In quel 60% di possibilità di tornare a lavorare in Italia non c’è la Roma. Antonio Conte, intervistato dalla “Gazzetta dello Sport”, sembra definitivamente chiudere le porte a un suo approdo sulla panchina giallorossa. “Mi sono innamorato di Roma frequentandola nei due anni in cui sono stato ct della Nazionale – spiega – All’Olimpico senti la passione da parte di questo popolo che vive il calcio con un’intensità particolare, che per la Roma va fuori di testa, che vive ‘per la Roma’. Un ambiente molto passionale, che ti avvolge. Oggi le condizioni non ci sono ma penso un giorno, prima o poi, andrò ad allenare la Roma”. Per quanto riguarda un suo possibile ritorno alla Juve, “i matrimoni, per esserci, devono essere da ambedue le parti. Penso che la Juve abbia iniziato un percorso e penso che siano molto contenti di Allegri che sicuramente ha continuato il lavoro, sta facendo molto bene. Un domani non si sa mai”. E allora cosa vuole Conte? “Oggi se qualcuno mi chiama sa che io devo incidere, con la mia idea di calcio e con il mio metodo. Non sono un gestore, non credo che l’obiettivo di un allenatore sia fare meno danni possibile. Se pensano questo le società non mi chiamino. Trovo umiliante per la categoria – prosegue il tecnico salentino – sentire una cosa del genere. Io voglio incidere, perchè sono molto severo con me stesso. Poi ho un problema: la vittoria. Che sento come l’obiettivo del mio lavoro. Il percorso per arrivarci è fatto di lavoro, di sacrificio, di unità d’intenti, di pensare con il noi e non con l’io. Non ne conosco altri. Vale anche per Inter e Milan? Vale per qualsiasi squadra. Io devo avere la percezione di poter battere chiunque. Devo sentire che vincere è possibile. Altrimenti, senza problemi, posso continuare a restare fermo”.
GIOCHI2026, GIORGETTI SOSTEGNO POPOLARE FORTE”
“La gente italiana vuole le Olimpiadi: questo è il punto di forza di Milano-Cortina”. Queste le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti all’uscita dalla sede del Coni, a Roma, al termine della conference call con l’Australia per presentare la candidatura italiana all’associazione delle federazioni invernali internazionali. “Il nostro punto di forza è il sostegno popolare – ha spiegato Giorgetti – Per la prima volta dopo tantissimi anni tutti i sondaggi, ma anche la percezione diretta in mezzo alla gente, parlano di oltre l’80-85% del consenso popolare sull’evento: numeri impressionanti che hanno stupito anche il Cio. Il motto di Milano-Cortina è sognare insieme: noi siamo in questo percorso e passo dopo passo mi sembra che si stia cimentando l’affiatamento tra tutti noi”. Giorgetti ha spiegato che la presentazione odierna è stata “talmente curata e buona da lasciare senza parole. Ma sappiamo che non basta, manca l’ultimo miglio e bisogna stare concentrati, parlando bene della nostra candidatura e non parlando della candidatura svedese”. Al termine della conference call, c’è stata anche una riunione nella sede del Coni in cui “abbiamo parlato anche dei prossimi passi. È importante ribadito il ruolo del Coni, sulla dimensione olimpica tocca al presidente Malagò portare avanti la candidatura – ha osservato Giorgetti – Abbiamo anche convenuto che la macchina organizzativa dell’evento dovrà essere gestita da un amministratore delegato di assoluto valore internazionale, con esperienza e capacità per garantire gli stakeholders e tutti coloro che guardano alla nostra candidatura. Non dico che siamo già alla ricerca, ma abbiamo qualche idea su chi possa adeguatamente ricoprire questo ruolo”.
“La call è andata molto bene, secondo me i nostri interlocutori sono rimasti colpiti dalla compattezza della squadra italiana – è invece l’analisi del presidente del Coni, Giovanni Malagò – È stato un bel momento del nostro Paese, sembrava non ci fosse alcun tipo di polemiche e contrapposizioni. Al termine della call abbiamo avuto una riunione riservata con i due sottosegretari Giorgetti e Valente, i sindaci Ghedina e Sala, i governatori Fontana e Zaia, il presidente del Cip Luca Pancalli e i membri del Cio Carraro e Pescante – ha aggiunto Malagò – Tra l’altro il Cio per la prima volta, in caso di assegnazione dei Giochi all’Italia, farà firmare tutti i soggetti istituzionali coinvolti, un’ulteriore dimostrazione della tipicità della nostra candidatura. Ci rivedremo a Palazzo Chigi per fare il punto della situazione dopo la festa della Repubblica” e in vista del 24 giugno, data dell’assegnazione dei Giochi. Malagò si è soffermato anche sull’eventuale governance del comitato organizzatore in caso di vittoria. “Si sta valutando che tipo di veicolo giuridico utilizzare, la forma più probabile è quella della società per azioni che avrebbe un presidente di espressione Coni, mentre l’amministratore delegato sarebbe un manager da concordare insieme agli enti locali”.
FERRARI VOLA IN SPAGNA A CACCIA PRIMA VITTORIA
In Spagna per dare una sterzata. La Formula Uno torna in azione nel weekend sul Circuit de Barcelona-Catalunya, uno dei tracciati più conosciuti dai piloti che sono soliti macinare sull’asfalto catalano un gran numero di chilometri durante le sessioni di test. La pista è un misto di curve lente e veloci e l’ultimo successo di una Ferrari risale ormai al 2013, quando al volante della Rossa c’era Fernando Alonso. L’avvio di stagione è stato avaro di soddisfazioni per il Cavallino ma chissà che a Montmelò la SF90 non riesca a conquistare la sua prima gioia stagionale. “Conosco il circuito di Barcelona-Catalunya alla perfezione, la curva 3 in salita e la 9 sono sicuramente le più divertenti – le parole di Sebastian Vettel – Credo che l’ultimo settore per l’aspetto che ha adesso non sia più interessante come un tempo anche se è probabilmente diventato ancora più cruciale quando si tratta di ottenere il tempo. Bisogna infatti stare attenti a non commettere errori perché è fin troppo facile rovinare le gomme in quel settore e perdere decimi preziosi. Con la Ferrari ho spesso vissuto weekend molto positivi a Barcellona, anche se ancora qui ci manca la vittoria. Speriamo che sia la volta buona per toglierci questa soddisfazione”. “Questa pista è forse quella sulla quale è più difficile per un pilota fare la differenza – dice dal canto suo Charles Leclerc – Il motivo è semplice: tutti quanti la conoscono a memoria nei più piccoli dettagli essendo la sede della grande maggioranza dei test. Ho un bel ricordo dalle prove che abbiamo svolto a febbraio anche se allora giravamo in condizioni assai diverse, con temperature molto basse di aria e asfalto. Detto questo il Circuit di Barcelona-Catalunya è un benchmark per tutti quanti: andare bene là significa avere una vettura competitiva. Non vedo l’ora di calarmi nell’abitacolo della mia SF90, ma questa non è una novità”. “Siamo al GP di Spagna, una gara nella quale per consuetudine la maggior parte delle squadre porta nuovi sviluppi, quindi ci aspettiamo un miglioramento di prestazione da parte dei nostri avversari – avverte il team principal Mattia Binotto – Siamo in ritardo in campionato e sappiamo che dobbiamo recuperare, e per quanto ci riguarda è chiaro che lo sviluppo sarà la chiave di questa stagione. Dopo aver portato un nuovo pacchetto aerodinamico a Baku, anche a Barcellona avremo novità in questo ambito”. Binotto annuncia anche che “ci sarà inoltre una nuova power unit anticipando il programma iniziale che prevedeva di introdurre la seconda unità in Canada. Per questa power unit Shell, in collaborazione con il team, ha sviluppato un olio diverso che ci garantirà migliori prestazioni. Siamo riusciti a portare questi sviluppi già qui solo grazie a un gran lavoro di squadra che testimonia quanto tutto il team stia spingendo per recuperare terreno”.
IMPRESA LIVERPOOL, 4-0 AL BARÇA, REDS IN FINALE
Suicidio Barcellona. Dopo aver vinto al Camp Nou per 3-0, i blaugrana sono stati “massacrati” ad Anfield Road dal Liverpool che con un poker di reti ha conquistato la sua nona finale di Champions League. Una finale, la seconda consecutiva, raggiunta anche a discapito delle grandi assenze quali quelle di Momo Salah e Roberto Firmino in attacco. Per il Barcellona, ancora un disastro con Ernesto Valverde in panchina dopo i quarti di finale della scorsa stagione quando, dopo il 4-1 dell’andata, fu eliminato dalla Roma che nel ritorno si impose per 3-0. Alla vigilia della sfida il tecnico dei Reds, Jurgen Klopp, aveva detto che la sua squadra per provarci avrebbe dovuto segnare subito e la sua squadra ha subito iniziato con il piede sull’acceleratore. Avvio scoppiettante, immediatamente premiato con Origi che al 7′ ha insaccato con un tap-in vincente dopo che Ter Stegen aveva respinto una prima conclusione di capitan Henderson. Accusata la partenza forte dei padroni di casa, il Barcellona si è affidato soprattutto ai tocchi e alle invenzioni di Messi che ha sfiorato la rete così come Coutinho e Jordi Alba. A tener vive le speranze del Liverpool è stato un ottimo Alisson tra i pali, mentre Robertson ci ha provato con una botta respinta da Ter Stegen. Costretto a cambiare proprio l’infortunato Robertson in avvio di secondo tempo, la scelta di Klopp è ricaduta su Wijnaldum e l’olandese non ha tradito: in due minuti, tra il 9′ e l’11’, ha rimesso in equilibrio il confronto: prima ha sfruttato un cross di Alexander-Arnold che aveva strappato il pallone a Jordi Alba e di prima intenzione ha fulminato Ter Stegen, quindi ha sfruttato un perfetto traversone di Shaqiri e, indisturbato di testa, ha messo a segno il 3-0 facendo esplodere la Kop e tutto Anfield Road. Stadio ribollente di passione che a 11 minuti dal termine ha potuto gioire ancora quando Origi ha sfruttato una dormita generale del Barcellona e, su corner battuto in velocità e a sorpresa da Alexander-Arnold, ha girato di prima intenzione infilando ancora Ter Stegen. Finisce 4-0, incredibile ad Anfield. Il nome dell’altra finalista si conoscerà domani al termine di Ajax-Tottenham (all’andata 1-0 per gli olandesi in Inghilterra).
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IN 600 AL FORO ITALICO PER RACCHETTE DI CLASSE
Al Foro Italico di Roma è iniziata la festa “Racchette di Classe”, la manifestazione che promuove l’attività fisica negli istituti scolastici di tutta Italia tramite la pratica di tennis, badminton e tennis-tavolo. Quest’anno, informano gli organizzatori, sono stati coinvolti circa 150.000 bambini per 50.000 ore di attività didattica. L’iniziativa – supportata da Kinder + Sport, il progetto di responsabilità sociale di Ferrero e promossa dalla federazioni di Tennistavolo, Badminton e Tennis – anticipa, inoltre, l’appuntamento dei campionati mondiali studenteschi di tennis, che si terranno a Castel di Sangro in Abruzzo dal 2 al 9 giugno. Alla giornata di festa, inserita nel contesto degli Internazionali Bnl di Roma, hanno preso parte 600 alunni provenienti da 82 istituti scolastici da tutte le regioni italiane. I 150.000 giovanissimi di questa edizione provengono da 857 plessi scolastici e da 7.500 classi. Angelo Binaghi, nella conferenza stampa di presentazione, ha ribadito il sostegno della Federtennis all’attività di base: “Racchette di classe si poneva l’obiettivo di introdurre la racchetta nelle scuole, ma con gli ultimi numeri direi che siamo andati ben oltre. A Castel di Sangro, invece, ci aspettiamo oltre 1000 presenze, con 17 nazioni e 26 squadre”. Il campionato abruzzese, sostenuto da Kinder+Sport in qualità di partner internazionale, è stato presentato da Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo: “È un’occasione per formare gli adulti di domani, in un contesto come il nostro, dove c’è il fascino della natura incontaminata e un’impiantistica di livello”. Angelo Caruso, sindaco della città abruzzese, ha espresso “orgoglio per il riconoscimento internazionale della Federtennis”. Il programma di Racchette di Classe, invece, continuerà ad animare il Foro Italico con attività di minibadminton, minitennis tavolo e minitennis, oltre a visite all’impianto del Foro Italico e possibilità di assistere agli incontri di prequalificazione degli Internazionali. In mattinata, alla “Next Gen Arena”, sono stati premiati i progetti che si sono distinti per una particolare valenza sociale.
(ITALPRESS).
FOGNINI E CECCHINATO CAMPIONI SUI MEDIA
Fabio Fognini (3.287 citazioni) e Marco Cecchinato (1.420) sono stati i tennisti, tra i primi 20 della classifica mondiale (ATP), più citati sui mezzi di informazione italiani nell’ultimo mese, superando campioni come Djokovic, Nadal e Federer. A mettere in evidenza questi dati è il monitoraggio svolto su oltre 1.500 fonti d’informazione fra carta stampata, siti di quotidiani, principali radio, tv e blog da Mediamonitor.it, che utilizza tecnologia e soluzioni sviluppate da Cedat 85, azienda attiva da oltre 30 anni nella fornitura dei contenuti provenienti dal parlato. A spingere sui media Fognini ha contribuito la recente vittoria del Torneo di Montecarlo, che ha permesso al campione ligure di raggiungere la 12° posizione nella classifica mondiale. Sul terzo gradino del podio dei tennisti più citati sui media si posiziona Rafael Nadal (1.166 citazioni), che secondo quanto rilevato da Mediamonitor.it precede Djokovic (968), numero uno nel ranking ATP da 26 settimane consecutive. “King” Roger Federer totalizza 816 menzioni, sulla spinta della notizia della riconquista della terza posizione nella classifica ATP e dell’intenzione di ritornare a giocare dopo tre anni sui campi in terra battuta a cominciare dal torneo di Madrid di questa settimana (ieri il debutto con vittoria). Al sesto posto della graduatoria stilata da Mediamonitor.it c’è il tedesco Alexander Zverev. Nella top ten dei tennisti più citati sui mezzi di informazione figurano anche l’austriaco Dominic Thiem (726 menzioni), numero 5 nella classifica ATP e vincitore del torneo di Barcellona proprio contro il russo Daniil Medvedev (551 menzioni), che è 8°. Al nono e decimo posto il giapponese Kei Nishikori (408 menzioni) e il greco Stefanos Tsitsipas (389).
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STAMPA ESALTA REDS, PER BARÇA “FRACASO HISTORICO”
“Fracaso Historico” titola Marca, “UnbeLivable” apre il “Sun”. Scelte ovviamente differenti per la stampa spagnola e quella britannica, ma alla fine l’analisi è la stessa: Barcellona umiliato, Liverpool magnifico e appunto “unbelivable”, incredibile. Il 4-0 che i “reds” hanno rifilato ieri sera agli azulgrana ad Anfield, conquista grande spazio su tutti i giornali d’Europa e del mondo e non solo su quelli sportivi. Se Marca parla di “fallimento storico”, è ancora meno tenero il catalano “Sport” che definisce il ko della squadra di Valverde “El mayor ridiculo de la historia”, per poi aggiungere che “è stata scritta la pagina più nera della storia del club con un’imperdonabile eliminazione in semifinale di Champions”, ricordando che una cosa simile era successa lo scorso anno a Roma, quando i giallorossi si imposero per 3-0 all’Olimpiaco ribaltando l’1-4 subito all’andata. L’altro giornale sportivo della Catalogna, Mundo Deportivo, titola a tutta pagina “Sonrojo”, ovvero “rossore”. Un gioco di parole indovinato dal momento che i rossi di Liverpool hanno davvero fatto arrossire un “Barça senza anima che crolla ad Anfield nonostante le assenze di Firmino e Salah. Ridicolo il gol del 4-0, epitaffio di una squadra che ha ripetuto gli errori dello scorso anno a Roma”. I madrileni di “AS” titolano “Trueno en Anfield” e parlano di una “nuova ecatombe del Barça che dà l’addio al ‘triplete'”. Come detto Marca parla di fallimento storico, ma aggiunge che il Liverpoll e Anfield meritano un 10 in pagella per la serata di ieri. Dalla stampa iberica a quella britannica. Se per il “Sun” quanto accaduto ieri è “UnbeLivable”, per “Echo” ieri Van Dijk e compagni sono stati “IncREDibles”, mentre per il “Daily Mail” è corretto parlare di “Miracle on Anfield”. Sulla stessa lunghezza d’onda il “Mirror” che titola “The miracle of Anfield”, ma anche il Daily Telegraph che sceglie “Mersey Miracle” per parlare dell’impresa di un “magnifico Liverpool”. Anche i portoghesi di “A Bola” attribuiscono il successo degli inglesi al “Milagre de Anfield”, insistendo sul contributo che è stato capace di dare il pubblico, fondamentale nel confondere le idee già poche lucide alla squadra di Valverde. Infine in Francia l’Equipe titola “Reds dingues” e del resto per fare un’impresa come quella dei “rossi” di Klopp, un po’ di follia è necessaria.
(ITALPRESS).
TOTTENHAM RIBALTA AJAX, E’ FINALE COL LIVERPOOL
E’ la Champions delle rimonte e dei risultati impossibili e anche ad Amsterdam l’epilogo è davvero clamoroso. Il Tottenham ribalta la sfida di andata ed anche il doppio vantaggio degli olandesi maturato nel primo tempo, e conquista la finale di Madrid prenotando un derby tutto inglese con il Liverpool. Alla Johann Cruijff Arena gli Spurs s’impongono per 3-2 grazie a una strabiliante tripletta di Lucas Moura, capace di ribaltare i gol di De Ligt e Ziyech (oltre all’1-0 degli olandesi nell’andata disputata a Londra). E ancora una volta, per un mero calcolo dei gol in trasferta, Pochettino può esultare. Pazzesca gara ad Amsterdam con l’Ajax che crolla proprio sul più bello. Le notizie di inizio partita, d’altronde, non son state per niente confortanti: l’infortunio di Neres durante il riscaldamento pre-partita ha forzato Ten Hag a modificare la formazione inserendo Dolberg punta centrale e Tadic esterno. Ma sotto il calore del proprio pubblico gli olandesi spingono fin dai primi minuti e al 4′ sfiorano la rete con un gran tiro di Tadic sul quale Lloris si supera. Deviazione in corner con il tiro dalla bandierina battuto da Schone: cross perfetto per lo stacco aereo di De Ligt che dopo 5 minuti fa esultare tutta l’Amsterdam Arena, colpevole Trippier che si perde completamente la marcatura del capitano dei lancieri. Qualche secondo di attesa prima della convalida della rete per un blocco di Van de Beek su Vertonghen, contatto dubbio valutato ‘regolare’ dal silent check del Var. Il gol non abbatte gli Spurs che al 6′ colpiscono un palo in maniera rocambolesca con un cross sbilenco di Son. Possesso palla e controllo del gioco per gli ospiti ma al 35′ arriva una ripartenza fulminante per il 2-0: rapido contropiede coordinato da Tadic che in area trova Ziyech per la conclusione precisa col mancino sulla quale Lloris non può nulla. Al rientro in campo per la seconda frazione, però, l’Ajax si fa trovare completamente impreparato e in soli quattro minuti, tra il 55′ e il 59′, il Tottenham trova la parità con una doppietta di Lucas. Straripante l’ex PSG che prima chiude una bella ripartenza con Alli, concludendo col mancino sul secondo palo, poi è rapido a sfruttare la respinta di Onana sul tiro di Llorente per buttare in rete il pallone del 2-2. Un uno-due improvviso che infiamma la partita e che forza entrambe le squadre a sfruttare ogni minima chance alla ricerca di un altro gol. Al 79′ Ziyech stampa il palo col mancino mentre all’87’ Vertonghen colpisce la traversa di testa per poi farsi murare la respinta da Veltman. Finale in apnea e quando tutto sembrava finito gli Spurs colpiscono al 5′ di recupero: sponda di Llorente, tocco di Alli e sinistro di Lucas per la tripletta e per il rocambolesco 3-2. Pianti e lacrime, tra gioia inglese e beffa olandese: la finale sarà Tottenham-Liverpool, appuntamento il 1° giugno al Wanda Metropolitano di Madrid per l’atto conclusivo di una Champions semplicemente incredibile.
(ITALPRESS).










