Fabio Fognini sogna per un’ora, poi Rafa Nadal non sbaglia più niente e al pubblico del Centrale del Foro Italico non resta che applaudire lo spagnolo. Sotto gli occhi della moglie Flavia Pennetta e di ospiti illusti come il neo ct azzurro Roberto Mancini, il numero 1 azzurro tiene testa per un set al fuoriclasse maiorchino, poi cala – fisicamente e mentalmente – e chiude così ai quarti il suo cammino agli Internazionali d’Italia, suo miglior risultato nella Capitale. Sotto 10-3 nei confronti diretti con Nadal, Fabio sperava di ripetere la doppia impresa del 2015, quando riuscì a superare il maiorchino sul rosso, prima a Rio e poi a Barcellona (in quello stesso anno arrivò anche il terzo successo ma agli Us Open). E dopo il primo set la speranza era diventata qualcosa di più. Perso il servizio al quarto gioco e andato sotto 4-1, il ligure non si è perso d’animo e ha infilato tre game di fila riportandosi in parità: la svolta sul 4-2, con Nadal che gli annullava 3 palle break ma non la quarta, concretizzata da Fognini con uno splendido lungolinea in risposta sulla seconda del maiorchino. L’ex numero uno del mondo, messo sotto pressione, ha cominciato a commettere qualche errore di troppo anche se pure l’azzurro alle volte è riuscito a complicarsi la vita. Ma sul 4 pari Nadal mandava lungo prima un dritto e poi un rovescio, regalando a Fognini la chance di andare a servire per il primo set. E il numero uno italiano non la sprecava, chiudendo i conti sul 6-4 dopo un’ora di gioco. Nadal è apparso vulnerabile ma in apertura di secondo parziale ha ritrovato piano piano le sue certezze mentre il 30enne di Arma di Taggia accusava una flessione, si faceva prendere in contropiede alla prima palla break concessa ritrovandosi 0-3. Uno svantaggio che Fognini non ha più recuperto, perdendo poi il servizio in un’altra occasione con Nadal che pareggiava i conti chiudendo il parziale sul 6-1. L’avvio di terzo set è stato incoraggiante per l’azzurro, ma al terzo gioco è arrivato un passaggio a vuoto che lo ha visto perdere la battuta a zero. Un black-out figlio di un calo d’intensità che contro lo spagnolo quasi sempre è fatale. Subiti 13 punti di fila, l’azzurro riusciva con qualche difficoltà a rimanere a galla ma sul 2-4 ha mancato per due volte la possibilità di restare in partita e nel game successivo Nadal non gli ha lasciato scampo. “Fabio è un giocatore incredibile, ha grande facilità nel cambiare direzione alla palla, quando gioca bene è un problema per tutti”, è l’omaggio dello spagnolo, che contro uno fra Djokovic e Nishikori proseguirà la caccia al suo ottavo successo al Foro Italico che gli consentirebbe anche di riprendersi il trono mondiale. “Ci ho lasciato tutto quello che avevo. Vado via da Roma a testa alta”, il commento di un Fognini amareggiato, conscio di aver perso una grande occasione.
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FOGNINI SOGNA PER UN SET, NADAL IN SEMIFINALE A ROMA
DOVIZIOSO-DUCATI AVANTI, UFFICIALE IL RINNOVO
“Andrea Dovizioso è da oggi il pilota più lungevo in Ducati. Lo è già da sei anni e adesso batterà il record perchè per almeno otto anni sarà con noi e poi vedremo cosa faremo dopo”. Dice Paolo Ciabatti, Direttore Sportivo di Ducati Corse nella conferenza stampa per l’annuncio del rinnovo del contratto che legherà per altri due anni Andrea Dovizioso con la casa di Borgo Panigale. “É stata una trattativa lunga, a volte complicata, ma alla fine si è arrivati all’accordo” aggiunge. “Voglio ringraziare lui e il suo manager Simone Battistella perchè anche nei momenti complicati hanno mantenuto la tranquillità, siamo molto contenti di questo accordo e ce lo godremo per i prossimi due anni”. “E’ stata una trattativa lunga perchè era un contratto importante e c’è voluto il suo tempo, perchè devi essere a posto su tutti i dettagli” attacca Andrea Dovizioso. “Sono contento e orgoglioso che sia andata così. Siamo partiti da molto lontano. L’anno scorso è stata una stagione strepitosa dove ci siamo giocati il titolo fino all’ultima gara e quindi ora vogliamo di più” dice il Dovi. “Abbiamo davanti tre stagioni e dipende da noi quanto bravi saremo nel raggiungere questo obiettivo” afferma il forlivese che non nasconde la difficoltà di correre senza la serenità di avere un futuro sereno. “Siamo degli uomini e quindi è normale che siamo sempre condizionati da tutto quello che ci circonda. Ma ho un bel po’ di esperienza e ho cercato di usarla per gestire queste situazioni che non sono facili, Ma sono state più difficili in passato ed essere nella posizione che sono rende tutto più facile che nel passato” afferma Dovizioso.
“Se si chiama trattativa è normale che possano esservi delle complicazioni, perchè ognuno cerca di portare a casa il massimo. Abbiamo fatto dei ragionamenti intelligenti e maturi e alla fine siamo riusciti ad arrivare alla conclusione in una maniera che ha soddisfatto entrambe le parti” dice non negando, poi, che ci siano stati dei momenti in cui era un po’ allontanato dalla Ducati. “E’ normale che ci sono momenti in cui la tua testa va in varie direzioni. Io credo che il pilota deve essere particolarmete egoista per essere competitivo. Per ottenete il tuo obiettivo e i tuoi sogni quindi ci sono momenti in cui mi sono allontanato ma non è anomalo. Quello che è successo fa parte di una tratattiva complicata ma non l’ho vista mai male”. Dovizioso non risponde quindi alla richiesta di entrare nei particolari del nuovo contratto. “Non ha senso entrare nei dettagli perchè sono cose riservate. Quello che posso dire è che dopo la scorsa stagione vuoi ottenere di più e quindi limare certi aspetti sia tecnici che economici. Io e Simone (Battistella, ndr) abbiamo lavorato su questo contratto senza richieste stupide e credo che per questo siamo arrivati all’accordo”. “Due anni fa se facevo risultati importanti i bonus erano importanti ma di base non valevo troppo come pilota. Ora è diverso, è cambiato l’ingaggio”. Sulla scelta del compagno di squadra per la prossima stagione, Dovizioso rivela: “Nonn sono mai stato un pilota che si mette di traverso o mette dei veti o degli obblghi. Io dico quello che penso. E’ giusto far sapere a Ducati cosa sia meglio, ma alla fine la scelta è di Ducati e su Miller e Petrucci sarà una scelta loro”. Quindi Jorge Lorenzo è già con la valigia in mano… “Se trovano un accordo e Jorge vuole rimanere non è un problema” afferma. “Ma la Ducati non è più quella che solo Stoner riusciva a guidare e la situazione che ha trovato Valentino Rossi è diversa da quella di Jorge. Ora è competitiva, molto veloce e ci vanno veloci molti piloti. Jorge è abituato a guidare solo un tipo di moto ed ha le idee ben chiare di come bisogna guidare e lavarare, ma in Ducati è diverso. Questo nulla toglie al campione che è stato ed è ancora Lorenzo, ma i risultati non si raggiungono empre nello stesso modo. Bisogna avere la mente aperta e adeguarsi”.
Sulla bella prestazione di oggi che lo vede il più veloce nelle prove libere del venerdì, il portacolori della Ducati analizza: Oggi più del miglior tempo quello che conta è il passo, il 32″5 fatto con le gomme di stamattina quello è indicativo” dice. “Siamo in linea con i migliori. Siamo messi bene e il 31″9 alla fine è un buon giro ma non è un giro esagerato. Secondo me siamo messi bene ma anche tanti altri piloti lo sono. Sicuramente Marc Marquez, ma anche Yamaha e Suzuki sono messe bene. Ma se hai un giorno intero come domani in cui le condizioni dovrebbero essere buone, tutto può cambiare. Qui siamo più competitivi dell’anno scorso, principalmente per la carena e poi la serenità paga sempre!”. Il forlivese ha girato in 1’31″936, staccando di 168 millesimi Marc Marquez – che era stato il più veloce al mattino proprio davanti a Dovizioso – mentre è terzo Valentino Rossi con la Yamaha, a poco meno di due decimi e mezzo. Il Dottore, che nella prima sessione aveva fatto registrare il sesto tempo, fa meglio del compagno di squadra Maverick Vinales e dell’altra Yamaha non ufficiale di Johann Zarco. Sesto Jack Miller, seguito da Pol Espargarò, ottavo Dani Pedrosa mentre Jorge Lorenzo non riesce a far meglio del decimo tempo con l’altra Desmosedici, a 0″640 dal compagno di squadra.
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TRIPLETTA DI VIVIANI, YATES RESTA IN MAGLIA ROSA
E tre. Elia Viviani torna a trionfare in volata nella 13esima tappa del Giro d’Italia numero 101, la Ferrara-Nervesa della Battaglia di 180 chilometri, a 24 ore dall’arrivo in quota sullo Zoncolan che agita i sonni di molti corridori. Dopo i traguardi israeliani di Tel Aviv ed Eliat, il campione olimpico dell’omnium sigla la sua tripletta con il solito sprint di potenza, battendo il suo rivale numero 1, l’irlandese Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), e tornando padrone assoluto o quasi della maglia ciclamino che contraddistingue il leader della classifica a punti. Un successo che il veronese bagna con un po’ di polemica dopo le critiche a suo dire eccessive ricevute nelle ultime due giornate. “Viene sempre tutto esagerato: nei due giorni che non sono arrivato, tutti a dire che ero sparito… Tutte cazzate, conosciamo i nostri limiti ma abbiamo reagito bene – le parole al veleno del capitano della Quick-Step Floors – La squadra e’ un punto di riferimento: abbiamo passato giorni non facili, mi sono fatto rimontare 70 punti per la maglia a ciclamino e abbiamo dimostrato qualcosa di importante. Ieri abbiamo avuto problemi, in serata abbiamo celebrato con una birra e oggi siano tornati alla grande. Ci sono anche momenti no, che a me caricano: il problema – conclude Viviani – e’ essere giudicati troppo superficialmente”. In maglia rosa, per il settimo giorno di fila, resta il britannico della Mitchelton-Scott Simon Yates: “Finalmente mi sono preparato per domani, anche se nel finale, con uno sprint cosi’, non e’ stato facile stare dietro ai velocisti e non prendere buchi. Lo Zoncolan? So che e’ una salita mitica ma non la conosco. Non mi aspetto grandi distacchi, se avro’ la gamba di questi giorni potrei anche attaccare. Sogno come tutti di arrivare da solo al traguardo”. Poco dopo il pronti e via, al quale non partecipa l’estone Tanel Kangert (Astana), costretto al ritiro, tentano l’avventura Andrea Vendrame (Androni-Sidermec), Alessandro Tonelli (Bardiani-Csf), Markel Irizar (Trek-Segafredo), Marco Marcato (UAE Team Emirates) e Eughert Zhupa (Wilier Triestina-Selle Italia). Il pokerissimo di attaccanti raggiunge in breve un vantaggio massimo di quasi tre minuti e mezzo. Prima della salita del Montello Chaves si stacca ancora, mentre Docker rotola su un prato prima di rimettersi in bici. La sorte dei battistrada è segnata non appena la Katusha-Alpecin alza il ritmo: l’azione termina ai – 6,3 dal traguardo, con tanto di stretta di mano dei protagonisti. Le squadre degli sprinter prendono il sopravvento ma Marco Coledan (Wilier Triestina), con una sparata sotto il triangolino rosso dell’ultimo chilometro, rischia di rovinare i piani altrui. A colmare il gap è Modolo, alla fina quarto, a passare a velocità doppia è Viviani, che cala la tripletta sfogando tutta la sua rabbia. Domani, sabato, arriva la prima tappa di montagna del Giro, e cioè la 13esima frazione, la San Vito al Tagliamento-Monte Zoncolan di 186 chilometri con uno degli arrivi in quota maggiormente temuti su quella che e’ considerata la salita piu’ ardua d’Europa. Sono in totale cinque i Gran Premi della Montagna da scalare: tre di terza categoria (Monte di Ragogna, Avaglio e Sella Valcalda), uno di seconda (Passo Duron) e il traguardo di prima sullo ‘spauracchio’ Zoncolan: 10 km al 12% di media con punte del 22%. Chi, tra gli uomini di classifica, dovesse prendere una ‘cotta’ su queste rampe, saluterebbe definitivamente ogni sogno di gloria.
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BUFFON: “SABATO SARÀ L’ULTIMA CON LA JUVE”
Diciassette anni, tanti trofei anche enormi delusioni, ma insomma quella di Gigi Buffon, per raccontarla come l’inno della Juventus vuole. È la “storia di un grande amore”. Quello che tutti già immaginavano da tempo, oggi ha trovato conferme nelle parole del portierone di Carrara. Il numero 1 saluterà la Juventus sabato prossimo giocando la sua ultima partita in bianconero contro il Verona. “Sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus e credo che il modo migliore per chiudere questa grandissima avventura – ha detto Buffon in conferenza stampa dall’Allianz Stadium di Torino – sia finirla con altre due vittorie importanti e con la vicinanza di Andrea Agnelli e di tutto il popolo juventino. La mia paura era di arrivare alla fine di questa avventura da ‘sopportato’ o da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così e sono orgoglioso di aver potuto esprimere sempre delle prestazioni all’altezza del mio nome e all’altezza della Juventus. Questa è la più grande gratificazione ed è per questo che arrivo a questo saluto veramente sereno, che non è scontato per uno sportivo. Voglio concludere ringraziando veramente la famiglia Juventus e la Juventus. Credo che la Juve prese all’epoca, nel 2001, un talento straordinario però devo anche dire che se questo talento si è tramutato in campione è perché la Juve ha fatto sì che ciò accadesse, mi ha fatto fare un ulteriore step in convinzione e determinazione. E se sto in campo a 40 anni in questo modo è solo merito della Juve”.
“Questa filosofia l’ho fatta mia e sono sicuro che la userò in futuro nel dopo-calcio se dovesse servire perché è l’unico modo che conosco per arrivare a dei risultati è arrivarci con la felicità di avere nel frattempo sofferto, di essersi dannati e di aver buttato il cuore oltre l’ostacolo. Questo al di là dei soldi e delle coppe è il miglior insegnamento che mi ha dato la Juventus e la ringrazierò per sempre”. Il futuro è ancora un enigma: “Sabato giocherò una partita, questa è l’unica cosa certa. Andrea è a conoscenza di tutto ciò che sta accadendo intorno a me ed è un consigliere di cui non voglio privarmi – dice riferendosi al presidente Agnelli -. Fino a 15 giorni fa era acclaratamente risaputo che avrei smesso. Adesso sono arrivate delle proposte sia per rimanere in campo sia per quel che riguarda fuori dal campo e la più importante di queste ultime me l’ha fatta pervenire il qui presente Andrea. Credo che la prossima settimana, in modo sereno, prenderò la decisione definitiva e certa che sarà quella di seguire un po’ ciò che urla la mia indole”. Nulla però è ancora chiaro, neanche allo stesso Buffon: “La prossima settimana in una situazione emotiva tranquilla, deciderò. Se dovessi continuare, è perché avrei l’ambizione di lottare ancora per dei grandi traguardi. È l’unico modo per cui concepisco lo sport”. Esclusa, dunque, l’ipotesi di un campionato più ‘esotico’ come fatto da altri calciatori a fine carriera, così come è esclusa l’ipotesi italiana: “Per l’Italia non se ne parla”. Nè Genoa, nè Parma, dunque.
Neanche un’alternativa da secondo portiere aveva solleticato Buffon: “Avendo fatto mio il modus operandi della Juve, io sono fermamente convinto che la Juve, essendo una società seria, debba programmare il futuro, sono il primo che lo capisce e ho pensato che fosse giusto continuare così. A me interessava finire nel modo migliore possibile e poi non dimentichiamo che la Juve ha un portiere eccelso di valore quanto il mio e che ha 13 anni in meno di me”, dice riferendosi a Szczesny. E poi “Sarebbe sempre costretto a subire paragoni e mi metterebbero a disagio. È talmente normale e la fine è stata talmente bella che più di così cosa voglio?”. Eppure c’è stato qualche momento in cui Buffon ha pensato che questa stagione potesse chiudersi non nel migliore dei modi: “Quest’anno è stata un’annata troppo snervante anche perché è cominciata troppo presto. Già da novembre ci siamo fatti carico di un peso enorme che è stato il fallimento Mondiale. È stata una stagione con dei bassi clamorosamente inaspettati e dei picchi incredibili. Qualche perplessità per quel che riguarda lo scudetto dopo Juve-Napoli c’era. Dovevamo capire se fossimo ancora noi o se questa sensazione di esserci dissolti si sarebbe protratta anche nel finale e invece per l’ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile”. È andata meno bene in Champions e ora Buffon rischia anche una squalifica per quanto successo a Madrid: “Penso sia anche giusto – ha risposto Buffon -, non per il comportamento in campo perché l’arbitro ha decretato un’espulsione che oggi non ho ancora capito. È un’azione che non ritrova un riscontro coerente”.
“Per quello che ho esternato fuori dal campo – prosegue Buffon -, è evidente che abbia trasceso e di quello ne sono estremamente dispiaciuto perché in 23 anni di Champions League non sono mai stato né espulso né squalificato. Ho sempre avuto una condotta educata e sportiva con tutti, era una situazione particolare a distanza di giorni ho detto che il Buffon di quella sera non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni, mi è dispiaciuto aver offeso l’arbitro e se l’avessi visto dopo due giorni l’avrei abbracciato chiedendogli scusa però confermando il mio pensiero”. In una giornata in cui il sentimento prevalente è per Buffon quello della “Grande gratificazione”, non pare esserci stato lo stesso trattamento nei suoi confronti da parte del resto d’Italia dopo le ultime prestazioni in Nazionale: “Se Buffon era diventato un problema tre mesi fa, non oso pensare cosa possa essere tre mesi dopo. Ipoteticamente sei o 12 mesi dopo diventerebbe qualcosa di complicato da gestire e dal quale mi voglio tenere lontano perché non penso di meritarlo. E poi la Nazionale ha dei giovani portieri che hanno bisogno di fare delle esperienze. Italia-Olanda? No, non ci sarò. La Nazionale è un’altra parentesi che ha caratterizzato la mia vita calcistica e la Nazionale il meglio me l’ha dato mentre stavamo giocando. Non ho bisogno di altri attestati di stima e celebrazioni varie perché le persone vanno rispettate e celebrate quando sono vive e non quando sono morte”.
A detta dei presenti, comunque vadano le cose quest’anno, è certo che ci sarà ancora la Juve nel futuro di Buffon: “Che la Juve per me rappresenti la famiglia è sotto gli occhi di tutti. Sono onorato di essere percepito come uno della famiglia. Se un giorno dovrò essere considerato un elemento su cui fare affidamento, è chiaro che per me la Juve avrà la precedenza su tutto”. Buffon, che ha deciso di non dare consigli al suo successore come capitano, Giorgio Chiellini, perché “incarna alla perfezione quello che deve essere il capitano della Juventus”, ha anche affermato con convinzione che il suo addio non coinciderà con la fine di un ciclo: “Se io pensassi una cosa simile, sarebbe molto grave. Non avrei capito niente della Juventus. Se avessi la minima presunzione che la Juventus senza di me chiudesse un ciclo, sarei veramente da rinchiudere. L’unica cosa imprescindibile della Juventus è la famiglia. Io sono stato una parte importante, ma una piccola parte di questa Juve”.
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MODELLI OTT, LO STREAMING SALVERÀ LO SPORT
La ricerca di HIS Markit di qualche settimana non produce nulla di nuovo, ma suona come ulteriore campanello di allarme per il modello che fino a oggi ha finanziato in gran parte lo sport, quello dei diritti televisivi. Cosa ha trovato HIS Markit? In 14 mercati, a partire dagli USA (ma non l’Italia), il numero degli abbonati alle pay tv è in calo. Si parla di una stima di -8,5 milioni di persone solo negli Stati Uniti tra il 2017 e il 2022. Numeri che suonano come musica per le orecchie degli OTT, gli operatori streaming cosiddetti Over The Top che tagliando sui costi fissi degli abbonamenti, sono un’alternativa per tutti coloro che vogliono comunque fruire lo sport, on line, live e on demand. Vediamo alcuni degli ultimi movimenti dei player più importanti.
YouTube: Vendere la pubblicità on line agli stessi brand che l’acquistano per la TV tradizionale, è la mossa della piattaforma video di Google. Tramite il programma pubblicitario Google Preferred, gli sponsor dei canali televisivi approdano on line, in una visione olistica dell’audience. YouTube TV è disponibile solo in USA, al momento, e ospita al proprio interno i più importanti canali televisivi statunitensi. Particolare non trascurabile, YouTube è sponsor esso stesso di maglia nel senso tradizionale del termine, per la neonata franchigia di MLS a Los Angeles.
Apple: L’azienda di Cupertino sta costruendo un centro da quasi 12 mila metri quadrati, dedicato all’area entertainment. Non lo sport, in questo momento, ma la creazione di tv show, altro competitor dell’evento sportivo (vedi Mediaset il cui minor coinvolgimento nello sport live può anche essere letto con produzioni meno costose ma altrettanto viste di altre forme di intrattenimento). Grossi nomi dello spettacolo sono stati acquisiti in un budget miliardario (quello di Netflix per le produzioni del 2018 dovrebbe aggirarsi sugli 8 miliardi di dollari).
Amazon: Ancora più ricca se si vuole è la proposta di Amazon, che con Prime Video conta 100 milioni di abbonati, in 200 paesi nel mondo. L’obiettivo dell’azienda di Bezos è la vendita di prodotti del suo sterminato inventario. Di recente, ha rinnovato per due stagioni con NFL per il Thursday Match pagando a stagione $65 milioni, più dei $50 della passata stagione e ben più dei $10 con cui Twitter aveva preso quei diritti nel 2016.
Twitter: Una delle novità di un’azienda molto dinamica negli ultimi tempi è uno show post gara in F1. Il live show sarà animato da un noto anchor man e dai suoi ospiti del circus dei motori. La spinta sono i milioni di tweets seguiti alle gare di Formula 1 (4,3 milioni nella passata stagione, di cui 256 mila in Italia secondo una ricerca Kantar Media). La nuova F1 di Liberty Media ha appena lanciato anche un proprio canale on line, in 4 lingue ma non disponibile ancora in Italia, il cui debutto in Spagna nel week scorso è stato però problematico.
Facebook: La creatura di Zuckerberg si sta strutturando in modo da essere competitiva nel mondo dell’entertainment. Di recente alcuni esperti dirigenti del mondo dei brodcasters tradizionale si sono accasati con Facebook, che ha tentato il colpo più grosso finora (non riuscito) nel campo delle acquisizioni con i 600 milioni di dollari rifiutati per la Premier League indiana di cricket.
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ALTRA SPALLATA DI YATES, DUMOULIN LIMITA DANNI
Simon Yates questo Giro d’Italia lo vuole con tutte le sue forze. Altro strappo e altra vittoria per il 25enne inglese della Mitchelton-Scott, sempre più maglia rosa dopo il secondo successo personale di questa 101esima edizione, stavolta sul traguardo di Osimo, al termine dell’undicesima tappa. Yates aspetta il pavè per entrare in scena, Tom Dumoulin prova a resistergli ma cede altri secondi, qualcosa in più la perdono Domenico Pozzovivo e Thibaut Pinot mentre Chris Froome e Fabio Aru dicono forse definitivamente addio a ogni speranza di arrivare a Roma in rosa: il loro ritardo da Yates sfonda ormai i tre minuti. La giornata, nel ricordo di un marchigiano doc come Michele Scarponi, la cui memoria è onorata nel passaggio a Filottrano, e di un fenomeno dal cuoro d’oro come Gino Bartali, si apre con una foratura di Froome e una fuga a quattro ideata dal colombiano Miguel Angel Lopez (Astana) e da Alessandro De Marchi (Bmc) e alimentata poco dopo anche da Fausto Masnada (Androni), Mirko Maestri (Bardiani) e da Alex Turrin (Wilier Triestina), chiamato in extremis al Giro per sostituire Pippo Pozzato. Il pokerissimo di attaccanti raggiunge i 3’30” di vantaggio sul plotone a 104 chilometri dalla conclusione, dietro le squadre interessate al ricongiungimento alzano il ritmo per non dover poi forzare la mano alle battute finali. Bennett fora e Van Poppel gli consegna una delle sue ruote, Lopez sprinta a Filottrano nel segno di Scarponi e poi resta davanti assieme a De Marchi e Masnada, con cui prova a resistere al ritorno del serpentone rosa.
A cinque chilometri dal traguardo, però, la fuga viene neutralizzata e ci provano allora Stybar e Wellens a sparigliare le carte, col belga che allunga ulteriormente sull’ultima rampa. Ma non ha fatto i conti con Yates. Per nulla scoraggiato dal nuovo crollo dal compagno di squadra Chaves, il leader della corsa rosa si alza sui pedali e va all’attacco a un chilometro e mezzo dalla fine, andandosi a prendere una vittoria preziosa anche in termini di abbuoni. Dumoulin, l’unico a questo punto che sembra in grado di poter duellare con lui per la vittoria finale, è ora staccato di 47″, un po’ più distanti Pinot e Pozzovivo (rispettivamente +1’04” e +1’18”) mentre a meno di clamorosi colpi di scena finiscono fuori dai giochi due dei grandi favoriti della vigilia: Aru prende altri 21 secondi da Yates ed è ora a 3’10”, va peggio a Froome, fin qui la controfigura del fuoriclasse ammirato al Tour, che becca altri 42 secondi e crolla a 3’20”. “E’ stato un finale difficile con pavè e muro, ho deciso di non aspettare gli ultimi metri per guadagnare qualche secondo – il racconto di Yates – Sono contento di avere guadagnato qualche secondo su Dumoulin. Lo vedevo che mi inseguiva, sembrava stesse meglio degli altri giorni sulle questo finale in salita. Sta migliorando ogni giorno”. Domani tappa più “tranquilla”, 214 chilometri fra Osimo e Imola su un percorso totalmente pianeggiante fatta eccezione per la salita che porta a Tre Monti (Gpm di quarta categoria): per i velocisti la chance di giocarsi la vittoria in volata.
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DOPPIETTA GRIEZMANN E GABI, SIMEONE BATTE GARCIA
L’Atletico Madrid vince la sua terza Europa League, battendo l’Olympique Marsiglia con il punteggio di 3-0, grazie ad una doppietta del suo cannoniere Griezmann e ad una rete nel finale del suo capitano Gabi. Fin dal calcio d’inizio, l’Om chiarisce agli avversari di voler giocare una partita aggressiva e spinge forte nella metà campo dell’Atletico. Da una splendida iniziativa centrale dettata e rifinita da Payet, nasce la prima clamorosa palla gol del match, con Germain che finisce a tu per tu con Oblak, ma la sua conclusione è inguardabile. Anguissa e Payet dominano a centrocampo e gli uomini di Simeone – squalificato e sostituito in panchina dal vice Burgos – faticano a creare gioco e ad alleggerire la pressione. Su un clamoroso errore di Anguissa, che perde palla in fase di costruzione però, i “colchoneros” passano in vantaggio: assist di Gabi per Griezmann, che tutto solo davanti a Mandanda segna con facilità. A complicare le cose per la squadra di Garcia anche l’infortunio di capitan Payet, che lascia il campo tra le lacrime, anche perché probabilmente lo stop gli potrebbe costare i Mondiali. Il grave errore di Anguissa, inoltre, mina la fiducia degli uomini di Garcia, che sono meno brillanti nella manovra. Il primo tempo si chiude così con gli spagnoli in vantaggio 1-0: il massimo risultato con il minimo sforzo.
Dopo appena tre minuti della ripresa, il bomber dell’Atletico Griezmann raddoppia: ancora un errore in fase di impostazione dell’Om, palla a Koke che mette in moto l’attaccante francese, chee tocca tre volte la palla prima di inventarsi un malefico scavetto che beffa Mandanda. La squadra di Garcia è completamente in bambola e l’Atletico Madrid diventa il padrone incontrastato del match, con i francesi che rischiano più volte di crollare, con Rami che rischia l’autogol e Godin che di testa manda di un soffio a lato. Il match è ormai senza storia, con la squadra del Cholo che gioca benissimo contro quello che rimane di un Marsiglia ormai raso al suolo. L’appena entrato Mitroglou prova a rianimare i suoi con un ottimo colpo di testa su cross di Sanson, ma il pallone si stampa sul palo. Ci prova anche Amavi da lontano, ma Oblak è attento. Il match si chiude con la terza rete dei colchoneros con il loro capitano Gabi e con l’ingresso in campo del Nino Torres alla sua ultima partita internazionale.
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PROROGATO IL BANDO PER FINANZIARE PISTE CICLABILI
Prorogata fino al 4 dicembre 2018 la scadenza per la richiesta di ammissione al bando “Comuni in pista – #sullabuonastrada”, il progetto del Credito Sportivo in collaborazione con Anci e Federciclismo che prevede la possibilità per i Comuni italiani di ottenere finanziamenti a tasso zero finalizzati a sviluppare la rete delle piste ciclabili. Grazie al Protocollo d’Intesa sottoscritto da ICS, ANCI e FCI, sono a disposizione degli Enti locali 50 milioni di euro di mutui a tasso zero per la realizzazione o la ristrutturazione di piste ciclabili, ciclodromi e strutture di supporto. I mutui, della durata massima di 15 anni, consentiranno all’Ente locale ammesso di godere del totale abbattimento degli interessi, su uno o più mutui, sino all’importo massimo complessivo di 3 milioni di euro che raddoppia a 6 milioni di euro se il beneficiario è un’Unione di Comuni o Comuni in forma associata, un Comune capoluogo, una Città metropolitana o una Provincia. Sarà possibile ottenere mutui anche per somme e durate superiori, verranno comunque assicurate condizioni molto agevolate per la parte eccedente. I progetti presentati dovranno essere definitivi o esecutivi e ciascuna istanza dovrà essere relativa ad un solo progetto o lotto funzionale. Le richieste pervenute saranno esaminate con procedura a sportello ed ammesse a contributo fino ad esaurimento delle risorse stanziate.
La richiesta di ammissione al bando dovrà pervenire tramite pec all’indirizzo [email protected] entro e non oltre le ore 24 del 04/12/2018, tutta la documentazione da allegare alla richiesta è presente sul sito del Credito Sportivo all’indirizzo: http://www.creditosportivo.it/banditassozero/comuni_in_pista.html
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