionalità rispetto alla paura”. La Andreatta rivela anche che è stata anche la presenza della Rai a convincere Eco a cedere i diritti per questo progetto”. Il produttore Matteo Levi conferma: “L’idea di prendere i diritti è stata di Andrea Porporati (sceneggiatore della serie, ndr) ma è stata la Rai la chiave di volta per convincere Eco”. Porporati, a sua volta, si è confrontato proprio con lo scrittore all’inizio della realizzazione (“La sua casa ricordava la biblioteca del romanzo ed Eco era una persona rigorosa ma divertente e a chiesto anche a noi di essere divertenti”) che, come racconta il regista Battiato, non è stata delle più semplici: “’Il nome della rosa’ non è un romanzo ma un grande libro in cui ci sono la storia, la filosofia, l’amore, il ruolo della donna”. Poi sul cast assicura: “Non potevamo averne uno migliore”.
E veniamo al cast. John Turturro, che non ha mai visto il film con Sean Connery e ha letto il libro di Umberto Eco solo dopo avere letto la sceneggiatura della serie (“L’ho trovato bellissimo”) si dice felice di avere interpretato il ruolo di Guglielmo da Baskerville di cui ha apprezzato in particolare “l’idea che la conoscenza è una protezione verso il potere”. Entusiasti anche Bentivoglio (“Il personaggio di Remigio aggiunge tanto alla mia carriera”), Fresi (“Ho lavorato con attori i cui film di solito vado a vedere al cinema, non potrei chiedere di più”), Herlitzka e Scarano.
Naturalmente sarebbe ipocrita dire che sulla serie non aleggia il “fantasma” del film con Connery. Battiato spiega: “Il film è molto forte e rende i personaggi estremi. Noi, con otto ore a disposizione, abbiamo usato un’altra impostazione”.
RAMBO 5 ARRIVA IN SALA IL 20 SETTEMBRE
Rambo 5, quinto capitolo della celebre saga che vedrà il ritorno di Sylvester Stallone affiancato da Paz Vega, arriverà nelle sale americane il 20 settembre di quest’anno. Lo riferisce Deadline. Rambo Last Blood è diretto da Adrian Grunberg e sceneggiato da Matt Cirulnick.









