FIRENZE (ITALPRESS) – “Firenze per me è una tappa meravigliosa. E’ un sogno pensare che fino a due anni fa allenavo in Primavera e ora mi gioco l’Europa: lavorerò ogni singolo secondo per dare grande soddisfazioni a questa società e a questi tifosi”. E’ questa la promessa di Raffaele Palladino, il tecnico sul quale Rocco Commisso ha deciso di puntare dopo il triennio sotto la guida di Vincenzo Italiano. “La Fiorentina è una grande società, con una grande squadra – ha sottolineato l’ex attaccante – e Italiano ha creato un grande gruppo, col quale ha ottenuto risultati fantastici. Ha cominciato un percorso che va proseguito. La rosa è forte, c’è grande sintonia, unità ed empatia con la società, stiamo programmando, stiamo valutando tutto, vogliamo lavorare bene e costantemente per il bene di questa società”. Palladino rivela di aver già “parlato con tutti i calciatori, mi odieranno tutti perchè li ho rintracciati per tutto il mondo – sorride – Ma li ho sentiti tutti carichi, adesso hanno bisogno di riposarsi ma hanno voglia di ripartire e continuare a fare bene per il bene della Fiorentina”. L’eredità di Italiano non sarà facile da raccogliere ma il nuovo allenatore viola ha le idee chiare. “In questi anni è stato fatto un grande percorso a Firenze con il raggiungimento di finali. Essere in Europa per me è stimolante, daremo tutto, non faccio promesse, ma qui c’è tutto per costruire qualcosa di importante. La Fiorentina deve avere l’ambizione di continuare a fare bene. La nostra squadra deve giocare a calcio, deve divertire, deve voler comandare la partita. Vedo tanta positività nell’ambiente e questo mi lascia molto ben sperare”. Colpito dalla passione del pubblico gigliato (“quando venivo qui a Firenze sapevo che i tifosi erano un punto di forza, spero ci diano una grande mano”), per quanto riguarda il modulo di gioco, nessun integralismo anche se inizialmente opterà per la difesa a tre, mentre sul mercato e l’arrivo possibile di un rinforzo davanti commenta: “So bene che a Firenze sono passati attaccanti di un certo valore, i tifosi si aspettano un attaccante importante, cercheremo di fare del nostro meglio e spero che qualcosa possa arrivare”, ha aggiunto Palladino, facendo sapere poi che da qui al 30 giugno farà delle valutazioni con la società anche sui giocatori in scadenza di contratto come Bonaventura, Castrovilli e Duncan. Nel corso della sua presentazione al Viola Park, il tecnico non ha dimenticato il suo recente passato: “Se sono qui oggi a Firenze, in questa grande società, è anche grazie al Monza, che mi ha dato l’opportunità di allenare in serie A. Va dato grande merito al presidente Berlusconi che ha subito creduto in me, sono stato il suo ultimo allenatore, e ringrazio Adriano Galliani che è stato per me un maestro di vita e calcistico”.
– foto Xb8/Italpress –
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Palladino “A Firenze per costruire qualcosa di importante”
Gli azzurri del parapentathlon a Madeira, sognando Brisbane
ROMA (ITALPRESS) – Arrivare al riconoscimento paralimpico del parapentathlon, con l’obiettivo di inserirlo nel programma delle Paralimpiadi di Brisbane 2032. E’ questo l’auspicio di Luca Pancalli manifestato nel corso della presentazione della delegazione della Federazione Italiana Pentathlon Moderno che per la prima volta parteciperà a un evento internazionale di Para Laser-Run, nell’ambito del campionato europeo a Madeira, in Portogallo. Un evento, questo, che rappresenta “un primo passo”, con la speranza “che si aggiungano altri atleti con altre forme di disabilità, perchè occorre allargare il più possibile il panorama dei praticanti. Serve un’opera di contaminazione – aggiunge il presidente del Cip -, e sarebbe bello che ancora una volta si possa partire dal nostro Paese. Brisbane 2032? Una data lontana, ma l’importante è trasformare i sogni in obiettivi”.
“La difficoltà del parapentathlon è quella di creare una classificazione su cinque discipline che porti a competere a livello paralimpico”, ha sottolineato Fabrizio Bittner, presidente della Fipm, che ha poi definito “alfieri” Annamaria Mencoboni e Alessandro Ragni, i due atleti che saranno in gara a Madeira: “Rappresentano l’inizio di una storia che speriamo ci porti a raggiungere l’attività di alto livello”. “Pesaro è stata la prima tappa di questo percorso, iniziato grazie alla federazione che mi ha incaricato di studiare questo settore, che rappresentava una sfida complicata – ha spiegato Adriana Fabbri, responsabile del settore Parapentathlon -. Ho accettato non credendo di riuscire ad arrivare a oggi, a far partire questo esperimento, che rappresenta un sogno, di Madeira”. Infine, tramite un videomessaggio, sono arrivati i complimenti del presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Questa partecipazione fa vedere che c’è visione, non è scontato che a un anno dal lancio del progetto parapentathlon si abbia già questo traguardo e questa organizzazione. Il mondo del parapentathlon rappresenta un ulteriore valore aggiunto al mondo paralimpico”. Questa mattina, inoltre, è stato firmato anche il protocollo d’intesa tra il Cip e la Fipm, con l’obiettivo di favorire la partecipazione alla pratica sportiva di persone con disabilità.
– foto ufficio stampa FIPM –
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Falsa partenza Brasile in Coppa America, James illumina la Colombia
ROMA (ITALPRESS) – Falsa partenza per il Brasile in Copa America. L’atteso debutto dei verdeoro al SoFi Stadium di Inglewood si conclude con uno 0-0 contro il Costa Rica. Gara a senso unico ma la Selecao non riesce a sfondare il muro dei Ticos, se non con Marquinhos nel primo tempo ma in fuorigioco sulla punizione calciata da Raphinha. Possesso palla spesso sterile quello degli uomini di Dorival Junior, imbrigliati da un avversario che in generale non ha corso grandi pericoli, fatta eccezione per una conclusione da fuori di Paquetà che si è stampata sul palo nella ripresa. Il Brasile tornerà in campo il 29 giugno contro il Paraguay, che nell’altra gara del girone D è stato sconfitto 2-1 dalla Colombia. Cafeteros trascinati da James Rodriguez: l’ex Real prima mette sulla testa di Munoz sul secondo palo la palla dell’1-0 al 32′, poi si ripete dieci minuti dopo dalla sinistra con una punizione che trova l’incornata vincente di Lerma. Il Paraguay prova a rientrare in partita al 69′, accorciando con Enciso, ma alla fine i tre punti se li mette in tasca la Colombia.
– foto Ipa Agency –
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Zaccagni trascina l’Italia agli ottavi, 1-1 con la Croazia
Di Antonio Ricotta
LIPSIA (GERMANIA) (ITALPRESS) – Andiamo a Berlino, torniamo a Berlino. E sarà una sorta di resa dei conti perchè di fronte avremo la Svizzera, quella che ci sbarrò la strada per il Mondiale del Qatar. Eravamo appesi a un filo, ma al minuto 98°, negli ultimi secondi degli 8 minuti di recupero, un’uscita palla al piede, petto in fuori e testa alta di Calafiori, ha innescato il destro a giro di Zaccagni che ha consegnato a Spalletti e ai suoi ragazzi il biglietto per volare a Berlino. E’ esplosa la fetta azzurra dello stadio di Lipsia, così come la festa della panchina italiana e la disperazione dei croati. Luka Modric su tutti. Era stato lui, dopo aver fallito un rigore, a portare in vantaggio i croati al 10° della ripresa. Finale da brividi, per tutti, al termine di una partita combattuta. Alla fine il risultato è giusto, gran dolore per i croati, sono i campioni d’Europa ad andare avanti.
Si comincia con Spalletti che, alla ricerca della sostanza invocata alla vigilia, cambia tre pedine rispetto agli 11 schierati nelle prime due gare e passa al 3-5-2. Le novità sono Darmian in difesa, Raspadori e Retegui in attacco, gli esclusi Frattesi, Chiesa e Scamacca.
Dimarco è recuperato e torna nel ruolo che lo ha consacrato nell’Inter, dall’altra parte c’è Di Lorenzo, i centrocampisti sono Barella, Jorginho e Pellegrini. Il capitano della Roma spesso si sposta in avanti, rispondendo all’esigenza di calcio fluido voluta dal ct e trasformando il sistema in un 3-4-2-1, ma proprio alla ricerca del trasformismo tattico, si vede anche il 4-2-3-1. Non un buon inizio per gli azzurri, la Croazia palleggia bene, molto più lentamente rispetto alla Spagna ma bene e al 5° Sucic scaglia un sinistro da 121 km orari che costringe Donnarumma in angolo. L’Italia aspetta, sorniona e quadrata. Se c’è da perdere qualche secondo tra rimesse e angoli lo fa senza farsi problemi, infastidendo i tifosi croati che rispondono lanciando bicchieri in campo. Modric vive di lampi, ma con la palla al piede, Barella se lo mangia sulla corsa. Jorginho detta i tempi, è il leader che Spalletti vuole in mezzo al campo, Calafiori prende confidenza e sembra un veterano, lo trovi a impostare a centrocampo e nelle chiusure in difesa, Retegui attacca la profondità, insomma l’Italia c’è. L’argentino ci prova quattro volte tra l’11° e il 26°, Pongracic (in una Gvardiol) lo marca bene e gli sporca le conclusioni. La palla-gol migliore, però, capita sulla testa di Bastoni che, sul cross di Barella, al 27°, esalta i riflessi di Livakovic. Si vede Modric (Donnarumma pulisce l’area sul suo tiro-cross), ci prova anche Pellegrini, ma il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Nella ripresa fuori Pellegrini, dentro Frattesi. Scelta sfortunata, perchè è proprio lui a mettere il braccio sul destro di Kramaric. Rigore netto: Donnarumma dice no a Modric, ma l’azione prosegue e dopo un altro miracolo del capitano su Budimir, Modric non sbaglia il tap-in: 1-0 Croazia al 10°. Entra Chiesa per Dimarco, l’Italia reagisce subito, schiaccia la Croazia che però si difende bene e rischia solo su un colpo di testa di Bastoni (alto). Spalletti si gioca le carte Scamacca (fuori Raspadori), Fagioli (Jorginho) e Zaccagni (Darmian) per un 3-2-1-4 disperato. Non creiamo tanto e la partita scivola via senza grandi sussulti (su un affondo di Chiesa in ritardo Scamacca), ma al minuto 98 accade il miracolo: Calafiori si inventa la giocata, Zaccagni il destro a giro sotto l’incrocio. Apoteosi azzurra, campioni d’Europa agli ottavi.
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La Spagna non fa sconti, battuta anche l’Albania
DUSSELDORF (GERMANIA) (ITALPRESS) – De La Fuente rivoluziona la squadra ma il risultato non cambia. La Spagna domina l’Albania e conquista la terza vittoria consecutiva. Gli iberici hanno gestito a piacimento l’incontro segnando subito e controllando il match senza subire particolari pericoli: primo posto nel girone B a punteggio pieno, Albania fuori dai giochi.
Dopo le schermaglie iniziali le Furie Rosse prendono le redini della metà campo e accelerano. Al 12′ Merino, di testa, fa volare uno strepitoso Strakosha. Subito dopo ci prova Joselu, la sfera finisce sul fondo. Il gol è nell’aria ed arriva al 13′ quando Ferran Torres taglia benissimo e mette dentro su passaggio di Dani Olmo. L’Albania, colpita al cuore, fatica a salire con il baricentro. Lo stesso Dani Olmo (21′) spara sul fondo da fuori area. La Spagna detta legge, al 36′ ancora Dani Olmo, ben servito da Navas sulla destra dopo un recupero alto, viene murato al momento della conclusione. Ferran Torres, al 41′, stacca bene in mezzo all’area e incorna ma il pallone esce di pochi centimetri sopra la traversa. In chiusura Asllani sporca i guanti di Raya nel primo tiro in porta dell’Albania nei primi 45′. Nella ripresa pronti via e Joselu sfiora il raddoppio con una semi rovesciata con la palla fuori di un soffio. Il leit motiv è lo stesso, la Spagna che gestisce, l’Albania che non riesce a replicare. Al 19′ punizione battuta a sorpresa, Broja tira di prima, Raya in tuffo salva la propria porta. Gli iberici fanno girare il pallone, al 32′ Asani ci prova dalla media distanza, palla sul fondo di pochissimo. I ragazzi di Sylvinho cercano fino alla fine il pareggio ma la Spagna controlla bene. Al 92′ Broja si fa largo in area, raccoglie un rimbalzo e conclude in porta, ancora una volta Raya dice di no.
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Ranking Atp, Sinner sempre più numero uno del mondo
ROMA (ITALPRESS) – Il trionfo di ieri ad Halle ha permesso a Jannik Sinner di essere sempre più in vetta nella classifica mondiale del tennis, aggioranta questa mattina dall’Atp. Il giocatore altoatesino ha aumentato il proprio vantaggio sui principali rivali nel ranking internazionale. Sinner è anche in testa nella “Race to Turin”, al pari della coppia Bolelli-Vavassori, che dopo aver trionfato ad Halle è al comando della race del doppio. L’altoatesino ha vinto il primo torneo giocato da numero 1 del mondo, nonchè per la prima volta su campi verdi. E’ diventato il 17esimo giocatore in attività con almeno un trofeo all’attivo su tutte le tre superfici che caratterizzano il circuito: erba, duro e terra battuta.
Questa settimana Sinner ha 9.890 punti in classifica, 1.530 più di Novak Djokovic, risalito al numero 2 anche senza giocare, e 1.760 più di Alcaraz, scivolato al terzo posto non essendo riuscito a confermare il titolo vinto al Queen’s dodici mesi fa. Tutti e tre dovrebbero tornare in campo direttamente a Wimbledon, dove da oggi proverà il serbo, al rientro dopo l’intervento al ginocchio.
Per quanto riguarda gli altri azzurri è stata una settimana con pochi acuti, a eccezione di Lorenzo Musetti, tornato nella top 25 grazie alla prima finale Atp ottenuta in carriera sull’erba, al Queen’s. Complessivamente nella classifica mondiale di oggi l’Italia vanta quattro giocatori nella top 40 e nove tra i primi 100.
Questa la top ten della nuova classifica Atp:
1. Jannik Sinner (Ita) 9890 (–)
2. Novak Djokovic (Srb) 8360 (+1)
3. Carlos Alcaraz (Esp) 8130 (-1)
4. Alexander Zverev (Ger) 6905 (–)
5. Daniil Medvedev (Rus) 6445 (–)
6. Andrey Rublev (Rus) 4420 (–)
7. Hubert Hurkacz (Pol) 4235 (+2)
8. Casper Ruud (Nor) 4025 (–)
9. Alex de Minaur (Aus) 3830 (-2)
10. Grigor Dimitrov (Bul) 3750 (–)
Così gli altri italiani:
25. Lorenzo Musetti 1620 (+5)
35. Matteo Arnaldi 1245 (–)
37. Luciano Darderi 1231 (-3)
49. Flavio Cobolli 955 (–)
57. Lorenzo Sonego 866 (–)
60. Matteo Berrettini 845 (+5)
73. Luca Nardi 760 (-1)
97. Fabio Fognini 618 (+3)
130. Stefano Napolitano 514 (-9)
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Calcagno “Calendario internazionale troppo affollato”
ROMA (ITALPRESS) – “Il Mondiale per Club è stato creato senza consultarci. Il calendario internazionale è troppo affollato, siamo a un punto di non ritorno. Anche i calciatori sono preoccupati: non hanno più un periodo di riposo. Così si rovinano pure i campionati interni. Obiettivo minimo? Sederci tutti intorno allo stesso tavolo”. Così ai microfoni di Radio Anch’io Sport, su Rai Radio 1, Umberto Calcagno, presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori), la scorsa settimana si è unita al ricorso legale coordinato da FIFPro Europe, con il sindacato dei calciatori inglesi, PFA, e il sindacato dei calciatori francesi, UNFP, che hanno avviato un’azione legale contro la FIFA.
“Lamentiamo il fatto che, unilateralmente e senza consultazioni, si sia aggiunta una competizione in calendario già affollato. I primi studi della FIFPro (il sindacato internazionale dei calciatori, ndr.) su quanto sia nocivo per la salute dei top player tutto questo insieme di partite risalgono al 2019”, ha precisato Calcagno.
“L’azione legale è una strategia condivisa con la World League, anche la Lega Serie A è con noi in questa battaglia. Deve avere un riscontro immediato, purtroppo non l’ha avuto fino a oggi. Oggi siamo arrivati a un contesto in cui i top player potrebbero arrivare a 85 partite nel corso di una stagione sportiva senza soluzione di continuità rispetto alla precedente. Siamo davvero arrivati a un punto di non ritorno”, ha aggiunto il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori.
L’uscita, poi smentita, di Ancelotti sul Mondiale per Club conferma che il problema sia sentito anche dalle grandi società europee: “Senza dubbio, anche perchè l’intervista di mister Ancelotti è stata molto più ampia: l’aspetto economico ha avuto più risalto, ma si è parlato proprio della difficoltà di gestire i ragazzi in una stagione che non finirebbe mai. Credo che proprio in questo momento ci sia finalmente un’attenzione diversa su questo aspetto: i dirigenti e gli allenatori che stanno cercando di programmare la prossima stagione sportiva non sanno come fare”.
“Abbiamo fatto uno studio: in una rosa di 32 calciatori, otto giocano il 50% del minutaggio complessivo. Siamo in una situazione di sovraccarico. C’è una grandissima preoccupazione anche da parte dei giocatori di non poter essere più in grado di svolgere la loro attività e di non poter essere al meglio per un numero di partite così elevato”, ha detto ancora Calcagno.
Si rischia anche un impoverimento del livello e della qualità generale: “Questo è un altro aspetto incredibile della situazione: chiediamo a questi ragazzi di giocare di più, ma per questo motivo si possono allenare pochissimo, se non quasi mai. I calciatori con impegni back to back, ovvero con meno di cinque giorni di recupero da una partita all’altra, ormai svolgono solo allenamenti di scarico o di rifinitura. Siamo arrivati a un punto nel quale per massimizzare i ricavi rischiamo che il nostro prodotto alla lunga sia più scadente. Credo sia qualcosa che non paga nemmeno a livello economico sul medio-lungo periodo, La creazione del Mondiale per club danneggerà anche la ripresa del nostro campionato e in più c’è sempre uno spostamento di risorse verso questi tornei, a discapito dei campionati interni europei, i migliori al mondo”.
“Perchè rovinarli in funzione di qualcosa che certamente produrrà nuova ricchezza ma probabilmente non coltiverà nuova passione nei nostri ragazzi?”, si è domandato ancora Calcagno.
“L’obiettivo minimo è sederci tutti quanti intorno allo stesso tavolo. Ci sono anche accordi collettivi che prevedono periodi feriali e che oggi salterebbero. La cosa positiva è che non è più solo una questione sindacale. Se la FIFA continuerà a rifiutare la possibilità di interloquire, andremo avanti. Non bisogna essere grandi esperti per capire che un ente regolatore che impone anche le date alle Nazionali e tutto ciò che viene organizzato nel mondo del calcio non può da solo inserire una nuova competizione nell’unico periodo di riposo rimasto per i calciatori. Un problema che ci sarà presto anche nel calcio femminile, si parla del prossimo Mondiale per club tra metà gennaio e metà febbraio, con i campionati che si dovrebbero fermare per farlo disputare. Ormai è un tema talmente ampio che speriamo venga risolto presto”, ha concluso il numero uno dell’AIC.
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L’Ungheria vince in extremis e spera, Scozia eliminata
STOCCARDA (GERMANIA) (ITALPRESS) – Tre punti di speranza per l’Ungheria contro la Scozia, arrivati dopo una partita contratta, da sbadigli, con un primo tempo senza, o quasi, tiri in porta ed una ripresa spesso sonnolenta e con pochi lampi. La Scozia ha avuto a lungo il predominio del pallone ma l’Ungheria è andata più vicina al gol con una traversa scheggiata ed un palo prima del gol arrivato al 10′ di recupero. Alla fine, il guizzo di Csoboth ha regalato ai magiari tre punti di speranza in ottica passaggio agli ottavi come terza. L’importanza della posta in palio ha condizionato questo incontro. Prime fasi di studio da parte di entrambe le squadre poi, mentre la Scozia fa la partita, Bolla impegna Gunn (9′). Gara bloccata, una punizione di Szoboszlai viene deviata dalla barriera in angolo allo scoccare della mezz’ora poi Sallai manda fuori il suo diagonale (34′). Cresce l’Ungheria, favorita dall’atteggiamento degli avversari che respirano dopo il grande pressing attuato ad inizio gara. Al 41′ i ragazzi di Rossi vanno vicini al vantaggio. Szoboszlai serve Orban che va di testa, la palla scheggia la traversa e finisce fuori.
Lo stesso Szoboszlai, il migliore degli ungheresi nel primo tempo, prende palla al limite dell’area di rigore e calcia in porta ma il pallone vola alto sopra la traversa (45′). Nella ripresa Sallai impegna subito Gunn, Adams si accentra da sinistra e manda alto (8′). Poi è Dardai (19′) a sprecare, di testa, da ottima posizione, su angolo di Szoboszlai. Al 25’episodio clou. Scontro durissimo tra Varga e Gunn, con l’attaccante ungherese che viene portato fuori in barella ed il Var non ravvisa nessuna irregolarità. Armstrong chiede un rigore (34′), Tello dice di no. Al 45′ percussione di Schafer che arriva al limite e calcia: Gunn mette in angolo. Emozioni che continuano con una chance per Szoboszlai, fermato ancora da Gunn, e Csoboth che coglie in pieno il palo scozzese al 93′. Lo stesso neo entrato (bella intuizione dell’italiano Rossi) al 10′ di recupero, regala una vittoria di speranza all’Ungheria.
– Foto: Image Photo Agency –
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