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MILAN BATTE CAGLIARI 3-0 E TORNA QUARTO

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Il Milan si riprende il quarto posto e la corsa Champions si conferma esaltante: a San Siro, Gattuso si sbarazza senza problema alcuno di un Cagliari in piena crisi e neanche particolarmente fortunato, visto l’autogol di Ceppitelli che ha spianato la strada ai rossoneri e la clamorosa traversa di Joao Pedro poco prima del 3-0 del solito Piatek. In ogni caso, successo senza discussioni e tra gli applausi quello conquistato dal Milan, in cui ha brillato anche la stella di Paquetà, alla prima marcatura italiana con tanto di dedica al Flamengo, suo club di provenienza che sta vivendo giorni terribili dopo l’incendio nel centro sportivo. E’ filato tutto liscio per Gattuso, che ha deciso di confermare l’11 che ha ben figurato a Roma sette giorni fa: Piatek tra Calhanoglu e Suso, Paquetà nei tre di centrocampo con Kessi e Bakayoko, fasce di difesa presidiate da Calabria e Rodriguez. Di fronte c’è un Cagliari in crisi e che Maran – per volontà e necessità – cambia un po’, rinunciando al regista puro (panchina per Bradaric e Cigarini) e avvicinando Barella a Joao Pedro e Pavoletti.
L’avvio del Milan è a mille all’ora e il Cagliari finisce subito al tappeto: Cragno, che poco prima aveva deviato in corner il destro di Calhanoglu, respinge sul braccio di Ceppitelli il mancino a giro di Suso. Sfortunata l’autorete del centrale uruguaiano, il Milan è già avanti al 13′. Frastornato il Cagliari, che poco dopo incassa il 2-0: cross di Calabria, Srna si dimentica di Paquetà che ha la possibilità di firmare la prima rete ‘italiana’ con dedica speciale e commossa ai giovani del Flamengo morti in un incendio al centro sportivo.
San Siro in estasi, Cragno è provvidenziale su Piatek che tenta il pallonetto. E provvidenziale, sul fronte opposto, è anche Donnarumma: alla presenza numero 150 in rossonero a nemmeno 20 anni, il portierone mette in mostra i propri riflessi sulla deviazione aerea di Joao Pedro (27′). Piatek ha una voglia matta di far gol: sull’imbeccata di Kessie, il polacco spara col destro. Applausi, ma porta distante. Sfortunatissimo il Cagliari all’ora di gioco: sul cross di Pellegrini, Joao Pedro impegna Donnarumma e sulla respinta tenta un pallonetto che si stampa sulla traversa. Si salva il Milan.
Che subito dopo fa tris. Ceppitelli sbaglia il rinvio, Cragno anticipa Piatek e poi fa quel che può su Calhanoglu, ma il polacco, a porta vuota, non può sbagliare. Tris servito, Gattuso concede la passerella a Piatek (dentro Cutrone) e Calabria (Conti): applausi a scena aperta. Cagliari in disarmo, mentre Kessie, Cutrone, Calhanoglu e soprattutto Suso sfiorano il poker. Il Milan ricaccia indietro le romane e l’Atalanta e tiene il passo dell’Inter, quattro punti più su; per il Cagliari (che manca il gol della bandiera con Ceppitelli) continua il momento no, obbligatorio tornare a far risultato già col Parma perchè la classifica inizia a farsi pericolosa.

JAMES NON BASTA, LAKERS AL TAPPETO A PHILADELPHIA

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Crollo in trasferta per i Los Angeles Lakers nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Davanti agli oltre 20mila spettatori che hanno affollato il Wells Fargo Center, il quintetto californiano si arrende con un netto 143-120 ai Philadelphia 76ers, trascinati dai 37 punti messi a segno da Joel Embiid. Gli ospiti pagano la serata meno brillante del solito di LeBron James, a referto con 18 punti in 33 minuti di impiego ma ad un solo assist dall’ennesima tripla doppia; 39, invece, i punti di Kyle Kuzma, top-scorer della serata. Successo in volata, invece, per i Golden State Warriors: i campioni in carica si aggiudicano la sfida con Miami Heat per 120-118 sfruttando la vena realizzativa di Kevin Durant, autore di 39 punti contro i 37 del suo ‘dirimpettaio’ Josh Richardson. La spuntano d’un soffio anche i Dallas Mavericks contro Portland Trail Blazers (102-101), i Sacramento Kings superano i Phoenix Suns (117-104) e Orlando Magic passa sul parquet degli Atlanta Hawks (124-108).

ROSETTI “VAR IN CHAMPIONS AIUTERA’ GLI ARBITRI”

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L’uso del Var è stato introdotto per la fase a eliminazione diretta della Champions League perché “siamo convinti che sarà vantaggioso per le nostre competizioni poiché fornirà un valido aiuto agli arbitri e ci permetterà di ridurre le decisioni sbagliate”. Il responsabile del settore arbitrale Uefa, Roberto Rosetti, ha guidato il progetto per l’introduzione del Var in Champions League e, sul sito Internet dell’Uefa, illustra la sua opinione sull’utilizzo della tecnologia anche nella massima competizione continentale per club. “Come hanno reagito gli arbitri a queste innovazioni? Molto positivamente – sottolinea Rosetti – Abbiamo tenuto diversi corsi negli ultimi mesi con i nostri migliori arbitri che accolgono sempre con favore qualsiasi iniziativa che li aiuti nel prendere le decisioni giuste. Come ci siamo preparati? Negli ultimi mesi abbiamo svolto con successo dei test tecnologici e fatto una formazione specifica per gli arbitri. Abbiamo quindi testato il Var in partite selezionate e poi abbiamo finalizzato i preparativi su tutti gli aspetti operazionali. Così adesso siamo pronti a usare il Var negli ottavi di Champions League”. Come e quando la squadra Var interviene e comunica con l’arbitro è presto detto: “Il protocollo su quando e come utilizzare il Var è stato definito dall’International Football Association Board, che definisce anche le Regole del Gioco. Le nostre linee guida per le partite Uefa su come applicare questo protocollo sono molto chiare: il Video Assistant Referee interverrà solo quando c’è la prova di chiari ed evidenti errori in quattro situazioni di gioco che possono cambiare il corso di una partita: gol e infrazioni che portano a una rete, decisioni su rigori e infrazioni che portano a un rigore, rossi diretti e scambi di identità. Ciò include anche i gol segnati dopo un fallo in fase offensiva o scaturiti da una posizione di fuorigioco. L’innovativa tecnologia 3D aiuterà l’Assistente al Video dell’Arbitro a determinare se si è verificata una posizione di fuorigioco. Il Video Assistant Referee interverrà anche in caso di falli molto gravi che dovrebbero essere sanzionati con un rosso diretto secondo le Regole del Gioco. Quando interviene il Var in area di rigore? Anche in questo caso il Video Assistant Referee interverrà solo se vi è una chiara evidenza: fallo evidente in area di rigore che porta a un rigore oppure in caso di una chiara prova di assenza di infrazioni che possano togliere un rigore. Ad esempio, in caso di tocco di mani, il Video Assistant Referee deve intervenire quando c’è una chiara volontà del giocatore di toccare la palla con le mani o con il braccio. Movimento, distanza e posizione del braccio o della mano sono presi in considerazione dalla squadra Var per giudicare se il contatto sia punibile o meno, e l’arbitro deve effettuare una verifica in campo. In quali situazioni il Video Assistant Referee non interviene? Quando non c’è una chiara evidenza che giustifichi il riesame della situazione di gioco”. Rosetti spiega anche in che modo gli interventi del Var saranno comunicati ai tifosi: “Durante il processo di revisione in campo, i telespettatori verranno informati dai commentatori e dalle emittenti attraverso grafiche. Inoltre ci sarà una grafica mostrata sugli schermi degli stadi per consentire ai tifosi di capire quale decisione sia stata presa. Quanto tempo dura la revisione? Il Var non è perfetto ma aiuterà gli arbitri a prendere decisioni corrette. La precisione è sicuramente più importante della velocità. Tuttavia il tempo conta e vogliamo rendere le revisioni il più efficienti possibile”. Rosetti, infine, conferma come l’Uefa abbia in programma di introdurre il Var in altre sue competizioni: “Il Var verrà usato nella finale di Europa League di Baku di quest’anno, nelle Finals di Uefa Nations League in Portogallo e nei Campionati Europei Under 21 in Italia. Come già deciso, il Var sarà usato nella Champions League 2019/20 dagli spareggi in poi, e in Supercoppa Uefa 2019. La Uefa prevede di estendere ulteriormente l’utilizzo del Var per la fase finale di Euro 2020, per la Europa League 2020/21 dalla fase a gironi in poi e nelle Finals della Nations League 2021.

BERRETTINI TOP 50, FOGNINI E GIORGI MIGLIORI AZZURRI

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Nella classifica pubblicata oggi dall’Atp, Fabio Fognini si conferma il primo degli azzurri: il ligure è stabile al numero 15. Risale un gradino invece Marco Cecchinato, ora in 18esima posizione (best ranking eguagliato), mentre perde tre posti Andreas Seppi, adesso 40esimo. Grazie alla semifinale a Sofia entra per la prima volta tra i Top-50 Matteo Berrettini, che si porta al numero 46 (suo nuovo record) mentre fa due passi indietro Thomas Fabbiano, 86esimo. Si riavvicinano alla Top-100 Lorenzo Sonego (109) e Paolo Lorenzi (111). Situazione ancora congelata ai vertici del ranking mondiale, dove Novak Djokovic, dopo il trionfo nel primo Slam stagionale ancora più saldo sul trono dove è tornato a sedersi per la quarta volta sul finire della passata stagione, è alla quindicesima settimana consecutiva al comando (la 238esima complessiva), sempre con 2.635 punti di vantaggio su Rafael Nadal, mentre sul gradino più basso del podio c’è il “maestro” Alexander Zverev, eguagliando così il record personale. Quindi nell’ordine Juan Martin Del Potro, Kevin Anderson (5°, best ranking eguagliato) e Roger Federer, sesto, poi Kei Nishikori, a precedere Dominic Thiem, John Isner e Marin Cilic. E’ invece stabile Camila Giorgi nella classifica pubblicata stamane dalla Wta: la 27enne marchigiana è al numero 28 ed è sempre la prima delle azzurre. Guadagnano una posizione sia Sara Errani (numero 123), tornata in campo per la Fed Cup dopo la squalifica, che Martina Trevisan (165), mentre è stabile Martina Di Giuseppe (194). Dopo la settimana di sosta nel circuito per lasciare spazio alla Fed Cup non ci sono variazioni nella top-ten mondiale. Sul trono per la terza settimana siede la giapponese Naomi Osaka, trionfatrice a Melbourne, con 1.110 punti di vantaggio su Petra Kvitova. In terza posizione Simona Halep, seguita da Sloane Stephens e Karolina Pliskova, con Angelique Kerber sesta e settima Elina Svitolina, minacciate da vicino però dall’olandese Kiki Bertens che precede la bielorussa Aryna Sabalenka e la danese Caroline Wozniacki.

 

TISCI “FORMAZIONE SETTORI GIOVANILI IMPORTANTE”

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“Dopo la formazione dedicata ai settori giovanili della Serie B, oggi è la giornata dedicata alla Lega Pro. Un incontro importante che senza dubbio porterà arricchimento alla conoscenza dei responsabili dei club presenti”. Queste le parole del presidente del Settore Giovanile e Scolastico della Federcalcio Vito Tisci, presente oggi a Roma, nella sede dell’Università Luiss, per l’incontro formativo di aggiornamento con i responsabili dei settori giovanili delle società di Lega Pro. “C’è una presenza massiccia dei club e questo dimostra la vicinanza all’ente federale – ha sottolineato Tisci – È una giornata obbligatoria per il rilascio delle licenze nazionali e trattiamo diverse tematiche: dalla tutela dei minori all’attività di base, dalla comunicazione ai centri territoriali fino alla scuola”.


La giornata è stata aperta da Vito Di Gioia, segretario nazionale del Settore Giovanile e Scolastico della Figc, con un minuto di silenzio per la tragedia del Flamengo, con dieci ragazzi morti nell’incendio scoppiato tre giorni fa nel centro tecnico della società di Rio de Janeiro. “Un episodio che ha colpito tutti – ha spiegato Di Gioia – La tutela dei minori è un aspetto fondamentale e anche la Uefa se ne sta occupando direttamente. Su questo tema il Settore Giovanile e Scolastico si è impegnato sin dalla sua fondazione, ma dobbiamo ancora migliorare con procedure e buone pratiche da diffondere presso le nostre società sportive”.
(ITALPRESS).

ORO COMBINATA A PINTURAULT, TONETTI QUARTO

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Riccardo Tonetti si è visto sfuggire il sogno di una medaglia mondiale per appena 21 centesimi. L’azzurro chiude in quarta posizione la combinata di Are dopo che in discesa era stato il migliore degli slalomisti, trovando il sedicesimo tempo a 1″02 dal compagno Dominik Paris, tra i pali stretti ha ottenuto il sesto tempo, ma non è bastato per scrivere il proprio nome nella storia. A trionfare è uno dei favoriti della vigilia, il francese Alexis Pinturault, al suo primo oro mondiale in carriera (escludendo il team event di St. Moritz): quando è arrivato al traguardo e si è visto che il suo tempo di manche era inferiore a quello dello sloveno Hadalin, per un attimo c’è chi ha pensato che il francese non avesse spinto al massimo. Ma è bastato vedere subito dopo il suo connazionale Muffat-Jeandet, altro candidato alla medaglia, che il problema era un altro: la pista si è subito rovinata e Hadalin ha sfruttato alla grande la chance di partire per primo nello slalom dopo aver chiuso al 30° posto la discesa conquistando un argento insperato. Pinturault, con tutti i segni che ha trovato, ha fatto il massimo e ha vinto così quella che molto probabilmente sarà l’ultima combinata mondiale, considerando che la FIS sta pensando di sostituirla, anche alle Olimpiadi, con lo slalom parallelo. Marco Schwarz, che aveva vinto l’unica combinata della stagione in Coppa del mondo, si è dovuto accontentare del bronzo e solo Tonetti, di fatto, l’ha spaventato. Dominik Paris aveva stabilito il miglior tempo in discesa, disputata in condizioni di visibilità molto diverse rispetto a sabato e aumentando così il rimpianto per non aver potuto giocarsi la medaglia nella “sua” gara, chiusa al sesto posto sotto la neve e quasi al “buio”. In combinata, alla fine, chiude nono e di più non poteva fare: in slalom è partito bene, poi nel finale si è un po’ perso, come era logico che fosse essendo discesista. Christof Innerhofer, quarto in discesa, ha spinto subito tanto, sperando di poter lottare per la medaglia, ma rischiando di più è uscito poco dopo il primo intermedio. Mattia Casse, invece, ha limitato i danni tra i pali stretti e ha chiuso 27esimo. Il Mondiale dei velocisti finisce qui. Loro tornano a casa, Tonetti resta per gareggiare in gigante e slalom e prima ancora nel team event di martedì. “Quarto a due decimi. Si poteva sicuramente fare meglio, ma secondo me ho fatto una bella gara sia in discesa che in slalom. Putroppo quei due decimi bruciano un po’, perché quarto al Mondiale non conta così tanto” dice Tonetti. “Dispiace che siamo a un Mondiale e oggi che ho fatto una bella discesa è stato uno svantaggio perché poi sono partito con il 15 in slalom e la pista era quello che era. Peccato per un Mondiale che non si sia riuscito a fare qualcosa di meglio. Non è per fare polemica, ma fai una super discesa, arrivi davanti agli altri slalomisti ed era quasi meglio essere più indietro. Ci eravamo allenati con i francesi, quindi ero preparato sulle figure strette. Ho visto in tv la manche di Schwarz e avevo visto che c’era qualche segnetto. Sono partito effettivamente molto male, nelle prime 3-4 porte non ho preso un appoggio e forse lì ho perso quei due decimi. Ma sono comunque soddisfatto. Ora sarò al team event, farò più che altro da supporto ai due giovani (Vinatzer e Maurberger, n.d.r.), speriamo che vadano forte loro. Poi c’è il gigante, ho provato la neve e la pista, in allenamento andava bene, riparto con lo spirito di oggi”. “La pista era terribile, davvero molto male. È la terza volta di fila ai Mondiali che in slalom troviamo condizioni così. Vince sempre chi parte per primo, è andata bene a Pinturault perché è in forma incredibile e scia benissimo, ma ha fatto fatica anche lui con il numero 8 e a stento è riuscito a scavalcare Hadalin. Prima una discesa baby, poi uno slalom in condizioni così: è molto difficile essere competitivo. L’ho detto già prima della gara, mi hanno risposto che la pista avrebbe tenuto bene, ma non è stato così. In discesa sono andato bene, sabato non potevo scegliere le mie linee e stare nella traccia, oggi era tutto pulito ed è stato tutto più facile. Sono comunque soddisfatto di questi Mondiali considerando l’oro in superG alla prima giornata” racconta Dominik Paris.

MAROTTA “SI’ A CHIARIMENTO CON SPALLETTI SU ICARDI”

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“E’ giusto fare un chiarimento con Spalletti perché vogliamo entrambi il bene dell’Inter e rientra nelle dinamiche normali, per il resto sono situazioni che gestiremo nel migliore dei modi, ma smentisco che questo possa generare un caso”. Lo ha detto l’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta al suo arrivo alla sede della Lega Calcio Serie A per partecipare all’assemblea della “Confindustria del calcio”, a proposito della richiesta del tecnico nerazzurro Luciano Spalletti al termine di Parma-Inter, di una rapida soluzione della vicenda legata al rinnovo del contratto di Mauro Icardi. “Non è assolutamente un problema il rinnovo. Quello che dovevamo dire lo abbiamo già detto in tempo non sospetto – ha aggiunto – Mi sono sentito al telefono con Spalletti, avremo modo di parlarne nella giornata di oggi o domani mattina, sono situazioni che gestiremo nel migliore dei modi nell’interesse di tutti”. “Vorrei analizzare la vittoria di Parma che è la cosa più importante – ha concluso Marotta – E’ stata una vittoria convincente, brava la squadra, brava l’allenatore. Soprattutto abbiamo ritrovato quella condizione he avevamo smarrito nelle settimane precedenti, anche nei singoli, visto che abbiamo potuto vedere un Nainggolan e un Perisic in grande spolvero per cui sono molto fiducioso”.

DI FRANCESCO “COL PORTO PER RIPORTARE ENTUSIASMO”

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“Il percorso è sempre lungo, però posso dire che domani avremo una bella occasione per fare una grande partita e riportare entusiasmo nell’ambiente. Ogni occasione è importante e in Champions lo è ancora di più. Sono rimaste solo due italiane in gara e per noi è motivo di orgoglio, dobbiamo essere ambiziosi in tal senso”. Il tecnico della Roma, Eusebio Di Francesco, suona la carica in vista della sfida di domani sera all’Olimpico, valida per l’andata degli ottavi di finale di Champions League. “Il Porto non ha Marega e Corona? Credo che abbia degli ottimi sostituti, uno potrebbe essere Otavio e l’altro Soares, con caratteristiche differenti ma forti ugualmente, con qualità importanti – spiega il mister giallorosso in conferenza stampa – Il Porto al di là dei singoli è una squadra, è forte, compatta, dura da affrontare, sa quello che vuole. Ha vinto più duelli difensivi di tutti, vuol dire che come squadra si sa comportare molto bene. Sarà una partita molto dispendiosa dal punto di vista fisico”. ‘DiFra’ ha ancora dei dubbi di formazione: “Tra quelli che non ci sono stati a Verona contro il Chievo sicuramente recupererò Manolas, mentre Olsen sarà in dubbio fino a domattina. Abbiamo perso Schick per un infortunio muscolare. Tutti gli altri fermi ai box non ci saranno domani, ma speriamo di averli a disposizione contro il Bologna: parlo di Perotti e Under”. Con il rientro di De Rossi potrebbe rischiare il posto Nzonzi, oppure potrebbe essere schierato nel 4-3-3: “Ho questo dubbio, al di là del sistema di gioco, di farli giocare insieme contro il Porto. Sto facendo le mie valutazioni, ritengo che siano dei titolari. Sono giocatori importanti. Se Daniele dovesse dare delle risposte importanti oggi negli allenamenti giocherà sicuramente, per il resto è tutto da vedere”. Una battuta sul suo collega Conceicao: “Sta facendo un ottimo lavoro, ha fatto benissimo a Nantes. Ha fatto un bel percorso di crescita, ha dato tanta identità alla squadra. Prima palleggiavano molto, mentre ora sono molto più concreti sotto tutti i punti divista. Marega? E’ un attaccante differente rispetto a Soares, che potrebbe diventare pericoloso nel campo aperto”. Per Zaniolo c’è sempre l’enigma, mezzala o esterno destro: “Non lo so, potrebbe giocare in entrambi i ruoli: lo ha già fatto, ma non posso dare indicazioni sulla formazione. Ho diverse soluzioni, dipende dalla partita e dagli agli avversari”. Domani è una partita da gambe ed esperienza: “È il giusto mix. La gamba ci vuole sempre. Spesso scherzo con De Rossi  dicendogli che a fine carriera mi si allungava la lingua e mi si accorciavano le gambe. L’esperienza serve perché se hai grandi gambe e poi ti tremano è dura. La capacità sta anche nel preparare le partite in un certo modo e chi ha esperienza riesce ad aiutare i ragazzi ad affrontare certe sfide. Servono entrambe le cose, anche perché senza gamba non si va da nessuna parte”. Lo scorso anno in Champions la Roma ha dimostrato grande solidità difensiva: “In questa stagione è mancata. Nei 180 minuti, poi, è fondamentale avere grande solidità, soprattutto nella prima gara perché giochiamo in casa. Una grande fase difensiva è fondamentale per costruire una buona fase offensiva. Domani sarà determinate lasciare la porta inviolata. Ma questo non significa perdere l’identità di squadra. Bisogna saper difendere bene – conclude Di Francesco – di squadra”.