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Bagnaia fa il bis ad Assen davanti a Martin e Bastianini

ASSEN (OLANDA) (ITALPRESS) – Francesco Bagnaia, in sella alla Ducati, vince il Gran Premio d’Olanda, coronando così un weekend perfetto. Sul circuito di Assen, dopo la pole e la vittoria nella Sprint, il pilota campione del mondo ha tagliato il traguardo con un vantaggio di circa tre secondi e mezzo. Il primato di Bagnaia non è mai stato in discussione sin dalla partenza e Jorge Martin (Ducati Prima Pramac) si è dovuto accontentare della seconda piazza. A completare un podio tutto di marca Ducati Enea Bastianini, al terzo posto. Ai piedi del podio aveva chiuso Marc Marquez, che però è stato successivamente penalizzato di 16 secondi “per una non corretta pressione degli pneumatici”. Lo spagnolo è scivolato dunque in decima posizione. Quarto quindi Fabio Di Giannantonio. A seguire, la top ten della corsa è composta da Maverick Vinales, Brad Binder, Alex Marquez, Raul Fernandez, Franco Morbidelli e, appunto Marc Marquez. Sono caduti Rins, Bezzecchi, Mir, Acosta. Per quanto riguarda la classifica del campionato, Bagnaia accorcia e si porta a -10 da Martin.
In Moto2 ha vinto Ai Ogura, accorciando così su Sergio Garcia nel Mondiale. Sul tracciato di Assen, il giapponese si porta così a casa la seconda vittoria stagionale, resistendo nel finale agli attacchi di Aldeguer. Giornata storica per il marchio Boscoscuro, capace di monopolizzare il podio per la prima volta nella sua storia. Chiude secondo Fermin Aldeguer, partito dalla pole e in testa per gran parte della corsa. Come successo, però, anche a Barcellona, lo spagnolo ha dovuto scontare un long lap, causa track limits, buttando così alle ortiche una vittoria certa. A completare il podio il leader del mondiale, Sergio Garcia.
Successo al fotofinish per Ivan Ortola, in sella alla Ktm, in Moto3. Negli ultimi due giri lo spagnolo è riuscito a recuperare il gap di circa mezzo secondo da Collin Veijer.
– foto Ipa Agency –
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Scontro Verstappen-Norris, Russell vince in Austria e Sainz terzo

SPIELBERG (AUSTRIA) (ITALPRESS) – George Russell vince a sorpresa il Gran Premio d’Austria. Il secondo successo in carriera del giovane pilota britannico della Mercedes dopo quello a Interlagos nel 2022 arriva in modo incredibile: a sette giri dalla fine il duello per il primo posto fra Max Verstappen e Lando Norris toglie di scena entrambi, lasciando strada libera a Russell che passa sotto la bandiera a scacchi davanti a Oscar Piastri su McLaren, mentre completa il podio (il quarto stagionale) Carlos Sainz con la sua Ferrari. Quarto posto per Lewis Hamilton, Verstappen – rientrato ai box dopo la gomma forata nel contatto – si becca 10 secondi di penalità ma riesce a tornare in pista piazzandosi in quinta posizione mentre Norris è addirittura costretto al ritiro. Sesto posto per Nico Hulkenberg (Haas), settima l’altra Red Bull di Sergio Perez che precede Kevin Magnussen (Haas) e Daniel Ricciardo (RB), decimo Pierre Gasly con l’Alpine. Domenica da dimenticare per Charles Leclerc: il monegasco della Ferrari, che ha dovuto cambiare l’ala destra al secondo giro e si è fermato 4 volte ai box, termina undicesimo, fuori dalla zona punti.
– foto Ipa Agency –
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Spalletti “Delusi, ma ora impegno totale per ripartire”

ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – Lo Spalletti migliore alla fine non si è riuscito a vedere. Forse nel primo tempo contro l’Albania, ma a parte alcuni sprazzi, il ct ha faticato ad imporre il proprio pensiero. “Vedo e leggo che mi è stato attribuito di aver alzato troppo i toni – ha dichiarato lo stesso Spalletti durante la conferenza stampa all’indomani dell’eliminazione contro la Svizzera -, aver fatto uso di miti da seguire. Però ci sono molte cose ancora da dover far vedere, il mio impegno sarà totale. Bisogna essere completi e onesti nel racconto di queste 14 partite (qualificazioni comprese, ndr), siamo stati bravi fino a un certo punto, non siamo riusciti a crescere in questo mini percorso e quella di ieri è stata una partita dove abbiamo fatto un passo indietro importante che non si può accettare. Però si riparte da lì”, ha ribadito. Meglio non parlare di calcio e di notti difficili: “Non è la notte più complicata, a volte sono state complicate anche le vittorie da gestire”. E ora? Di sicuro verranno fatte riflessioni sul gruppo, un insieme di giocatori che ha faticato a reagire alle avversità di un Europeo pieno di insidie. “Ieri siamo tornati a zero e da lì dobbiamo ripartire, nelle scelte future cercherò di ringiovanire ulteriormente la rosa per ricreare un gruppo. Si va a creare un futuro più dal basso, una squadra più giovane, un gruppo che abbia forze nuove”. Si prende le sue responsabilità come ha fatto ieri subito dopo la sconfitta con la Svizzera e ammette: “Sono deluso perchè non ho visto reazione. Ho visto poco questa rabbia di andare a riconquistare i palloni, questa rabbia di sfidare e duellare contro un avversario alla nostra portata, diverso dalla Spagna. L’umore che c’era dentro la squadra era perfetto. Dentro il gruppo abbiamo detto sempre la stessa cosa, stava nascendo un gruppo sano e solido, questa è la realtà. Io li ho visti tranquilli nelle cose che dovevano fare, che poi possa diventare un peso la maglia azzurra non lo so, ma visto il risultato di questa partita qui cercheremo di parlare coi calciatori e avere delle risposte”.
– foto Ipa Agency –
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Flop azzurro, si salvano Donnarumma e Calafiori

Di Antonio Ricotta
ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – Si salvi chi può. E se ne salvano due su 26, anzi su 24 perchè Meret e Vicario occasioni non ne hanno avute e non potevano averne, avendo davanti un fenomeno. Mai scesi in campo anche Bellanova, Buongiorno e Gatti, ma qui il discorso potrebbe essere diverso. Evidentemente non hanno convinto Luciano Spalletti, ma attenzione il ct è il primo dei bocciati. Insomma alla fine si salvano a pieni voti solo Gigio Donnarumma e Riccardo Calafiori.
PORTIERI
GIGIO DONNARUMMA (4 presenze) 8: Con la Spagna sembrava un super-eroe più che un portiere. Non ha sbagliato un intervento in quattro gare e alcune parate (quella sul sinistro di Fabian Ruiz per esempio) sono state da manuale. Ha fatto anche il capitano, ci ha messo la faccia dopo l’eliminazione, al cospetto dei tifosi e davanti ai microfoni. Merita una Nazionale all’altezza.
ALEX MERET SV (0 presenze)
GUGLIELMO VICARIO SV (0 presenze)
DIFENSORI:
ALESSANDRO BASTONI (4 presenze, 1 gol): Bene con l’Albania, male con Spagna e Svizzera, sufficiente contro la Croazia. Era lecito aspettarsi di più da Alessandro Bastoni, ma nell’Inter gioca un calcio diverso, collaudato, sul centro-sinistra. Spalletti lo ha messo al centro della difesa, con la linea a 3 e con quella a 4, ma le risposte non sono state adeguate al suo livello.
RAOUL BELLANOVA (0 presenze) SV
ALESSANDRO BUONGIORNO (0 presenze) SV
RICCARDO CALAFIORI (3 PRESENZE) 7.5: Ha saltato una sola partita. La sua assenza si è sentita e il suo Europeo è finito con la Croazia, ovvero nel match in cui con una sua uscita palla al piede e relativo assist, ha evitato l’eliminazione alla fase a gironi. Rivelazione azzurra e non solo.
ANDREA CAMBIASO (3 presenze) 5: Ha giocato tre partite partendo sempre dalla panchina. Pochi minuti e un tempo, non buono, contro la Spagna. Non si è distinto, non ha inciso.
MATTEO DARMIAN (3 presenze) 5: Il più esperto. In panchina nelle prime due gare, titolare nelle altre due. Prima nella difesa a 3 poi in quella a 4. Tanti errori, qualche buona chiusura, ma non abbastanza.
GIOVANNI DI LORENZO (4 presenze) 3: Quattro partite da titolare, mai sostituito. Eppure il suo Europeo è stato disastroso, ancor peggio dell’anno deludente concluso con l’altra maglia azzurra, quella del Napoli. Asfaltato da Yamal contro la Spagna non si è mai ripreso, ma il ct non se ne è accorto.
FEDERICO DIMARCO (3 presenze) 4.5: Il suo errore al fischio d’inizio contro l’Albania fa nascere il gol più veloce nella storia del torneo. Un incubo, ma lì l’Italia ha la forza di reagire e di svegliarsi anche con il suo contributo. Inguardabile con Spagna e Croazia, indisponibile contro la Svizzera.
GIANLUCA MANCINI (1 presenza) 4: Debutta contro la Svizzera, giusto il tempo di far rimpiangere Calafiori e poi fare le valigie per tornare a casa. Prestazione da dimenticare per il centrale della Roma che sbaglia i movimenti e lascia voragini al centro della difesa.
FEDERICO GATTI (0 presenze) SV
CENTROCAMPISTI:
NICOLO’ BARELLA (4 presenze, 1 gol) 4.5: Prestazione da Barella contro l’Albania, prende la squadra per mano e segna il gol della vittoria. Con la Spagna fa la trottola tra i centrocampisti iberici, non ci capisce nulla. Non bene per chi, come lui, in partenza era indicato come una delle stelle della squadra.
BRYAN CRISTANTE (3 presenze) 5: A ogni vigilia viene considerato uno dei possibili titolari, alla fine gioca solo l’ultima dal primo minuto e naufraga come tutta la squadra. Con la Spagna, invece, mette un pò d’ordine, ma non abbastanza.
NICOLO’ FAGIOLI (2 presenze) 5.5: Gli ultimi minuti (positivi) contro la Croazia, titolare con la Svizzera. Nel primo tempo è l’unico a fare qualcosa di buono, poi viene contagiato dal nulla generale, ma l’impressione è che possa essere il futuro azzurro, soprattutto con Spalletti.
MICHAEL FOLORUNSHO (1 presenza) SV: Gioca i minuti di recupero del match del debutto con l’Albania e poi basta. Ingiudicabile.
DAVIDE FRATTESI (4 presenze) 4.5: E’ arrivato in Germania con l’appellativo di bomber azzurro. Gioca le prime due da titolare, poi perde il posto, ma le sue qualità, che sia dall’inizio o a gara in corso, non le mette in mostra.
JORGINHO (3 presenze) 5: Salta l’ultima partita, forse quella a cui teneva di più per riscattare quei due rigori falliti proprio contro la Svizzera. L’italo-brasiliano gioca titolare le prime tre gare, benino con l’Albania, male nelle altre due dove non è riuscito a far girare la squadra e questo era il suo compito.
LORENZO PELLEGRINI (4 presenze) 5: Non male contro l’Albania, tra i pochi a salvarsi contro la Spagna, così così con la Croazia, in campo negli ultimi minuti con la Svizzera. Non incide, non trascina, prova a distinguersi con la sua qualità rispetto ai modesti livelli espressi dai compagni.
ATTACCANTI:
FEDERICO CHIESA (4 presenze) 5: Gioca in tutte le gare, titolare tre volte su 4. La migliore versione qui in Germania, come tutta la squadra, contro l’Albania, poi va a sprazzi, è discontinuo, di certo non è quello di Euro2021, neanche lontanamente.
STEPHAN EL SHAARAWY (1 presenza) 5: Debutta, e da titolare, agli ottavi di finale, in quello che sarà l’ultimo match dei campioni in carica. Liscia 1-2 palloni, compensa con un paio di spunti, ma il suo Europeo dura appena 45 minuti, perchè resta negli spogliatoi nella ripresa.
GIACOMO RASPADORI (2 presenze) 5.5: Pochi minuti a partita già chiusa con la Spagna, titolare con la Croazia. E qui qualcosa fa vedere, niente di clamoroso, ma si mette a disposizione per collegare centrocampo e attacco. Il ct lo conosce bene, lo ha sempre apprezzato, ma anche nel suo Napoli faceva la comparsa.
MATEO RETEGUI (4 presenze) 5.5: Quattro partite, una sola dall’inizio, quella contro la Croazia dove finalmente qualche verticalizzazione, grazie ai suoi movimenti, si vede. Non conclude mai in maniera limpida a rete e per un attaccante con le sue caratteristiche non è la situazione ideale.
GIANLUCA SCAMACCA (4 presenze) 4.5: Da centravanti-pivot gioca bene la prima gara contro l’Albania. Indisponente contro la Spagna, va in panchina con la Croazia ed entra quando c’è da provare il tutto per tutto. Di nuovo titolare contro la Svizzera, ripete la pessima prestazione fatta contro gli iberici.
MATTIA ZACCAGNI 6.5 (3 presenze, 1 gol): Fuori nel match del debutto, prova a cambiare le cose nella ripresa della sfida con la Spagna, con un eurogol al 98° salva e spedisce gli azzurri agli ottavi, con la Svizzera lotta e qualcosa porva a farla, ma la squadra non la sostiene. Uno dei pochi a salvarsi.
– Foto Ipa Agency –
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Canada ai quarti di Copa America, Cile out. Lautaro show

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il Canada vola ai quarti della Copa America. Nella sua prima partecipazione alla manifestazione, che si sta disputando in terra statunitense, la formazione guidata da Jesse Marsch ha centrato il passaggio del turno pareggiando 0-0 contro il Cile, che così è stato eliminato. Decisiva l’espulsione di Gabriel Suazo, doppio giallo al 27′.
Primo posto a punteggio pieno nel girone A per l’Argentina. Senza Messi, infortunato, ancora una volta decisivo Lautaro Martinez: l’attaccante dell’Inter ha firmato la doppietta con cui i campioni del mondo hanno piegato il Perù, già eliminato, per 2-0. E’ la quarta rete nella competizione per il Toro, a segno al 46′ su assist di Di Maria, e all’86’. Al 72′ Paredes ha sbagliato un calcio di rigore.
Stanotte in scena altre due sfide, valide per il gruppo B: Giamaica-Venezuela ed Ecuador-Messico.

– foto: Ipa Agency –
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Germania-Danimarca 2-0, tedeschi ai quarti

DORTMUND (GERMANIA) (ITALPRESS) – La Germania prosegue il suo cammino europeo superando per 2-0 la Danimarca. A decidere una partita ricca di emozioni sono un rigore di Havertz e un destro di Musiala nella ripresa. Ai quarti di finale, la Germania affronterà la vincente del match tra Spagna e Georgia. I padroni di casa passano in vantaggio al 4′ grazie a un’incornata di Schlotterbeck da corner, ma l’arbitro annulla per fallo in attacco. Tre minuti dopo, Schmeichel deve volare per alzare sopra la traversa una botta dalla distanza di Kimmich. Kross batte l’angolo e Schlotterbeck colpisce di testa, costringendo ancora una volta il portiere alla parata. Gli uomini in maglia bianca assediano la difesa avversaria e il solito Schmeichel salva ancora su un mancino volante di Havertz al 10′. Al 36′, l’arbitro ferma temporaneamente il gioco per un violento temporale che si abbatte su Dortmund. Le due squadre tornano così negli spogliatoi, quando inizia anche a grandinare. L’incontro riprende dopo circa 25 minuti di stop. Al rientro, Schmeichel è immediatamente chiamato a un nuovo grande intervento quando Havertz colpisce a botta sicura di testa raccogliendo un cross di Raum, con l’estremo difensore ancora bravo a salvare il risultato.
Allo scadere, Neuer salva i suoi quando neutralizza un tentativo di scavetto da parte di Hojlund al termine di una rapida ripartenza. Il primo tempo si chiude a reti inviolate. In avvio di ripresa, l’arbitro annulla un gol ad Andersen per un fuorigioco, dopo la segnalazione del Var. Al 5′, lo stesso difensore ex Sampdoria intercetta con la mano un cross dalla sinistra di Raum. Il direttore di gara viene richiamato al Var e assegna il rigore ai teutonici. Dal dischetto si presenta Havertz, che infila la palla nell’angolino e firma l’1-0. L’attaccante dell’Arsenal è scatenato e al 14′ si libera con un numero d’alta scuola di due avversari e fugge verso la porta, ma il suo scavetto su Schmeichel in uscita termina a lato di poco. Al 21′ è Hojlund ad avere sul mancino la palla dell’1-1, ma Neuer para nuovamente una sua conclusione da buona posizione. Gol sbagliato, gol subito. Due minuti dopo, la difesa danese si fa colpevolmente sorprendere da un lungo lancio di Schlotterbeck che smarca Musiala, il quale si presenta davanti a Schmeichel e lo batte con il piatto destro per il 2-0 definitivo. Il risultato non cambierà più.
– Foto: Image –
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Spalletti “Io il responsabile, ora devo cambiare”

Di Antonio Ricotta
BERLINO (GERMANIA) (ITALPRESS) – Fa il “mea culpa”, si prende le sue responsabilità, non le scarica, non cerca alibi, ma non pensa alle dimissioni. Almeno questa è l’impressione che dà Luciano Spalletti dopo la brutta sconfitta con la Svizzera e un’eliminazione che brucia perchè arrivata senza appello, perchè non rende merito al titolo di campioni d’Europa che, ironia della sorte, lasciamo all’Olimpystadion di Berlino, dove 18 anni fa, l’Italia di Lippi salì sul tetto del mondo. “Ho la responsabilità di quello che è successo, i calciatori li ho scelti io, è chiaro che sono in un percorso dove devo fare delle conoscenze, non sono contento della partita di oggi nè di quella contro la Spagna – dice il ct in conferenza stampa -. Sono parzialmente soddisfatto delle altre due partite (con Albania e Croazia, ndr)”. Ma non basta, lo dice il risultato, il campo, il fallimento sfiorato nell’ultima partita, arrivato con un impatto devastante a Berlino. “Ho fatto delle prove, credevo di essere stato responsabile già per la gara contro la Spagna, perchè ero stato addosso ai ragazzi con gli allenamenti le richieste, stavolta li ho fatti recuperare e ho cambiato la squadra, perchè mi davo la responsabilità di aver fatto poche modifiche per il fatto che non avevamo mantenuto un alto livello di intensità”.
E quest’ultima riflessione sulla mancata capacità di tenere il ritmo, lo induce a un pensiero che, sottolinea più volte, non deve essere inteso come un alibi. “Dipende anche da come è finito il nostro campionato, ma poi facendo questo discorso è come se si andasse a cercare cose che vanno a sconfinare negli alibi. Abbiamo cercato di fargli fare allenamenti che curassero l’intensità e il recupero, ma le risposte non sono state totalmente soddisfacenti”, sottolinea Spalletti che ancora una volta ribadisce. “E’ chiaro che sono calciatori che ho scelto io e ho le responsabilità di quel che è successo”…Però c’è un altro ma…”Lo devo dire, può sembrare che io vada alla ricerca di giustificazioni, ma alcuni ct hanno avuto 20 partite, altri 30, io 10 e avevo già il fucile puntato, mi si diceva ‘devi vincere, devi vincerè, ma con la Macedonia non si era vinto – dice riferendosi alla mancata qualificazione al Mondiale -. Però, poi ho bisogno di fare più conoscenze dirette per acchiappare il meglio. Ho avuto anche diversi giocatori infortunati sui quali contavo, ma il campo oggi dice che siamo stati inferiori e che la Svizzera si è qualificata meritatamente”.
Che le dimissioni non siano nei suoi pensieri, lo dimostra parlando dell’Italia che verrà. “Il futuro è provare a fare scelte differenti, ci vuole gente che abbia più gamba, quando pensi di potere percorrere la strada della qualità ma perdi intensità, è chiaro che un pò di motore e di scocca vada portata dentro. Nelle corse individuali siamo stati in difficoltà e questo fa la differenza”. Questa Nazionale è stata bocciata, Spalletti dice che serve tempo per ripartire, ma forse serviva il coraggio per cominciare un nuovo percorso con qualche giovane in più. “Mi parlate di coraggio con i giovani, ma quando ho messo Calafiori mi è stato detto che facevo giocare giocatori senza esperienza. Qui c’è Fagioli perchè per me ha certe caratteristiche, ma comette anche errori. Certe prove le abbiamo fatte, poi c’è Udogie che si è infortunato. Comunque se i giovani ci sono e hanno le potenzialità per far sedere gli altri, sono il primo a pensare di dovergli dare lo spazio corretto. E’ chiaro che da questa esperienza vengo via con la certezza che qualcosa devo cambiare, ma non è che sia un risultato così scandaloso come ora verrà fuori. Siccome penso che la mia passione sia sintomo di profondo rispetto per tutti, mi prendo le responsabilità, ma quando mi si dice che contro la Croazia abbiamo fatto una partita scandalosa torno a dire di no, non è così”.
“Contro la Spagna e oggi siamo andati sotto il nostro livello, ma si è passato un turno difficile e secondo me meritatamente. Però – prosegue Spalletti -, è vero che non si è vista una squadra che abbia una base dove ci si può andare a costruire sopra, bisogna rimettere mano al telaio che ho scelto, perchè questo ha raccontato l’esperienza fatta. Ma la nostra è una bocciatura che ho determinato io, non i ragazzi”. Il ct ribadisce di non avere “paura”, che gestire la pressione che sente di avere “sempre avuto”, non lo preoccupa “perchè questa pressione me la sono guadagnata lavorando giorno dopo giorno. Il campo ha detto che qualcosa si deve cambiare e io sarò costretto a farlo. Non so se ci sarà qualcosa di diverso, ma ci sono delle prove da fare e adesso io sarò obbligato a farle, senza voler fare male a nessuno e dare colpe a qualcuno, vorrei che non ci fossero dubbi su questo, la responsabilità è mia e non dei calciatori”. Risponde anche a una domanda ironica di un giornalista svizzero: “Noi una Panda e voi una Ferrari? Bisogna accettare tutto, anche allusioni di cattivo gusto come questa, si capisce che lei è una persona di grandissima ironia e qualità e noi le diciamo che ha ragione. Siete stati più bravi di noi, avete vinto meritatamente”. Parlerà con Gravina “Come sempre, vedremo cosa avremo da dirci, ma io sono il responsabile a livello di gioco e di risultati”.
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Italia fuori agli ottavi dagli Europei, la Svizzera vince 2-0

Di Antonio Ricotta
BERLINO (GERMANIA) (ITALPRESS) – Auf Wiedersehen campioni in carica. L’arrivederci arriva all’Olympiastadion, dove tutta un’altra Italia salì sul tetto del mondo colorando d’azzurro il cielo di Berlino. Questa volta, invece, lo stadio della capitale tedesca è il teatro dell’addio a una delle Nazionali più brutte degli ultimi tempi, anche più di quella che contro gli elvetici non andò oltre a due pareggi che le sbarrarono la strada per Qatar2022. La Svizzera vince 2-0, con merito, senza mai temere di non potercela fare, proprio perchè l’Italia non dà mai l’impressione di esserci. Chissà i troppi cambiamenti probabilmente non giovano, l’identità di squadra (elvetica) evidentemente paga. Sì perchè Spalletti cambia ancora: 4-2-3-1 nelle prime due gare, 3-5-2 nella terza, 4-3-3 agli ottavi. Debutta Mancini che affianca Bastoni e prende il posto di Calafiori, mentre a coprire la sinistra c’è Darmian e non Dimarco. C’è un altro esordio dal primo minuto ed è quello di El Shaarawy, esterno sinistro offensivo, ma che al bisogno va a coprire l’intera fascia quando il gioco ‘fluidò tanto amato dal ct, ridisegna l’Italia in un 3-5-2. Dall’altra parte c’è Chiesa che, a differenza del Faraone, si occupa solo della fase offensiva per dar man forte a Scamacca.
Due novità anche a centrocampo con Cristante e Fagioli nell’11 iniziale e a creare un nuovo triangolo mediano con Barella. Fuori Jorginho, Frattesi e Pellegrini. Dall’altra parte Yakin sceglie il 3-4-2-1 e punta sugli ‘italianì Sommer, Rodriguez, Aebischer, Freuler e Ndoye. Il turco indovina, Luciano da Certaldo no. Lo dice la partita e lo dice sin da subito. La Svizzera è padrona del campo e del palleggio, Spalletti alla vigilia chiedeva un’Italia sciola e con personalità, la trova molle e timida, tanto da trasformare gli elvetici in “furie rosse”. I buchi in difesa cominciano a contarsi sin da subito, sul centro-destra ci sono voragini: Di Lorenzo e Mancini sono in balia degli avversari, Xhaka e Freuler lo capiscono e lì insistono. C’è anche Cristante da quelle parti, ma se doveva dare solidità il piano è fallito. Fagioli si sforza di ragionare, è l’unico che lo fa, ma senza inventare chissà cosa. Il dominio della Nati non è testimoniato dalle occasioni: poche e qui c’è la differenza con la Spagna che invece in porta andava sempre. Al 24° però, Mancini sparisce e Donnarumma è miracoloso su Embolo. La risposta azzurra è in una serprentina di Chiesa, ma Sommer può continuare a sonnecchiare. Il capitano azzurro, invece, capitola al 37°: ancora un buco, Bastoni fuori posizione, Fagioli non chiude su Freuler che di sinistro sigla il meritatissimo 1-0. E se si va al riposo sotto di un solo gol è perchè il palo aiuta Donnarumma sulla punizione di Rieder.
Primo tempo da dimenticare, c’è ancora la ripresa, sulla carta sperare si può. Spalletti inserisce Zaccagni per El Shaarawy, ma dopo 30 secondi arriva il raddoppio con un bel destro a girare di Vargas: 2-0, giusto così. C’è un auto-palo di Schar sul cross di Fagioli con Sommer spiazzato e immobile. Potrebbe essere la miccia…neanche a parlarne, non si accende nessun fuoco. Entra Retegui per Barella per un disperato 4-2-4 che partorisce un tiro (il primo azzurro) dell’italo-argentino al 28° e, un minuto dopo, il palo di Scamacca a 4-5 metri dalla porta e in sospetta posizione di offside sull’assist di Zaccagni. Finisce 2-0, Svizzera meritatamente ai quarti, campioni d’Europa meritatamente e malamente a casa.
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– Foto: Image Photo Agency –
(ITALPRESS).