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MILAN BATTE FIORENTINA 1-0, DECIDE CALHANOGLU

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Il Milan batte la Fiorentina per 1-0, raggiunge quota sessantadue punti in classifica e può sognare ancora la Champions. Nell’anticipo della trentaseiesima giornata di Serie A un gol di Calhanoglu al 36’ condanna Montella alla quarta sconfitta consecutiva in campionato, la terza senza riuscire a segnare. La formazione di Gattuso, dopo aver raccolto solo un punto nelle ultime quattro trasferte, ha voglia di invertire il trend fuori casa e l’avvio di gara è incoraggiante: al 22’ Borini scarica per Suso che a botta sicura calcia addosso a Lafont. La rete del vantaggio è nell’aria ed è solo rimandata al 36’: Suso crossa per la testa di Calhanoglu autore dell’1-0 con un colpo di testa imprendibile per l’estremo difensore viola. Federico Chiesa ha partecipato attivamente a tre degli ultimi quattro gol della Fiorentina al Milan in Serie A ma il primo tempo dell’esterno viola è anonimo. Tutt’altro che sotto tono è invece l’avvio della ripresa per il figlio d’arte subito pericoloso al 50’ con un tiro a giro che sfiora l’incrocio dei pali. La Fiorentina guadagna metri di terreno e sfrutta l’arretramento dei rossoneri nella propria metà campo.
Fatica a fare filtro il centrocampo del Milan e Chiesa al 54’ può liberamente lanciare a rete Mirallas la cui conclusione viene bloccata in due tempi da Donnarumma, costretto a ripetersi pochi minuti dopo sulla deviazione di Kessié per evitare il più clamoroso degli autogol. Prestazione non esaltante quella dell’ivoriano che al 76’ perde palla e dà il via ad una azione pericolosa: Chiesa si invola verso la porta e calcia trovando la deviazione di Donnarumma prima della respinta di Romagnoli sul corpo del neo entrato Vlahovic. Due delle ultime quattro reti del Milan in campionato sono arrivate con giocatori subentrati dalla panchina e al 81’ Cutrone, entrato al posto di Piatek, sfiora il palo con un diagonale al termine di un rapido contropiede avviato da Borini. Si abbassano i ritmi nel finale di gara con il Milan che riesce a gestire bene il vantaggio nonostante i cinque minuti di recupero concessi e a portare a casa tre punti fondamentali in chiave Champions.

DJOKOVIC CONQUISTA MADRID, TSITSIPAS KO IN FINALE

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Novak Djokovic ha fatto suo, per la terza volta in carriera, il “Mutua Madrid Open”, quarto Masters 1000 della stagione, dotato di un montepremi pari a 6.536.160 euro, disputato sui campi in terra battuta della “Caja Magica”, nella capitale spagnola. Il tennista serbo, numero uno del mondo e del seeding, ha sconfitto nella finale odierna il greco Stefanos Tsitsipas, numero 9 del ranking Atp e ottava testa di serie del tabellone, col punteggio di 6-3 6-4.
Per Nole quella di oggi era la 48esima finale in un Masters 1000;  l’atto conclusivo numero 107 della carriera. Era anche la seconda finale di questa stagione, dopo quella vinta agli Australian Open (suo 73esimo). E’ ora a 74 titoli Atp, il terzo a Madrid, dopo i successi del 2011 e del 2016.
Per Tsitsipas era invece la settima finale in carriera, la seconda in un “1000”, dopo quella persa lo scorso anno a Toronto, e quarta del 2019, dopo quella persa a Dubai e quelle vinte a Marsiglia ed Estoril, dove aveva vinto il suo terzo titolo nel circuito principale.
(ITALPRESS).

SQUILLO DI ACKERMANN AL GIRO, ROGLIC RESTA IN ROSA

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Pascal Ackermann ha vinto oggi la seconda tappa del 102esimo Giro d’Italia e Primoz Roglic si è confermato in maglia rosa. Al termine della frazione Bologna-Fucecchio, di 205 chilometri, Il tedesco (campione di Germania) del team Bora-Hansgrohe si è imposto in volata davanti al veneto Elia Viviani (Deceuninck-Quick Step, campione d’Italia), secondo, all’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal), terzo, e al colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), quarto.
Praticamente immutata la classifica generale, guidata anche oggi dallo sloveno della Jumbo-Visma, con 19″ di vantaggio sul britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott), secondo, e con 23″ in meno del siciliano Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), terzo. A ruota gli altri big della corsa, ovvero il colombiano Miguel Angel Lopez (Astana) e l’olandese Tom Dumoulin (Sunweb), entrambi a 28″ dalla maglia rosa, e il polacco Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), staccato di 33″.
Un po’ deluso a fine tappa Viviani; sfortunato invece il milanese Giacomo Nizzolo (Dimension Data), caduto nel corso dell’ultimo chilometro e costretto a rinunciare allo sprint finale. Tappa caratterizzata dalla pioggia all’inizio e dalle vittorie nei due Gran Premi della Montagna dell’abruzzese Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), sempre più in maglia azzurra (classifica scalatori).
Domani è in programma la terza frazione della corsa rosa, ovvero la Vinci-Orbetello, di 220 km. Si tratta di una tappa leggermente ondulata, con un finale sostanzialmente pianeggiante.
(ITALPRESS).

SPALLETTI “MIO FUTURO? CONTA SOLO CHAMPIONS”

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 “Le voci sul mio futuro? Se giornali così importanti scrivono che non siederò più su questa panchina avranno i loro buoni ‘Robert Redford’ motivi. Funziona così nel calcio. Non ci sposta un millimetro da quello che è il nostro tentativo di raggiungere il massimo obiettivo, che è rivivere un’altra stagione in Champions League. Se la mancata conferma in caso di terzo posto sarebbe un tradimento? Non ci interessa, non interessa a me e ai miei giocatori, conta solo l’Inter di adesso. Domani ci saranno quasi 60mila persone per questo motivo, non per scaldare i seggiolini della prossima stagione, ma per dare un supporto”. Così il tecnico dell’Inter, Luciano Spalletti, alla vigilia del match contro il Chievo determinante in ottica Champions League. “Non è interessante per nessuno quello che vuole essere il vostro discorso di portare cose davanti che sono qualcosa di diverso dall’attualita’, dal momento che dobbiamo affrontare – aggiunge -. Ci interessa l’allenamento di oggi, quello di domani, questo diventa fondamentale e ci permettera’ di rivivere un’altra stagione in Champions”.
“Si possono anche aprire i cancelli, voglio farvi vedere come si stanno allenando i giocatori. Per i calciatori c’è solo una strada, vincere e riportare l’Inter in Champions League – sottolinea Spalletti -. Questo è l’obiettivo futuro, solo questo.
Nella testa dei calciatori non c’è Spalletti, nè altri allenatori, c’è solo l’Inter. Anche nella mia. Di conseguenza centrare l’obiettivo della Champions, come l’anno scorso, sarebbe molto importante. Se è un stimolo raggiungere i 72 punti rispetto ai 70 dell’anno scorso? Con che punteggio si andrà a raggiungere non lo so, ma cambia poco”.

ALTRA DOPPIETTA MERCEDES, FERRARI GIÙ DAL PODIO

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La Mercedes vola e per la concorrenza c’è poco da fare. Lewis Hamilton domina il Gran Premio di Spagna e torna in vetta al Mondiale piloti con una prestazione perfetta, demolendo il compagno di squadra Valtteri Bottas, pole-man del sabato. Ma ad uscirne con le ossa rotte è la Ferrari, ancora una volta anonima e sorpresa dall’unica punta Red Bull, Verstappen, che per la seconda volta in stagione beffa la Rossa e conquista il terzo gradino del podio. È la vittoria numero 76 per Hamilton, uno specialista del Circuit de Catalunya col terzo successo negli ultimi tre anni. Puro dominio legittimato da una partenza gestita con grinta, carattere e con un gran sorpasso ai danni del compagno, sempre più suo unico rivale per la lotta al titolo iridato. Bottas perde la pole al via a causa di un pattinamento e rischia anche il sorpasso di Vettel all’esterno con il tedesco che blocca la gomma e dopo curva 1 lascia passare la Red Bull di Verstappen. Lo spiattellamento della gomma di Vettel porta la Ferrari a dare l’ordine a Seb di lasciar passare Leclerc, forte di un buon passo alla ricerca della rimonta di Verstappen. E al 20° giro è proprio Vettel a dar il via alla girandola dei pit-stop con la Rossa che varia la strategia e monta la mescola media sulla macchina del quattro volte iridato mentre sulla SF90 di Leclerc mette le dure al 26°.
La strategia, però, non fornisce gli esiti sperati alla Ferrari che al 36° giro è costretta a invertire nuovamente le posizioni, questa volta lasciando strada libera a Vettel su Leclerc. I tempi in fotocopia della Red Bull di Verstappen non aiutano il tentativo di rimonta con una piccola finestra che si apre solamente dopo il 46° giro a causa della safety car chiamata in pista per il contatto Norris-Stroll. Leclerc cambia le gomme e scivola in quinta posizione mentre Hamilton sfrutta l’ampio gap per montare le soft, coprendo così la strategia di Bottas. Alla ripartenza il britannico è perfetto e giro dopo giro stabilisce un gap di ben quattro secondi sul finlandese. Una prestazione assolutamente straordinaria da parte del cinque volte campione del mondo: “Volevo impostare un bel gap sulla concorrenza dopo la giornata ‘no’ di ieri. Quinta doppietta di fila? È stata una bella vittoria di forza e come team stiamo scrivendo la storia”. Rammarico ma soddisfazione per aver comunque tenuto il secondo posto per Bottas che nella lotta interna con Hamilton ragiona gara dopo gara in ottica Mondiale piloti: “Mi porto a casa un bel bottino di punti e ogni punto in questo campionato sarà fondamentale”.
Fuori dai primi tre entrambe le Rosse con Vettel che mostra tutta la sua insoddisfazione: “Eravamo vicini al podio, peccato. Speravamo di essere più veloci ma quest’oggi, per come si era messa, abbiamo ottenuto il massimo”. Leclerc ha invece preferito spegnere le polemiche riguardo i ripetuti ordini di scuderia: “Sono situazioni difficili. È difficile per un team gestire i propri piloti ma alla fine è tutto ok”. Prossimo appuntamento il Gran Premio del Principato di Monaco il 26 maggio sul circuito cittadino di Monte Carlo, un’altra tappa con tante incognite per una Rossa sempre più fuori dalla lotta al titolo iridato ma con la forza e la voglia di reagire: sul calendario mancano ancora sedici appuntamenti.

 

NAPOLI VINCE, RIMONTA TORO, COLPI EMPOLI E UDINESE

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Mario Rui nel finale regala al Napoli, già sicuro del secondo posto, il successo per 2-1 al “Mazza”. La gara si decide tutta nella ripresa, col vantaggio di Allan e il provvisorio pari di Petagna su rigore. Sconfitta comunque indolore per gli estensi, ormai salvi.

Il Torino batte invece in rimonta, per 3-2, il Sassuolo, alimentando i sogni europei dei tifosi granata. Allo stadio “Olimpico – Grande Torino”, nel lunch match della terzultima giornata della serie A, Belotti e compagni hanno ribaltato la situazione nella ripresa, grazie a una doppietta proprio del “Gallo” (con una perla in rovesciata) e al sigillo di Zaza. Nel primo tempo, invece, i neroverdi erano andati avanti nel punteggio con un bel gol di Bourabia, espulso a seguire (per una discutibile e severa doppia ammonizione). In precedenza, al quarto d’ora, Belotti aveva fallito un calcio di rigore. Inutile, ai fini del risultato, il momentaneo 1-2, siglato da Lirola. Con questo successo i granata si sono portati a quota 60, momentaneamente al sesto posto della classica della massima categoria, scavalcando la Roma, in attesa del match di stasera fra i giallorossi e la Juventus. Fermo a 42 punti, in decima posizione, il Sassuolo.

Empoli e Udinese continuano la loro corsa verso la salvezza. Toscani e friulani si impongono in trasferta rispettivamente contro Sampdoria (2-1) e Frosinone (3-1) e mettono in ulteriore difficoltà il Genoa, con Bologna-Parma di domani che assume una particolare importanza. Gran colpo dell’Empoli, che incassa la seconda vittoria consecutiva sbancando per 2-1 il Marassi blucerchiato: Quagliarella resta a secco, nella ripresa – dopo un primo tempo sostanzialmente piacevole ed equilibrato, con un palo centrato da Caputo – gli uomini di Andreazzoli ingranano la marcia giusta e passano con Farias, su assist di Traorè, e con Di Lorenzo, che mette dentro il rigore (fallo di Tonelli sullo scatenato Farias) che Audero aveva respinto a Caputo. In pieno recupero soddisfazione per Quagliarella: perfetto il penalty (Veseli su Sau) trasformato dal capocannoniere, che sale a 26 reti stagionali.
Tutto facile per l’Udinese a Frosinone. Contro una squadra che da una settimana è già in B, i bianconeri di Tudor mettono subito le cose in chiaro grazie alla doppietta di Okaka (splendido in particolare il primo gol) e al sigillo di Samir. 3-1 il finale allo Stirpe, perchè il Frosinone riesce a realizzare la rete della bandiera con Dionisi. E’ sorpasso al Genoa, fermo a 36, con due punti di vantaggio mantenuti sull’Empoli, e aggancio al Bologna a quota 37 (il Parma è a 38). Tutto ancora da giocare per l’ultimo posto per evitare la B.

ROMA-JUVE 2-0, DECIDONO FLORENZI E DZEKO

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Nel posticipo della 36esima giornata di serie A, la Roma batte 2-0 la Juventus all’Olimpico. Decidono le reti di Florenzi al 79′ e Dzeko al 92′. I giallorossi salgono a quota 62 e agganciano il Milan al quinto posto, -1 dall’Inter (attualmente quarta ma con una partita in meno, da giocare domani contro il Chievo) e a -3 dall’Atalanta.
Con Caceres al posto di Bonucci e il tridente Cuadrado-Dybala-Ronaldo, all’Olimpico la Juventus parte bene e nel primo quarto d’ora crea due grandi occasioni, ma in entrambi i casi Mirante e’ miracoloso: prima chiude la porta a Cuadrado, presentatosi solo in area di rigore, poi devia in angolo un sinistro insidioso di Dybala. La Roma, schierata con Zaniolo nel ruolo di mezz’ala e il tridente formato da Kluivert, Dzeko ed El Shaarawy, prova a rispondere con Pellegrini, che prima prende la traversa con un cross mal calibrato e poi sfiora il palo con un bel sinistro dalla distanza. Ma la terza, vera occasione della partita e’ ancora della Juventus al minuto 28′: Dybala carica il sinistro dai venti metri e Mirante salva ancora una volta la Roma deviando la conclusione sul palo. Nella ripresa cominciano meglio i giallorossi, con El Shaarawy che subito si procura una buona occasione ma calcia di poco sopra la traversa. La partita diventa equilibrata: Ronaldo segna su assist di Dybala ma l’arbitro Massa annulla giustamente per un fuorigioco millimetrico, poi Can impegna ancoro Mirante, reattivo nella ribattuta con i piedi sul sinistro del bianconero, mentre dall’altra parte e’ El Shaarawy a spaventare Szczesny con un destro dal limite che il portiere polacco e’ costretto ad alzare sopra la traversa. Il gol partita arriva al 79′: Under recupera palla sulla trequarti, Florenzi e Dzeko triangolano e il laterale romano supera Szczesny con un tocco sotto. Al 92′ arriva anche il raddoppio dell’attaccante bosniaco, liberato in contropiede da Under: la Roma vince 2-0 e mantiene vivo il sogno di agguantare l’Europa che conta.

DE SIERVO “SCIOPERO PER RIFORMA CHAMPIONS”

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“Nessuno è contrario ai cambiamenti ma la riforma pensata non consente di vedere un futuro sereno dei grandi campionati europei, i cui ricavi sarebbero dimezzati, e destinerebbe all’irrilevanza i nostri campionati, che non farebbero accedere alle coppe europee e diventerebbero poco più importanti di una coppa nazionale. Spero che la riforma possa essere emandata, altrimenti si arriverebbe a uno scontro che farebbe male a tutto il calcio”. Così Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ai microfoni di Radio anch’io Sport su Rai Radio 1, circa la riforma della Champions League e delle coppe europee dal 2024, che Uefa e Eca vorrebbero ad inviti per i club più nobili. “E’ una battaglia per i soldi, per l’accesso ai grandi ricavi televisivi – spiega ancora De Siervo – Oggi la Champions ha un fatturato attorno ai tre miliardi di euro, le tre leghe più importanti ne fatturano sei: non è pensabile che la torta cresca, il tentativo dell’Uefa è prendere ricavi dalle leghe che hanno i fatturati più alti. Di fatto, nascerebbe la serie A, B e C europea, che coinvolgerebbe non solo i club super ricchi ma anche a le federazioni più piccole che votano in Uefa”. Più che un Churchill, così come invocato dal presidente Cairo, per Di Siervo servirebbe “un Machiavelli. Confido ancora nella ragionevolezza di Ceferin e Agnelli, di chi gestisce il nostro mondo, altrimenti saremo pronti a prendere iniziative, anche lo sciopero, contro una riforma che può generare un trauma complessivo a livello sociale e permetterebbe ai grandi club della Champions di saccheggiare i vivai delle altre squadre, acuendo la forbice tra ricchi e poveri”.