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LAZIO SUPERA EMPOLI 1-0, DECIDE CAICEDO SU RIGORE

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Esulta la Lazio, vittoria nell’anticipo con tre punti dal sapore di Champions. Allo Stadio Olimpico i biancocelesti chiudono la pratica Empoli per 1-0, grazie alla rete di Caicedo su rigore, e sigillano il momentaneo sorpasso sul Milan per il quarto posto. Una serata perfetta per Strakosha e compagni con il portiere albanese che torna a tenere la porta inviolata in casa dopo quattro mesi esatti dall’ultima volta (7 ottobre, 1-0 contro la Fiorentina). Si estende invece la striscia negativa dell’Empoli all’Olimpico: mai vittorioso in tredici precedenti con l’ultimo gol risalente addirittura al 18 marzo 2007 (3-1). Schieramento a specchio in avvio di partita con Inzaghi che a centrocampo ritrova Milinkovic-Savic. Prima da titolare per il neoacquisto Romulo mentre in avanti confermato il tandem Caicedo-Correa, out Immobile non ancora al top fisicamente. Iachini, invece, ripropone l’attacco a due con Farias e Caputo, a tutta fascia Di Lorenzo e Pasqual. Nei primi minuti l’Empoli prova a sfruttare alcune disattenzioni della retroguardia biancoceleste, in particolare con Caputo che al 7′ sfrutta un’amnesia di Bastos e calcia in porta da fuori area trovando però la risposta di Strakosha. Dopo mezz’ora di sbadigli la Lazio alza i ritmi, soprattutto grazie a Correa che al 29′ s’inventa un’azione solitaria, dribbla due giocatori, e calcia debolmente col mancino.

Sette minuti più tardi è ancora il ‘Tucu’ a impegnare Provedel dopo una bella triangolazione con Milinkovic. Poi al 41′ l’estremo difensore dell’Empoli regala letteralmente il calcio di rigore agli avversari: pressato da Caicedo, Provedel perde la palla e interviene in scivolata sull’attaccante. Per Chiffi è rigore e dal dischetto lo stesso Caicedo realizza con freddezza alla sinistra del portiere per l’1-0. Nel secondo tempo, però, Provedel si rifà con una respinta in tuffo su un colpo di testa di Acerbi al 57′ e due minuti più tardi i toscani sfiorano il pareggio con un destro piazzato di Krunic che termina di poco out. La Lazio cerca il colpo del ko ma Correa cestina la chance del raddoppio calciando alto sopra la traversa dopo aver superato la linea difensiva con uno scatto fulminante. Con la partita in bilico, l’Empoli prova il tutto per tutto con le palle alte a centro area, creando qualche brivido nei minuti finali. Ma la Lazio difende il minimo vantaggio e proprio come a Frosinone esce dal campo con tre punti fondamentali per l’obiettivo europeo, mentre l’Empoli rimane pericolosamente a +1 sulla zona retrocessione.

GALLINARI E BELINELLI KO NELLA NOTTE DELL’NBA

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Azzurri sconfitti nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Niente da fare per i Los Angeles Clippers di Danilo Gallinari di fronte ai quasi 16mila spettatori della Bankers Life Fieldhous: vincono gli Indiana Pacers, padroni di casa, per 116-92 grazie innanzitutto alla super prestazione di Bojan Bogdanovic, a referto con 29 punti. Per la trentenne ala di Sant’Angelo Lodigiano, al ritorno in campo dopo quasi tre settimane di stop, 12 punti in 20 minuti di impiego, impreziositi da 5 rimbalzi e 2 assist. Serata no anche per i San Antonio Spurs di Marco Belinelli, messi al tappeto per 127-118 dai Portland Trail Blazers. Sul parquet del Moda Center rubano la scena gli idoli di casa C.J. McCollum (30 punti), Damialn Lillard (24) e Jusuf Nurkic (22), mentre tra gli ospiti la 32enne guardia di San Giovanni in Persiceto mette a segno solo 8 punti in 24 minuti.

DOMINIO DUCATI NELL’ULTIMA GIORNATA DI TEST A SEPANG

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Si chiude l’ultima giornata di test a Sepang nel segno della Ducati. Fa il passo Danilo Petrucci con il tempo di 1:58.239, ma occhi puntati sulle novità tecniche che i box hanno portato in pista sin dalla mattinata. Per il ternano, al lavoro anche su alcuni aggiornamenti di ciclistica, una caduta senza conseguenze e tanta soddisfazione dopo una tre gironi dove è stato costantemente veloce anche sul passo. Prima dell’arrivo del grande caldo di mezzogiorno, sono le moto di Borgo Panigale a dettar legge: ben quattro DesmosediciGP occupano le prime cinque posizioni della tabella crono e manterranno lo strapotere fino alla fine. C’è il primo verdetto del 2019: il prototipo italiano è il riferimento della classe regina, ma questa non è che una conferma. Francesco Bagnaia, rookie e campione del mondo Moto2, si aggancia al collega ufficiale con un giro perfetto durante la mattinata. Il suo ritardo è di 0″063, resterà invariato fino alla bandiera a scacchi. Un passo in avanti impressionate per il pilota VR46 Academy. Al terzo posto c’è il collega di team Jack Miller (+0″12) e in quarta posizione, con un distacco di 0″299, Andrea Dovizioso (Mission Winnow Ducati Team). Nel pomeriggio l’australiano è stato vittima anche di una scivolata. Tempi più bassi rispetto alle giornate precedenti e la combinata assume il volto della classifica del terzo giorno. Per il pomeriggio è previsto l’arrivo della pioggia  e il programma delle scuderie è attaccare la vetta della tabella tempi prima del cambio meteo per poi dedicarsi ad un lavoro sul passo dopo la pausa. Si prova anche la nuova mescola posteriore morbida che Michelin ha messo a disposizione dei piloti in questi test. I commenti sono positivi. In Ducati si confermano maestri nell’ innovazione aerodinamica e, dopo poche ore, dall’apertura della pit-lane Desmo Dovi è il primo a portare in pista una nuova carenatura a tripla ala a differenti altezze. Nel corso della giornata la novità (con le dovute modifiche) sarà provata dagli altri tre ducatisti in vetta. Il genio Ducati non si ferma e lo studio si allunga anche al serbatoio con feritoie per dare la massima refrigerazione ai circuiti elettrici. La prima non desmodromica è la M1 di Maverick Viñales (Monster Energy Yamaha MotoGP), più veloce del secondo giorno e ora quinto fino alla fine mentre Valentino Rossi, suo compagno di squadra, resta vicino i primi con un ritardo di circa 0″9. Nel pomeriggio, il numero 12 sarà protagonista anche di una simulazione di gara dopo aver testato la nuova carenatura aerodinamica che il Dottore aveva provato in apertura prove. Per i due piloti di Iwata la concentrazione è riposta cercando la miglior trazione e per Viñales il record di passaggi della giornata, 79. Migliora Aleix  Espargaro (Aprilia Racing Team Gresini), settimo davanti all’ancora ottimo Franco Morbidelli (Petronas Yamaha SRT); Andrea Iannone è fermato dai problemi fisici che non gli consentono di scendere in pista e continuare l’adattamento alla RS-GP. Stakanovista fino alla pausa di mezzogiorno, Alex Rins. Il pilota del team Suzuki Ecstar mette a referto il dodicesimo crono finale. Sulla GSX – RR si prova anche una nuova carena aerodinamica, modello ‘squalo martello’. Sia il numero 42 sia Joan Mir, suo collega di box e rookie, sono tra i più attivi in pista durante la mattinata. Dopo il primato di martedì, Marc Marquez non riesce ad essere incisivo in termini di crono. Il lavoro del campione del mondo è tanto ma rilegato ancora una vola alla sola mezza giornata. Dopo la pausa di mezzogiorno, il suo box annuncia l’uscita di scena anticipata e chiude i battenti. La condizione fisica e la convalescenza dall’operazione alla spalla che Marquez ha sostenuto nel precampionato, preoccupa di più gli uomini Repsol Honda che qualunque piano di lavoro. Programma che ad ogni modo prosegue con l’impego di Stefan Bradl specialmente sul motore. Pare che Honda abbia definito il propulsore di questa stagione. Grande impegno sulla RC213V anche la scuderia di Lucio Cecchinello. Cal Crutchlow (LCR Honda Castrol) rientra dall’infortunio e si dedica allo sviluppo a pieno regime della moto 2019. Alla fine, sarà sesto in classifica mentre Takaaki Nakagami, su prototipo più del 2018, è nono, davanti a Rossi.
(ITALPRESS).

PARISSE “LA MIA ITALIA HA GRANDE VOGLIA DI RISCATTO”

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Un cielo limpido ed una giornata dal sapore primaverile hanno fatto da contorno al Captain’s Run dell’Italia allo Stadio Olimpico di Roma, che nella giornata di domani alle 17.45 sarà il teatro della seconda sfida dell’Italrugby al Guinness Sei Nazioni 2019 contro il Galles, match che sarà trasmesso in diretta su DMax. “Dopo una sconfitta il clima tendenzialmente nell’immediato è negativo. Noi non ci accontentiamo di una buona prestazione – ha dichiarato Sergio Parisse nella consueta conferenza stampa a chiusura dell’allenamento di rifinitura odierno – ma andiamo a caccia delle vittorie. Già da lunedì l’aria era diversa: più positivi sicuramente. Ho fatto i complimenti alla squadra al termine dell’allenamento di martedì per la voglia, l’entusiasmo e la resilienza mostrata”. “All’esterno si parla molto del gruppo in modo negativo: si guarda solo ai risultati e, da un certo punto di vista, può essere legittimo. Noi che viviamo dall’interno la situazione posso dire che non è tutto negativo e che la squadra ha una grande voglia di riscatto e di mostrare il proprio valore in campo. Vogliamo essere padroni del gioco nel match contro il Galles, cosa che non è successa in Scozia, soprattutto nel primo tempo dove abbiamo concesso troppo possesso agli scozzesi. Abbiamo commesso anche alcuni errori in fase difensiva. Domani vogliamo attaccare e mostrare un gioco propositivo: non è nelle nostre intenzioni passare un pomeriggio a difendere”. “In passato ci sono stati giocatori dell’Italia che hanno fatto cose eccezionali con questa maglia. Abbiamo dimostrato al mondo che siamo in grado di battere grandi squadre. Ci sono Nazionali che sono lontane dal nostro livello: meritiamo di essere al Sei Nazioni. In questo gruppo è cambiata la mentalità, come dimostrano anche i risultati delle due franchigie”, ha concluso il capitano azzurro.

SCI ALPINO. BIS IRIDATO DELLA HOLDENER IN COMBINATA

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Un urlo di rabbia dopo aver tagliato il traguardo della prova di slalom per Federica Brignone che puntava a una medaglia in quella che molto probabilmente sarà l’ultima combinata in un campionato del mondo. La valdostana i è dovuta accontentare del sesto posto dopo lo slalom e quell’urlo finale descrive alla perfezione il suo stato d’animo. Il successo nell’ultima gara di specialità disputata in Coppa del mondo nella passata stagione le aveva dato la convinzione di poter lottare per il podio ed è quello che ha fatto, chiudendo al sesto posto la discesa a 60 centesimi da una specialista come Ramona Siebenhofer e ripartendo poi quinta dopo la rinuncia di Corinne Suter. Ma in slalom ha fatto più fatica di quanto si aspettasse, soprattutto nella parte centrale del tracciato, e ha dovuto subire il sorpasso di Roni Remme (la migliore tra i pali stretti) oltre a quello annunciato di Petra Vlhova, riuscendo a scavalcare soltanto Ilka Stuhec.
Di poco fuori dalla top ten le altre due azzurre. Nicol Delago chiude dodicesima: in discesa è andata bene soprattutto nella parte finale, mentre in slalom, che non è la sua specialità, si è difesa nelle prime porte riuscendo così a battere di pochissimo la compagna Marta Bassino, tredicesima. La medaglia d’oro è andata a Wendy Holdener che conferma così il titolo conquistato a St. Moritz: aveva 30 centesimi di vantaggio su Vlhova, è arrivata all’ultimo intermedio a pari merito e in fondo ha piazzato la zampata finale che le ha consentito di vincere per 3 centesimi. La slovacca, del resto, non era apparsa felice dopo la sua manche e ha avuto ragione. Bronzo per Ragnild Mowinckel che si riscatta così dopo il quarto posto all’Olimpiade e trema alla fine dopo la sorprendente prova in slalom di Ramona Siebenhofer che per 4 centesimi finisce fuori dal podio. Avrà la possibilità di rifarsi domenica in discesa. Mentre la combinata potrebbe essere al passo d’addio: la Fis sta pensando di sostituirla con il parallelo nei grandi eventi internazionali come Mondiali e Olimpiadi.

LA ROMA TORNA A VINCERE, 3-0 AL CHIEVO A VERONA

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Dopo il pareggio per 1-1 contro il Milan, la Roma torna a vincere e lo fa con un 3-0 contro il Chievo in occasione dell’anticipo della ventitreesima giornata di Serie A. Al Bentegodi Di Francesco, a pochi giorni dal match di Champions contro il Porto, si gode una prestazione convincente condita dalle reti di El Shaarawy, Dzeko e Kolarov. Dopo aver trovato la rete in tutte le ultime cinque partite interne di campionato, il Chievo resta a secco contro i giallorossi saliti ora a 38 punti in classifica. A sfidarsi sono l’unica squadra (Roma) a non aver ancora subito gol nei primi 15 minuti di gioco in questo campionato  e la seconda ad averne concessi più (Chievo, sette) in campionato nello stesso intervallo di tempo. La squadra di Di Carlo ha buoni motivi per temere l’approccio alla gara e il doppio vantaggio giallorosso si concretizza proprio nei primi venti minuti: al 9’ El Shaarawy sfrutta una lettura errata del fuorigioco da parte della difesa di casa e firma l’1-0 dopo aver saltato Sorrentino. Poi è Dzeko a raddoppiare con un dribbling stretto in area prima di un tiro che non lascia scampo all’estremo difensore avversario. La reazione del Chievo è affidata all’asse di sinistra: Barba penetra in area e crossa ma Marcano devia e salva in angolo. La Roma abbassa un po’ i ritmi e il Chievo sfiora la rete con un colpo di testa di Djordjevic su sponda di Barba: Mirante si supera ma il var non avrebbe convalidato a causa del fuorigioco dell’attaccante. Al 36’ il portiere giallorosso è costretto ad impegnarsi nuovamente per bloccare un tiro da posizione pericolosa di Stepinski, murato da Marcano. Abisso decide di mandare le squadre negli spogliatoi dopo un minuto di recupero e nella ripresa è il Chievo a prendere in mano il pallino del gioco. Ma la Roma alla prima occasione trova il tris: Dzeko rifinisce per Kolarov che batte Sorrentino col diagonale. Ma è una serata di grazia per il bosniaco che non smette di inventare giocate di classe: al 67’ salta tre avversari e cerca il secondo palo ma questa volta il portiere clivense è attento e respinge. Il duello personale tra Sorrentino e Dzeko si ripropone pochi istanti dopo: El Shaarawy serve il numero 9 che dal limite dell’area non riesce a dare forza al tiro, bloccato dal portiere. Ma il Chievo non sta a guardare e al 74’ si rende pericoloso: il neo entrato Schelotto ruba palla e lancia Giaccherini il cui cross al volo in area non trova compagni. La Roma amministra il risultato e Di Francesco dà vita a cambi conservativi in vista dell’ottavo di finale di Champions League: fuori Schick, El Shaarawy e Zaniolo, dentro Florenzi, De Rossi e Kluivert. Nel finale c’è spazio per due legni: prima la traversa colpita dal solito Edin Dzeko da posizione defilata dopo una azione individuale, poi il palo di El Shaarawy su assist del bosniaco. Sono le due ultime chance da gol prima del triplice fischio di Abisso.

PARIS NON BISSA, JANSRUD ORO MONDIALE IN DISCESA

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Anche se dentro monta un po’ di rabbia, ci si può inchinare a chi è stato più bravo. Dominik Paris, neo campione del mondo in superG, finisce fuori dal podio in discesa ad Are, dopo una gara disputata in condizioni proibitive: non deve aspettare per saperlo, perché quando arriva al traguardo è già fuori dai primi tre e il suo primo pensiero, allora, è stringere la mano ad Aksel Lund Svindal, il fuoriclasse norvegese all’ultima gara della propria carriera. La chiude arrivando secondo, dietro appena due centesimi al compagno di squadra Kjetil Jansrud, per una doppietta che sa di favola e che giustamente farà impazzire il popolo vichingo. L’Italia aveva già festeggiato mercoledì e anche senza medaglie la discesa mondiale di Are è stata comunque positiva. Paris parte fortissimo e al primo intermedio fa segnare il miglior tempo, poi finisce lungo in curva poco dopo, perde velocità e non riesce più a recuperare. Del resto l’aveva detto: in una discesa così corta era vietato commettere errori, proprio per le difficoltà di rimontare. Le condizioni in cui si è gareggiato, poi, non lo hanno aiutato e in generale hanno fatto bene allo spettacolo: prima la nebbia che ha ritardo la partenza alle 13.30, con lo start confermato a quello del superG come si era ipotizzato alla vigilia, poi la neve che cadeva fitta riducendo la visibilità. Così sbagliare era più facile. Paris torna a casa comunque con un sesto posto a 74 centesimi da Jansrud e a 41 dal bronzo di Vincent Kriechmayr, l’austriaco che conquista due medaglie in pochi giorni dopo l’argento in superG. Christof Innerhofer è andato giù quando la visibilità stava leggermente migliorando, si è difeso nella parte alta poco adatta alle sue caratteristiche, poi proprio nella parte centrale non è riuscito a fare la differenza e un errore ne ha di fatto compromesso la gara facendolo scivolare fuori dalla top ten. Chiude undicesimo, davanti ai compagni di squadra Matteo Marsaglia e Mattia Casse, con l’atleta romano che finisce 13° e riscatta la delusione del superG su una pista che comunque non gli è congeniale. Casse non si ripete sui livelli eccezionali di mercoledì, ma pur sbagliando non molla e riesce a stare nella top 20. Per liberare definitivamente la propria gioia, Kjetil Jansrud ha dovuto penare un po’ per la scelta ribelle di Hannes Reichelt di rifiutare il numero 1 e scendere in pista con il 45. Con un atleta di quel livello ancora in gara, era impossibile pensare di aver già vinto. Ma l’austriaco non fa l’impresa, passando in testa al primo intermedio ma rischiando la caduta subito dopo, e alla fine Jansrud può gioire. Soltanto 18 giorni fa aveva rimediato una frattura a due dita della mano sinistra cadendo in prova a Kitzbuehel e nel superG aveva dato l’impressione di fare ancora parecchia fatica. Invece fa una gara perfetta e riesce a beffare anche il suo “capitano” Svindal: un’impresa, considerando che in questa stagione non era mai salito sul podio in discesa e che non lo aveva mai fatto neppure ai Mondiali in questa specialità, mentre alle Olimpiadi ci è riuscito due volte, compreso il recente argento di PyeongChang. Ma l’impresa la fa anche Svindal, perché a 36 anni conquista la nona medaglia iridata: ad Are aveva trionfato in discesa nel 2007 e dodici anni dopo è ancora sul podio. Un fuoriclasse che mancherà allo sci. E anche a Paris.

VINCONO WARRIORS E BUCKS, DAVIS E PELICANS OK

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Nessun azzurro in campo nelle otto gare di Nba disputate nella notte italiana. A riposo i Clippers di Gallinari e gli Spurs di Belinelli, fari puntati sulle prime della classe. A Ovest Golden State si impone per 117-107 sul parquet dei Suns che tengono testa ai campioni in carica per tutto il match, ma che non riescono a evitare il ko nonostante i 25 punti (con 12 rimbalzi) di Kelly Oubre e i 23 di Deandre Ayton (anche per lui 12 rimbalzi), mentre ne fanno 19 a testa Jackson e Bridges. Pur non essendo nella migliore serata della stagione, i Warriors portano a casa la vittoria e mandano in doppia cifra tutto il quintetto con Thompson che ne fa 25, Durant 21, Curry 20, Cousins 18 e Green 13. Successo anche per i Bucks che vincono 122-107 a Dallas con il solito Giannis Antetokounmpo a dettare legge e a produrre una doppia doppia da 29 punti e 17 rimbalzi (sono 5 gli assist) mentre ne fanno 20 Lopez, 18 a testa Bledsoe e Brogdon. Dall’altra parte sono 20 i punti di Luka Doncic, ne fa 18 Burke. C’era grande attesa a New Orleans non tanto per la sfida contro Minnesota, comunque vinta dai padroni di casa per 122-117, ma per Anthony Davis rimasto nonostante la volontà di cambiare aria che i tifosi dei Pelicans non hanno gradito e che hanno ripagato con gli iniziali fischi, poi trasformati in applausi a suon di punti e belle giocate. Senza giocare nell’ultimo quarto e in 25 minuti, Davis ha messo a referto 32 punti (9 rimbalzi), mentre sono 27 quelli di Holiday, 19 per Williams, 12 a testa per Randle e Frazier. Anche Towns ne fa 32 e sono 23 i punti di Wiggins ma i Timberwolves tornano a casa con una sconfitta. Vincono anche Pistons (120-103 contro New York con Drummond che fa 29 punti e 20 rimbalzi), Philadelphia (117-110 con i Nuggets e con JJ Redick che ne fa 34, mentre a Denver non basta la tripla doppia da 27 punti, 10 rimbalzi e 10 assist di Jokic), Wizards (119-106 sui Cavaliers), Bulls (125-106 sui Nets con 31 punti e 18 rimbalzi per Markkanen) e Kings (102-96 contro Miami).