La Roma non è ancora guarita ma perlomeno ha ritrovato quella grinta che finora le era mancata. I giallorossi, nel secondo anticipo della 32esima giornata di Serie A, battono sotto il diluvio l’Udinese per 1-0, continuando così a sperare nel quarto posto che vuol dire Champions League. A decidere la sfida, più intensa che spettacolare, è Dzeko al 22′ della ripresa. Privo degli infortunati Karsdorp, Santon e Nzonzi e dello squalificato Kolarov, Ranieri si ritrova senza esterni difensivi di ruolo, impiegando sugli out Jesus e Marcano. De Rossi è in cabina di regia accanto al baby Zaniolo, la fase offensiva è tutta nei piedi di Schick e Dzeko. Senza gli indisponibili Barak, Nuytinch e Behrami e lo squalificato Zeegelaar, Tudor si affida in mezzo al campo al ‘fosforo’ di De Paul e a D’Alessandro, ex come Okaka, schierato di punto assieme a Lasagna. Piova a dirotto all’Olimpico e il clima sembra pesare sui giallorossi, il cui inizio è davvero disarmante. I bianconeri allora cercando di approfittarne ma Lasagna, oltre ad un diagonale largo al 14′ dopo una sgroppata da manuale, deve sempre inchinarsi, nell’uno contro uno, a Manolas. Al 3′, invece, Mirante, ormai titolare al posto di Olsen, deve subito sporcarsi i guanti su Mandragora, invitato a far esplodere il sinistro da De Paul. Prima chance capitolina al 24′: cross rasoterra di Marcano che attraversa l’area e impatta sulla caviglia di Cristante, che non trova lo specchio. La pioggia si infittisce e diventa un diluvio, al 27′ El Shaarawy la mette sul secondo palo per Zaniolo, che non ci arriva d’un soffio. Al 30′ e al 32′ è proprio il ‘Faraone’ a rendersi pericoloso, prima staccando alto e poi tirando in area tra le braccia di Musso. Il quale, al 36′, è bravo a dire no a una botta mancina di Marcano, tra i migliori dei suoi. Roma in avvio di ripresa con Pellegrini e Florenzi in campo, Udinese però subito minacciosa al 4′ con un’inzuccata di Okaka, messa in corner da Mirante. Gli ospiti premono e sfiorano il gol all’11’ con un tiro-cross di D’Alessandro sventato in angolo da Mirante e, soprattutto, al 12′ con De Maio, che sempre di testa prende il palo sfruttando un’incertezza del portiere di casa. Al 15′ bella punizione di Pellegrini e incornata di Cristante di poco a lato, al 20′ Dzeko si fa finalmente vedere con uno stacco che chiama Musso alla ‘paratona’. La Roma insiste e vive il suo momento migliore ed il vantaggio sembra nell’aria, tanto che arriva al 22′: ospiti distratti da De Rossi a terra, tocco smarcante di El Shaarawy e Dzeko ritrova all’Olimpico quel gol che gli mancava da ottobre. Il capitano giallorosso non ce la fa e lascia il posto a Under in un finale di gara caratterizzata dal campo pesante e da un’Udinese che da’ tutto per un pareggio che però non arriva.
MARQUEZ FIRMA SETTIMA POLE AUSTIN DAVANTI A ROSSI
Settima pole position di fila per Marc Marquez nel Gran Premio delle Americhe. Il campione del mondo della Honda Hrc conferma di essere il re incontrastato della pista di Austin, fermando il cronometro su 2’03″787 che gli vale la partenza al palo. Ma se il pilota di Cervera scatterà dalla prima casella al suo fianco avrà un grande Valentino Rossi che gli paga solo 273 millesimi. Una grande prestazione per il “Dottore” che conferma l’ottimo stato di forma nonostante le 40 primavere. La sua Yamaha è stata quasi perfetta, lo stesso non si può dire per il suo compagno di squadra Maverick Vinales, che dopo la bella prestazione nella FP2 di venerdì, non è riuscito a ripetersi nella Q2 e per lui ci sarà solo la seconda fila con il sesto tempo a sette decimi da Marquez. Davanti si sono piazzati il sempre grintoso Cal Crutchlow che riesce ad accaparrarsi la terza casella in prima fila con 360 millesimi di ritardo dalla HRH con la sua Honda del team di Lucio Cecchinello.
Ad aprire la seconda fila Jack Miller, primo dei piloti Ducati, anche se è quella del Pramac Racing. Quinto tempo per Pol espargarò con la KTM. Giornata poco positiva per le GP19 ufficiali con Danilo Petrucci che riesce a passare le forche caudine della Q1 lasciando fuori proprio Andrea Dovizioso che sarà costretto a partire dalla quinta fila, dalla casella numero 13. Il pilota ternano è comunque riuscito a trovare la terza fila, preceduto dalla Suzuki di Alex Rins e seguito dalla Yamaha Petronas di Fabio Quartararo. Il francese precede il team mate Franco Morbidelli che partirà quindi dalla quarta. Prosegue il momento non certom positivo per Jorge Lorenzo. Il mallorchino, dopo essere riuscito ad entrare nella manche decisivo firmando il miglior tempo della Q1, è protagonista di un quarto d’ora in cui nulla gli va per il verso giusto. Prima gli si stacca la catena ed è costretto ad abbandonare la sua Hrc lungo la pista e correre ai box per prendere la seconda molto. Ma anche con questa non riesce ad essere veloce ed alla fine è undicesimo.
Poca fortuna anche per Pecco Bagnaia. Il campione del mondo della Moto2, infatti, è protagonista di due cadute con la sua Ducati Pramac. Sesta fila per le due Aprilia, con Aleix Espargarò sedicesimo davanti ad Andrea Iannone.
MILAN BATTE LAZIO 1-0 E TORNA AL 4° POSTO
Il Milan si aggiudica il big match fondamentale nella volata Champions, battendo la Lazio 1-0 nella sfida del Meazza, decisa al 79′ dal gol di Kessié su calcio di rigore dopo una partita emozionante e ricca di occasioni. Così il Milan balza a quota 55 punti e si tengono stretti il 4° posto. Biancocelesti, che restano fermi a 49 lunghezze, comunque devono ancora recuperare la gara con l’Udinese, in programma mercoledì alle 19 all’Olimpico, per pareggiare il conto delle giornate con le avversarie dirette nella lotta Champions. Un obiettivo che entrambe confermano di volere a ogni costo, lo dimostrano sin dalle prime battute della sfida di San Siro. Il Milan, orfano di Donnarumma e Paquetà, è aggressivo soprattutto sulle fasce grazie alla spinta di Suso e Borini. Eppure non arriva mai alla conclusione, almeno fino alla mezzora quando si accende con il tiro di Kessié e quello alto sopra la traversa dello spagnolo. Al 32′ poi Piatek sfiora di un soffio il vantaggio, con un colpo di testa a fil di palo. Il polacco pareggia così le occasioni da rete, perché la Lazio nel corso del primo tempo era riuscita a sorprendere tre volte gli avversari con la velocità nelle ripartenze. Subito in avvio, Immobile vede negarsi il gol dalla parata di Reina. Il portiere si ripete al 19′ sul tiro potente di Luis Alberto mentre al 20′ il pallone di Correa finisce alto. La gara vive di strappi e continua a salire di intensità con il passare dei minuti, regalando un’altra chance d’oro a testa: al 42′ Calhanoglu calcia forte dal limite dell’area ma Strakosha devia mentre un minuto dopo Immobile centra il palo esterno sul fronte opposto. Si chiude così la prima frazione di botta e risposta, con 8 occasioni da gol totali ma il risultato bloccato sullo 0-0. Il secondo tempo si apre con l’infortunio di Correa, costretto al cambio con Caicedo. La Lazio ha la possibilità di scardinare il match al 65′, l’attaccante subentrato offre un gran pallone a Romulo, Reina para e devia in corner. Alla tegola biancoceleste, risponde la doppia sostituzione forzata per il tecnico Gattuso: out Calabria e Romagnoli. I rossoneri reagiscono con il solito Piatek, a un passo dal gol se non fosse per il riflesso di Strakosha. La partita cambia volto al 78′ quando l’ingenuo fallo di Durmisi su Musacchio regala calcio di rigore per il Milan. Dal dischetto Kessié non sbaglia al 79′ per l’1-0 rossonero. Appena tre minuti prima l’arbitro Rocchi aveva assegnato un penalty al Milan, salvo poi annullarlo dopo la review al Var del tocco di mano di Acerbi. Il finale è agitato, soprattutto nei 6 minuti di recupero e nella rissa che si è accesa al termine della sfida tra i giocatori in campo, subito sedata.
BELINELLI SUBITO OK AI PLAY-OFF, GALLINARI AL TAPPETO
San Antonio comincia con il piede giusto i play-off 2019 dell’Nba. Nella notte italiana, gli Spurs si aggiudicano per 101-96 la sfida inaugurale della serie sul parquet del Pepsi Center, la tana dei Denver Nuggets, nel primo turno della post-season della Western Conference. Top-scorer dell’incontro, il ‘padrone di casa’ Gary Harris con 20 punti, mentre tra gli ospiti ne realizza 18 DeMar De Rozan; da’ il suo contributo alla causa anche Marco Belinelli, autore di 8 punti in 17 minuti di impiego, conditi da 4 rimbalzi e 2 assist. Niente da fare, invece, per i Los Angeles Clippers, che cadono pesantemente, per 121-104, sul campo dei Golden State Warriors. I campioni in carica si godono i 38 punti con otto triple di Stephen Curry (superato Ray Allen al primo posto nella classifica all-time dei realizzatori dall’arco ai play-off) e i 23 di Kevin Durant, mentre i californiani si consolano con i 51 punti complessivi della coppia formata da Montrezl Harrell e Lou Williams; per Danilo Gallinari, invece, 15 punti in 30 minuti con 8 rimbalzi e 1 assist. Nella Eastern Conference, Orlando Magic si impone per 104-101 in casa dei Toronto Raptors, costretti dunque ad inseguire sin dal pronti e via.
MERCEDES SUPER, ANCORA DAVANTI A TUTTI A SHANGHAI
Dominio, conferma e consistenza. Dall’Australia alla Cina la Mercedes è ancora davanti a tutti, la Ferrari può solamente incassare il colpo e rinviare, ancora una volta, la vera sfida. Al Gran Premio della Cina, il numero 1000 nella storia della Formula 1, il team tedesco fa quello che vuole e conquista la terza doppietta di fila in avvio di stagione, un risultato che non si vedeva addirittura dal Mondiale 1992. Lewis Hamilton sigla la seconda vittoria consecutiva ma questa volta non si può parlare di fortuna, anzi. Dopo le ottime sensazioni mostrate in Bahrain, al netto dei problemi tecnici, la Ferrari è sprofondata nuovamente nell’anonimato, lasciando un tappeto rosso alle Mercedes di Hamilton e Bottas. È il britannico, secondo in qualifica, ad aggiudicarsi la gara con grande facilità grazie al decisivo spunto in partenza con il quale ha beffato il compagno di squadra. Una partenza che ha mischiato sostanzialmente le carte in tavola tanto che Vettel, nel tentativo di superare Bottas all’esterno, si è fatto infilare da Leclerc in curva 1. Ma gli ordini in casa Ferrari sono chiari e dopo 11 giri il monegasco è costretto a cedere la posizione a Vettel a causa di un ritmo non ottimale: Leclerc abbassa la testa e accetta con un pizzico di delusione il team order dal muretto. La decisione della Rossa, però, non scaturisce gli esiti sperati e al 19° giro, dopo l’inizio della serie di pit-stop, Vettel è addirittura costretto a difendere la posizione dall’attacco di Verstappen. Una bella battaglia, probabilmente il momento più emozionante della gara, vinta dal tedesco che mostra i muscoli in uscita dall’ultima curva e chiude la porta all’olandese. In tutto questo, però, la Rossa varia la strategia con Leclerc ritardando il pit-stop al 23° giro. Situazione riproposta nel corso della seconda metà di gara quando il monegasco ha cercato di ritardare il passo della Mercedes di Bottas sacrificando la propria gara in funzione di Vettel. Ma la SF90 non è brillante e la gara si conclude con la passeggiata solitaria di Hamilton seguito da Bottas, poi Vettel sigla il primo podio stagionale mentre Leclerc chiude addirittura alle spalle della Red Bull di Verstappen. “Abbiamo eseguito una gara perfetta e dovremo continuare così perché siamo solamente al terzo GP stagionale – ha commentato Hamilton nel post gara – Abbiamo fatto tre doppiette e questo dimostra la forza del nostro pacchetto: tre gare senza commettere errori, al limite della perfezione”. Errori e scarsa efficacia dal punto di vista prestazionale, punti dolenti per la Rossa con un Vettel non ancora soddisfatto: “Abbiamo una buona macchina ma non riusciamo a sfruttarla come vorremmo. Stiamo imparando a conoscerla e ci sono alcune cose che ancora non mi piacciono”. Tra i punti di domanda della gestione del team di Maranello, oltre alle prestazioni della monoposto, c’è anche la gerarchia in casa Ferrari. Leclerc ha cercato di aiutare Vettel cestinando un possibile podio nel testa a testa col compagno di squadra ma il monegasco non si sente affatto ‘sacrificato’: “Io sacrificato? Non andrei fino a questo punto. Siamo una squadra e abbiamo provato a fare lavoro da team”. È già tempo di voltar pagina per il Cavallino, che nel weekend del 26-28 aprile affronterà il GP d’Azerbaijan, una tappa che può far tornare la Ferrari in alto. Un appuntamento carico di aspettative per cancellare la negatività di un avvio di stagione troppo brutto per essere vero.
ALLA PARIGI-ROUBAIX TRIONFA IL BELGA GILBERT
Philippe Gilbert ha vinto oggi la 117esima edizione della Parigi-Roubaix, la più suggestiva delle classiche del nord del ciclismo, terza corsa monumento del calendario dell’Uci World Tour, con partenza da Compiegne e arrivo al Velodromo di Roubaix, dopo 257 chilometri, con 29 settori di pavè, sparsi lungo 54,5 km. Il 36enne belga della Deceuninck-Quick Step subentra nell’albo d’oro allo slovacco Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), trionfatore lo scorso anno.
Nella volata a due conclusiva Gilbert ha preceduto il 25enne tedesco Nils Politt, della Katusha Alpecin. Per Gilbert è la quinta “monumento” della carriera.
“Ho sempre avuto nel mio cuore il sogno di vincere tutte e cinque le ‘monumento’: oggi sono sempre più vicino a questo en plein. Abbiamo lavorato molto bene con tutto il team in questa classica: sono molto felice per questo successo. In tanti dicevano che la Parigi-Roubaix non era adatta alle mie caratteristiche e invece oggi ho dimostrato di poter andar forte anche sul pavè”. Queste le parole di Gilbert, subito dopo il traguardo. Nella sua bacheca ci sono il Fiandre (vinto nel 2017); la Roubaix (odierna); il Lombardia (nel 2009 e nel 2010) e la Liegi-Bastogne-Liegi (nel 2011). Gli manca solo la Milano-Sanremo per emulare Eddy Merckx, Roger De Vlaeminck e Rik Van Looy, gli unici tre ciclisti che nella storia del ciclismo hanno trionfato in tutte e cinque le “classiche monumento”. Complessivamente il trionfatore di oggi ha ottenuto 75 successi in carriera.
Sul terzo gradino del podio, staccato di 13 secondi dai due battistrada, un compagno di squadra e connazionale di Gilbert, ovvero il 28enne Yves Lampaert. Più dietro, in quarta posizione, lo slovacco Sagan. Fuori dalla top ten gli italiani; Matteo Trentin ha alzato bandiera bianca a 25 chilometri dall’arrivo.
(ITALPRESS).
TRIS INTER, TORINO-CAGLIARI 1-1, DERBY ALLA SAMP
L’Inter vince 3-1 a Frosinone e consolida il terzo posto, salendo a quota 60. Di Nainggolan (19′), Perisic (37′, su rigore) e Vecino (94′) le reti degli uomini di Spalletti che – in attesa di Atalanta-Empoli – tornano a +6 sulla Roma, quinta, e prossima avversaria a San Siro. Il Frosinone, a segno con Cassata al 62′, resta penultimo a 8 lunghezze dalla salvezza dopo aver riaperto i giochi con la vittoria sulla Fiorentina nell’ultimo turno.
E’ terminato in parità, 1-1, il lunch match della 32^ giornata della serie A, ovvero la sfida fra il Torino e il Cagliari. Allo stadio Olimpico Grande Torino, sotto un sole praticamente estivo e con l’ex ct azzurro Antonio Conte in tribuna, è andata in scena, fin dalle prime battute, una gara “maschia” (ben tre espulsi e cinque ammoniti): giusto nel complesso il risultato finale. Granata in vantaggio grazie al sigillo di Zaza, espulso poi per proteste plateali; parità nel punteggio ristabilita dal solito Pavoletti, a ruota è arrivata anche la parità numerica, con il rosso (per doppio giallo) ai danni di Pellegrini. Nel finale Cagliari in nove (doppia ammonizione per Barella). Per il Torino si tratta di una “brutta” battuta d’arresto in chiave “sogni europei”; per i sardi invece un punto prezioso e utile, che consente a Barella e compagni di allontanarsi dalla zona calda della classifica.
La Sampdoria si porta a casa il derby, niente gol invece tra Fiorentina-Bologna e Sassuolo-Parma. Dopo il tesissimo pari tra Torino-Cagliari e in attesa di Chievo-Napoli e Frosinone-Inter, questo l’esito delle tre sfide pomeridiane di A.
Defrel e Quagliarella: Giampaolo rilancia con autorevolezza la corsa all’Europa ai danni di un Genoa mai veramente in partita. Colpisce subito la Samp, con Defrel che trasforma da due passi l’assist di Quagliarella. Il Genoa si vede poco dalle parti di Audero, nella ripresa la chiude la Samp: Biraschi tocca col braccio su un tentativo di dribbling di Defrel altrimenti lanciato a rete. Rosso ed espulsione, dal dischetto Quagliarella non lascia scampo a Radu e torna al comando della classifica cannonieri con 22 reti, una in più di Piatek.
Comincia con un pareggio senza reti il ritorno di Montella sulla panchina della Fiorentina: poche emozioni al Franchi, sotto la pioggia, contro un Bologna che porta a casa un punto prezioso in ottica salvezza. Una grande chance per parte: Muriel centra il palo, Lafont rimedia a una propria uscita avventata parando su Orsolini.
Il Sassuolo fa la partita ma il Parma regge e sfiora il colpaccio: 0-0 al Mapei di Reggio Emilia, tra gol annullati (a Matri, in avvio) e rigori parati (Consigli decisivo su Ceravolo nel finale del primo tempo). Con questo pareggio nel derby emiliano, De Zerbi e D’Aversa fanno un altro passo verso una salvezza tranquilla.
RINS VINCE GP AMERICHE, ROSSI 2^, RITIRO MARQUEZ
Bella, intensa ed emozionante la gara di Austin. Cadute, colpi di scena e grandi sorpassi hanno animato il Gran Premio delle Americhe, tappa che ha regalato la prima gioia in carriera nella classe regina ad Alex Rins e la leadership del campionato ad Andrea Dovizioso. Una straordinaria vittoria per il pilota spagnolo che si è aggiudicato un intenso testa a testa contro Valentino Rossi, quest’oggi ad un passo dal ritorno sul primo gradino del podio. Una gara altrettanto positiva per Dovizioso, ora in testa al Mondiale piloti grazie al quarto posto dopo esser partito da 13^. Il tutto nel clamoroso passo falso di Marquez. È il campione del mondo in carica a cestinare clamorosamente la vetta della gara e della classifica piloti dopo soli nove giri a causa di una scivolata, del tutto inattesa, in curva 12. Lo spagnolo, sostanzialmente imprendibile ad Austin, scappa via dalla pole position e guadagna oltre tre secondi sulla concorrenza. Un passo e una gestione al limite della perfezione, fino alla caduta causata probabilmente da un calo di concentrazione. Errore imperdonabile che lo costringe al ritiro dopo l’inutile tentativo di salire nuovamente in sella a una Honda eccessivamente rovinata.
Rossi ringrazia e, dopo aver condotto l’intera gara all’inseguimento di Marquez, a metà gara si trova leader del GP con una vera e propria spina nel fianco che porta il nome di Alex Rins. Il ‘principe’ diventa ‘re’ in una giornata magnifica per lo spagnolo della Suzuki che a quattro giri dal termine trova la traiettoria interna per beffare Rossi. Sorpasso, leadership della gara e difesa perfetta fino al traguardo. Vittoria in Moto3, in Moto2 e ora nella classe regina: un percorso magico per Rins, ora vero e proprio specialista di Austin. Per di più in una gara vinta contro il suo mito: “È incredibile, ho vinto davanti a Rossi che è stato il mio idolo da ragazzo – ha commentato, con grande entusiasmo, lo spagnolo al termine del GP – Sto lottando con i piloti più grandi come Rossi e Marquez, mi sento bene e mi sento forte. Dovrò rimanere regolare”. Un pizzico di rammarico per Rossi, ad un passo dal ritorno alla vittoria: “Peccato, mi dispiace moltissimo perché questa era un’occasione per vincere, è da tanto che non vinco, ma tutto sommato è stato un weekend positivo – ha sottolineato il Dottore che si proietta in ottica Mondiale piloti – Sono felice di questi 20 punti anche perché nelle prime tre gare sono sempre andato forte. Speriamo di riuscire a lottare fino alla fine”.
Ma chi, grazie al passo falso di Marquez, ha conquistato la vetta del campionato è Dovizioso. Una quarta posizione che vale oro al termine di una fantastica rimonta dal 13° posto: “Il campionato è lunghissimo e possono succedere tantissime cose. L’anno scorso c’era Marquez che faceva la differenza, quest’anno ci sono Rossi, Rins e ci sarà anche Vinales. Dunque la corsa sarà un po’ più complicata”. Nelle classi minori, invece, da segnalare la vittoria di Thomas Luthi nella gara di Moto2 davanti a Marcel Schrotter e Jorge Navarro, primo tra gli italiani Mattia Pasini in quarta posizione. In Moto3 vittoria per Aron Canet davanti a Jaume Masia, terzo l’azzurro Andrea Migno.










