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TOTTENHAM E LIVERPOOL IN SEMIFINALE DI CHAMPIONS

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Tottenham in semifinale di Champions League. Dopo la vittoria per 1-0 nel match d’andata, gli Spurs di Pochettino perdono 4-3 in casa del Manchester City, ma eliminano la squadra di Guardiola in virtù delle reti realizzate in trasferta. Partita incredibile con quattro gol in 11 minuti, cinque in 21. Al 4° Sterling porta in vantaggio i Citizens, ma al 7° arriva il pareggio di Son autore della rete della vittoria di Londra. E’ sempre il sudcoreano, al 10°, a portare avanti gli ospiti, ma un minuto dopo Bernardo Silva, grazie alla deviazione di Rose, firma il 2-2 e siamo appena all’11°. Al 21° arriva la doppietta di Sterling e si va negli spogliatoi sul 3-2. Nella ripresa, al 14°, Aguero segna il gol del 4-2 che qualificherebbe il City, ma al 73° Fernando Llorente sigla il 4-3 che, dopo l’ok del Var sul tocco di braccio dell’ex Juve, qualifica il Tottenham. Nel finale l’ultima emozione con il gol di Sterling annullato per il fuorigioco di Aguero. Finisce 4-3, Tottenham in semifinale contro l’Ajax.
L’altra semifinalista è il Liverpool. Dopo il successo casalingo per 2-0 nella gara d’andata dei quarti, i “reds” di Jurgen Klopp si sono imposti a Oporto per 4-1 contro i Dragoes di Sergio Conceiçao. Mane, al 27° del primo tempo, e Salah al 20° della ripresa, portano gli ospiti sullo 0-2, Eder Militao accorcia al 68°, ma al 77° arriva la rete dell’1-3 realizzata da Firmino e c’è tempo anche per il definitivo 1-4 di Van Dijk (84°). In semifinale gli inglesi affronteranno il Barcellona.
(ITALPRESS).

RANIERI “FIERO DELLA ROMA, CON INTER BELLA SFIDA”

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Non si sente “un profeta in patria” e non è questo quel che più gli interessa. Claudio Ranieri è felice di allenare la Roma, ne è orgoglioso, sa che probabilmente a fine stagione chiuderà la sua seconda avventura giallorossa, ma al momento ha un solo pensiero in testa: ottenere il massimo dai suoi ragazzi per consegnare la qualificazione alla prossima Champions League alla sua squadra del cuore. Sabato c’è un appuntamento importante in casa dell’Inter, una sua ex squadra, ma non è questo che gli dà emozioni. “Mi fa effetto essere allenatore della Roma, non andare a San Siro o in un altro stadio, per me non cambia nulla. Allenare la squadra di cui sei tifosi ti rende orgoglioso oltre ogni limite, poi sì giocare contro l’Inter che è molto vicina alla Champions è una bella sfida – ha spiegato Ranieri in conferenza stampa a due giorni dal match del Meazza -. Qui mi trovo bene, mi brillano gli occhi solo per due squadre per la Roma e per il Cagliari che mi ha dato la possibilità di arrivare dalla C alla A, è stato il mio trampolino di lancio. Non mi sento un profeta in patria, sono un professionista che ha avuto a volte la possibilità di lavorare come sa, mentre in altre occasioni è arrivato in certe piazze in momenti storici non positivi, ma sono super soddisfatto di una carriera che non è ancora finita”.
Potrebbe non continuare a Roma, però. Si fanno tanti nomi, da Sarri a Conte, ma chissà che Ranieri non convinca tutti. “Mi fa piacere che mi considerate tra quelli che potrebbero guidare questa squadra il prossimo anno – dice il tecnico giallorosso rivolgendosi in conferenza stampa ai giornalisti -. Non sta a me dire se quello della Roma può essere un progetto vincente, io so quello che devo fare qui. Devo cercare di portare la mia squadra il più in alto possibile. Non sono io che stabilisco i programmi futuri. Noi allenatori siamo gli ultimi a sapere tutto. Io penso a fare il mio quest’anno, poi dipenderà da quello che vorrà fare il presidente e da quello che succederà in campionato. Lo sapete bene che una cosa è arrivare in Champions League e un’altra è non arrivarci”. Per centrare l’obiettivo potrebbe essere decisiva la gara di sabato. “Se dovesse arrivare una battuta d’arresto non cambierebbe il nostro umore, mentre un risultato positivo potrebbe darci una spinta notevole, far bene significherebbe molto, ma perdere non modificherebbe la nostra determinazione nel voler lottare fino alla fine su ogni pallone”. Grande rispetto per l’Inter, una “squadra in salute, che pressa, che corre e che lotta, sceglierò la formazione pensando a tutti i 90 minuti”.
“Ho visto bene e vogliosi tutti i ragazzi, ma come sempre deciderò la formazione la sera prima della partita – ha proseguito Ranieri -. Pellegrini ha un passo più rapido di Nzonzi che però è un punto di riferimento perchè gioca la palla con 1-2 tocchi e questo è importante per ogni squadra. Dzeko e Schick? Non ho cambiato idea, ma conoscevo le problematiche che avevo in squadra, sapevo che De Rossi non poteva reggere tutta la partita. Fossi partito con Pellegrini sarebbe stato troppo stanco per sostituire Daniele in quella posizione”. Potrebbe esserci spazio anche per Zaniolo che Ranieri non vede “nel suo miglior momento. Per quel che ho visto in questo mese e mezzo, penso che il suo ruolo, anche dal punto di vista fisico e mentale, sia quello della mezzala a tutto campo. Credo che sia portato per questo, è un ragazzo di 19 anni e potrà farci vedere altre cose, ma al momento lo vedo come una mezzala”. Ha lavorato all’Inter e alla Roma, la stessa cosa vale per Luciano Spalletti.
“Non valuto mai il lavoro degli altri allenatori, stimo tutti i miei colleghi perchè facciamo un lavoro bellissimo, ma anche difficilissimo dove i successi o gli insuccessi sono figli di piccoli particolari. Ogni città è differente, dipende anche dal momento storico in cui vai a lavorare in una determinata piazza, Spalletti conosce bene Roma e sta conoscendo Milano, io ho avuto pochi mesi in nerazzurro – ha spiegato Ranieri -. Ho avuto la sfortuna di perdere due giocatori, uno importantissimo come Thiago Motta, e poi un altro giovane e di grandi prospettive come Coutinho, stavamo facendo bene, poi Motta è voluto andare al Psg, c’è mancato il punto di riferimento centrale e ci siamo spenti”. Intanto la sua Roma ha vinto due partite consecutive. “Questo mese e mezzo ci ha portato a una conoscenza migliore, i ragazzi sanno come ragiono, loro devono capire solo una persona, l’allenatore, io invece devo capirli tutti. Le due vittorie ci hanno dato un’autostima e una convinzione importante, la partita di San Siro sarà importantissima in caso di vittoria, ma in caso di sconfitta continueremo a lottare e lavorare per far vedere ai nostri tifosi che possiamo sempre stare a testa alta”.
Alla sua squadra chiede equilibrio e voglia di combattere. “Noi dobbiamo essere sempre giudiziosi. A me piace una squadra che va in attacco, mi piace dare emozioni ai tifosi. Sono un allenatore pratico, vedo cosa ho, cosa posso chiedere ai miei giocatori e in cosa posso portarli a rischiare – conclude Ranieri -. Noi dobbiamo essere pratici e dobbiamo dare emozioni lottando su ogni palla, con il cuore e su ogni intervento, far capire ai tifosi che noi vogliamo vincere. È molto semplice come concetto. Difficile è farlo sul campo e io devo trovare gli strumenti idonei per far sì che questo accada”.
(ITALPRESS).

ARRIVA LA JUVE, MONTELLA “IL TIMORE RESTI A CASA”

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Contro la Juventus “il timore bisogna lasciarlo a casa. Questo vale sempre, in ogni circostanza, vale per sabato e anche per giovedì prossimo”. Vincenzo Montella, pur essendo arrivato sulla panchina viola da poco meno di dieci giorni, ha le idee ben chiare su come la sua Fiorentina debba affrontare la sfida all’Allianz Arena contro i bianconeri. “Da professionista devo preparare la partita per provare a vincere, per fare punti e per prepararci emotivamente anche alla gara successiva, senza pensare molto all’avversario e a quella che sarà la sua giornata – ha aggiunto Montella riferendosi alla possibile festa scudetto -. Siamo all’inizio di un nuovo percorso che è quello giusto, questo momento mi serve per conoscere i calciatori e programmare il futuro insieme alla società. Adesso abbiamo una partita importante a cui la città di Firenze tiene molto e poi abbiamo una partita super importante”. Il riferimento è a quella contro l’Atalanta in Coppa Italia “che ci puo’ anche riportare in Europa, quindi la prossima settimana sarà decisiva per i nostri obiettivi”. Prima, però, c’è la Juventus. “Affrontiamo una squadra forte che vince da sette-otto anni in Italia, è abituata a combattere anche dopo le vittorie e a rialzarsi – ha sottolineato il tecnico gigliato -. Mi aspetto quindi una Juventus feroce, sicuramente delusa dopo l’eliminazione in Champions League, ma i grandi calciatori e le grandi società sanno voltar pagina velocemente. Mi auguro che non succeda anche questa volta. Noi dobbiamo pensare al nostro percorso e a far bene a Torino per i nostri obiettivi, anche quelli futuri. Cristiano Ronaldo? C’era la possibilità di allenarlo al Milan, se ne parlo’ ma non ci ho mai creduto fino in fondo. Non so se è il più forte del mondo, è una bella lotta con Messi, se la giocano. Ronaldo c’è da ammirarlo per quello che ha fatto, per come si allena, per come si prepara, per la fame che ha e per la tensione che ha negli occhi prima di ogni partita, qualcosa di straordinario. Messi ha più talento e probabilmente ha meno bisogno di queste caratteristiche, ma sono due calciatori fantastici. Ronaldo per chi vuole fare il calciatore penso che sia un punto di riferimento per qualsiasi livello”. E a chi gli ha chiesto se fra i piani societari della Fiorentina del futuro a suo avviso ci possa essere una squadra sul modello dell’attuale Ajax, ovvero basata su giovani di valore, Montella ha risposto: “Per ottenere i risultati dell’Ajax bisogna avere pazienza, in Italia non ce n’è. Quel metodo di lavoro e di gioco parte dal settore giovanile, ma è una filosofia che ha bisogno di tempo per essere portata avanti, sicuramente non bisogna guardare ai risultati, cosa che in Italia invece si fa da tutte le parti e fa parte del gioco. Qui c’è la volontà, insieme al direttore Corvino di creare un’identità e poi migliorarla nel tempo. Le squadre vincenti si costruiscono nel tempo perché è nella crescita che ti accorgi di quello di cui hai bisogno”. Nella Fiorentina del futuro potrebbe secondo qualcuno non esserci Federico Chiesa, finito nel mirino delle grandi d’Europa, Juventus compresa. “Per me è un calciatore moderno, straordinario, che può giocare nelle migliori squadre d’Europa, quindi anche nella Juve, nel Bayern, nel Liverpool, nel City o nel Tottenham, però non dimenticate che, al di là delle sirene, Federico è un calciatore della Fiorentina – ha concluso Montella -. Deve abituarsi, come fa abbastanza bene, alle voci di mercato”.

FOGNINI E SONEGO AI QUARTI A MONTECARLO

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Fabio Fognini e Lorenzo Sonego approdano nei quarti di finale del “Rolex Monte-Carlo Masters”, terzo torneo Atp Masters 1000 stagionale, dotato di un montepremi di 5.207.405 euro. Il ligure, testa di serie numero 13, ha superato agli ottavi il tedesco Alexander Zverev, terza forza del seeding, per 7-6(6) 6-1, dopo un’ora e 31 minuti di gioco e domani, per un posto in semifinale, sfidera’ il croato Borna Coric, numero 9 del tabellone. Per la prima volta in carriera, invece, il torinese e’ approdato nei quarti in un “1000”. Sonego, promosso dalle qualificazioni, ha sconfitto per 6-2 7-5, in un’ora e 24 minuti di partita, il britannico Cameron Norrie, numero 56 Atp, che prima di questo torneo non aveva mai vinto una partita nel main draw di un “1000”. Grazie a questo risultato il piemontese e’ praticamente certo di entrare per la prima volta in carriera tra i primi settanta del ranking e domani nei quarti se la vedrà con il serbo Dusan Lajovic, autore a sorpresa dell’eliminazione dell’austriaco Dominic Thiem. Nulla da fare, invece, per Marco Cecchinato: il siciliano, 11esima testa di serie, si è arreso per 6-4 4-6 6-4 all’argentino Guido Pella. Nei quarti anche i primi due favoriti del tabellone, il serbo Novak Djokovic e lo spagnolo Rafael Nadal, che hanno messo al tappeto, rispettivamente, l’americano Taylor Fritz (6-3 6-0) e il bulgaro Grigor Dimitrov (6-4 6-1).

NAPOLI ELIMINATO AI QUARTI DELL’EUROPA LEAGUE

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Operazione rimonta fallita. Battuto 2-0 all’Emirates Stadium di Londra, il Napoli si inchina anche nel match di ritorno del quarto di finale di Europa League. Al San Paolo, i Gunners si impongono per 1-0 con una punizione, dopo 36 minuti, di Lacazette, che mette in pratica fine ad ogni ambizione di qualificazione per gli azzurri. Piccola rivoluzione in difesa per Ancelotti, che lascia fuori Mario Rui e Hysaj e sposta da terzino Maksimovic, dando una maglia sull’out sinistro a Ghoulam e affiancando al centro Chiriches a Koulibaly. In attacco non c’è Mertens: a far coppia con Insigne è Milik. Emery invece lascia in panchina Ozil e si affida al tandem offensivo formato da Aubameyang e Lacazette. Sembrano più ispirati e anche più liberi di testa i Gunners, che danno l’impressione di poter creare danni ogni volta che si affacciano dalle parti di Meret. Però la prima occasione è partenopea e capita al 17′: bella ripartenza azzurra, Koulibaly invita Callejon al tiro ma Cech è efficace nel chiudergli lo specchio. Al 24′, poi, c’è anche il gol di Milik, ma al polacco viene fischiato un off-side quantomeno millimetrico. Al 28′ il bomber di casa è ancora minaccioso ma, su pennellata di Zielinski, non è impeccabile nello stacco. Tegola per gli ospiti al 34′: Ramsey, prossimo juventino, si ferma per un problema muscolare ed Emery lo sostituisce con Mkhitaryan. Due minuti dopo, l’episodio che segna il match: punizione da fuori per l’Arsenal, Meret organizza una barriera imperfetta e Lacazette lo lascia di sasso. La reazione del Napoli è in  un’inzuccata alta (41′) e una volee di destro al limite (42′) di Callejon. Nella ripresa, subito dentro Mertens per un Napoli che ha un buon avvio, trascinato da Insigne, ma rischia di prenderne un altro al 3′, salvato da un grande intervento di Meret su Aubameyang. All’11’ altra rete campana annullata per fuorigioco (di Koulibaly), al 13′ Meret non si lascia sorprendere sotto porta da Aubameyang e Insigne, al 15′, fa tutto bene prima di calciare debolmente tra le braccia di Cech. Ancelotti lo toglie (e una parte di San Paolo lo fischia) e inserisce Younes, Chiriches stacca alto al 18′ e al 28′ Milik, di tuffo, non centra il bersaglio grosso. Il Napoli tenta più con orgoglio che con lucidità di evitare il ko interno, l’Arsenal arretra ma gestisce senza affanni la fase difensiva. Altra chance campana al 28′: Mario Rui, appena entrato per Ghoulam, scatta e crossa basso per Milik, che si impappina al momento di concludere. Al 35′ Cech  evita con bella reattività un’autogol di Monreal, gli azzurri meriterebbero il pari ma i Gunners restano attenti e concedono le briciole ad un Napoli, ultima squadra italiana rimasta in corsa nelle competizioni europee, costretto a salutare l’Europa League.

CLIPPERS DI GALLINARI AL TAPPETO, SORRIDE BELINELLI

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Grande reazione dei Golden State Warriors in gara-3 del primo turno dei play-off dell’Nba. Nella notte italiana, i campioni in carica, reduci dal ko a domicilio che aveva permesso ai Los Angeles Clippers di pareggiare la serie, espugnano lo Staples Center dominando il quintetto californiano per 132-105. Immenso Kevin Durant, a referto con 38 punti e top-scorer dell’incontro, mentre Stephen Curry si ferma a quota 21; tra i padroni di casa, 18 punti di Ivica Zubac e 16 di Lou Williams, con Danilo Gallinari che, in campo per 26 minuti, non va oltre i 9 punti (6 rimbalzi e 3 assist). Sempre per la Western Conference, San Antonio batte 118-108 Denver e si porta sul 2-1 nella serie. Decisivi, per gli Spurs, i 36 punti firmati da Derrick White e i 25 di DeMar DeRozan (6, con 2 rimbalzi e 1 assist, quelli di Marco Belinelli in 17 minuti di impiego); tra i Nuggets, 42 punti complessivi della coppia Nikola Jokic-Malik Beasley. Per la Eastern Conference, Philadelphia si riprende il fattore campo superando i Brooklyn Nets per 131-115. Tra i Sixers, che non soffrono l’assenza di Joel Embiid, 31 punti di Ben Simmons, 29 di Tobias Harris e 26 di J.J. Redick.

FOGNINI ELIMINA CORIC, SEMIFINALE CONTRO NADAL

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Per la seconda volta in carriera, Fabio Fognini è in semifinale nel Principato. Splendido successo per il 31enne di Arma di Taggia contro Borna Coric ai quarti del “Rolex Monte-Carlo Masters”, terzo “1000” stagionale, dotato di un montepremi di 5.207.405 euro, in corso sulla terra rossa del Country Club di Montecarlo, nel Principato di Monaco. Dopo un primo set disastroso, perso 1-6, e costretto a farsi fasciare il braccio destro, Fognini parte male anche nel secondo parziale, facendosi strappare il servizio. Ma il tennista ligure, semifinalista a Montecarlo già nel 2013 quando fu poi sconfitto da Djokovic, rimette in piedi una partita che sembrava persa, piazza il controbreak e all’ottavo gioco si ripete, andando poi a chiudere sul 6-3. Coric accusa il colpo, cede subito la battuta in apertura di terzo set e da lì in poi Fognini controlla il match, archiviando la pratica per 6-2 alla terza chance.
Per il tennista azzurro c’è ora la semifinale contro Rafa Nadal, a caccia del 12esimo successo sulla terra monegasca (sarebbe il quarto di fila) e avanti 11-3 negli scontri diretti: il mancino di Manacor si è aggiudicato gli ultimi sei mentre l’ultimo successo di Fognini risale all’Us Open 2015, ma il 31enne ligure è anche riuscito a batterlo sulla terra (Rio e Barcellona nello stesso anno).
Nella parte alta del tabellone, invece, si contenderanno un posto in finale Dusan Lajovic, che ha stoppato la corsa di Lorenzo Sonego per 6-4 7-5 (il piemontese ha però la possibilità di entrare per la prima volta in carriera tra i primi 70 del ranking), e Daniil Medvedev, che a sorpresa ha eliminato il numero 1 del mondo Novak Djokovic per 6-3 4-6 6-2.

GATTUSO “DOMANI A PARMA CI GIOCHIAMO TANTO”

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“All’andata non meritavamo di vincere, il Parma è una squadra che sa quello che vuole fare. Dobbiamo essere bravi a entrare subito col piglio giusto: ci giochiamo tanto sia noi che loro”. Rino Gattuso inquadra così la gara di domani al “Tardini”, “uno stadio in cui storicamente il Milan ha sempre fatto fatica. Ci sarà da battagliare, ci stiamo giocando tanto e dobbiamo farci trovare pronti”. Il Milan arriva da una settimana densa di polemiche dopo quanto accaduto al termine della gara con la Lazio, quando Kessie e Bakayoko hanno esposto davanti alla propria curva la maglia di Acerbi. “Dobbiamo pensare solo al campo. Si è parlato tantissimo di quello che è successo, abbiamo sbagliato e abbiamo chiesto scusa. Quando si sbaglia, più di chiedere scusa non si può fare. Ci siamo assunti le nostre responsabilità e ora dobbiamo pensare solo a quello che dobbiamo fare in campo. Da calciatore ho sbagliato più di una volta ma ci sta che un essere umano possa sbagliare e quando ci si assume la propria responsabilità, finisce là”.

Chiamato a commentare la debacle italiana nelle coppe, secondo il tecnico rossonero “il livello in Champions è molto alto e lo è stato anche in alcune partite di Europa League. Oggi nelle società italiane ci sono giocatori importanti ma la differenza la fanno gli introiti, gli stadi, il potere economico e siamo un passo indietro. Anche quando giocavo io le squadre inglesi andavano più forte ma oggi tante squadre hanno più di un giocatore importante e questo fa la differenza”. E a chi gli chiede della designazione di Valeri, già fischietto di un Parma-Milan nel 2013 e protagonista allora di alcune decisioni penalizzanti nei confronti dei rossoneri, Gattuso replica: “Si parla dell’Ajax, del Tottenham, poi siamo l’unica nazione in cui facciamo ancora domande sugli arbitri e sulle polemiche. Non mi ricordo cosa ho mangiato l’altro ieri, figurarsi se mi ricordo l’arbitraggio di Valeri nel 2013”.