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POLE POSITION HAMILTON, VETTEL IN SECONDA FILA

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Mercedes in prima fila, Ferrari e Red Bull dietro. Fin qui niente di nuovo, ma sono i distacchi a stupire in questo sabato australiano, scuderia tedesca compresa. La prima qualifica della stagione a Melbourne vede Lewis Hamilton ripartire da dove aveva lasciato: 1’20″486, record della pista, pole numero 84 in carriera e ottava in Australia, la sesta di fila. Un tempone tirato fuori nell’ultimo tentativo e che nega la prima piazza al compagno di squadra Valtteri Bottas, che dopo le difficoltà emerse nelle terze libere sogna a lungo la beffa ai danni del cinque volte iridato prima di doversi accontentare del secondo crono finale per soli 112 millesimi. Poi il vuoto o quasi. Sebastian Vettel è terzo ma becca oltre sette decimi da Hamilton, mentre Charles Leclerc inizia la sua avventura in rosso col quinto crono, a quasi un secondo dalla pole e superato in extremis da Max Verstappen (0″834), che sul finire del Q3 gli soffia la possibilità di partire in seconda fila. Un gap sul quale pochi o forse nessuno avrebbe scommesso dopo Barcellona, a partire dagli stessi piloti Mercedes.

“Usciti dai test non avevamo idea che la situazione potesse essere questa, ci speravamo ma è anche merito del lavoro dei ragazzi in fabbrica e qui – ammette Hamilton – Da Barcellona in poi abbiamo fatto dei progressi molto grandi, soprattutto a livello di assetto. Dopo i test abbiamo analizzato tutto, abbiamo fatto qualche piccola correzione ma non ci aspettavamo questa differenza di prestazioni. Non potevamo avere inizio di stagione migliore”. “Sono sorpreso dalla prestazione di oggi, nessuno nel team si aspettava che potessimo essere in questa posizione”, gli fa eco Bottas, e pure Toto Wolff ammette che la Mercedes si era presentata in Australia senza avere idea di quali fossero i reali rapporti di forza. Nel box del Cavallino serpeggia un po’ di delusione. Se Leclerc fa autocritica (“non sono stato bravo oggi, ho sbagliato nel Q3, non sono stato all’altezza di quanto fatto nel Q1 e nel Q2”), Vettel, in merito al gap dalle due Frecce d’Argento, riconosce di essere “sorpreso ma lo sono tutti, anche loro”. Il tedesco resta però fiducioso nelle potenzialità della sua SF90, memore anche della vittoria di un anno fa arrivata in condizioni simili: “Penso che la macchina sia migliore rispetto a quanto sia sembrata e non si può mai sapere cosa può accadere la domenica. Le Mercedes sono favorite ma siamo qui per gareggiare”.

Di sicuro dovrà guardarsi le spalle da Verstappen, abbastanza convinto di poter lottare almeno per il podio e il cui quarto posto fa tirare un sospiro di sollievo alla Red Bull, che nel Q1 ritiene sufficiente il primo giro di Pierre Gasly salvo poi dover fare i conti con un’evoluzione della pista che relega il pilota francese in nona fila. Con una gara in cui sarà difficile superare e in cui presumibilmente potrebbe bastare una sola sosta ai box, la partenza potrebbe essere decisiva e allora occhio anche ai possibili outsider. La Haas piazza Grosjean e Magnussen subito dietro i big, sorprendente ottavo posto per il 19enne Lando Norris, che non fa certo rimpiangere in McLaren Fernando Alonso, mentre a chiudere la top 10 ci saranno il sempre affidabile Raikkonen al volante dell’Alfa Romeo e Sergio Perez con la Racing Point. Fra i delusi di giornata la Renault, che non riesce a superare il Q2 (sesta fila per Hulkenberg e Ricciardo), e pure la Toro Rosso, con Albon 13^ e Kvyat 15^, separati da Giovinazzi. “Ma abbiamo una macchina molto forte, soprattutto nel passo gara, dovremo cercare di fare qualche punto”, promette battaglia il pilota italiano. Stroll e Sainz finiscono nelle retrovie, in fondo alla griglia, come da previsioni, la Williams: Robert Kubica sperava sicuramente in qualcosa di più per il suo atteso ritorno in Formula Uno.

CADONO ALTRI RECORD AI CRITERIA KINDER+SPORT DI NUOTO

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Cadono altri cinque record nel secondo pomeriggio dei Criteria Kinder+Sport allo Stadio del Nuoto di Riccione, in vasca da 25 metri. Dopo i quattro primati di ieri e dopo quello di stamane, firmato da Giulia D’Innocenzo nei 100 dorso cadette, nel pomeriggio, in apertura di programma, subito uno squillo nei 100 farfalla. L’artefice è Sofia Sartori, autrice di una doppietta, confermandosi talento in progressiva crescita. Dopo aver griffato il primato nei 200 farfalla juniores 2004 (2’10″04), concede uno strepitosto bis nei 100. La 15enne di Vicenza rompe per la prima volta in carriera il muro del minuto (precedente 1’01″03) e nuota in 59″28. Il secondo record è di Virginia Consiglio nella categoria ragazze 2005 in 1’00″74, che cancella l’1’00″99 della Asprissi del 2016 e il personale (precedente 1’01″72). Buon sangue non mente, perchè la tredicenne ligure – tesserata per Andrea Doria e seguita da Patrizia Bozzano – è figlia di Paola Cavallino, argento agli europei di Madrid 2004 nei 200 farfalla e di Antonio Consiglio, campione europeo juniores nei 100 stile libero a Innsbruck 1982.
Il terzo record è dell’emiliana Chiara Fontana nei 400 misti juniores 2004. La 14enne di NC Azzurra 91 – seguita da Marco Raguzzoni – chiude in 4’42″06, abbassando di cinquanta centesimi il 4’42”56 in gommato di Alessia Polieri del 2009 e di oltre tre secondi il personale (precedente 4’45″79). Il quarto primato è di Martina Cenci che si prende il proscenio nei 200 stile libero cadette. La 16enne romana – tesserata per Fiamme Oro e allieva di Germano Proietti – si impone in 1’57″22 (57″70 il passaggio ai 100), togliendo quarantasette centesimi all’1’57″69 di Sara Franceschi del 2016 e cinquantadue al limite personale (1’57″74).
Sempre nei 100 farfalla ma tra le cadette Giulia D’Innocenzo  cala un favoloso tris. La 17enne di Roma – tesserata per Carabinieri e allenata da Sandro Signori – scende per la prima volta in carriera sotto i 59″ (precedente 59″45) e tocca in 58″81, proiettandosi al dodicesimo posto tra le performer italiane.
Si torna in acqua domani per la terza giornata, l’ultima dedicata alla sezione femminile. Si parte alle 9 con le serie dei 200 dorso.
(ITALPRESS).

GIRONI MONDIALI, PETRUCCI “NON TEMIAMO NESSUNO”

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Italia nel girone D con Serbia, Filippine e Angola. Questo l’esito del sorteggio della 18esima edizione dei Mondiali di basket (Cina, 31 agosto-15 settembre) che si è svolto questa mattina a Shenzhen. Gli azzurri giocheranno a Foshan e, in caso di passaggio del turno (passano le prime due) l’incrocio è con Spagna, Iran, Porto Rico e Tunisia. L’esordio per la squadra di Meo Sacchetti avverrà il 31 agosto con le Filippine, il 2 settembre sfidiamo l’Angola e il 4 la Serbia. “Non possiamo lamentarci. Ci sono gironi difficili e altri meno. La Serbia era la squadra più titolata del lotto ma abbiamo evitato il Canada. Ora vincere e passare il turno. Poi si vedrà” il commento del ct azzurro Meo Sacchetti. “Non sottovalutiamo nessuno, la Serbia è fortissima ma credo che anche loro non saranno felici di incontrarci. Siamo l’Italia e non possiamo temere alcun avversario” le parole del presidente federale Gianni Petrucci. Gli altri gironi sono così composti: girone A (Pechino) con Costa d’Avorio, Polonia, Venezuela, Cina; girone B (Wuhan) con Russia, Argentina, Corea del Sud, Nigeria; girone C (Guangzhou) con Spagna, Iran, Porto Rico, Tunisia; girone E (Shanghai) con Turchia, Repubblica Ceca, USA, Giappone; girone F (Nanchino) con Grecia, Nuova Zelanda, Brasile, Montenegro; girone G (Shenzhen) con Repubblica Dominicana, Francia, Germania, Giordania; girone H (Dongguan) con Canada, Senegal, Lituania, Australia.

Il torneo in programma in Cina, per la prima volta a 32 squadre, non si giocherà nello stesso anno del Mondiale di calcio come invece accaduto dal 1967 in poi. La competizione, ospitata in 8 città differenti (Pechino, Nanchino, Shanghai, Wuhan, Dongguan, Foshan, Guangzhou e Shenzhen), verrà giocata in tre fasi. Nella prima (31 agosto/5 settembre), le squadre verranno divise in 8 gironi da 4 formazioni ciascuno (gruppi A-H) con formula all’italiana. Le prime due classificate di ogni gruppo avanzeranno alla seconda fase (6/9 settembre), nella quale verranno composti 4 gruppi da 4 squadre ciascuno (gruppi I-L). Anche in questo caso, formula all’italiana. Le prime due squadre dei raggruppamenti accederanno alla fase a eliminazione diretta (Quarti 10/11 settembre, Semifinali 13 settembre, Finali 15 settembre). Le squadre non qualificate giocheranno per i posti dal 5° all’8° con gare a eliminazione diretta (dal 13 al 15 settembre). Le squadre che non supereranno la prima fase, ovvero le terze e quarte classificate dei gironi della prima fase, giocheranno il Classification Round (17°-32° posto, dal 6 al 9 settembre) divise in 4 gironi da 4 squadre ciascuno, con formula all’italiana (gruppi M-P). In ogni caso, tutte le squadre porteranno alla seconda fase i punti ottenuti nella prima.
La finalissima si giocherà a Pechino il 15 settembre.
(ITALPRESS).

QUARTO CUCCHIAIO DI LEGNO DI FILA PER L’ITALRUGBY

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L’Italia del rugby ha chiuso il Sei Nazioni 2019 con l’ennesima sconfitta, “conquistando” così il quarto cucchiaio di legno consecutivo. Allo stadio Olimpico di Roma, gli azzurri si sono arresi di fronte alla Francia col punteggio di 14-25. Zero quindi i punti ottenuti dalla squadra di O’Shea in questa edizione del torneo. Zero anche le vittorie ottenute dagli azzurri negli ultimi quattro Sei Nazioni.
Contro i transalpini, guidati dall’ex ct azzurro Brunel e in versione molto rinnovata e ringiovanita, l’Italia ha lottato alla pari, sino alla fine, pagando a caro prezzo un paio di errori di Tommaso Allan, uno su calcio piazzato e una mancata trasformazione. Buone le prestazioni dell’esordiente Marco Zanon e di Tito Tebaldi; in evidenza anche il capitano Sergio Parisse, che probabilmente ha giocato la sua ultima gara in maglia azzurra.
Gara aperta, al 6′ e al 12′, da due calci fra i pali di Allan, che hanno portato l’Italia avanti per 6-0. Dopo il quarto d’ora il sorpasso francese, firmato da una meta di Dupont e dalla seguente trasformazione e da un calcio vincente di Ntamack, che hanno fissato lo score sul 6-10. Al 23′, su calcio in profondità di Allan, lo sfortunato Zanon è stato “stoppato” sul più bello dal palo.
Intensa anche la ripresa. Dopo un altro calcio di Allan (al 3′), i transalpini hanno messo a segno un’altra meta, con Huget. Ha trasformato poi Ntamack per il 9-17. A ruota Allan ha sbagliato un calcio semplice; poi al 15′ Tebaldi ha realizzato una splendida meta ma Allan ha fallito la trasformazione (14-17). Ntamack quindi ha portato i francesi sul 14-20 al quarto d’ora (drop). L’Italia ha saputo reagire ma ha mancato più volte la meta, con i francesi bravi nel resistere, seppur in inferiorità numerica, per il giallo inflitto ai danni di Chat. Dopo tanti attacchi sterili degli azzurri, infine, la Francia ha chiuso il match al 39′, grazie alla meta di Penaud (con trasformazione sbagliata). Qui, sul 14-25, si sono chiuse le ostilità. Per l’Italia è stato il 22° ko consecutivo nel Sei Nazioni; l’ultima vittoria azzurra nel torneo risale al 2015, ottenuta a Murrayfield, contro la Scozia.
(ITALPRESS).

CINQUINA SAMP A REGGIO EMILIA, 5-3 AL SASSUOLO

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La Sampdoria batte il Sassuolo per 5-3 nell’anticipo della 28^ giornata. Al Mapei Stadium la squadra di Giampaolo riparte dopo la sconfitta contro l’Atalanta per 2-1 e prova a rientrare nella scia per l’Europa. Crisi nera per il Sassuolo che nelle ultime tre sfide contro la Samp aveva mantenuto la porta inviolata. Servono solo 15 minuti per rompere il tabù: al 15’ Defrel avvia una azione manovrata con Gabbiadini e Quagliarella per poi concluderla con un tiro ravvicinato, imprendibile per Consigli. Al 36’ capitan Quagliarella, convocato in Nazionale, non smentisce la sua fama: l’azzurro fa sua una palla vagante e la scaglia alle spalle dell’estremo difensore neroverde, siglando la 21esima rete in campionato. La reazione del Sassuolo è affidata al migliore in campo: Boga è bravo ad anticipare Bereszynski e a mettere in rete sugli sviluppi di un cross dalla destra. Prima della fine del primo tempo c’è spazio per il tris dei blucerchiati: al 40’ è Linetty a finire sul tabellino con una conclusione dopo uno scarico di Defrel. Nella ripresa De Zerbi cambia tutto (fuori Di Francesco e Djuricic, dentro Locatelli e Babacar) ma al 46’ Murru, 5° assist stagionale, crossa per Praet bravo a realizzare il tap in vincente da pochi passi in spaccata. Il Sassuolo riesce ad accorciare il parziale con un tiro vincente dalla distanza di Duncan. La Samp decide di aumentare il ritmo per chiudere la partita: prima ci prova Quagliarella con un tiro deviato da Consigli in angolo, ma al 72’ il portiere non può fare nulla per evitare il gol del 5-2: Linetty recupera palla e serve Gabbiadini che segna in diagonale. Si abbassano i ritmi e al 92’ il Sassuolo chiude la fiera del gol con una rete bellissima ma inutile: Babacar riceve palla dal limite e trova l’incrocio dei pali con un tiro a giro perfetto. Finisce 3-5, la Samp lancia un segnale alle pretendenti per l’Europa.

SPAL-ROMA 2-1, DECIDE IL RIGORE DI PETAGNA

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La Spal batte 2-1 la Roma e conquista tre punti fondamentali nella corsa alla salvezza salendo a quota 26 in classifica, mentre i giallorossi restano a -3 dalla zona Champions in attesa del derby di domani tra Milan e Inter. Allo stadio Paolo Mazza Ranieri sceglie un offensivo 4-4-2 con Kluivert ed El Shaarawy esterni di centrocampo e la coppia Dzeko-Schick in avanti, ma la Roma è spenta. La Spal tiene i ritmi alti e al 22’ trova il gol del vantaggio: sul cross dalla destra di Cionek, Fares anticipa Karsdorp e batte Olsen di testa. La reazione giallorossa arriva dopo la mezz’ora: Dzeko impegna Viviano al 35’, El Shaarawy non centra la porta due minuti dopo, mentre nella metà campo opposta ci prova Lazzari con un destro che finisce non lontano dal palo. Dopo l’intervallo Ranieri cambia gli esterni di centrocampo, inserendo Zaniolo e Perotti, e al 53’ trova il pareggio: proprio Zaniolo libera Dzeko in area, il bosniaco viene atterrato da Cionek, Rocchi indica il dischetto e Perotti trasforma il rigore. Ma al 60’ la Spal torna in vantaggio con un altro rigore, stavolta concesso per il contatto tra Juan Jesus e Petagna, freddo nel trasformare il tiro dagli 11 metri. La nuova reazione della Roma è affidata quasi solo a Dzeko, che al 73’ costringe Viviano al miracolo per evitare il pareggio. Sei minuti dopo Cionek sfiora addirittura il 3-1 colpendo di testa la parte alta della traversa. Nel finale la Roma ci prova ma non spaventa mai Viviano. E per i giallorossi la Champions si allontana.

MAZZARRI SI FERMA, BOLOGNA BATTE TORINO 3-2

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Il Bologna vince per 3-2 contro il Torino nell’anticipo della ventottesima giornata di Serie A. Dopo il successo per 2-0 contro il Cagliari nel precedente turno di campionato, la squadra di Mihajlovic trova continuità e si porta momentaneamente a +2 dall’Empoli. Non riesce l’aggancio alla Roma in classifica al Torino costretto a interrompere una serie di tre vittorie consecutive in Serie A. Mazzarri propone un 3-5-2 con Aina e Ansaldi sulle corsie laterali. E dopo un gol annullato a Lyanco per fuorigioco, la rete del vantaggio granata nasce proprio da una conclusione del laterale ex Inter deviata da Pulgar, autore dell’autogol dell’1-0. Il Torino ha vinto gli ultimi cinque match casalinghi di Serie A senza subire gol ma il trend positivo è destinato ad infrangersi. Al 22’ Mihajlovic è costretto a spendere il primo cambio: fuori Dzemaili, dentro Poli, protagonista dell’1-1 con un colpo di testa vincente su cross di Palacio dalla destra. La coppia offensiva granata formata da Zaza e Belotti garantisce forza fisica ma poca fantasia e la fatica nel manovrare della formazione di casa spalanca le porte per un assedio di marca bolognese a caccia del vantaggio. E il 2-1 si concretizza al 34’: Meité tocca col braccio in area, Mariani concede il rigore col Var e Pulgar porta avanti i suoi dagli undici metri. Buon momento di forma (tre gol nelle ultime due partite) ma cattiva prestazione per Andrea Belotti, autore di una partita anonima e macchiata al 4’ da un errore a porta sguarnita dopo una respinta di Skorupski sui suoi piedi. Al 55’ Mazzarri decide di dare una scossa e propone una formazione offensiva: fuori Baselli, dentro Iago Falque. E la reazione è immediata: Rincon ci prova dalla distanza e costringe Skorupski ad una respinta corta ma Belotti non riesce a trovare il tempo d’impatto col pallone per il tap in vincente. Ma nel momento migliore dei padroni di casa c’è l’illusorio tris ospite: Palacio, migliore in campo, protegge il possesso e dal vertice dell’area disegna un cross per la testa vincente di Sansone ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Ma la rete del 3-1 è solo rinviata: al 65’ Soriano recupera palla, Palacio dà vita alla ripartenza e serve Orsolini bravo a beffare Sirigu sotto le gambe. Alla mezz’ora si rinnova il duello tra Belotti e Skorupski: l’azzurro addomestica un pallone complicato ma a tu per tu si fa murare dal polacco. La partita sembra in controllo per il Bologna ma all’88’ cambia tutto: Lyanco riceve il secondo giallo per un fallo da gioco e al 90’ Izzo mette in rete di testa con la complicità di un errore di Skorupski. La scintilla del gol accende il finale: Iago Falque ci prova dalla distanza ma il portiere polacco questa volta blocca. Al 92’ Aina viene espulso da Mariani per una protesta esagerata e si tratta dell’ultima emozione del match prima del triplice fischio.

WORLD CUP BAKU, QUINTO POSTO PER LODADIO

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Matteo Levantesi ha conquistato il sesto posto alla World Cup di Baku al termine della prima finale di giornata. Il ginnasta della Nardi Juventus ha chiuso con 14.166 punti posizionandosi davanti al greco Nikolaos Iliopoulos e allo svizzero Oliver Hegi. Oro, argento e bronzo rispettivamente al russo Vladislav Poliashov (15.133), al turco Ferhat Arican (15.100) e al cinese You Hao (15.066). In quarta e quinta posizione il vietnamita Phuong Thanh Dinh (14.366) e il bielorusso Andrey Likhovitskiy (14.200). “È andata abbastanza bene – ha dichiarato alla Federginnastica Matteo Levantesi – ho sporcato qualcosina ma essere entrato in finale e gareggiare contro i migliori al mondo mi ha dato sicuramente la giusta carica per il futuro”. La prima giornata di finali è proseguita poi con quelle del bronzo mondiale di Doha 2018 Marco Lodadio e dell’atleta olimpica di Rio 2016 Martina Rizzelli, che si si sono classificati in quinta e sesta posizione nelle rispettive finali di specialità: anelli e parallele asimmetriche. L’Aviere dell’Aeronautica Militare raggiunge quota 14.633 punti mentre l’esercizio del caporal maggiore dell’Esercito italiano è stato valutato con un 13.200. L’inglese Courtney Tulloch conquista il castello azero con 14.933 punti. Argento e bronzo vanno al padrone di casa Nikita Simonov (14.800) e all’ucraino Igor Radivilov (14.666). “Sono soddisfatto del mio esercizio – ha dichiarato l’atleta cresciuto alla Ginnastica Civitavecchia – Non mi era stato dato un elemento ma poi la giuria ha riconosciuto la mia nota di partenza. Rispetto alla qualifica mi sono sentito più preciso. Ho tanta voglia di migliorarmi e lo dimostrerò nelle prossime competizioni”. Nelle parallele asimmetriche, la fa da padrona la cinese Jiaqi Lyu con il personale di 14.266. Sul secondo e terzo gradino del podio della National Gymnastics Arena salgono rispettivamente la russa Anastasiia Iliankova (14.133) e l’australiana Georgia-Rose Brown (13.566). “Sono proprio soddisfatta della gara di oggi, è andata proprio bene – ha dichiarato al termine della gara la comasca Rizzelli in forza alla Brixia – Ho guadagnato tre decimi in più sul punteggio della qualifica. Sono felice perchè ho molti margini di miglioramento. Adesso si punta alla World Cup di Doha del prossimo fine settimana”. Quarto posto per l’ucraina Diana Varinska (13.566).
(ITALPRESS).