Chris Froome è tornato, alla sua maniera. Sulle rampe del ‘mostro’, lo Zoncolan, il campione britannico fa la voce grossa e, di fatto, si candida ufficialmente quantomeno al podio dopo oltre metà Giro di anonimato. Il corridore più forte nelle corse di tre settimane, vincitore in carriera di quattro Tour e una Vuelta, in gruppo nonostante una positività al salbutamolo registrata proprio sulle strade di quel Giro di Spagna messo in bacheca, ha dato finalmente spettacolo nel sabato più atteso. Il capitano del Team Sky sfrutta il gran lavoro di Poels e, ai -4 dall’arrivo, da’ la sua proverbiale frullata, che schianta il tricolore Fabio Aru, ormai fuori da ogni discorso di classifica. In una giornata contraddistinta dalla fuga da lontano di Enrico Barbin (Bardiani-Csf), Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli-Sidermec), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Valerio Conti (UAE Team Emirates), Matteo Montaguti (Ag2R-La Mondiale), Laurent Didier (Trek-Segafredo) e Jacopo Mosca (Wilier Triestina-Selle Italia), con Conti che resta solo sull’ultima salita, prima affiancato da Igor Anton e poi sorpassato da Michael Woods, Froome si fa pilotare davanti per poi andarsene in solitaria. La maglia rosa Simon Yates sta bene ed è pimpante ma, a differenza del connazionale, non conosce lo Zoncolan e non riesce a colmare quei 6 secondi di distacco dal primo, per una piazza d’onore che comunque lo legittimano ‘re’ di questo Giro. “Era una tappa molto importante anche per il morale per i prossimi giorni del Giro – il commento di Froome – Era un momento molto importante di questo Giro, una salita molta famosa con una grande storia, per quello era per un grande obiettivo vincere qui. La caduta a Gerusalemme? E’ sempre difficile recuperare quando si finisce a terra prima della partenza, per questo sono molto contento di aver vinto oggi, e voglio ringraziare i miei compagni di squadra, che hanno fatto un gran lavoro e hanno una grande fiducia in me. Questa vittoria e’ per loro ed i miei tifosi”. L’anglo-inglese si riporta cosi’ in corsa anche per la maglia rosa: “Vedremo di giorno in giorno, il Giro non e’ ancora finito. Nelle prime due settimane non sono stato al cento per cento, pero’ sono qui per fare la corsa e faro’ il massimo, a prescindere dal primo, secondo o terzo posto”. “Sono felice e amareggiato allo stesso tempo, nel finale volevo provare a riprendere Chris e lottare per la vittoria di tappa” – le parole di Yates – Domani potrebbe essere una giornata per ottenere distacchi piu’ importanti, molti pagheranno le fatiche di oggi”. Terzo posto per il lucano Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), che scalza dal podio per 11″ il francese Thibaut Pinot (Gruopama-Fdj), mentre resiste l’olandese e campione in carica Tom Dumoulin (Sunweb), ora in classifica a 1’24” dal britannico della Mitchelton-Scott. Domani si disputa la 15esima tappa, la Tolmezzo-Sappada di 176 chilometri. Frazione dolomitica in continuo scaliscendi con un solo tratto di tranquillità nel lungo falsopiano verso Cortina d’Ampezzo. Si scalano in sequenza i Passi della Mauria, di Tre Croci, di Sant’Antonio (inedito da questo versante e con pendenze per lunghi tratti superiori al 10%) e Costalissoio, altra salita inedita breve, ma molto ripida. Dopo la discesa su San Pietro di Cadore lunga risalita del Piave fino a Sappada dove è posto il traguardo. Gli ultimi 10 chilometri sono tutti in salita, con la strada che spiana solo nei residui mille metri. C’è spazio per attaccare e per un’altra giornata in apnea, sapendo che Froome è in agguato e Yates è saldamente al comando.
(ITALPRESS).
FROOME DOMA LO ZONCOLAN, YATES SEMPRE IN ROSA
CLEVELAND DOMINA GARA 3 E RIAPRE SERIE CON BOSTON
Cleveland c’è ed è più viva che mai. Dopo le due sconfitte al TD Garden, i Cavaliers dominano gara 3 surclassando Boston 116-86 e accorciando le distanze nella finale della Eastern Conference, con i Celtics ora avanti 2-1. A suonare la carica non poteva che essere LeBron James: 27 punti e 12 assist per il Prescelto, che trova in Kevin Love (13 punti e 14 rimbalzi) un fido alleato. Partita senza storia, con Cleveland che vola sul +19 già nel primo quarto e poi allunga fino al +30 finale. Il quintetto di coach Lue bombarda dall’arco infilando 17 triple, quattro delle quali portano la firma di Korver, e in sei finiscono in doppia cifra. Fra i Celtics in difficoltà Jaylen Brown, 23 punti di media nelle prime due gare e oggi a referto con 10 punti, ma anche Jayson Tatum (18 punti) e Terry Rozier (13 punti) non sono all’altezza delle precedenti prestazioni. “Ci hanno dominato”, riconosce coach Stevens. I Cavs hanno trovato anche i punti di Hill (13) e Smith (11) e James si è potuto anche permettere di dosare le energie, limitando la sua presenza sul parquet a 37 minuti.
Solo in 19 occasioni su 300 una squadra ha ribaltato uno 0-2 nei play-off e Cleveland l’ha fatto due volte, prima nel 2007 e poi nel 2016, nella finale per il titolo vinta contro Golden State. Di contro i Celtics si sono aggiudicati una serie 37 volte su 37 dopo aver vinto le prime due partite. Domani notte gara 4, sempre in Ohio.
(ITALPRESS).
TRIS MARQUEZ A LE MANS, PODIO ROSSI, MALE DOVI
Andrea Dovizioso e Johann Zarco si autoeliminano, Jorge Lorenzo crolla e Marc Marquez ringrazia. Il Cabroncito approfitta degli errori altrui e si prende in Francia la vittoria numero 64 della carriera, la terza di fila dopo Austin e Jerez che gli permette di allungare in vetta al Mondiale. Ottimo secondo posto per Danilo Petrucci, che di questo passo finirà col meritarsi una chance sulla Ducati ufficiale mentre riassapora la gioia del podio Valentino Rossi.
E’ quasi una gara a eliminazione quella di Le Mans, con Andrea Iannone che esce di scena dopo poche curve, imitato qualche giro dopo da Dovizioso: davvero sciagurato il forlivese che, infilati Zarco e Lorenzo, mentre è in testa alla gara va lungo alla curva 6 e finisce sulla ghiaia. “Un errore stupido, inaccettabile – il mea culpa del Dovi, che avrebbe voluto festeggiare con un altro risultato il rinnovo con la Ducati – Se vogliamo giocarci il campionato non possiamo permetterci di fare questi errori, mi scuso con tutta la squadra”. Ma la Dea Bendata fa un altro regalo a Marquez: Zarco, che gli stava contendendo il secondo posto alle spalle di Lorenzo, va pure lui largo e a quel punto, col ducatista che cede alla distanza dopo un ottimo avvio di gara – chiuderà sesto – è quasi un gioco da ragazzi andarsi a prendere la vittoria anche perchè Petrucci prova per un po’ a stargli dietro “ma avrei dovuto rischiare di più e alla fine mi sono accontentato del secondo posto”.
“E’ un risultato importante perchè ottenuto su un circuito dove normalmente fatichiamo – confessa dal canto suo il 25enne di Cervera – Poi senza Dovi la gara è stata diversa, lui ne aveva un po’ di più ma quando è scivolato abbiamo cambiato strategia”. Marquez sembra ormai padrone del Mondiale: 36 i punti di vantaggio sul primo rivale che è Maverick Vinales, anche oggi autore di una prova anonima (settimo a oltre 23″) con la Yamaha che si consola parzialmente con Rossi. Il Dottore non fa una gara che passerà agli annali, prova a un certo punto a mettersi sulle tracce di Petrucci ma poi desiste, accontentandosi di una terza piazza che è grasso che cola: il podio gli mancava dalla gara inaugurale di Losail ed è un risultato importante “perchè arriva in un momento tecnico difficile, dove stiamo soffrendo. Questo è il nostro massimo potenziale – riconosce quasi rassegnato – Le Mans è una pista dove siamo sempre andati bene ma oggi non riuscivo a fare di più. Se vogliamo lottare per la vittoria dobbiamo fare uno step avanti, non è un caso se la Yamaha non vince da un anno. Il Mugello? Dopo i test sono pessimista, abbiamo fatto piangere…”.
Moto2 sempre più sotto il segno di Pecco Bagnaia, che dopo la prima pole della carriera centra il terzo successo stagionale davanti ad Alex Marquez e Joan Mir: il pilota torinese guida ora il Mondiale con 25 punti di vantaggio su Miguel Oliveira. Beffa per Fabio Di Giannantonio, che taglia davanti a tutti il traguardo in Moto3 ma si vede negare la prima vittoria da una penalizzazione di 3 secondi. Doppietta per il team Angel Nieto con Arenas che precede Migno.
(ITALPRESS).
BIS BENNETT NELLA PIOGGIA, YATES RESTA IN MAGLIA ROSA
Sotto la bandiera a scacchi c’è ancora Sam Bennett. Doveva essere una tappa tranquilla quella fra Osimo e Imola, con tutte le premesse per un nuovo arrivo in volata. Ma pioggia e grandine sparigliano le carte e il 27enne corridore irlandese della Bora-Hansgrohe omaggia l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari con un’accelerazione da Formula Uno che gli vale il secondo successo in questo Giro d’Italia. Succede tutto nella parte finale del circuito teatro di tante battaglie a 4 ruote ma anche della morte di un grandissimo come Ayrton Senna: Diego Ulissi cerca l’azione personale, Bentancur prima e Mohoric poi lo raggiungono e lo staccano, sognando uno sprint a due. Ma da dietro, a circa 300 metri dal traguardo, come un fulmine parte Bennett, che la volata la fa da solo andandosi a prendere la vittoria di giornata con Van Poppel e Bonifazio poco dietro. Assente ‘giustificato’ Elia Viviani, che resta comunque in maglia ciclamino. Giornata sfortunata per il corridore della Quick Step-Floors, rimasto nelle retrovie per colpa del maltempo, altro principale protagonista di una tappa che già al chilometro 2 veniva movimentata dall’attacco di cinque corridori – Marco Frapporti, Mirco Maestri, Manuel Senni, Jacopo Mosca e l’albanese Eugert Zhupa – il cui vantaggio ha sfondato anche il muro dei 4 minuti. Poi però i team dei velocisti avevano preso in mano la situazione per ricucire lo strappo, a partire della Bora-Hansgrohe di Bennett. Maestri e Mosca sono stati gli ultimi a resistere ma il plotone, causa maltempo, si era intanto spaccato in due, con Carapaz, Pozzovivo e Viviani fra i ritardatari. Della situazione, una volta neutralizzata la fuga di giornata, ha provato ad approfittare Tim Wellens, il cui tentativo anche stavolta non ha avuto fortuna. La salita che porta a Tre Monti ha spinto anche qualche uomo di classifica come Dennis a cercare l’allungo costringendo Yates a intervenire in prima persona per stoppare qualsiasi velleità, quindi l’azione di Ulissi che ha acceso il finale fino allo spunto di Bennett.
“Volevo ripagare il lavoro di tutta la squadra – racconta l’irlandese – Non sembrava così lunga questa volata, ero nella scia dei due attaccanti, mi aspettavo che la linea dell’arrivo fosse più vicina, ma a quel punto non potevo lasciarmi scappare questa occasione”. Bennett ammette di essere partito “presto, non sapevo quanto avrei tenuto ma ha funzionato. Questa vittoria è più bella della prima”, il riferimento al successo di Praia a Mare nella settima frazione. Tutto immutato nelle posizioni che contano in classifica generale dove Simon Yates si gode un altro giorno in maglia rosa: “Doveva essere una giornata semplice e invece è stata difficile. Il finale era complicato, ma sono stato davanti ed è andata bene”.
Domani altra chance per i velocisti con una frazione totalmente piatta, 180 chilometri fra Ferrara e Nervesa della Battaglia. Unica difficoltà – fatta eccezione ai numerosi attraversamenti cittadini dove è possibile (e consueto) incontrare rotatorie, spartitraffico e dossi rallentatori – il Gpm di quarta categoria sul Montello, a una trentina di chilometri dal traguardo.
(ITALPRESS).
MARQUEZ “PRIMO OBIETTIVO E’ IL PODIO”
“La prima parte della stagione è stata positiva per noi” dice Marc Marquez, leader del mondiale MotoGP nella conferenza stampa di presentazione del Gran Premio di Francia a Le Mans. “Sia il test a Jerez e specialmente quello al Mugello sono stati molto importanti per noi. Abbiamo trovato qualcosa di interessante e siamo sulla strada giusta” aggiunge il portacolori della Honda Hrc. “E’ stata una delle piste peggiori per noi in passato, ma che comunque mi piace. Sembra che ci sarà bel tempo per tutto il weekend e questo ci permetterà di lavoare sodo” afferma Marquez che poi aggiunge: “L’anno scorso il nostro punto debole era l’accelerazione: perdevamo in rettilineo e cercavamo di recuperare nelle curve. Quest’anno abbiamo migliorato parecchio sotto questo punto di vista e quindi speriamo che vada in modo diverso” dice il campione di Cervera. “Le Yamaha sono molto veloci e Zarco qui ha una motivazione superiore. Ma anche Ducati e Suzuki vanno forte e quindi sarà difficile salire sul podio che resta il nostro promo obiettivo, poi se arriverà anche la vittoria…”. A Le Mans, sul circuito di casa Johann Zarco si presenta da secondo in campionato, con 12 punti di ritardo dala Honda numero 23. “Non posso dire che non sia sorpreso. E’ divertente, è molto bello essere secondo in campionato e sto continuando a sognare questa prima vittoria” dice il pilota transalpino della Yamaha Tech 3. “Anche nella passata stagione la moto funzionava bene e quindi se riesco a fare la cosa giusta al momento giusto posso vincere. So di saper guidare bene questa moto e dopo il test a Jerez credo di poter essere più competitivo” aggiunge Zarco. “La posizione è migliore ripestto a quello che mi aspettavo. Spero di poter lottare per il titolo un giorno e se posso farlo quest’anno perchè no” afferma Zarco. “Marc è molto forte ma io mi sento bene in moto e non lo vedo poi così lontano come sembra. Penso di poterlo prendere. Vediamo come andrà. Io manterrò il mio obiettivo che è vincere fino a domenica”.
Reduce da un paio di gare ad alto livello Andrea Iannone può essere uno dei protagonisti sul piccolo circuito Bugatti. “Arriviamo da un perido molto buono per noi. Abbiamo iniziato in maniera giusta e da Austin, prova dopo prova, abbiamo migliorato il feeling con la moto e anche i risultati e tutto il resto” afferma il pilota di Vasto. “L’anno scorso è stata una pista difficile per noi, ma ora arriviamo con una situazione diversa. la moto è migliorata molto in inverno e possiamo stare vicini alle moto migliori”. Sul rinnovo del contratto, conclude: “Ho molta fiducia e tra qualche giorno tutti sapranno cosa sarà del mio futuro”. Chi vive un momento difficile, invece, è Valentino Rossi. “Veniamo da un periodo molto difficile per noi. La moto non è volto veloce nè molto forte e nei test non abbiamo trovato molte cose. Abbiamo lavorato a Jerez su piccoli dettaglie e al Mugello sul bilanciamento della moto per il weekend. E’ stato difficle perchè ha annche piovuto” racconta il “Dottore”. La M1 è andata piuttosto bene qui e negli ultimi anni è andata forte, ma dobbiamo capire quest’anno quale sia il nostro livello rispetto agli avversari” afferma Valentino. “Nella mia carriera qui non ho vinto molto ma ho fatto delle belle gare. Mi piace la pista. Ci sono forti staccate e cambi di direzione. la Yamaha storicamente è sempre andata bene qui, ma anche con la Ducati ero salito sul podio” ricorda. “E’ una buona pista, soprattutto dopo che è stata riasfaltata. Il livello di aderenza è molto alto. Vedremo le condizoni della pista”. Rossi, quindi, torna a parlare del ritardo che la sua Movistar Yamaha smbra avere rispetto alle avversarie. “E’ un momento difficile e per trovare qualcosa di diverso bisogna aspettare la seconda parte della stagione quando ci sono una-due settimane in più per lavorare e per migliorare, ma io spero di farlo prima” dice. “Da una pista all’altra le moto fanno funzionare le gomme in maniera diversa. Adesso c’è un livello molto alto e tutti sono molto vicini e per cercare di restare nelle prime cinque posizioni devi avere una prestazione che ti avvicini alla vittoria”.
Quarto a Jerez anche grazie alla caduta che ha visto coinvolti Pedrosa, Lorenzo e Dovizioso, Danilo Petrucci punta sempre a salire sul podio. “Quello spagnolo è stato un bel weekend, ma è triste aver perso il podio al penultimo giro. Ma sono stato fortunato nel guadagnare tre posizoni con la caduta di Dani, Jorge e Dovi. Senza quell’incidente avrei chiuso in sesta posizione”. Sottolinea. “Credo che abbiamo bisogno di qualcosa di più per essere più vicino ai piloti ufficiali. Proveremo qualcosa qui per cercare di essere più vicini al podio” aggiunge. “Non so cosa aspettarmi. L’anno scorso ho avuto problemi in qualifica e sono partito dal fondo della griglia- Poi ho recuperato molte posizioni ma la mia moto si è fermata. Vorrei fare bella gara per arrivare con meno pressione possibile al Mugello”. Sul suo futuro e sul suo possibile arrivo in Ducati ufficiale, conclude: “Ci sono parecchie chiacchere a riguardo, Ma non dipende da me. Io posso solo dare il mio meglio e vedere se sarà sufficiente. Io do sempre il mio 100%, ma forse serve il 101%. Vedremo“.
“La mia situazione è buona, siamo più vicini di prima e manca ancora qualche particolare. Il mio manager arriva questa notte. Lavoreremo durante il fine settimana e spero che riusciamo a risolvere tutto”. Così Andrea Dovizioso nel giovedì di Le Mans sul suo rinnovo con la Ducati. “Quello che mi ha colpito è che ci sono state tante persone vicine, che mi hanno dato il loro supporto in questo momento. E questo è stato molto importante per me” ha aggiunto il pilota forlivese. o cosa succede, io al momento sono concentrato su questa gare e a fare una bella corsa”.
(ITALPRESS).
ITALIA BATTUTA DAGLI USA, TERZO KO IN NATIONS LEAGUE
Terza uscita e terza sconfitta per l’Italia nel primo round della Nations League. A Lincoln le azzurre di Davide Mazzanti, già battute da Turchia e Polonia, cedono nettamente alle padrone di casa degli Stati Uniti per 3-0(25-21, 25-18, 25-21), subendo per quasi tutta la gara il gioco delle campionesse del mondo in carica, al gran completo. Dopo due set molto complicati, nel terzo le azzurre reagiscono, mostrando buone cose, ma dovendo poi cedere nel finale.
Contro gli Usa il ct conferma Malinov in palleggio, Ortolani opposto, schiacciatrici Guerra e Sylla, centrali Olivotto e Lubian con l’unica novità rappresentata da Spirito al posto di Parrocchiale ma l’Italia fatica a ingranare, andando sotto 4-8 al primo time-out tecnico. Superato il blocco iniziale le azzurre crescono e, spinte da un’ispirata Lubian, si portano a due punti di distanza (20-22). Nel finale, però, il nuovo allungo delle americane spegne i sogni di rimonta di Malinov e compagne (21-25). Nel secondo set una serie di errori dell’Italia permette alla squadra statunitense di prendere il comando (4-8). Mazzanti inserisce prima Pietrini per Sylla e poi Mingardi per Ortolani ma gli Usa non rallentano e sfruttando a pieno la vena realizzativa della coppia Hill-Larson vanno sul 2-0 (18-25). Il terzo parziale, con Pietrini e Mingardi ancora in campo, vede un inizio convincente delle azzurre, complice anche qualche errore di troppo della selezione a stelle e strisce (5-2). Il servizio dell’Italia mette sotto pressione la ricezione americana e gli attacchi di Mingardi regalano all’Italia il massimo vantaggio (12-8). Ma in poche azioni le padrone di casa rientrano (15-15) e, una volta riportate le cose in parità, piazzano l’allungo decisivo, chiudendo il match (25-21).
Con questo ko l’Italia chiude così la pool americana con zero vittorie e un solo punto conquistato: un bilancio che comunque non pregiudica la corsa per la qualificazione alla Final Six di Nanchino, ma di certo obbliga le azzurre a non commettere più passi falsi sin dal prossimo round. Nella nottata americana la nazionale lascerà Lincoln e affronterà un lungo trasferimento per arrivare a Suwon, in Corea del Sud, facendo scalo a Dallas. Dalla prossima tappa l’Italia potrà contare sulla schiacciatrice Lucia Bosetti che prenderà il posto di Alice Degradi. In Corea (Pool 6, 22-24 maggio) le ragazze di Mazzanti troveranno sulla loro strada Russia, Germania e le padrone di casa.
“Non mi è affatto piaciuto l’atteggiamento iniziale della squadra, siamo scesi in campo come se avessimo un destino già scritto – commenta amareggiato Mazzanti – Durante la partita ho richiamato più volte le ragazze su questo aspetto e in parte mi hanno ascoltato perché pian piano siamo cresciuti. Una nota positiva è stata sicuramente il servizio, abbiamo battuto davvero bene, riuscendo a mettere in crisi una tra le linee di ricezione più forti al mondo. È andato bene anche il cambio palla nelle situazioni con palla in mano, cosa che negli altri giorni non era successa. Dobbiamo, invece, assolutamente crescere nella fase di contrattacco, continuiamo a sprecare troppo”. Il ct si dice “rammaricato per i risultati del girone, perché uscire senza neanche una vittoria complica tanto la qualificazione alla Final Six. Sapevo che nelle prime due tappe avremmo rischiato qualcosa in più, ma per andare avanti era necessario ottenere qualche successo. Noi dobbiamo proseguire nel percorso intrapreso e se faremo bene arriveranno anche i risultati. Vedendo anche i risultati strani delle altre pool non so cosa attendermi da cinque settimane di gare”. “È stata una partita molto difficile, perché davanti avevamo una tra le migliori formazioni al mondo – ammette Camilla Mingardi – Gli Stati Uniti hanno fatto vedere tutte le proprie qualità, ma noi soprattutto nel terzo set siamo riuscite a metterle in difficoltà. Credo che nonostante il ko, rispetto alle precedenti partite, siamo migliorate, dall’inizio della pool sto vedendo una squadra in crescita. Oggi sono stata chiamata in causa e come sempre ho cercato di dare il massimo per aiutare le mie compagne. La prima pool non è andata come volevamo, ma sono fiduciosa per le prossime tappe: siamo un gruppo che ha un grande potenziale e ha solo bisogno di tempo per crescere”.
(ITALPRESS).
FORMAZIONE IN CAMPO PER LA JUVE CONTRO FRODI NELLO SPORT
Il progetto “Per l’integrità del gioco: formazione in campo contro le frodi sportive”, promosso dalla Lega Serie A, Sportradar e l’Istituto per il Credito Sportivo, ha fatto tappa oggi a Vinovo. L’incontro, grazie alla disponibilità di Juventus Football Club, ha preso il via presso lo Juventus Training Center di Vinovo alle ore 12.00 con on i ragazzi di Primavera e Under 17 per poi proseguire alle ore 13.30 con il workshop dedicato alla Prima Squadra. Il club ha partecipato in due sessioni differenti, insieme ai dirigenti e allo staff tecnico, ai workshop di formazione condotti dall’avvocato Marcello Presilla, responsabile Integrity per l’Italia di Sportradar AG, che ha spiegato agli atleti il fenomeno del match-fixing in tutte le sue forme, illustrandone rischi e conseguenze. Durante gli incontri sono stati tracciati gli identikit dei cosiddetti fixers, i criminali che agganciano i giocatori intrappolandoli nelle truffe, attraverso tecniche di adescamento che sfociano anche in ricatti e minacce pregiudicando il futuro e la credibilità degli atleti e del calcio. Sportradar, grazie alla partnership con la Lega Serie A e il Credito Sportivo, prosegue la sua attività di formazione dei calciatori per rafforzare la cultura della legalità. L’educazione, la formazione e l’informazione devono accompagnare in modo stabile il controllo dei match che Sportradar svolge ufficialmente, quale organismo designato da Uefa e Fifa, in Italia e nel resto del mondo.
Il Credito Sportivo, unica banca pubblica leader nel finanziamento dell’impiantistica sportiva, e la Lega Serie A proseguono con sempre maggior convinzione nel percorso di responsabilità e trasparenza anche attraverso questi confronti, utili a chiarire i rischi e i pericoli a cui i calciatori, soprattutto più giovani, rischiano di approcciarsi con ingenuità e leggerezza, minando, a volte anche inconsapevolmente, i principi di correttezza e integrità su cui lo sport si basa.
Il Credito Sportivo rilancia la sua missione finalizzata a contribuire al profondo rinnovamento del sistema calcistico che passa certamente dagli impianti sportivi, ma anche dalla reputazione e dalla credibilità dell’intero sistema, all’interno del quale il comportamento degli operatori non è un elemento marginale. Il mondo del calcio, infatti, per progredire verso un importante sviluppo di rinnovamento economico deve attuare necessariamente politiche anche etiche e culturali, che il Credito Sportivo sostiene e supporta attraverso progetti come questo. “Siamo contenti di aver coinvolto anche quest’anno sia la prima squadra sia i ragazzi del nostro settore giovanile – ha dichiarato Giuseppe Marotta, CEO and General Manager Sport Juventus Football Club -. È fondamentale che i nostri calciatori, attraverso la formazione periodica, siano sensibilizzati su tematiche per noi molto importanti come l’integrità nello sport, la lealtà e la correttezza, valori che ci contraddistinguono nell’operato di tutti i giorni”.
(ITALPRESS).
ALLEGRI CHIEDE RISPETTO “È LO SCUDETTO DELL’ORGOGLIO”
“Chi non fa i complimenti alla Juventus credo che non abbia rispetto del lavoro che i giocatori hanno fatto in questi 4 anni. Significa non essere obiettivi. Non si può mettere a confronto una squadra che vince 4 scudetti e 4 coppe Italia e che gioca due finali di Champions con una grandissima squadra che però non ha vinto nulla e non ha giocato nemmeno una finale”. Per Massimiliano Allegri è il momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Messo in cassaforte il quarto scudetto della sua gestione, per l’allenatore bianconero è il momento di mettere le cose in chiaro. “Il primo scudetto è stato quello della consapevolezza, la squadra era data per finita e invece è cresciuta in autostima, soprattutto a livello europeo. Il secondo anno è stato quello della tenacia, che ci ha contraddistinto dagli altri. Eravamo in fondo alla classifica, con 12 punti dopo 10 partite, e abbiamo fatto una rimonta incredibile. Il terzo scudetto è stato quello della costanza, perchè siamo partiti e siamo arrivati in testa. Questo è quello dell’orgoglio, il più bello, abbiamo duellato molto col Napoli a cui vanno fatto i complimenti per una stagione straordinaria, col record di punti”. Per quanto riguarda il suo futuro, Allegri definisce “altissima” la percentuale della sua permanenza. “La settimana prossima ci incontreremo con la società per pianificare i programmi e capire cosa la società vuol fare per rendere competitiva la Juve anche l’anno prossimo, come la società ha sempre fatto. Io alla Juve sto bene, ho un ottimo rapporto con la società e non vedo elementi che mi possano fare cambiare idea. Se arrivasse un’offerta importante? La prima a sapere se ho intenzione di andare via sarà sempre la società”, assicura Allegri, che più che pensare a quello che ha da perdere, ritiene di avere “sempre da guadagnare. Quando si riparte c’è sempre da raggiungere altri obiettivi”. E ai giocatori lancia un messaggio: “Chi deve rimanere deve sapere che a luglio, quando si riparte, saremo pronti per fare un’altra annata a livelli importanti, altrimenti è giusto che chieda di andare via. L’importante è che la società sia alla base della programmazione della squadra. Alla Juve arriveranno sempre grandi giocatori, caratteriali, con passione, che vogliono lavorare per vincere. La Juve è fra gli 8 club più importanti d’Europa ma senza sacrificarsi non vinciamo, bisogna mettersi in discussione perchè l’anno prossimo partiamo tutti da zero punti e la media punti per vincere lo scudetto sarà più bassa”. Domani sarà l’ultima di Buffon, che però potrebbe andare a giocare altrove. “Domani per tutti e per Gigi in particolare una giornata storica. Dopo vent’anni lascia la Juve e domani penseremo a festeggiarlo, poi ci penserà lui, saprà decidere cosa fare. L’importante è che domani sia una giornata bella, c’è da festeggiare il quarto scudetto, la coppa Italia e la sua carriera alla Juve. Gigi è stato un uomo importante all’interno dello spogliatoio, ho trovato un campione che vedere allenare è sempre un piacere e vederlo parare lo è ancora di più perchè rende facile quello che per gli altri è difficile”. Poi, tornando a parlare di sè, Allegri confessa: “è nei momenti difficli che mi diverto di più, quando le cose sono un po’ monotone perdo la mia caratteristica migliore che è quella di arrangiarsi nel momento di confusione. Dopo la sconfitta col Napoli ero inadeguato a fare l’allenatore, tutti avevano dato lo scudetto al Napoli perchè avevano un calendario migliore ed era in forte ascesa. Ma per noi è stata la settimana più bella della stagione: i ragazzi sono stati straordinari, l’ambiente è stato straordinario nel mantenere l’equilibrio e la convinzione che loro un colpo lo avrebbero sbagliato ed è quello che è successo a Firenze”. Infine, sulla formazione di domani, fuori Cuadrado, Bernardeschi, Khedira e Matuidi, in porta andrà Buffon con Lichtsteiner e Alex Sandro sulle fasce e in mezzo due fra Rugani, Barzagli e Benatia. In mezzo al campo sicuro Marchisio e due fra Pjanic, Sturaro e Bentancur, in avanti potrebbe rimanere fuori Mandzukic e spazio al tridente composto da Dybala, Higuain e Douglas Costa.
(ITALPRESS).










