La pioggia, come previsto, rivoluziona e rende più interessante il sabato delle qualifiche del Gran Premio di Francia. Al “Bugatti” di Le Mans, il più veloce alla fine è il solito Marc Marquez. Il campione del mondo e leader della MotoGP, gioca subito la carta delle gomme da pioggia, spingendo al massimo per ottenere quello che, alla fine, resterà il best lap della Q2. Il pilota Hrc, per sua fortuna, fa un ruzzolone alla curva 6, ma ormai il più era fatto, con la terza pole stagionale, la 55a nella classe regina, eguagliando Valentino Rossi. Alle sue spalle tre Ducati con Danilo Petrucci che conferma di trovarsi a suo agio in queste condizioni di asfalto incerto, piazzandosi a tre decimi e mezzo da Marquez, ma davanti a Jack Miller con la Desmosedici del Pramac Racing, che chiuderà la prima fila a quattro decimi. Ad aprire la seconda, invece, ci sarà Andrea Dovizioso che, con l’altra GP19 ufficiale si ferma a sei decimi.
Al suo fianco partirà Valentino Rossi. Il “Dottore” ottiene il miglior tempo nella Q1 giocando la carta delle gomme slick e nella manche decisiva porta la sua Monster Energy Yamaha a sette decimi dallo spagnolo, precedendo di 26 millesimi quella del Team Petronas di un ottimo Franco Morbidelli che chiude la seconda terzina. Terza fila per la LCR Honda del giapponese Takaaki Nakagami a 1″1; Jorge Lorenzo con la seconda Hrc e l’Aprilia di Aleix Espargarò. Non ripete la buona prestazione del venerdì sull’asciutto Fabio Quartararo, che, con la seconda Petronas Yamaha è decimo, ma davanti alla M1 ufficiale di Maverick Vinales e alla KTM di Pol Espargarò. Francesco Bagnaia (Pramac Racing) è tredicesimo, davanti a Johann Zarco con l’altra KTM e Cal Cruthclow con la seconda Honda del team di Cecchinello. Male le Suzuki, che scatteranno dalla sesta e settima fila con Joan Mir e Alex Rins. Andrea Iannone (Aprilia Racing Team Gresini), convalescente dall’infortunio di Jerez, chiuderà la griglia di partenza.
POLE MARQUEZ SU PETRUCCI A LE MANS, ROSSI 5^
GENOA 1-1 COL CAGLIARI, UDINESE BATTE 3-2 SPAL
Il Cagliari e’ salvo, il Genoa ancora no. Termina 1-1 al Ferraris al termine dell’anticipo della penultima giornata di Serie A. Dopo il vantaggio di Pavoletti al 40′, la squadra di Maran si fa recuperare all’88’ dal rigore vincente di Criscito che porta il Genoa a 37 punti, due in piu’ dell’Empoli impegnato domani contro il Torino. Continua la serie senza vittorie dei padroni di casa e per lasciarsi alle spalle la crisi di risultati Prandelli affida le chiavi dell’attacco
all’esperienza di Pandev e Lapadula, preferiti ai giovani Kouame’ e Sanabria, subentrati nella ripresa. Il match si accende ta il 26′ e il 29′ con il Genoa che sfiora in due occasioni il vantaggio ma in entrambe le chance Cragno conferma il suo momento di forma: l’estremo difensore prima evita l’autogol di Cacciatore, poi dice no al mancino rasoterra di Pandev da posizione favorevole. Alla mezz’ora il Cagliari prende coraggio e inizia ad affacciarsi dalle parti di Radu. E al 40′ c’e’ il vantaggio sardo che gela il Ferraris: Pavoletti controlla col petto un lungo lancio dalla difesa, evita Gunter e batte Radu con il destro siglando il suo
cinquantesimo gol in Serie A e il quindicesimo stagionale. Nella ripresa, tanti cambi, la fatica spezza il ritmo del gioco nel finale e all’83’ serve il miglior Radu per negare il raddoppio cagliaritano: Romagna svetta di testa sugli sviluppi di un calcio piazzato e trova la parata straordinaria del portiere scuola Inter. Ma all’88’ c’e’ la svolta del match e forse della salvezza: Romagna spizza la palla di testa, Klavan devia col braccio e Valeri concede il rigore col var: Criscito non sbaglia e sigla l’1-1 definitivo.
Cinque gol totali tra cui una doppietta di Okaka, tanto divertimento ma soprattutto tre punti fondamentali per l’obiettivo salvezza dell’Udinese. Alla Dacia Arena i friulani battono la Spal per 3-2 e portano a +5 il vantaggio sulla zona retrocessione in attesa degli altri risultati. Peraltro era dal febbraio 1960 che l’Udinese non batteva la Spal tra le mura amiche nel massimo campionato, un vero e proprio tabù sfatato dopo quasi 60 anni dall’ultimo successo. Avvio perfetto per i padroni di casa che aprono le marcature al 6′ con il colpo di testa di Samir. Tuffo vincente del difensore dei friulani sul cross da punizione dalla trequarti di De Paul. Al 32′ l’Udinese trova il raddoppio con uno stacco imperioso di testa di Okaka sugli sviluppi del calcio d’angolo battuto da De Paul. E incredibilmente dopo soli tre minuti i ragazzi di Tudor ripetono, con successo, l’azione da corner: pennellata di De Paul e colpo di testa, del tutto indisturbato, di Okaka che beffa nuovamente Gomis per il 3-0. Nel secondo tempo la partita cambia completamente registrato con una Spal vogliosa di rimonta che trova le reti di Petagna e Valoti, ma il 3-2 dell’Udinese resiste fino al triplice fischio. Tre punti, applausi del pubblico e un pizzico di serenità nell’attendere i risultati delle avversarie: l’obiettivo salvezza oggi è ancor più vicino.
(ITALPRESS).
ALLEGRI COMMOSSO, AGNELLI “LA MIA SCELTA PIÙ DIFFICILE”
Tanta emozione e correttezza istituzionale ha contraddistinto l’addio “celebrato” oggi, in conferenza stampa. Sul tavolo dei “relatori” i protagonisti del divorzio, ovvero Massimiliano Allegri e la Juventus, rappresentata dal presidente Andrea Agnelli, in platea tutti i giocatori bianconeri.
Ad aprire l’attesa conferenza il numero della società torinese. “Questa è stata la scelta più sofferta da quando sono il presidente della Juve”, ha ammesso Agnelli, confermando di aver deciso lui per il divorzio. “Guardiamo alla storia del club. Tutti sono stati utili, nessuno è indispensabile, dal presidente al magazziniere. La storia della società deve essere sempre più grande di quella delle singole persone”, ha puntualizzato il numero uno del club campione d’Italia, chiarendo che le critiche di parte della tifoseria non hanno inciso sulla decisione, che invece poteva essere inficiata da fattori di cuore.
Proprio il cuore e i sentimenti hanno caratterizzato le parole di Allegri, visibilmente commosso. “Non va bene, così mi fate emozionare. Lacrime? No: ho già pianto ieri”, ha detto, prima di cominciare i ringraziamenti, il tecnico toscano, rivolgendosi ai suoi giocatori, tutti seduti nella platea della sala conferenze dell’Allianz Stadium. “Ringrazio il presidente per le bellissime parole che ha speso oggi. Ringrazio tutti i ragazzi per quello che hanno fatto e per ciò che mi hanno dato. Ci siamo tolti tante soddisfazioni. Lascio una squadra vincente, che ha le potenzialità per ripetersi. Abbiamo parlato e discusso delle nostre idee sul futuro della Juve; poi la società ha fatto le sue scelte. Ciò non cambia niente: ho un grandissimo rapporto col presidente e con Paratici e Nedved. Siamo cresciuti tutti insieme”, ha spiegato Allegri.
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ALTRI QUATTRO PODI PER ITALCANOA A BOVEC
L’Italia della canoa discesa chiude in trionfo gli Europei di Bovec, in Slovenia. Nell’ultima giornata di gare sul fiume Soca gli azzurri conquistano altre quattro medaglie portando a 7 il computo complessivo nella spedizione continentale. Oggi si assegnavano i titoli europei per le gare “sprint” e anche stavolta Cecilia Panato non ha mancato l’appuntamento con la storia conquistando la medaglia d’oro nel C1 sprint. La 17enne veronese (CC Pescantina) aggiunge così un altro prezioso trofeo al suo ricco palmers che conta già il titolo europeo nella discesa classica conquistato mercoledì scorso e quello mondiale e di coppa ottenuti lo scorso anno. In finale la giovane discesista azzurra con la sua canadese monoposto ha fatto registrare il miglior tempo in 71.89, precedendo la ceca Marie Nemcova, argento in 72.55 e la francese Elsa Gaubert, bronzo con il tempo di 73.00. Altre due azzurre avevano conquistato l’accesso alla finale: Alice Panato (CC Pescantina) ha chiuso ottava in 77.46, Marlene Ricciardi decima in 78.97. Mathilde Rosa sale invece sul tetto d’Europa nel K1 sprint. L’atleta del CUS Pavia, classe 1997, dopo l’argento conquistato sempre a Bovec nella classica sale sul gradino più alto del podio nella prova sprint fermando il cronometro sul tempo di 63.44. Argento per la svizzera Melanie Mathys (63.48) davanti al bronzo della discesista ceca Marina Satkova (63.66). In finale anche Giulia Formenton che ha chiuso al nono posto in 67.05. Altri due metalli preziosi sono arrivati dalla gara a squadre. Medaglia d’oro storica nella prova maschile del K1 con Francesco Ciotoli, Andrea Bernardi e Leonardo Pontarollo, tutti giovanissimi, che regalano all’Italia il primo titolo continentale a squadre con il tempo di 62.11. Argento per la Repubblica Ceca (62.79), bronzo alla Francia in 63.30. Dal kayak femminile a squadre arriva invece la medaglia d’argento con Alice Penato, Mathilde Roma e Giulia Formenton (71.23). Oro per la Repubblica Ceca con il miglior tempo in 69.34, bronzo alla Francia in 71.59. Due medaglie a squadre che vanno ad aggiungersi al bronzo continentale conquistato due giorni fa nella gara classica da Andrea Bernardi, Nicolò Razeto e Francesco Ciotoli in K1.
ROMA BLOCCATA AL MAPEI, COL SASSUOLO E’ 0-0
La Roma frena al Mapei Stadium e non riesce a mettere pressione ad Atalanta e Milan. I giallorossi non vanno oltre lo 0-0 con il Sassuolo, salvato per due volte dal palo ma sempre ben messo in campo e organizzato nonostante la salvezza raggiunta da diverse giornate. Gli uomini di Ranieri allungano la striscia di risultati utili a otto partite di fila ma rischiano di veder definitivamente compromessa la rincorsa Champions, a -2 dalla Dea impegnata domenica allo Stadium contro la Juventus e adesso costretti a guardarsi le spalle dal Torino in piena corsa per l’Europa League. La Roma, in campo con il 4-2-3-1, trova dopo 8’ il primo squillo con Under: Dzeko si allarga e punta la difesa avversaria, il pallone arriva al turco ma Consigli respinge con i pugni. Il Sassuolo gioca bene palla a terra ma la Roma fa densità nella propria metà campo provando a ripartire in velocità, senza però trovare il guizzo giusto nella prima mezz’ora nonostante l’inserimento al 30’ di El Shaarawy sul cross di Kolarov.
Un paio di fumogeni lanciati dal settore ospiti come segno di sfida verso il presidente Pallotta, contestato per tutto l’arco del match per la vicenda De Rossi, costringono l’arbitro Maresca a fermare il gioco per qualche secondo ma il primo tempo scivola via verso il duplice fischio senza particolari sussulti sino al recupero: al 47’ è Mirante a superarsi con i piedi per disinnescare il diagonale di Djuricic e tenere il risultato inchiodato sullo 0-0 all’intervallo. La Roma, imbattuta negli undici precedenti in Serie A contro il Sassuolo, va in affanno in avvio di ripresa subendo il palleggio di qualità degli uomini di De Zerbi. Al 55’ Boga cerca il jolly con il destro a giro che va vicino all’incrocio dei pali ma due minuti più tardi è El Shaarawy a divorarsi il vantaggio, mandando a lato dall’altezza del dischetto del rigore dopo una caparbia azione di Florenzi. I giallorossi alzano dunque i giri del motore e, nel giro di pochi secondi, vanno ripetutamente a un passo dall’1-0: al 60’ Dzeko centra il palo con una rasoiata dal limite, poco dopo è miracoloso Consigli sul colpo di testa a botta sicura di Cristante.
Ranieri inserisce forze fresche affidandosi a Pastore e Kluivert per Zaniolo e Under, al 70’ la Roma ci riprova con Fazio che svetta in area piccola sugli sviluppi di un corner ma spedisce sul fondo. Le occasioni per la Roma fioccano ma la porta di Consigli sembra stregata: al 75’ El Shaarawy mette in mezzo per Kluivert, il flipper con Rogerio sbatte ancora una volta contro il legno e il Sassuolo tira un altro sospiro di sollievo. Nel finale i giallorossi attaccano a testa bassa e Fazio trova l’1-0, ma il gioco è fermo per la giusta segnalazione su Dzeko in fuorigioco: dopo 6’ di recupero cala il sipario al Mapei, un punto a testa per Sassuolo e Roma.
MARQUEZ DOMINA IL GP DI FRANCIA, DUCATI SUL PODIO
Marc Marquez domina e per il resto del gruppo c’è poco da fare. Al Gran Premio di Francia è ancora una volta il pilota spagnolo della Honda ad aggiudicarsi la gara centrando così la terza vittoria in stagione, seconda di fila dopo il successo a Jerez de la Frontera (per altro vittoria numero 300 per il team nipponico). E proprio come in Spagna, anche a Le Mans il campione del mondo ha preso il largo sulla concorrenza lasciando la polvere agli avversari. Ma la Ducati può esultare per la prima doppietta stagionale sul podio: infatti dietro a Marquez c’è Andrea Dovizioso in seconda posizione davanti al compagno di squadra Danilo Petrucci mentre Valentino Rossi si accontenta del quinto posto con un pizzico di fatica in sella alla sua Yamaha. Splendida battaglia al via con Marquez che scatta centralmente e ai suoi fianchi viene attaccato dalle due Ducati di Petrucci e Dovizioso mentre Rossi balza in quinta posizione davanti a Morbidelli. Dovi, però, nel tentativo di infilare Marquez all’esterno va lungo e scivola al settimo posto dando vita alla sua rimonta nei giri successivi. Petrucci prova a tenere il passo dello spagnolo ma dopo soli tre giri viene scavalcato da Miller e Rossi. È l’australiano a sfidare Marquez e a superarlo durante il corso del quinto giro subendo il controsorpasso due giri più tardi. In una gara a full gas e con poca gestione, Marquez fa la differenza e a metà gara impone un gap di un paio di secondi salutando la concorrenza. L’attenzione, dunque, va alla battaglia in mezzo al gruppo dove Miller crolla di prestazione e lascia strada libera a Dovizioso e Petrucci. I due ducatisti danno vita a uno splendido duello negli ultimi giri con il pilota di Terni che per ben due volte cerca il sorpasso all’interno per poi finire largo in uscita dalla curva. Dovi tiene il ritmo e la giusta concentrazione per mettere al sicuro il secondo posto fino al traguardo, dietro ovviamente un Marquez sempre più devastante. “Quest’anno mi trovo meglio con la moto e per questo faccio questo stile di gare – ha sottolineato Marquez al termine della gara -Sicuramente farò fatica in altre gare ma per ora sono contento”. Secondo posto, invece, per Dovizioso che accoglie il risultato con grande ottimismo per il futuro: “Marc e Honda sono di poco più forti di noi ma rimaniamo tranquilli e cerchiamo di migliorare dove abbiamo il margine”. Mentre Petrucci è entusiasta della lotta con Dovi e del ritorno sul podio: “Questo podio ci voleva ed è grazie a Dovizioso. Lui mi ha dato tanti consigli, ho provato ad attaccarlo ma è stato più veloce”. Quinto posto per Rossi che chiude alle spalle di Miller: “Negli ultimi giri andavo più forte ma mi è mancato quel pelo per superarlo. Peccato, ma siamo comunque arrivati vicini alle Ducati”. Anche in Moto 2 c’è un Marquez che esulta ed è Alex, fratello del leader del campionato: lo spagnolo torna alla vittoria dopo quasi due anni dall’ultima volta davanti ai connazionali Navarro e Fernandez. Da segnalare, invece, una brutta caduta per l’italiano Baldassarri nell’incidente con Pasini. In Moto 3 prima vittoria per il team Petronas con McPhee davanti all’italiano Dalla Porta, terzo gradino del podio per Canet.
EMPOLI SPERA, PARMA SALVO, ROMA NELLE COPPE
L’Empoli ha battuto fra le mura amiche, per 4-1, il Torino (terzo successo di fila): adesso è quartultimo, a quota 38, e “vede” la salvezza. Di contro, per i granata sfumano i sogni di gloria: la Roma è a più tre ed è matematicamente in Europa (perchè è in vantaggio negli scontri diretti).
Contemporaneamente il Parma, al Tardini, ha battuto di misura la Fiorentina (1-0). I ducali sono salvi; i viola dovranno tremare sino all’ultimo secondo: sono fermi a 40 punti, al pari dell’Udinese e del Bologna. Grande paura, poi, in casa Genoa, che ora è terzultimo, a quota 37.
Emozioni a mai finire al “Castellani”. Vantaggio dell’Empoli al 27′ con un piattone in diagonale all’angolino di Acquah. A fine primo tempo palo colpito da Belotti. Nella ripresa ha riportato lo score in parità il neo entrato Iago Falque, con classico colpo mancino a girare. Poi è stato show degli azzurri. Nell’ordine sono finiti sul tabellino dei marcatori: Brighi (in gol dopo 29″ dal suo ingresso in campo), Di Lorenzo e Caputo. Gioia e speranze per Andreazzoli e i suoi uomini.
Festa iniziata invece a Parma. Dopo i pali colpiti da Gervinho e Gagliolo per i ducali e da Chiesa e Milenkovic per la Fiorentina, la gara è stata decisa, a dieci minuti dal termine, da uno sfortunato autogol di Gerson. Nell’ultima giornata di campionato sfida da dentro o fuori: i viola ospiteranno al “Franchi” il Genoa.
Nel lunch match, al Bentegodi, è terminata a reti inviolate Chievo-Sampdoria. Festa per Pellissier, all’ultima uscita davanti al suo pubblico; zero gol per il capocannoniere del torneo Quagliarella.
(ITALPRESS).
NADAL RE E PLISKOVA REGINA AL FORO ITALICO
Al Foro Italico di Roma è stato incoronato Re Rafael Nadal. Lo spagnolo ha vinto oggi la finale degli Internazionali Bnl d’Italia, Masters 1000 Atp, battendo Novak Djokovic con il punteggio di 6-0 4-6 6-1. E’ il nono successo di Nadal sulla terra rossa della capitale.
La volee affannata di Nole sul match point è la fotografia della partita. A Djokovic, che ha giocato cinque ore e mezza (fra quarti e semifinale) per arrivare in finale agli Internazionali d’Italia, infatti, non sono rimaste sufficienti energie per reggere a una terza maratona. Così, dopo due ore e 25 minuti, si sono alzate le bandiere spagnole per Nadal. L’iberico ha vinto 25 punti in più negli scambi sopra i cinque colpi. Poi ha fatto otto vincenti in più di dritto, costringendo il serbo a due errori forzati in più e al doppio degli errori gratuiti. Grazie a questi numeri Nadal ha conquistato il 34° Masters 1000 della carriera, su 50 finali disputate. Appuntamento per una nuova sfida fra i primi due del mondo al Roland Garros (Djokovic saldamente primo, lo spagnolo secondo).
Karolina Pliskova, invece, la nuova regina di Roma. E’ la prima tennista ceca 41 anni dopo Regina Marsikova a trionfare al Foro Italico. Nella finale odierna ha battuto per 6-3 6-4, in un’ora e 25 minuti di gioco, la britannica Johanna Konta. Per la Pliskova è il 13esimo titolo in carriera, su 25 finali disputate: grazie a questo successo da domani risalirà al gradino numero 2 del ranking mondiale.
(ITALPRESS).










