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BAUTISTA VINCE GARA D’ESORDIO MONDIALE SBK

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Alvaro Bautista (Aruba.it Racing – Ducati) con la nuova Ducati Panigale V4 R, ha vinto sul circuito australiano di Philip Island la prima gara stagionale del campionato mondiale di Superbike. Il pilota spagnolo ha preceduto sul traguardo, con un vantaggio di quasi 15 secondi, il campione del mondo in carica Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team WorldSBK / Kawasaki ZX-10RR), secondo, e l’italiano Marco Melandri(GRT Yamaha WorldSBK / Yamaha YZF R1), in terza posizione. Álvaro Bautista diventa così il quarto pilota della storia del WorldSBK a vincere una gara al debutto assoluto nella categoria, prima di lui l’impresa era riuscita solo a Yuichi Takeda (1996), John Kocinski (1996) e Max Biaggi (2007). Il circuito di Phillip Island è storicamente molto stressante per i pneumatici che vengono sottoposti ad un elevato stress termico e meccanico, soprattutto sul lato sinistro. Per questo motivo, su questo circuito molto di più che in altri, fondamentale è la messa a punto delle moto e la capacità del pilota di gestire gli pneumatici per la durata gara. Il neo acquisto del team Aruba.it Racing – Ducati ha sorpreso tutti per la rapidità con cui si è saputo adattare alla nuova moto e alle nuove gomme Pirelli. In particolare, per quanto riguarda i pneumatici, Bautista ha impostato fin dai test di inizio settimana un lavoro costante e metodico in preparazione della durata di gara cercando prima di capire fino a che limite avrebbe potuto portare gli pneumatici per poi lavorare per gestirli nel modo migliore.
Il campione del mondo in carica Jonathan Rea, dopo aver realizzato il nuovo recordo del circuito in Superpole con il tempo di 1’29″413, in gara non è riuscito ad essere altrettanto veloce riuscendo comunque a terminare la gara in seconda posizione. Dopo la Ducati di Bautista e la Kawasaki di Rea, la Yamaha di Melandri completa un podio composto da tre diverse case costruttrici. Al termine della prima gara del 2019, Alvaro Bautista ha firmato diversi record. È stato il primo pilota spagnolo a registrare il tempo più veloce a Phillip Island su una Ducati dai tempi di Ruben Xaus nel 2001; è anche il primo spagnolo a vincere una gara del WorldSBK dal 2015, quando Jordi Torres salì sul gradi più altro del podio a Losail, in Qatar.
(ITALPRESS).

TENNIS KINDER+SPORT, MAX GIUSTI “UNA FESTA”

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Alla Scuola dello Sport di Roma, è stata presentata la quattordicesima edizione del circuito promozionale «Tennis Trophy Fit Kinder + Sport». L’evento, che si svolgerà in 19 regioni italiane, sarà caratterizzato da 128 tornei, al quale potranno prendere parte i nati dal 2003 al 2010. Il percorso itinerante si chiuderà con il Master finale di Roma, in programma dal 20 al 20 agosto, e al quale parteciperanno i vincitori e finalisti delle tappe del circuito e i semifinalisti delle 14 tappe speciali tenute presso i centri estivi Fit di Brallo, Serramazzoni, Castel di Sangro, Trabia e Paderno del Grappa. L’attore Max Giusti, presente alla manifestazione anche in veste di consigliere federale della Federazione Italiana Tennis e ambassador del Kinder+Sport, ha voluto sottolineare la dimensione familiare dell’iniziativa: «È una grande festa. La cosa bella del Kinder è che per la prima volta una famiglia, che non necessariamente arriva dal mondo del tennis, porta i propri figli a giocare nel nostro mondo. Molte famiglie iniziano a vedere come funziona, vengono a giocare la fase finale a Roma, si spostano e comincia così un red carpet nel tennis in maniera carina, iper-professionale e con una grande attenzione al fair play», ha detto Giusti, che ospiterà nel circolo di cui è gestore, il Play Pisana, anche alcuni match dei Master di agosto.

Rispetto alla prima edizione del 2006, il Tennis Trophy Fit Kinder + Sport è cresciuto costantemente passando da 28 a 128 tornei. Gli iscritti, in quattordici edizioni, sono passati dai 3000 del 2006 ai 18.000 del 2019. La manifestazione sarà seguita da SuperTennis, la televisione della Federazione Italiana Tennis. Per Angelo Binaghi, presidente Fit, il Tennis Trophy Fit Kinder + Sport «è forse il miglior prodotto della collaborazione in ambito tennistico tra pubblico e privato». Il Kinder + Sport Joy of Moving, il progetto internazionale di responsabilità sociale sviluppato da Ferrero in 30 paesi, supporta anche quest’anno la quattordicesima edizione del Tennis Trophy Fit Kinder + Sport.

(ITALPRESS).

DE LAURENTIIS “VOTO 7 MA CON FINALE BAKU AUMENTA”

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Nel voto alla squadra si allinea con Ancelotti, aggiungendo che l’eventuale finale di Baku farebbe aumentare questo numero, prosegue a fare complimenti al suo tecnico, “pizzica” la Juventus sullo sforzo fatto economico per prendere Cristiano Ronaldo, infine auguri il meglio al suo ex tecnico Maurizio Sarri. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis a tutto campo, insomma, in un’intervista a Sky Sport.
“Il Napoli non ha paura di incontrare nessuno, sono nove anni che si gioca in Europa. La nostra non è una squadra timida, abbiamo un allenatore che ha vinto di tutto e di più, saprà guidarci verso la meta. Siamo stati abbastanza fortunati con il sorteggio, perché potremo godere di una bellissima città come Salisburgo e di una partita forse più semplice delle altre” le parole del numero uno della società partenopea. Sull’operato di Ancelotti, il giudizio è lusinghiero. “Abbiamo una rosa vasta, che lui sta sperimentando tutta quanta. Poi ci sono quelli più capaci ad interpretare i suoi moduli, poi altri che lo fanno con minore capacità. Alla fine della stagione faremo una selezione, vedendo chi ha giocato con meno qualità e intensità. Faremo le nostre valutazioni e insieme a Carlo porteremo avanti questo progetto”.
Ancelotti ha dato un 7 convinto al Napoli e De Laurentiis si accoda al tecnico nella valutazione. “Sono sempre in linea con Carlo, lui è un uomo molto cauto e onesto, sia fuori che dentro al campo. Questo sette può soddisfare tutti quanti, calciatori compresi. Poi riuscirà sicuramente ad aumentarlo. Come? Se il Napoli riuscisse ad arrivare alla finale di Baku per esempio. Però è inutile darsi a certe previsioni adesso, non vogliamo portarci sfortuna da soli. Andiamo piano, partita per partita. Poi non disdegno nemmeno il campionato. Vedo i tifosi che se non sono primi non sono contenti. Ma uno deve lottare fino alla fine, perché le partite sono tutte da vivere con grande fervore. Se uno si abbatte alla prima difficoltà, allora nella vita è un fallito. Si tratta di un torneo in cui nessuno si deve sedere, in cui tutti si devono migliorare. Non c’è solo un primo, vinciamo tutti se si gioca con grande voglia”. La distanza dalla Juve è tanta, De Laurentiis non si mostra sorpreso ma “pizzica” la società bianconera. “Se avessi un debito di 200 milioni con le banche per un calciatore, che senso avrebbe vincere? si domanda De Laurentiis che darebbe l’oscar a Carlo Ancelotti.
“E’ arrivato in un territorio complesso e complicato. Con il suo sorriso e la sua calma ha dato grande tranquillità. Ha saputo creare una sorta di liquido amniotico in cui lavoriamo tutti quanti, la sua grande capacità è quella di legarci insieme”. Infine, sulla possibilità di una sfida al Chelsea di Sarri in Europa League, ha concluso:”Sarebbe bello, sempre se Sarri dovesse resistere. lo farà? Io gli auguro di sì. Non gli posso augurare che fare del bene, è uno che ama alla follia questo lavoro. Forse questo gli fa perdere il lume della ragione ogni tanto. A Napoli ha dato tanto. Non sempre si può condividere la sua visione, ma ognuno ha i suoi valori e i suoi difetti. Altrimenti non sarebbe un essere umano”.
(ITALPRESS).

GOGGIA VINCE DISCESA CRANS MONTANA

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Sofia Goggia torna a vincere una gara di Coppa del mondo a distanza di quasi un anno dando un’impressionante dimostrazione di superiorita’, perche’ dopo aver dominato le due prove, l’azzurra dimostra di non sentire la pressione quando c’e’ da fare sul serio e lo fa nelle peggiori condizioni possibili. Poco prima che la bergamasca vada in pista, il cronometro fa le bizze e non si ferma quando Lara Gut arriva al traguardo. Era già accaduto con altre due svizzere, Jasmine Flury e Joana Haehlen, così la gara viene interrotta per la quarta volta (la prima dopo l’infortunio di Ilka Stuhec), quasi rendendo vana la scelta degli organizzatori di anticipare la partenza per evitare il peggioramento della neve con l’aumento delle temperature. Ma Goggia non si fa prendere dal panico: parte senza forzare, come al suo solito, poi nella parte centrale si dimostra nettamente la migliore, prendendo un vantaggio enorme nei confronti delle avversarie. Alla fine Goggia chiude con 36 centesimi sulla Haehlen, al primo podio della sua vita, e 45 su Lara Gut, che strappa il podio a Nicole Schmidhofer a gara finita, perché la giuria rivede i tempi delle svizzere arrivate al traguardo senza che il cronometro si fosse fermato e modifica la classifica.
Per la campionessa olimpica arriva così il sesto trionfo in carriera in Coppa del mondo (il quarto in discesa) e il podio numero 25, a una sola lunghezza da Federica Brignone: ha perso più di metà stagione per infortunio, su quattro gare di Coppa del mondo alle quali ha partecipato è arrivata una volta prima e due volte seconda e solo in gigante, non esattamente la sua specialità, non è riuscita a piazzarsi tra le prime tre. Senza dimenticare, ovviamente, lo splendido argento mondiale in superG, e un dato significativo: nelle ultime otto discese di Coppa del mondo dove ha gareggiato è salita sette volte sul podio. Se c’è, in pratica, è sempre tra le big. L’Italia applaude anche l’ottima prova di Federica Brignone, ottava a 78 centesimi da Goggia e a 33 dal podio dopo una discesa tecnicamente perfetta. Nona Nadia Fanchini, che ha disputato una prova in crescendo, guadagnando velocità nella parte conclusiva del tracciato, dodicesima Nicol Delago. A punti anche Marta Bassino (20esima) ed Elena Curtoni (25esima), 35esima la giovane Nadia Delago, mentre non è arrivata al traguardo Francesca Marsaglia, che ha pagato anche la lunga attesa alla quale è stata costretta dopo il brutto infortunio di Tiffany Gauthier.
Domani si torna in pista a Crans Montana, dove si disputerà la combinata. Nella classifica di discesa, intanto, Nicole Schmidhofer guadagna terreno su Ramona Siebenhofer (23esima) e Stephanie Venier (sesta) portandosi a 434 punti contro i 354 e i 335 delle rivali, ma anche su Ilka Stuhec, prima a partire e subito caduta, e sempre ferma a 343. In quella generale la Schmidhofer consolida la quarta posizione arrrivando a quota 657, invariata la top 3 con Shiffrin e Vlhova che non erano in pista e Wendy Holdener fuori dalla zona punti.
(ITALPRESS).

ROMA 3-2 A FROSINONE, TORINO 2-0 SULL’ATALANTA

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La Roma fa e disfa ma tiene il passo del Milan. In rimonta la squadra di Di Francesco passa al Benito Stirpe per 3-2 all’ultimo respiro sul Frosinone grazie a una rete di Dzeko e resta a -1 dal quarto posto occupato dai rossoneri. Non basta ai ciociari una prestazione di grande volontà per conquistare la prima vittoria interna del campionato e schiodarsi dal penultimo posto con soli 16 punti. L’approccio dei giallorossi al match non è infatti dei migliori e al 5’ a sorpresa è Ciano – in dubbio per una botta rimediata nel riscaldamento – a portare in vantaggio i padroni di casa. Clamoroso il malinteso tra Nzonzi e De Rossi, il numero 28 del Frosinone raccoglie e calcia dal limite: Olsen respinge maldestramente, il pallone si impenna e si insacca alle sue spalle per l’1-0. La Roma balla pericolosamente e, dopo aver rischiato di subire il raddoppio sempre da Ciano al 10’ (poco lucido sulla spizzata in area piccola), si rende pericolosa solamente al 14’: Perotti, lanciato dal primo minuto da Di Francesco in un 4-2-3-1 ridisegnato per concedere riposo a Zaniolo, pennella per El Shaarawy ma Sportiello vola e devia in corner. La resistenza della squadra di Baroni, tuttavia, si sgretola in meno di due di minuti con Dzeko assoluto protagonista. Il bosniaco prima firma al 30’ il pareggio all’1-1 sulla dormita di Goldaniga in area, poi al 31’ dà il là all’azione che porta i suoi al vantaggio: imbucata per El Shaarawy, Sportiello fa quel che può sul diagonale ma Pellegrini insacca in scivolata a porta vuota regalando alla Roma un intervallo più sereno rispetto alle premesse iniziali. Nella ripresa gli ospiti possono quindi permettersi di gestire i ritmi seppur commettendo qualche errore di troppo dal punto di vista tecnico, anche a causa delle difficili condizioni climatiche con un fastidioso vento. Per questo motivo a metà del secondo tempo Di Francesco cala gli assi inserendo Zaniolo al posto del rientrante Perotti e Cristante per uno Nzonzi insufficiente. Baroni risponde sostituendo Ciofani con Pinamonti che, appena entrato, al 68’ sfiora il 2-2: il Frosinone parte in contropiede, Zampano crossa ma Santon riesce a sbrogliare in qualche modo ritrovandosi il pallone tra i piedi. Al 70’ Cristante è pericoloso accarezza il palo in mischia su corner ma al 74’ la Roma perde Manolas: il centrale giallorosso, dopo un ripiegamento difensivo su Molinaro, resta a terra dolorante e abbandona il campo in barella, lasciando più di un punto interrogativo per il derby della prossima settimana. Al suo posto Fazio ma la difesa giallorossa sbanda in maniera paurosa: all’80’ inspiegabile contropiede concesso al Frosinone, Ciano porta a spasso De Rossi, Kolarov e Marcano servendo Pinamonti che, tutto solo davanti a Olsen, non può proprio sbagliare. Il portiere svedese salva con un miracolo su Trotta all’85’ evitando ai suoi la figuraccia ma al 95’ arriva la beffa per i ciociari: De Rossi lancia in profondità El Shaarawy, l’ex Milan mette in mezzo un pallone solo da spingere dentro per Dzeko che tiene a galla la Roma per la rincorsa Champions e gela lo Stirpe.
Va al Torino lo scontro dal sapore d’Europa contro l’Atalanta. Allo Stadio Olimpico Grande Torino, nella centesima sfida di campionato tra le due squadre, gli uomini di Mazzarri si impongono per 2-0 e agganciano gli orobici, alla seconda sconfitta consecutiva dopo lo stop interno contro il Milan, al sesto posto a quota 38 punti (così come la Lazio, ma con una partita da recuperare). I granata, in campo col 3-5-2 con Belotti affiancato da Iago Falque, sfiorano dopo pochi secondi la rete del vantaggio proprio con lo spagnolo con un colpo di testa che non centra lo specchio della porta. I ritmi sono alti sin dai primi minuti ma al 18’ Gasperini – a specchio rispetto al Toro – è costretto a operare la prima sostituzione: Gosens chiede il cambio dopo una galoppata conclusa con un esterno sinistro alto sulla porta di Sirigu e la Dea, già orfana dello squalificato De Roon e dell’acciaccato Gomez, deve affidarsi al classe 2000 Kulusevski sulla fascia sinistra. Al 23’ gli ospiti vanno a pochi centimetri dal vantaggio: Mancini scalda i guantoni di un attento Sirigu, sulla ribattuta mette in mezzo un gran pallone sul quale Castagne arriva di testa e mette a lato di un soffio. A sbloccare la partita è dunque un episodio: al 42’ flipper in area nerazzurra dopo un corner dei padroni di casa, Iago colpisce Pasalic e Berisha si salva in qualche modo, Hateboer libera in scivolata sui piedi di Izzo che non sbaglia il tap-in a porta vuota per l’1-0. Neppure l’intervallo consente all’Atalanta di riordinare le idee, colpita a freddo dopo trenta secondi dal rientro in campo dal raddoppio granata: Meité crossa nel cuore dell’area, Belotti fa sfilare per Iago Falque che con un preciso mancino infila all’angolino e segna la sesta rete in carriera contro la squadra di Gasperini, sua vittima preferita. I nerazzurri accusano il colpo e perdono d’intensità sbagliando tanto anche dal punto di vista tecnico: il Toro verticalizza con troppa facilità e al 64’ è ancora Iago Falque a mettere in crisi la retroguardia avversaria ma Berisha non si fa sorprendere sul primo palo, così come al 76’ sul tentativo dal limite. Il mister orobico si gioca la carta Barrow al posto di un anonimo Kulusevski, il ‘gabbiano’ ci prova all’84’ ma Ansaldi si immola e salva Sirigu, protagonista poi sull’iniziativa di Zapata all’88’. Il muro del Torino resiste e porta a casa il suo quinto clean sheet consecutivo, un evento che non accadeva nella storia del club granata dal maggio del 1985. Nel finale c’è anche spazio per l’esordio del baby bomber Millico, che raccoglie i primi applausi del suo pubblico in Serie A.
(ITALPRESS).

BAUTISTA DA SOGNO, E’ GIA’ DA RECORD IN SUPERBIKE

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Il Campionato mondiale Yamaha Finance Australian Round, primo appuntamento della stagione, ha visto il trionfo di Alvaro Bautista (ARUBA.IT Racing – Ducati), che fa così un debutto da sogno in Superbike. Il pilota di Toledo è diventato così il primo nella storia della categoria a vincere entrambe le gare nel fine settimana del debutto dal 1996, allorché l’impresa riuscì a John Kocinski a Misano. Preso il comando della gara dalla Curva 1, Bautista ha iniziato a guadagnare tempo da Leon Haslam (Kawasaki Racing Team WorldSBK), che da parte sua ha cercato di superare il suo compagno di squadra Jonathan Rea alla Curva 4. Michael van der Mark (Pata Yamaha WorldSBK Team) fa un inizio di campionato veloce centrando il quarto posto in classifica mentre Michael Ruben Rinaldi è stato autore di una scalata dall’ottava alla quinta posizione piazzandosi persino davanti a Marco Melandri (GRT Yamaha WorldSBK) col sesto tempo. Alla Curva 1 del secondo giro, Eugene Laverty (Team Goeleven) ha fatto un’apparizione nella sesta posizione riuscendo a superare Melandri ma il ravennate ha risposto al favore riprendendosi la sesta piazza subito dopo. L’italiano si è fatto largo da Van Der Mark e ha iniziato a chiudere anche il distacco dalla coppia del KRT. Invece Bautista continuava ad aumentare il gap dal resto dei piloti in pista dimostrando tutta la velocità della V4 R e portandosi a mezzo secondo di vantaggio dai due piloti Kawasaki. A seguire il ravennate ci sono Van Der Mark e Alex Lowes (Pata Yamaha WorldSBK Team) in sesta piazza. Più avanti Chaz Davies (ARUBA.IT Racing – Ducati) faceva notevoli progressi con la sua moto, raggiungendo la nona piazza dopo essere partito dalla 16esima casella. La rivalità tra Bautista e Rea è entrata nel vivo in questo primo fine settimana anche se il campione del mondo in carica un nuovo nemico c’è l’ha al box. Dal settimo giro il poi, il pilota nord-irlandese è partito all’attacco di Haslam alla Curva 1 con una mossa al limite ma poi l’inglese ha riportato Rea alle sue spalle dopo un sorpasso più tradizionale alla Curva 4. Dietro le schermaglie tra i piloti Kawasaki, le Yamaha di Melandri e Van Der Mark impostano una giornata di crescita e di avvicinamento alla vittoria dimostrandosi pronti a duelli e sfide per tagliare per primi il traguardo. Stavolta, però, a far festa è Bautista, che scappa verso un’altra vittoria in solitaria: il campione del mondo 2006 trionfa dopo essersi assicurato il miglior tempo in Gara 1 e nella Tissot Superpole Race. Alla fine Rea conquista il secondo posto davanti ad Haslam, mentre van der Mark è appena fuori dal podio davanti al compagno di squadra Alex Lowes, seguito da Marco Melandri autore di una splendida rimonta per il sesto posto. Chaz Davies è settimo dopo un weekend davvero difficile e lontano dai riflettori. Il campione in carica della WorldsSP, Sandro Cortese, è invece ottavo seguito da Eugene Laverty e da Leon Camier. 

HOUSTON SI CONFERMA LA BESTIA NERA DI GOLDEN STATE

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Houston si conferma la ‘bestia nera’ di Golden State in questa stagione. Nella notte italiana della regular-season dell’Nba, i Rockets, seppur privi di James Harden, battono per la terza volta i Warriors campioni in carica: il quintetto texano la spunta per 118-112 con 25 punti di Eric Gordon e 23 di Chris Paul; i padroni di casa si consolano con i 29 punti di Kevin Durant, top-scorer dell’incontro (23 di Stephen Curry e 22 di Klay Thompson). Si fa dura la corsa verso i play-off per i Los Angeles Lakers. I californiani, con Anthony Davis in panchina, cadono per 128-115 sul parquet dei New Orleans Pelicans nonostante i 56 punti complessivi della coppia formata da Brandon Ingram e LeBron James. Successo interno per i Milwaukee Bucks, che si impongono per 140-128 sui Minnesota Timberwolves (28 punti di Khris Middleton e 27 di Giannis Antetokounmpo) e si confermano in testa alla Eastern Conference.

BRIGNONE TRIONFA IN COMBINATA CRANS MONTANA

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Crans Montana si tinge di azzurro. Dopo la straordinaria vittoria di Sofia Goggia nella discesa di sabato arriva il sigillo di Federica Brignone nella combinata alpina. La ventottenne conclude una giornata praticamente perfetta: prima al termine della discesa libera, posizione confermata dopo un grande slalom che le vale la decima vittoria in carriera. Di questi dieci successi ben tre sono arrivati nella località svizzera, sempre in combinata, a testimonianza del grande feeling che ha Brignone su questo tracciato. E poco conta se questa disciplina sta piano piano svanendo tanto che in questa stagione questa è stata la prima e unica gara prevista. Al secondo posto, a sorpresa, si piazza la canadese Roni Remme che ad un certo punto ha pensato anche di fare il colpo grosso prima però di arrendersi alla grande prestazione dell’italiana. Delusa ma comunque sul podio Wendy Holdener: la svizzera, davanti al suo pubblico, conduce una manche di slalom troppo accorta e chiude al terzo posto staccata di oltre un secondo dalla vetta della classifica. Chiude tra le prime dieci Marta Bassino che termina la sua gara al nono posto, mentre vanno a punti anche le sorelle Delago: Nicol è diciottesima, la giovanissima Nadia al traguardo è invece ventiseiesima. Con questo successo Brignone sale al sesto posto della classifica generale con 632 punti conquistati, solamente a 25 dalla norvegese Ragnhild Mowinckel, quinta. Saldamente al comando c’è Mikaela Shiffrin che ha oltre 700 punti di vantaggio rispetto alla slovacca Petra Vlhova. Dalla Svizzera alla Russia: la Coppa del Mondo al femminile vola a Sochi dove la settimana prossima, sulla pista di Rosa Khutor, si disputeranno una discesa e un Super-G rispettivamente sabato e domenica. E l’Italia vuole continuare a vincere.
Henrik Kristoffersen ha invece vinto lo slalom gigante maschile di Bansko. In Bulgaria, nella tappa valevole per la Coppa del Mondo di sci alpino, il campione del mondo di Are batte nuovamente l’autriaco e leader della generale Marcel Hirscher, che si aggiudica la Coppetta di specialità, e lo fa per soli quattro centesimi. Sul gradino più basso del podio c’è il francese Thomas Fanara, il quasi 38enne transalpino è autore di una grande gara e finisce davanti al connazionale Alexis Pinturault. Non bene l’Italia: il migliore degli azzurri è Riccardo Tonetti che recupera cinque posizioni nella seconda manche e chiude 14esimo. Luca De Aliprandini vanifica tutto dopo l’ottava posizione raggiunta nella prima parte di gara e termina la sua prova al 17esimo posto. Niente da fare anche per Manfred Moelgg, 21esimo al traguardo.