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Unica tappa italiana per Pat Metheny il 29 ottobre a Genova

ROMA (ITALPRESS) – Il leggendario chitarrista jazz Pat Metheny si esibirà in concerto al Teatro Carlo Felice di Genova il prossimo 29 ottobre 2024 – unica data – nell’ambito del suo attesissimo MoonDial/Dream Box Tour che partirà proprio dalla Superba! Questa serata imperdibile promette di offrire un’esperienza musicale unica, capace di incantare il pubblico con l’eclettismo e il virtuosismo che hanno reso Metheny una figura iconica nel panorama musicale mondiale. Il nuovo tour in solitudine di Metheny fa seguito alla pubblicazione del disco MoonDial (2024), seguito ideale di un’altra incisione solistica, Dream Box (2023). MoonDial è un lavoro per sola chitarra senza sovraincisioni, realizzato utilizzando una chitarra baritona. Caso piuttosto unico per Metheny, l’album è stato concepito, registrato e pubblicato mentre il chitarrista era nel bel mezzo di un altro tour. Palesemente, MoonDial è frutto di un particolare entusiasmo da parte di Metheny, suscitato da un nuovo strumento a corde di nylon fatto su misura da Linda Manzer, sua stretta collaboratrice. Metheny ha sviluppato un sistema di accordatura speciale per fare in modo che le corde di nylon siano in grado di raggiungere il limite “senza rompersi o suonare come un banjo”, come dice lui stesso.
Pat Metheny porterà sul palco del Teatro Carlo Felice un repertorio che spazierà dai suoi grandi classici alle composizioni più recenti, con un’attenzione particolare alle nuove opere presentate nel MoonDial/Dream Box Tour. Pat Metheny è considerato uno dei più influenti chitarristi della sua generazione, con una carriera che abbraccia oltre quattro decenni. Conosciuto per la sua versatilità e per le collaborazioni con numerosi artisti di fama internazionale, Metheny continua a ispirare musicisti e appassionati di tutto il mondo con il suo stile inconfondibile e la sua continua ricerca artistica. Talento precoce, nel 1974 già irrompe sulla scena internazionale, passando alcuni anni formativi con il vibrafonista Gary Burton. La sua carriera è un percorso delle meraviglie: dai fondamentali successi dei suoi esordi discografici nella seconda metà degli anni Settanta (su ECM), che lo trasformarono immediatamente in una star di prima grandezza, ai celeberrimi partner dei quali si è circondato negli anni a seguire (Michael Brecker, Charlie Haden, Billy Higgins, Ornette Coleman, Sonny Rollins, Herbie Hancock, Dave Holland, Roy Haynes, Joshua Redman, Brad Mehldau, Jim Hall, David Bowie…).

foto: ufficio stampa Zenart

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Umberto Tozzi, 18 nuove date per “L’Ultima Notte Rosa, The Final Tour”

MILANO (ITALPRESS) – “L’Ultima Notte Rosa The Final Tour”, la straordinaria tournèe mondiale con cui Umberto Tozzi dà il suo addio alla scena live, dopo il grande successo del debutto a giugno alle Terme di Caracalla di Roma, dei concerti outdoor – tra cui Piazza San Marco a Venezia – e dei palasport di Milano, Torino, Firenze e Bologna, si arricchisce di un nuovo capitolo con 18 nuove date nei teatri tra aprile e maggio 2025. Questi concerti saranno l’ultima occasione per il pubblico di godere il repertorio di Umberto Tozzi con la prossimità e il coinvolgimento che solo lo spazio dei teatri può dare. Al via le nuove date a partire dal 1° aprile 2025 all’Auditorium del Lingotto di Torino, città d’origine di Umberto Tozzi, per poi proseguire il 4 aprile a Como al Teatro Sociale, il 5 aprile a Brescia al Teatro DisPlay, il 9 aprile a Cremona al Teatro Ponchielli, il 12 aprile Treviglio (BG) al PalaFacchetti, il 14 aprile a Milano al Teatro Arcimboldi, il 16 aprile a Bologna al Teatro EuropAuditorium, il 17 aprile a Padova al Gran Teatro Geox, il 26 aprile ad Ancona al Teatro delle Muse, il 28 aprile a Firenze al Teatro Verdi, il 29 aprile a Montecatini Terme (PT) al Nuovo Teatro Verdi, il 2 maggio a Roma al Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, il 13 maggio Sanremo (IM) al Teatro Ariston, il 16 maggio a Bari al Teatro Team, il 17 maggio a Lecce al Teatro Politeama Greco, il 19 maggio a Catania al Teatro Metropolitan, il 20 maggio a Palermo al Teatro Golden e infine il 23 maggio a Napoli al Teatro Augusteo.
I biglietti per le nuove date italiane de “L’Ultima Notte rosa The Final Tour” sono disponibili da oggi, 21 ottobre, alle ore 18.00 su TicketOne.it e nelle prevendite abituali (per info www.friendsandpartners.it). Prima delle nuove date italiane il tour mondiale prosegue tra novembre 2024 e marzo 2025 in Svizzera, Germania, Austria, Belgio, Canada e Stati Uniti d’America e, dopo i teatri italiani, sarà la volta di Francia, Bulgaria e le date previste in Oceania.

foto: ufficio stampa Parole e d’intorni

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Miriam Leone “Oriana Fallaci è ispirazione per le nuove generazioni”

ROMA (ITALPRESS) – Nel titolo della serie “non c’è il nome di Oriana perchè Miss Fallaci diventerà Oriana: è una sorta di racconto di formazione di una giovane ragazza che tra i venti e i trent’anni cerca se stessa affermandosi nel suo lavoro, nella sua passione che è quella di scrivere. Noi siamo andati in maniera ossessiva a cercare delle immagini di Oriana di quel periodo perchè la serie è ambientata negli anni Cinquanta e abbiamo fatto un lavoro quasi archeologico. Intercettare come parlasse Oriana Fallaci in quel periodo non è stato facile. E’ stato un lavoro molto avventuroso, molto rischioso, anche per il look della serie, un pò stile ‘La fantastica signora Maisel’. Speriamo di aver restituito la forza della sua gioventù, la sua freschezza e che la sua figura possa veramente ispirare le nuove generazioni a pensare di poter realizzare i propri sogni con le proprie azioni, credendoci fino in fondo, senza pensare che tutto arrivi da uno smartphone. Ai ragazzi potrebbe piacere perchè la serie racconta i timori, le frustrazioni, le sconfitte, i nervosismi, le ansie, le depressioni e le urla di una ragazza nei suoi vent’anni”. Così l’attrice siciliana Miriam Leone oggi alla Festa del cinema di Roma, durante la conferenza stampa della serie “Miss Fallaci”, incentrata sulla vita della scrittrice e giornalista Oriana Fallaci.
“Oriana si definiva prima di tutto fiorentina. E il fiorentino ha sempre messo l’umanesimo al centro. Anche io come lei ho avuto diversi fallimenti nella vita, ma ho sempre cercato di trasformare la frustrazione del fallimento in qualcosa di buono, senza guardare al fallimento come a una sentenza definitiva. Nella vita non devi lasciarti abbattere, e nella serie questo emerge bene. Nelle pagine di Oriana c’è tutta l’indagine chirurgica spietata di cosa significhi essere umani, è un continuo conflitto tra sconfitte e vittorie”, ha aggiunto Leone, che si è espressa anche sul noto carattere duro della scrittrice e sulla sua femminilità: “Non ho la presunzione di poter dire perchè Oriana sia diventata più dura con il tempo. Credo che l’ingiustizia della guerra sia una delle grandi problematiche che viveva. Oriana diceva che la guerra è un aborto rimandato di vent’anni, che si mandano a morire i figli in guerra. Noi raccontiamo l’età dell’innocenza, ma aver perso il suo bambino e aver perso il suo primo amore possono essere le cause della sua durezza. Non permetteva a nessuno di essere meno che onesto e di non essere un eroe. E poi intorno aveva un mondo ostile che non le perdonava di essere una femminista solitaria. Inoltre aveva il coraggio di essere un’autrice e scrittrice internazionale. Ed era una donna graziosa che non rinunciava alla propria femminilità”.
Secondo Leone, la Fallaci “è stata un’eroina romantica che non permetteva vie di mezzo, faticosissima per le persone che le stavano intorno. Ma la sua durezza era sicuramente figlia della guerra. Questi sono personaggi che come attrice ti rubano l’anima. Ho cercato di indagare il suo modo scontroso e e un pò fiorentino di voler essere adorabilmente polemica e libera”. Un’ultima considerazione di Leone riguarda le posizioni di Oriana Fallaci avuto dopo gli attentati dell’Undici settembre 2001: “La rabbia e l’orgoglio ha creato una sorta di damnatio memorie su Oriana, ma lei è stata una grande intellettuale del Novecento, e non va mai dimenticato: non si improvvisava mai per quello che non era, anche se aveva sempre l’elmetto”.

foto: xp2/Italpress

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Cresce l’uso del satellite, in Italia più di 15 milioni di persone guardano la televisione usando la parabola

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ROMA (ITALPRESS) – Più di sei milioni di famiglie in Italia, pari a 15 milioni di individui, hanno un decoder satellitare per la ricezione dei programmi televisivi, gratuiti o a pagamento – E’ questo uno dei principali risultati di una elaborazione dello studio Frasi sui dati Auditel che fa luce su uno dei sistemi di ricezione solitamente meno considerati nel panorama dell’offerta televisiva italiana.
Eppure gli utenti abituali dell’offerta satellitare rappresentano un profilo interessante: quasi il 20% si situa nella fascia di età tra i 45 e i 54 anni e quasi il 60% è tra le famiglie economicamente più agiate.
Ma ancora più significativi sono i dati relativi all’utilizzo della piattaforma gratuita satellitare che, nel nostro Paese, è gestita ormai da più di quindici anni da Tivùsat che offre oltre 180 programmi tra cui tutti i canali Rai, Mediaset, Discovery, e molti altri internazionali come Arte o Euronews e, in più, ha in esclusiva per l’Italia la visione in Ultra Alta Definizione di molti canali in 4K (Rai 4K e altri canali in inglese di viaggi, cultura, arte, yoga).
Tivùsat ha superato i 3 milioni di decoder attivi e, cosa ancora più interessante, i suoi utenti la utilizzano in modo assai intensivo: secondo Auditel (dati giugno – settembre 2024) nel giorno medio sono quasi cinquecentomila gli individui che utilizzano il decoder satellitare free per vedere la televisione e circa un milione e duecentocinquantamila sono coloro che lo utilizzano in prima serata. Ciò significa che oltre il 5% dell’audience complessivo della televisione è realizzato proprio attraverso l’utilizzo del decoder free di Tivùsat.
Un dato importante se si pensa che Tivùsat è l’unica piattaforma televisiva gratuita che copre in Italia l’intero territorio nazionale grazie alla sua diffusione satellitare (supplendo anche alle carenze della televisione terrestre o a quelle della banda larga per la tv via streaming che lasciano ampie zone territoriali in mancanza di segnale o copertura), una funzione fondamentale per garantire un servizio universale che, anche in vista dei prossimi passaggi al nuovo standard digitale terrestre.
-foto Agenzia Fotogramma –
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Muccino “Il male è insito nella natura umana”

ROMA (ITALPRESS) – Fino alla fine “ha delle dinamiche universali e non voglio che venga descritto come un film sui ragazzi di oggi. Della loro età i personaggi portano l’impeto, il fatto di avere la verità in tasca, di sentirsi immortali. Tutto il resto ha a che fare con l’umana natura. C’è una linea invisibile tra giusto e sbagliato, tra lecito e illecito, tra bene e male, che è molto facile attraversare. Trovarsi dall’altra parte è molto più naturale di quanto non pensiamo, anche perchè l’umanità si è costruita sulla prevaricazione. Il male è insito nella nostra natura, se non altro per motivi di sopravvivenza e di autodifesa del villaggio, del territorio, della famiglia”. Così il regista Gabriele Muccino oggi alla Festa del cinema di Roma, durante la conferenza stampa del suo ultimo film, “Fino alla fine”, un action movie incentrato sulle ultime ventiquattro ore di una turista americana in vacanza in Sicilia, coinvolta da un gruppo di ragazzi in una notte all’insegna del crimine e della sopravvivenza.
“Le prevaricazioni hanno segnato la storia dell’umanità. Noi siamo cacciatori e assassini. Lo siamo stati per millenni e non so come si possa togliere questo “file” dalla nostra natura. Le scelte della protagonista vengono dal potere ancestrale di incontrare il pericolo e di pensare con la presunzione umana di poterlo dominare”, ha proseguito Muccino, che ha anche indicato la sua prima fonte di ispirazione, che “viene da Fuori Orario di Scorsese. E’ stato un faro che mi ha inseguito per anni. La voglia di esplorare il nero e di indagare il superamento delle linee di confine l’ho sempre avuta. Questo genere di film ti permette di fare sfide linguistiche incoraggianti. La voglia di pericolo è una compagna necessaria per me. Ho sempre preferito scegliere film pericolosi, e quando ho fatto film “sicuri” invece sono venuti meno buoni di quelli che avevo paura di toppare. E’ stato un film girato con il brivido addosso, è un film che l’adrenalina non la simula ma la vive. E che respira la stessa adrenalina degli spettatori. Di certo non è generazionale: odio questo termine dal 2001, da quando ho fatto L’ultimo bacio”, ha concluso il regista. Il ruolo della protagonista è affidato alla statunitense Elena Kampouris, mentre il resto del cast include Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra e Francesco Garilli.

foto: xp2/Italpress

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Tananai, esce il nuovo album “Calmocobra”

ROMA (ITALPRESS) – Tananai pubblica il suo nuovo album “Calmocobra”, disponibile su tutte le piattaforme digitali e nei formati fisici. Composto da 12 tracce, di cui 9 completamente inedite e preceduto dai singoli “Veleno” (disco di platino), “Storie brevi” con Annalisa (doppio disco di platino) e “Ragni”, “Calmocobra” porta alla luce un nuovo aspetto dell’anima di Tananai, più maturo, consapevole e deciso ad assaporare e ricordare ogni più piccolo momento e dettaglio della vita, senza inseguire per forza a tutta velocità un traguardo che, di fatto, non esiste ma è solo una costruzione sociale, decisa da qualcun altro. Al centro delle canzoni di “Calmocobra” sono i rapporti umani e in particolare come questi fanno sentire l’artista, l’emozioni che ne scaturiscono.
“Calmocobra” è da ora disponibile in digitale e nei formati fisici LP standard e CD standard. In esclusiva sullo Shop Universal, inoltre, è possibile comprare le speciali versioni CD e LP autografate, musicassetta e LP Picture Disc. Insieme a uno dei prodotti musicali disponibili sullo Shop Universal, è possibile acquistare la limitatissima Levìs? Trucker Jacket “Calmocobra”, personalizzata da Levìs? in esclusiva per Tananai, e anche il merchandising esclusivo scegliendo tra 14 sticker personalizzati “Calmocobra”, 5 patch acquistabili singolarmente e il portachiavi “Calmocobra”. Scritto e interpretato da Tananai stesso, che ne ha curato la produzione con il contributo di Davide Simonetta, Michelangelo e Okgiorgio, con la direzione artistica di Stefano Clessi, “Calmocobra” è il secondo album dell’artista, dopo il successo del suo primo progetto discografico “Rave, eclissi” (triplo disco di platino e in top10 nella classifica Fimi degli album più venduti del 2023), contenente le multiplatino “Baby goddamn” (quintuplo disco di platino), “Tango” (sestuplo disco di platino), “Sesso occasionale” (triplo disco di platino), “Abissale” (triplo disco di platino) e i dischi d’oro “Pasta” ed “Esagerata”.

foto: ufficio stampa Wordsforyou

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Papaleo “Il Sud ha bisogno di sognare e di iniezioni di fiducia”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Sud non ha bisogno di essere ancor più depresso. Il Sud ha bisogno di reagire e di iniezioni di fiducia, ha bisogno di qualcuno che lo convinca della sua bellezza, della sua potenzialità e della sua capacità di sognare. Mi sono prestato nel raccontare questo sogno calcistico un pò velleitario, qualcosa che non si potrebbe realizzare. Ma bisogna essere ambiziosi nel sogno. Nel Sud abbiamo bisogno di fare sogni grandi, di capire che veramente possiamo riscattarci e che possiamo avere un ruolo determinante nella società. Io stimo il Nord ma amo il Sud. Sono molto contento di avere avuto l’occasione di raccontare un meridionale che sogna alla grande”. Così Rocco Papaleo oggi alla Festa del cinema di Roma, durante la conferenza stampa di “Us Palmese”, il nuovo film di Marco e Antonio Manetti, incentrato su un appassionato di calcio e tifoso della Palmese, squadra di calcio dilettantistico, che organizza una raccolta fondi per far comprare alla società un campione del Milan, frenato dal carattere difficile e rissoso.
Il personaggio del calciatore, anche secondo i registi, presenta dei riferimenti a Mario Balotelli: “Noi non abbiamo sviluppato il personaggio pensando a Balotelli, ma lui ha quel tipo di talento, quello di chi da ragazzino amava il calcio, ma quando va in campo sembra odiarlo. Lui è l’esempio di colui che odia ciò che ama per colpa della pressione. Ma il discorso è generale e riguarda un pò tutti i calciatori. Però nel cuore del personaggio, Balotelli c’è. Il film è un pò il sogno di quello che Balotelli avrebbe potuto fare se fosse andato per un pò a giocare tra i dilettanti”. Secondo i Manetti, il film “parla di corruzione umana. Di quando lo sport e, in particolare, il calcio finiscono per non essere più uno sport di squadra. Di quando vincono l’individualismo e la voglia di affermarsi davanti al divertimento puro. Abbiamo pensato di raccontare un campione che ha perso la sua passione e che va a giocare con i dilettanti a Palmi, in una cittadina della Calabria, dove ritrova se stesso. E’ venuto per aiutare la Palmese, ma sarà la Palmese ad aiutare lui. Il Sud viene raccontato sempre con una retorica negativa, tra crimine e folklore. Non volevamo raccontarlo così. Il Sud si sottovaluta, e quelli che se ne vanno spesso lo sottovalutano”, hanno concluso i registi.

foto: xp2/Italpress

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Ron Howard con “Eden” apre il Torino Film Festival

TORINO (ITALPRESS) – Sarà Ron Howard ad inaugurare il 42° Torino Film Festival con il suo film Eden, che sarà proiettato in anteprima internazionale in occasione della cerimonia di apertura del 22 novembre al Teatro Regio di Torino. Il regista ha vinto due Premio Oscar® ed è autore di pellicole indimenticabili come Apollo 13, A Beautiful Mind e Il codice da Vinci. Eden è un drama thriller che vanta un cast del calibro di Jude Law, Ana De Armas, Vanessa Kirby, Daniel Brùhl e Syndey Sweeney. Il film è un’esclusiva per l’Italia Italian International Film (Gruppo Lucisano) in collaborazione con Rai Cinema e sarà distribuito prossimamente da 01 Distribution.
Il dottor Friedrich Ritter e sua moglie Dora Strauch sono due europei idealisti che fuggono dalla Germania nel 1929, rinnegando i valori borghesi che ritengono stiano distruggendo la vera natura dell’umanità, per trasferirsi sull’isola disabitata di Floreana, nell’arcipelago delle Galàpagos. Tuttavia la loro cercata solitudine dura ben poco. A loro si uniscono dapprima Margaret e Heinz Wittmer, coloni seri e capaci, e successivamente la baronessa Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn seguita dai suoi due amanti, un servitore ecuadoriano e un piano per aprire un hotel di lusso sull’isola. Il maltempo, la fauna selvatica e la totale mancanza di comfort e civilizzazione rendono la loro convivenza molto problematica, ma la più grande sfida sarà quella di coesistere con vicini disperati e pronti a tutto pur di affermare se stessi.
Il Torino Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del Ministero della Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT.

foto: ufficio stampa Torino Film Festival

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