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Morto il musicista Jimmy Villotti, collaborò con Dalla, Conte e Guccini

BOLOGNA (ITALPRESS) – E’ morto il musicista e chitarrista Jimmy Villotti. Aveva 78 anni. Nel suo curriculum spiccano le collaborazioni con Lucio Dalla, Francesco Guccini, Ornella Vanoni, Sergio Endrigo e Paolo Conte.
“Con Villotti non se ne va solo un grande musicista, scompare un protagonista importante di Bologna e della nostra regione, un artista che è stato capace di raccontare e interpretare la vita culturale senza mai dimenticare le proprie origini – affermano
il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore alla Cultura, Mauro Felicori”. Villotti era anche
autore, scrittore, animatore del mondo musicale fin dai primi anni Sessanta.
“Grande tra i grandi, Jimmy ha saputo portare un contributo fondamentale allo sviluppo musicale italiano come compositore e cantautore, nonchè al fianco di artisti quali Paolo Conte, Morandi, Lucio Dalla, Francesco Guccini, Ornella Vanoni e tanti altri, sempre con uno sguardo alla sua passione per la musica jazz. Ci mancherà e mancherà ai tanti che non sapevano di conoscerlo, ma che hanno amato i suoi fraseggi alla chitarra” concludono.
“Che dolore questa notizia. Se ne va un grande artista, un intellettuale, un innamorato di Bologna ma soprattutto un uomo gentile e leggero, come l’avrebbe descritto Italo Calvino, una grande persona, che ha dato un grande contributo alla musica italiana.Mi stringo alla famiglia e agli amici a nome di tutta la città. A lui dobbiamo molto. Addio Jimmy” ha dichiarato il sindaco di Bologna Matteo Lepore.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Time sceglie Taylor Swift come “persona dell’anno” 2023

NEW YORK (ITALPRESS) – E’ Taylor Swift la persona dell’anno 2023 della rivista Time. Lo ha annunciato il magazine americano.
“Taylor Swift mi sta raccontando una storia, e quando ti racconta una storia, tu ascolti, perchè sai che sarà bella, non solo perchè ha avuto una vita straordinaria, ma perchè è una narratrice straordinaria” scrive su Time Sam Lansky.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Ficarra e Picone tornano al cinema con “Santocielo”

ROMA (ITALPRESS) – Sarà nella sale a partire dal 14 dicembre “Santocielo”, il nuovo film con Salvo Ficarra, Valentino Picone, Barbara Ronchi, Maria Chiara Giannetta e Giovanni Storti per la regia di Francesco Amato, che è stato presentato alla stampa a Roma. La pellicola è stata prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film che lo distruibuisce, la Regione Siciliana Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo e Sicilia Film Commission.
Gli stessi Ficarra e Picone insieme al regista e a Davide Lanteri e Fabrizio Testini hanno scritto il soggetto e la sceneggiatura del film, girato tra Catania e Montalbano Elicona, che racconta come in paradiso decidano di mandare sulla terra un nuovo messia per risolvere la situazione del genere umano che sta andando alla deriva. Questa è l’ultima chance che Dio (Giovanni Storti) e l’assemblea del paradiso daranno all’uomo dopodichè l’ultimo atto sarà il diluvio universale, però senza arca.
“Tutto è nato da un desiderio che avevamo di fare un film sugli angeli. L’idea è arrivata di getto. Credo che lo sceneggiatore più importante del film sia il film che mentre scrivevamo ci suggeriva dove andare e cosa fare ed è nato sulla volontà di parlare di temi che sono all’ordine del giorno come l’amore” ha spiegato Ficarra in conferenza stampa a Roma.
“La domanda è: si può mettere una regola sul concetto di amore? Forse no”, aggiunge Ficarra. Sul tema della religiosità presente nel film ha spiegato “che viene fuori un aspetto interiore più che i dogmi. Quello che si affronta qui è il valore della preghiera”.
“Il film rivela che la saggezza ti impone di vedere una cosa in maniera naturale. L’amore è la cosa più naturale che possa esistere. E il film parla dell’eliminazione dei pregiudizi”, ha detto Picone che ha fatto riferimento anche all’aspetto provocatorio del racconto: “Abbiamo capito da subito che c’era la possibilità che all’interno della provocazione ci potessero essere delle possibilità di seminare dei punti interrogativi. Questo voleva fare il film, non seminare punti esclamativi. Poi abbiamo visto che veniva fuori un aspetto umano non indifferente”. Sul tema della religione Picone ha affermato “è sempre molto interessante perchè ti permette di scoprire che è molto più progredita di quello che pensiamo. Sono gli uomini che la rendono arretrata, ma siamo sicuri che sia molto più evoluta. A renderla antipatica certe volte siamo noi uomini, mettendo le solite barriere. Ecco perchè dicevo che il personaggio di Dio è figo perchè sarebbe divertente se fosse così”.
Il regista si è espresso sulle musiche scelte per accompagnare la storia e che sono state curate da Andrea Farri capace di interpretare “il film secondo alcuni argomenti per noi importanti e basici, cioè la favola, la magia e la magia del Natale. Gli ho fatto una richiesta di ritmo perchè volevamo che il film avesse una velocità di esecuzione nel racconto e quindi serviva questa brillantezza musicale”.
“Quello che mi ha divertito all’inizio e intenerito poi è che c’è stata cura nel raccontare come finisce una storia, con amore anche, attraverso una serie di avventure fantastiche. Questo è stato un altro tema molto bello da sviluppare”, queste le parole di Barbara Ronchi che su Ficarra e Picone ha detto: “Sono una loro ammiratrice perchè credo che riescano sempre a toccare dei punti politici della vita che viviamo, e di metterci di fronte a delle cose che vediamo, con grande ironia, leggerezza e puntualità ed è anche per questo che il film mi ha colpito quando l’ho letto perchè aveva un elemento di fantasia così grande che a un certo punto lo dimentichi perchè tutto il resto è reale”. Maria Chiara Giannetta invece, dal suo punto di vista, ha evidenziato come la storia racconti “altre forme di amore, che non sono scontate. E’ stato un percorso bello perchè da persona non credente ho affrontato un ruolo che mi chiedeva di andare incontro a un credo puro che ha Suor Luisa e alla crisi che deve affrontare dopo”.
A riassumere in breve il nocciolo del film è stato Giovanni Storti che ha accettato di partecipare per quanto risultasse folle la storia che “tocca tantissimi argomenti spiazzando in modo molto interessante”.
Riguardo al successo ottenuto dal film di Paola Cortellesi il duo comico si dice felice “per il cinema italiano e per Paola che ha fatto un film bellissimo. Dopo la pandemia c’è stato un momento in cui le sale hanno sofferto, però quando c’è qualcosa che riesce a scuotere il pubblico, il pubblico c’è. Ci auguriamo che questo possa accadere anche per questo film. Ma al di là dell’incasso, quando fai una cosa di cui sei orgoglioso come per questo film hai il piacere che venga visto e dibattuto perchè si pone l’ambizione di parlare di temi che sono all’ordine del giorno. Parla molto delle donne e alle donne, parla della condizione femminile”.
-foto ufficio stampa film –
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Giovan Battista Moroni in mostra alle Gallerie d’Italia di Milano

MILANO (ITALPRESS) – E’ dedicata a Giovan Battista Moroni la mostra che apre al pubblico dal 6 dicembre 2023 al 1° aprile 2024 alle Gallerie d’Italia di Milano, museo di Intesa Sanpaolo, il gruppo bancario guidato da Carlo Messina.
L’esposizione “Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo” a cura di Simone Facchinetti e Arturo Galansino, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è inserita nel programma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ed è realizzata in partnership con Accademia Carrara di Bergamo e Fondazione Brescia Musei.
La mostra, la prima dedicata alla carriera di Giovan Battista Moroni, presenta oltre 100 opere tra disegni, libri, medaglie, armature, ma soprattutto dipinti provenienti da prestigiosi musei internazionali quali la National Gallery di Londra, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, Gemàldegalerie – Staatliche Museen di Berlino, il Musèe du Louvre, il Museo Nacional del Prado, la National Gallery of Art di Washington e il Philadelphia Museum of Art.
Alle opere di Moroni si affiancano importanti testimonianze figurative di Lotto, Moretto, Savoldo, Anthonis Mor, Tiziano, Veronese e Tintoretto.
Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, afferma: “Siamo lieti di presentare un progetto espositivo di ampio respiro dedicato a Giovan Battista Moroni, che consente di riscoprire e ammirare negli spazi delle Gallerie d’Italia una delle pagine più belle e intense della pittura del Cinquecento lombardo e italiano. Questa iniziativa, cui hanno concorso importanti musei nazionali e internazionali, suggella l’impegno della nostra banca nella valorizzazione del patrimonio di Brescia e di Bergamo, nell’anno in cui sono state Capitale della Cultura italiana”.
La mostra è suddivisa in nove nuclei tematici, ciascuno dedicato ad un particolare aspetto della produzione artistica dell’artista lombardo. Il percorso inizia con un approfondimento della figura di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, il maestro di Moroni, di cui verranno esposte due testimonianze figurative capitali quali la Pala di Sant’Andrea e San Paolo caduto da cavallo. A partire dall’inizio degli anni ’40 del Cinquecento, Moroni è documentato nella bottega bresciana del suo maestro ed è proprio qui che inizia a raccogliere appunti grafici che andranno a costituire un prezioso taccuino di disegni, ricostruito in occasione della mostra.
Successivamente è possibile trovare una sezione di approfondimento su Lorenzo Lotto, molto attivo a Bergamo dove ha lasciato significative tracce del suo passaggio. Sia sul fronte delle invenzioni di soggetto sacro sia su quello del genere ritrattistico Lotto ha rappresentato per Moroni una continua fonte di ispirazione: ne sono testimonianza il confronto tra le due Trinità esposte in mostra e i cosiddetti ritratti “in azione”.
Segue un approfondimento sul contesto trentino della metà del Cinquecento a partire dal Ritratto di Cristoforo Madruzzo, il Principe-Vescovo di Trento dipinto da Tiziano nel 1552. Segue la comparazione tra il Ritratto di Alessandro Vittoria, scultore trentino, con il Ritratto di Giulio Romano di Tiziano. Chiude la sezione la cosiddetta Pala dei Dottori, un’opera pubblica commissionata a Moroni dalla corporazione dei legali e dei dottori per il proprio altare nella basilica di Santa Maria Maggiore, all’epoca sede delle sedute conciliari.
Moroni dedica un’ampia parte della sua carriera alla ritrattistica che viene approfondita in tutte le sue sfaccettature. Una delle sezioni della mostra espone i ritratti del potere, in particolare è possibile ammirare i ritratti di Tiziano e Tintoretto, in grado di valorizzare lo status del personaggio perdendone di vista le specificità individuali, in contrasto con quelli realizzati da Moroni che, nonostante fossero nati con lo scopo esplicito di esaltare il loro ruolo pubblico, non ha potuto fare a meno di restituirci l’aspetto umano. Esemplare in questo contesto “Ritratto di un Podestà” del 1560-65 proveniente da Accademia Carrara di Bergamo.
La sezione successiva, dedicata ai ritratti al naturale, indaga un aspetto peculiare della produzione moroniana. Questa tipologia di ritratto riproduce in maniera fedele, senza forme di idealizzazione le persone immortalate nei quadri. Moroni, tendenzialmente, costruisce dei set di posa sempre uguali – come facevano i fotografi nell’Ottocento – concentrando l’attenzione dell’osservatore sulla testa, lo sguardo, la posa delle mani e i dettagli della moda.
Moroni dedica parte della sua produzione ai ritratti delle personalità del suo tempo, fra i quali spiccano la poetessa Isotta Brembati, gli aristocratici Prospero Alessandri, Giovan Gerolamo Grumelli e Gabriel de la Cueva (futuro Governatore di Milano) i cui ritratti saranno messi in dialogo con cinquecentine, armi e armature, selezionati con lo scopo di creare una relazione diretta con i dipinti.
Viene, inoltre, approfondito il legame tra Lotto e Moretto che non si limita alla reciproca influenza artistica ma si tratta di un modo comune e originale di interpretare i tempi della Riforma cattolica. La scelta di esporre lo Stendardo delle Croci – parte della Collezione di Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, museo di riferimento per Moretto – e l’Elemosina di Sant’Antonino vuole mettere in evidenza la presenza di ritratti reali, l’establishment della Chiesa bresciana nel primo caso, anonimi poveri e diseredati nel secondo.
Su questi modelli Moroni continuerà a produrre immagini destinate a una Diocesi fedele ai dettami del Concilio di Trento: in questa sezione saranno messi in risalto i personaggi ritratti che hanno chiesto di entrare a far parte delle storie sacre illustrate nelle varie pale d’altare, oltre a opere pubbliche di Moroni in perenne bilico tra innovazione e conservazione.
Una sezione della mostra è dedicata alla preghiera individuale che durante la Controriforma trova riscontro in numerosi dipinti. Nel caso di Moretto e Moroni il ruolo del personaggio ritratto diventa sempre più incombente nei dipinti dove è protagonista l’orazione mentale: una sorta di visione dei fatti sacri ricreata nella mente del devoto.
La mostra si chiude con Il Sarto, proveniente dalla National Gallery di Londra, considerato il dipinto più iconico di Moroni. Non è un caso che il personaggio sia stato ripreso mentre sta tagliando con la forbice un pezzo di stoffa tinta di nero, colore per antonomasia della moda europea del tempo. Da qui nasce l’idea di raccogliere ritratti della seconda metà del Cinquecento in grado di evidenziare la diffusione di abiti e cappelli, anche di fogge diverse, tutti costituiti da varie tipologie di stoffe nere.
Il Libro del Sarto, un repertorio di modelli raccolto da un sarto milanese nella seconda metà del Cinquecento, illustra in modo efficace l’uso del nero nella moda del tempo. In alcuni di questi ritratti compaiono delle imprese: motti e iscrizioni che si combinano con degli oggetti simbolici per restituire al gesto esibito dal ritrattato un significato allegorico.
Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia/Skira.
La sede espositiva di Milano, insieme a quelle di Torino, Napoli e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici.
-foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Sangiuliano “Il Discobolo Lancellotti appartiene all’Italia e va restituita anche la base”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Discobolo Lancellotti è patrimonio della Nazione e proprietà dello Stato italiano. E’ e resterà nella collezione del Museo Nazionale Romano”. Lo dichiara il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che aggiunge: “Ieri ho avuto un incontro costruttivo e cordiale su tante questioni con l’Ambasciatore tedesco a Roma, Hans-Dieter Lucas e ho preso nota delle sue spiegazioni in merito alla lettera del direttore dello Staatliche Antikensammlungen di Monaco di Baviera, che considero inaccettabile nei suoi contenuti. Mi è stato riferito che il Governo di Berlino non chiede alcuna restituzione e non rivendica il discobolo e che si è trattata di un’iniziativa del direttore del museo bavarese. Credo che questo direttore ci debba delle scuse. Mi auguro che, nel quadro della cooperazione culturale con la Germania che intendo rafforzare fortemente, troveremo un accordo per il rientro in Italia anche della base marmorea settecentesca che appartiene all’opera di proprietà dello Stato italiano, rimasta finora a Monaco di Baviera”.
-foto ufficio stampa Mic –
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Ligabue, l’album “Dedicato a noi” è certificato oro

MILANO (ITALPRESS) – Il nuovo album di inediti di Luciano Ligabue “Dedicato a noi” è certificato oro. Entrato direttamente al primo posto della classifica ufficiale FIMI/GfK degli album e dei vinili più venduti, si tratta del quattordicesimo disco di inediti e la venticinquesima uscita discografica della sua carriera ultra-trentennale.
-foto ufficio stampa Ligabue –
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Sanremo, Amadeus da Fiorello “Avrei voluto 33 cantanti”

ROMA (ITALPRESS) – La nuova settimana di Viva Rai2! riparte con un grande ospite: Amadeus, fresco dell’annuncio dei 27 Big di Sanremo e ribattezzato per l’occasione da Fiorello “Il Kim Jong-un della Riviera”.
L’allegra compagnia guidata da Fiorello, con Biggio, Casciari e tutta la banda, da oggi in un glass rosso e oro, addobbato per le festività natalizie, ha puntato dritto su Sanremo. “I 27 big oggi li trovate ovunque, persino su ‘Mani di fatà, il settimanale dedicato al punto croce” ha cominciato Fiorello in apertura di puntata. “Pensate che subito dopo aver dato i nomi dei cantanti, Amadeus ha annesso San Marino all’Italia, ha ordinato tre cardinali, ha separato e unito il Mar Rosso. Purtroppo, però, è stato denunciato all’Onu per sequestro di un’intera nazione nella settimana del Festival”. Ma siamo solo all’inizio. “Un titolo recita Sanremo senza cattivi” – ha continuato lo showman. “Ragazzi, ma voi lo conoscete Diodato? E Mahmood è terribile. Questo Maninni, di cui ancora si sa poco, tutte le sere ha la firma al commissariato. Per non parlare del Volo. E sapete chi è il super ospite non ancora annunciato? Kim Jong-un!”. “Tra l’altro – ha proseguito – “dobbiamo segnalare una disavventura per Amadeus, che dopo aver fatto l’annuncio ha trovato la macchina rigata. Sul cofano c’era scritto: Jalisse”, tra le risate in studio. “Pare che i Jalisse, esclusi da Sanremo per la 27ª volta, avrebbero dichiarato: ‘Basta Sanremo, non ci rimane altro che il Pd”. Ma l’ironia di Fiorello non risparmia nemmeno Albano. “A quanto pare anche lui è stato escluso. Amadeus, a Putin questa cosa non gliela dovevi fare. Aspettati qualche telefonata”.
Amadeus è stato protagonista di uno speciale faccia a faccia. “Per la prima volta il vincitore di Sanremo non potrà andare da Fabio Fazio, perchè non è più Rai. Andrà alle previsioni del tempo”, commenta scherzosamente Fiorello, che così interroga l’amico: “Nella tua testa ce l’hai già un vincitore? E, tra tutti quelli che hai scartato, c’è qualcuno per cui ti dispiace?”. “Diciamo che potrei avere un podio di 5 cantanti e secondo me, tra questi, ci potrebbe essere una sorpresa che nessuno di noi si aspetta. Avevo anche pensato di prendere 33 concorrenti, quest’anno, ma poi ho pensato a te”, conclude ridendo Amadeus.
Ma non solo Sanremo. Vero e proprio fil rouge della puntata è stato anche Stefano De Martino e, in particolare, la notizia per cui avrebbe tradito Belen con 12 donne. “Se cerchi ‘amante di De Martinò su Google Maps” ha esordito Fiorello “il navigatore ti ci porta”. Il ballerino e conduttore televisivo è stato poi il protagonista di diverse “notizie dell’ultima ora”. “Ragazzi, ancora notizie su De Martino: ‘Va alle poste e copula con tre donne in coda. De Martino guarda Viva Rai2! e chiede il numero di Mauro Casciari. Si ferma al semaforo rosso e si accoppia con la donna della macchina accanto. Accompagna il figlio al bioparco di Roma e ci prova con una leonessa!’ Ragazzi, io non so se sono vere tutte queste cose, ma purtroppo è il mio lavoro” esclama Fiorello, prima del gran finale: “Una nuova ultima ora: Stefano De Martino va ospite da Fazio e ci prova con la Nove. La satira è satira non guarda in faccia a nessuno e noi la dobbiamo fare”.
-foto Agenzia Fotogramma –
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Arriva su Sky “The Lost King” di Stephen Frears

MILANO (ITALPRESS) – Arriva in prima visione su Sky The Lost King, film Sky Original diretto dall’acclamato ed eclettico regista inglese Stephen Frears, che in Italia sarà in esclusiva mercoledì 6 dicembre 2023 alle 21.15 su Sky Cinema Due (alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming solo su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
Frears torna a lavorare con il team creativo di Philomena, i candidati all’Oscar Steve Coogan e Jeff Pope, per raccontare l’affascinante storia vera della scoperta dei resti di Riccardo III, avvenuta nel 2012 grazie a Philippa Langley. Nel cast Sally Hawkins nei panni della protagonista, Steve Coogan in quelli di John Langley e Harry Lloyd che interpreta Riccardo III.
Tratto da un’incredibile storia vera, il racconto di una donna che ha portato alla scoperta della vera storia di re Riccardo III e al ritrovamento delle spoglie mai rinvenute per 500 anni. Dovrà però lottare per difendere la maternità della sua conquista.
Rendendo omaggio ad una donna che ha rifiutato di essere incasellata dagli altri, che è stata ignorata ma è riuscita lo stesso ad affermare sè stessa, il film esplora i fatti al di là del mito, rivelando un Re molto diverso dal perfido personaggio raffigurato da Shakespeare.
-foto ufficio stampa Sky –
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