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IN ARGENTINA DOVIZIOSO IL PIU’ VELOCE NELLE LIBERE

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Andrea Dovizioso è stato il più veloce al termine delle due sessioni di prove libere del GP d’Argentina della MotoGP. Il vincitore della prima gara stagionale ha fermato il cronometro su 1’39″181, precedendo di 9 millesimi la Ducati del team Pramac di Jack Miller. Terzo tempo per Maverick Vinales con la prima delle Yamaha a 164, un millesimo davanti alla Honda Lcr di Cal Crutchlow. Quinto tempo per il francese Fabio Quartararo con la Yamaha Petronas davanti a quella ufficiale di Valentino Rossi a due decimi e mezzo da Dovizioso. Marc Marquez è ottavo a tre decimi alle spalle della Suzuki di Alex Rins e davanti all’altra Petronas Yamaha di Franco Morbidelli. Undicesimo tempo per Andrea Iannone con la Aprilia. Danilo Petrucci con la seconda Ducati ufficiale ha chiuso al 13° posto a 559 millesimi dal compagno di team. Giornata difficile per Jorge Lorenzo, ventunesimo con la sua Hrc Honda a quasi un secondo dal suo ex compagno di squadra.

Nelle altre due classi, Thomas Luthi e’ stato il piu’ veloce della Moto2. L’esperto pilota svizzero (Dynavolt Intact Gp) ha fermato il cronometro su 1’43″353; davanti di 92 millesimi il britannico Sam Lowes (Federal Oil Gresini Moto2 e l’australiano Remy Gardner (Onexox Tkkr Sag Team). Migliore degli italiani Nicolo Bulega (Sky Racing Team Vr46 Kalex), quinto a 0″252, davanti per soli 8 millesimi al compagno di team Luca Marini. Settimo Lorenzo Baldassarri (Flexbox Hp 40 Kalex) a 280 millesimi. Tra le più “piccole”, a svettare è il britannico John Mcphee (Petronas Sprinta Racing) con 1’49″892. Bella prestazione per Tony Arbolino (Vne Snipers) a 79 millesimi. Mentre Niccolo’ Antonelli (Sic58 Squadra Corse) è terzo a 169. Quinto tempo per l’altro pilota del team di Paolo Simoncelli, Tatsuki Suzuki. Sesto Aron Canet (Sterilgarda Max Racing Team) davanti a Dennis Foggia (Sky Racing Team Vr46), più lento di mezzo secondo.

FEDERER BATTE SHAPOVALOV, IN FINALE CON ISNER

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Roger Federer in finale al “Miami Open”, secondo Atp Masters 1000 stagionale, dotato di un montepremi di 8.359.45 dollari, in corso all’Hard Rock Stadium, nuova sede dell’appuntamento in precedenza ospitato a Crandon Park di Key Biscayne. Lo svizzero, numero 5 Atp e quarta testa di serie, a segno in Florida in tre occasioni (2005, 2006 e 2017), ha regolato per 6-2, 6-4, in un’ora e 12 minuti, il canadese Denis Shapovalov, numero 23 del ranking mondiale e 20esima testa di serie. In finale Federer sfiderà John Isner. Lo statunitense, numero 9 del ranking mondiale e settimo favorito del seeding, nonché campione in carica, ha fermato l’altro talento canadese Felix Auger-Aliassime imponendosi con il punteggio di 7-6(3), 7-6(4), dopo un’ora e 53 minuti.

MARQUEZ VOLA IN ARGENTINA, 3^ DOVIZIOSO, 4^ ROSSI

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Quando Marc Marquez respira l’aria delle pampas, non c’è spoiler che tenga. Battuto in qualifica (Vinales) e in gara (Dovizioso) a Losail, il Cabroncito si riprende tutto con gli interessi sul circuito di Termas de Rio Hondo: imprendibile nelle ultime due libere, piazza una zampata delle sue nei minuti finali delle qualifiche, quando in un susseguirsi di giri veloci scivola addirittura fuori dalla prima fila. L’ultimo tentativo, però, è quello buono, 1’38″304, e arriva così la pole numero 81 della carriera, la 53esima nella classe regina e la quinta in sei anni in Argentina. Maverick Vinales, in pole in Qatar, stavolta deve accontentarsi della seconda piazza, a 154 millesimi da Marquez, di un soffio più lento Andrea Dovizioso (+0″164) che riesce comunque ad acciuffare la prima fila a spese di Valentino Rossi. Il Dottore conferma di avere un buon feeling con la pista sudamericana, paga meno di due decimi e mezzo rispetto al Cabroncito e ottiene conferme importanti dalla sua M1, che almeno in qualifica sembra all’altezza di Honda e Ducati visto che fra i primi sette troviamo altre due Yamaha non ufficiali (Franco Morbidelli sesto davanti a Fabio Quartararo). Qualche problema invece per Danilo Petrucci, che non riesce a far meglio del decimo tempo e partirà domani dalla quarta fila, affiancato da Pol Espargarò su Ktm e un Jorge Lorenzo ancora non del tutto a suo agio sulla Honda, più lento di oltre un secondo rispetto al suo compagno di squadra. Domani, però, potrebbe essere tutt’altra storia visto che c’è il forte rischio che si corra sotto la pioggia. Inoltre i distacchi (i primi cinque sono racchiusi in due decimi e mezzo) lasciano intendere che potrebbe esserci una bella bagarre là davanti sebbene Marquez resti il favorito. Lo stesso spagnolo ha ammesso di avere anche un buon passo gara e il Dovi, pur riconoscendo che le Ducati sono molto più veloci rispetto a un anno fa, non ha potuto fare a meno di sottolineare che “non lo siamo ancora abbastanza per vincere anche se possiamo dire la nostra”. E la Yamaha ha tutte le carte in regola per dare fastidio.

Per quanto riguarda le altre classi, prima pole in carriera per Jaume Masia (Moto3) con Tony Arbolino terzo e una seconda fila tutta tricolore con Dalla Porta, Antonelli e Migno oltre a Fenati settimo. L’Argentina porta bene invece a Xavi Vierge (Moto2), che per il secondo anno consecutivo partirà davanti a tutti: beffati per un pugno di millesimi Marcel Schrotter e Sam Lowes mentre Baldassarri, ottavo, è il migliore dei nostri davanti a Bulega e Corsi.

ERRORACCIO DONNARUMMA, SAMP BATTE MILAN 1-0

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La Sampdoria batte il Milan per 1-0 e resta in corsa per l’Europa mentre per i rossoneri, al secondo ko di fila dopo quello nel derby, si fa in salita la strada per la Champions. L’avvio al Ferraris è shock per la squadra di Gattuso e il vantaggio blucerchiato al 1’ nasce dall’errore di Donnarumma, autore di un passaggio sbagliato per Defrel bravo a depositare in rete di prima intenzione. Nei primi venti minuti la squadra di Giampaolo schiaccia gli avversari nella propria metà campo ma al 25’ la difesa blucerchiata soffre l’unico spunto di Suso, autore di un dribbling secco e di un tiro che trova la grande risposta in tuffo di Audero. Cinque minuti dopo, sugli sviluppi di una transizione offensiva, Quagliarella sfiora il raddoppio con un diagonale impreciso dopo un assist di Linetty. Nella ripresa la prima occasione da gol è di marca blucerchiata e porta la firma di Defrel, autore di un tiro al volo sbilenco da posizione favorevolissima davanti a Donnarumma. Ancora Suso si fa pericoloso per il Milan, poi Quagliarella, al 71’, con l’aiuto di una deviazione colpisce la traversa dal limite dell’area. Donnarumma si riscatta su Defrel mentre Audero nega al neo entrato Cutrone la rete in un paio di occasioni. Finale convulso: al 90’ Orsato va al Var per valutare un presunto contatto tra Murru e Piatek ma alla fine nega il penalty e fa proseguire tra le proteste. Nel recupero c’è spazio solo per un ultimo colpo di testa di Piatek a botta sicura bloccato da uno strepitoso Audero.

Ritorno vincente per Igor Tudor sulla panchina dell’Udinese. Alla Dacia Arena i friulani conquistano una vittoria cruciale in chiave salvezza battendo il Genoa per 2-0: i bianconeri salgono così a quota 28, a +4 dal Bologna terz’ultimo. Resta inchiodata a 33 punti la squadra di Prandelli.
Bastano solo quattro minuti all’Udinese per stappare il match con un contropiede orchestrato in maniera perfetta: Pussetto ruba palla a Rolon, Okaka dà il via con un tocco di tacco per De Paul e va a capitalizzare con un piatto rasoterra sull’assist di Fofana. Il Grifone, colpito a freddo, prova a farsi vedere dalle parti di Musso ma al 27’ corre un brivido lungo la schiena dei rossoblù. Imbucata per Okaka, Radu atterra il centravanti in area: Pairetto indica il dischetto ma l’assistente segnala in maniera corretta il fuorigioco del numero 7 dei padroni di casa. Prandelli cambia Rolon e Lazovic con Pandev e Bessa nella ripresa e gli ospiti premono sull’acceleratore rinchiudendo gli avversari nella loro metà campo. Al 61’, però, arriva all’improvviso il raddoppio bianconero con un eurogol di Mandragora: il capitano dell’under 21, dopo aver ricevuto da fuori da un tarantolato Pussetto, stoppa di petto e lascia partire un mancino imparabile per Radu, segnando il 2-0 alla squadra con cui è cresciuto e con la quale ha esordito in Serie A.

POLE LECLERC E VETTEL 2^, PRIMA FILA TUTTA ROSSA

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La Ferrari rinasce a Sakhir e lo fa in grande stile, lanciando in orbita il giovane talento di Charles Leclerc. Dopo il flop di Melbourne, a Maranello si sono dati da fare per trovare delle risposte e il lavoro ha dato i suoi frutti: qualifica in Bahrain senza storia, nel segno del 21enne monegasco, sempre più con le stimmate del predestinato. Dopo aver ‘dato la paga’ in due delle tre sessioni di libere al più decorato compagno di squadra, Leclerc domina anche le prove: miglior tempo in tutte e tre le manche, con crono finale di 1’27″866 che gli vale il record della pista e la prima pole della carriera, il secondo più giovane di sempre a partire davanti a tutti dopo Sebastian Vettel (Gp d’Italia 2008 a 21 anni, 2 mesi e 11 giorni). “Sono estramemente contento – esulta Leclerc – In Australia non avevo fatto una bella qualifica, avevo commesso qualche errore nel Q3 ma ho lavorato sodo e abbiamo fatto un buon lavoro sin dall’inizio della qualifica. E’ stata una bella giornata e un gran weekend, speriamo di continuare domani”. A completare la giornata da sogno del Cavallino, di nuovo in pole per la prima volta da Monza, è Sebastian Vettel, che acciuffa l’altro posto in prima fila.

Penalizzato dal traffico durante il Q2 e costretto a usare un set di gomme in più, il tedesco di fatto ha un solo tentativo a disposizione nell’ultima manche e non gli riesce la magia, più lento di quasi tre decimi dal compagno. “Ma anche se fossi stato nella mia giornata ideale, sarebbe stato difficile battere Charles – riconosce con fair-play – Sono contento di essere arrivato almeno secondo, è una buona posizione per domani. Non eravamo contenti di Melbourne e il team ha fatto un lavoro molto approfondito per cercare di capire cosa non aveva funzionato, abbiamo trovato le risposte e le abbiamo portate qui, dimostrando di essere all’altezza, di poter lottare per la prima fila”. Rispetto all’Australia si invertono dunque i ruoli con la Mercedes, apparsa in difficoltà. Lontano dalle due Rosse durante tutte le libere, il team tedesco riesce comunque ad avvicinarsi e sono solo 30 i millesimi che separano Lewis Hamilton da Vettel. “Per noi è stata una sessione tutto sommato positiva, il passo della Ferrari era incredibile e non pensavo che saremmo arrivati così vicini. Domani è più importante e cercheremo di dare loro filo da torcere”. Al suo fianco ci sarà Valtteri Bottas con l’altra Freccia d’Argento (+0″390) mentre deve accontentarsi del quinto tempo, ma a quasi nove decimi da Leclerc, Max Verstappen.  L’olandese salva la Red Bull dalla debacle visto che Pierre Gasly continua a deludere in qualifica: se in Australia era uscito di scena nel Q3, in Bahrain fa poco meglio e domani partirà dalla 13esima posizione.

Sorpresa di giornata la McLaren, che piazza entrambi i piloti fra i primi 10: settimo Sainz, decimo Norris che però guadagna una posizione grazie alla penalizzazione inflitta a Grosjean. Il pilota francese scivola dall’ottavo all’undicesimo posto per aver ostacolato proprio Norris durante il Q1 e rovina parzialmente la giornata della Haas, in terza fila con Magnussen. Kimi Raikkonen porta ancora l’Alfa Romeo nel Q3, ottenendo il nono tempo (partirà ottavo). Risultato che addolcisce la giornata dopo l’eliminazione di Antonio Giovinazzi nella prima manche. Lavori in corso alla Renault, con Daniel Ricciardo che anche stavolta fa da spettatore alla lotta per la pole, in Toro Rosso Albon fa di nuovo meglio di Kvyat, continua il calvario della Williams: fondo della griglia per Russell e Kubica.

JUVENTUS DI MISURA SULL’EMPOLI, KEAN DECISIVO

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Anche se con più fatica del previsto, la Juventus ha portato a casa il 25esimo successo stagionale in campionato. All’Allianz Stadium, i bianconeri hanno avuto la meglio per 1-0 su un Empoli che ha “tenuto botta” fino alla rete del vantaggio juventino. In attesa di conoscere l’esito di Roma-Napoli di domani pomeriggio, la Juventus ha nuovamente portato a +18 il vantaggio in classifica sui partenopei, mentre l’Empoli è rimasto a +1 sulla zona retrocessione. Alla seconda gara consecutiva senza Ronaldo, la situazione in casa Juventus non è migliorata rispetto alla precedente uscita con il Genoa. Alla vigilia, Allegri aveva chiesto ai suoi di essere cattivi ma nel primo tempo questa cattiveria non si è avvertita. È vero che molti giocatori erano reduci dagli impegni con le nazionali, ma non era certo l’Empoli l’avversario che si pensava potesse mettere così in difficoltà Chiellini e compagni. Doveva esserci una chance per Dybala e invece l’argentino ha marcato visita: nel riscaldamento ha alzato bandiera bianca per un problema alla coscia destra. In campo, un Empoli ben sistemato da Aurelio Andreazzoli ha dato fastidio fin dalle prime battute. Bene Krunic che ci ha provato in un paio di occasioni e alla metà del tempo ha sfiorato il vantaggio con una conclusione da fuori che è finita di poco sul fondo. Juve praticamente non pervenuta nei primi 45 minuti se non con un sussulto al 31′ quando su cross dalla sinistra di Matuidi è stato Dragowski a respingere sul colpo di testa di Mandzukic. Nella  ripresa i padroni di casa hanno provato ad alzare il baricentro variando il modulo dal 4-2-3-1 al 3-5-2 e qualcosa in più si è visto, ma il momento decisivo è stato l’innesto di Kean al 24′: il giovane bianconero ci ha impiegato tre minuti dall’ingresso in campo a mettere in rete. Lancio di Chiellini, assist di testa di Mandzukic e battuta di prima intenzione del numero 18 bianconero sporcata da Dell’Orco che si infila alle spalle di Dragowski. Per Kean si è trattato del terzo gol consecutivo in altrettante partite tra Nazionale e Juve dopo quelli segnati in azzurro contro Finlandia e Liechtenstein. Sette minuti più tardi ancora una chance per Kean che avrebbe potuto segnare la sua seconda doppietta in maglia juventina dopo quella dello scorso 8 marzo contro l’Udinese: servito da Pjanic che aveva strappato palla a Maietta, il giovane attaccante si è presentato a tu per tu con Dragowski che però ha neutralizzato salvando in due tempi e fissando il risultato sul definitivo 1-0.

NBA, SPURS DI BELINELLI AI PLAY-OFF SENZA GIOCARE

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Gli Spurs di Marco Belinelli accedono ai play-off senza giocare. Obiettivo raggiunto per la 22^ volta consecutiva. Il pass arriva dopo la vittoria degli Houston Rockets su Sacramento Kings per 119 a 108 in cui brilla soprattutto la stella James Harden, autore di 50 punti e quindi grande protagonista. Per lui è la terza partita su sei da almeno 50 punti.
Sono play-off che continua per i Brooklyn Nets che hanno superato Boston Celtics per 110 a 96. In questo caso il tarscinatore della squadra è D’Angelo Russell, con 29 punti e 10 assist. I Celtics pagano le assenze di Kyrie Irving e Al Horford.
Ottavo successo in 10 partite per i Philadelphia 76ers che passano sul parquet dei Minnesota Timberwolves per 118 a 109 e ottengono il secondo successo consecutivo. Harris fa 25 punti, mentre per Minnesota il migliore è Wiggins con 24.
I Pistons fermano Portland Trail Blazers (99-90) che arrivavano all’appuntamento forti di 6 vittorie di fila.

Vittoria non troppo difficile per i Torotonto Raptors che passano per 124 a 101 contro i Chicago Bulls. Assenti Kawhi Leonard e Pascal Siakam, entrambi tenuti a riposo da coach Nurse.
Altro successo esterno per Miami Heat per 100 a 92 contro
New York Knicks. Dwyane Wade nella sua ultima prova in carriera sul palcoscenico del Madison Square Garden firma 16 punti con 7 rimbalzi.
Indiana Pacers sconfitti in casa dagli Orlando Magic (116-121)
che restano aggrappati all’ultimo vagone del treno che porta ai playoff.
Quarantotto i punti messi a segno da Devin Booker ma non basta ai Phoenix Suns battuti da Memphis Grizzlies per 115 a 120.
Tornano al successo i Los Angeles Clippers contro Cleveland Cavaliers per 132 a 108. Danilo Gallinari viene tenuto precauzionalmente a riposo per un piccolo problema alla caviglia sinistra ma questo non impedisce ai Clippers di ottenere il dodicesdimo successo in 14 gare.

A WEVELGEM VOLA KRISTOFF, DELUDONO VIVIANI E SAGAN

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Alexander Kristoff ha trionfato, in volata, nell’odierna 81^ edizione della Gand-Wevelgem, classica belga del ciclismo, con partenza da Deinze e arrivo a Wevelgem, dopo 250.3 chilometri complessivi. Lo sprinter norvegese, del UAE Team Emirates, si è imposto davanti al tedesco John Degenkolb (Trek-Segafredo), secondo, e al belga Oliver Naesen (AG2R La Mondiale), terzo. Settimo posto per il trentino Matteo Trentin (Mitchelton-Scott). Male il veneto Elia Viviani (team Deceuninck-Quick Step), che ha preso un “buco” nello sprint finale, e l’atteso Peter Sagan (slovacco della Bora-Hansgrohe), che cercava il poker di vittorie, dopo i trionfi del 2013, del 2016, anno della tragedia di Antoine Demoitie, e della scorsa stagione.

“Sulla carta dovevo lavorare per Fernando Gaviria. Negli ultimi chilometri però eravamo messi male e lui mi ha dato il via libera per giocarmi il tutto per tutto allo sprint. Sono molto felice: è una delle vittorie più importanti della mia carriera, mi trasmette fiducia per il resto della Campagna del Nord”, ha detto Kristoff, dopo l’arrivo. “Oggi è stata una corsa davvero dura. Avevamo lavorato molto ed eravamo tutti stanchi. Ma proprio quando siamo tutti affaticati per me è meglio”, ha aggiunto il norvegese.

Da segnalare che Sagan, Trentin, Teunissen, Theuns e Rowe hanno provato la fuga a metà corsa ma sono stati ripresi dal plotone a 18 chilometri dall’arrivo. Astuto, invece, Gaviria, che “mollando” nel finale ha creato il “buco”, che è costato caro a Viviani.

(ITALPRESS).