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BRIGNONE INAUGURA MOSTRA “TRAIETTORIE LIQUIDE”

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Dalla montagna al mare. “Un paradosso”, come lo definisce il fotografo Giuseppe La Spada, per sensibilizzare sullo scioglimento dei ghiacciai e sull’inquinamento delle plastiche in mare. La campionessa olimpica di Sci, Federica Brignone e Banca Generali hanno presentato, a Roma, la mostra “Traiettorie  Liquide”. Il progetto, fortemente sostenuto dall’atleta azzurra, richiama sull’esigenza di monitorare i mari e i fiumi, poiche’, secondo le stime dell’Onu, nel 2050 saranno otto le tonnellate di plastica che avranno invasi i mari, portando a una possibile presenza di piu’ plastica rispetto ai pesci. Per affrontare il delicato tema, Brignone e La Spada hanno scattato in due diversi set: nelle acque di Lipari, care al fotografo siciliano, e in una piscina di Abano, inondata simbolicamente da rifiuti di plastica. “Il grosso problema sono i frammenti che provengono dai tessuti, ma anche nelle  creme, dagli shampoo e dai tanti prodotti che scarichiamo quotidianamente in acqua”, spiega Brignone, riferendosi alla dispersione delle micro-plastiche. “Il progetto di Traiettorie – prosegue – e’ nato due anni fa, ma non e’ finito. Continuera’ quest’estate con una terza traiettoria. E’ un’iniziativa alla quale tengo moltissimo. Provengo da una famiglia che ripone molta attenzione al riciclaggio, alla raccolta differenziata e, essendo un’atleta, ho pensato che fosse importante fare qualcosa di piu’ grande”.


“Abbiamo deciso di appoggiare Federica – una campionessa olimpica ma anche dei valori – perche’ la sua personalita’ e’ molto vicina al nostro mondo. E’ bello riuscire ad avere una campionessa che da’ un messaggio cosi’ forte con queste foto e poterla sostenere”, ha detto Massimiliano Ruggiero dell’area manager di Banca Generali. “E’ da dieci anni che lavoro con l’acqua, ma questo e’ stato forse il mio lavoro piu’ difficile. Sia per la discesa con
gli sci in acqua che per il timore che Federica potesse infortunarsi. Ogni volta che si calava in acqua, con l’aiuto di alcuni assistenti, avevo pochissimi secondi, circa 20, per fare al massimo tre scatti. Federica provava subito a riprodurre una posizione con gli sci, ma non e’ stato facile”, ha spiegato La Spada all’Italpress. Dopo la tappa di Roma, in via Bissolati, l’esposizione approdera’ nelle principali sedi di Banca Generali Private di tutta Italia.
(ITALPRESS).

MANCITY BLINDA GUARDIOLA, RISALE SARRI PER JUVE

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Guardiola alla Juve, anzi no. Da quando la società bianconera ha ufficializzato il divorzio da Massimiliano Allegri è un continuo rincorrersi di voci: Simone Inzaghi, Sinisa Mihajlovic, Antonio Conte, Maurizio Sarri, di nomi ne sono stati accostati tanti alla panchina juventina. E l’ultimo in ordine di tempo è quello di Pep Guardiola. Ma nel caso del tecnico catalano si è andati anche oltre: se fino a qualche settimana fa era una semplice suggestione smentita dal diretto interessato (“Non andrò alla Juve, sarò l’allenatore del Manchester City anche la prossima stagione”, aveva messo in chiaro prima della finale di FA Cup), oggi è circolata voce che si fosse in realtà già giunti a un accordo per le prossime 4 stagioni, con tanto di data sia dell’annuncio che della presentazione, quel 14 giugno in cui le visite allo Stadium sono state sospese. Azioni della Juve in rialzo in Borsa e crollo delle quote fra gli scommettitori sul nome dell’ex allenatore di Barcellona e Bayern Monaco. Al City hanno inizialmente scelto la strada del silenzio: i vertici del club hanno fatto trapelare al “Sun” la massima tranquillità sul futuro di Guardiola, sotto contratto fino al 2021. Poi è stato Alberto Galassi, membro italiano del CdA dei Citizens, a spazzare via ogni dubbio.

“Siamo veramente al ridicolo – ha sbottato ai microfoni di Sky Sport – La volontà di Guardiola è di rimanere. La prima cosa che un club serio fa è contattare l’altro club visto che Guardiola è sotto contratto. Il Manchester City non può essere all’oscuro, è tutto totalmente privo di fondamento”. Da escludere anche un dietrofront di Guardiola, “una persona seria, un professionista eccezionale, che non riesce a comprendere come la sua parola non venga ascoltata: non vuole andare via e non si avvarrà di nessuna clausola. Ho parlato con Nedved, siamo amici da molti anni e ci siamo fatti due risate. Entrambi ci siamo resi conto che la questione è diventata ridicola”. A questo punto il favorito per il dopo-Allegri torna Sarri, per quanto anche il tecnico del Chelsea ieri abbia ribadito di voler rimanere a Londra. Ma sulla sua conferma ci sono meno certezze Oltre Manica. Nemmeno la vittoria dell’Europa League, infatti, potrebbe bastare: oltre ai dubbi sul piano tattico e sui metodi d’allenamento, lo spogliatoio non avrebbe gradito il modo in cui Sarri ha trattato il capitano Gary Cahill e potrebbe spingere per il suo allontanamento. Anche i tifosi dei Blues hanno da tempo ‘scaricato’ l’allenatore italiano, a maggior ragione da quando si fa il nome di Frank Lampard, una leggenda del club, per la sua successione.

Il Chelsea, insomma, potrebbe non ostacolare l’addio di Sarri – che ha ancora un anno di contratto con opzione per una terza stagione – con la Juve che lo accoglierebbe a braccia aperte: stando all'”Evening Standard”, i bianconeri avrebbero già dato la disponibilità a ‘risarcire’ gli inglesi con un indennizzo da poco più di 5,5 milioni di euro.

MERCEDES DOMINANO LIBERE MONACO NEL NOME DI LAUDA

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A guardare l’andazzo delle due sessioni di prove libere del Gran Premio di Monaco la Mercedes non sembra avere avversari anche le weekend glamour di Monte-Carlo. Le due frecce d’argento, nel primo weekend in cui piangono la scomparsa di Niki Lauda, hanno tutti i numeri per potersi giocare in famiglia pole position e vittoria e magari dedicare la sesta doppietta di fila alla memoria del tre volte campione del mondo, presidente non esecutivo e grande consigliere sia di Hamilton e Bottas che di Toto Wolff e tutto il resto del team. I tempi fatti segnare nel giro secco ed anche nel passo gara non lasciano dubbi. Il cinque volte campione del mondo, infatti, gira in 1’11″118, aggiudicandosi il primo round con il compagno di squadra. Valtteri Bottas, però, si ferma a soli 81 millesimi, dimostrando che per le qualifiche di sabato e la gara di domenica, sul toboga del Principato c’è anche lui.
Le due W10 si confermano le migliori anche quando si gira in assetto gara. Sebastian Vettel con la Ferrari firma il terzo tempo ma è ben lontano dalle monoposto tedesche, a 763 millesimi. Una eternità su una pista lenta come quella monegasca, dove la SF90 sembra patire le curve lente come a Barcellona. Il beniamimo di casa Charles Leclerc è solo decimo a 1″2, a causa di uno spiattellamento delle gomme soft nella sua ricerda del giro migliore. Nella seconda fila virtuale di questo giovedì, quindi, si issa Pierre Gasly con la Red Bull. Il francese è poco più lento di otto decimi e nel passo gara, sul finire della seconda sessione è sembrato migliore rispetto alle rosse. Meno contento il suo compagno di squadra Max Verstappen, più lento di un decimo e dietro alla Toro Rosso del londinese Alexander Albon. Per l’olandese un problema con un radiatore, bucato da un detrito che ha costretto il team a perdere del tempo prezioso per sostituirlo e con un cambio di assetto non molto gradito.
Nella Top10 anche altre tre monoposto motorizzate Ferrari con la Haas di Kevin Magnussen, settima ad un secondo da Hamilton, davanti alle Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi e Kimi Raikkonen, rispettimanente ottavo e nono, divisi da un decimo. Venerdì giornata di pausa per cercare di migliorare qualcosa in vista delle qualifiche del sabato. E partire davanti su questo tracciato è come aver in tasca metà vittoria.

PAPA FRANCESCO “CALCIO RIMANGA GIOCO DI SQUADRA”

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“Dietro una palla che rotola c’è quasi sempre un ragazzo con i suoi sogni, le sue aspirazioni, il suo corpo e la sua anima: in una attività sportiva non sono coinvolti solo i muscoli, ma c’è tutto. Il calcio è un gioco di squadra, non si ci può divertire da soli e se è vissuto così può far bene alla testa e al cuore”. Questo il messaggio di Papa Francesco ai tantissimi bambini presenti  nell’incontro “Il calcio che amiamo” rivolto alle nuove generazioni e ospitato dalla Santa Sede nell’Aula Paolo VI. “Io penso che è il gioco più bello del mondo, ma è una opinione personale – ha aggiunto il Santo Padre – A volte, però, assistiamo purtroppo a fenomeni che marchiano questa bellezza: mi piace sottolineare che la vostra federazione si chiama Federazione italiana gioco calcio, c’è proprio la parola gioco. E questa parola viene dimenticata e sostituita da altre meno coerenti, il calcio è un gioco e tale deve rimanere”. Presenti diverse personalità di spicco, tra gli altri, il presidente del Coni Giovanni Malagò, quello della Figc Gabriele Gravina e il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. “Lo sport è una grande occasione per imparare a dare il meglio di sé con sacrificio, impegno ma soprattutto non da soli – ha rimarcato il Pontefice – E’ facile isolarsi in questo tempo di legami virtuali a distanza ma il bello di giocare con un pallone è poterlo fare assieme agli altri, imparando a costruire azioni di gioco. Il pallone diventa un mezzo per invitare le persone reali a condividere le amicizie, per mettere alla prova le proprie abilità”. Papa Francesco poi si sofferma sul ruolo dei genitori: “Vi esorto a trasmettere questa mentalità ai vostri figli, incoraggiarli nei momenti difficili e aiutare a capire che la panchina non è un’umiliazione ma una occasione di crescita e opportunità per qualcun altro perché oltre la partita c’è la vita che ci aspetta”. Infine un messaggio agli allenatori e ai dirigenti: “Allenare è una sorta di accompagnamento, ci si allena per migliorare le proprie qualità fisiche e tecniche, in questa avventura voi allenatori avete un ruolo importante perché vi trovate ad essere dei punti di riferimenti per i ragazzi – ha dichiarato il Papa – Tutto ciò che dite o fate diventa insegnamento per i vostri atleti, lascerà un segno indelebile per gli atleti nella loro vita, in bene o in male. Non trasformate i sogni dei vostri ragazzi in facili illusioni, non opprimete la loro vita con forme di ricatto che bloccano la loro libertà o fantasia, o ad insegnare scorciatoie che portano a perdersi nel labirinto della vita. Possiate essere complici e perdervi nel sorriso dei vostri atleti. E ai dirigenti dico custodite sempre l’amatorialità del calcio”, ha concluso il Pontefice.

LIPPI TORNA CT DELLA CINA, OBIETTIVO MONDIALI 2022

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Pochi mesi dopo il suo addio, Marcello Lippi risale a bordo. La Federcalcio cinese ha ufficializzato il ritorno del 71enne tecnico viareggino come ct della nazionale, riprendendo il discorso interrotto dopo l’eliminazione ai quarti della Coppa d’Asia di inizio anno. Per Lippi ora il compito di provare a portare la Cina alla fase finale dei Mondiali del 2022 in Qatar, a vent’anni dalla prima e unica apparizione della nazionale asiatica in una rassegna iridata. “Sin da quando Lippi ha iniziato ad allenare la squadra, i giocatori hanno mostrato uno spirito positivo, determinato e combattivo – spiega la sua scelta la Federcalcio di Pechino – Crediamo che la guida di Lippi e del suo staff possa avere un grande impatto sui sogni mondiali della nazionale”. L’ex ct azzurro ri-debutterà il 7 giugno in amichevole contro le Filippine, per poi affrontare 4 giorni dopo il Tajikistan. A settembre, invece, il via alle qualificazioni mondiali.

Sbarcato in Cina nel maggio 2012 per assumere la guida del Guangzhou Evergrande (tre campionati, una Coppa di Cina e la Champions League asiatica il suo bottino), Lippi aveva accettato il ruolo di ct della nazionale nell’ottobre 2016, sfiorando il pass per il Mondiale russo (3 vittorie, due pari e una sconfitta nelle sei rimanenti gare di qualificazione). Dopo la Coppa d’Asia negli Emirati Arabi, chiusa ai quarti contro l’Iran, l’ex ct azzurro aveva deciso di lasciare, la panchina della nazionale era stata affidata ad interim per un paio di amichevoli a Fabio Cannavaro – già impegnato come allenatore del Guangzhou – prima della decisione di richiamare Lippi per provare a conquistare un posto in Qatar.

GIOCHI2026, MILANO-CORTINA “SODDISFA TUTTI I CRITERI”

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“Gli elementi chiave per qualsiasi Olimpiade di successo includono una chiara visione allineata con obiettivi di sviluppo a lungo termine, un solido piano di azione, un sostegno costante da parte di tutti i settori della società e la migliore esperienza possibile per gli atleti: Milano-Cortina soddisfa tutti questi criteri”. Arrivano buone notizie dal report stilato dalla commissione di valutazione del Cio sulla candidatura italiana per i Giochi Olimpici invernali del 2026. “Milano-Cortina abbraccia pienamente lo spirito e la filosofia dell’Agenda2020, sostenibilità ed eredità sono le priorità – si legge nel report – Tredici dei quattordici luoghi individuati per le gare sono già esistenti o saranno temporanei. L’unica nuova struttura, che ospiterebbe l’hockey su ghiaccio, è un’arena multiuso che lascerà un’importante eredità. E il villaggio olimpico di Milano sarà convertito in alloggi necessari per la rapida crescita della città e della popolazione universitaria. Entrambi questi progetti sono finanziati da privati e pianificati indipendentemente dai Giochi invernali”. Il Cio sottolinea anche che  la candidatura di Milano-Cortina “gode di un forte sostegno a tutti i livelli, dal settore privato alla società civile fino al governo; è guidata dal Comitato olimpico nazionale italiano e ha il sostegno unificato del movimento sportivo, del settore privato e delle amministrazioni nazionali, regionali e cittadine, fornendo solide basi per lo svolgimento dei Giochi. Tutte le parti coinvolte sono unite sulla visione delle Olimpiadi. Il governo del primo ministro Giuseppe Conte ha espresso il proprio sostegno e fornito tutte le garanzie pertinenti in materia di sicurezza, dogane, immigrazione e altri servizi. I governi regionali della Lombardia e del Veneto sono le forze guida che sostengono la candidatura e hanno fornito le garanzie finanziarie per la costruzione e il rinnovamento delle sedi di gara, lo svolgimento dei Giochi e i servizi pubblici. Lombardia e Veneto sono due delle regioni più ricche d’Italia, insieme rappresentano circa il 30% dell’economia italiana”. A questo si aggiunge che “i Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026 rappresenterebbero una vetrina per il Nord Italia con luoghi iconici e bellissime ambientazioni che si estendono dalle piazze di moda del centro storico di Milano fino ai villaggi di montagna delle Dolomiti e che garantirebbero agli atleti un’esperienza indimenticabile. La candidatura presenta una chiara visione per utilizzare i Giochi come catalizzatore per promuovere lo sviluppo economico in tutto il Nord Italia, incluso il sostegno alle regioni per la promozione turistica e come stimolo delle attività economiche delle aree metropolitane e di montagna. Il Nord Italia ha spazi e territori di livello internazionale per gli sport invernali con luoghi che beneficiano di operatori esperti e professionali e una solida rete di volontari e fan appassionati, ognuno dei quali garantirebbe un’esperienza indimenticabile per gli atleti”.

Ma le buone notizie non terminano qui. Severe, infatti, le critiche del Cio nei confronti dell’altro dossier. “Il comune di Stoccolma ha deciso di non firmare il contratto da città ospitante, dichiarando di poter affittare le strutture sportive necessarie per i Giochi e di poter assicurare i servizi pubblici allo stesso livello e alle stesse condizioni di qualsiasi altro evento organizzato nei confini della città. Il contratto sarebbe dunque firmato dal comune di Are e dal Comitato olimpico svedese”. Mentre sono state fornite le lettere di intenti”, la candidatura di Stoccolma-Are, inoltre, deve “ancora presentare le garanzie vincolanti per le nuove strutture: il villaggio olimpico di Stoccolma, l’ovale per il pattinaggio di velocità e le sedi del biathlon e dello sci di fondo”.

DE ROSSI AL PASSO D’ADDIO, APPELLO RANIERI “SIA FESTA”

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Che sia una festa, con tanto amore, per salutare il capitano. Domenica all’Olimpico contro il Parma Daniele De Rossi vestirà per l’ultima volta la maglia della Roma. Lo farà entrando in campo dal primo minuto, fascia al braccio, “perchè merita questa standing ovation”, annuncia Claudio Ranieri, che chiede al pubblico giallorosso di mettere da parte la rabbia di queste ultime settimane nei confronti della società per rendere il giusto tributo al suo beniamino. “Mi auguro che ci sia l’atmosfera che Daniele merita, vedere lo stadio ricolmo d’amore per lui. Deve essere una festa per Daniele, per tutto quello che ha dato alla Roma e per il modo in cui l’ha dato. Mi aspetto una cosa positiva per lui al 100%. E Daniele deve fare una grande partita: se ci tengo io a finire bene, immagino lui”. La decisione della Roma di non rinnovare il contratto di De Rossi, “come per lui anche per me è stato un fulmine a ciel sereno. Non l’avevo mai pensato, non ne avevamo mai parlato”, confessa poi il tecnico di Testaccio, pronto a pagare qualsiasi multa in caso di fascia personalizzata. Di sicuro, con De Rossi, se ne va un calciatore “che riesce a trasmettere col suo gioco la passione per la maglia, che sia quella dell’Italia o della Roma. Si vede che esprime tutta la sua voglia di fare bene – sottolinea ancora Ranieri – Questo non vuol dire che gioca sempre bene ma cerca di dare sempre il 100% ed è positivo all’interno dello spogliatoio, un punto di riferimento, un giocatore di qualità ma con un grosso carattere e questo fa sì che nei momenti difficili i compagni si appoggino su di lui”. Ma quella col Parma sarà anche l’ultima partita di Ranieri alla guida della Roma. Arrivato dopo l’esonero di Di Francesco, il tecnico non è riuscito a centrare l’obiettivo Champions ma lascia senza rimpianti. “Ho cominciato a sentire mia questa squadra giorno dopo giorno, era una squadra già plasmata e abituata a un certo tipo di gioco, ho capito che dovevo incidere sullo stato morale, sull’autostima. Abbiamo lavorato bene anche sull’aspetto difensivo, cercando di prendere meno gol, e strada facendo i ragazzi mi hanno capito sempre di più. Ma non c’è rammarico: sono uno pratico, sapevo quando ho firmato che sarebbe finita la mia storia ma l’ho fatto con voglia e passione e posso solo augurare il meglio a chi verrà dopo di me”. Che erediterà “un gruppo valido, ben miscelato, con anziani giusti e giovani giusti. Forse da qualche giovane ci si aspettava di più ma il nucleo è sano. Si ripartirà da una classifica deficitaria ma non si ripartirà da zero. La squadra si è ripresa, ha fatto vedere di essere compatta, di lottare per un obiettivo”. Se c’è però qualcosa che tornando indietro cambierebbe, è il fatto che “sono uscite troppe voci, su di me, su Dzeko, su Zaniolo. Sulle altre squadre è uscito qualcosa ma all’ultimo, da noi è successo quando si doveva spingere tutti verso un’unica direzione, verso il raggiungimento di un obiettivo importante ma difficile. Ci sarebbe voluta di più una linea comune”. E a livello individuale, c’è il rimpianto di non essere riuscito a tirare fuori il meglio da Schick: “Sono convinto che sia un grandissimo giocatore ma ci sono calciatori che a 19 anni sono già maturati e altri no. Spero che possa rimanere e far vedere che non mi ero sbagliato”. Ma cosa riserva invece il futuro a Claudio Ranieri? “Mi sono sempre sentito un allenatore ‘europeo’, sin dalla mia prima esperienza in Spagna: dove ci sarà un progetto che mi intriga, vado”.

DYBALA “VOGLIO RESTARE ALLA JUVE, GRAZIE ALLEGRI”

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“Forse non è stata una stagione come le altre, ma tanti obiettivi a livello di gruppo li abbiamo raggiunti e questa è la cosa più importante”. Questo il sintetico bilancio di Paulo Dybala su una Juventus che ancora una volta ha vinto il campionato, ma che non è riuscita ad arrivare fino in fondo in Champions e che, questa volta, non ha trionfato in Coppa Italia. Anche per l’argentino non è stato il suo miglior anno in bianconero e secondo le indiscrezioni di mercato potrebbe essere stato l’ultimo. “Ho parlato con Paratici, sa quello che penso e che voglio fare l’anno prossimo, ovvero continuare a giocare nella Juventus. Come tutti sanno non dipende da me, la Juve deve fare le sue scelte, deve costruire la squadra con il nuovo allenatore, ma sanno che io voglio restare qui – dice Dybala impegnato in un evento promozionale a Milano -. Le voci sull’Inter? Ho molto rispetto per questa maglia e per i tifosi della Juve e non parlerò di altre squadre perchè mi sembrerebbe una mancanza di rispetto”.
Il futuro di Dybala è ancora incerto, quello di Allegri è deciso, non sarà più alla Juventus. “Ho ringraziato il mister per quello che ha fatto per me, qui alla Juve ho avuto solo lui come tecnico, ma gli siamo tutti grati per quello che ha fatto per noi e gli auguriamo il meglio”, dice Dybala che non si sbilancia sul successore di Allegri. “Non so chi arriverà, speriamo che sia uno bravo per poter vincere tutto. La cosa più importante è sempre vincere come dice la società e come dicono i miei compagni, poi tutti vogliono vedere un bel calcio, ci sono tanti allenatori che  sanno fare un bel gioco, ma toccherà alla società scegliere”, dice Dybala che sulla stagione vissuta al fianco di Cristiano Ronaldo dice: “Giocare con lui è stata una bellissima esperienza, come dico sempre ho la fortuna di giocare con i due migliori fenomeni della storia del calcio ed è difficile trovare le parole per spiegare questa sensazione”, il riferimento è ovviamente a Lionel Messi con il quale disputerà la Coppa America con la maglia Albiceleste. “Tutto il gruppo ha tanta voglia di vincere, è una Coppa molto importante per noi e per tutta l’Argentina, vogliamo portare il trofeo nel nostro Paese”, ha concluso Dybala.
(ITALPRESS).