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“Yeshua. Il prescelto”, Luca Arnaù racconta Gesù in un romanzo storico

MILANO (ITALPRESS) – Un libro “curioso” e “ricco di storia” che racconta la vita di Gesù ma da un punto di vista “non religioso”. Così Luca Arnaù, giornalista e scrittore, in un’intervista a Claudio Brachino per l’agenzia Italpress, ha presentato il suo libro “Yeshua. Il prescelto”, edito da AltreVoci.
“Questo libro – ha raccontato – ha una storia lunghissima. L’ho iniziato quando ero ancora praticante giornalista al Secolo XIX, 30 anni fa. La sua genesi viene da un agente letterario che ho conosciuto per caso e mi ha chiesto di scrivere un libro su un personaggio. Però il mio lavoro si è interrotto perchè sono partito per seguire la guerra in Kosovo. In seguito ho scritto altro. Poi ho incontrato l’editore Marco Paganini, AltreVoci, che mi ha chiesto di scrivere un libro”.
“Perchè la vita di Gesù? Perchè non sono religioso – ha spiegato Arnaù – e ho voluto raccontarla come un romanzo storico. Dal mio punto di vista di non religioso è la storia di un bambino che nasce e cresce in una situazione di guerra. E’ un romanzo in cui tante vite si intrecciano ed è raccontato da Daniel, il ‘fratellastrò di Gesù, una figura non storica. E’ un bambino – ha continuato – che cresce parallelamente a Gesù: hanno la stessa età, giocano insieme e viene affidato alla famiglia di Gesù dal padre e dalla madre che vengono uccisi dai romani. Questo bambino racconta l’altro bambino e il divaricarsi delle loro vite. Nel frattempo ci sono le storie di un giovane centurione romano, di un legato e di una ragazza molto bella che è una ribelle, viene catturata e mandata in regalo all’imperatore a Roma. C’è, inoltre, una serie di storie tra cui quella di Barabba, una figura che si trova appena nei vangeli ufficiali ma che è molto presente in quelli non ufficiali”.
Nel libro “alcuni punti diversamente raccontati rispetto ai vangeli ufficiali ci sono. Pochi sanno – ha evidenziato Arnaù – che c’è un centinaio di vangeli non ufficiali. Solo quattro sono stati designati come vangeli ufficiali dalla Chiesa”. C’è comunque “una ricerca storica molto accurata” e “penso – ha aggiunto l’autore – che chi ha una credenza religiosa non venga disturbato. Negli ultimi tre mesi – ha raccontato – ho scritto il libro insieme a un rabbino che ha corretto con me le parti riguardanti la religione ebraica. Sappiamo che per gli ebrei Gesù non è il Messia e il dibattito tra noi è stato pure abbastanza pesante. Alla fine è venuto fuori un libro in cui c’è anche tutta la tradizione ebraica con frasi in ebraico e parti legate al quotidiano”.
Per Arnaù “è un libro curioso, ricco di storia e con tante storie dentro. Va bene – ha concluso – sia per chi vuole leggere un romanzo sia per qualcuno che vuole andare alla ricerca di qualcosa di diverso”.

(ITALPRESS).

Diritto d’autore, Siae “Corte Ue offre opportunità per regole chiare”

ROMA (ITALPRESS) – “La SIAE si dichiara perfettamente in linea con la posizione espressa poco fa dal Sottosegretario Mazzi a seguito dell’odierna sentenza della Corte Europea sulla gestione collettiva del diritto d’autore”. Lo dichiara Salvatore Nastasi, presidente della Siae che aggiunge: “La pronuncia della Corte rappresenta infatti un’opportunità per definire regole chiare ed evitare possibili disparità tra gli attori coinvolti. Disporre di regole chiare in cui operare a tutela di tutti i nostri autori, nessuno escluso, costituisce senz’altro un vantaggio per la SIAE.
E’ un intervento che ci viene chiesto dall’Europa, ma soprattutto lo esige il comparto della creatività italiana, che può continuare a crescere solo se il diritto d’autore viene adeguatamente protetto, fuori e dentro i nostri confini”.
-foto ufficio stampa Siae-
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Geolier insieme a Ultimo con “L’ultima poesia”

ROMA (ITALPRESS) – Due icone dell’attuale panorama musicale italiano, due top player nel loro genere, capaci di collezionare un successo dopo l’altro: fuori stasera un’ora dopo la mezzanotte “L’ultima poesia” (Warner Music Italy), il nuovo singolo di Geolier, che lo vede insieme a Ultimo, per una collaborazione inedita dal risultato straordinario. In quello che sembra essere il sequel naturale di “I P’ ME, TU P’ TE”, il flow di Geolier traina l’anima cantautorale di Ultimo, tanto da portarlo a registrare la sua voce per la prima volta in napoletano, omaggiando così la città che il cantautore romano ha più volte definito la sua seconda casa, Napoli. Quello che ne deriva è una canzone il cui risultato non poteva che essere straordinario.
Un brano intenso, figlio di un’amicizia e di una grande stima reciproca – che ha visto gli artisti negli ultimi anni incontrarsi spesso tra Roma e Napoli -, ma anche da una richiesta costante che arriva dalle fanbase di entrambi.
Un feat inedito, in cantiere già dallo scorso autunno, che segna una nuova collaborazione di Ultimo con un artista italiano dopo a 6 anni. E’ atteso dai media da maggio dell’anno scorso, quando – come successo di nuovo nelle ultime settimane – vociferavano di una possibile hit in arrivo, avendoli visti insieme a Napoli.
La traccia potentissima, prodotta da Takagi & Ketra, fonde due mondi diversi, ma mai così complementari. I due artisti si contaminano, nella melodia così come nelle parole, per un brano che narra della fine di un amore senza cui però non si riesce a stare.

foto: ufficio stampa Help PR & Media Relations
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Treccani presenta “La promessa della Madre – Dall’Appennino al Mediterraneo, viaggio tra i paesaggi e le opere dell’Acquedotto Pugliese”

ROMA (ITALPRESS) – L’acqua è un bene prezioso e non va sprecato: a livello globale la carenza idrica riguarda già 1 miliardo di persone, che saliranno a 1,7-2,4 miliardi nel giro di 30 anni.
Per sensibilizzare l’attenzione sulla crisi idrica mondiale – siamo infatti decisamente lontani dall’obiettivo 6 per lo Sviluppo Sostenibile, ovvero acqua e sanità per tutti entro il 2030 – la Treccani ha realizzato, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, un libro unico nel suo genere: La Promessa della Madre – Dall’Appennino al Mediterraneo, viaggio tra i paesaggi e le opere dell’Acquedotto Pugliese, fotografie e diario di viaggio dello scrittore e fotografo Carlos Solito. L’opera è stata presentata a Roma nella sede di Treccani.
Un viaggio affascinante, attraverso i luoghi dell’Acquedotto Pugliese (AQP) e gli oltre 33mila chilometri della sua rete, che serve più di 4 milioni di persone; un racconto che svela il prezioso tesoro d’acqua dalle sue lontane sorgenti in Irpinia fino a raggiungere capillarmente ogni angolo della siccitosa Puglia.
Con l’avvio lavori nel 1906, quella dell’Acquedotto Pugliese è un’opera ingegneristica dal valore storico inestimabile, che percorre i luoghi più suggestivi di più di una regione e dove in Puglia è divenuta sinonimo stesso di acqua e, quindi, di vita.
Le fotografie e i testi di Carlos Solito guidano il lettore alla scoperta delle più iconiche e importanti bellezze naturali e opere d’ingegneria idraulica dell’Acquedotto Pugliese, dalle sorgenti Sanità e del Basso Calore a Caposele e Cassano Irpino. Dal cuore dei monti dell’Irpinia, in pieno Appennino Campano, tra vette calcaree, altipiani carsici e boschi millenari, la possente opera ingegneristica punta a est, verso Bari e il Mediterraneo, percorrendo una varietà di luoghi suggestivi tra Campania, Basilicata e – soprattutto – Puglia. Un viaggio dal sapore biblico durato mesi che già dai primi passi è una vera e propria esplorazione, cominciando dalle pance dei monti Picentini tra voragini e grotte attraversate da fiumi sotterranei (le vere e proprie fabbriche degli acquiferi carsici). Successivamente il tracciato – ideato e realizzato dallo scrittore e fotografo pugliese – sale e scende per montagne, si addentra in valli teutoniche, si perde in selve ombrose nelle quali sprofondano antri oracolari e caverne decorate da stalattiti e stalagmiti, per poi ritrovare il percorso giusto tra borghi medievali, turriti manieri federiciani, fiumi e cascate schiumose, soleggiate distese di grano, candidi centri storici tinti con latte di calce, fino a Santa Maria di Leuca dove l’acqua madre “partorita dall’Appennino” si ricongiunge al Mediterraneo.
Un itinerario arcano e commosso continuamente punteggiato da monumentali ponti canale (ma anche gallerie, trincee, sifoni, impianti di sollevamento, invasi, torrini piezometrici, le immancabili fontanine in ghisa, i palazzi d’ispirazione romanica) e modernissimi impianti che evocano metafore arturiane, leggendarie intuizioni, nobile ingegno, tenaci intenzioni, grazie alle quali, oltre un secolo fa, è stata sconfitta la sete in Puglia.
L’Acquedotto Pugliese rappresenta oggi un esempio virtuoso di tutela e sviluppo della risorsa idrica a beneficio delle comunità, attraverso una rete a sei diversi schemi interconnessi, che rimane un unicum per complessità nel panorama nazionale ed europeo. L’impegno di AQP si rinnova ogni giorno, grazie a costanti interventi innovativi di efficientamento dell’infrastruttura, che hanno permesso di tutelare l’acqua, limitare i consumi energetici e preservare l’ecosistema; alla mappatura costante dei rischi climatici; a un piano di investimenti pluriennali. Perché oggi l’Acquedotto Pugliese è impegnato su più fronti, dalla salvaguardia della risorsa attraverso ampi programmi di riuso e recupero all’individuazione di nuova acqua per il futuro, dalla transizione ecologica a quella digitale.
“La Promessa della Madre – ha dichiarato Massimo Bray, direttore generale della Treccani – non è soltanto un’opera d’arte ma anche una testimonianza del valore sociale della nostra missione: valorizzare i tesori più preziosi dell’Italia e sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi problemi del mondo contemporaneo, come la scarsità dell’acqua”.
Secondo Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto Pugliese, “con immagini spettacolari e maestria narrativa, Carlos Solito guida il lettore attraverso un percorso in cui l’acqua emerge come simbolo tangibile di storia e di un patrimonio ingegneristico unico. Un’opera storicamente votata alla tutela dell’ambiente ma anche alla cultura economica e sociale di un luogo. Questo libro illustra e rivela il legame profondo tra l’acqua, la terra e gli abitanti della Puglia e rende onore alle persone che da oltre un secolo si prendono cura dell’Acquedotto Pugliese. Grazie a Treccani per il magistrale lavoro editoriale”.
Il viaggio de La Promessa della Madre racconta una storia che, con l’arrivo dell’acqua, ha dato il via al riscatto della Puglia. “L’ultimo secolo di storia di questa terra – ha commentato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che di AQP è azionista unico – è intrinsecamente legato all’Acquedotto Pugliese. L’arrivo dell’acqua ha prima liberato la nostra gente da sete e malattie e poi generato sviluppo, fino a portarci a essere un modello per il Paese e il Mediterraneo.
Acquedotto Pugliese oggi è servizio di qualità, tutela dell’ambiente e persino turismo. Basta pensare alla Ciclovia dell’acqua. E quello che ci rende più orgogliosi è che tutto questo è un patrimonio di tutti i pugliesi, la dimostrazione che il pubblico può e deve funzionare”.
“Questo libro è il risultato di numerosi incontri, riflessioni, sogni che non sono mai abbastanza. È iniziato quando da bambino presi a chiedermi da dove venisse l’acqua della fontanella di ghisa del Quartiere delle Ceramiche a Grottaglie ed è proseguito quando, tre anni fa, ho deciso di compiere fisicamente il viaggio dell’acqua attraverso le opere dell’Acquedotto Pugliese”, ha dichiarato l’autore Carlos Solito. “Dall’Appennino al Mediterraneo, dalle sorgenti del Sele – in Irpinia – a Santa Maria di Leuca, mi sono fatto testimone di un verbo primordiale, colmo di riflessivi silenzi
che contemplano antichi segreti e comuni verità, quelle dell’acqua, la Madre delle madri”.
-foto ufficio stampa Treccani-
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Claudio Baglioni nominato da Mattarella Cavaliere di Gran Croce

ROMA (ITALPRESS) – Cavaliere di Gran Croce, Ordine al Merito della Repubblica – primo tra gli Ordini cavallereschi nazionali – è la più alta e importante onorificenza concessa e conferita dal Presidente della Repubblica a Claudio Baglioni, per benemerenze acquisite in campo artistico, professionale, sociale e umanitario. In ben sessant’anni di prestigiosa carriera, grazie a un linguaggio sempre ispirato, poetico, intenso – sia nella musica che nelle liriche – Baglioni è divenuto interprete e portavoce, tra i più raffinati e amati, di importanti valori morali, umani, civili e sociali, riuscendo a coinvolgere, far riflettere e appassionare generazioni, culture e visioni esistenziali talvolta profondamente diverse tra loro.
Una testimonianza particolarmente significativa di valori fondamentali quali l’amore, la libertà, la dignità e l’inviolabilità della persona umana, i diritti civili, l’integrazione – unica risposta efficace alla ferale incultura della disintegrazione – lo spirito europeista – testimonianza culminata in un concerto esclusivo tenuto davanti al Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria – la solidarietà – attraverso la partecipazione a tutte le più importanti iniziative nazionali e internazionali – e la pace, più volte pubblicamente testimoniata e invocata in molti, appassionati, interventi autografi sulle pagine dei principali organi di informazione del nostro Paese.

Foto: ufficio stampa Parole e d’Intorni

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Daniele Silvestri, “Il cantastorie recidivo” in tour estivo

MILANO (ITALPRESS) – “Il Cantastorie recidivo” diventa itinerante: il nuovo live di Daniele Silvestri, fino ad aprile stabile a Roma con ben 30 repliche, in estate proseguirà il suo viaggio. I festeggiamenti per i primi 30 anni di carriera dell’artista, partiti con 30 concerti (quasi tutti sold out) nella Capitale, continueranno in tutta Italia.
Il live avrà una forma più intima con una speciale formazione in trio per regalare al pubblico una versione nuova dei suoi brani.
“Il Cantastorie recidivo” nasce per celebrare 30 anni di musica. 30 anni durante i quali Silvestri ha dimostrato una sensibilità particolare nel raccontare le storie della vita quotidiana, affrontando tematiche sociali e politiche in modo diretto e poetico. Storie che hanno descritto in maniera sincera, ironica e romantica il nostro paese e chi lo abita. Una combinazione di talento artistico, impegno sociale e versatilità stilistica, che lo hanno reso una figura tra le più significative della scena musicale italiana.
Intanto Silvestri si è lanciato in una nuova sfida: “Le cose che abbiamo in comune”, il suo primo podcast, in registrazione durante i suoi live a Roma, prodotto da Fandango. Il progetto vede l’artista ritagliarsi una parentesi durante i concerti romani e, accompagnato in ogni puntata da un ospite diverso, raccontare insieme scorci di vita, aneddoti, ricordi e riflessioni. Alternando racconto e musica, ironia e pensiero, applausi e silenzi attenti, Daniele si mostra in una veste inedita, perfetto padrone di casa e anche ‘conduttorè di un nuovo modo di fare talk show.
-foto ufficio stampa Daniele Silvestri-
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Torna “Sandokan” con Can Yaman, riprese a fine aprile

ROMA (ITALPRESS) – Cominceranno a fine aprile le riprese di “Sandokan”, una serie evento internazionale prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. La serie, adattamento della storica saga scritta da Emilio Salgari, vedrà protagonista l’attore turco Can Yaman nel ruolo del protagonista. Le riprese si terranno anche in Calabria, dove – nell’area industriale di Lamezia Terme, che farà da scenografia per parte delle riprese – è da poco iniziata la ricostruzione della colonia inglese di Labuan, il luogo dove Salgari ambientò i romanzi del ciclo malese. Lux “approda” per la prima volta in questa regione, con il sostegno della Film Commission e della Regione Calabria, partner cruciali per l’operazione.
“Sandokan è un progetto di grande intrattenimento che farà sognare gli spettatori conducendoli in mondi lontani e incontaminati, raccogliendo tutta la famiglia davanti alla tv – ha dichiarato Luca Bernabei, Amministratore Delegato di Lux Vide – La serie ha attraversato un lungo processo di sviluppo che ci ha permesso di adattare l’iconica saga di Sandokan in una serie tv internazionale con un approccio fortemente contemporaneo”.
Anche Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, ha espresso la propria soddisfazione: “Torna Sandokan! La gioia dell’annuncio dell’inizio delle riprese si unisce a quella per il ritorno di un titolo straordinario della storia della Rai in una versione totalmente rinnovata. Un grande evento che illuminerà la prossima stagione del servizio pubblico”.
“Si tratta di un importante progetto che la Fondazione Film Commission ha deciso di sviluppare, sia dal punto di vista industriale quanto promozionale, con un partner di primo livello nel settore dell’audiovisivo – ha aggiunto Luciano Vigna, Direttore Generale della Calabria Film Commission. – Con il backlot della Lux che ospiterà le scenografie della prestigiosa serie si inaugura una prima fase di costruzione degli Studios cinematografici nella zona industriale ex Sir di Lamezia Terme che, parallelamente, in questi giorni ha dato il via alla cantierizzazione dei teatri di posa e degli studi di post-produzione. Le riprese della serie interesseranno anche altre località della regione, lungo le coste e nelle aree interne, così da consentire una più ampia promozione dell’immagine e del paesaggio della nostra bellissima Calabria”.
-foto ufficio stampa Lux Vide-
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“112 – Le notti del Radiomobile”, la Rai racconta l’Arma al servizio dei cittadini

ROMA (ITALPRESS) – Quegli inseguimenti sembrano scene tratte da una delle tante serie che affollano le piattaforme televisive. Invece gli interventi che vedremo (da oggi su RaiPlay e da venerdì 22 marzo, in seconda serata, su Rai3) in “112 – Le notti del Radiomobile” sono veri. Sono quelli del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri così come Claudio Camarca li ha raccontati dopo essere stato con i militari a bordo delle gazzelle durante i loro turni di lavoro a Roma, Napoli e Milano. Quello che ne esce è la fotografia di una presenza confortante e di prossimità al servizio della richiesta di sicurezza dei cittadini.
«La storia gloriosa dell’Arma di è intrecciata in diverse occasioni con quella della Rai. Ieri come oggi per noi, in quanto Servizio Pubblico, è un dovere ricordare agli italiani l’impegno quotidiano dei carabinieri – osserva il direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini – Nelle diverse epoche il racconto ha preso le forme più varie, dalla fiction al reportage, dal podcast alla docu-serie ma l’immagine dell’Arma è rimasta immutata e il carabiniere rimane un eroe moderno. “112 – Le notti del Radiomobile” rappresenta la strada su cui vuole andare la Direzione Approfondimento della Rai».
Per il colonnello Stefano Romano, capo ufficio cerimoniale del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, «il merito di questa docu-fiction è restituire in maniera condensata ciò che avviene su tutto il territorio perchè, a parte la densità, non c’è differenza tra un paesino del Trentino o della Sicilia e una grande città. Quello del Nucleo Operativo Radiomobile è un servizio importante per il cittadino che prescinde dagli orari perchè, quando c’è la necessità, ci deve essere sempre qualcuno dei nostri 10 mila ragazzi pronto a intervenire».
Come, ad esempio, il maresciallo Federica Strano che, in “112 – Le notti del Radiomobile”, vedremo impegnata nel salvataggio di un neonato dalla violenza del padre: «Di eventi così, per fortuna, non me ne sono successi molti. Io non ho figli ma un giorno forse potrei averne e in quel momento ho pensato che mai un bambino dovrebbe subire una cosa del genere. Si trattava – aggiunge – di una situazione di degrado che ha avuto sviluppi ma quella sera sono tornata a casa con la consapevolezza che eravamo serviti a qualcosa».
I codici rossi purtroppo sono, in realtà, molto più frequenti di quanto si possa immaginare. Basti pensare ai 315 casi di femminicidio registrati nel 2023: «Se c’è un filo rosso che lega le città di cui abbiamo parlato è l’incidenza dei codici rossi. Ne abbiamo almeno due per puntata – racconta Claudio Camarca – La capacità dei radiomobilisti in questi casi è la vicinanza ma anche capire quando devono fare un passo indietro e, magari, convincere il cittadino ad aspettare lo psicologo o convincere una donna a denunciare il compagno che la stava massacrando di botte. Non è facile arrivare a 180 km all’ora, entrare in casa e recuperare la capacità di ascolto necessaria». Per Camarca, inoltre, «dalle sei puntate viene fuori l’impunità che si respira nelle nostre città. Spesso chi viene fermato dai carabinieri fa finta di non capire che ha oltrepassato il limite della giustizia o si rapporta loro con la sensazione che tanto non gli succederà nulla. E’ capitato, ad esempio, con un tizio fermato in possesso di sostanze stupefacenti che ha guardato i carabinieri come se non avesse fatto nulla di grave, o con un deficiente che era passato a 160 km all’ora con tre semafori rossi perchè, ha detto, doveva portare i supplì caldi alla sua compagna. Molti percepiscono le regole come un intralcio alla propria libertà personale, assistiamo a una de-adultizzazione del cittadino».
“112 – Le notti del Radiomobile” è un’idea di Claudio Camarca (che ne è anche regista), scritta con Nicola Vicinanza, prodotta da Alessandro Lostia per Indigo Stories e realizzata in collaborazione con il Comando Generale dei Carabinieri.
-foto ufficio stampa Carabinieri-
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