Home Spettacoli Pagina 358

Spettacoli

A CANNES “PARASITE”, IN CONCORSO LA COREA DI JOON-HO

0

La Corea come una doppia casa, divisa tra la buona e la cattiva coscienza di un paese che la storia ha diviso tra nord povero e sud ricco: è la parabola che ci consegna Bong Jooh-ho, uno dei più grandi registi del cinema coreano contemporaneo, con il suo nuovo film, “Parasite”, in Concorso a Cannes 72. Una commedia o magari anche un thriller, insomma la storia di una famiglia di disoccupati cronici, che vive in un sobborgo di Seoul, tirando la giornata come può, che finisce per insediarsi nella lussuosissima villa di una ricca famiglia, trovando il modo di farsi assumere. La testa di ponte è il figlio, che grazie alla raccomandazione di un amico, viene preso come insegnante di inglese, riuscendo poi a operare dall’interno affinché il padre venga assunto come autista, la madre come governante e la sorella come insegnante di arteterapia per il pargolo. Come sempre nel cinema di Bong Joon-ho lo schema si basa sulla contrapposizione tra la verità apparente e la verità rimossa, in un gioco drammatico che si offre come un crescendo di tensione parossistica.

Perché più la famiglia parassita diventa funzionale e utile alla famiglia ricca, più la situazione si complica… Diretto con una precisione logica ineccepibile e con una capacità di essere sontuoso e leggero allo stesso tempo, in “Parasite” lo schema metaforico del doppio registro sociale offerto dalle due case si traduce in una evidente raffigurazione della divisione tra Corea del Nord e del Sud. L’occupazione reciproca si tiene sul filo di ciò che viene occultato e il film funziona per accumulo, in un crescendo che appassiona lo spettatore. Ecco uno dei film che ritroveremo di sicuro nel Palmarès finale di Cannes 72.

cau

“ROUBAIX, UNE LUMIÈRE”, DESPLECHIN A CANNES

0

Un noir con sentimento, trovato nel sottobosco di Roubaix, nelle Fiandre francesi, al confine col Belgio, un tempo città industriale, oggi uno dei centri più poveri della Francia. È la scena di “Roubaix, une lumière”, che il francese Arnaud Desplechin porta in Concorso a Cannes 72. Uno dei film più belli del festival, sicuramente il migliore della compagine d’Oltralpe sulla Croisette di quest’anno. Un noir nella piena tradizione del polar francese, ma percorso da una vena sentimentale e da una dolcezza che promana da una visione umanistica della vita, dall’attenzione per i personaggi, buoni o cattivi che essi siano. Tutto sta nello spirito con cui si muove il protagonista, il commissario Douad (interpretato da un Roschdy Zem che si candida per un posto in Palmarès), arabo francese in servizio nel commissariato della città. La vigilia di Natale diffonde un sentimento soffuso per le strade, ma le miserie della vita non cessano certo per questo di attraversare la città. E il commissario, che è un solitario tanto duro quanto interessato alla vita delle persone, si trova a dover risolvere il caso di una ottantenne trovata strangolata nel suo letto, in un quartiere molto popolare della città.
Le due indiziate sono due giovani donne, due sbandate innamorate vicine di casa della vecchina, interpretate dalle straordinarie Léa Seydoux e Sara Forestier: la loro innocenza o la loro colpevolezza sono la doppia faccia di una realtà di fronte alla quale il commissario Douad e i suoi uomini si trovano determinati. E l’incchiesta per risolvere il mistero, gli interrogatori, le indagini, le ricostruzioni, sono il baricentro instabile della narrazione. Intanto altri piccoli casi animano la scena: una ragazzina scappata di casa, un’altra che ha subito violenza in metropolitana, il nipote del commissario finito in carcere… Desplechin diffonde sulla misera scena della città il suo sguardo caldo, ricco di un classicismo cinematografico che attinge alla migliore tradizione noir francese, in particolare al cinema di Jean-Pierre Melville. “Roubaix, une lumière” è un dramma corale scritto nelle pieghe dell’umanità disumana che si agita nel sottobosco delle nostre città: tutte le tensioni, le paure, le violenze sono per il regista lo schema di una fiaba natalizia in cui la colpa è schiacciante e il perdono non lascia scampo alla verità, per quanto terribile essa sia. Ma tutto ciò non porta con sé rabbia, solo compassione. Una lezione di cinema di altissimo livello, che conferma in Arnaud Desplechin uno dei talenti più alti del cinema contemporaneo, non solo francese.

cau

CANNES, KECHICHE TRA LIMITI E OSSESSIONE

0

A due anni di distanza dal primo capitolo di “Mektoub, My Love”, intitolato “Canto uno”, Abdellatif Kechiche torna per la seconda volta sulla Croisette portando in concorso a Cannes 72 la seconda parte della sua trilogia ispirata al romanzo di François Bégaudeau “La blessure, la vraie”.
“Intermezzo”, questo il titolo con cui arriva in una selezione last minute, è un film fiume che con le sue quattro ore di durata sfida le tempistiche dei festivalier e si propone come un’operazione a suo modo provocatoria. Esclusi i primi 30 minuti ambientati sulla spiaggia di Sète, nella Francia Occitania, il film si spinge infatti quasi in tempo reale nella cronaca di una lunga notte in discoteca, trascorsa dal gruppo di amici e parenti che è al centro di questo romanzo di formazione ambientato negli anni ’90, durante un’estate al mare in cui sentimenti, emozioni, contrasti e legami sono messi in gioco sulla linea di passaggio dell’età adulta. Il film è un esercizio di stile che si conclude in se stesso, un lungo intermezzo in cui Kechiche sembra voler lavorare più che mai sulla definizione di un rapporto con la realtà filtratto dalla percezione del corpo, dalla pulsionalità dello sguardo e delle relazioni in corso.

L’insistenza con cui il regista si concentra sulle forme femminili prosperose, giovanili, esposte e godute è indubbiamente l’elemento che si impone nell’operazione. Ed è una scelta sintomatica, visto che proviene da un regista arabo, che sembra qui voler raccontare un mondo ancora libero, non compromesso dagli integralismi, dalle paure, dagli odi incrociati, preso in una gioia del vivere che di lì a poco, si sarebbe spenta nelle paure e nelle tensioni sociali del terzo millennio. Detto questo “Mektoub, My Love: Intermezzo” conferma però i limiti dell’intera operazione elaborata da Kechiche: il film è chiuso in se stesso, nella sua ossessione rappresentativa, basato su una drammaturgia azzerata, ossessivo. Insomma, uno di quei lavori che bisogna prendere o lasciare, senza mezzi termini.

cau

TAKAGI & KETRA CON FERRERI, NUOVO TORMENTONE “JAMBO”

0

“Volevamo cercare di fare una buona canzone molto semplice, ma con una melodia facile: speriamo di esserci riusciti perché non somiglia a nessun’altra canzone al mondo”. Takagi & Ketra, al Tanka di Villasimius in Sardegna, presentano il nuovo singolo “Jambo”, da oggi in radio, che si candida a nuova hit dell’estate. Il progetto targato Sony Music ha coinvolto il Gruppo Alpitour nell’organizzazione del viaggio che fa da filo conduttore al videoclip.
Il duo non è nuovo a imprese del genere: l’ultima proprio la scorsa estate quando ha dominato spiagge e classifiche con la hit da 4 dischi di platino “Amore e Capoeira”.
“Nessuno si aspettava questa svolta dopo l’hit dello scorso anno – ha detto Ketra, all’anagrafe Fabio Clemente – La danza caratterizza questo brano con un afro beat a 130 bpm tutto da ballare e un ritmo travolgente proveniente dalla Tanzania. “Amore e Capoeira” con le ballerine era l’espressione del corpo. “Jambo” è una bella canzone d’amore non all’italiana, dove non c’è tanta musica ma ritmica”.
Anche questo nuovo brano dei due hit maker ospita la cantante siciliana Giusy Ferreri.
“L’avevo vista la prima volta a X-Factor e avevo pronosticato il suo successo – ha ammesso Takagi, nome d’arte del milanese Alex Merlo – Giusy ha un’attitudine pazzesca e sicurezza di sé che sprigionano gioia di vivere”. Per Giusy Ferreri Takagi e Ketra  “hanno un approccio concreto a sonorità di altri Paesi e di altre culture. “Roma-Bangkok” è stata l’occasione per conoscere Ketra. Takagi, invece, l’avevo conosciuto prima. Ho prestato la mia voce e mi sento valorizzata dalle loro melodie”.
Altro featuring d’eccezione il cantante jamaicano OMI che ha conquistato il mondo con la sua “Cheerleader”.
Nella lingua Swahili “Jambo” significa “ciao”, un saluto rivolto con il sorriso di chi non ha bisogno di niente per essere felice.
“”Jambo” ha i suoni che vengono dall’Africa – ha ribadito Takagi – Ci siamo ispirati a danze e  ritmiche originali oltre che attuali. Da hit makers non abbiamo formule da applicare perché la musica è energia e momento di incontro fra persone”.
Takagi & Ketra hanno una filosofia che li accompagna in questa fortunata scalata nella hit parade.
“Abbiamo sempre fatto quello che ci piaceva – dice Ketra – veniamo dal rap e dal reggae e abbiamo un gusto molto popolare”.
Il video di “Jambo” è stato diretto e interpretato da Sherrie Silver, coreografa e ballerina, attrice e istruttrice di afrodance. E’ stato realizzato sulla spiaggia del Bravo Club Kiwengwa a Zanzibar e su Lake Manyara National Park in Tanzania.
“Sherrie Silver usa la danza per aiutare le persone che hanno più bisogno – sottolinea Ketra – L’abbiamo contattata su Instagram, le è piaciuto il brano e onestamente non avevamo tante speranze che accettasse la nostra proposta di coreografare il video e di accettarne la direzione artistica: ha vinto il prestigioso Mtv Vma Awards per la migliore coreografia con il video “This is America” di Childish Gambino, oltre a vantare importanti collaborazioni con Rihanna, Rita Ora, Nicky Jam, Lady Gaga”.

 

È PRONTO IL NUOVO ALBUM DI LIAM GALLAGHER

0

E’ pronto il nuovo album di Liam Gallagher. A darne notizia è stato lo stesso ex cantante degli Oasis. Con un tweet, Liam ha affermato che il successore del suo esordio solista, “As you were” del 2017, è terminato. “Album numero 2 è nel sacco. Volete un po’ di Liam Gallagher?”, ha postato il 46enne vocalist di Burnage, Manchester. Precedentemente l’artista aveva paragonato il suo nuovo lavoro ai due album più “classici” degli Oasis, “Definitely Maybe” e “What’s The Story (Morning Glory)?”. E, anticipando quello che sarà il primo singolo estratto, Gallagher aveva detto: “Penso che sia molto meglio di ‘Wall of glass’. Ti colpisce più duro ed è molto orecchiabile”. Dopo la fine degli Oasis nel 2009 Gallagher ha messo in piedi i Beady Eye con i quali ha pubblicato due album, uno nel 2011 e l’altro nel 2013; il suo primo disco solista ha raggiunto il primo posto nella classifica britannica.

 

PALMA D’ORO A “PARASITE” DEL COREANO BONG JOON-HO

0

La Palma d’Oro per il miglior film al Festival di Cannes 2019 va a “Parasite”, del regista coreano Bong Joon-ho.

Il premio per la migliore interpretazione maschile è stata assegnata ad Antonio Banderas per “Dolor y gloria”, di Pedro Almodovar, mentre quello per la migliore interpretazione femminile ad Emily Beecham per il film “Little Joe” di Jessica Hausner. Il Gran Premio della Giuria va ad “Atlantique” della regista Mati Diop.

AMICI, VINCE IL MESSINESE ALBERTO URSO

0

Il cantante Alberto Urso, 21 anni, di Messina, è il vincitore di “Amici”, il talent di Canale 5 condotto da Maria De Filippi. In finale ha battuto Giordana (Premio della Critica), seconda classificata, mentre a completare il podio troviamo il ballerino cubano Rafael.
(ITALPRESS).

MORBIUS, JARED LETO “CONCLUSE LE RIPRESE”

0

Si sono concluse a Londra le riprese di Morbius, lo spin-off di Spider-Man che vedrà come protagonista Jared Leto nei panni del Vampiro vivente. Lo ha annunciato l’attore su Instagram.
Il film è diretto da Daniel Espinosa e arriverà in sala nell’estate 2020. Nel cast anche Matt Smith, Tyrese Gibson, Adria Arjona.
Il personaggio di Morbius è apparso nei fumetti Marvel nel 1971.