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LORENZO SUGLI SCUDI IN CATALOGNA, SEGUE IANNONE

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Jorge Lorenzo ancora sugli scudi. Dopo il successo al Mugello, lo spagnolo della Ducati piazza la zampata al Montmelò, dove chiude con il primato nella seconda sessione scendendo sotto il muro dell’1’39”, l’unico nel venerdì di libere. Fresco di contratto con la HRC, Lorenzo (1’38″930) precede Andrea Iannone, anche lui rinato, niente male anche i piloti Yamaha Valentino Rossi (addirittura primo nelle FP1) e Maverick Vinales, terzo crono di giornata. Ma è competitivo anche Andrea Dovizioso. Il forlivese della Ducati ha chiuso la mattinata in piazza d’onore lavorando in vista delle qualifiche e in FP2 è agganciato ai primi mettendo a referto il quarto tempo. “C’e’ molto da lavorare, ma la velocita’ non e’ male”, è il commento di Dovizioso, secondo cui “ancora più del solito il lavoro di questo weekend fara’ la differenza per la gara”. Il miglior italiano è però Iannone, secondo a poco più di un decimo da Lorenzo: continua a far bene il binomio formato dal numero 29 e dalla GSX RR nonostante siano gli ultimi sei mesi, vista l’ufficialità del trasferimento del pilota di Vasto all’Aprilia. Quanto a Rossi, il Dottore ha fatto il ritmo in apertura, chiudendo complessivamente quinto senza migliorare il passaggio della mattinata. Progressi dal collega di box Vinales, terzo a poco meno di mezzo secondo dalla vetta. Settimo tempo per Danilo Petrucci (Alma Pramac Racing) e nono per Dani Pedrosa (Repsol Honda). Caduta di Marc Marquez alla curva 4. Come spesso accade il pilota Honda cerca il limite e va oltre. Alla fine sarà il dodicesimo tempo per il campione del mondo.
In Moto2 brilla Francesco Bagnaia: 1’44″225 per il pilota dello Sky Racing Team VR46, che chiude la combinata al primo posto con il crono fatto segnare in mattinata nonostante una caduta nelle fasi iniziali di prove. Fuori pista anche Romano Fenati (Marinelli Snipers Team), ed è vittima di un incidente Jorge Navarro (Federal Oil Gresini). Per lo spagnolo una grande botta ma nessuna grave conseguenza. Nel pomeriggio miglior tempo per Alex Marquez, vicinissimi anche Marcel Schrotter, Joan Mir e Augusto Fernandez.
In Catalogna la classe leggera si dimostra da subito interessante: al primato della FP1 firmato da Jorge Martin (Del Conca Gresini) risponde Marco Bezzecchi, leader della classifica iridata e pilota KTM. L’alfiere del team Redox PruestelGP mette a referto il tempo di 1’49″005 e si pone al comando della combinata. Le moto austriache ancora una volta dimostrano la loro superiorità e dietro al pilota della VR46 Academy si posizionano altre due KTM, quella di Jakub Kornfeil (Redox PruestelGP) e di Philipp Oettl (Sudmetal Schedl GP Racing). La prima Honda è quella di Niccolò Antonelli (Sic58 Squadra Corse) mentre, dopo la bella FP1, Nicolo Bulega chiude nella top 10 con il nono tempo.
(ITALPRESS).

PORTOGALLO-SPAGNA È SHOW, 3-3 CON TRIS DI CR7

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Fuochi d’artificio al Fisht Stadium di Sochi. La gara di primo turno del gruppo B dei Mondiali di Russia fra la Spagna del neo ct Hierro e il Portogallo di CR7 è terminata in parità, 3-3. E’ successo di tutto: in primis una super tripletta di Cristiano Ronaldo, aiutato a dir il vero dall’arbitro italiano Gianluca Rocchi e da David De Gea, autore di una papera incredibile. A ruota diversi tocchi magici dei giocolieri ispanici (David Silva, Iniesta e Isco), che hanno propiziato una doppietta di Diego Costa e una perla di Nacho (buttato nella mischia a sorpresa dal ct spagnolo). Poco ha influito nelle furie rosse (oggi in bianco) l’affaire Lopetegui. Ancor meno e’ apparso “influenzato” dai problemi col fisco spagnolo (di oggi la notizia del patteggiamento) CR7, che ha letteralmente preso per mano e trascinato gli impauriti compagni di squadra (campioni d’Europa in carica).

Vince invece l’Uruguay. Seppur non brillantissima, la squadra allenata da Oscar Washington Tabarez ha conquistato i tre punti nella propria gara di esordio al Mondiale russo grazie all’1-0 firmato del difensore Gimenez che ha permesso ai sudamericani di agganciare in vetta al Gruppo A la Russia e di sfatare il mito che non li vedeva vincenti nella prima gara di una Coppa del Mondo dal 1974. Per l’Egitto la consolazione di aver giocato una buona partita, seppur senza la fiammata giusta in avanti.

Finale imprevedibile anche a San Pietroburgo, dove l’Iran supera al 94′ il Marocco grazie a una clamorosa autorete di Bouhaddouz: la sfida ha inaugurato il girone B dei Mondiali, lo stesso nel quale si sfideranno Spagna e Portogallo.
(ITALPRESS).

ITALRUGBY TORNA ALLA VITTORIA IN GIAPPONE

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La stagione dell’Italrugby si chiude come era cominciata, con una vittoria. Sette mesi dopo il successo di Catania sulle Fiji gli azzurri di Conor O’Shea tornano al successo pareggiando la serie con il Giappone, superato questa mattina a Kobe per 25-22 nel test-match che ha scritto la parola fine al tour estivo. Un margine ristretto, che al di là del risultato finale non evidenzia sino in fondo l’ottimo rugby che Ghiraldini e compagni hanno espresso per quasi un’ora di gioco, rischiando però nel finale di gara il ritorno del XV nipponico, mai domo oggi come una settimana fa ad Oita e che ha dimostrato di meritare l’undicesimo posto nel ranking. Nel primo quarto di gara è stata l’Italia a fare la partita, mettendo in mostra idee, bel gioco, grande volontà di muovere l’ovale: gli Azzurri però hanno faticato ancora una volta a mettere punti nel tabellone nei primi minuti, sprecando anche i dieci minuti di superiorità numerica per un giallo al seconda linea giapponese Anise, reo di un placcaggio pericoloso su Ghiraldini nelle prime battute del match. Anzi è stato il Giappone a rischiare il vantaggio alla prima seria incursione nella metà campo italiana, sbagliando in inferiorità il calcio del possibile 3-0. Ristabilita la parità numerica, l’Italia ha preso il pallino del match e lo ha mantenuto a lungo: al diciottesimo la prima meta di Benvenuti è arrivata in fondo ad un’azione ispirata da un contrattacco di Hayward, ben sostenuto da Negri che ha servito l’ala della Benetton che ha schiatto alla bandiera. Una manciata di minuti dopo, a conclusione dell’ennesimo drive italiano, capitan Ghiraldini ha permesso ai suoi di allungare sul 12-0, con un piazzato giapponese al 33’ a fissare il risultato del primo tempo sul 12-3. Nella ripresa l’inerzia del match non è parsa cambiare, e dopo appena quattro minuti una grande percussione centrale di Polledri, che ha rotto un placcaggio a seguito di una break di Campagnaro, ha portato il risultato sul 19-3 per gli ospiti. Con il Giappone in difficoltà Minozzi ha cercato di scrivere la parola fine con una meta di rapina poco dopo la marcatura di Polledri, ma il lampo dell’ala delle Zebre è stato vanificato da un fuorigioco rilevato dal TMO: dal possibile 26-3 l’Italia si è ritrovata in pochi istanti sul 19-10, con Tupou bravo a mettere in mostra le proprie qualità di finalizzatore. Mafi, entrato nella ripresa, si è confermato l’uomo giusto per scardinare la difesa italiana ed il terza linea nipponico ha riaperto la partita con quindici minuti ancora da giocare, facendo accorciare i suoi sino al 19-17. L’Italia ha mantenuto i nervi saldi, la panchina ha portato nuove energie e sono arrivati due piazzati di Allan tra la mezzora e il trentatreesimo a riportare gli Azzurri oltre il break. La meta giapponese, nel finale con Matsushima, ha tenuto vive sino allo scadere le speranze della squadra di casa ma l’Italia, sull’ultimo pallone, ha mostrato tutta la propria voglia di chiudere la stagione con un successo, strappando l’ovale dalle mani avversarie per celebrare, dopo un lungo digiuno, il ritorno alla vittoria.
(ITALPRESS).

AZZURRI DEL VOLLEY ANCORA A SEGNO IN NATIONS LEAGUE

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Seconda vittoria consecutiva per l’Italvolley nel quarto round di Nations League in corso in Corea del Sud. I ragazzi del ct Blengini hanno avuto la meglio sui padroni di casa con il punteggio di 3-2 (25-23, 25-19, 22-25, 22-25, 15-12) al termine di una gara dai due volti. In vantaggio 2-0, infatti, gli azzurri hanno subìto il ritorno degli avversari capaci di portare al tie-break una partita apparentemente chiusa e che frutta alla nazionale tricolore due punti nella rincorsa ad un posto nella Final Six di Lilla. Fondamentale sarà conquistare un’altra vittoria domani contro l’Australia per arrivare a Modena la prossima settimana per giocarsi il tutto per tutto. La gara odierna ha presentato una squadra dai due volti: capace di mettere all’angolo la Corea del Sud con una buona organizzazione di gioco nei primi due parziali e, successivamente, calata in ricezione, ha visto qualche fantasma, prima, però, di ritrovarsi e compattarsi in un tie-break davvero molto importante e giocato con carattere.  Blengini ha effettuato un solo cambio rispetto a ieri dando spazio a Candellaro al posto di Cester al centro. Resto della formazione confermata con la diagonale Baranowicz-Nelli, Anzani altro centrale, Maruotti e Lanza i martelli con Rossini-Balaso liberi. Kim Ho Chul ha invece schierato Lee Mingyu in palleggio, Seo Jaeduck opposto, Kim Jaehwi e Kim Kyumin centrali, Jung Jiseok e Jeon Kwangin schiacciatori con Jeong Minsu libero. L’Italia è riuscita a fare suo il primo parziale al secondo set ball e dopo aver superato qualche difficoltà proprio nella fase conclusiva della frazione. In realtà gli azzurri avevano dato la sensazione di essere in pieno controllo della situazione anche se qualche errore di troppo aveva permesso ai padroni di casa di rifarsi sotto pericolosamente proprio quando il tracciato sembrava segnato. Secondo set con i padroni di casa partiti meglio ma con Lanza e compagni in grado di recuperare l’iniziale svantaggio grazie soprattutto a un buon turno al servizio di Baranowicz durante il quale la situazione è stata ribaltata. Seppur non riuscendo mai a staccare notevolmente gli avversari, gli azzurri sono riusciti a mantenere il comando della situazione (17-13, 22-18) fino al 25-19 che è valso il 2-0 e arrivato al secondo set ball. Terzo parziale iniziato con diversi cambi per Kim Ho Chul che ha ottenuto buone risposte dalla sua squadra partita forte e arrivata fino al 12-6. Con il passare dei minuti l’Italia si è però rifatta sotto fino al 16-15 per poi impattare la situazione sul 18-18 anche grazie agli inserimenti di Sabbi e Parodi. Da quel momento la gara si è fatta combattuta con gli azzurri che sono sempre stati costretti a inseguire gli avversari bravi a non mollare la presa fino al 25-22 che ha allungato il match portandolo sul 2-1. Proprio il quarto set è iniziato con Sabbi in campo al posto di Nelli e con Maruotti che ha ripreso il suo posto. Dopo un buon avvio della formazione tricolore, i padroni di casa si sono rifatti sotto fino a ribaltare la situazione (11-9) e continuando poi a gestire un minimo vantaggio (16-14, 20-18) intervallato da qualche breve momento in cui l’Italia è stata in grado di pareggiare i conti. In generale però il gioco espresso non è stato quello dei primi due parziali e così i sud coreani hanno progressivamente preso sempre più coraggio riuscendo a impattare la gara vincendo il parziale 25-22 e portando la gara al tie-break. Ultimo set con Parodi, Mazzone e ancora Sabbi dall’inizio. L’Italia, nonostante il colpo del recupero subìto, è riuscita a giocare un buon tie-break chiudendo in proprio favore set e match grazie al 15-12 che ha decretato la fine della gara.
(ITALPRESS).

LORENZO IN POLE, MARQUEZ E DOVIZIOSO INSEGUONO

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Il ‘martillo’ ha ricominciato a picchiare forte. Anche in qualifica. Il successo del Mugello non è stato un semplice episodio e – anche se sarà la gara a determinare se è vera gloria – la pole del Montmelò conferma che Jorge Lorenzo sta vivendo un momento d’oro. Più veloce nelle libere, più veloce anche nel sabato catalano: lo spagnolo della Ducati sfrutta l’aria e l’asfalto di casa e piazza il miglior tempo, cosa che non gli capitava dal 2016, Gp di Valencia. Inoltre, una Ducati non scattava davanti a tutti a Montmelò dal 2008, in sella c’era Casey Stoner. Altra epoca. A due settimane dal successo italiano, Lorenzo si conferma l’uomo da battere: 1’38″680 il suo tempo, ma alle sue spalle non c’è il vuoto. In tanti provano a lottare contro Lorenzo. In particolare il connazionale Marc Marquez che,  arrivato dalla Q1 a causa di una scivolata nella terza sessione di libere, si ferma con la sua Honda a 66 millesimi dalla vetta. Ci prova fino alla fine anche Andrea Dovizioso dopo aver dominato la combinata delle libere. E’ terzo, in prima fila, e pare deciso a rompere i piani di vittoria al collega e rivale Ducati. Nella sfida di testa tra Marquez e Lorenzo, futuri compagni Honda, potrebbe inserirsi proprio il forlivese. Maverick Vinales (Yamaha) apre la seconda fila davanti ad Andrea Iannone (Suzuki), poi Danilo Petrucci (Alma Pramac Racing). Settimo tempo per Valentino Rossi, che non è distante dai primi: 1’39″266 il tempo del Dottore.
Nella corsa alla migliore qualifica cade Cal Crutchlow (LCR Honda). Il britannico inizierà la settima gara stagionale dalla decima casella al fianco di Dani Pedrosa (Repsol Honda). A chiudere la quarta linea Takaaki Nakagami (LCR Honda Idemitsu) per la prima volta protagonista della Q2. Seconda qualifica dalla quale è rimasto escluso Franco Morbidelli (EG 0,0 Marc VDS) alle prese con un fine settimana non facile. È diciottesimo al via.
Prima pole position in carriera per Fabio Quartararo nella Moto2. Il pilota francese della Speed Up, girando in 1’43″474, ha preceduto lo spagnolo Alex Marquez (Kalex), secondo a 0″116, ed il tedesco Marcel Schrotter (Kalex), terzo a 0″145. Quarto Francesco Bagnaia, sesto Mattia Pasini, decimo Luca Baldassarri.
Nelle qualifiche Moto3 detta legge Enea Bastianini. Una qualifica perfetta per il portacolori Leopard Racing che chiude la sessione con il tempo di 1’48″806. Jorge Martin (Del Conca Gresini Moto3) non conquista la quinta pole di fila e termina al secondo posto dopo essere stato vittima di una caduta. A completare la prima fila Tatsuki Suzuki (SIC58 Squadra Corse) che centra la sua seconda prima fila stagionale dopo le belle qualifiche del Mugello.
(ITALPRESS).

L’ARGENTINA DI MESSI FERMATA DALL’ISLANDA

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L’Argentina, allo Spartak Stadium di Mosca, e’ stata fermata sull’1-1 dall’Islanda nel match valido per la prima giornata del girone D dei Mondiali di Russia. I sudamericani non hanno convinto. Reti, entrambe nel primo tempo, di Aguero e Finnbogason. Nella ripresa Messi ha fallito un rigore.
Sotto lo sguardo dubbioso di Maradona, non hanno convinto le scelte del ct dell’Albiceleste, Jorge Sampaoli, e le giocate dell’atteso numero 10 argentino, che si è fatto ipnotizzare in occasione del penalty dal portiere degli europei, Halldorsson (il migliore in campo). Fuori dalla contesa Higuain (in in scena solo per sei minuti, alla fine) e Dybala. Spazio, in avvio, nel 4-2-3-1 argentino, a Salvio, Otamendi, Rojo (preferito a Fazio) e Tagliafico posizionati davanti a Caballero; con Mascherano e Biglia a presidio del centrocampo e con Meza, Messi e Di Maria alle spalle dell’unica punta Aguero. Dentro nella ripresa Banega (per Biglia) e Pavon (per uno spento Di Maria).
Modulo 4-5-1, invece, per gli islandesi del ct Heimir Hallgrimsson, alla prima apparizione in un Mondiale, dopo le ottime prove di due anni fa nel loro primo “storico” Europeo.
Bello il vantaggio dell’Argentina, con azione solitaria di Aguero, seguito da un sinistro potente e preciso. Da autentico rapinatore d’area, invece, il pari dell’Islanda, firmato da due passi da Finnbogason. Sugli scudi nel finale il portiere dei vichinghi, soprattutto per un intervento prodigioso su deviazione ravvicinata di Aguero. Argentina rimandata; prosegue il sogno degli islandesi.

Nello stesso girone, la Croazia piega 2-0 la Nigeria a Kaliningrad: decisivi l’autogol di Etebo al 32′ e il rigore di Modric al 71′.

Nel girone C la Francia, alla Kazan Arena, ha vinto per 2-1 la sfida contro Australia, valida per la prima giornata del girone C dei Mondiali di Russia. Tanta però la sofferenza per i blues. Dopo i gol dagli undici metri di Griezmann prima e di Jedinak poi (con Var protagonista), ha deciso il match Pogba, in rete a dieci minuti dal termine, con l’ausilio di Behich e della gol line technology (palla dentro di due, tre centimetri). Da rivedere la formazione francese, apparsa per lunghi tratti della gara lenta e confusa. Volenterosi e ben organizzati, seppur “limitati” tecnicamente, invece i socceroos.

In testa con i Bleus di Deschamps c’è la Danimarca, che ha piegato 1-0 il Perù grazie alla rete realizzata al 59′ da Poulsen. I sudamericani hanno fallito un rigore sullo 0-0 con Cueva.

(ITALPRESS).

IL FROSINONE BATTE IL PALERMO E TORNA IN SERIE A

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Risse, nervi a fior di pelle, rigori concessi e poi tolti, palloni lanciati in campo dalla panchina, invasione di campo pochi secondi prima del triplice fischio finale: è successo veramente di tutto allo Stirpe. Ma è successo soprattutto che il Frosinone ha battuto 2-0 il Palermo tornando in serie A dopo due stagioni: Maiello e Ciano hanno ribaltato la sconfitta del Barbera al termine di una partita dalle mille emozioni e giocata sul filo dell’equilibrio fino al 95′. 
Dopo 10 minuti di tensione altissima e scontri a ripetizione – La Penna ammonisce subito Krajnc per un colpo a Nestorovski e Soddimo per simulazione in area, nell’azione si fa male Dawidowicz, tocca a Szyminski – è il Palermo ad andare vicino al gol: gran destro di Murawski, para Vigorito; poi Rispoli non arriva sul cross di Coronado. Stellone ha scelto l’11 che aveva iniziato il match d’andata, vinto in rimonta (Coronado dietro Nestorovski e La Gumina), mentre Longo – già privo di Daniel Ciofani – rilancia Soddimo con Ciano e Dionisi, dando spazio anche a Brighenti e Maiello. Chiavi del centrocampo affidate a Gori. Il Frosinone spaventa il Palermo con un colpo di testa di Ciofani che fa infuriare Terranova, meglio appostato alle sue spalle. Coronado e Jajalo da una parte, Dionisi e Crivello dall’altro cercano varchi interessanti, ma trovano attenti Vigorito e Pomini. Prima vera chance per i ciociari al 33′: il sinistro di Ciano stavolta non è preciso come al Barbera.
Il Palermo sembra tenere senza particolari difficoltà le folate laziali, eppure in avvio di ripresa (minuto 52′) il Frosinone passa: gran giocata di Maiello, che col destro dal limite indovina l’incrocio dei pali. Esplode lo Stirpe, nulla da fare per Pomini che poco dopo vede il mancino di Soddimo spegnersi a lato. Stellone cambia subito: Gnahorè per Rispoli, rosanero con il 4-3-1-2. Poco dopo l’ora di gioco accade di tutto: Coronado viene atterrato da Brighenti – al limite o, molto più probabilmente, sulla linea -, comunque La Penna prima concede la punizione, poi il rigore, quindi torna sui suoi passi. La barriera respinge la conclusione di Jajalo. Stellone si gioca il tutto per tutto con Trajkovski, gli infortuni tolgono a Longo sia Gori che Masiello. Finale tesissimo: il Palermo ci prova senza particolare convinzione, il Frosinone si chiude, usa mezzi poco leciti (dalla panchina piovono palloni nel recupero) ma in contropiede firma il 2-0 con Ciano. I tifosi invadono il campo prima del fischio finale, impossibile per La Penna riprendere il gioco dinnanzi a un entusiasmo incontenibile. Cala il sipario. Il Frosinone è in Paradiso, il Palermo invece è condannato a un altro anno di B.
(ITALPRESS).

IN MOTOGP ROSSI GUARDINGO E PEDROSA MISTERIOSO

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A meno di tre giorni dal Gp di Catalunya della MotoGp tengono banco le voci e le ultime notizie di mercato ma anche, come sempre, Velentino Rossi. In primis i cambiamenti di sella. Dani Pedrosa ha mantenuto un alone di mistero sul suo futuro; il suo erede in Honda Jorge Lorenzo si è detto pronto a dare il massimo sino a fine stagione per la Ducati, prima di iniziare la nuova avventura; mentre Andrea Dovizioso ha affermato di essere pronto ad abbracciare nel team di Borgo Panigale l’amico Danilo Petrucci. A ruota le dichiarazioni di Rossi, non del tutto convinto dei “mezzi” attuali della Yamaha. “Lottare per il Mondiale? Ancora no. Io e il mio team ci crediamo sempre, però. Tecnicamente parlando, non siamo abbastanza veloci per vincere e non siamo al top. Il campionato comunque e’ ancora lungo e noi abbiamo dato indicazioni precise ai nostri tecnici. Se la Yamaha riuscirà a migliorare la moto potremo dire la nostra nel corso della seconda metà del campionato”, ha detto il pilota di Urbino.
“Sicuramente questa di Montmelò è una pista che amo ma negli ultimi anni ho avuto risultati diversi e contrastanti. Nel 2016 ho vinto; la scorsa stagione invece è stata una delle tappe più complicate del campionato per noi. La pista comunque è cambiata parecchio: c’è un nuovo tracciato e un nuovo asfalto. Ci sono meno avvallamenti e più aderenze. Sarà importante vedere a che livello siamo arrivati con lo sviluppo della moto”, ha puntualizzato Rossi.
Sicuramente più avanti delle Yamaha sia le Ducati che le Honda. Dovizioso non si nasconde. “Lo scorso anno qui abbiamo centrato una grande vittoria. Questa per noi e’ una delle piste migliori del campionato. Ora pero’ e’ un po’ diversa, con nuovo asfalto e con meno buche. Dobbiamo lavorare molto nel weekend per capire bene come interpretare la corsa di domenica”, ha detto l’italiano. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’attuale compagno di team, Jorge Lorenzo. “Ho vinto una importante gara con la Ducati, al Mugello, e intendo continuare a far bene con questa moto. Poi penseremo al mio futuro in Honda. Stiamo vivendo un ottimo momento in squadra: pensiamo di aver messo finalmente al posto giusto tutti i pezzi del puzzle”, ha spiegato lo spagnolo.
Meno raggiante il connazionale e futuro compagno Marc Marquez. “Quello del Mugello e’ stato un weekend difficile per noi della Honda: sapevamo che avremmo avuto problemi lì. Adesso li abbiamo superati. Non sono riuscito a gestire l’ultima gara nel modo giusto. Qui invece due settimane fa abbiamo fatto buone prove. Non è la mia pista preferita ma sono consapevole di poter fare comunque bene”, ha precisato il campione del mondo in carica.
Infine, non ha svelato alcunché sul suo futuro Dani Pedrosa. “Non ho preso ancora alcuna decisione: ho diverse opzioni interessanti da valutare”, ha spiegato lo spagnolo, precisando che darà maggiori risposte di “mercato” nei prossimi giorni.
Da domani, intanto, le risposte tecniche, affidate come sempre alla pista.
(ITALPRESS).