“Domani abbiamo la possibilità di chiudere il campionato e bisogna chiuderlo. Bisogna aver smaltito l’eliminazione dalla Champions, va accettato il verdetto, bisogna andare avanti. Trovare giustificazioni e alibi credo sia un modo che usano quelli che non vincono. Bisogna accettare il verdetto del campo, analizzare quando avremo vinto lo scudetto e da quel momento lì in poi verrà programmata l’annata futura. Non bisogna farsi prendere dal troppo entusiasmo quando le cose vanno bene né dalla depressione quando si è eliminati da un quarto di finale”. Le parole sono di Massimiliano Allegri che ha parlato alla vigilia di Juventus-Fiorentina. “Portiamo a casa lo scudetto e una volta fatto questo ci rimangono cinque partite importanti dove la Juve deve giocare per fare belle prestazioni e risultato, perché non possiamo andare a fare in giro figuracce – ha aggiunto il tecnico dalla sala stampa dell’Allianz Stadium -. Da qui alla fine abbiamo molti infortunati: Perin, Khedira, Mandzukic, Dybala, Douglas Costa, Chiellini, Caceres e Barzagli che sta meglio. Si rimane in 14-15 e bisogna finire la stagione nel migliore dei modi”.
Allegri, che più volte ha ripetuto che bisognerà festeggiare lo scudetto, sa che una gran fetta della tifoseria vorrebbe un cambio in panchina dopo il mancato raggiungimento del traguardo Champions: “Innanzitutto sarebbe l’ottavo scudetto ed è motivo di orgoglio – ha detto -. Domani dovrebbe essere una festa, la Champions non può più essere cambiata, godiamoci quello che va goduto. Venire allo stadio domani a trasmettere negatività sarebbe da folli”. Tiene comunque ancora banco il ko di Champions: “Ho riguardato due volte e mi ha confermato quello che avevo visto dalla panchina. Le riflessioni sono molto semplici da fare: devi valutare l’annata con molta lucidità e distacco. Valutare l’annata, i singoli giocatori, cosa abbiamo sbagliato e cosa abbiamo fatto bene e ripartire per migliorare. Io dico che quest’anno è stato fatto un grande lavoro perché nelle difficoltà la squadra ha portato a casa un campionato e una Supercoppa”. Per Allegri “martedì abbiamo fatto una partita migliore di Amsterdam, però le quattro palle perse da polli hanno fatto sì che l’Ajax abbia fatto una partita straordinaria. Invece l’Ajax aveva fatto una partita migliore ad Amsterdam”.
Il calcio “è fatto di episodi. In Champions devi avere la bravura e la fortuna che in quei momenti lì tutto vada liscio. Chiacchierare ora della Champions non serve più, la Champions è finita – ha sottolineato ancora l’allenatore livornese -. Il risultato qual è? Che siamo andati a casa”. La gente si aspettava molto di più da questa squadra specialmente con la presenza di Ronaldo: “Quello che ha detto Ronaldo (“non faccio miracoli” parlando con la madre) conferma che Ronaldo più Juventus non è Champions sicura. Il Barcellona quest’anno gioca una semifinale dopo quattro anni eppure loro hanno Messi. Domani se riusciremo a vincere il campionato bisognerà celebrare e poi da dopodomani oltre a mangiare l’uovo di Pasqua avremo tempo di progettare il futuro”. Allegri ha mandato un messaggio anche a coloro che pubblicamente l’hanno criticato in questi ultimi giorni: “Non è che con l’arrivo di Ronaldo è matematica la vittoria della Champions. Il calcio non è una scienza esatta, in tanti in questi giorni stanno spiegando il calcio e io sto prendendo appunti. La Juventus gioca tutti gli anni per vincere tutte le competizioni a cui partecipa, siamo arrivati a giocarci i quarti di finale non nelle migliori condizioni, abbiamo perso e giustamente siamo andati a casa”.
E il futuro della Juventus sarà ancora insieme a CR7: “Ronaldo è il futuro della Juve. E’ arrivato l’anno scorso, è un giocatore straordinario, ha fatto un grande campionato e lo farà anche l’anno prossimo – ha chiarito Allegri -. E’ sereno e tranquillo, poi come è deluso lui siamo delusi tutti perché siamo usciti da una competizione in cui pensavamo di vincere. Siamo stati delusi quando siamo usciti a Monaco e a Madrid, siamo stati contenti quando siamo andati in finale. Il calcio è fatto di gioie e delusioni”. Domani Ronaldo ci sarà dal primo minuto e con lui “la formazione migliore. Finché non c’è la matematica bisogna giocare. A Ferrara abbiamo perso la possibilità di vincere lo scudetto a 12 minuti dalla fine”, ha risposto il tecnico che ha già annunciato anche Cuadrado: “Poi gli altri dovrò vedere, ma un cambio sicuramente me lo porto”. Durante la conferenza c’è stato spazio anche per parlare dell’ennesimo flop del calcio italiano con l’uscita di tutte le sue squadre dalle coppe: “Ora è così. Un mese fa l’opinione e il pensiero era diverso. Quando ha giocato la Nazionale, la Juve è andata avanti, il Napoli è andato avanti, sembrava che il calcio italiano fosse risorto. I giocatori di ora sono uguali a quelli di un mese fa”.
“Devono crescere e vedere dove arrivano, perché nessuno sa dove può arrivare un giocatore. Ma non dico tecnicamente, ma a livello mentale. E una sconfitta non può far cambiare opinione. Io dico sempre che un giocatore è bravo a settembre come a giugno, ma se nell’arco di un anno non cresce vuol dire che è di un certo livello. Poi nell’arco della carriera ci sono gli anni in cui va meglio, altri in cui va peggio. Questo dipende da tanti fattori, è troppo riduttivo quello che a volte sento dire. Poi forse sbaglio io nel mio modo di vedere e ascolto quelli che spiegano il calcio e dicono che il calcio italiano va bene o male e poi magari non si accorgono se uno fa uno stop al contrario”.
(ITALPRESS).
ALLEGRI “VINCERE E CELEBRARE 8° SCUDETTO”
SPALLETTI “LA CORDA E’ TIRATA AL PUNTO GIUSTO”
“Per noi è un momento importantissimo, ci arriviamo con la corda tirata al punto giusto, che non è né moscia né a rischio di spezzarsi. Andiamo a stimolarla nel modo giusto, ogni volta che lo facciamo emette un buon suono”. Lo ha detto il tecnico dell’Inter, Luciano Spalletti, alla vigilia della sfida di campionato contro la Roma, importantissima per la corsa ad un posto in Champions League. “Quando ti giochi un dentro o fuori europeo, deve essere tutto perfetto, o almeno al 90% – ha aggiunto il tecnico nerazzurro in conferenza stampa – Essere usciti contro l’Eintracht ad esempio non da’ nessun imbarazzo, per il momento che stavamo attraversando”. Nel ritrovare la Roma, che in passato ha allenato per due volte, “c’è il ricordo di stagioni fatte tutte in maniera molto sentita, vissuta, perché a me piace far così, e che sono un bellissimo ricordo. Io tiro sempre una riga giorno dopo giorno, dietro di me, per non essere invogliato a tornare indietro e andare avanti. Alle spalle però ho una bella cosa che non dimenticherò mai, ritroverò tanti amici che saluterò di nuovo”. “Un ruolo di dirigente con più potere per Totti nel club giallorosso? Mi rimane difficile andare in casa d’altri a dare dei consigli – ha ammesso Spalletti – Alla Roma sanno cosa fare, Totti sa cosa fare, preferisco non entrarci dentro perché il mio ruolo è un altro e loro rimarranno una delle società forti qualunque cosa faranno”. Voci di mercato danno l’Inter interessata a Dzeko: “E’ un avversario temibilissimo, in quel ruolo lì abbiamo Lautaro e Icardi che stanno facendo bene e Keita’, quando è stato chiamato, ha fatto il suo lavoro in maniera corretta”.
RUSSIA-ITALIA 2-0, AZZURRE FED CUP A UN PASSO DA C
Al termine della prima giornata di gare dell’incontro di Fed Cup valido per la permanenza nel World Group II o la retrocessione, la Russia è avanti per 2-0 sull’Italia. In pratica le azzurre, dopo i fasti di Pennetta, Vinci, Schiavone ed Errani, sono adesso a un passo dalla serie C internazionale. Sulla terra rossa indoor della CSKA Arena di Mosca, nel primo singolare, la russa Anastasia Potapova, numero 74 del ranking Wta, ha superato in rimonta, con il punteggio di 2-6 6-3 6-1, in un’ora e 42 minuti di gioco, l’azzurra Martina Trevisan, numero 146 della graduatoria mondiale. A ruota Anastasia Pavlyuchenkova, attualmente numero 34 del ranking Wta, ha fatto suo il secondo match, battendo per 7-6 (4) 7-6 (5) l’azzurra Jasmine Paolini (178 del mondo) al termine di un’ora e 41 minuti di battaglia.
Domani, dalle 13.30 italiane, andranno in scena prima il singolare tra le due numero uno delle rispettive squadre, ovvero quello fra Anastasia Pavlyuchenkova e Martina Trevisan, e poi quello tra le due numero due, ovvero Anastasia Potapova e Jasmine Paolini. In chiusura, eventualmente, il doppio che sulla carta opporrebbe la coppie russa, composta da Daria Kasatkina e Natalia Vikhlyantseva, a quella azzurra, formata da Elisabetta Cocciaretto e Sara Errani.
Tornando alle gare odierne il primo testa a testa fra la Pavlyuchenkova e la Paolini ha visto la russa prevalere grazie a due tie-break ma la 23enne di Castelnuovo Garfagnana ha lottato per lunghi tratti alla pari contro la più quotata avversaria. Poco prima, nel primo confronto diretto contro la Potapova, la Trevisan è partita alla grande, conquistando il primo set, per 6-2. La mancina, 25enne, di Firenze ha però subito la rimonta della russa (18enne di Saratov), capace di imporsi per 6-3 nel secondo parziale e per 6-1 nel set decisivo.
Strada quanto mai in salita per Tathiana Garbin e per le sue giocatrici. Probabile che domani il capitano azzurro possa decidere di schierare Sara Errani in singolare.
(ITALPRESS).
FOGNINI BATTE NADAL ED E’ IN FINALE A MONTECARLO
Fabio Fognini batte Rafa Nadal per 6-4 6-2 e per la prima volta in carriera e’ in finale al “Rolex Monte-Carlo Masters”, terzo “1000” stagionale, dotato di un montepremi di 5.207.405 euro, in corso sulla terra rossa del Country Club di Montecarlo, nel Principato di Monaco. Se la vedrà col serbo Dusan Lajovic (nessun precedente tra i due), numero 48 Atp e “giustiziere” di Lorenzo Sonego nei quarti, che nella semifinale della parte alta ha sconfitto a sorpresa per 7-5, 6-1 il russo Danil Medvedev, numero 14 del ranking mondiale e 10 nel seeding. Per Lajovic, protagonista di una settimana da sogno dove non ha ancora perso un set, si tratta della prima finale in carriera, per giunta in un Masters 1000. Sfoderando un tennis scintillante e vario nonostante il vento, il 31enne di Arma di Taggia ha cosi’ avuto la meglio sul maiorchino, numero 2 del ranking mondiale e campione in carica, 11 volte trionfatore a Montecarlo e re indiscusso della terra battuta. Per il ligure, approdato per la prima volta in finale in un “1000”, si e’ trattato del quarto successo in 15 sfide contro Nadal, il terzo sul “rosso” dopo i due ottenuti nel 2015 a Rio e Barcellona ed inoltre è già sicuro di rientrare nei top 15 del ranking e di riprendersi la leadership azzurra scavalcando Cecchinato. Quella contro Lajovic sarà la finale numero 19 in carriera (8 i titoli vinti, l’ultimo sul cemento di Los Cabos la scorsa estate), la prima da quella raggiunta a Chengdu lo scorso settembre. E pensare che nel Principato aveva rischiato di uscire al primo turno contro Rublev.
“Sono molto felice, oggi era molto difficile da giocare, c’era tanto vento e non e’ stata una bella partita, con tanti break. Poi mi sono sciolto, mi sono calmato e ho giocato molto bene. Speriamo di festeggiare domani una bella Pasqua” le parole di Fognini alla fine del match. “Con Rafa devi rischiare, mettere in preventivo che se sei 6-4 5-0 40-0, puoi ritrovarti 5-2 e fartela addosso. Parla da solo quello che ha fatto su questa superficie, ha avuto pochissimi rivali e sono contento di averlo battuto qui davanti alla mia famiglia e ai miei amici. Ora cerchero’ di riposare e cerchero’ di preparare al meglio la finale di domani. Se mi avessero detto a inizio settimana che sarei arrivato fino a questo punto, avrei riso e invece sono qui a giocarmi il titolo piu’ importante della mia carriera”. Di fronte un altro ‘outsider’, Dusan Lajovic. “Li ha ‘ammazzati’ tutti in questa settimana, inoltre ha il mio ex team ma so come potergli fare male”.
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PARI INTER-ROMA, MILAN FRENA, TORINO SOGNA
Non vanno oltre l’1-1 Inter e Roma nel posticipo in chiave Champions della trentatreesima giornata di Serie A. Spalletti e Ranieri si dividono un punto che fa contenti entrambi. La Roma ha già perso sei trasferte in Serie A in questa stagione e il cammino dei giallorossi a San Siro inizia in salita con l’infortunio nel riscaldamento di Kostas Manolas. Alla rete di El Shaarawy, ha risposto quella di Perisic.
Mezzo passo falso del Milan, la Lazio non ne approfitta, il Torino sì ed entra in piena lotta per la Champions. Nella lotta per non retrocedere, si mette male per Empoli e Frosinone, altra boccata d’ossigeno per il Bologna.
Sempre più avvincente la corsa a un posto in Europa, con la squadra di Gattuso che perde una bella chance per consolidare il quarto posto. Al Tardini, nell’anticipo delle 12.30, rossoneri avanti con un colpo di testa di Castillejo sul cross di Suso dalla destra ma a pochi minuti dalla fine Bruno Alves colpisce direttamente su punizione il rientrante Donnarumma per l’1-1 che complica le cose per Piatek e soci. La Lazio perde però la chance di avvicinarsi, cadendo a sorpresa all’Olimpico contro il già retrocesso Chievo. L’espulsione di Milinkovic-Savic al 34′ (fallo di reazione su Stepinski) lascia i biancocelesti in dieci e a inizio ripresa si consuma il dramma: Vignato al 5′ con un gran destro ed Hetemaj due minuti dopo di testa sul cross di Depaoli mettono al tappeto la squadra di Inzaghi. Caicedo prova a riaprirla al 22′, poi il palo nega a Correa il pari. La Lazio viene così scavalcata dal Torino, che vince a Marassi e si porta a -3 dal Milan. Le parate di Sirigu tengono a galla i granata nel primo tempo col Genoa, poi al 58′ Ansaldi conclude a rete una splendida azione corale per l’1-0 che fa sognare i tifosi del Toro.
Europa più lontana per la Samp, travolta 3-0 al Dall’Ara. Annullato uno splendido gol di Dzemaili (sul cross di Krejci la palla aveva già varcato la linea di fondo), il Bologna passa comunque nella ripresa: la punizione di Pulgar si infrange sulla traversa ma la palla rimpalla su Tonelli e finisce alle spalle di Audero. Poi lo stesso Pulgar sigla il raddoppio con una magistrale punizione da posizione angolata, infine gloria per Orsolini con la complicità del portiere blucerchiato.
In coda, prezioso pari per l’Udinese contro il Sassuolo (neroverdi avanti con Sensi, poi autogol di Lirola) mentre la Spal ‘vede’ quasi il traguardo andando a vincere 4-2 lo scontro diretto del Castellani con l’Empoli. Il 15esimo centro stagionale di Caputo, che insacca da due passi sulla spizzata di Krunic, sblocca il risultato ma al 38′ la Spal guadagna un rigore (contatto Floccari-Nikolaou) e Petagna non sbaglia, poi Floccari di testa sul cross di Lazzari completa la rimonta prima dell’intervallo. L’Empoli non demorde, Traorè firma il pari a inizio ripresa, poi ancora Petagna porta avanti i suoi e Antenucci cala il poker. La squadra di Andreazzoli resta terz’ultima, ora a -4 dalla zona salvezza. Peggio sta il Frosinone, superato di misura dal Cagliari alla Sardegna Arena e ora a dieci lunghezze dall’Udinese. La partita si decide dopo 27 minuti: Zampano stende Ionita e dagli undici metri Joao Pedro non sbaglia.
JUVE BATTE FIORENTINA, ARRIVA 8° SCUDETTO DI FILA
La Juventus è campione d’Italia per l’ottava volta consecutiva. Un titolo agrodolce, arrivato al termine di una settimana in cui i bianconeri avevano dovuto incassare l’eliminazione dalla Champions League e che è stato ottenuto battendo per 2-1 la Fiorentina all’Allianz Stadium al termine di una gara molto complicata, in cui i viola di Montella avrebbero meritato sicuramente miglior fortuna. Al primo affondo la Fiorentina è passata in vantaggio con Milenkovic. Erano passati neanche sei minuti quando il numero quattro viola è arrivato al limite dell’area, scaricando sulla destra per Chiesa che dal fondo ha messo in mezzo, deviazione di Szczesny e palla sulla quale si è avventato proprio il serbo che a porta vuota non ha dovuto far altro che depositare in rete gelando l’Allianz Stadium. La Juventus ha “ballato” per tutto il primo tempo e ha rischiato di subire il raddoppio a più riprese. Al 26′ su contropiede era stato Simeone a bucare Szczesny per la seconda volta ma provvidenziale per i bianconeri è stata stavolta la segnalazione del secondo assistente Lo Cicero, che ha rilevato un fuorigioco dello stesso attaccante argentino. A salvare la Juve, che in corso d’opera era passata in fase difensiva al 5-3-2 viste le tante difficoltà, otto minuti più tardi sulla grande conclusione da fuori area di Chiesa è stato invece il palo alla sinistra del portiere. Il classico adagio calcistico “gol sbagliato-gol subito” ha trovato conferme al 37′ quando sugli sviluppi di un corner battuto dalla destra da Pjanic è stato Alex Sandro ad andare sul primo palo e a colpire di testa, anticipando Hancko e mettendo alle spalle di un non impeccabile Lafont. Sfortunato Chiesa che a due minuti dal riposo si è visto negare ancora una volta il gol da un legno: stavolta a dire no sul sinistro del gioiellino viola è stata la traversa. A dare una grossa mano alla Juventus di Massimiliano Allegri è stato all’8′ della ripresa Pezzella che, nel tentativo di anticipare Bernardeschi su assist dalla destra di Ronaldo, ha involontariamente infilato con un tunnel Lafont regalando ai bianconeri il vantaggio. L’ultima occasione da gol di una partita che con il passare dei minuti si è un po’ spenta quella che al 19′ ha visto protagonista Pjanic, il cui mancino è stato parata con un gran tuffo da Lafont. Sugli spalti poca la voglia di festeggiare e quel coro “i campioni dell’Italia siamo noi” urlato per la prima volta solamente a sei minuti dal termine a conferma che il popolo bianconero si aspettava ben altro epilogo per questa stagione.
(ITALPRESS).
FOGNINI VINCE A MONTECARLO E FIRMA IL SUO BEST RANKING
La classifica pubblicata oggi dall’Atp rende merito all’impresa di Fabio Fognini a Montecarlo: grazie al suo primo trofeo “1000” in carriera, il ligure balza al 12esimo posto ritoccando il best ranking e tornando il primo dei tennisti italiani. Alle sue spalle c’è Marco Cecchinato, che scivola di un gradino (numero 17). Stabile Matteo Berrettini in 55esima posizione, mentre perde 16 posti Andreas Seppi (62esimo). Nuovo best ranking anche per l’altro grande protagonista azzurro nel Principato, ovvero Lorenzo Sonego che grazie ai quarti compie un salto di trenta posti (66esimo). In lieve progresso Thomas Fabbiano (numero 91) e Paolo Lorenzi (108), da segnalare poi i best ranking per Salvatore Caruso (148) e Filippo Baldi (150). Appena una variazione nella top ten del ranking mondiale dopo il primo Masters 1000 della stagione su terra. Novak Djokovic, alla 24esima settimana consecutiva al comando (la 247esima complessiva), incrementa a 3.075 punti il suo vantaggio su Rafa Nadal che nel Principato non è riuscito a difendere fino in fondo il titolo 2018, secondo davanti ad Alexander Zverev. Poi in quarta posizione Roger Federer, a precedere Dominic Thiem, mentre Kevin Anderson scavalca al sesto posto Kei Nishikori (finalista a Montecarlo dodici mesi fa). Completano l’elite mondiale il Next Gen Stefanos Tsitsipas (suo best ranking), Juan Martin Del Potro e John Isner a chiudere.
Camila Giorgi è stabile nella classifica pubblicata stamane dalla Wta: la 27enne marchigiana è numero 31 ed è sempre la prima delle azzurre. Dietro di lei due passi indietro per Martina Trevisan (numero 148) e quattro per Giulia Gatto Monticone, ora 169esima. Risale un gradino Jasmine Paolini (numero 177), mentre ne scende uno Martina Di Giuseppe (180), stabile invece al numero 207 Sara Errani. Situazione cristallizzata nella top-ten mondiale che non ha proposto appuntamenti Wta lasciando spazio alla Fed Cup. Sul trono per la tredicesima settimana di fila la giapponese Naomi Osaka, alle sue spalle Simona Halep, sempre distanziata di 185 punti, con Petra Kvitova sul terzo gradino del podio, a 322 punti dalla vetta. Poi al quarto posto la ceca Karolina Pliskova che precede Angelique Kerber, Elina Svitolina e Kiki Bertens. Immutate anche le posizioni di Sloane Stephens, Ashleigh Barty ed Aryna Sabalenka.
CLIPPERS DI GALLINARI E SPURS DI BELINELLI KO
Sconfitta casalinga per i Los Angeles Clippers nella notte italiana del primo turno dei play-off dell’Nba. Il quintetto californiano si è arreso per 113-105 ai Golden State Warriors, che si portano così sul 3-1 nella serie e conquistano due preziosi match-ball per il passaggio del turno. A trascinare i campioni in carica sono le ‘mani calde’ di Kevin Durant e Klay Thompson, autori complessivamente di 55 punti, mentre tra gli ospiti il più prolifico sono Shai-Gilgeous-Alexander, che si ferma a 25 punti, e l’azzurro Danilo Gallinari, che ne infila 16 (con 7 rimbalzi e 4 assist) in 36 minuti di impiego. Sempre nella Western Conference, i Denver Nuggets pareggiano sul 2-2 la serie con i San Antonio Spurs, sconfitti per 117-103 con 29 punti di Nikola Jokic; tra i texani, 24 punti di LaMarcus Aldridge e 3 di Marco Belinelli, in campo per 17 minuti. C’è la prima semifinalista della Eastern Conference: si tratta dei Boston Celtics, che si impongono su Indiana per 110-106 e chiudono la serie con i Pacers con un netto 4-0.










