ROMA (ITALPRESS) – Apre oggi (31 maggio), al pubblico, a Roma presso lo Spazio WeGil, la mostra dedicata – ad un anno dalla sua prematura scomparsa – all’artista Emilio Leofreddi, curata da Giuseppe Stagnitta, con la collaborazione dell’Archivio Emilio Leofreddi e con il contributo di Amnesty International Italia. E’ patrocinata dalla Regione Lazio, in collaborazione con LAZIOcrea, e viene prodotta dalla Clode Art Gallery con la partecipazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dalla Prof.ssa Alessandra Taccone, e Poema.
Emilio Leofreddi nacque il 23 maggio 1958 a Roma, dove ha vissuto e lavorato come artista e autore video. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, ha vissuto per un periodo in India e poi a Berlino, dove ha alternato l’attività fotografica a quella fumettistica e alla pittura. Nel 1985 ha fatto ritorno a Roma ed ha iniziato a lavorare come fotografo di moda e come assistente della fotografa Cristina Ghergo. All’inizio degli anni ’90 ha ripreso a disegnare ed iniziato a progettare istallazioni con video e performance impegnate su tematiche politiche e sociali. È del 1992 la sua prima installazione Balene, contro la caccia alle balene, patrocinata da Greenpeace e finanziata da Mario Schifano. Nel 1993 ha realizzato l’opera Contact, contro la pena di morte, patrocinata da Amnesty International e da Nessuno tocchi Caino. Nel 1994 ha concepito Im-Media, un’istallazione composta da opere su tela che evocano le affissioni pubblicitarie. Nel 1996, a Palazzo delle Esposizioni, ha realizzato Caos, un’opera sull’assenza della pietas in un momento storico di assestamenti politici e grandi violenze nel mondo. L’anno successivo, da una derivazione di Caos, ha presentato Mangiate Pietà, un progetto ironico e poetico in cui viene immaginato il tema della Pietà (pietas) come un prodotto coloniale, consumistico, rappresentato da un cucchiaio con dentro la Pietà di Michelangelo in volo per il mondo. Nel 1999 ha fondato a Roma, insieme a Ivan Barlafante, Claudio Di Carlo e Andrea Orsini, lo studio d’arte collettivo Ice Badile Studio; in quell’anno ha esposto la sua personale Human Being al M.O.C.A. (Museum of Contemporary Art) di Washington D.C. (USA). Nel 2004 ha iniziato a lavorare sul viaggio come opera d’arte e sul diario di viaggio da realizzare su tappeti tibetani e tende indiane. Prese così forma il progetto Dreams che lo riporterà, dopo molti anni, a rivivere in India: la dimensione del viaggio e l’incontro tra Oriente e Occidente sono al centro di questo progetto. Le opere sono state presentate alla Galleria Santo Ficara di Firenze ed esposte anche all’Art Basel Miami (USA) e nel 2007 alla Biennale del Cairo (Egitto), dove ha ricevuto il premio della Critica. Nel 2009 ha esposto al Vittoriano di Roma, a cura della Galleria La Nuvola, una personale dal titolo Il respiro del mondo, realizzata con le tende indiane cucite a Goa (India): la scelta di questo tipo di tenda come media artistico è dovuta alla sua identità di materiale povero; la tenda è anche percepita come sinonimo di movimento, di rifugio e comunità. Nel 2012 con il progetto Land-E-Scape ha dato continuità alla tematica del sogno e del viaggio, affrontati come immersione nel fantastico mondo del cielo. Ispirandosi ai cieli del pittore William Turner e alle imprese funamboliche di Philippe Petit, Leofreddi ha dipinto la tensione tra l’aspirazione verso l’alto e la paura di cadere nell’abisso della realtà più crudele.
“Io mi sento come quell’equilibrista”, diceva spesso nel suo ultimo periodo di vita, sempre in bilico nel desiderio di raggiungere il cielo, fondersi con l’infinito e con le sue nuvole di musica e colori, ma con la paura di sprofondare nel caos di un sistema delirante. Nel 2015, presso la galleria SMAC (Segni Mutanti Arte Contemporanea), è stata inaugurata la personale Gea Mondi Colori. Il mondo si colora di tensioni del sogno e del desiderio, per una serie di opere che segnano il ritorno dell’artista alla pittura più pura. Nel 2018 ha lavorato ad un nuovo progetto dal titolo l’Economia del Nulla. Numerose le mostre personali e collettive che lo hanno portato a esporre in Italia e all’estero, tra Inghilterra, Stati Uniti, Germania, India e Cina. Alcune sue opere video hanno partecipato a festival di cinema e rassegne di videoarte. Emilio Leofreddi si è spento a Roma il 22 luglio 2023. Il suo lavoro è stato presentato all’Accademia delle Belle Arti di Milano, Firenze e Roma. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private sia nazionali che internazionali.
La Prof.ssa Alessandra Taccone, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che ha contribuito a realizzare la mostra, si è così soffermata in conferenza stampa sulla dimensione sociale e la vocazione internazionale dell’arte di Leofreddi:
“Sono molto lieta che la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale partecipi concretamente, assieme alla società Poema S.p.A., a questa mostra, prodotta dalla Clode Art Gallery di Claudia Guitto e curata con passione da Giuseppe Stagnitta, caro amico di Emilio Leofreddi, con la fondamentale collaborazione dell’Archivio Leofreddi a cura della figlia Asia e della moglie Marina.
La Fondazione Terzo Pilastro non poteva non partecipare alla realizzazione di questa mostra, seguendo in tal modo il percorso tracciato dal mio illustre predecessore Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, il quale ha sempre voluto dare visibilità, negli spazi espositivi della Fondazione e non solo, all’arte e alla cultura di mondi lontani che hanno fatto la Storia, nonché alle testimonianze più significative dell’arte contemporanea, che siano in grado di intercettare i temi di maggiore attualità e le sensibilità oggigiorno più diffuse. Inoltre, la valenza sociale del lavoro di Leofreddi – che si declina sia nel suo appassionato impegno civile e politico, sia nel progetto Dreams, realizzato con i tappeti tibetani tessuti, in modo sostenibile, dai bambini del luogo (i quali non sono stati sfruttati, ma a cui al contrario è stato devoluto il compenso della produzione di queste opere) – si sposa perfettamente con la filosofia della Fondazione Terzo Pilastro, e con la sua vocazione internazionale ben resa, dall’artista, nell’ampia e articolata ricerca sul tema del viaggio, inteso come strumento di conoscenza del mondo.
Il progetto espositivo, che vuole essere un omaggio a tutto tondo all’uomo e all’artista, è a mio parere di grande impatto concettuale ed emotivo, ed è ospitato in questo spazio affascinante, la WeGil, dalle linee architettoniche pulite e rigorose, mirabilmente recuperato dalla Regione Lazio dopo un lungo abbandono e oggi divenuto un vero e proprio hub culturale.
Ci viene qui restituito il ritratto di una personalità complessa e affascinante, libera da ogni tipo di condizionamento, e di un artista poliedrico e sognatore che nella sua vita si cimentò con il fumetto, la fotografia, la pittura, la videoarte, persino la scrittura (come testimonia il suo taccuino, un’opera esso stesso, summa di tanti viaggi reali e immaginati).
Le opere che, personalmente, mi hanno più colpito – fra le tante degne di nota – sono: la grande sfera Pangea, attraverso la quale Leofreddi lancia un messaggio di comunione e fratellanza universale, che lo accompagnerà sempre come aspirazione a cui tendere; i cicli Dreams e Il Respiro del mondo, realizzati rispettivamente con i tappeti tibetani e le tende indiane di Goa, che sono frutto dei suoi soggiorni in India e del contatto e scambio con altre culture; e infine le opere che meglio esprimono la sua dimensione intimistica e poetica, attraverso il leit-motiv del cielo, e della figura dell’equilibrista – alter ego dell’artista – sospeso tra sogno e realtà, tra mondo utopico e mondo reale”.
-foto ufficio stampa Fondazione Terzo Pilastro-
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Apre a Roma la mostra di Emilio Leofreddi
“pokè melodrama” il primo album di Angelina Mango
ROMA (ITALPRESS) – Esce oggi “pokè melodrama” (LaTarma Records, distribuito da ADA Music), il primo album di inediti di Angelina Mango che riassume le sue diverse anime musicali: è un disco in cui la sua versatilità si manifesta con molteplici sfaccettature musicali che si mescolano come una vera e propria pokè di suoni e ritmi. “pokè melodrama” fotografa le diverse sfumature di Angelina, la sua capacità di cucirsi addosso generi e stili diversi, di indossare con innata naturalezza l’abito dell’urban, le sonorità elettroniche, ma anche le melodie più pop fino a spingersi al rap e al drum and bass. In “pokè melodrama” emerge la natura poliedrica di Angelina, la capacità di sperimentare e la volontà di celebrare il valore della complessità di ognuno di noi, facendo appello a tutte le peculiarità che ci caratterizzano.
Questo primo album è figlio di un lavoro di ricerca e di collaborazione, realizzato insieme a professionisti capaci di maneggiare sonorità differenti, per fare emergere quella vastità di elementi che vive in ognuno di noi. La versatilità di Angelina si manifesta a partire dalle collaborazioni e dalle voci con cui ha scelto di presentare questo suo primo lavoro, che spazia tra generi e registri differenti: dal cantautorato con artisti del calibro di Marco Mengoni, fino ad arrivare a Bresh, passando per l’elettronica e l’urban con Dani Faiv e Villabanks, per un album che traccia dopo traccia svela nuovi aspetti inediti della cantautrice. “pokè melodrama” è un disco in cui non mancano la sperimentazione e la volontà di trovare delle peculiarità sonore attraverso incontri inusuali, infatti hanno contribuito alla ricerca del sound perfetto per questo disco produttori che sono tra le eccellenze del panorama musicale italiano, come Dardust, Edwyn Roberts, Alessandro La Cava, Cripo, Edwyn Roberts, Shune, Andry the Hitmaker, Okgiorgio, Zef, Strage e Cripo. Alla produzione del disco hanno contribuito inoltre anche Antonio Cirigliano – chitarrista di Angelina Mango – e Giovanni Pallotti (E.D.D.), che insieme ad Angelina ne ha curato anche la direzione artistica. L’album è disponibile in formato vinile picture disc, vinile picture disc autografato, vinile nero, vinile nero autografato e in formato CD anche nella versione autografata.
foto: ufficio stampa Wordsforyou
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Premio Troisi, a Capo d’Orlando anteprima con Cucinotta, Bouchet e Inaudi
CAPO D’ORLANDO (MESSINA) (ITALPRESS) – Le stelle del Cinema approdano al Marina di Capo d’Orlando che quest’anno ospiterà la serata anteprima della XIII edizione del Marefestival Salina Premio Troisi (14/16 giugno sull’isola eoliana): appuntamento giovedì 13 giugno alle ore 18.30 nella sala meeting del Sestante Marina Motel, all’interno del porto, per la conferenza stampa d’apertura, alla presenza del presidente del CdA, l’architetto Giuseppe Mangano, della madrina Maria Grazia Cucinotta, delle attrici Barbara Bouchet e Francesca Inaudi, del produttore Corrado Azzollini, Premi Troisi 2024, del direttore artistico, il giornalista Massimiliano Cavaleri e della conduttrice, la giornalista Nadia La Malfa.
“Con grande piacere ed entusiasmo accoglieremo la preview di un festival così prestigioso e ricco di ospiti e contenuti – spiega il presidente Mangano – il Premio Troisi è uno degli appuntamenti più attesi dell’arcipelago eoliano e per i nostri diportisti, oltreché per gli orlandini, sarà particolarmente interessante partecipare e conoscere da vicino questa manifestazione”.
Barbara Bouchet, una delle attrici più apprezzate della prima generazione della cosiddetta commedia sexy all’italiana, che ha avuto grande risonanza tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, ha girato oltre 80 film e moltissimi sceneggiati televisivi, rimanendo da sempre icona di bellezza e stile; la sua più recente interpretazione è nel ruolo della contessa Wiendemar in ”Diabolik – chi sei?” (2023), firmato dai Manetti Bros.
Francesca Inaudi comincia al Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler e Luca Ronconi, nel 2004 debutta al cinema e da allora interpreta numerosi film diretti da importanti registi tra cui Cristina Comencini, Paolo Virzì, Mario Martone ed è presente in produzioni internazionali; nel 2023 Liliana Cavani la vuole fra i protagonisti de “L’ordine del tempo”.
La serata, con ingresso libero, proseguirà alle 19.30 sulla Terrazza Sestante, dove si terrà la presentazione del romanzo storico “Il Grano nero”, edito da Scatole Parlanti (2024) e firmato da Ignazio Rosato, autore tv, sceneggiatore e scrittore: dialogherà con lui l’inviato del programma di Italia Uno “Le Iene” Fabio Agnello. Alle ore 20.30 la proiezione della commedia – dramma “Gli agnelli possono pascolare in pace” (Draka Production, Italia 2024) di Beppe Cino, che invita a riflettere sul tema dei “confini”, con Maria Grazia Cucinotta, Massimo Venturiello, Tiziana Schiavarelli e Umberto Sardella.
Dopo il film e il dibattito con la protagonista e il produttore, comincerà lo show presentato da Cavaleri e La Malfa con interviste agli ospiti e la consegna del Premio Troisi ad Azzollini, il quale parlerà dei suoi prossimi ambiziosi progetti. Infine il Premio speciale Panathlon “Lo Sport illumina il film della vita” che Ludovico Magaudda, vicegovernatore Area 9 Sicilia del Panathlon International, e Nino La Rosa Presidente del Club di Messina, consegneranno a Marzia e Gianni Raineri. Il welcome cocktail sarà offerto da Oli Barbera, Bibite Polara e Acqua Mangiatorella.
Il Premio Troisi è organizzato dai giornalisti Massimiliano Cavaleri e Patrizia Casale insieme con Francesco Cappello, Giovanni Pontillo e Nadia La Malfa; scenografia e immagine a cura di Tina Berenato.
– Foto: ufficio stampa Marefestival Salina –
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“Linee dell’Invisibile”, a Baku la mostra dello scultore Gianfranco Meggiato
ROMA (ITALPRESS) – “Linee dell’Invisibile” (Görünməyənin cizgiləri) è il titolo della grande mostra dello scultore Gianfranco Meggiato, allestita a Baku, la capitale dell’Azerbaijan, nell’Heydar Aliyev Center, uno dei più importanti complessi culturali dell’Asia, gioiello dell’architettura contemporanea, progettato da Zaha Hadid.
L’esposizione, inaugurata nelle scorse ore, potrà essere visitata fino al 26 ottobre e presenta 39 opere, alcune delle quali di dimensioni imponenti, di cui 19 realizzate appositamente per questa mostra: al centro della riflessione dell’Artista, la relazione con l’invisibile, la possibilità di vivere la materia, trascendendola, dandole un significato che non sia esclusivamente materiale; la relazione con l’energia, alla luce delle ricerche della Fisica Quantistica e uno sguardo alla spiritualità, che si esprime nelle forme che rimandano ai quattro elementi e all’Unità Primigenia.
La mostra di Baku, inoltre, assume un’importanza internazionale, perché Gianfranco Meggiato è il primo artista italiano vivente a esporre in una grande mostra Personale presso l’Heydar Aliyev Center. Un polo culturale, presso cui, negli anni, sono state ospitate opere di alcuni fra gli scultori e artisti più importanti del mondo, tra i quali Anish Kapoor, Yayoi Kusama, Tony Cragg.
La mostra è allestita su più livelli e in diversi luoghi dell’Heydar Aliyev Center: le sculture sono, infatti, visibili nel grande parco esterno, all’ingresso del complesso culturale, nella hall del pianterreno e in una sala espositiva appositamente allestita nel cuore del museo. Ed è proprio la grande visibilità, data dal Centro Heydar Aliyev alle opere di Meggiato ad apparire come un significativo tributo a questo scultore italiano e all’Italia nel suo complesso da parte della massima istituzione culturale dell’Azerbaijan. Entro l’estate sarà realizzato un libro-catalogo completo della mostra da Editoriale Giorgio Mondadori.
Tra le 19 opere realizzate appositamente per Baku ci sono “Germinazione”, “Sfera Primigenia”, “Mistral”, “Scienza e Conoscenza”, “Creazione”.
Fra le sculture più imponenti, l’opera “Germinazione”, alta oltre 6 metri e situata proprio davanti all’ingresso principale dell’Heydar Alyiev Center, ha un significato speciale: “la scultura – come sottolinea Gianfranco Meggiato – ricorda che siamo tutti foglie di un albero, cellule di un organismo, parti di un Essere. Fino a quando l’umanità non accetterà questi concetti di unità e fratellanza, non ci sarà né pace né rispetto per il mondo a cui apparteniamo”. La scultura appare, inoltre, come un concatenarsi di quattro elementi abbracciati, che solo uniti possono germogliare, riportandoci alla vita: un tema che è un richiamo forte al rispetto della natura e dell’ambiente, alla possibilità di uno sviluppo che guardi al pianeta, non stravolgendo il suo equilibrio. Un richiamo che arriva non a caso da Baku, città che a novembre ospiterà la Cop 29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
“Mistral” (alta 4 metri), con la sua forma caratterizzata dalle volute a spirale che si avvolgono attorno al nucleo e con il suo colore rosso, simbolicamente incarna e riunisce insieme il concetto del vento e della fiamma di fuoco, che rappresentano rispettivamente la città di Baku e l’Azerbaijan. Nell’Opera “Sfera Primigenia”, ispirata dalla fisica quantistica, vi sono le stringhe di energia attorno al nucleo, che è l’Origine, l’essenza creatrice. In “Sfera Samsara” si fa riferimento ai cicli di vita, morte e rinascita, che simboleggiano la vita. La ciclicità. All’uomo è data la possibilità di vivere i cicli, ma anche quella di trascenderli.
Presentando la mostra, Anar Alakbarov, Direttore dell’Heydar Aliyev Center, ha evidenziato la lunga tradizione del Centro di presentare opere di scultori importanti, esprimendo la fiducia che la mostra catturerà i visitatori ed esprimendo la propria gratitudine a Gianfranco Meggiato. L’esposizione è curata da Amina Melikova, Direttrice del Dipartimento di organizzazione eventi ed esposizioni presso l’Heydar Aliyev Center.
“Questo straordinario Centro Culturale che ospita la mostra – sottolinea Gianfranco Meggiato – con le sue forme fluide e armoniche, definito “l’incredibile trasformazione dell’Arzebaijan”, ha reso tangibile un sogno, quello di modernizzazione di un Paese. E rendere visibili i sogni, ispirare e materializzare ciò che si riteneva impossibile, è una delle grandi possibilità dell’arte in tutte le sue forme: è per questo che l’architettura avveniristica e sognatrice di Zaha Hadid e le mie sculture condividono gli stessi ideali e sono in perfetta sintonia. Ringrazio di cuore il direttore dell’Heydar Aliyev Center, Anar Alakbarov, la curatrice e direttrice del Dipartimento Eventi, Amina Melikova per avere voluto ospitare le mie sculture e la Città di Baku per l’eccezionale accoglienza”.
Gianfranco Meggiato, scultore di origini veneziane, dal 1998 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero e ad eventi internazionali. È ospite, nei padiglioni nazionali, a due edizioni della Biennale di Venezia (2011, 2013). L’artista modella le sue sculture ispirandosi al tessuto biomorfo e al labirinto, che simboleggia il tortuoso percorso dell’uomo teso a trovare sé stesso e a svelare la propria preziosa sfera interiore. Meggiato inventa, così, il concetto di “introscultura”, in cui lo sguardo dell’osservatore viene attirato verso l’interiorità dell’opera, non limitandosi alle sole superfici esterne. Cercando di realizzare complicate forme astratte, sceglie non tanto di scolpire la pietra, ma modellare la morbida e fluida cera d’api, per poi fondere a cera persa. Utilizzando la più antica tecnica di fusione del mondo, crea un proprio stile riconoscibile e contemporaneo.
Dal 2017 Gianfranco Meggiato realizza opere urbane e installazioni di grande potenza e nello stesso anno ha ricevuto il Premio Icomos-UNESCO “per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo in installazioni scultoree di grande potere evocativo e valenza estetica”.
Sue mostre sono state allestite, negli anni, in diverse città italiane e in varie parti del mondo: Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Taipei, Australia, Londra, Montecarlo, Singapore e in diverse città degli Stati Uniti.
-foto ufficio stampa Gianfranco Meggiato-
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A Roma una mostra dedicata all’artista Emilio Leofreddi
ROMA (ITALPRESS) – In occasione del primo anniversario della scomparsa dell’artista romano Emilio Leofreddi (1958-2023), si celebra la sua opera attraverso una grande mostra al WeGil di Roma che è visibile dal 31 maggio al 31 agosto 2024.
La mostra, curata da Giuseppe Stagnitta, con la collaborazione dell’Archivio Emilio Leofreddi e con il contributo di Amnesty International Italia, è patrocinata dalla Regione Lazio, in collaborazione con LAZIOcrea, e viene prodotta dalla Clode Art Gallery con la partecipazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dalla Prof.ssa Alessandra Taccone, e Poema.
Il progetto, promosso dall’Assessorato regionale alla Cultura, prevede l’esposizione di oltre 150 opere – tele, disegni, installazioni, video, appunti, fotografie – che raccontano, attraverso un percorso tematico ed informale, l’opera e la vita dell’artista, dagli anni Novanta fino alla sua morte (in mostra anche i 3 video Im Media, Contact e Caos acquisiti da Palazzo Esposizioni di Roma).
La mostra è articolata secondo un percorso cronologico in cui le aeree tematiche, che l’artista ha sempre tenuto vive elaborandole e rielaborandole continuamente, fanno conoscere e approfondire la personalità e l’approccio esistenziale dell’artista, vissuto in stretto contatto con la sua poetica nell’arte.
Nato nel 1958, Emilio Leofreddi è stato un artista vitale e dinamico, sempre in continuo movimento, preso continuamente da nuovi progetti di viaggio, che ha affrontato come esperienza artistica e di conoscenza. Viaggio, sogno, immaginario onirico sono i temi centrali della sua poetica: continuare a sognare, coltivare la speranza di un mondo diverso è necessario quanto respirare. Far viaggiare le persone oltre le merci senza frontiere: “siamo cittadini del mondo”. Un mondo senza prevaricazioni. Un mondo in cui il colore “nero” abbia lo stesso peso specifico del colore “bianco”. Un mondo fatto di pace e di rispetto dell’altro da sè e dell’accettazione dello straniero, del “diverso”. Un mondo fatto di esperienza vera, di comunicazione genuina, di creatività, di fede nella consapevolezza come strumento e come scopo, dove la mobilità è vivere in armonia con l’inevitabile, e cioè l’inevitabile in sè stessi.
Nel periodo dell’esposizione, sarà inoltre organizzato un calendario di eventi pubblici disegnati per offrire una chiave di lettura più completa e approfondita della vita dell’artista, del suo lavoro e delle sue connessioni con il mondo dell’arte contemporanea.
Il catalogo è curato dalla Magonza Editore. In occasione della mostra viene presentato anche l’Archivio Emilio Leofreddi, curato dalla figlia Asia Leofreddi e dalla moglie Marina Mesnic.
Dichiara Simona Renata Baldassarre, Assessore alla Cultura della Regione Lazio: «Per la Regione Lazio era doveroso ed è significativo patrocinare ed ospitare al WeGil una mostra dedicata al compianto e prematuramente scomparso Emilio Leofreddi. Leofreddi è stato un artista geniale e impegnato, capace di mettere l’arte al servizio di un messaggio sociale in sintonia con lo spirito dei tempi – dall’ambientalismo alla lotta contro la pena capitale, dalla critica della società dei media al consumismo -, e che ha riscosso una meritata fama internazionale. Rilevante, inoltre, è che questo riconoscimento avvenga al WeGil, che è sempre più pensato da questa Amministrazione come una casa della cultura e per la cultura dei romani e dei laziali: un luogo aperto alla società, attraverso un dialogo costante con i cittadini e il territorio».
Commenta la Prof.ssa Alessandra Taccone, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: «Il leit-motiv della poetica di Emilio Leofreddi risiede nel tema del viaggio, inteso non come fuga e allontanamento dalla realtà, bensì, al contrario, come strumento di conoscenza del mondo. Fin da ragazzo, egli aveva infatti intuito che il valore vero in cui credere era essenzialmente legato all’incontro, allo scambio e alla condivisione, anche in chiave politica. Non a caso, con quell’ironia positiva che ha sempre caratterizzato la sua personalità di uomo e d’artista, Leofreddi si è fatto portavoce negli anni di messaggi di grande urgenza sociale e politica: dal progetto contro la caccia alle balene dei primi anni Novanta (finanziato da Mario Schifano), al video Contact contro la pena di morte, patrocinato da Amnesty International e Nessuno tocchi Caino, fino ai progetti Caos e Mangiate Pietà, dedicati all’assenza o alla mercificazione della “pietas” rispetto alle violenze e ai dolori che affliggono il mondo. Sono pertanto molto lieta che la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale abbia deciso di partecipare alla realizzazione di questa mostra, sposando in tal modo la filosofia del mio illustre predecessore Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, il quale, durante gli anni della sua presidenza, ha sempre voluto dare visibilità, negli spazi espositivi della Fondazione, anche alle testimonianze più significative dell’arte contemporanea, che siano in grado di intercettare i temi di maggiore attualità e le sensibilità oggigiorno più diffuse”.
Afferma Giuseppe Stagnitta, il curatore della mostra: «Emilio Leofreddi era un’artista visionario e concreto che ha fatto della sua arte un’azione di trascendenza come atto rivoluzionario e di resistenza, sempre indirizzata al cambiamento e alla trasformazione della società. La sua arte racconta la sua vita, il suo percorso esistenziale, che vede come strumento di conoscenza e di comunicazione (un media che gli serve per comunicare la sua irrequietezza risolutiva) attraverso “azioni” concrete in quel viaggio nella realtà da cambiare, per un mondo per tutti e di tutti. In questa mostra non ho fatto altro che portare a termine un progetto che avevo iniziato con Emilio quando era in vita. Ho cercato di rispettare le sue idee e, dunque, il mio approccio curatoriale è stato proprio quello di lasciare da parte la mia visione e presentare l’artista come lui amava presentarsi, per farlo continuare a vivere”.
Conclude Asia Leofreddi, dell’Archivio Emilio Leofreddi: «Ringraziamo tutti coloro che si sono impegnati per rendere possibile questa mostra, che restituisce la complessità del lavoro di mio padre e ne inaugura un nuovo percorso di storicizzazione, di cui l’Archivio sarà ufficialmente punto di riferimento, nel duplice ruolo di custode e promotore culturale della sua opera”.
-foto ufficio stampa Fondazione Terzo Pilastro-
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Kanye West “cambia” il sorriso, la firma è italiana
ROMA (ITALPRESS) – Oro, metalli, diamanti: cosa finirà nel sorriso della prossima star americana che deciderà di rifarsi i denti in impianti da migliaia o milioni di dollari? E chi mette mano se una protesi si stacca proprio mentre un attore di Hollywood è su un set europeo o un cantante statunitense è in tour nel vecchio continente? Emanuele Cicero, dentista italiano e specialista in protesi, è diventato un punto di riferimento per le celebrità americane che hanno bisogno di un supporto in Europa. E’ quello che è accaduto con Kanye West, il rapper, cantautore, produttore e stilista statunitense, ormai noto come “Ye”, che recentemente ha fatto sostituire i suoi denti con protesi in metallo. Un intervento, in America, costato circa 850 mila dollari. In questi giorni, però, West si trova in Italia e ha chiesto il supporto di uno specialista a causa di un problema al suo impianto. Un episodio fuori dagli schemi, dal momento che l’intervento si è svolto nella suite di un hotel a Firenze.
Alcune celebrità “spendono milioni di dollari per fare queste protesi in oro, metallo, diamanti, materiali un pò particolari”, ha spiegato Cicero all’Italpress.
“Sono protesi – ha aggiunto – che alloggiano su denti naturali oppure, quando mancano alcuni denti, si appoggiano su impianti. Il mio non è un ruolo prettamente estetico e cosmetico perchè sono specialista anche nell’aspetto funzionale”, ha sottolineato. Laureato in odontoiatria all’Università Europea di Madrid, in Spagna, e specializzato alla Tufts University School of Dental Medicine a Boston, negli Stati Uniti, Cicero al termine della specializzazione statunitense, è stato docente universitario alla Tufts University. Adesso esercita la sua professione come specialista in protesi, tra l’altro, a Roma e a Londra. Cicero, che ha origini siciliane, è diventato Diplomate dell’American Board of Prosthodontics e Fellow dell’American College of Prosthodontics. “Quando una persona nel mondo ha bisogno di un punto di riferimento per attività complesse a livello protesico – ha spiegato – cerca di informarsi con Diplomate dell’American Board. In particolare mi chiamano da Beverly Hills colleghi dentisti che trattano questi problemi e quando una star ha problematiche in Europa viene indirizzata a me”. Così Cicero è stato chiamato per lavorare anche per West. “Sono stato inserito in una chat in comune con Kanye West – ha raccontato – e per alcuni giorni ho chattato con lui, che ha organizzato tutto in prima persona”.
Il dentista si trovava a Roma quando è stato contattato dal rapper. “Stavo curando in clinica due pazienti, due attori che sono arrivati da Beverly Hills, e ho ricevuto una chiamata da West”, ha spiegato Cicero intervistato da Claudio Brachino per l’Italpress. “Ho chiesto di venire in studio – ha continuato – ma diceva che non poteva spostarsi da Firenze. Mi ha chiesto cortesemente se potevo raggiungerlo io. Non lo faccio quasi mai ma stavolta ho deciso di spostarmi e con le mie assistenti lo abbiamo raggiunto in auto. Una volta a Firenze, West era a cena e mi ha ospitato al tavolo, abbiamo fatto due chiacchiere informali”. Il problema, quindi, è stato rapidamente risolto. “Aveva fatto in America – ha spiegato – una protesi in titanio e oro, disegnata da lui insieme al ceramista giapponese che se ne occupava, e una parte si era staccata dalla struttura dei denti. Ho impiegato circa mezz’ora a risolvere il problema ed era molto soddisfatto. E’ stato molto cordiale. Mi ha detto che è un grande amante dell’Italia, va spesso a Firenze e a Roma. Mentre lavoravo per risolvere la situazione disegnava vestiti”. Poi i due hanno anche scattato una foto insieme. West, però, non è l’unico caso. Il supporto specialistico è servito anche al cantante Post Malone che, ha spiegato Cicero, ha impiantato “un diamante da un milione e mezzo di dollari al posto del dente”.
– foto staff Emanuele Cicero –
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Rino Gaetano, esce ristampa del primo album “Ingresso libero”
ROMA (ITALPRESS) – Da domani, venerdì 31 maggio, sarà disponibile l’esclusiva ristampa di “Ingresso libero” (Sony Music), il primo storico album di Rino Gaetano, a 50 anni dall’uscita, un omaggio al suo talento senza tempo per offrire un’esperienza unica ai fan devoti e ai collezionisti. “Ingresso libero” sarà disponibile nei formati: vinile 180gr Black Remastered in 192 Khz con copertina originale apribile che riporta internamente un breve racconto scritto da Rino Gaetano e i testi delle canzoni, anche in edizione limitata numerata con in più due fotografie inedite, che donano una nuova chiave di lettura ad uno dei capolavori della storia della musica italiana (foto di Piero Togni, fotografo del servizio fotografico dell’album); Picture Vinyl con stampata la copertina dell’album. Uscirà inoltre in 45 giri trasparente il singolo “Tu, forse non essenzialmente tu / I tuoi occhi sono pieni di sale” che rappresenta una rarità per i veri fan collezionisti. Le copie originali del 1974, infatti, sono andate distrutte e questo rende la nuova release un pezzo unico di storia musicale da non perdere.
Sempre da domani sarà possibile ascoltare per la prima volta Rino Gaetano in audio spaziale! Saranno disponibili sulle piattaforme digitali i brani “Mio fratello è figlio unico”, “Berta Filava” e “Visto che mi vuoi lasciare” e l’intero album “Nuntereggae più”.
“Ingresso libero”, uscito nel luglio 1974, è il primo lavoro che il cantautore firma col proprio nome. Un disco in cui convergono già tutte le differenti anime musicali che andranno via via definendo la poetica unica di Rino Gaetano, un mosaico di liriche taglienti e un sarcasmo sottile, riflettendo una libertà intellettuale senza pari. Gaetano osserva e descrive il mondo con una peculiarità che lo distingue nettamente dai suoi contemporanei, affrontando temi come la vita, l’amore e la politica con un approccio del tutto nuovo. Le canzoni di “Ingresso libero” si caratterizzano per una ritmica incalzante, che spesso si avvicina più a una filastrocca (come “A Khatmandu”) che alla tipica canzone cantautorale degli anni ’70. Questa scelta stilistica conferisce al disco una freschezza e un dinamismo che anticipano lo spirito innovativo che caratterizzerà l’intera carriera di Gaetano.
(La ristampa esce a pochi giorni dal consueto “RINO GAETANO DAY” (2 giugno a Testaccio Estate – Città dell’Altra Economia di Roma), la tradizionale manifestazione nazionale organizzata dal 2011 dalla famiglia del cantautore nelle persone di Anna e Alessandro Gaetano per ricordarlo negli anniversari della sua scomparsa. L’evento è aperto a chiunque voglia conoscere o ripercorrere la discografia di Rino, riproposta rigorosamente live dalla Rino Gaetano Band insieme a molti artisti ed ospiti che gli renderanno omaggio. L’edizione 2024 sarà a supporto del progetto PES School Edition dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus che gira nelle scuole in ricordo di Francesco Valdiserri per informare sulla sicurezza stradale e il divertimento responsabile.
foto: ufficio stampa Parole e d’Intorni
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Ermal Meta lancia “Palco aperto” dedicato agli artisti emergenti
ROMA (ITALPRESS) – “Un palco per un musicista è ossigeno, o elio per i suoi prossimi sogni, almeno per me è stato così. Sono cresciuto rimbalzando di locale in locale, di palco in palco. Tutti piccoli, tutti difficili, tutti, a loro modo, necessari e meravigliosi. Quest’anno, desidero che il palco del Buona Fortuna Tour non sia solo mio, ma che rappresenti un’opportunità per chi ha qualcosa da dire quando imbraccia una chitarra o quando si siede davanti ad un pianoforte. Fatevi avanti, vi aspetto!” Ermal. Con questo messaggio Ermal Meta annuncia l’iniziativa “Palco aperto” che darà la possibilità a musicisti e cantautori emergenti che desiderano esprimersi, di avere uno spazio e aprire le date del nuovo tour in partenza a luglio. L’impulso che ha dato vita a “Palco aperto” nasce da lontano, dagli anni di gavetta di Ermal e dal suo desiderio profondo di condividere il palco con chi quella gavetta, magari, la sta ancora facendo.
Le candidature, senza limiti di età, potranno essere presentate entro e non oltre il 20 giugno 2024, compilando un form online sul sito uffciale www.ermalmeta.com. I partecipanti dovranno essere residenti nella regione di appartenenza del concerto. Sarà data notizia dei risultati entro il 1 luglio 2024. Con questo tour organizzato e prodotto da Friends and Partners e Vertigo, Ermal Meta ritorna alla dimensione live in un anno per lui molto importante. Cuore pulsante dello show sarà “Buona Fortuna”, l’album uscito il 3 maggio. Una riflessione, dunque, sul reale significato della parola fortuna, vista da diverse angolazioni, e anche una dedica speciale a Fortuna, la figlia che Ermal e la sua compagna stanno aspettando. Al calendario si aggiunge la data zero prevista al Teatro San Domenico di Crema il 5 luglio. I biglietti del tour sono in prevendita su TicketOne.
foto: ufficio stampa MNcomm
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