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FRANCIA VOLA AGLI OTTAVI, PARI D’ORO PER DANIMARCA

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La Francia brilla un tempo, poi va in apnea ma vola agli ottavi. Il gol di Mbappè basta a stendere un Perù volitivo e sfortunato, che vede chiudersi l’esperienza russa con un turno d’anticipo mentre i Bleus possono già guardare alla fase a eliminazione diretta.
Dopo la vittoria sofferta con l’Australia, Deschamps cambia: fuori Tolisso e Dembelè, dentro Matuidi e Giroud per un 4-2-3-1 che vede lo juventino sulla sinistra, dove spesso lo ha impiegato Allegri. E dopo un velleitario tentativo di Yotun a cercare di sorprendere Lloris fuori dai pali, è monologo Bleus. Griezmann calcia male da posizione angolata, Pogba sfiora il palo da fuori, quindi Varane mette alto di testa mentre Gallese si oppone con i piedi ancora all’attaccante dell’Atletico. La Blanquirroja ha un sussulto d’orgoglio con Guerrero, finalmente titolare, che mette a sedere Umtiti ma si vede negare il gol da Lloris. E qualche minuto dopo, al 34′, la Francia passa: Pogba premia l’inserimento in area di Giroud, tiro deviato e Mbappè da due passi appoggia in rete, facendosi perdonare l’errore commesso poco prima davanti a Gallese. Coi suoi 19 anni l’attaccante del Psg è il più giovane calciatore nella storia della Francia ad andare in gol in un grande torneo. Gareca si gioca la carta Farfan e a inizio ripresa trema la porta di Lloris sulla botta dalla distanza di Aquino che centra l’incrocio dei pali. C’è un altro Perù in campo e la Francia soffre. Carrillo ci prova ma la palla finisce alta, poi Farfan trova solo l’esterno della rete sul cross di Advincula. I Bleus si rivedono solo nel finale col neo-entrato Dembelè ma passata la paura c’è spazio per la festa.

La vittoria della Francia fa il gioco della Danimarca, seconda nel girone C a quota 4 e avversaria dei transalpini nell’ultima giornata. A Samara la squadra di Hareide fa un bel passo avanti verso gli ottavi strappando un pari a un’Australia che, come all’esordio, gioca bene ma raccoglie poco. La Danimarca capitalizza al meglio l’ottimo avvio (Eriksen in gol dopo 7 minuti) e poi resiste al ritorno dei Socceroos. La squadra di Van Marwijk conferma quanto di buono mostrato con la Francia ma dopo il pari trovato su rigore con Jedinak non riesce a completare la rimonta: un punto in due gare è un magro raccolto per quanto seminato, specie a fronte dei 4 della Danimarca, ma l’aritmetica lascia viva una flebile speranza: la sfida col Perù di martedì prossimo può ancora regalare il sogno.
Con Schone al posto dell’infortunato Kvist come unica novità rispetto all’esordio, la Danimarca prende subito l’iniziativa e al 7′ una combinazione fra Nicolai Jorgensen ed Eriksen porta al gol: errore in uscita dei Socceroos, la punta del Feyenoord vede l’inserimento da dietro del numero 10 che con uno spettacolare sinistro al volo non lascia scampo a Ryan. L’Australia rischia di andare sotto 2-0 ma poi piano piano prende coraggio e al 36′, con l’aiuto della Var (mani di Poulsen sul colpo di testa di Leckie, ammonito il danese che salterà la sfida coi Bleus), ottiene la chance per il pari: Jedinak non si fa intimorire da Schmeichel e lo spiazza, firmando l’1-1. Nella ripresa meglio la squadra di Van Marwijk che però manca della lucidità necessaria per ribaltare la gara, con Arzani prima e Leckie poi che nel finale non riescono a battere Schmeichel.
(ITALPRESS).

MANCINI “CHE SOFFERENZA I MONDIALI IN TV”

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“Nel 2019 dovremo venire qui a Matera a giocare con la Nazionale”. Così il commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio Roberto Mancini, intervenuto a Matera per l’inaugurazione della mostra sui 120 anni della Figc, che sarà a nella Città dei Sassi fino al 5 luglio. “In quattro ore mi sono già innamorato di questa città. Chiederò a Michele Uva di fare in modo di venire a giocare una partita della Nazionale”. E dopo la dichiarazione d’amore del cittì azzurro alla Città dei Sassi, non ci si poteva esimere dal parlare di calcio giocato. E in questo momento il calcio giocato si svolge in Russia: “Mondiale da spettatori? E’ una sofferenza per noi, tutte le persone che sono qui credo non abbiano mai visto l’Italia fuori dai Mondiali. Quindi, non si sta benissimo. Allo stesso tempo, vedendo le prime gare credo che l’Italia ci potesse stare tranquillamente, nonostante non sia un momento così brillante”. “Balotelli capitano? E chi lo sa…”, risponde Mancini. Al cittì gli viene chiesto di Chiesa sa è meglio per lui restare a Firenze o rispondere a qualche sirena di mercato: “Non consiglio niente, spero solo che soprattutto i giocatori giovani come Federico possano avere la possibilità di giocare sempre. Questo è molto importante per loro e per la Nazionale”. Infine, un giudizio sul russo Golovin seguito dalla Juventus e dal Chelsea:”E’ un giocatore giovane, molto bravo tecnicamente, ha delle qualità per poter giocare in Italia”. Prima di andare a visitare la mostra Mancini ha fatto il suo pronostico per la competizione russa: “Penso che vincerà il Brasile”. Poi un giudizio complessivo sul Mondiale: “Non si possono ancora dare giudizi  perché la prima partita è sempre difficile per tutti. Altre favorite? Francia, Spagna. Sorprese? Inghilterra, Belgio, forse”. Ma il banco di prova, quello vero per lui, inizerà dopo il Mondiale, quanto gli azzurri giocheranno le gare per la qualificazione ai prossimi Europei: da quel momento Roberto Mancini dovrà fare sul serio con la sua Italia.
(ITALPRESS).

MICCICHE’ “ANDARE OLTRE I 90 MINUTI DELLA PARTITA”

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“Molti sono andati oltre, chiedendomi se non fossi diventato pazzo. Invece, come spesso capita, la situazione, è molto più semplice. Ho sempre stimato e apprezzato Malagò, lo trovo positivo, diretto, mi ha descritto la natura dei problemi, la situazione che stava vivendo il calcio e la Lega serie A in particolare”. In un’intervista al ‘Corriere della Sera’, Gaetano Micciché spiega i motivi che lo hanno indotto ad accettare l’invito del presidente del Coni, Giovanni Malagò, a guidare i club della massima serie, che lo scorso 19 marzo l’ hanno eletto all’unanimità a capo della Lega di Serie A. “L’esperienza si sta rivelando interessante – spiega il 57enne dirigente palermitano – Mi occupo di calcio, quindi di sport, di uomini, di società, aziende, città, prodotti. Con l’intento di valorizzare al meglio il prodotto calcio. Credo che si sia partiti bene nella gestione e vendita dei diritti tv”. Nel merito, Micciché fornisce le cifre giuste degli ‘incassi’ della Serie A: “Ai 973,3 milioni tra Sky e Perform per l’utenza sul territorio nazionale, si devono aggiungere i 371 milioni per il mercato internazionale e i 35,5 per la Coppa Italia sul mercato domestico. Poi ci sono altri pacchetti per una quarantina di milioni: si supera quota 1,4 miliardi. Nel totale, un incremento rispetto al triennio 2015-2018 di circa 200 milioni. E poi ci sono bonus dai broadcaster che possono raggiungere 150 milioni all’anno e che sono collegati alla crescita degli abbonati: così la Lega è coinvolta nella creazione di valore e nei risultati, un meccanismo molto nuovo e incentivante. Si può fare sempre meglio certo…”. Arrivare a tale risultato è stato faticoso: “C’è stata la naturale discussione per un problema così spinoso. La giusta osservazione è un’altra: nelle tre delibere decisive sull’argomento, il consenso dei 20 presidenti è stato unanime. Non è un risultato da poco”. La situazione migliore per un presidente: “Nella mia esperienza professionale, la strategia, quando partecipo ad assemblee o a consigli di amministrazione, è rivolta a creare il consenso, grazie al quale le decisioni diventano l’espressione di una volontà condivisa e non c’è più neanche bisogno di votare. Si vota solo quando non si comprendono le logiche di una decisione, di una scelta”. Il numero uno di via Rosellini si dice deluso dall’intervento della spagnola Mediapro: “Si è rivelata inadempiente e in certe occasioni i suoi responsabili hanno fatto dichiarazioni che non ho compreso. Non hanno poi seguito consigli e suggerimenti forniti per il bene generale. Sky la fa da padrone e fa troppa politica? Io sono soddisfatto del prodotto calcio fornito da Sky. Penso sia di ottima qualità. Quanto a far politica, non conosco la situazione del passato, una cosa è certa, con la mia presidenza non la farà”. Quale scopo si sia dato come presidente di Lega è presto detto: “Vorrei che si andasse oltre i 90′ della partita. La partita deve essere rivolta ad un interesse molto più ampio. Il calcio al servizio delle città, dell’appassionato, del tifoso. Un esempio progettuale: una piattaforma online della Lega, dove l’appassionato, che vuole andare allo stadio, visualizza il posto in tribuna, cerca e trova il biglietto giusto, si documenta non solo sulla squadra avversaria, ma anche sulla città che ospita quell’incontro, i mezzi di trasporto, treni e aerei per arrivarci, l’attività culturale in quella città e molti altri dati. La Lega dovrà poi aiutare a diffondere e quindi vendere meglio il merchandising delle società di calcio. Si fa ancora poco in questa direzione. Non si ha idea dell’interesse che c’è, io stesso in questi giorni ho avuto tantissime richieste da gente impensabile, mi creda, per tutto ciò che gira attorno alle squadre e ai suoi campioni. Se ce  la farò a convincere i presidenti e a portarli in questa direzione? Ho trovato dirigenti di alto livello. Ho un rapporto eccellente con ogni presidente. Molte delle mie idee provengono da loro…”. Per Micciché, convinto sostenitore del “gioco di squadra”, non c’è il rischio che i presidenti disputino una loro partita, facendo prevalere l’interesse personale: “Non è così e, comunque, non sarà così. Sono qui apposta perché prevalga l’interesse generale. Spesso si parla della Lega come la Confindustria del pallone, ma si è rivelata un’immagine non aderente alla realtà. Vorrei far diventare davvero la Lega un’associazione con una attività produttiva quotidiana sia a livello nazionale che internazionale. È così che ci si deve muovere se vogliamo davvero essere la Confindustria del pallone”. Infine, una panoramica sulla situazione stadi, compreso quello della Roma: “Il mondo del calcio ha bisogno di stadi nuovi, che possono anche rappresentare occasione di sviluppo e riqualificazione del territorio e dei servizi, non fonte di speculazione o di illegalità. In Italia gli stadi sono per lo più vetusti e privi di servizi. E questo ha effetto sulla presenza del pubblico: tra le Leghe europee quella italiana è quella con meno spettatori dal vivo: la questione dello stadio della Roma deve essere affrontata e risolta rapidamente, tutelando legalità e interessi dei cittadini”.
(ITALPRESS).
 

FIPSAS IN FESTA A 30 ANNI DA “LE GRAND BLEU”

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“From le Grande Bleu to the Olympic Dream”: Cmas, Ffessm, Coni e Fipsas, hanno celebrato presso il Salone d’Onore del Coni i trent’anni del film “Le Grand Bleu” di Luc Besson. Una celebrazione internazionale dello sport che si candida per il sogno olimpico nel 2024. “E’ un evento di grandissima importanza. Abbiamo voluto celebrare i 30 anni, ma andando avanti per costruire un filo conduttore che arrivasse fino ai nostri giorni. Mayol e Maiorca hanno iniziato questo percorso che oggi prosegue con altri campioni qui presenti. Uno sport puo’ ambire a essere  olimpico se ci sono due condizioni. C’e’ bisogno della sicurezza – dove abbiamo fatto passi da gigante –  e della televisione”, ha spiegato all’Italpress Ugo Claudio Matteoli, presidente Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attivita’ Subacquee). L’ingresso dell’apnea nel Mondo olimpico ritrova quindi nel film del 1988 un alleato prezioso per la promozione al grande pubblico. “L’apnea e’ uno sport antico, ma e’ molto attuale. Ha potenzialita’ strepitose. Ringrazio Alessia Zecchini, nostro orgoglio e patrimonio, e Claudio Matteoli, presidente fantastico della federazione”, ha detto Giovanni Malago’ nel discorso introduttivo.

  Lo sceicco del Kuwait Ahmad al-Fahad al-Sabah, presidente Presidente dell’Associazione dei Comitati Olimpici Mondiali (ACNO), ha invece ricordato come il suo paese sia legato alle immersioni: “E’ uno sport molto importante anche per me, senza le  immersioni la nostra storia non esisterebbe. I paesi del Golfo, grazie alle immersioni, hanno avuto modo di dare impulso alle proprio economie. Oggi l’apnea e’ classificata come eventi, non come sport, ma questo sogno olimpico puo’ diventare realta’ grazie all’agenda 2020”. Mario Pescante, membro del Cio, ha detto che “lo sport italiano puo’ dare un contributo tecnico a questa ambizione”, rimarcandone “la vocazione ambientale” e annunciando che, per limiti di eta’, non votera’ sull’apnea, ma sostenendone pubblicamente la candidatura.
(ITALPRESS).

ACCUSA DI ILLECITO, IL PARMA RISCHIA LA SERIE A

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La Procura della Figc, guidata dall’ex Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, ha chiuso le indagini sul Parma in merito agli sms inviati da due giocatori del club emilano, Emanuele Calaiò e Fabio Ceravolo, ai colleghi dello Spezia Filippo De Col e Alberto Masi prima dell’ultimo match del campionato di Serie B, terminato 2-0 per i ducali. L’accusa è di tentato illecito ed è dunque scattata la procedura per il deferimento del Parma che rischia anche di perdere la Serie A appena conquistata. Il Parma Calcio 1913 “apprende con sgomento e sconcerto le notizie di stampa riguardanti l’asserito deferimento per la presunta violazione dell’art. 7 del Codice di Giustizia Sportiva, che sarebbe stato contestato in data odierna dalla Procura Federale al Club e ai propri tesserati Emanuele Calaiò e Fabio Ceravolo per l’invio di alcuni messaggi di testo ad ex compagni di squadra prima della partita Spezia-Parma”. Così, in una nota, il club emiliano, che poi precisa alcuni punti. “Riteniamo che l’accusa di tentato illecito sportivo, se confermata visto che la società a tutt’ora non ha ancora ricevuto alcun tipo di comunicazione a riguardo, rispetto alle condotte riscontrate, sia sconcertante – si legge nel comunicato – Non riusciamo davvero a concepire come testo e tenore dei messaggi in questione possano integrare una fattispecie così grave e siamo convinti che chi dovrà giudicare lo farà nel rispetto delle norme, della giustizia e del buon senso. Il Parma Calcio 1913 continua a nutrire la massima fiducia nella Giustizia Sportiva, ma chiede che la verità venga stabilita nel modo più rapido possibile, per rispetto nei confronti del club e dei suoi tifosi”. “La Società – che  ricordiamo non è mai nemmeno stata convocata o ascoltata in ordine a questo procedimento – auspica che, come sono stati resi pubblici molti dettagli delle indagini, possano essere resi pubblici dalla Giustizia Sportiva, da subito o al termine del procedimento, anche i testi dei messaggi in questione, affinché tutti gli sportivi italiani possano avere contezza del tenore degli stessi”. “Già nel recente passato, il Parma Calcio ha dovuto sopportare danni di immagine notevoli in ordine ad accuse infamanti rivelatesi infondate, senza ricevere alcuna tutela. Nelle ultime settimane sta inoltre assistendo ad un crescendo di dichiarazioni aggressive e insinuanti da parte di tesserati e dirigenti di altre società, senza che nessuno abbia mai censurato questi comportamenti o mosso un dito. Il Parma Calcio non è mai entrato a far parte di questo circo. Continuerà a starne fuori. Ma non ha alcuna intenzione di partecipare a un processo mediatico, dove giorno dopo giorno si alternano notizie contrastanti e la Società si ritrova ad apprendere dai giornali l’evoluzione della inchiesta in questione. Per primi vogliamo chiarezza, giustizia e rispetto delle norme”. “Da ultimo vogliamo continuare a rassicurare i nostri tifosi, in quanto rimaniamo convinti che in alcun modo i fatti contestati possano rappresentare un illecito. Siamo pertanto certi che questa vicenda – che sta comunque arrecando al Parma ingenti danni di immagine, tecnici, commerciali ed economici – non potrà che definirsi senza conseguenze per il Parma Calcio. Chiediamo a tutti i nostri tifosi – termina la nota – di rimanere vicini a questa società e a questa squadra e a tutte le persone che la compongono, che meritano la fiducia di tutti noi per il comportamento sempre dimostrato in campo e fuori dall’inizio del nostro percorso di rifondazione”.
(ITALPRESS).

DA SONNO CR7 A STREAMING, QUANTE STORIE MONDIALI

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E se il segreto di questo Ronaldo dominatore fosse il riposo? È una delle storie a sfondo tecnologico che arrivano dalla Coppa del Mondo, in svolgimento in Russia. La prima è proprio una che riguarda il fenomeno portoghese. “Non vedo l’ora di usare SleepScore per monitorare il mio sonno”, con queste dichiarazioni CR7 ha lanciato questa app prima del Mondiale, e al di là dell’impatto mediatico e commerciale di un’endorsement simile, la vicenda riguarda un aspetto essenziale della vita non solo degli atleti, il sonno. “Non c’è un modo semplice per misurarlo”, ha detto in conferenza stampa, lanciando il prodotto, il CEO di SleepScore Labs Colin Lawlor. Ma la sfida lanciata da quest’azienda è supportata da un esperto medico da Harvard, un neurologo da Washington e quello che era conosciuto come lo “zar del sonno” di Apple, Mehmet Oz. Prima del capitano della nazionale portoghese, un’altra star dello sport, il leggendario surfista Laird Hamilton, si era speso per SleepScore.

Lo streaming supererà la tv lineare? È un’analisi di Sporttechie, website di riferimento in Usa, a seguito dei risultati di audience on line dopo le prime giornate di Mondiale, a dare una risposta. Dopo 4 giorni di gare, l’emittente in lingua spagnola Telemundo ha registrato 4,4 milioni di visitatori unici, con 32 minuti in media di visione. Nel 2014, al tempo del Mondiale brasiliano, erano stati in tutto 5,3 milioni gli spettatori on line, adesso quel numero è già stato superato ed è sulla buona strada per diventare l’evento in spagnolo più seguito su internet della storia d’America. La passione dei messicani per la propria nazionale del resto ha scatenato un terremoto durante la gara con la Germania. Non un modo di dire, ma un terremoto vero e proprio, per fortuna di bassa entità e non notato dai milioni di fans scatenati nelle piazze a guardare in streaming i propri idoli battere all’esordio i campioni del mondo della Germania.

Altro grande protagonista di questo primo scorcio di Mondiale, Twitter, che ha siglato un accordo con la federazione brasiliana per trasmettere sul proprio canale contenuti esclusivi dei campioni verdeoro. I 4,3 milioni di followers di Neymar&Co hanno finora potuto apprezzare in esclusiva dozzine di clip, dall’allenamento alle performances della mascotte Canarinho fino alla visita nello spogliatoio di Ronaldo il Fenomeno. Stesso discorso, pur senza l’ufficialità, per Spagna e Francia, i cui giocatori trasmettono video unici per gli appassionati del microblog.

Non tutto nel mondo della tecnologia e dello streaming va però per il verso giusto. Lo sa Optus Sport che in Australia ha preso il diritto da SBS di trasmettere 39 partite del Mondiale. Troppi utenti in contemporanea hanno però originato problemi di trasmissione, con presa di posizione perfino del primo ministro e la tv tradizionale a riprendersi il diritto. Se lo streaming è il futuro (e il presente a giudicare dall’esperienza del Messico) bisognerà superare però la diffidenza di quel 72% di un’indagine citata da Sporttechie, secondo cui qualche tipo di problema (buffering o ritardi)  va messo nel conto dallo spettatore dello sport live su internet.
(ITALPRESS).

È DREAM TEAM FIORETTO, PRIMO ORO PER ITALIA

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L’inno di Mameli risuona, finalmente, al cielo di Novi Sad. La quinta giornata di gare agli Europei di scherma sfata il tabù dell’oro per l’Italia e porta in dote due medaglie. Il titolo continentale, il primo per la spedizione azzurra, arriva grazie alla squadra di fioretto femminile che si ricorda di essere il “Dream Team” e supera in rimonta, al rush finale, la Russia col punteggio di 41-40. La formazione azzurra, composta da Arianna Errigo, reduce dall’argento individuale, Alice Volpi che è stata invece medaglia di bronzo, e da Camilla Mancini e Chiara Cini, dopo aver infatti superato ai quarti l’Ucraina col punteggio di 45-26 e poi, con lo stesso score, anche la Germania in semifinale, si ritrova sulla pedana della finale contro la Russia che ha, fin qui, dominato la kermesse continentale. Dopo un inizio negativo per le azzurre, Camilla Mancini con un parziale di 8-2 contro l’olimpionica Deriglazova riporta l’Italia avanti. Ma la Russia non è doma e rimonta sino al penultimo parziale quando il passivo è di 33-37 per le azzurre. E’ Alice Volpi a caricarsi il peso della responsabilità salendo in pedana per l’ultima frazione. Stoccata dopo stoccata, urlo dopo urlo, la vicecampionessa del Mondo riesce a rimontare sino al 40-40 a 15 secondi dalla fine. Sale la tensione sulle pedane serbe, ma la fiorettista senese mantiene la calma e sull’avanzata della russa Ivanova piazza la stoccata del 41-40 a 3 secondi dal termine, che manda in visibilio la panchina azzurra guidata dal ct Andrea Cipressa. “Questa è la dimostrazione che il Dream Team è vivo, cambiano le attrici ma non il risultato – commenta a caldo Arianna Errigo – Il Dream Team è il fioretto azzurro che sa trovare sempre nuove interpreti e quella di oggi è una vittoria importante perché lo dimostra concretamente. Sono entusiasta perché questa medaglia ha un peso specifico notevole, forse più delle altre che ho finora vinto”. “Che gioia e che soddisfazione – aggiunge Alice Volpi, chiamata al ruolo di ultima frazionista – Non è stato un peso, nè ho sentito la responsabilità. Mi hanno insegnato che in squadra si vince e si perde tutte insieme e, quindi, qualunque fosse stato il risultato finale le avrei avuto al mio fianco. Con questa consapevolezza sono salita in pedana ‘leggera’ e pensando ad una stoccata alla volta. Poi la festa ed adesso è tutto bellissimo”.

La seconda medaglia di giornata arriva grazie agli azzurri di spada maschile. E’ quella di bronzo ma migliora l’opaca prestazione (settimo posto) della scorsa edizione e giunge al termine di una giornata in cui la squadra azzurra ha saputo esprimersi, per larghi tratti, al meglio del proprio potenziale. Marco Fichera, Gabriele Cimini, Enrico Garozzo ed Andrea Santarelli, dopo aver sconfitto la Polonia per 20-18 nel primo match di giornata e dopo aver superato l’Ucraina, ai quarti, per 16-15, al termine di un match vietato ai deboli di cuore, sono stati fermati per 45-40 in semifinale dalla Russia, poi vincitrice del titolo continentale. Nella finalina per il bronzo il riscatto, con la Svizzera battuta 45-29. “Una medaglia importante – dice il più esperto degli azzurri in squadra, Enrico Garozzo – che ci da tranquillità in vista del Mondiale. Al di là della medaglia, è la prestazione corale che ci soddisfa. Una dedica particolare alla piccola Elena, la figlia di Paolo Pizzo nata qualche giorno fa”.
(ITALPRESS).

AVANTI URUGUAY E RUSSIA, OK PORTOGALLO E SPAGNA

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Il massimo risultato con il minimo sforzo. All’Uruguay basta una zampata, quella assestata da Luis Suarez su paperissima in uscita di Al Owais, per battere l’Arabia Saudita e qualificarsi agli ottavi al pari della Russia, con cui si giocherà il primo posto tra cinque giorni. Dopo l’imbarcata con la Russia, l’Arabia perde ancora ed è già matematicamente fuori, ma a testa alta: mai veramente pericolosa la squadra di Pizzi, abile comunque a tenere in bilico il risultato fino al 94′ contro avversari ben più quotati.
Suarez e Cavani provano subito a indirizzare la partita nei binari giusti ma la difesa saudita e l’imprecisione dei due centravanti hanno inizialmente la meglio. Il digiuno di Suarez, criticatissimo contro l’Egitto, si interrompe al 23′: corner di Sanchez, Al Owais esce malissimo e il Pistolero – nel giorno in cui festeggia la 100esima presenza con la Celeste – non sbaglia a porta vuota. Suarez è inoltre l’unico uruguaiano fin qui ad aver segnato in tre edizioni dei Mondiali: in precedenza, a segno in Sudafrica nel 2010 e in Brasile nel 2014. La replica saudita arriva dai piedi di Bahbri: Muslera prima risponde presente, poi vede sfilare alta la conclusione di controbalzo su invito di Al Dawsari. Segnali che l’Arabia comunque ci prova, mentre l’Uruguay fatica a ingranare ripartenze credibili. Nella ripresa spara Torreira, ormai prossimo all’Arsenal, centrato in pieno Cavani, che quasi non trova il 2-0. Al minuto 86 altro regalo della difesa saudita, ma il Matador si fa fermare sul più bello da Al Owais. Cambia poco per l’Uruguay, che centra gli ottavi con un turno d’anticipo e si giocherà il primo posto con la Russia lunedì prossimo. L’avventura dell’Arabia di fatto finisce qui: contro l’Egitto in ballo solo onore e terzo posto.

Nel girone B vincono invece Portogallo e Spagna, che si portano in testa a quota 4 punti. Quello russo è sempre più il Mondiale di Cristiano Ronaldo che, dopo aver trascinato i suoi al pari contro la Spagna siglando una tripletta, mette la firma anche sulla vittoria contro il Marocco per 1-0. In una sfida sicuramente meno emozionante del derby iberico di venerdì scorso, Ronaldo ha portato avanti i suoi dopo appena quattro minuti di gioco quando, sfruttando un’azione da corner, si è liberato dalla marcatura di Da Costa e ha insaccato di testa. Il Marocco ha provato a scuotersi portandosi dalle parti di Rui Patricio con una serie di occasioni più o meno pericolose ma la qualità migliore è arrivata ancora dai piedi di Ronaldo che dopo aver sfiorato il raddoppio al 9′ con un destro al volo incrociato, al 39′ ha servito in profondità Guedes che a tu per tu con il portiere si è visto respingere la conclusione da El Kajoui. Il rischio eliminazione anticipata ha costretto il Marocco a cercare con forza il pareggio e nella ripresa i nordafricani ci hanno provato a più riprese. Al 12′, in particolare, solo la gran parata di Rui Patricio ha permesso di dire no al colpo di testa di Belhanda su assist di Ziyech. Il Marocco di Hervé Renard ha aumentato anche il pressing condizionando il gioco del Portogallo, ma nonostante qualche pericolosa crepa il muro lusitano ha retto fino alla fine, anche grazie alla conclusione alta di Benatia in pieno recupero, permettendo alla squadra di Fernando Santos di vendicare la sconfitta per 3-1 incassata nell’unico precedente ai Mondiali del 1986. Il Marocco è già fuori.

Il muro alzato da Queiroz resiste per quasi un’ora, fino al minuto 54 quando Diego Costa, servito in area da Iniesta, riesce a girarsi e sul contrasto di Hosseini trova il rimpallo fortunato che gli permette di beffare Beiravand. Un vantaggio meritato per la Spagna, dopo un primo tempo chiuso con un possesso palla superiore al 70% e giocato a una sola porta anche se gli unici pericoli alla porta iraniana sono portati da Silva: il talento del City ci prova su punizione al 25’ (tiro centrale), con una girata che finisce sopra la traversa al 30’ e soprattutto con un bel sinistro dai venti metri nei minuti di recupero, tiro deviato in angolo dalla difesa iraniana. Trovato finalmente il gol, la Spagna evita la beffa grazie alla Var che al 17′ conferma il fuorigioco di Ezatolah a cui viene negato l’1-1, quindi Furie Rosse di nuovo all’arrembaggio a caccia del raddoppio. Rezaeian salva sulla linea su Piquè mentre Taremi per due volte tiene in ansia la retroguardia spagnola. L’undici di Hierro alla fine si tiene stretto l’1-0: fra cinque giorni col già eliminato Marocco la Spagna si gioca il pass per gli ottavi.
(ITALPRESS).