Vittoria con vista sui play-off per i Los Angeles Clippers nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Sul parquet casalingo dello Staples Center, il quintetto californiano piega i Brooklyn Nets per 119-116 con la tripla decisiva, allo scadere, di Lou Williams, a referto finale con 25 punti, 5 in più di Danilo Gallinari, autore di un’altra bella prova (per lui anche 11 rimbalzi e 5 assist in 30 minuti di impiego). Gli ospiti si consolano solo con i 32 punti firmati da D’Angelo Russell, top-scorer dell’incontro. Per i Clippers, che regalano a Doc Rivers il 300esimo centro in carriera, si tratta della settima affermazione nelle ultime otto gare. Successo casalingo anche per Houston Rockets, che si impongono per 117-102 sui Minnesota Timberwolves: decisivi, tra i texani, i 25 punti messi a segno da Chris Paul. Non bastano, ai Los Angeles Lakers, i 33 punti messi a segno da LeBron James: i New York Knicks vincono in volata per 124-123.
NICCHI “VAR FUNZIONA, FIDARSI MACCHINA E UOMO”
“Sono contento, è stata una buona giornata sotto ogni punto di vista, dagli arbitraggi al gioco”. Così il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi, commentando la giornata di campionato appena andata in archivio. E ribadendo la volontà di creare una centrale del Var a Coverciano per un utilizzo più omogeneo per ridurre al minimo gli errori. “Bisogna continuare a inculcare nella testa degli sportivi che la tecnologia è un supporto, non l’arbitro – spiega il capo dell’Aia ai microfoni di Radio anch’io Sport, su Rai Radio 1 – Bisogna stare attenti, nel nostro paese sono nati i moviolisti della Var, che spesso fanno danni. Il campo è un’altra cosa, quando sento parlare gente competente mi si apre il cuore. Stiamo cercando di creare questo centro perché innanzitutto si risparmiano risorse, ma anche perchè vogliamo togliere pressioni ad operatori e arbitri per fare al meglio il proprio lavoro. E’ un progetto importante anche per chi ci da’ questo supporto. Non è vero che tutti gli arbitri non vanno a vedere come ha fatto Guida, che applaudo per la sua modestia, ieri sera a San Siro: ci sono casi in cui il protocollo lo obbliga quasi, altri no. Bisogna andare quando c’è il dubbio o la certezza dell’errore”. Ancora sul Var: “E’ una macchina che funziona, ognuno la vuole a propria immagine e somiglianza. Va rispettato e bisogna fidarsi della macchina e dell’uomo, è un mezzo quasi ineccepibile, abbiamo visto che raramente sbaglia. Poi è ovvio che bisogna fare tutti un passo culturale in avanti. Fare vedere le immagini negli stadi? Non abbiamo niente da nascondere o manipolare, però prima di fare vedere un’immagine sbagliata bisogna darla all’arbitro nel tempo più breve possibile. Ecco perché un centro eliminerà problemi di questo tipo”. Assicurato che l’Aia vorrà puntare “sulla specializzazione” e che è “aperta a nuove considerazioni, che faremo nel tempo”, Nicchi non esclude nel prossimo futuro l’utilizzo di arbitri esperti al Var: “Ci stiamo ragionando, potremmo formare in gruppo di esperti tra chi ha smesso di arbitrare e che abbiano questa attitudine. Stiamo pensando anche a un fondo di solidarietà agli arbitri che smettono per uno o due anni affinché possano riprendere a lavorare”. Nicchi al momento chiude all’utilizzo del mezzo tecnologico in Serie B: “Bisogna stare cauti, poi potrebbero volerlo Lega Pro e Dilettanti… Il Var è stato creato per il primo campionato nazionale: se poi l’Italia dovrà essere ancora precursore e utilizzarla in una partita decisiva per la promozione in A, si può provare…”.
CECCHINATO E GIORGI TOP AZZURRI NEL RANKING
Nella classifica pubblicata oggi dall’Atp, Marco Cecchinato si conferma il primo dei tennisti italiani: il siciliano è stabile al numero 16 (suo best ranking) precedendo proprio Fabio Fognini, 17esimo. Conferma al 47esimo posto anche per Andreas Seppi, mentre grazie al titolo nel challenger di Phoenix risale cinque gradini Matteo Berrettini (52°). Sette passi indietro invece per Thomas Fabbiano, ora numero 90, mentre appena fuori dalla top-100 Lorenzo Sonego (106) scavalca Paolo Lorenzi (107). Da segnalare i best ranking per Gianluigi Quinzi (numero 144) e Filippo Baldi (numero 162), in questo caso pur senza giocare. Il primo Masters 1000 del 2019 sul cemento americano dà uno scossone alla top ten del ranking mondiale, fatta eccezione per il podio. Novak Djokovic, dopo il trionfo nel primo Slam stagionale sempre più saldo sul trono dove è tornato a sedersi per la quarta volta sul finire della passata stagione, è dunque alla ventesima settimana consecutiva al comando (la 243esima complessiva), ora con 2.265 punti di vantaggio su Rafael Nadal (costretto al ritiro in semifinale per l’infortunio al ginocchio), con Alexander Zverev sul gradino più basso del podio. Il trionfo a Indian Wells, primo “1000” messo in carniere, consente a Dominic Thiem di scalare quattro posizioni e di soffiare il quarto posto (best ranking eguagliato) proprio a Roger Federer, battuto in finale nel deserto californiano. Il vincitore dello scorso anno, Juan Martin Del Potro, fermo per il problema al ginocchio, scivola in ottava posizione, preceduto da Kei Nishikori, sesto, e Kevin Anderson, settimo. Stabili invece John Isner in nona posizione e in decima il greco Stefanos Tsitsipas, campione delle Next Gen Atp Finals 2018.
Camila Giorgi perde una posizione nella classifica pubblicata stamane dalla Wta: la 27enne marchigiana è al numero 31 ed è sempre la prima delle azzurre. Dietro di lei guadagna due posizioni Martina Trevisan (numero 160) ed è stabile Martina Di Giuseppe (189). In risalita Sara Errani che recupera 27 posti ed è ora numero 207. Il primo torneo Premier Mandatory stagionale rimescola un po’ le carte nella top-ten mondiale, che vede sul trono per l’ottava settimana la giapponese Naomi Osaka, il cui vantaggio sulle inseguitrici si è però ridotto essendole “scaduti” i punti del trionfo 2018 in California. Alle sue spalle ora c’è Petra Kvitova (che eguaglia il suo best ranking), a precedere Simona Halep, mentre al quarto posto con un progresso di quattro posizioni c’è Angelique Kerber, finalista a Indian Wells. Avanza anche Elina Svitolina, quinta, scavalcando Sloane Stephens, che retrocede di due gradini, così come Karolina Pliskova. Quindi Kiki Bertens, ottava, con a chiudere la top ten Aryna Sabalenka e Serena Williams.
MANCINI INDICA LA VIA “RISULTATI E BEL GIOCO”
“Noi dobbiamo cercare di fare qualcosa di diverso, qualcosa che faccia divertire e che ci porti a raggiungere dei risultati importanti. Credo che questo sia un obiettivo fondamentale nella testa dei ragazzi”. Roberto Mancini indica la via. L’Italia si ritrova a poche settimane dallo stage per preparare i primi impegni di qualificazione a Euro2020. “E’ chiaro che adesso le partite inizieranno ad essere molto importanti perché ci proiettano verso gli Europei – sottolinea il ct azzurro durante il primo giorno di ‘scuola’ – Si sentirà un po’ di piu’ il peso pero’ io sono fiducioso perché vedo che i ragazzi hanno grande entusiasmo e hanno la voglia di venire in Nazionale perché credo che si divertano”. Roberto Mancini è carico ed estremamente motivato in vista delle sfida con Finlandia prima e Liechtenstein poi. Quella contro gli scandinavi “sarà la partita piu’ difficile perché la prima lo è sempre. Vorrei iniziare bene, vorrei che la squadra continuasse a giocare con la stessa voglia di vincere e di attaccare che ha dimostrato di avere in tutte le partite che abbiamo fatto, che sia propositiva ma soprattutto che proponga un buon gioco. Ho convocato per questo ritiro qualche giocatore in piu’ perché non sapevo le condizioni di tutti i ragazzi, e ho chiamato anche qualche calciatore per conoscerlo meglio. Abbiamo convocato anche qualche attaccante in piu’ ma piu’ o meno siamo sempre gli stessi di sempre, lasciando a casa qualcuno con grande dispiacere”. Proprio alcune assenze eccellenti hanno fatto discutere, su tutte quelle di Mario Balotelli e Andrea Belotti. Il primo “credo che non sia ancora nelle condizioni ottimali per poter giocare in Nazionale – ha sottolineato Mancini – E’ sicuramente migliorato da settembre quando non stava bene fisicamente, ha una buona media realizzativa ma penso che possa migliorare ancora. Da lui ci aspettiamo tanto perché oramai ha una certa esperienza, è nel massimo della maturazione e per tornare in Nazionale deve fare il massimo, quindi ci vorrà un po’ di tempo. Belotti? E’ un giocatore come gli altri che sono rimasti a casa. Penso che possa fare molto meglio, è stato con noi all’inizio, adesso ci sono altri attaccanti, è giovane, mi sembra stia migliorando in campionato e ritengo che possa tornare, come tanti altri, qui in Nazionale”. Il ct azzurro è felice che nel campionato di serie A si utilizzino sempre di piu’ giovani italiani. “Ringrazio Gigi Di Biagio perché gli abbiamo portato via diversi giocatori per ruolo in un momento in cui deve preparare il prossimo Europeo. Kean come Balotelli? Mario quando aveva la sua età già giocava in serie A, faceva dei gol, e ha vinto tanto. Speriamo che Kean parta come è partito Mario, cioè benissimo e poi continui benissimo. Balotelli ha fatto un’ottima carriera, chiaro che poteva fare molto di piu’ pero’ penso che Kean è giovane, gioca in un club importante, dove prima di essere giocatori bisogna essere uomini veri, quindi questo penso che sia d’aiuto. Su Zaniolo va dato grande merito a Di Francesco perché gli ha dato la possibilità di giocare quasi sempre sia in Champions che in campionato. E’ giovane, ha sempre fatto bene, ha delle qualità e penso che potrebbe avere la possibilità anche di debuttare in Nazionale”.
RAZZETTI DA RECORD AI CRITERIA KINDER + SPORT
Prima sessione per la sezione maschile dei Criteria Kinder+Sport allo Stadio del Nuoto di Riccione, in vasca corta. Ed è un via a pieno regime con prestazioni sempre d’alto profilo tecnico. Cadono tre record della manifestazione. Due praticamente in apertura di programma nei 100 rana. Il primo lo firma, per un personalissimo e atteso show tra i cadetti, Nicolò Martinenghi che nuota in apparente scioltezza e tocca in 58″26, depennando il 59″28 in gommato di Alberto Catalano del 2009. Il talento di Varese, ormai completamente ritrovato dopo un 2018 passato in naftalina per via degli infortuni – tesserato per Fiamme Oro ed NC Brebbia, pupillo di Marco Pedoja e campione iridato e continentale juniores nel 2017 nei 50 e 100 rana – chiude con la decima prestazione personale di sempre; alle spalle di Tete il piemontese Alessandro Fusco – tesserato per Swimming Club Alessandria e seguito da Gianluca Sacchi – è secondo con il personale in 58″78 (prec. 58″86) e sale al quattordicesimo tra i peformer italiani. “Sono motivatissimo, dopo un 2018 decisamente no per me – sottolinea Martinenghi, primatista mondiale juniores (57”27) – Non ho spinto al massimo e avevo anche margine ma il crono è comunque discreto. Gli obiettivi della stagione sono tanti: intanto mi voglio presentare al top agli Assoluti e poi ai Mondiali”. Il secondo primato tra i ragazzi 2003 è griffato da Simone Cerasuolo in 1’00″33 che toglie quarantadue centesimi all’1’00″75 che lo stesso Martinenghi siglò nel 2015. Miglioramente notevole per il 15enne emiliano – tesserato per Imolanuoto – che scende per la prima volta in carriera sotto l’1’01” (precedente 1’02″32 del 23 gennaio 2019). “Sono contento per il tempo e il record – spiega l’allievo di Cesare Casella che successivamente si impone anche nei 50 stile libero in 22″77 – Mi alleno tutti giorni a contatto con Fabio Scozzoli e per me rappresenta un grosso stimolo. Adesso punto a chiudere bene questi Criteria; successivamente mi piacerebbe essere convocato per EYOF”. Il terzo record è di Daniele Santini – preparato da Emanuele Rosati e Marcello Piergentili e tesserato per Aurelia Nuoto – che nei 50 stile libero ragazzi 2005 eguaglia il 23″90 di Giovanni Izzo del 2012 e abbassa di trentanove centesimi il limite personale (23″29). Nei 50 dorso cadetti il più veloce è Michele Lamberti in 24″13. Il 19enne bresciano – tesserato per GAM Team, figlio dell’ex primatista e campione mondiale Giorgio, che lo allena, e della stileliberista azzurra Tania Vannini – tocca in 24″13, primato personale che abbassa di 33 centesimi il 24″46 siglato un mese fa a Torino, proiettandolo al tredicesimo posto tra i performer italiani. Nei 50 stile libero successi con primato personale di Leonardo Deplano e Federico Burdisso rispettivamente tra i cadetti e gli juniores 2001. Il 19enne di Firenze – seguito da Sandra Michelini, tesserato per l’Esseci Nuoto e bronzo ai mondiali giovanili di Indianapolis 2017 – chiude in 21″77, limando otto centesimi al 21″85 registrato agli Assoluti invernali; il 17enne pavese – tesserato per Tiro a Volo Nuoto, seguito in Italia da Simone Palombi e bronzo continentale in vasca lunga nei 200 farfalla a Glasgow 2018 – nuota in 22″13 (precedente 22″19). Nella sessione pomeridiana, cadono un record italiano e tre primati della manifestazione che si aggiungono ad altrettanti del primo round. Tra i cadetti incanta tutti Alberto Razzetti che vola nei 200 farfalla in 1’52”80 record italiano che cancella l’1’53”06 siglato da Matteo Rivolta agli Assoluti invernali nel 2017 e il limite della manifestazione di Francesco Giordano di 1’54”33 del 2014. Il 20enne ligure – tesserato per Fiamme Gialle e Genova Nuoto My Sport – toglie oltre quasi due secondi al personale (precedente 1’54”45 siglato a novembre al Nico Sapio). Questi i suoi passaggi ogni 50 metri: 25”11, 53”63, 1’22”97, con un ultimo cinquanta in 29”83 per un inizio di programma con il botto. “E’ andato tutto secondo i piani – spiega l’allievo di Davide Ambrosi – Il tempo è strepitoso, sapevo di poter vale un 1’53 basso ma non di scendere addirittura sotto. Questo per me è un anno importante, quello che mi serve per capire dove posso arrivare: il sogno sono i Mondiali ma guardo anche alle Universiadi. Prima però ci sono gli Assoluti e in vasca lunga posso andare forte”. Successivamente Razzetti si ripete nei 200 misti vinti in 1’54”68 record della manifestazione (precedente 1’58”18 di Raffaele Tavoletta del 2016) e personale (prec. 1’55”03) che lo conferma al quarto posto tra i performer italiani.
Il terzo record, ma secondo in ordine cronologico e sempre nei 200 farfalla, è di Federico Burdisso che nella categoria juniores 2001 domina in 1’53”60, demolendo l’1’55”63 di Federico Bracco del 2016. il 17enne pavese – tesserato per Tiro a Volo Nuoto, seguito in Italia da Simone Palombi e bronzo continentale in vasca lunga nei 200 farfalla a Glasgow 2018, diventando il primo millenials (nato 2000) a medaglia per il nuoto italiano in una manifestazione internazionale assoluta – migliora di cinquanta centesimi il personale (precedente 1’54”10) e sale al terzo posto tra i performer italiani. “Quando ho visto il record di Alberto mi sono gasato e sono salito sul blocco per fare un gran crono – sottolinea Burdisso, che studia in Inghilterra Matematica, Scienze e Fisica, sognando un futuro universitario negli Stati Uniti e che in seguito si impone nei 200 misti e nei 400 stile libero con il personale di 1’59”24 e di 3’47”21 – E’ andata comunque bene, considerando che sono ancora in una fase di carico”. Si torna in acqua martedì 19 marzo dalle 9.00 per la terza sessione maschile. Si parte dalle serie dei 100 dorso.
SAN ANTONIO NON SI FERMA, WARRIORS KO E 9^ SINFONIA
Nemmeno Golden State riesce a fermare San Antonio. All’AT&T Center, i Warriors cedono 111-105 e per i texani arriva la nona vittoria di fila, l’11esima in casa. A trascinare gli Spurs ci pensano DeMar DeRozan (26 punti e 9 rimbalzi) e LaMarcus Aldridge (23+13) ma lascia il segno anche Marco Belinelli: 9 punti (3/6 dal campo con 2/3 da tre e 1/1 ai liberi), due rimbalzi ma anche una palla persa il suo score in 23 minuti. Golden State (25 punti per Curry e 24 per Durant) si vede così raggiungere al primo posto nella Western Conference da Denver, che supera 114-105 Boston (21+13 per Jokic e 20 punti per Barton), garantendosi con largo anticipo un posto nei play-off che mancava dalla stagione 2012-13. Ai Celtics (secondo ko in sette gare) non basta un Kyrie Irving da 30 punti. Tornando a San Antonio, che ha collezionato 6 delle 9 vittorie contro squadre ai primi sei posti delle rispettive Conference (Golden State, Denver, Milwaukee, Oklahoma City, Portland e Detroit), gli Spurs si prendono la quinta piazza a Ovest, complice l’ennesimo passo falso dei Thunder. Dragic (26 punti e 11 assist) e l’eterno Wade (25 punti) mettono il timbro sul successo degli Heat per 116-107 e OKC (out Westbrook, 31 punti per George) incassa così il nono ko nelle ultime 13 gare. Miami puntella l’ottavo posto a Est, dove invece Indiana deve rimandare la matematica qualificazione alla post-season dopo essere andata a sbattere contro Portland (106-98). Con McCollum ai box, ci pensa Lillard (30 punti e 15 assist) a prendere per mano i Blazers, alla quarta vittoria in cinque gare e saldi al quarto posto a Ovest. Nella corsa al primato della Eastern Conference, Toronto prosegue la caccia ai Bucks superando 128-92 New York con 20 punti di Lin e 13 punti e 12 assist di VanVleet (prima doppia doppia in carriera), anche se nel corso del terzo quarto si fa male Lowry. Serata storica per Dirk Nowitzki, che supera Wilt Chamberlain (31.419 punti) attestandosi come sesto miglior realizzatore di sempre in Nba. Il tedesco non riesce però a evitare la sconfitta di Dallas all’overtime con New Orleans per 129-125.
MICHELS MIGLIOR TECNICO DAVANTI FERGUSON E SACCHI
Nessuno come Rinus Michels. “France Football”, il magazine che ogni anno assegna il “Pallone d’Oro”, stila la classifica dei 50 migliori allenatori della storia e al primo posto mette il tecnico olandese padre del calcio totale, artefice dei primi successi di Ajax e Barcellona e condottiero degli Orange che vinsero gli Europei del 1988. Palmares, eredità, personalità ma anche durata e impatto della carriera i criteri usati da “France Football”, che piazzano al secondo posto sir Alex Ferguson mentre a completare il podio c’è un italiano, Arrigo Sacchi, a cui viene riconosciuto il merito di aver cambiato la mentalità del calcio nostrano. A seguire due ‘allievi’ della scuola di Michels, Johan Cruyff e Pep Guardiola, quindi Valeri Lobanovski e il Mago Helenio Herrera. Ottavo Carlo Ancelotti, “un punto di riferimento nel XXI secolo”, capace di vincere tre Champions come Zidane e Paisley ma l’unico con due club diversi (Milan e Real), oltre a vincere il campionato anche in Francia e Inghilterra. A completare la Top Ten Ernst Happel e Bill Shankly, mentre è 12^ Giovanni Trapattoni, che assieme a Udo Lattek ha vinto le tre principali competizioni Uefa oltre a essersi laureato campione nazionale in 4 Paesi (Italia, Germania, Portogallo e Austria). Poco più indietro Marcello Lippi (16^), ultimo allenatore ad aver condotto la Juve alla conquista della Champions e ct dell’Italia campione del mondo nel 2006. Il tecnico viareggino precede Nereo Rocco (17^), due Coppe dei Campioni col Milan e maestro del ‘catenaccio’, mentre Fabio Capello è 21^. In classifica c’è spazio anche per Antonio Conte: i tre scudetti vinti alla Juve e la Premier ottenuta al Chelsea lo pongono al 49^ posto.
GRAVINA “NORME E CONTROLLI PER UN SISTEMA CREDIBILE”
Un calcio italiano sostenibile e credibile, per evitare casi come quello del Parma di qualche anno fa o del Pro Piacenza in tempi recenti. Per farlo servono anche norme più rigide, più stringenti, la strada è lunga ma in via Allegri non hanno perso tempo. Gabriele Gravina, sin dal suo insediamento, si è rimboccato le maniche e spera che i frutti del lavoro portato avanti finora possano essere raccolti presto. Quanto successo a Piacenza è una macchia indelebile, “chi opera nel campo dell’economia, del diritto civile, commerciale è a rischio default ma la Figc ha il dovere di salvaguardare un bene primario e per questo stiamo attivando tutta una serie di meccanismi già partiti il 18 dicembre con l’adozione delle nuove licenze nazionali, un provvedimento epocale per due motivi: contenuti e
tempistica – sottolinea in una lunga intervista a Sky Sport – Varare le licenze nazionali sei mesi prima dei campionati credo sia un record assoluto”. Che possano verificarsi in futuro altri casi Pro Piacenza, Gravina non può escluderlo “ma dobbiamo far sì che siano ridotti al lumicino, che siano casi eccezionali, non possono essere la norma”. Di mezzo ci va la credibilità dei campionati e anche per questo sarà sottoposta all’attenzione del prossimo Consiglio federale “una norma che prevede la riduzione da quattro a due rinunce” il termine per sancire l’esclusione dai tornei. Maggiori tutele anche per i dipendenti delle società. “Oggi c’è chi continua a far parte del nostro mondo senza aver pagato nemmeno uno stipendio e accumulando penalizzazioni: questo non potrà più succedere perchè dal campionato 2019-20 una nuova norma prevede, in caso di mancato pagamento di due bimestri di emolumenti, l’esclusione dal campionato”.
Ma è anche sulla prevenzione di certe situazioni che bisogna lavorare. A livello di iscrizioni, la Figc alzerà “alcuni criteri legati al rating” per le fideiussioni e perchè la parola sostenibilità non sia più svuotata di significato, “ci stiamo impegnando nel costituire un nuovo organismo operativo da affiancare alla Covisoc che intervenga cercando di monitorare costantemente tutte le situazioni economico-finanziarie delle società”. I controlli occasionali, insomma, non bastano, “non danno sufficiente credibilità al nostro sistema. E invece dobbiamo recuperare questa credibilità e salvaguardare il valore della competizione sportiva con la certezza delle norme e l’incisività dei controlli”. “Ci stiamo lavorando, mi piacerebbe che ci fossero parametri ancora più stringenti e dall’1 luglio vorrei avviare, attraverso l’utilizzo di certi parametri, una prima fase di applicazione sperimentale del concetto di rating”. Anche perchè, dietro certi fallimenti, ci sono proprietà su cui si sa poco o nulla. “Oggi c’è un doppio passaggio nella verifica delle proprietà legato all’onorabilità degli acquirenti – spiega Gravina – Ma si basa tutto su parametri soft, facilmente raggirabili. Dobbiamo invece stabilire dei criteri oggettivi affinchè ci sia una reale selezione dei soggetti che entrano nel nostro mondo. Ci sono delle sentenze della magistratura ordinaria che dicono in maniera chiara che non possiamo impedire la transazione commerciale fra due soggetti ma possiamo impedire loro di intaccare la dignità del mondo del cacio”.
“Dobbiamo tornare a essere credibili e i miei riferimenti sono i partners commeciali che hanno pensato di abbandonare il mondo del calcio e che abbiamo riconquistato. Li ringrazio per la fiducia riconfermata alla Figc e che ora dobbiamo ripagare con grande senso di responsabilità: oggi il calcio perde valore, il brand perde il suo appeal perchè purtroppo abbiamo intaccato la sua dignità, la sua credibilità”. All’attenzione di Gravina, inoltre, ci sono altre due situazioni “abbastanza critiche: le plusvalenze e il diritto di recompra”. Se sul secondo tema la Figc si sta già muovendo (“ritengo e spero di portare una modifica entro il 20 marzo per annullarlo”), quello delle plusvalenze “è un argomento più delicato: chi deve intervenire nell’ambito di una valutazione commerciale di uno scambio fra due società? Possiamo segnalarla ma non possiamo intervenire”.










