ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – Sarà Felix Zwayer ad arbitrare Italia-Albania, gara valida per la prima giornata del girone B e in programma sabato 15 a Dortmund. A dirigere insieme al fischietto tedesco il match del debutto degli azzurri a Euro2024, i connazionali Stefan Lupp e Marco Achmùller come assistenti, il quarto ufficiale di gara Daniel Siebert e il Video Assistant Referee Bastian Dankert.
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Il tedesco Zwayer l’arbitro di Italia-Albania
Bastianini e Vinales dal prossimo anno con Red Bull Ktm Tech3
ROMA (ITALPRESS) – Una nuova coppia per il team Red Bull Ktm Tech3, che affiancherà quello ufficiale con Brad Binder e Pedro Acosta: dal 2025 ne faranno parte Enea Bastianini e Maverick Vinales. A caratterizzare la livrea delle quattro moto, il colore arancione.
Bastianini e Vinales avranno a disposizione le Ktm RC16 in versione 2025, nell’ambito di un accordo pluriennale. Bastianini, il cui posto in Ducati sarà preso da Marc Marquez, aveva debuttato nel Mondiale dieci anni fa nella classe cadetta con una Ktm RC4, dopo aver vinto una gara della Red Bull MotoGP Rookies Cup. In Moto3 e Moto2, nell’arco di sette stagioni, ha raccolto sei successi e oltre 30 podi. Nel 2020 è diventato campione del mondo della classe intermedia ed è poi passato in MotoGP, nel 2021, all’età di 23 anni. Nei sui tre anni e mezzo nella classe regina ha finora raccolto sei vittorie e 12 podi. Vinales, che lascia invece l’Aprilia dove sbarcherà Jorge Martin, nel 2024 ha già vinto una gara della top class affermandosi come il primo pilota, nell’era MotoGP, a riuscirci con tre diversi marchi. Nel 2013, in sella a una Ktm, era stato campione del mondo in Moto3, il secondo di sempre per il marchio austriaco. Nelle sue quattro stagioni nella classe cadetta e in Moto2 ha sempre concluso fra i primi tre del campionato. Nel 2015 ha esordito in MotoGP, vincendo la sua prima gara l’anno successivo. Sono seguiti altri 9 successi, per un totale di dieci. A ciò si aggiungono 35 podi e due bronzi in campionato. Nei suoi dieci anni nella premier class, ha vinto almeno una gara in sette stagioni.
“La scelta di questi due piloti di talento, che hanno deciso di correre con le nostre moto, ci rende orgogliosi – commenta Nicolas Goyon, team manager Tech3 Racing MotoGP – Significa che siamo sulla strada giusta e che la nostra tecnologia può lottare per stare davanti”. “Siamo molto contenti di aver portato sia Enea che Maverick nel nostro progetto in MotoGP – ha aggiunto Pit Beirer, direttore Ktm Motorsports – Hanno il nostro pieno sostegno, con il supporto di tutto il marchio per continuare a perseguire i loro obiettivi, cioè raggiungere le massime prestazioni. Stiamo parlando di due fra i più veloci piloti del mondo, in questo momento. Ci lusinga avere la loro fiducia”.
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L’Italia domina la 4×100, d’argento Iapichino e la 4×400
ROMA (ITALPRESS) – Un’edizione dei Campionati Europei di atletica unica, irripetibile, per la squadra azzurra non poteva che chiudersi nel migliore dei modi. La staffetta 4×100 dell’Italia ha vinto l’oro dominando la finale. Poco prima Larissa Iapichino nel lungo femminile e la 4×400 maschile (priva all’ultimo minuto dell’infortunato Alessandro Sibilio) hanno conquistato l’argento; mentre Pietro Arese ha centrato il bronzo nei 1500 maschili. Il tutto in un Olimpico “vibrante” con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nuovamente (come ieri) festante in tribuna. Al suo fianco, quasi increduli, per gli ennesimi acuti degli atleti azzurri, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, quello della Fidal, Stefano Mei, e il presidente dell’European Athletics, Dobromir Karamarinov.
Con i podi di oggi l’Italia ha stravinto il medagliere della kermesse continentale. Alla fine sono ben 24 le medaglie vinte dagli azzurri: 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi. Doppiato il primato di Spalato 1990, quando l’Italia aveva conquistato 12 medaglie.
A brillare più di tutti sono stati i quattro moschettieri della staffetta veloce. Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu si sono imposti col tempo di 37″82, davanti all’Olanda, argento in 38″46, e alla Germania, bronzo in 38″52. “Siamo scesi tutti in pista convinti di poter fare qualcosa di grande. L’Italia c’è e la nostra atletica c’è. Arrivare alle Olimpiadi dopo un Europeo così aiuta. Continuate a seguirci, faremo bene”, così, dopo la gara, il raggiante Jacobs, proiettato già verso Parigi2024.
Qualche rammarico per la 4×400: gli azzurri sono giunti al secondo posto ma probabilmente con Sibilio in pista avrebbero potuto fare anche meglio. Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli ed Edoardo Scotti hanno fermato il cronometro a 3’00″81. Oro al Belgio (2’59″84); bronzo per la Germania, per un centesimo dietro all’Italia.
Record italiano ma medaglia di legno, ovvero quarto posto, invece per le ragazze azzurre della 4×400 femminile. Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari e Alice Mangione hanno corso in 3’23″40. Oro all’Olanda, davanti all’Irlanda (argento) e al Belgio (bronzo).
Tornando alle medaglie vere di giornata, ha centrato un bell’argento Larissa Iapichino. La 21enne toscana (Fiamme Oro) ha saltato 6.82 metri, poi 6.84, quindi un nullo, seguito da 6.86 e da 6.90. Infine, l’ultimo salto vincente a 6.94, misura valida per il secondo posto nel podio, dal quale era fuori per un centimetro. Oro alla tedesca Malaika Mihambo, con 7.22. Terza piazza e bronzo per la portoghese Agate De Sousa, con 6.91, giunta a tre centimetri dall’azzurra. Quarta piazza per la tedesca Mikaelle Assani (pari merito con la De Sousa, ma con la seconda misura peggiore).
Infine, non ultimo, il prezioso bronzo vinto da Pietro Arese nei 1500 metri maschili. Il piemontese, 24enne, delle Fiamme Gialle, ha corso in 3’33″34. Oro per il norvegese Jakob Ingebrigtsen, argento per il belga Jochem Vermeulen.
A chiusura dei festeggiamenti cori all’Olimpico sulle note di “Nel blu, dipinto di blu” e sogni di gloria rimandati a Parigi per l’appuntamento con l’Olimpiade, al quale l’Italia si avvicina quanto mai agguerrita.
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Boston sbanca Dallas e va sul 3-0, titolo numero 18 a un passo
DALLAS (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Boston è pronta a mettersi l’Anello al dito. Dopo aver dominato i due round al TD Garden, i Celtics volano in Texas e fanno altrettanto: 106-99 su Dallas, 3-0 nelle Finals e 18esimo titolo ormai a un passo. La lunga attesa – nel 2008 l’ultimo successo – sta ormai per finire, merito di Jayson Tatum e Jaylen Brown che mettono il timbro sulla decima vittoria consecutiva in questi play-off (7 su 7 in trasferta), rispettivamente con 31 e 30 punti. Venerdì, in gara 4 a Dallas, la chance di chiudere i conti e tornare a essere la franchigia più vincente della Nba, primato attualmente in condivisione con i Lakers (17 titoli a testa). Eppure il terzo atto della sfida con i Mavericks ha rischiato di trasformarsi in tragedia per Boston, che ha quasi buttato via al vento 21 punti di vantaggio quando mancavano 11 minuti alla sirena. “Nel basket le cose non vanno mai come ti aspetti ma se vuoi vincere l’Anello devi essere resiliente in queste situazioni e noi lo siamo stati”, sottolinea Tatum. Con buona pace di Dallas, sotto 91-70 a inizio quarto quarto ma capace di rimettere tutto in gioco con un break di 22-2, portandosi a -1 quando restavano circa tre minuti e mezzo da giocare. Ma senza Luka Doncic, uscito per falli poco prima, e nonostante un Kyrie Irving finalmente all’altezza (35 punti), i Mavericks non sono riusciti a completare la rimonta, con Tatum e Brown bravi a prendere per mano i Celtics, con l’aiuto anche di Derrick White (16 punti), e guidarli alla vittoria. E’ la seconda volta che Boston si trova sul 3-0 in una finale Nba dopo quellA contro i Lakers nel 1959 e allora la chiuse in gara 4. Ci riproverà domani notte, ancora all’American Airlines Center, contro una Dallas che non ha niente da perdere ma col peso delle statistiche nettamente a favore dei Celtics: nessuna delle 156 squadre che si è ritrovata sotto 3-0 in una serie di play-off Nba è mai riuscita a ribaltare la situazione.
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Thiago Motta nuovo allenatore della Juve fino al 2027
TORINO (ITALPRESS) – L’attesa è finita, adesso c’è anche l’annuncio: ad allenare dalla prossima stagione la Juventus sarà Thiago Motta. Contratto fino al 30 giugno 2027 per il 41enne ex centrocampista italo-brasiliano. «Sono davvero lieto di cominciare una nuova esperienza alla guida di un grande club come la Juventus. Ringrazio la proprietà e la dirigenza cui assicuro tutta la mia ambizione per tenere alti i colori bianconeri e rendere felici i tifosi» le prime parole da allenatore bianconero. Una brillante carriera in campo fra Barcellona, Atletico Madrid, Genoa, Inter e Psg, protagonista con la Nazionale italiana a Euro2012 e Euro2016 e ai Mondiali del 2014, Motta muove i primi passi in panchina allenando l’Under 19 del Paris Saint Germain. Dopo un’esperienza breve e negativa al Genoa (ingaggiato a ottobre 2019, viene esonerato due mesi dopo), riparte nell’estate 2021 dallo Spezia, dove centra l’obiettivo salvezza (16esimo posto finale), quindi a settembre 2022 subentra a Mihajlovic al Bologna: dopo una prima stagione chiusa al nono posto, nell’ultimo campionato conduce i felsinei a una storica qualificazione in Champions grazie alla quinta piazza finale. Ora la chiamata della Juventus, che ha deciso di puntare su di lui per tornare a vincere.
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De Zerbi “Mi piace allenare, vediamo che succederà”
CATANZARO (ITALPRESS) – “Nel calcio ci sono tante persone che la vedono diversamente, io non voglio scimmiottare nessuno, ammiro Guardiola, Ancelotti, Klopp, Arteta, Conte, Sarri ma voglio essere autentico, me stesso. Tutti giocano per il risultato, ma c’è chi prende la strada che senti più tua e in campo cerco di portare sempre quello che sono”. Ha esordito così mister Roberto De Zerbi – che ha lasciato di recente la panchina del Brighton – insignito dell’undicesima edizione del Premio Nicola Ceravolo a Catanzaro, ideato dal giornalista Maurizio Insardà, in ricordo dell’indimenticato presidente della squadra giallorossa. Cerimonia presentata dalla giornalista Monica Bertini con il direttore editoriale di Italpress e coordinatore del premio, Italo Cucci, a confronto sul palco con l’ospite della serata. “Mi piacerebbe andare in un altro Paese dove non sono stato, cercare di imprimere lo stesso gioco in posti diversi”, ha detto De Zerbi. “Credo che gli allenatori italiani siano i migliori, sempre all’avanguardia, come comprensione del gioco pochi ci battono. L’ambiente fuori cambia, da noi il risultato sposta tutto, all’estero si vive diversamente”.
Interprete del bel gioco, a dispetto della tradizione catenacciara citata dal direttore Cucci, De Zerbi ha così commentato: “Ho giocato sui campi anche in C, gli allenatori possono essere determinanti nel darti disciplina, organizzazione e fiducia, ma non vincono le partite. Alla fine vince chi ha la rosa più forte nel complesso. Spalletti a Napoli ha fatto un miracolo. Gasperini ha cambiato la serie A non da oggi, da tanti anni”. Il mister ha parlato anche dell’Italia impegnata agli imminenti Europei: “La nazionale ha tanti buonissimi giocatori, ma non ha una stella come Baggio, Totti o Del Piero di alcuni anni fa. Manca il giocatore con quel fascino, il gap lo può colmare solo Spalletti. Non é questione di età o nazionalità, ma di valore del giocatore che, in quegli anni, probabilmente era ad un livello diverso. Credo nei giovani, ma se sono forti e meritano di giocare, in campo conta la personalità. Forse in Italia mancano settori giovanili adeguati, perché si cerca sempre di risparmiare e si vuole tutto subito”.
Premiato nel corso della serata anche il presidente del Catanzaro, Floriano Noto, il quale ha ricordato “i sacrifici di Nicola Ceravolo, ai tempi della serie A, e che ancora oggi vengono ripagati dal popolo giallorosso che, anche da lontanissimo, continua a seguirci”. Ad essere insignito pure il capitano e bomber delle Aquile, Pietro Iemmello, legato a De Zerbi dall’esperienza vissuta insieme a Foggia. Il premio giornalistico “Emanuele Giacoia” é stato consegnato da Riccardo Giacoia, caporedattore del Tgr Calabria, alla voce di Tutto il calcio minuto per minuto, Tonino Raffa. L’albo d’oro del Premio Ceravolo annovera nomi illustri come Claudio Ranieri, Fabio Capello, Antonio Conte, Marcello Lippi, Cesare Prandelli, Javier Zanetti, Carlo Ancelotti, Luciano Spalletti, Roberto Mancini e Andrea Barzagli.
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Buone notizie da Frattesi, Spalletti lavora sull’11 anti-Albania
Di Antonio Ricotta
ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – Le modalità dell’allarme sono scattate così come sembrano essere rientrate. Davide Frattesi ieri, dopo il riscaldamento atletico con la squadra, si è fermato, ha parlato con Spalletti ed è rientrato negli spogliatoi. Oggi, nei primi 15 minuti di allenamento aperti alla stampa, il centrocampista dell’Inter si è regolarmente allenato con i compagni. Corsa leggera, qualche scatto e poi torello, prima della chiusura dei cancelli dell’Hemberg Stadion di Iserlohn. Da lì in poi, la Nazionale ha lavorato nella privacy più assoluta, ma l’impressione è che ieri si sia trattato di semplice prudenza più che di un vero e proprio allarme e che, dunque, Frattesi possa rispondere presente all’appello del ct per il debutto di sabato, a Dortmund, contro l’Albania. Non male, visto che anche oggi (almeno per gli ormai famosi primi 15 minuti), i due Nicolò, Barella e Fagioli, hanno sostenuto allenamenti differenziati tra cyclette e tapis roulant. Il primo domani dovrebbe tornare in gruppo, per il secondo probabilmente non è ancora il momento. Entrambi, comunque, quasi certamente non faranno parte dell’11 anti-Albania, Barella potrebbe andare in panchina, più complicato per Fagioli.
Per quanto riguarda la formazione, Spalletti ha sempre insistito su una Nazionale ‘fluidà: difesa a 3 o a 4 può essere una questione di periodi o di andamento della partita. L’ipotesi è che si cominci con Darmian, Buongiorno e Bastoni nella linea arretrata, poi due esterni di centrocampo che, comunque, possono anche arretrare di qualche metro per mettersi, all’occorrenza, a 4. A destra in tre per una maglia: Cambiaso (che per la fluidità tanto cara al ct può anche accentrarsi), Bellanova (spinta e cross garantiti) e Di Lorenzo, uno che ha anche le sue chance per contendere la titolarità a Darmian. Il capitano del Napoli oggi è arrivato carico in conferenza stampa, vuole riscattare una stagione difficile e dimostrare perchè nel Napoli di Spalletti era uno degli intoccabili. All’altro azzurro (quello partenopeo) e al futuro ci penserà dopo, al momento vuole solo fare un grande Europeo. A sinistra la certezza è Dimarco, nelle ultime due amichevoli non al top, ma comunque una certezza di assoluto valore, magari uno di quelli di cui parlava oggi il capo-delegazione Gigi Buffon: “In questa Nazionale ci sono 5-6 giocatori che possono far parte del ghota del calcio europeo e mondiale”.
In mezzo Jorginho, unico regista puro in rosa, è certo di una maglia. Al suo fianco, detto che è difficile immaginare Barella in campo dal primo minuto (non fosse altro per evitare rischi in vista di Spagna e Croazia), Cristante sembra il favorito. Fagioli, per cui ancor di più è valido il discorso fatto per l’interista, ha lavorato a parte e a tre giorni dal debutto non è un dettaglio. C’è Lorenzo Pellegrini. Nel primo allenamento di Iserlohn si è distinto sia da centrocampista che da trequartista, però per caratteristiche (il numero di maglia, il 10, è un indizio) pare dare garanzie maggiori qualche metro più avanti. Se la gioca con Frattesi che, se sta bene, è in vantaggio. L’altro elemento alle spalle dell’indiscutibile Scamacca, sarà, anzi dovrebbe essere, Chiesa. Ci si aspetta il miglior Federico, in questo caso la maglia è indiscutibilmente sua.
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Buffon “Nazionale sottostimata, invece è molto competitiva”
ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – “Questa è una Nazionale probabilmente sottostimata, ma secondo me è molto competitiva, per lo spessore umano dei ragazzi che la compongono”. Così il capo delegazione della Nazionale, Gigi Buffon, in conferenza stampa Casa Azzurri a tre giorni dal debutto a Dortmund contro l’Albania. “La cosa che più mi ha sorpreso e che mi ha fatto più piacere è il senso di appartenenza alla nostra nazione e alla maglia, vedo l’atteggiamento di chi con grande umiltà e spirito di servizio si mette a disposizione di ogni linea guida del ct e della federazione. Credo ci siano 4-5-6 elementi che facciano parte del gotha del calcio europeo e mondiale, questo significa che oltre a un ottimo gruppo, che è una cosa fondamentale, abbiamo anche le individualità per fare una bella competizione”.
Trascinatore quando volava da un palo all’altro, stesse caratteristiche anche adesso da dirigente. “Dentro di me avevo molta curiosità di capire i miei sentimenti e come mi sarei preparato in un altro ruolo, in questa nuova veste e devo dire che, saranno i riflessi incondizionati del corpo, ma le sensazioni che rivivo sono analoghe, il grado di adrenalina e attenzione è aumentato rispetto ai primi giorni. Ci tengo a dare il mio piccolo contributo, spero che tutti noi possiamo fare delle cose belle”, dice l’ex numero 1 che, a proposito di portieri…dorme sonni tranquilli. “Penso che Donnarumma sia un punto fermissimo e un punto di forza, credo abbia fatto una parata eccezionale contro la Bosnia, con coefficiente di difficoltà 9,9 periodico, ci dà ulteriori sicurezza e garanzie per essere competitivi, dietro sai che hai un baluardo molto solido”. Non solo Gigio anche gli altri due per Buffon sono di assoluto valore. “Posso confermare la crescita di Vicario, un portiere affidabilissimo che sta vivendo una parabola eccezionale, anche l’esperienza in Premier gli ha fatto fare uno step ulteriore, ricordiamoci anche di Meret che non penso sia l’ultimo arrivato. Come portieri l’Italia ha a disposizione una fucina di talenti come da tantissimi anni non si vedeva, credo che per la scuola italiana sia un vanto”, ha concluso Buffon.
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