Home Sport Pagina 1897

Sport

BOCCE, TOUR CELEBRATIVO 120 ANNI FA TAPPA A TORINO

0

Il tour celebrativo per i 120 anni della FIB, la Federazione Italiana Bocce, ha fatto tappa a Torino. Dopo Roma e Norcia non poteva mancare la città della Mole: fu infatti a Rivoli, cittadina della prima cintura torinese, che nel 1898 un gruppo di quindici società bocciofile decise di dar vita per la prima volta a un organismo di coordinamento sul territorio. Per celebrare la ricorrenza piazza Castello si è trasformata per una mattina in un grande campo da gioco dove istruttori federali, atleti e campioni di ieri e di oggi hanno insegnato le basi della raffa, del volo e del  beach bocce a bambini e ragazzi delle scuole. Presenti, insieme al presidente federale Marco Giunio De Sanctis, l’assessore allo Sport del Comune di Torino Alberto Finardi, il presidente del Coni regionale Gianfranco Porqueddu, il presidente della Federazione Paralimpica Sport Invernali Tiziana Nasi, il presidente FIB Piemonte Claudio Vittino. In apertura della mattinata il presidente De Sanctis ha consegnato a don Alberto Lagostina dell’oratorio San Paolo di Torino una donazione di 2mila euro per aiutare la sua parrocchia a promuovere lo sport tra i giovani. E proprio alle nuove generazione guarda la dirigenza federale, nella speranza di far crescere un movimento che da sempre fa della capacità di inclusione, della socializzazione e della solidarietà i suoi valori fondamentali.

“I bambini vanno coinvolti perché sono il futuro, il ricambio generazionale in questa Federazione non c’è stato e noi oggi stiamo facendo grandissimi progetti per i giovani, partendo dalle scolaresche e in collaborazione con il Miur” ha detto De Sanctis. Sempre il presidente ha aggiunto:”Dobbiamo portare le bocce nei grandi centri sportivi, per inserirci nell’ambito delle altre discipline”. Far crescere il movimento tra i più giovani può infatti dare nuovo impulso alla disciplina e spingerla, come auspicano in Federazione, a ritagliarsi un posto tra gli sport olimpici. Intanto, proprio in virtù del grande successo ottenuto, la Boccia Paralimpica è stata inserita nel programma delle Paraolimpiadi di Tokio 2020.
(ITALPRESS).

ABETE “IO IL ‘VECCHIO’? DECIDERANNO ELETTORI”

0

Quattro anni dopo potrebbe essere ancora lui a guidare il calcio italiano, con buona pace di chi non lo ritiene l’uomo del cambiamento. Giancarlo Abete va avanti per la sua strada dopo che Lega Pro, Lega Dilettanti, Assocalciatori e Aia hanno deposto l’ascia di guerra, convergendo sul suo nome per mettere fine al commissariamento della Figc. Dimessosi nell’estate 2014 dopo il flop mondiale in Sudafrica, il 67enne dirigente romano ha risposto presente. “Mi è stato chiesto di dare una disponibilità avendo queste 4 componenti la volontà di tornare a una ‘normalità’ democratica della vita della Federazione – racconta Abete ai microfoni de ‘La Politica nel Pallone’ su Gr Parlamento – Attendiamo ora la convocazione dell’assemblea, dopo inizierà l’iter legato alle candidature. Potrebbe tenersi ai primi di agosto, del resto quando mi dimisi, nel 2014, l’assemblea indetta per le elezioni del mio successore ci fu l’11 agosto”. Pronto a dialogare con la serie A per portarla dalla sua parte (“ma è presto per dirlo anche perchè la Lega di A ha costituito e ricostituito i suoi organi direttivi da pochi giorni e oggi la sua priorità assoluta è la definizione del contratto dei diritti televisivi”), l’ex presidente federale sa bene cosa lo attenderebbe in caso di elezione. “Alcuni problemi del calcio sono strutturali e dopo 4 anni alcuni continuano a emergere – la sua analisi – Dopo 60 anni la Nazionale non si è qualificata per il Mondiale e siamo 20esimi nel ranking Uefa, è migliorata la situazione delle nazionali giovanili ma l’Under 21 non ha ottimizzato le sue potenzialità in questo periodo. L’ambiente, poi, è stato molto rissoso, c’è stata una fibrillazione eccessiva sul versante dirigenziale: tre assemblee elettive, un commissario, tutte le leghe commissariate”. Per Abete “si possono avere e si hanno interessi diversi ma nel contempo bisogna cercare di lavorare il più possibile uniti”. L’ex numero uno di via Allegri si propone come pacificatore anche se i detrattori non mancano. “Chi dice che rappresento il vecchio fa una constatazione legittima. Sono stato presidente della Figc dal 2007 al 2014 ma c’è poi chi decide che sia così, che sono gli elettori. Non ho mai portato avanti una logica di elite ma di consenso dal basso e me ne vanto. Altri hanno una cultura elitaria, sono abituati a fare le nomine, c’è chi vorrebbe farsi le formazioni a tavolino ma la formazione della Figc la decidono gli elettori”. Abete ricorda che dalle sue dimissioni “si sono candidati alle elezioni federali Albertini, Abodi, Gravina, Sibilia, una pluralità di personalità di qualità del mondo del calcio ma chi decide è il voto dal basso, a scrutinio segreto e gli elettori voteranno secondo coscienza, a seconda dei candidati che si presenteranno. La logica delle elite non funziona più, non basta pensare di avere una marcia in più per avere una legittimazione. La legittimazione arriva dal basso. Chi ha la volontà di diventare il presidente della Figc deve confrontarsi con l’elettorato per testimoniare di avere un maggior consenso rispetto ad altre persone”. Nessun messaggio diretto a Malagò. “Ci conosciamo da tantissimi anni, c’è rispetto, non ho motivi di ostilità”, assicura Abete, ricordando però allo stesso tempo che se la Figc da un lato non può reclamare “nessuna posizione di privilegio”, dall’altro merita “il prestigio e il rispetto che si deve una Federazione grande che ha il 20-25% dei tesserati italiani”. Favorevole alla Var (“la sua attivazione è in linea con la tradizione della Figc, io sono stato il primo a introdurre gli arbitri di porta nel campionato italiano”), Abete individua negli stadi uno dei primi problemi da risolvere (“le infrastrutture sono il nostro tallone d’Achille e la normativa ha aiutato poco a realizzare nuovi impianti”) mentre sull’arrivo di proprietà straniere nel nostro calcio ammette che è “un processo irreversibile ma poi va fatta una verifica sul campo di quelli che danno un valore aggiunto al calcio italiano”. Sulla questione dei diritti tv, non c’è dubbio che quelli italiani “valgono più di quelli francesi: il nostro campionato è più importante, lo dimostrano la presenza negli stadi e il numero di squadre qualificate in Champions”. Infine la Nazionale, affidata a Mancini. “Ha iniziato adesso questo suo percorso, è giusto quando dice che bisogna avere dei confronti duri, difficili con squadre che ci sono superiori, si cresce nei confronti con avversari significativi come la Francia. La fascia di capitano a Balotelli? La fascia viene assegnata dal ct per cui nel momento in Mancini ritenesse di assegnarla a Balotelli, avrebbe le sue buone ragioni ed eserciterebbe un suo diritto. Tutti coloro i quali sono convocati o convocabili hanno la legittimazione a rappresentare l’Italia ai massimi livelli, non ci sono convocati di livelli diversi”.
(ITALPRESS).

FOGNINI ESCE DI SCENA AGLI OTTAVI AL ROLAND GARROS

0

Fabio Fognini saluta il Roland Garros, secondo Slam stagionale in corso sulla terra rossa parigina, agli ottavi di finale. Il 31enne di Arma di Taggia, numero 18 Atp e 18esima testa di serie, che alla vigilia del Major francese aveva raggiunto i quarti agli Internazionali d’Italia e le semifinali a Ginevra, all’undicesima partecipazione a Parigi non è riuscito ad eguagliare i quarti raggiunti nel 2011, quando per un infortunio non poté nemmeno scendere in campo contro Djokovic, e a raggiungere dunque tra i ‘best 8’ del torneo Marco Cecchinato (non accadeva dal 1976 che due azzurri arrivassero al quarto turno: allora erano Adriano Panatta e Corrado Barazzutti). Nel match che chiudeva il programma di giornata sul Centrale “Philippe Chatrier”, il Davisman italiano ha lottato per cinque set contro il croato Marin Cilic, numero 4 del mondo e terzo favorito del seeding, finalista in gennaio agli Australian Open: 6-1 6-4 3-6 6-7(4) 6-3 il punteggio con cui, dopo tre ore e 37 minuti palpitanti, il 29enne nato a Medjugorje ha staccato il pass per i quarti di finale fermando la corsa di Fognini. Solo una volta, quindi, a livello Slam, due tennisti italiani si sono presentati insieme nei quarti di finale, exploit riuscito nel 1973 proprio sui campi parigini, allora per merito di Paolo Bertolucci e Adriano Panatta. Chi non finisce di stupire  sulla terra rossa di Parigi è appunto Cecchinato, che dopo il primo titolo Atp conquistato a Budapest a fine aprile ha centrato l’accesso ai quarti di finale del Roland Garros, nono italiano a riuscire in tale impresa a livello Slam nell’Era Open. Il 25enne di Palermo, numero 72 del ranking mondiale, alla seconda presenza nel tabellone principale dello Slam francese (quinta complessiva nei Major), dopo aver messo in fila il rumeno Marius Copil, l’argentino Marco Trungelliti e lo spagnolo Pablo Carreno Busta, numero 11 del ranking mondiale e decima testa di serie, ha compiuto un’altra impresa eliminando in 4 set il belga David Goffin, numero 9 della classifica mondiale e ottavo favorito del seeding. Domani, nei quarti di finale, il siciliano sfiderà il serbo Novak Djokovic, numero 22 della classifica mondiale e 20esimo favorito del seeding, vincitore qui nel 2016 e finalista nel 2015, 2014 e 2012: non ci sono precedenti tra i due. Restando in campo maschile, Rafael Nadal, numero 1 del mondo e del tabellone, si regala per il suo 32esimo compleanno il 900esimo match vinto nel circuito Atp, l’83esimo al Roland Garros: sotto i colpi del fenomeno spagnolo cade il tedesco Maximilian Marterer, che si arrende per 6-3 6-2 7-6(4). Nei quarti ‘Rafa’ troverà l’argentino Diego Schwartzman, testa di serie numero 11, che piega in cinque set il sudafricano Kevin Anderson. Tra le donne, volano ai quarti  senza giocare Maria Sharapova e Garbine Muguruza: la bella siberiana beneficia del ritiro a sorpresa di Serena Williams, che indice finanche una conferenza per spiegare i suoi problemi al muscolo pettorale, la spagnola invece disputa solo due game prima di approfittare del forfait di Lesia Tsurenko. Avanti anche l’ex numero 1, Angelique Kerber, e quella attuale, Simona Halep, mentre esce invece di scena Caroline Wozniacki, messa al tappeto da Daria Kasatkina.
(ITALPRESS).

ITALIA PAREGGIA 1-1 IN AMICHEVOLE CON L’OLANDA

0

L’Italia ha pareggiato per 1-1 con l’Olanda in un’amichevole all’Allianz Stadium di Torino. I gol, tutti nella ripresa, di Zaza e Aké. Dopo il successo con l’Arabia Saudita ed il ko con la Francia, l’Italia vuole chiudere il trittico di test della nuova era Mancini con una serata da incorniciare. L’avvio degli azzurri, con Balotelli in panchina, fa ben sperare e al 3′ c’è il primo sussulto: punizione di Verdi, Cristante prolunga e Belotti deposita in rete, in posizione però di netto offside. Gli Oranje non sono mai pericolosi e l’Italia sfiora due volte il gol in una manciata di secondi. C’è sempre lo zampino di Insigne, che al 32′ lancia alla perfezione per Belotti, che però spara su Cillessen, e al 33′ invita alla conclusione in area Verdi, che però spara alto. Ancora l’attaccante del Bologna protagonista al 42′: l’assist è di Jorginho, ma il portiere ospite mette in angolo. Dagli sviluppi del corner Criscito salta più in alto di tutti trovando Vormer piazzato sulla linea. In avvio di ripresa Mancini pesca subito dalla panchina e sono proprio i nuovi entrati a confezionare l’1-0: al 22′ Chiesa scatta sulla destra e mette al centro, trovando l’impatto vincente di Chiesa. Un minuto dopo Criscito si fa espellere per un fallo da ultimo uomo e dalla conseguente punizione Perin respinge una punizione di Depay. L’Italia è destinata a soffrire nel finale ma Perin, prossimo portiere juventino, chiude la saracinesca su un gran sinistro a giro di Berghuis a nove minuti dalla fine. Prima della conclusione c’è anche un tentativo di Chiesa respinto di piede da Cillessen. A due minuti dal novantesimo, però, arriva la ‘doccia fredda’ per gli azzurri, un’inzuccata di Aké che fissa lo score sull’1-1.
(ITALPRESS).

HONDA E PEDROSA SI DICONO ADDIO DOPO 18 ANNI

0

Dopo 18 anni insieme in tre classi del campionato del mondo della MotoGP, Dani Pedrosa e la Honda hanno annunciato oggi che, di comune accordo, la loro lunga collaborazione terminerà alla fine della stagione 2018. Dal 2006, quando il pilota spagnolo si è unito al team Repsol Honda, Pedrosa ha ottenuto 31 vittorie. “Oggi è un giorno triste per me – ha detto il presidente di Honda, Yoshishige Nomura – Per conto di HRC, voglio ringraziare Dani per tutto il suo duro lavoro e di successo, ed esprimere la nostra gratitudine per questi due decenni trascorsi insieme. Gli auguriamo fortuna e successo”. “Voglio ringraziare HRC per tutti questi anni di grande successo – ha detto Pedrosa – Con loro non sono cresciuto solo come pilota, ma anche come uomo. Avrò sempre la Honda nei miei pensieri e nel mio cuore, nella vita tutti abbiamo bisogno di cambiamenti e sento che per me è giunto il momento di cambiare”.
(ITALPRESS).

BALOTELLI “CAMBIARE LA LEGGE SULLA CITTADINANZA”

0

Mario Balotelli racconta la propria esperienza e lancia un appello sull’opportunità di approvare lo ius soli, ma il neo ministro Matteo Salvini lo rispedisce subito al mittente. “Piano piano le cose possono cambiare. Si parla di immigrazione, io sono nato e cresciuto in Italia, e non sono stato italiano fino a 18 anni. La legge deve cambiare” le parole di Supermario nel corso della presentazione del libro “Demoni” del giornalista Sky Alessandro Alciato. A stretto giro, però, arriva la risposta di Salvini, affidata a twitter:”Caro Mario, lo ‘ius soli’ non e’ la priorita’ mia, ne’ degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone” il messaggio del responsabile del Viminale. Un messaggio forte quello lanciato da Balotelli, ritornato in Nazionale dopo l’avvento in panchina di Roberto Mancini. Per l’ex attaccante di Inter e Milan, il periodo più duro “è stato prima dei 18 anni, quando non avevo la cittadinanza”. La discussione sull’affidargli o meno la fascia di capitano della Nazionale, che ha coinvolto anche Salvini (“Il capitano deve essere rappresentativo e deve giocare bene a pallone, non deve essere bianco, giallo o verde. Spero che l’allenatore della Nazionale sceglierà il capitano non per motivi sociologici, filosofici e antropologici ma perche’ e’ un ragazzo che fa spogliatoio, umile e che gioca bene. Magari Balotelli mi stupira’ ma negli anni passati non mi e’ sembrata una persona umile in grado di mettere d’accordo tutti”), ha ulteriormente acceso i riflettori sul razzismo anche alla luce dello striscione esposto a San Gallo prima del match contro l’Arabia Saudita (“Il mio capitano è di sangue italiano”).
“Senza i miei genitori non sarei qui, loro mi hanno aiutato. Con le persone, e con i bambini, si deve parlare, se si vuole cambiare la società” ha detto il 27enne attaccante che ha giocato al Nizza le ultime due stagioni. “Ora che sono padre, essendo famoso, devo dare l’esempio anche ai miei figli nella mia vita privata. Avere avuto responsabilità mi ha fatto piacere, ma se accetti di essere forte, devi prendere anche le cose negative” le parole dell’azzurro di origini ghanesi, nato a Palermo. Di calcio si parla poco, ma qualche battuta viene fuori anche su questo fronte. Balotelli rivendica di aver sempre fatto gol nella sua carriera (“I gol li ho sempre fatti, a parte due anni” ha detto) e sul suo futuro di cui si parla tanto anche per un possibile ritorno in una squadra italiana fa una battuta:”Il mio futuro? C’e’ l’avvocato Rigo (un collaboratore di Raiola, ndr)… Salvini lo sa…”.
(ITALPRESS).

FESTA 120 ANNI FIB A GENOVA, DE SANCTIS “SPORT DI TUTTI”

0

Grande festa al Porto Antico di Genova per la festa dei 120 anni della Federazione Italiana Bocce. Studenti delle scuole superiori, medie ed elementari, atleti e appassionati hanno giocato fra musica e balli sotto il sole del capoluogo ligure. Raggiante Marco Giunio De Sanctis, presidente della FIB, che ha partecipato con grande entusiasmo alla tappa di Genova lanciando un bel messaggio per tutti i ragazzi e le ragazze presenti:“Le bocce sono lo sport di tutti e per tutti – ha dichiarato – Abbiamo tra diverse discipline: volo, petanque e raffa, e numerosi campioni che sono d’esempio per tanti altri giovani che verranno. Abbiamo lanciato anche la boccia paralimpica che sta diventando sempre più importante e sulla quale continueremo ad investire. Per il futuro abbiamo progetti importanti”. Presenti anche Stefano Anzalone, delegato allo sport del Comune di Genova, Monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliario di Genova, e Gaetano Cuozzo, presidente del Comitato Paralimpico della Liguria. Poi, dopo i saluti delle autorità, spazio alle prove pratiche per gli studenti che si sono divertiti nelle varie specialità delle bocce seguiti da Istruttori Federali. Si è giocato a petanque con il campione Diego Rizzi e al volo con la campionessa Giorgia Rebora, presenti anche molti altri atleti liguri di spicco. Esibizioni anche della boccia paralimpica.  “E’ una bella soddisfazione vedere tanti giovani provare la nostra disciplina – ha commentato Ginetto Pastorelli, presidente della FIB Liguria – Ringrazio Dario Della Gatta che ha curato in maniera eccellente tutta l’organizzazione assieme a Dino Tagliafico e a tutto lo staff del Comitato Provinciale di Genova. Fondamentale è stato il supporto che abbiamo avuto da Roma”. Fra esibizioni sul palco di hip hop che hanno coinvolto le scolaresche si è conclusa la manifestazione e con l’aiuto di un writer di professione, molti ragazzi hanno potuto firmare con il proprio colore preferito il pannello allestito per l’occasione che sarà donato alla Parrocchia Don Bosco di Genova assieme al contributo per la promozione della pratica sportiva. Un modo per lasciare un’impronta e dare un significato a questa fantastica giornata di sport.
(ITALPRESS).

CECCHINATO IN SEMIFINALE AL ROLAND GARROS

0

“E’ incredibile! Ma sono entrato in campo convinto di potercela fare”. Marco Cecchinato commenta cosi’ la sua storica vittoria nei quarti di finale del Roland Garros, secondo torneo dello Slam, battendo sulla terra rossa parigina un mostro sacro della racchetta, quel Novak Djokovic che a lungo e’ stato in cima al mondo. Il 25enne palermitano e’ l’ottavo azzurro a centrare la qualificazione ad una semifinale di uno slam, a 40 anni esatti dall’ultima volta, quando a riuscirci fu Corrado Barazzutti che, poi, nulla pote’ contro lo strapotere di Bjorn Borg, che si involo’ verso la conquista del torneo. Cecchinato ha imposto il proprio gioco a Djokovic, che nei primi due set non e’ riuscito a sciorinare tutti i suoi colpi, accusando anche un problema alla spalla destra, tanto da richiedere l’intervento del fisioterapista al termine del primo set. Avanti di due, il palermitano ha perso in lucidita’ e dopo aver concesso un paio di break al suo avversario, ha mollato il set che Nole ha chiuso  lasciandogli solo un gioco. Nel quarto e decisivo, aperto con un punto contro assegnatogli per comportamento anti sportivo, perche’ e’ stato raggiunto nello spogliatoio dal suo allenatore – gli aveva portato un altro paio di scarpre, ndr -. Il numero 20 del tabellone continuava a macinare punti fino a portarsi sul 4-1, con il siciliano che sembrava consegnargli anche il quinto gioco. Invece, annullate tre palle al suo avversario il match ha preso un’altra inerzia dopo che ha chiuso il secondo punto. Sul 5-3 per Djokovic e’ arrivato il break di Marco che ha annulla due palle set e si e’ portato sul 4-5 e quindi sul 5 pari. Si e’ arrivati cosi’ al decisivo tie-break. Avanti 3-0, Cecchinato e’ stato un po’ sfortunato con due palle uscite di un niente. Conquistato il primo match-ball sul 6-5, salvato da campione da Djokovic con una vole’e stoppata di rovescio. Con un’altra vole’e da applausi il serbo si e’ issato a set point, sciupato con un rovescio lungo (7 a 7), mentre la seconda palla set e’ stata cancellata da Marco (diritto al volo), la terza e’ volata via con un colpo steccato a meta’ campo da Nole, bravo poi a cancellare il secondo (10 a 9) e il terzo match point (11 a 10), ma non il quarto, con risposta di rovescio lungo linea vincente sul serve and volley dell’ex numero uno del mondo. Mentre Djokovic lascia mestamente il campo, l’azzurro si scioglie in un pianto irrefrenabile per la grande gioia. “Mi batteva molto forte il cuore in tutti i match point” racconta poi Cecchinato. “Djokovic ha spinto mettendo una stop-volley e un diritto al volo sulla linea e io li’ ho cominciato a crederci un po’ meno, ma ho continuato a giocare e ho messo quel rovescio lungo linea che mi ha dato la vittoria” racconta. “Ho iniziato il match molto convinto, perche’ non avevo nulla da perdere” aggiunge. “Ho giocato un match aggressivo, dando il meglio in campo ed ho cominciato a crederci. Ho giocato in maniera perfetta tranne che nel terzo set quando solo calato un po’. Ma ho spinto convinto  di poter vincere contro Novak Djokovic”. Un grande risultato che e’ frutto di una carriera dura: “Tanti sacrifici ma adesso e’ bellissimo. Tornei indietro e rifarei tutto: palestra, alimentazione, ma anche tanta professionalita’. Grazie a tutto questo ho raggiunto le semifinali al Roland Garros, e’ incredibile”.
(ITALPRESS).