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È SHOW LEBRON A BOSTON, CLEVELAND ALLE FINALS NBA

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Il Prescelto ci sarà, per l’ottavo anno di fila. LeBron James prende per mano i Cavs e li conduce alla vittoria in gara 7 al TD Garden: 87-79 sui Celtics, serie chiusa sul 4-3 e per Cleveland il titolo della Eastern Conference ma soprattutto il biglietto per le Finals Nba che assegnano l’Anello. James non si risparmia e, dopo aver giocato tutte e 82 le partite di regular season (prima volta in carriera), disputa per intero anche i 48 minuti dell’ultimo atto della sfida con Boston mettendo a referto 35 punti, 15 rimbalzi e 9 assist. “Avremo la chance di giocare per il titolo – commenta James, free agent a fine stagione e dal futuro ancora incerto – Saremo sfavoriti? Non importa come finirà, non importa se saremo noi a vincere oppure no, non sono la persona giusta a cui fare questa domanda. A me piace solo competere”. E lo ha fatto alla grande sul parquet di Boston, che manca ancora una volta l’appuntamento con le Finals nonostante 24 punti di Tatum, 17 di Horford e 14 punti e 12 rimbalzi di Morris.

Avanti 72-71 con la tripla di Tatum a 6’41” dalla fine, i Celtics restano a secco per i successivi 5 minuti, con Cleveland che piazza un parziale di 15-2 che vale la vittoria. L’ultima finale giocata da Boston resta quella del 2010, che è anche l’ultima senza James in campo: dal 2011 ad oggi il Prescelto ha sempre risposto presente, giocando 4 finali con Miami e ora 4 con Cleveland. In attesa di sapere se sulla strada per il titolo ci sarà Houston o Golden State – nella notte gara 7 in Texas -, i Cavs si interrogano su quello che sarà il cast di supporto per James, non sempre all’altezza. Fuori Kevin Love per la leggera commozione cerebrale di gara 6, Jeff Green (19 punti) non lo ha fatto rimpiangere ma coach Lue ha impiegato appena 8 giocatori e solo altri due (Thompson 10 e Smith 12 punti) sono andati in doppia cifra. A Boston resta la magra consolazione di rappresentare, almeno a Est, la squadra del futuro: con Hayward fuori tutto l’anno e Irving ai box da marzo, essere arrivati a un passo dalle Finals grazie al rookie Tatum e un Brown al secondo anno in Nba lascia ben sperare.
(ITALPRESS).

PRANDELLI APPROVA MANCINI “HA RIPORTATO ENTUSIASMO”

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Roberto Mancini è l’uomo giusto per ripartire, Mario Balotelli ha la chance di diventare finalmente il campione che tutti si aspettano ma la strada per rivedere una Nazionale competitiva e vincente è ancora lunga. Lo sa bene Cesare Prandelli, arrivato su quella panchina dopo il flop in Sudafrica e andato via quattro anni dopo, con l’uscita dell’Italia di nuovo alla fase a gironi di un Mondiale ma in mezzo la finale di Euro2012 persa contro la Spagna. “Quando abbiamo ripreso il cammino, la Nazionale aveva ancora giocatori di grandissima personalità e caratura tecnica come Buffon, De Rossi, Pirlo, avevamo ancora una buona base – ricorda il tecnico di Orzinuovi ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno – Mancini invece deve ripartire da capo, con quei giocatori a cui avevamo dato la possibilità di esordire. Il problema è sempre quello, molti giocatori devono fare esperienza con la Nazionale mentre prima arrivavano giocatori che avevano già esperienza internazionale. Abbiamo sempre avuto una buona base, vedi le finali dell’under 17, dell’under 18, fino ai 20 anni siamo molto competitivi, è il dopo che diventa problematico. La differenza è che gli altri vanno all’estero mentre i nostri restano in Italia e questo può essere un limite. I nostri calciatori dovrebbero fare come i sudamericani o come gli altri europei che arrivano da noi giovani. Le seconde squadre? Assolutamente favorevole”. Per Prandelli in Italia ci sono ancora “giovani interessanti, come i giovani che ha convocato Mancini, ma bisogna avere la forza e la capacità di scegliere e programmare”.

Di sicuro l’arrivo in panchina del tecnico jesino è un buon punto di partenza. “Mancini merita tutti i riflettori. Ha messo sul tavolo un valore che non è economico ma nazionale, di prestigio, di rappresentanza. Non è facile rinunciare a un contratto e riproporsi in una situazione molto complicata. Complimenti al Mancio, sta portando grande entusiasmo, grande voglia di ricominciare per cui la base c’è”. E nella nuova Italia di Mancini c’è ancora spazio per Balotelli, uno in cui Prandelli ha creduto molto. “La cosa più importante l’ha detta lui qualche mese fa, dicendo di sentirsi maturo. È padre di due figli e quando sei padre ha delle responsabilità in più. Il talento è sempre stato lì, ora si deve tramutare in qualcosa, deve diventare campione e ha ancora i tempi e i margini per farlo, dipende soprattutto da lui. Quando lo convocammo otto anni fa avevamo visto in lui qualità che pochi in Europa avevano”. Chissà che in Nazionale non torni anche Buffon, vicino all’accordo col Paris Saint Germain: “è uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, ha superato tanti momenti di crisi dimostrando che con determinazione e talento puoi vincere qualsiasi battaglia. Forse ha ancora qualche sogno, qualcosa da dare e se deciderà di fare questa scelta, vedremo un Buffon ancora protagonista”. Il futuro del calcio italiano passerà anche da quello della Figc: Ventura, per esempio, si è lamentato dello scarso sostegno ricevuto in via Allegri. “Nei miei 4 anni il clima è stato molto sereno e la Federazione molto vicina alla Nazionale, c’erano persone competenti, sensibili”, racconta Prandelli. “C’è stato qualche attrito con la Lega ma non abbiamo vissuto momenti particolari come quelli raccontati da Ventura. Io poi ho dato le dimissioni, l’unica cosa che un allenatore può fare quando non ha potere e non ha la possibilità di fare il proprio lavoro. Un ritorno di Abete? Mi farebbe piacere, è riuscito a portare la Nazionale ai grandi vertici, ha gestito il movimento in maniera straordinaria. Siamo riusciti a fare cose impensabili con lui, anche fuori dal rettangolo di gioco”.

Detto che si aspetta un Mondiale “molto equilibrato” e che le uniche due squadre che a detta sua hanno portato qualcosa di nuovo sono “Manchester City e Liverpool perchè sanno pressare e sanno ripartire in tutte le zone del campo”, Prandelli ritiene che la Champions abbia dimostrato come le italiane “stiano tornando a essere grandi, con le big non partono battute. Il calcio italiano è vivo, dobbiamo essere convinti ancora di più che possiamo fare un ulteriore passo. La nuova Champions? Magari fra qualche anno proporrano un campionato europeo e vedremo cosa succederà al nostro calcio. E’ lì che dovremo essere forti come movimento e ogni volta che c’è la possibilità di dire la propria, gli allenatori dovrebbero esporsi”. Pro Var (“il mezzo più democratico in assoluto che il calcio potesse avere”), dopo le esperienze con Galatasaray, Valencia e Al Nasr Prandelli ha voglia di rimettersi in gioco, preferibilmente in Italia: “mi manca il calcio italiano. Le panchine delle big sono tutte occupate? Ma tutte le panchine sono onorevoli, ricomincerei anche dalla provincia”. Non però da quella friulana: “mi hanno fatto molto piacere queste voci perchè stimo molto la famiglia Pozzo ma sfortunatamente con l’Udinese non c’è nulla”
(ITALPRESS).

TRONCHETTI “SPERO ICARDI RESTI MA SERVONO ALTRI BIG”

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L’Inter non può fare a meno di Icardi ma Icardi non può bastare. È questo in sintesi il pensiero di Marco Tronchetti Provera, grande tifoso nerazzurro e amministratore delegato di Pirelli, sponsor della squadra di Spalletti. “Io penso che Icardi sia una bandiera dell’Inter, è il capitano, un grandissimo campione, penso e spero che alla fine la società trovi un accordo col giocatore che ha dichiarato più volte di voler rimanere all’Inter – le sue parole ai microfoni de ‘La Politica nel Pallone’ su Gr Parlamento – Mi auguro che tutto vada nella direzione giusta”. Ma l’Inter deve ambire a qualcosa di più del quarto posto. “Bisogna puntare allo scudetto, se si inizia il nuovo campionato senza puntare allo scudetto non si onora la maglia dell’Inter, è un dovere della società. E il pubblico non si può deludere: non si può andare in Champions e uscire dalla porta posteriore, bisogna giocarla a testa alta”. E per questo servono dei big. “I campioni devono esserci nelle squadre, il pubblico vuole un gioco di grande qualità e i campioni creano l’atmosfera giusta nelle squadre, trascinano gli altri giocatori. L’Inter deve avere dei campioni, ha ottimi giocatori ma serve qualcosa di più. Anche in vista della Champions bisogna creare una squadra che abbia la solidità necessaria. In campo si va avanti se c’è solidità, se c’è una squadra che anche nei momenti di difficoltà sa reagire. Serve lo spirito giusto e si crea solo se ci sono dei campioni che si prendono la squadra in spalla e la portano avanti. Dove intervenire? Farei qualcosa a centrocampo e magari in attacco”. Ma per un mercato importante servono soldi e il fair-play finanziario non aiuta.

Per come stanno le cose, se Cristiano Ronaldo è un sogno impossibile (“bisognerebbe vendere tutta la squadra”), anche riscattare un giocatore come Joao Cancelo, che piace pure alla Juve (“mi auguro che non succeda”) è difficile. “Ma l’ingresso in Champions darà ossigeno – sottolinea Tronchetti Provera – Mi auguro che Suning trovi il modo di rafforzare la squadra nel rispetto delle regole anche se alcuni aspetti del fair-play finanzario andrebbero rivisti”. Di sicuro ci sarà ancora Spalletti in panchina (“ha raggiunto gli obiettivi che gli erano stati dati superando un periodo difficile”) e, pur riconoscendo i meriti della Juve (“fanno bene il loro mestiere, hanno gestito bene la società e saranno bravi se riescono a renderla ancora più forte”), più che veder vincere i bianconeri all’ad Pirelli “ha fatto male vedere l’Inter che non vince. Mi auguro di tornare a vedere l’Inter vincente, che faccia un cammino di successo nel campionato italiano e in Champions”. Da Tronchetti Provera un in bocca al lupo a Mancini (“è un grande allenatore e può avere l’approccio giusto per ripartire”) e al Milan che rischia l’esclusione dalle coppe (“sarebbe una brutta cosa anche per il calcio italiano, mi auguro che venga trovata una soluzione”) mentre sulla situazione in Lega chiosa: “mi pare che ci sia voglia di cambiamento. Credo che possa essere un’opportunità per tutto il calcio italiano, che incassa meno di quello spagnolo, inglese e tedesco, bisogna fare in modo che abbia più risorse e torni a essere molto competitivo”.
(ITALPRESS).

REGGIA CHALLENGE CUP, 1200 STUDENTI CON KINDER + SPORT

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La quarta edizione della gara di canottaggio “Reggia Challenge Cup 2018”, incentrata sulla sfida degli equipaggi di Oxford e Cambridge, si svolgerà dall’8 al 10 giugno nel magico scenario della Fontana dei Delfini, al centro del parco vanvitelliano a Caserta. La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, sostiene questo evento che esalta la sinergia sport-cultura-istruzione nel segno del progetto tracciato da Davide Tizzano, il campione olimpico direttore tecnico della Challange Cup. Oltre alla spettacolarità della sfida tra Oxford e Cambridge, saranno emozionanti le gare riservate agli equipaggi più giovani, compreso quelli del Comitato Italiano Paralimpico. Al programma agonistico si aggiunge l’iniziativa dello stage di sette giorni – dal 4 all’8 giugno – su barche promozionali riservato agli studenti delle scuole campane e laziali. Questo momento, dai chiari obiettivi sociali, è stato voluto dal presidente provinciale CONI Caserta, Pasquale De Simone. Kinder + Sport supporterà questa iniziativa con l’allestimento del suo Village, che diventerà il punto di riferimento dei 1200 studenti coinvolti nel progetto. In palio tre coppe: Trofeo Overall Terzo Pilastro – Internazionale; Trofeo CONI; Trofeo Kinder + Sport. “Sono orgoglioso della nostra kermesse – le parole del presidente della Fondazione Prof. Avv. Emmanuele Emanuele – perché da ex canottiere so che lo sport educa alla vita e insegna a modulare le proprie competenze”.
(ITALPRESS).

ESORDIO OK MANCINI, ARABIA SAUDITA BATTUTA 2-1

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Balotelli e Belotti regalano a Roberto Mancini la vittoria all’esordio sull’Arabia Saudita, pronta al debutto ai Mondiali contro la Russia padrona di casa: non una grande Italia, quella che a San Gallo si è imposta per 2-1. Dopo un primo tempo incoraggiante, nella ripresa si è assistito a un vistoso calo degli Azzurri e a errori che hanno favorito il ritorno dei sauditi, a segno con Al Shehri e a un passo dal clamoroso pari (miracolo di Donnarumma su Al Muwallad).
Balotelli subito protagonista, sia da finalizzatore (colpo di testa fuori di poco) che da assistman (su Florenzi salva sulla linea la difesa saudita). Capitan Bonucci arriva un pizzico in ritardo sullo stacco di Pellegrini, ma a portare in vantaggio l’Italia ci pensa Balotelli: SuperMario prende palla, supera Otayf e col destro, da fuoriarea, E’ il minuto 21. Gli Azzurri vanno subito a caccia del raddoppio ma né Politano né Romagnoli trovano il guizzo giusto, mentre Pellegrini calcia alto sul più bello. Prima dell’intervallo, la clamorosa traversa di Criscito. Per Donnarumma totale relax. L’ingresso di Al Dawsari per Kanoo e il passaggio al 4-2-3-1 regala qualche certezza in più all’Arabia, anche se – dopo un paio di tentativi di Balotelli, di lì a poco sostituito, tra gli applausi, da Belotti – c’è da rammaricarsi per l’errore sottomisura di Pellegrini, innescato da Zappacosta. Al 69’ arriva il raddoppio azzurro: angolo di Bonaventura, Al Owais prima risponde, poi si arrende a Belotti. L’Italia potrebbe dilagare, ma Al Owais dice no al ‘solito’ tiro a giro di Insigne. D’improvviso l’Arabia va a segno: errore di Zappacosta, Al Shehri in posizione dubbia supera Donnarumma in uscita sulla trequarti e deposita a porta vuota. Al 78’ la prima parata di Donnarumma, sul destro centrale di Al Dawsari; è decisivo poco dopo il portiere del Milan su Almuwallad, favorito da un retropassaggio suicida di Criscito. In pieno recupero Cristante manca il 3-1. Pur senza incantare, l’Italia porta a casa la vittoria che le mancava da cinque partite.
(ITALPRESS).

ROCKETS KO IN CASA, WARRIORS IN FINALE

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Ancora e sempre Golden State-Cleveland. Per la quarta volta consecutiva la finale Nba sarà tra i Warriors e i Cavaliers. I “guerrieri”, infatti, hanno vinto gara-7 della finale di Western Conference, espugnando Houston e battendo 101-92 i Rockets. Eppure James Harden e compagni avevano fatto sognare i propri tifosi con un ottimo inizio di gara, poi tanti errori, l’assenza di Chris Paul che si è fatta sentire e la maggiore esperienza e classe degli ospiti ha fatto la differenza ed emesso…il solito verdetto. Al team di Mike D’Antoni non bastano i 32 punti del “Barba” che mette a referto anche sei rimbalzi e altrettanti assist. Ne fanno 23 Gordon, 20 Capela (9 rimbalzi) e 14 Tucker, con quest’ultimo che va in doppia cifra anche in fatto di rimbalzi collezionandone 12. Non basta e, a decretare il ko, al di là dei tanti errori nei tiri da 3 dei Rockets, ci pensano Kevin Duran e Steph Curry che non sbagliano i match che contano e che, nonostante un buon inizio, fanno la differenza. Il primo fa registrare al suo attivo 34 punti, 5 assist e 5 rimbalzi, il secondo sfiora la tripla doppia chiudendo con 27 punti, 10 assist e 9 rimbalzi. Di punti ne fanno rispettivamente 19 e 10 Thompson e Green (per lui anche 13 rimbalzi) e Golden State conquista l’ennesima finale. Difenderà il titolo contro Le Bron James e compagni, i rivali di sempre. Per l’anello sarà ancora Warriors-Cavaliers.
(ITALPRESS).

BALOTELLI DEDICA GOL IN AZZURRO A DAVIDE ASTORI

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Un gol dedicato a chi non c’è più, anche se i destinatari sono due persone che per Mario Balotelli ci saranno sempre. Ieri l’attaccante azzurro è stato il protagonista del 2-1 rifilato all’Arabia Saudita nella prima uscita della Nazionale di Roberto Mancini. Un gol dei suoi per sbloccare il risultato con dedica speciale a Davide Astori postata su Instagram. “Lo so che è tardi lo so che ormai sei là…ma sono convinto che là, in alto, oggi la guardavi con mio papà la partita! Questo gol, anche se non vorrà dire niente, anche se non servirà a niente, lo dedico a te #davideastori #forzaitalia #grazieatuttivoi”. Questo il testo del numero 9 azzurro che pubblica una foto divisa a metà: nella parte alta Astori che con la maglia dell’allenamento dell’Italia sorride stoppando di petto un pallone, in quella bassa il “Balo” che fa partire il suo destro. C’è spazio anche per rispondere a chi ha esposto uno striscione poi rimosso: “il mio capitano è di sangue italiano”. Balotelli replica: “Siamo nel 2018 ragazzi basta. Svegliatevi! Per favore!”.
(ITALPRESS).

ICS FIRMA ACCORDO CON FEDERAZIONE TENNISTAVOLO

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Il mese di febbraio del 2019 saranno 40 anni dall’effettivo riconoscimento da parte del CONI della Federazione Italiana Tennistavolo, un traguardo importante per una Federazione che rappresenta uno degli sport più inseriti nel tessuto sociale italiano, il movimento coinvolge infatti migliaia di persone, tra atleti di alto livello (la prima partecipazione olimpica è del 1988) e semplici appassionati. E’ proprio nell’ottica di investire sempre più nella crescita del tennis tavolo e con la massima attenzione rivolta ai tantissimi praticanti che la FITeT e l’Istituto per il Credito Sportivo hanno firmato oggi a Roma la convenzione “Top of the Sport”. A siglare il documento il Presidente di ICS, Andrea Abodi, e il Presidente Federale, Renato Di Napoli. Con questo accordo tutte le società affiliate e garantite dalla sola referenza dalla Federazione, possono accedere al Mutuo “light” 2.0 per importi dai 10mila ai 60mila euro per la realizzazione, ristrutturazione e riqualificazione di impianti sportivi nonché per l’acquisto di nuove attrezzature. La durata massima del finanziamento è di 7 anni, con una procedura istruttoria semplificata e la sola garanzia nella misura dell’80% da parte del Fondo di Garanzia.
Inoltre, con l’accordo firmato, la FITeT grazie al plafond di 30 milioni di euro dedicato a CONI, CIP e Federazioni Sportive Nazionali, potrà ottenere finanziamenti a tasso zero restituibili in 15 anni per la realizzazione di Centri Federali, Centri di preparazione Olimpica e per l’acquisto attrezzature sportive di alto livello.
(ITALPRESS).