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Paolo Virzì torna al cinema con “Un altro Ferragosto”

ROMA (ITALPRESS) – Arriva al cinema dal 7 marzo, “Un altro ferragosto”, il nuovo film di Paolo Virzì, prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution. Seguito dell’acclamato Ferie d’Agosto del 1996, film cult che valse a Paolo Virzì il David di Donatello come Miglior Film, Un altro ferragosto vede il ritorno a Ventotene delle due famiglie di villeggianti, i Molino e i Mazzalupi. “Riunire la gloriosa banda degli interpreti, mescolandola ai nuovi formidabili ingressi, mi elettrizza” aveva dichiarato Paolo Virzì poco prima di iniziare a dirigere un cast stellare composto da Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel, con la partecipazione di Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani, Agnese Claisse. E che vede tra gli altri interpreti: Gigio Alberti, Claudia Della Seta, Lorenzo Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Lele Vannoli, Silvio Vannucci.

Foto: ufficio stampa Paolo Virzì

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Sanremo, Diodato “Vivo con leggerezza il mio ritorno al festival”

MILANO (ITALPRESS) – Quattro anni dopo la vittoria con “Fai rumore”, Diodato torna al Festival di Sanremo con “Ti muovi”. “Quando ho sentito i violini dell’arrangiamento ho capito che ero riuscito a raccontare l’abbandono e la gioia emotiva e mi sono reso conto che l’Orchestra di Sanremo avrebbe nobilitato il brano”, racconta il cantautore. “A quel punto ne ho parlato serenamente con i miei collaboratori perchè tornare al Festival dopo “Fai rumore” poteva essere una responsabilità. E’ una situazione che, però, sto vivendo con leggerezza e sono molto contento di partecipare”, continua il cantante. Che tipo di responsabilità? “Non m’interessa il confronto tra i due pezzi. Vivo “Ti muovi” come un passaggio necessario: sono sereno e spero di rimanere così per i prossimi 10 giorni. L’unica cosa che mi fa pensare è che “Fai rumore” è diventato un brano importante per tante persone, mi piacerebbe capitasse anche stavolta”, sottolinea.
“”Ti muovi” è una ballad nata quando mi sono interrogato su una cosa che stava nascendo dentro di me. Ho sentito il riemergere di alcune sensazioni che pensavo di avere superato, una perdita di equilibrio che è naturale affrontare muovendosi. Credo che rappresenti ciò che sono in questo momento della mia vita, la mia visione del fare musica e di liberarmi ancora di più”, spiega Diodato che ha scritto testo, musica e arrangiamento del brano curandone la produzione artistica con Tommaso Colliva. “Il testo è un dialogo con qualcuno, ma anche con se stessi. Credo ci sia un messaggio di speranza, quello di vivere pienamente una sensazione”, aggiunge il cantautore che nella serata del venerdì ospiterà Jack Savoretti con cui duetterà su ‘Amore che vieni, amore che vaì di Fabrizio De Andrè, uno dei brani che hanno ispirato il suo percorso. “In questo voler raccontarmi ho voluto ritornare all’inizio di un viaggio: stavo scrivendo il mio primo album e mi resi contro che mi sentivo rappresentato dalle parole di quella canzone”, racconta Diodato che ne fece un singolo scelto poi da Daniele Luchetti per la colonna sonora di ‘Anni Felicì.
“Portandolo all’Ariston ripercorro questi dieci anni e ricordo anche i 25 anni dalla scomparsa di De Andrè. Per il duetto è venuto subito fuori il nome di Savoretti: le sue origini genovesi e il suo amore per De Andrè mi hanno fatto pensare che fosse una buona idea proporglielo”, spiega il cantautore che all’Ariston ha esordito 10 anni fa tra i giovani con ‘Babilonià. “Spero di essere cresciuto da allora, di affrontare il Festival con meno ansia e di avere sul palco una faccia più tranquilla di allora (sorride) – aggiunge -. Quella è stata comunque un’esperienza meravigliosa, A Sanremo eravamo in 18, tutti quelli che avevamo creduto nel mio progetto e ci siamo divertiti”. Anche stavolta, rivela Diodato, “c’è una bella aria, come quella di un festival estivo in cui ci si incontra. Certo, avvicinandosi la gara le cose poi si trasformeranno”, dice. “Se sento la gara? Io non sono per nulla competitivo e non credo che la musica debba esserlo. La competizione è sempre con se stessi. Ogni forma d’arte è una testimonianza di un vissuto, una sorta di appuntamento”, riflette Diodato cui piacerebbe farsi presentare “da qualche amico”, e allo stesso modo presentare degli amici. “Chi? Diciamo Negramaro o Mahmood!”.
-foto ufficio stampa Diodato-
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Pet Shop Boys, ad aprile il nuovo album “Nonetheless”

MILANO (ITALPRESS) – I Pet Shop Boys danno il via al 2024 con l’annuncio sia della pubblicazione di un nuovo album in studio di 10 tracce, dal titolo “nonetheless”, in uscita il 26 aprile su etichetta Parlophone Records che di cinque show alla Royal Opera House di Londra a luglio.
L’album è il primo del duo con il produttore James Ford, che ha già lavorato con artisti del calibro di Arctic Monkeys, Depeche Mode, Blur, Gorillaz e Simian Mobile Disco.
Il singolo “Loneliness”, che i PSB descrivono come “musica di un certo livello con un testo riflessivo”, è ora disponibile in formato digitale e sarà pubblicato in formato CD singolo il 16 febbraio.
-foto ufficio stampa album Pet Shop Boys-
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Amadeus “Sanremo è come una casa spaziosa e piena di stanze”

MILANO (ITALPRESS) – “Non ho mai cercato scorciatoie. Nè ho mai voluto compiacere nessuno. Non ho mai detto per chi voto proprio per non essere etichettato. Mi faccio guidare sempre dalle mie sensazioni. Dallo stomaco e dal cuore. E lavoro solo per il bene dello spettacolo e del pubblico. A 61 anni, poi, non ho nessuna intenzione di andare in pensione”. Così Amadeus nell’intervista pubblicata da Vanity Fair. Poi parlando del Festival di Sanremo lo paragona a “una casa spaziosa e piena di stanze. Ogni canzone sarà una stanza diversa. Un tempo i cantanti arrivavano sul palco per tre, quattro minuti. Oggi, ogni esibizione è uno show. Il palcoscenico non avrà nulla da invidiare alle produzioni televisive americane”. Parlando degli haters, il direttore artistico e conduttore afferma: “Io non leggo mai i commenti sui social, mai! E lo dico sempre ai miei figli: non focalizzatevi sull’odio, sui commenti negativi. Non permettete agli altri di dire cosa è sbagliato per voi, come dovete amare, pettinarvi, vestirvi. Se mi dicono che indosso una brutta giacca, io la sera dopo ne metto un’altra uguale”.
Alla domanda su cosa gli ha detto l’astrologo di questo Sanremo, risponde: “Non glielo dirò mai! Sono superstizioso. Diciamo che mi ha detto che condurrò il quinto fino alla fine”. Parlando dei colleghi che stima, Amadeus risponde con par condicio: “Fiorello. Il suo Viva Rai2! è geniale: in America sarebbe un cult come Jimmy Fallon. Solo a lui poteva riuscire un varietà per strada e per di più al mattino. E della concorrenza ammiro Maria De Filippi: c’è un grande lavoro, ci sono belle idee dietro Cè posta per te e Amici”. Alla domanda su dove si vede tra dieci anni, Amadeus risponde con una battuta: “Al Festival di Sanremo. Con Fiorello, ovviamente”.

foto: Agenzia Fotogramma

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Cinecittà, Sangiuliano “Abbiamo impresso svolta attuando progetto Pnrr”

ROMA (ITALPRESS) – Una lunga e articolata visita a Cinecittà per verificare lo stato di attuazione del progetto PNRR. Dallo studio 7, il cui recupero si è concluso, al cantiere dei nuovi studi.
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha trascorso buona parte della mattinata negli studi cinematografici di Cinecittà, a Roma, accompagnato dall’Amministratore delegato di Cinecittà Spa, Nicola Maccanico, dal presidente Chiara Sbarigia, dai componenti del Cda, Federico Bagnoli Rossi, Isabella Ciolfi, Giuseppe De Mita, e dal Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni. “Cinecittà è un’assoluta eccellenza nel panorama europeo e globale. I numeri generali della struttura parlano di un successo che continua a crescere nel tempo, sia come occupazione di tutti i teatri di posa, +75% negli ultimi 2 anni, sia nelle richieste e nelle prenotazioni da parte di produzioni straniere, sia nel bilancio, dal 2022 tornato in attivo” ha dichiarato il Ministro a margine della visita.
“Cinquanta grandi produzioni nazionali e internazionali dal settembre 2021 sono atterrate negli studi di via Tuscolana grazie all’affidabilità, alle alte professionalità, a una location invidiabile, e a un aggiornamento tecnologico promosso con il nuovo Piano industriale. Insieme a Cinecittà tutta l’industria cinematografica italiana sta tornando da protagonista in un momento di forte crescita del comparto dell’audiovisivo. Sono venuto a verificare lo stato di attuazione degli interventi previsti dal Pnrr e siamo addirittura in anticipo sulla tabella di marcia. Il Ministero continuerà a stare accanto a Cinecittà e non farà mancare le risorse in questo momento importante per tutto il mondo del cinema italiano” ha concluso Sangiuliano. Anche nel PNRR sono previsti dei fondi speciali per lo sviluppo degli Studi che porteranno nel 2026 ad avere a Cinecittà 25 teatri attivi e un aumento di oltre il 60% della capacità produttiva.
Sono state rispettate le procedure e le tempistiche necessarie al raggiungimento degli obiettivi e siamo perfettamente in linea con il cronoprogramma previsto dagli investimenti del PNRR, entro giugno 2023 sono stati firmati tutti i contratti con le società assegnatarie, nei tempi previsti. In particolare, il piano porterà alla costruzione di 5 nuovi teatri di posa, alla ristrutturazione di 4 teatri esistenti, alla razionalizzazione del backlot (l’area destinata ai grandi set esterni degli Studi).
Sono previsti, inoltre, la ristrutturazione e l’efficientamento di tutti i teatri, il potenziamento digitale degli interi stabilimenti, l’ampliamento dei servizi a supporto delle produzioni e un programma di sostenibilità ambientale dal nome ‘Cinecittà REgeneration’, che ha l’obiettivo di ridurre progressivamente l’impatto ambientale e raggiungere le zero emissioni nette.

foto: ufficio stampa Mic

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Dargen D’Amico pubblica il nuovo album “Ciao America”

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ROMA (ITALPRESS) – Dargen D’Amico, in gara alla 74ª edizione del Festival di Sanremo con il brano “Onda Alta”, pubblica venerdì 2 febbraio il nuovo progetto discografico “Ciao America” (Island Records). Uno spaccato di questi giorni, una fotografia del mondo attuale, fatto di poche certezze, molti dubbi e contraddizioni dolorose. Il progetto è figlio del lavoro creativo che da sempre spinge Dargen D’Amico a scrivere parole sulla musica, nel tentativo di dare un ordine al vortice di pensieri della mente umana, affrontando spesso anche temi di attualità ma sempre con piglio ironico e riflessivo. È una costante la capacità dell’artista di attingere alla tradizione cantautorale italiana, restando però focalizzato su una continua e instancabile ricerca che passa attraverso i generi – dall’elettronica, al pop, alla musica classica. Questo nuovo progetto discografico trova soluzioni sorprendenti, confermando il talento dell’artista nel fondere sonorità eterogenee e nel muoversi dentro la musica giocando col senso delle parole.

foto: ufficio stampa Dargen D’Amico

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Arriva su Rai 1 la miniserie “Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – Il proposito, dice Agostino Saccà, è quello di “togliere la polvere dal Risorgimento. Una polvere che è la retorica che lo ha fatto diventare noioso anche per i giovani che, invece, ne dovrebbero essere orgogliosi”. Per farlo, Saccà ha prodotto con la sua Pepito Produzioni, in collaborazione con Rai Fiction, “Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia”, miniserie che Rai1 proporrà lunedì 12 e martedì 13 febbraio (in prima serata), subito dopo la fine del Festival di Sanremo che, si sa, è ahimè una delle poche cose, insieme alle vittorie come quella di ieri di Jannik Sinner, a solleticare il sentimento patriottico degli italiani. Il protagonista della miniserie è nel titolo: è quel Goffredo Mameli che, nel 1847, scrisse il testo (poi musicato da Michele Novaro) del “Canto degli italiani”, quello che tutti conosciamo come Inno di Mameli e che, da inno nazionale provvisorio della Repubblica Italiana nel 1946, nel 2017 è stato ufficialmente riconosciuto per legge quale inno nazionale della Repubblica. Una vita, quella di Mameli, breve ma intensa (morì non ancora ventiduenne a causa di una ferita a una gamba rimediata in battaglia) che Rai Fiction e Pepito hanno deciso di raccontare trattandolo come una sorta di “prima rockstar della storia”: “Abbiamo cercato una chiave popolare che potesse permetterci di entrare in un momento fondante della storia del nostro Paese – spiega la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati – è quella di una ragazzo di 19 anni che scrive l’inno che noi ancora cantiamo e muore a quasi 22 per difendere una patria che ancora non c’era, per il sogno di un’Italia unita che è costata la vita a tanti altri giovani”. Non solo: “Celebriamo la gioventù ricca di sogni e di passioni, la vita di un ragazzino che si butta in battaglia senza alcuna esperienza, e insieme il tema dell’amicizia e della passione che allora avevano un timbro diverso da oggi”. Certo, come in ogni fiction che si rispetti, c’è quale forzatura ma, assicura Saccà (che, restando in tema di storia, sta lavorando a un film sulla misteriosa morte di Cavour), “il film è rigorosamente fedele alla storia, due consulenti storici hanno dato la loro approvazione. Le piccole libertà che erano necessarie non tradiscono la sostanza del personaggio e di ciò che succede, c’erano già anche le storie d’amore”. Ad interpretare Goffredo Mameli è Riccardo De Rinaldis Santorelli, volto emergente della fiction che, alla definizione di “rockstar”, preferisce quella di “popstar” e che dice: “Di Mameli sapevo veramente poco poi, studiando, ho scoperto l’essenza di questa persona meravigliosa. Lui ha scritto il Canto degli italiani per far capire alla gente che non erano da soli. Piange, gioisce, ama: è un ragazzo che crede nell’amicizia, nell’uguaglianza e nella libertà e sfrutta la fama che ha acquisito per fare l’Italia e gli italiani”. I registi Luca Lucini e Ago Panini aggiungono: “Ci è sembrato affascinante raccontare quell’età in cui tutto è possibile. E’ solo grazie alla sua energia, alla sua passione e alla sua voglia di cambiare il mondo che Mameli è riuscito a trasmettere il suo desiderio a tutti fli italiani di quel momento. Grazie a questa miniserie facciamo scendere dai piedistalli i nomi dei busti e delle strade e scopriamo che erano veri”. Ragazzi come Nino Bixio (Amedeo Gullà), amico fraterno di Mameli; Geronima Ferretti (Barbara Venturato) e Adele Baroffio (Chiara Celotto), entrambe legate a Goffredo da un grande amore. “Bixio è un ragazzo che cresce solo, ha una grande forze e grandi ideali ma diventa completo solo incontrando Goffredo, ciascuno assorbe qualcosa dall’altro” afferma Gullà per il quale “è facile essere italiani quando si vince ma credo che in questo momento, in cui c’è molto individualismo, questo film possa aiutare a riscoprire un senso di comunità e di unione”. All’osservazione secondo la quale “Mameli” sia un titolo che strizza l’occhio alla Rai meloniana (arrivando tra l’altro insieme a “La Lunga Notte” sulla caduta del fascismo), Maria Pia Ammirati risponde di “non poter condividere l’idea di una teoria politica della programmazione. La miniserie arriva dopo Sanremo perchè è uno dei momenti in cui il senso di unità nazionale è più presente. L’anno scorso il Festival è stato aperto dall’Inno di Mameli”. Lapidario Saccà: “Non capisco perchè Mameli debba avere questo pregiudizio. Mameli è di tutti. Inoltre la sua è stata la prima tessera del partito d’azione, fondato da Mazzini a Roma. Se qualcuno ne ha bisogno, vada a studiarselo”.

foto: ufficio stampa Rai

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E’ morta Sandra Milo, musa di Fellini tra cinema e tv

ROMA (ITALPRESS) – E’ morta all’età di 90 anni Sandra Milo, una delle attrici più popolari del cinema italiano. E’ stata la musa di Federico Fellini, per il quale recitò in “8 e mezzo” e “Giulietta degli spiriti”.
Pseudonimo di Salvatrice Elena Greco, era nata a Tunisi l’11 marzo del 1933 da padre siciliano e madre toscana. Difficile darne una definizione precisa perchè lei era tante cose: attrice, conduttrice, cantante ma, soprattutto, personaggio. Un episodio per tutti, il celebre “Ciro, Ciro”, gridato in diretta tv durante il programma “L’amore è una cosa meravigliosa” quando qualcuno le diede la notizia (falsa) che il figlio aveva avuto un incidente. Era il 1990 e la Milo aveva già alle spalle una lunga carriera cinematografica che, nel 2021, le è valsa il David speciale ai David di Donatello. L’esordio al cinema è del 1955. Salvatrice Elena Greco, questo il suo vero nome, recita accanto ad Alberto Sordi nel film “Lo scapolo” di Antonio Pietrangeli. Ha già alle spalle il primo matrimonio finito, quello con il marchese Cesare Rodighiero, contratto a soli 15 anni e dichiarato nullo dalla Sacra Rota. Dopo qualche altra pellicola di genere (la Milo, con le sue forme generose entra rapidamente nella categoria delle “maggiorate”), arriva il primo ruolo importante nel film “Il generale Della Rovere” (1959) di Roberto Rossellini con Vittorio De Sica. Seguono “Fantasmi a Roma” di Antonio Pietrangeli ma, soprattutto, “8½” (1963) e “Giulietta degli spiriti” (1965) di Federico Fellini del quale diventa la musa. Per entrambi i film vince il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista.
Dopo numerosi altri ruoli in cui viene diretta da registi come Dino Risi, Luigi Zampa e Luciano Salce, la Milo decide di rinunciare al cinema per dedicarsi alla famiglia. Nel frattempo, infatti, ha avuto una lunga relazione con Moris Ergas, da cui è nata la figlia Deborah, e si è sposata con Ottavio De Lollis con cui ha avuto gli altri due figli Ciro e Azzurra.
Nei primi anni Ottanta, dopo il ritorno al cinema, la Milo arriva in Rai. L’attrice conduce una rubrica nel programma “Mixer” di Giovanni Minoli poi la trasmissione pomeridiana per bambini “Piccoli fans”. Dopo la Rai arriva anche la Fininvest (oggi Mediaset) dove conduce (su Retequattro) “Cari genitori” e “Giorno di festa”.
Nel 2001 è di nuovo in Rai come opinionista de “La vita in diretta” durante il Festival di Sanremo. Due anni dopo Pupi Avati la vuole nel suo film “Il cuore altrove” e, da allora, ha continuato ad alternare l’attività televisiva, cinematografica e teatrale. In tv l’abbiamo vita, tra l’altro, nella settima edizione de “L’isola dei famosi”, in “Io e te” e in “Estate in diretta”. Al cinema è diretta da Gabriele Salvatores nel suo “Happy Family”. Il teatro, infine, la porta sul palco con “8 donne e un mistero”, “Il letto ovale”, “Fiori d’acciaio”, “Il club delle vedove” e “Una fidanzata per papà”. Nel 2023 la sua ultima apparizione tv, su Sky Uno, nel viaggio televisivo di “Quelle brave ragazze” accanto a Mara
Maionchi e Marisa Laurito.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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